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Autore: Soul Sister    03/01/2010    4 recensioni
salve! questa storia è un EDWARDXBELLA. Edward e Bella sono migliori amici da una vita, sono cresciuti insieme. I Cullen e gli Swan sono una grande famiglia allargata. La loro amicizia è fortissima, indistruttibile. Bella è innamorata persa di Edward, e viceversa. Solo che per paura di rovinare tutto non hanno mai trovato il coraggio di dichiararsi. Un giorno Renèe fa una telefonata a Bella,una chiamata che sconvolgerà tutto: la vita dei protagonisti, l'amicizia... Tutto scombussolato.
Cosa succederà?
Spero che vi abbia incuriosito questo 'piccolo' spoiler.
Vi prego leggete, è la mia prima ff in assoluto!Spero vi piaccia. PS: STO MODIFICANDO I PRIMI CAPITOLI, CHI LA STESSE SEGUENDO,LE DIA UN'OCCHIATA. CREDO SIA MIGLIORE.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Open your eyes- Togli la maschera'
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Capitolo II

Chiacchiere tra fratelli

POV BELLA

Il pomeriggio dovevo andare a casa Cullen sotto ordine di Esme. Edward mi passò a prendere, poi andammo alla enorme villa progettata da Esme. Là, non facemmo in tempo a suonare il campanello che la dolcissima signora Cullen aveva già aperto la porta e mi stava stritolando in un abbraccio soffocante.

<< ciao Bella, cara!! >> urlò entusiasta.

<< ciao, Esme…>>

<< mamma, ce la uccidi così!! >> tuonò Emmet .

<< Oh, scusa cara!>> disse mortificata la mia mamma '2'.
<< sta' tranquilla >> la rassicurai. Ma poi l’orso yoghi (Emmett) mi strinse a sé e mi alzò da terra.
<< si fa così mamma!! >> rise come uno sclerato. Cavolo, mi stava stritolando!
<< Emmet!!>> urlai col poco fiato che mi rimaneva. Rise più forte, e contagiò tutti i Cullen, anche Carlisle che si era unito alla allegra combriccola.
<< ehi, guardate che deve rimanere viva per le prossime 24 ore, o si perderà il primo giorno di saldi! >> esclamò Alice.
Sbiancai. << Emmett, stritolami, torturami, usami come moccio per i pavimenti... fai quello che vuoi ma mettimi nelle condizioni di non poter andare a fare shopping >> esclamai rivolgendomi al mio fratello orso. Facevo fatica a pronunciare il nome di quell'attività odiosa.
Tutti scoppiarono a ridere, a parte Rose e Ali. Edward mi abbracciò da dietro.
<< Tranquilla, ti rapisco io. Non potranno torturati>> mi rassicurò.
<< uuuh, soli soletti!! >>
<< Emmett!!>>lo sgridarono Esme e Carlisle.
<< che c’e?! che ho detto?! >>chiese 'ingenuamente' Emmy- bear. Tutti scossero la testa rassegnati.
<< ma vi siete accorti che siamo ancora sulla porta di ingresso? >> chiese la dolce Esme. Lei era come una seconda mamma, per me. Era stupenda, così come suo marito Carlisle e i suoi figli- in particolare, uno dai capelli bronzei aveva le fattezze angeliche-.
Lei 35 e lui 37 anni. Esme era alta nella media, e snella: pareva una ventenne, i suoi anni li portava più che bene.
I capelli color caramello, lunghi e mossi, le incorniciavano il viso d’angelo. Gli occhi erano di un marrone molto chiaro, quasi ambrati, e facevano trasparire tutto l'amore che aveva dentro sé. Era proprio una bellissima donna. Carlisle era alto, abbastanza muscoloso, biondo con gli occhi chiari. Un angelo! Considerato, più che probabilmente, l’uomo più affascinante di Forks.
Esme era un' arredatrice d' interni e ristrutturatrice, mentre Carlisle era primario dell’ospedale di Forks.
I Cullen erano ricchi, ma davvero tanto! Ma nonostante ciò, non erano le persone montate che si credevano superiori agli altri, anzi! Erano caratterizzati da una bontà d'animo che pochi hanno. Se facevano dei piaceri, non lo facevano mai per interesse. La signora Cullen faceva spesso beneficenza, ma non lo faceva di certo per mettersi in mostra. Io la conoscevo bene, era gentile e generosa di per sé.
<< Su tutti in salotto, forza!!>> ordinò la donna.<< Bella, ti fermi a cena? >> chiese dolcemente, poi.
<< se non è un disturbo, volentieri. >> dissi passandomi una mano tra i capelli.
<< oh, per l’amor del Cielo, Bella!! Ti conosco da quando sei nata, sei come una figlia per me e Carl!
Non sei mai stata, non sei, e non sarai MAI un disturbo!! >> disse gesticolando furiosamente, i suoi occhi erano accesi dalla sincerità e dalla certezza.
<< Mi fa felice vederti girare per casa, mi riempie di gioia stare con tutte le persone a cui voglio bene, con la mia
famiglia! E tu fai parte della famiglia, ok?! >> continuò, con voce più calma e accorata.
<< si.. e grazie.. >>, mormorai commossa dalle sue parole.

