CERTE NOTTI
3 –
…
e locali a cui dai del Tu.
Steve Fox & Julia Chang.
“Hey, Hey Julia, Ciao!”
“Ciao Steve! Che ci fai qui?”
“Mi serviva una bottiglia d’acqua così sono venuto al
supermarket. Che coincidenza trovarti”
“Già… Come mai sei a
Phoenix?”
“Disputo un incontro questa sera, nulla di veramente
importante, ma giusto per tenermi in allenamento…”
“Oh, capisco…”
“Se ti va, visto che sei di queste parti, potremmo
andare a prendere una birra insieme dopo, che ne dici? Cioè…
se non ti piace la birra, puoi prendere pure quello che vuoi…
prendere una birra è solo un modo di dire… anche se
credo che io la prenderò.”
“Ehm… non lo so… io… dovrei studiare… ho gli esami tra poco.” Lo sguardo della ragazza
vagò tra gli scaffali del supermarket, incontrando un altro paio di occhi
castani femminili che la fissavano
minacciosi da dietro una pila di detersivi, mentre il cenno della mano le
suggeriva eloquentemente di fare poche storie e di accettare l’invito.
“Oh, beh, è un peccato. Vabbè,
sarà per la prossima volta.” Il ragazzo sembrava davvero esserci rimasto male.
“Cioè… magari, se non
facciamo tardi…”
Steve si illuminò improvvisamente “Perfetto! Ti passo
a prendere se vuoi…”
“Quindi lui era...?” Appena Steve era sparito verso le
casse – quasi trotterellando baldanzoso – sua madre Michelle era uscita dalla
pila di detersivi e le era scivolata a fianco. “Ha un’aria familiare”
“E’ Steve Fox, il pugile. Ci siamo conosciuti al
torneo di Tekken. Niente di più, non fare quella
faccia interessata.”
“Oh, andiamo, Julia, sei la solita. Tutto il giorno
tra libri e laboratori e mai un po’ di divertimento. Se non fosse stato per me
avresti mandato all’aria anche questo appuntamento.”
“Chissà che gran appuntamento: è un inglese borioso,
si darà un sacco di arie per la sua carriera da pugile e farà battute idiote,
senza senso e stupide, mamma.”
“Mamma un corno.
Sei giovane e carina, non fare come la tua sciocca mamma e restare
single. Ad una certa età inizia a pesare, sai?”
“…Mamma, tu non sei single.”
“Io e King siamo solo amici, quante volte te lo devo
dire?”
“Certo”
ridacchiò la ragazza. “Un amico che lascia vestiti e spazzolino da denti in
giro per casa…”
Michelle Chang arrossì
violentemente, gettandosi poi con la testa tra i succhi di frutta, fingendo di
cercarne uno biologico di dubbia esistenza.
Imprecando il più silenziosamente possibile Steve si
sfiorò nuovamente il labbro tagliato. Dannazione a quell’attimo di distrazione
che gli aveva fatto abbassare la guardia. Si era lasciato colpire come un
allocco da quel pivello di avversario che si era ritrovato contro.
“Proprio quando ho un appuntamento con una ragazza…” ringhiò alla sua immagine allo specchio.
Pazienza. Ormai si trovava davanti a casa sua, nella periferia di Tempe, e non poteva di certo dar buca. Recuperò dal sedile
posteriore della Chevrolet una rosa comprata quel pomeriggio, appena uscito al
supermarket, imprecando quando una spina gli aveva perforato il polpastrello.
Aveva ragione Paul quando lo accusava di diventare un gigantesco idiota non
appena aveva a che fare con il gentil sesso. Un ultimo sospiro, simile a quello
che emetteva prima di salire sul ring, per poi uscire dalla macchina, salire
quasi saltellando i quattro gradini del portico di legno della casa e suonò il
campanello, ridendo tra sé e sé nel constatare come quell’abitazione di legno sembrasse
uscita da un film.
Mentre sentiva i passi avvicinarsi alla porta si
preparò, dritto e fiero con la rosa pronta per essere consegnata alla
destinataria.
