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Autore: altovoltaggio    29/12/2009    7 recensioni
dalla storia: Così mi ritrovo sulla vecchia sedia a dondolo con una scatola di cartone tra le mani. Con trepidazione la apro e qualche rettangolo bianco plana sul pavimento. Sono fotografie, ma non di quelle normali, o meglio non di quelle normali per noi maghi: semplicemente non si muovono; le figure se ne stanno lì, immobili, cristallizzate, monocrome.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thanks to a black-and-white photo

Dal cortile arrivano le vocine entusiaste dei più piccoli, quasi invidiose di voi che sfrecciate sulle scope, spinti dall’ennesima scommessa.

Lily fa il tifo e urla il tuo nome per fare infuriare Jam, deluso di non avere tutti gli occhi puntati addosso. Albus ride, se la ride del fratello maggiore, lo sento da qui.

 Io invece sto in disparte, al sicuro tra vecchi armadi stipati di cianfrusaglie, avvolta dalla nebulosa di polvere in sospensione, illuminata dall’occhio tondo dell’unica finestra della soffitta.

È un rituale non scritto, il mio: ogni estate trascorsa qui dedico un intero giorno a questa stanza dimenticata e decido di esplorarne un angolo lasciando che il resto rimanga mistrero per  le vacanze future.

Così mi ritrovo sulla vecchia sedia a dondolo con una scatola di cartone tra le mani.

Con trepidazione la apro e qualche rettangolo bianco plana sul pavimento.

Sono fotografie, ma non di quelle normali, o meglio non di quelle normali per noi maghi: semplicemente non si muovono; le figure se ne stanno lì, immobili, cristallizzate, monocrome.

In effetti non dovrei stupirmi: questa casa era dei nonni materni, entrambi babbani; è da quando non ci sono più e l’hanno lasciata a mamma che trascorriamo qui le vacanze estive. Dunque nulla di strano se queste sono foto non magiche.

Inizio ad assaporarle. Vedo i miei nonni sorridere ad ogni diapositiva e in qualcuna scorgo pure la mamma. Via via che mi avvicino al fondo della scatola i nonni si fanno sempre più giovani e la grana della carta fotografica sempre più logora. I colori brillanti delle prime lasciano posto al seppia: davanti ai miei occhi le figure austere dei nonni di mamma. Mi sono spinta in un passato che nemmeno immaginavo di avere.

Con trepidazione arrivo fino in fondo e raccolgo l’ultima fotografia: meravigliosa.

Due giovani in bianco e nero danzano al ritmo di una melodia perduta. La ragazza è colta nell’attimo di una piroetta che orienta i ricci della chioma e la gonna vaporosa in un turbinio di emozioni. Il cavaliere che le regge la mano è invece composto  ma gli occhi tradiscono tutto l’amore e la venerazione per la sua dama.

Quasi mi sento in colpa per aver violato la loro intimità.

Con cura ripongo tutte le foto al loro posto ma decido comunque di tenere questa ancora un po’. Lentamente mi avvicino alla finestra per godere un po’ dell’aria estiva. Le vostre voci concitate si fanno più vicine ma mi ostino ad ignorarvi. Dando le spalle alla finestra non mi accorgo del tuo arrivo silenzioso:

-Rose!

È un attimo, e nella trepidazione di aver udito la tua voce il mio cuore fa una capriola e le mani hanno uno spasmo. Come in uno di quei film dal finale scontato, che tanto detesto, la foto mi scivola dalle dita e fugge nell’aria.

Dimentica della tua presenza appello la mia scopa e mi lancio al suo inseguimento.

Gareggio col vento che si burla di me con nuove folate spingendo sempre più lontano l’oggetto della mia ricerca. D’un tratto l’aria si calma e la mia fotografia, emulando le farfalle, svolazza fino a posarsi su un letto di fiori. Scendo di quota e la afferro con un sospiro sollevato.

- non sapevo che volassi così bene.

E tu cosa ci fai qui? Hai fatto voto di torturarmi con la tua presenza?

-Scorpius! Mi hai seguita.

-si-rispondi.Ma non era una domanda- volevo capire perché sei scappata come una furia.

-inseguivo questa- dico brandendo il rettangolo di carta.

- e la inseguivi sulla scopa. Quindi voli- insisti.

-mi sembra…ovvio.

-credevo non ne fossi capace. Non ti unisci mai a noi…oggi, per esempio; avresti potuto partecipare alla gara invece di rinchiuderti in soffitta.

Se da una lato sono quasi soddisfatta che ti sia accorto della mia assenza, dall’altro  sono offesa per il tono risentito.

-il fatto che non mi vediate volare non vuol dire che non ne sono capace; semplicemente non mi piace. E poi trovo terribilmente stupide le vostre gare. Potresti sempre chiedere a Lily di partecipare, se tutto quello che ti serve è un concorrente in più. Meglio la solitudine di una soffitta che la tua compagnia.

Sei arrabbiato, lo vedo. E hai ragione. Se ora mi lasciassi qui non potrei biasimarti. Ma non posso permettermi che proprio tu mi volti le spalle.

-Scorp-mormoro- scusa. Non pensavo davvero quello che ho detto. Tu sei mio amico. Io ti voglio bene.

L’ho detto con enfasi, forse troppa. Ah se le parole non dette si ribellassero e potessero parlare…

- Rose ma che ti prende?

Mi lascio cadere tra i fiori di campo e sospiro. Porto in alto la foto e la osservo attraverso i raggi del sole di luglio. Ti sto evitando. O, meglio, evito di darti una risposta, la vera risposta.