Lei mi abbracciò: << e di che?! >> ora era sorridente, quasi divertita.
<< di ritenermi parte della tua famiglia...>> risposi sinceramente.
<< e l’hai scoperto adesso?! >> mi canzonò Jasper.
<< Oooh, qui ci vuole un bell’abbraccio di gruppo!! >> urlò emmet. Tutti si catapultarono su me e Esme, che non c'eravamo ancora lasciate.
<< VI VOGLIO BENE!!> esclamai, stretta dalle braccia delle persone a cui volevo più bene al mondo.
Sciolto l’abbraccio, Esme si ritirò in cucina per preparare uno dei suoi succulenti banchetti.
<< ragazzi, avete deciso che regalarle? > chiese Carlisle, riferendosi a Esme.
<< no, non ancora- disse Alice- tu cosa hai preparato? >>
<< il compleanno è sabato prossimo, e quella notte, voglio portarla a fare un weekend romantico, solo noi due…>>
<< dove la porti?>> chiese curiosa Rose.
<< nella città più romantica del mondo, la città degli innamorati… >> lasciò la frase in sospeso.
<< a Parigi?! >> urlammo io, Alice e Rose all'unisono, con gli occhi che brillavano per la meraviglia e l'emozione.
<< si, esatto. La porterò in un ristorante, dove ci sarà una bel panorama della tour Eiffel. La sera ci saranno i fuochi artificiali, e finiti essi, ce ne sarà un ultimo con scritto “auguri, Esme. Ti amo.” Mi sono già sentito con gli addetti. >> io e le ragazze emettevamo degli urletti di gioia e felicita. << credete che le piacerà? >> chiese poi.

Ma era pazzo o cosa a chiederlo?
<< ma sei matto? Certo! Siamo sicure al 100 % che le piacerà!! >> esclamò Rose.
<< hai avuto un’idea magnifica!! >> concordai.
<< allora esiste ancora un uomo romantico sulla terra! >> disse Alice, sognante.
<< ah.. probabilmente l’ultimo esemplare…>> dissi sospirando.
<< ehy! >> urlarono in coro i tre ragazzi.
<< quel che è vero, è vero! >> disse Rosalie. Poi noi tre e Carlisle ridemmo per la faccia indignata che fecero Emmett, Edward e Jasper.
<< comunque...- ricominciò Alice- facciamo come sempre: io con Jazz, Rose lo farà con Em e Ed con Bella, okay? Ora, all'opera! Op op!! >> e ognuno filò nelle proprie stanze.