Ma la donna che aprì la porta, per quanto
assomigliasse a Julia, non era lei. Steve rimase un attimo interdetto, restando
senza parole con la rosa a mezz’aria. “Mia figlia arriva subito” ridacchiò la
donna. “Oh, ma hai portato una rosa. Che pensiero gentile” disse sfilandogliela
tra le dita. “Un po’ appassita, beh, è il caldo di Phoenix, che ci puoi fare. Non
pensavo che voi inglesi pensaste anche ad ingraziarvi le madri…”
Steve stava giusto per replicare che la rosa era per
la figlia, quando Julia, in un paio di jeans a vita bassa ed un attillato top
rosso comparve dal corridoio, scivolando tra la porta e Michelle, intenta ad
annusare il fiore. “Ciao Steve. Sei puntualissimo…”
commentò con un piccolo sorriso un po’ imbarazzato. Sembrò quasi tentennare
sulla soglia, e ci pensò Michelle a darle una bella spinta e a chiudere la
porta alle sue spalle.
“Bene. Dove si va?”
Il bar si trovava nella periferia della città, e
sembrava il tipico ritrovo di cowboy, con cimeli di caccia alle pareti e musica
country.
“Diamine, mi sembra di essere finito dentro ad un film!”
aveva esclamato il ragazzo, sedendosi con Julia ad un tavolo libero, mentre
Julia rispondeva con un risolino quasi nervoso. “Conosco questo posto da quando
ero ragazzina, mia madre mi ci portava spesso a giocare a freccette con le sue
amiche.” Spiegò, salutando con un cenno del capo l’uomo baffuto al bancone. Una
cameriera bionda, incredibilmente somigliante a Dolly Parton,
si avvicinò al tavolo. “Per me una birra. E un bicchiere di ghiaccio, per
favore.” Ordinò Steve, inconsapevolmente sfiorandosi il taglio del labbro.
“Hey, Julia, ha fatto a
scazzottate per te il ragazzo?” gli schernì l’uomo al bancone.
“E ho vinto!” rispose Steve, divertito, alzando un
braccio in segno di vittoria.
“Una birra anche per me, Wendy.”
Ordinò Julia, scuotendo la testa. Forse era il posto a lei familiare, o forse
il fatto che Steve sembrasse stare al gioco e avesse risposto alla battuta con
spirito, ma iniziava a sentirsi a proprio agio.
“Allora, hai vinto davvero?”
“Si, anche se ho avuto un piccolo incidente di
percorso.” Spiegò il ragazzo. “Ma non mi va di parlare di lavoro adesso, se non
ti dispiace. Comunque, la rosa era per te. Se sapevo che piacevano anche a tua
madre, ne avrei presa una in più.”
La ragazza alzò gli occhi al cielo. “A lei piace scherzare…”
“Oh beh, meglio così, no? ” rise Steve, mentre la
cameriera portava le birre. “Pensa se mi avesse aperto con un fucile in mano!”
“Oh, no, non preoccuparti: è pressoché pacifista.”
Quando Julia guardò l’orologio, si stupì di quanto
velocemente fossero passate più di due ore. Era mezzanotte passata, e il locale
sembrava in procinto di chiudere. E lei, sorprendentemente, si era divertita.
Avevano parlato del più e del meno, l’aveva umiliato ad una partita di
freccette applaudita dal proprietario del locale e da qualche avventore, e
Steve l’aveva stupita con le sue battute e il suo modo di fare spontaneo.
Mentre si avviavano verso casa, le disse che si era
davvero divertito con lei. “E’ stata davvero una bella serata.” Concluse,
parcheggiando davanti a casa sua. C’era una punta di malinconia nel suo sguardo
azzurro.
“Anche per me lo è stata.” Annuì la ragazza. “Quindi,
parti domani pomeriggio?”
Il ragazzo annuì. “Purtroppo si. Mi piacerebbe
rivederti, se è possibile. Tu frequenti l’Arizona State University,
quindi sei sempre qui a Phoenix, giusto?”
“Si, anche se ormai ho finito il corso di studi e mi
manca solo la laurea. E’ a fine semestre, se sei nelle vicinanze puoi venire.”
Steve sembrò piacevolmente stupito. “Volentieri,
cercherò di esserci.” Rispose con un mezzo sorriso.