Scendi giù anche tu e ti siedi accanto a me prendendo con gentilezza il ritratto dei miei bisnonni.

-non si muove!- è la prima cosa che esclami.

-è una foto babbana: sono i miei bisnonni.

- somigliano a noi. Beh lei ti somiglia davvero, ovvero tu somigli a lei- inizi confuso- E lui ha i capelli chiari come i miei ed è un signore davvero elegante e distinto.

-hei non ti pavoneggiare!- sdrammatizzo io- e poi è diverso: io non avrò mai un vestito così bello.

-vuol dire che la prossima volta che andiamo a Hogsmade te ne regalerò uno più bello ancora da indossare al ballo dell’ultimo anno-  obietti.

- e che me ne faccio di un vestito che non metterò? Forse tu non te ne rendi conto ma non è bello presentarsi ad una festa senza accompagnatore. E prima che tu aggiunga altro- dico bloccando il suo tentativo di interrompermi- non posso più chiedere ad Albus di venire con me o Alicia lo uccide.

-ma Rosie  – dici fingendo un tono offeso- credevo fosse sott’inteso che quest’ anno sarò io il tuo accompagnatore.

Dimmi Scorpius: hai deciso che oggi è il mio ultimo giorno? Perché ti ostini a ferire il mio cuore fragile con vane parole?

 -Scorp, non fare promesse che sai di non poter mantenere. Entro la fine dell’anno avrai già cambiato almeno tre ragazze e non credo che quella di turno ti permetterà di accompagnare anche me, né potrei sopportare una simile umiliazione.

- E se fossi tu la mia ragazza?- lo dici senza guardarmi- se fossimo una foto in bianco e nero nessuno potrebbe dire che tu sei una grifondoro e io un serpeverde, perché non ci sarebbero colori a testimoniare l’appartenenza a case diverse. Nessuno noterebbe  i capelli rossi dei Weasley e quelli biondi dei Malfoy.

Vedrebbero solo i miei occhi brillare; vedrebbero un ragazzo felice di poter stare accanto alla creatura più meravigliosa del mondo magico e non.

- Scorpius non scherzare.

- Ecco, vedi? Parli tanto degli altri ma la prima ad avere pregiudizi sei tu. Perché ti sembra assurdo tutto quello che ho detto? Ti ho aperto il mio cuore, Rose. Perché sì, notizia del secolo, ho un cuore anch’io.

-Scorpius…-non finisco di parlare; ti trattengo per un braccio prima che tu possa scappare e ti assalgo con un abbraccio impetuoso, tanto che cadiamo sul manto erboso.

Tu sei inerte. Non sai cosa fare e lo capisco anche. Ti accarezzo i capelli, mormoro il tuo nome e aspetto.

-cos’è, Rose? Un abbraccio da amica?

Io finalmente ti guardo e leggo nei tuoi occhi la stessa ansia che imperversa nel mio cuore.

-no. – mi avvicino con cautela, lentamente, sperando di non aver frainteso tutto. Ti bacio lo zigomo e tu socchiudi gli occhi. Ti bacio la mandibola e sospiri. Bacio le tue labbra e mi sento morire nell’attesa di una tua risposta. Perché se il significato di un abbraccio può essere travisato, non si può certo ignorare un bacio d’amore.

Finalmente sento le tue braccia cingermi e poi stringermi sempre con più convinzione. Ribalti le posizioni e mi sovrasti illuminato dall’alto dai raggi del sole dorato. Sorridi, e sorridi per me. Poi ti chini a baciarmi, e a baciarmi, e a baciarmi.

Dopo attimi infiniti, ebbri ma non sazi ci mettiamo a sedere.

-da troppo tempo aspettavo questo momento.

- pensavo che questa frase si addicesse di più a me.

- hei! Non sono io quello che a quattordici anni si è messo con una dell’ultimo. Che dovevo fare, restare a guardare? Se non ti avessi fatta ingelosire un po’ forse nemmeno ti saresti accorta di me.

- oh beh ora più che invidiare quelle ragazze le biasimo. Sei un gran bastardo! Vedi di non farlo MAI con me o te la vedrai con la mia famiglia. E se te lo stai chiedendo, sì: è una minaccia!

- ok ho afferrato. A proposito di famiglia, come faremo a dirlo agli altri? Prima non scherzavo sul fatto dei colori e della foto in bianco e nero.

- Scorpius, tu sei un genio!

Afferro con convinzione la bacchetta e pronuncio uno dei tanti incantesimi che conosco e che non avrei mai pensato potesse essermi utile. Se il discorso di Scorpius sull’irrilevanza delle differenze solo dettate dall’apparenza aveva convinto me, poteva benissimo funzionare con tutti gli altri.

 

Quando Albus e gli altri rimasti in cortile hanno visto arrivare due figure in bianco e nero a cavallo di due scope avranno sicuramente pensato fossimo fantasmi…

 

NOTE

So che il periodo natalizio non è il più appropriato per pubblicare una storia ambientata durante le vacanze estive ma spero possiate perdonare questa incongruenza temporale e andare al significato della fic…

L’ultima frase voleva essere un po’ “effetto shock”, come immagino possa esserlo l’apparizione dei due ragazzi privi di colori, un modo diretto e incisivo per far capire ai genitori (soprattutto quelli di Scorpius) che le vere differenze sono solo quelle caratteriali e non dipendono dal nome o dai colori.

GRAZIE per aver letto…spero abbiate voglia di perdere un altro minutino per recensire!!!

Vittoria.

PS : buone vacanze!

  
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