<< cosa potremmo regalarle? >> mi chiese Edward passandosi una mano tra i capelli,che si scompigliarono ulteriormente .
La lucina nella mia testa si illuminò. << idea! >>
<< che ha partorito la tua testolina bacata? sentiamo >> mi canzonò lui.
<< ha. Ha. Che simpatico Ed! Comunque, potremmo comprarle un ciondolo ed incidergli sopra: “ti vogliamo bene mamma, E&B.” e questo è il classico regalo… poi potremmo scriverle una canzone, io e te, e tu potresti fargliela
sentire, che ne dici? >> spiegai.
<< dico che sei un genio! Però... >>
<< però? >>
<< la canzone la canti anche tu... >> disse serio.
<< non penso di esserne in grado… sono passati tre anni da quando abbiamo cantato l’ultima volta insieme… magari sono stonata, e.. >>
<< tu. Canti. Fine della storia.>> era irremovibile.
<< ma Edward, non sono nemmeno brava>> prese dei fogli e si sedette accanto a me. Mi aveva ignorata completamente.
<< un artista canta quello che sente… -disse mentre scriveva delle parole sul foglio- ora tocca a te.>> e mi passò il pezzo di carta su cui aveva scritto con la sua calligrafia ordinata e precisa.
Ero rimasta sorpresa, nel vedere che le frasi che aveva scritto rispecchiavano totalmente ciò che io in quel momento provavo.
Iniziò a suonare delle note sulla sua tastiera. Poi, con la sua voce celestiale, iniziò a cantare ciò che avevamo composto al momento. Mi avvicinò il foglio, senza smettere di suonare. Cominciai a cantare, stando a tempo e cercando di non stonare troppo.
Le parole poi vennero da sé. Cantavamo senza bisogno del testo, cantavamo quello che sentivamo.
Era del tutto naturale, spontaneo. Come la prima volta che avevamo cantato insieme, a 10 anni. Certo, la cosa era un po’ diversa in quel momento.. e anche la canzone. Dopo quella prima volta era diventata un obbligo cantare insieme, per entrambi. Un giorno ci sentirono anche gli altri e si unirono a noi. Avevamo scritto anche un bel motivo.

Ci esibivamo sempre a natale,e magari in altre occasioni importanti, quando eravamo tutti riuniti. Ma da qualche anno, tre precisamente, avevamo smesso.
E in quel momento mi sentivo così bene, mentre cantavo con lui. Esprimevamo i nostri sentimenti con la voce, senza bisogno di prove o di testi. Cantavamo e basta.

POV ALICE
Stavo decidendo con Jasper cosa regalare a mamma, quando sentimmo la tastiera di Edward suonare.
Era qualche anno che non suonava e non componeva più. Anche Jasper, probabilmente pensava la stessa cosa: lo capii dallo sguardo che mi lanciò.
<< Edward... >> sussurrò. Lo presi per mano e uscii dalla mia stanza. Trovammo anche Emmett e Rose sul pianerottolo.
Ci sorridemmo, divertiti.
Silenziosamente ci avvicinammo alla porta socchiusa della camera di Edward. Lui intanto cominciava a cantare. Mi girai a guardare i miei fratelli: erano basiti quanto me.
Certo che ne era passato di tempo! L’ultima volta che avevamo sentito cantare Edward aveva ancora la voce bianca. E già lì era bravo, parecchio anche. Ma ora che era più grande, la sua voce era spettacolare!

Le espressioni dei miei fratelli mi confermarono che non era solo una mia impressione.
Incredibile!

Edward passò il foglio a Bella senza smettere di suonare. Lei prese fiato e cominciò.
Non ci potevo credere: neanche lei scherzava con la voce...
Parevano entrambi quelle di angeli!!
<< caspita… >> bisbigliò Emmett.

Eravamo tutti e quattro incantati da quelle due voci celestiali, le nostre espressioni sicuramente erano le stesse di quelle dei baccalà. Sembravano fatti per cantare insieme.
E i miei fratelli sicuramente erano d’accordo con me. La canzone terminò, e noi eravamo ancora li imbambolati. Non riuscivamo a muoverci, ancora troppo sbalorditi.
<< wow… >> esalammo all’unisono.
<< meno male che non ne eri in grado.. altrimenti, come cantavi Bella? >> la canzonò Edward. Lei in risposta gli fece la linguaccia. Ridemmo tutti: << ragazzi, ma quanto tempo è passato dall’ultima volta che vi abbiamo sentito
cantare? Cioè, prima non eravate così bravi! No no!>> rivelò emmet ancora shoccato.
<< tre lunghi anni, orso…>> disse Edward che poi si girò verso di Bella.
<< allora è deciso!! >> la mia sorellina sbuffò sonoramente per poi borbottare un << eh va bene! >> lui sorrise raggiante e sfacciatamente compiaciuto.