Fu solo allora che Julia che notò un pick up parcheggiato a fianco dell’abitazione, seminascosto
dal buio. “Ma quello è la macchina di King…Oh no… “ borbotto ridendo. “Mamma è in compagnia…”
sorrise, guardando il ragazzo. “Mi dispiace disturbarla.”
“Se vuoi ti faccio compagnia.”
Al mattino, dopo un giro a vuoto nel deserto e un
passaggio al fast food per uno spuntino notturno,
Julia si sentì in vena di farlo inerpicare per un sentiero di montagna, per
fargli ammirare l’alba che illuminava la Sun Valley
di Phoenix.
Nonostante la fatica e qualche imprecazione malcelata
durante il tragitto a piedi, il ragazzo apprezzò con un “UAU” molto sentito il
panorama, sedendosi a suo fianco. “E’ davvero bellissimo, da mozzare il fiato!”
Guardarono il sorgere del sole in silenzio, prima che
le dita di Steve si intrecciassero con le sue. Accorgendosene, la ragazza si
sentì arrossire leggermente, ma non si ritrasse.
Sentì il ragazzo avvicinarsi a lei e si voltò verso di
lui, meravigliarsi nel trovare il suo volto a pochi centimetri da lei.
“C’è una cosa che vorrei fare da tutta la notte…” sussurrò, ad un millimetro dalle sue labbra. “E il
fatto che tu non mi abbia ancora fatto un occhio nero lo prendo come permesso
per andare avanti.” Julia rise, prima che il ragazzo la baciasse.
Le loro mani erano ancora l’una nell’altra mentre si
trovavano davanti al terminal dell’aeroporto.
“Mi sa che da qui in poi dovrò andare da solo” sospirò
con rammarico Steve. “A meno che tu non voglia attaccar briga con quelli della
sicurezza – e in tal caso ti spalleggerei, puoi starne certa.”
Julia rise ancora, per l’ennesima volta da 14 ore a
quella parte, in cui era stata sorpresa da una persona eccezionale. Lo baciò di nuovo, prima di riferirgli di
essere pressoché pacifista. “Per quanto tempo starai a New York?” gli domandò.
“Un paio di settimane, poi dovrò tornare in
Inghilterra. Anche perché mi scade il Visto Turistico, e a meno che tu non
voglia correre a Las Vegas a sposarmi…”
“…sono sobria…”
“Hai ragione. La prossima volta di offrirò due birre. Così
forse…”
“Smettila sciocco.” Lo rimbeccò lei. Anche se si
sentiva triste per la sua partenza, non riusciva a smettere di sorridergli. Steve
la faceva sentire troppo bene per farla diventare triste. “Piuttosto, non sono
mai stata a New York in questa stagione, sai?”
Questa volta fu il ragazzo a sorridere. “Oh, è
bellissima, sai?Sarei lieto di farti da guida turistica.”
“Affare fatto.”
“…la prossima settimana?”
“Ok. Ho giusto bisogno di qualche giorno di svago.”
“Ma non dovevi studiare per degli esami?”
Julia picchiettò il tacco per terra. “Di un po’, non
avevi capito che era una scusa perché non sapevo se uscire o no con te?” disse,
raccontandogli poi dell’episodio del supermarket. Steve ne rise di gusto,
mentre l’altoparlante annunciava l’imbarco per il suo volo.
“La prossima volta mi presenterò a tua madre con un
intero mazzo di rose…”
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BUON ANNO A TUTTE!!!!
Sono tornata oggi dalla settimana bianca in Val di Fassa… AAAHHHHHHHHH il
capodanno più bello che abbia mai fatto!!!
Ringrazio le ragazze che hanno commentato il capitolo
precedente!
Questo vi lascerà un po’ deluse, temo. In effetti non
è granché, ma sono ancora in fase di ripresa dalla settimana appena trascorsa,
quindi non posso fare di più, mi dispiace.
Julia e Steve temo che sia una coppia di mia sola
invenzione!
Peccato, ce li vedo insieme…
Ho ambientato la storia e Phoenix, e grazie a Wikipedia sono riuscita a raccapezzarmi con i vari luoghi
della città.
Dolly Parton è una cantante,
attrice e una delle donne più rifatte d’America…
A la prochaine!!!!