<< ehi, è da tanto che non cantiamo insieme. Che ne dite di rispolverare i nostri vecchi strumenti? >> chiese tutto eccitato il mio Jazz. Emmet rispose con un sorriso a 360 denti mentre Rosalie batté le mani felice.
<< e che aspettiamo? >> dissi entusiasta. Jasper e Emmett corsero a prendere i loro strumenti: il mio amore una stupenda chitarra elettrica, mentre Emmett una magica batteria. L'orso però portò solo il rullante.
<< cinque , sei, sette, otto! >> urlò quest'ultimo.

La canzone era quella che avevamo scritto qualche anno fa. “All for one”. Era il nostro motto.
Mentre cantavamo quella canzone ci mettevamo tutto l’entusiasmo che potevamo. Anche Rose, Emmett e Jazz non ci andavano piano con la voce. Era diventata fantastica a tutti. Chissà, magari anche la mia…
All for one finì. << wooh, ragazzi! Siamo mitici! >> esclamò Emmett.
<< certo che voi prima dicevate tanto di me e Ed... ma non scherzate nemmeno voi! Avete delle voci magnifiche. >> disse Bella, estasiata.
<< non quanto le vostre, però >> sentenziò Rose.
<< ma per piacere... >> disse Bella.
<< non crederci! >> sfidò Jasper.
<< ci credo a metà. Io non sono tanto brava, ma Edward è il massimo! >> ammise.

<< non sminuirti Bella. E non elogiarmi >> l’accusò Edward.
<< dico solo la verità. >> disse lei.
<< smettila.>>
<< smettila tu >>
<< smettere cosa, non ho fatto nulla! >>
<< anche io non ho fatto nulla! >>
<< ma la piantate?! >> urlò Rosalie.
<< ma non abbiamo fatto nulla! >> esclamarono all’unisono Edward e Bella.

<< ragazzi, c’è pronto! >> urlò mamma, dal pianterreno. Scendemmo e andammo in cucina.
<< ho potuto constatare che avete ricominciato a cantare!>> disse papà, allegro.
<< e siete anche molto più bravi, devo dire!>> aggiunse mamma, con aria sognante.
<< già!!>> concordò Emmett, fiero di sé.
<< era tanto che non lo facevate…>> disse papà.

Iniziammo a mangiare le pietanze di mamma. Erano davvero buone .
<< mamma, papà, questo sabato sera posso organizzare una festa? Per favore… >> chiesi facendo gli occhi da
cucciolo, che sapevo essere la mia arma persuasiva per eccellenza: nessuno vi resisteva.
<< Alice, non fare quella faccia tenera, non ce n'è bisogno. Avete il permesso, e non vi disturberemo: quella sera saremo a cena con dei colleghi di papà >> disse mamma. Papà mi sorrise.

<< evvai! >>
******
<< fiuuu, sono strapiena... >> esclamò Bella.
<< già, tra un po’ le parte il bottone dei jeans, talmente ha tanta trippa! >> la prese in giro Edward.

Povero, aveva segnato la sua fine.
<< non sono grassa >> disse Bella cupa.

<< oh, si che lo sei! Guarda che pancetta... >> rincarò la dose mio fratello.
<< beh, io avrò la pancetta, ma non ho le maniglie dell’amore! >> lo stuzzicò Bella.
Lui si incupì. << non ho le maniglie dell’amore >>
<< oh, si, hai ragione… tu hai i portoni dell’amore!! >> tutti risero dell’affermazione di Bella.
Io mi sganasciavo dalle risate. Emmet era perfino caduto dalla sedia per il troppo ridere. La discussione si protrasse per tutta la sera, e fu un vero spasso!
Avevo i crampi dalle troppe risate. Rosalie aveva le lacrime agli occhi, e Jasper si lamentava di non riuscire a chiudere la bocca, perché aveva preso la posizione di quando rideva. I litigi, se cosi si potevano chiamare, di Ed e
Bells erano qualcosa di imperdibile. Comunque, avevo deciso di organizzare una festa, e dato che mamma e papà non c’erano, sarebbe stato ancora meglio.
Di feste non ne organizzavamo tante, ma le facevamo sempre in grande stile.
Inoltre Bella sarebbe potuta rimanere a dormire da noi. Adoravo fare i pigiama-party con le mie sorelline.

E poi con Edward, Emmett, e il mio Jazz era impossibile non divertirsi.
Aiutammo mamma a sparecchiare, poi Bella dovette tornare a casa.
Salutai tutti i miei fratelli e diedi il bacio della buonanotte al mio fidanzato. Dio, se l’era bel!*

Passai davanti alla camera di Edward.
La porta era socchiusa e potevo vedere chiaramente Edward, chino sulla sua tastiera.

Lo conoscevo bene: qualcosa lo tormentava, e voleva sfogarsi con la sua musica. L’aveva sempre fatto. Se stava male esprimeva il suo dolore con le note. Ma da qualche tempo, non scriveva più. Non componeva più... Come se avesse paura di quello che sentiva. Iniziò a suonare, evidentemente non si era accorto di me.

“guardo il cielo, non vedo altro colore,
solo grigio piombo che mi spegne il sole,
l’unica certezza è gli occhi che io di te…
due fotografie tutto ciò che rimane, sul mio letto il vento le fa volare,
la distanza che ci divide fa male anche a me…
se non vai via.. l’amore è qui..
sei un viaggio che non ha né meta ne destinazione,
sei la terra di mezzo,
dove ho lasciato il mio cuore.. cosi.
Sono solo anch’io , come vivi tu.
Cerco come te, l’amore…” *'

Era una canzone d’amore, l’avevo capito.
Ma di chi era innamorato? Chi aveva potuto rubare il cuore a mio fratello?
Quello che non aveva mai preso nemmeno una cotta in vita sua? Chi gli aveva fatto scoprire il sentimento più potente dell’universo? Una persona speciale, supponevo. Ma chi?
Bussai.
Dopo aver origliato per più di tre minuti, bussavo..
Lui mi notò e mi fece entrare. Mi chiusi la porta alle spalle: dovevamo parlare.
Come facevamo
prima: un tempo ci dicevamo tutto. Doveva aprirsi con me: ero la sua sorellina, dopotutto.
<< Edward, dobbiamo parlare. >> esordii. Sospirò. Edward si sedette per terra, davanti alla porta finestra aperta, che mostrava la luna piena, magnifica. Raramente si vedeva cosi chiaramente, qui a Forks. La luce era spenta, per cui l’unica fonte di luminosità era la luna. Mi sedetti vicino a lui: << Edward, so che qualcosa ti turba. Da molto tempo anche. Ce ne siamo accorti tutti... sei visibilmente cambiato. Ma ora ho la conferma che c’è qualcosa che ti fa soffrire, ma che ti rende comunque felice, come non lo eri mai stato. >> mi guardò negli
occhi.
<< mi hai sentito. Stavi ascoltando>>
<< non l’ho fatto proprio apposta, diciamo che è capitato... ma non era nemmeno mia intenzione origliare! >> mi discolpai. << e poi, sai che sono curiosa… e… >> annuì, come un automa. << penso solo che dovresti aprirti con me. Non lo direi a nessuno, lo sai. Non l’ho mai fatto. Per favore, Edward, vorrei capire che ti passa per la testa in questi ultimi tempi… te ne prego >>
Lui sospirò: << è che sono un idiota, Alice. Penso di essermi innamorato della persona più sbagliata, ma più giusta che potessi trovare… nel senso. Io non dovrei provare per lei questo sentimento. Ma credo, ne sono
convinto, che lei sarebbe la persona giusta per me. L’unica persona giusta per me. La mia anima gemella sbagliata, ecco. So anche che non potrò mai amare nessun’altra. E se succedesse, non l’amerei mai come amo lei. E ora che l’ho ammesso a me stesso, mi è ancora più difficile. E sto male ancora di più. Perché io l’amo, e lei non può essere mia. Non potrà mai esserlo.>> era davvero distrutto. Pensavo che solo nei film e nei racconti, la gente stesse così male per amore... eppure, mio fratello mi dimostrava il contrario esatto.
<< E invidio quella persona che potrà stringerla tra le sue braccia... Che potrà consolarla,
accarezzarla, baciarla, sapendo che è sua. Quando avrei voluto che fosse mia... Capisci Alice? Capisci la mia frustrazione, ora che so che non è una cotterella passeggera? >> mi guardò dritto negli occhi. I suoi trasparivano solo amarezza ed angoscia. << Tu sei fortunata, hai Jasper che ti ama più della sua stessa vita... Emmet ha Rosalie... Tutti possono stare con la persona che amano, tranne me. Perché io mi sono innamorato del mio 'frutto proibito'... >>
<< non si può decidere chi amare, Edward. Si ama e basta >>
<< perché questo sentimento è così irrazionale? Perché è capace di farti innamorare del tuo peggior nemico? Perché può farti innamorare di un fratello? Perché ti può far innamorare della propria migliore amica? Tutti dicono che quando si ama si è felici… beh, io non sono felice, io soffro Alice. Per un mio capriccio puramente egoistico, io non voglio soffrire. Sarò masochista di natura, ma questo dolore è peggio della morte… peggio di ogni flagellazione. Per non parlare della gelosia! Sono geloso anche delle amiche che l’abbracciano! Che idiota che sono… >> parole amare, ma profonde, dette da un ragazzo di soli sedici anni. Era davvero sincero il sentimento che provava.
<< non sei un idiota Edward, sei solo follemente innamorato >>
sorrisi dolcemente, benché fossi triste per lui.
<< già… follemente >> e ricambiò il sorriso, anche se tirato.
<< grazie di avermi illuminato, fratellino >>
<< grazie a te per avermi fatto sfogare, e per avermi ascoltato. Ti voglio bene sorellina. >> e mi abbracciò. Io mi strinsi forte a lui. Gli diedi un bacio sulla guancia << ti voglio bene anche io >> e mi rialzai.
'Alt!' La frase che aveva detto Edward… “ perché ti può far innamorare della propria migliore amica?”. Quella frase non l’aveva detto in generale: aveva usato il femminile, mentre negli altri il maschile in senso
generico… Quindi voleva dire che Edward si era innamorato di… << Bella… >> pensai ad alta voce. Lui si irrigidì a solo sentirla nominare.
Mi voltai di scatto e piantai i miei occhi nei suoi. << sei innamorato di Bella. >> era
un’affermazione.
Lui di risposta abbassò lo sguardo. Stava male: << è per quello che stamattina hai reagito così. Cosa è successo a casa di Bella? >> continuai.
<< quando sono arrivato Bella si stava facendo la doccia.. mi sono sdraiato sul suo letto in attesa che uscisse. Stavo giocando con il suo pupazzo e Bella è sbucata in camera. Quando ha visto che avevo spupazzato il suo peluche si è lanciata a peso morto su di me. Al momento non abbiamo collegato… lei era sdraiata sopra di me, i visi a meno di un centimetro l’uno dall’altro… se non fosse entrato Charlie non so cosa avrei fatto… >> disse come se avesse ucciso qualcuno.
<< oh ho, Charlie vi ha visti in quella posizione?! - mi veniva da ridere- Chissà cos’avrà pensato! >>
<< ma non è di quello che mi preoccupo Alice...
Non mi importa cosa può pensare Charlie. È cosa sarebbe successo, se non fosse entrato. La stavo per baciare Alice, stavo per baciare la mia migliore amica, e lo desideravo! Capisci? Se l’avessi baciata, chissà cosa avrebbe pensato! Pensa al nostro rapporto, tutti questi anni insieme… non voglio rovinare tutto. >>
<< che rompicapo>> mormorai. Me ne tornai in camera mia, pensierosa.

  
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