Capitolo II
Chiacchiere tra
fratelli
POV BELLA
Il pomeriggio
dovevo andare a casa Cullen sotto ordine di Esme. Edward mi passò a
prendere,
poi andammo alla enorme villa progettata da Esme. Là, non
facemmo in tempo a suonare il campanello che la dolcissima signora
Cullen aveva
già aperto la porta e mi stava stritolando in un abbraccio soffocante.
<< ciao
Bella, cara!! >> urlò entusiasta.
<< ciao, Esme…>>
<< mamma, ce la uccidi così!! >>
tuonò Emmet .
<< Oh,
scusa cara!>> disse mortificata la mia mamma '2'.
<< sta'
tranquilla
>> la rassicurai. Ma poi l’orso yoghi (Emmett) mi strinse a sé e
mi alzò
da terra.
<< si fa
così mamma!!
>> rise come uno sclerato. Cavolo, mi
stava stritolando!
<<
Emmet!!>>
urlai col poco fiato che mi rimaneva. Rise più forte,
e contagiò tutti i Cullen, anche Carlisle che si era unito alla allegra
combriccola.
<< ehi, guardate che deve
rimanere viva per le prossime 24 ore, o si perderà il primo giorno
di saldi! >> esclamò Alice.
Sbiancai.
<< Emmett,
stritolami, torturami, usami come moccio per i pavimenti... fai quello
che vuoi
ma mettimi nelle condizioni di non poter andare a fare shopping
>>
esclamai rivolgendomi al mio fratello orso. Facevo fatica a pronunciare
il nome
di quell'attività odiosa.
Tutti scoppiarono
a ridere, a
parte Rose e Ali. Edward mi abbracciò da dietro.
<<
Tranquilla, ti
rapisco io. Non potranno torturati>> mi rassicurò.
<< uuuh,
soli soletti!! >>
<<
Emmett!!>>lo
sgridarono Esme e Carlisle.
<< che
c’e?! che ho
detto?! >>chiese 'ingenuamente' Emmy- bear. Tutti scossero la
testa
rassegnati.
<< ma vi
siete accorti
che siamo ancora sulla porta di ingresso? >> chiese la dolce Esme. Lei era
come una seconda mamma, per me. Era
stupenda, così come suo marito Carlisle e i suoi figli- in particolare,
uno dai
capelli bronzei aveva le fattezze angeliche-.
Lei 35 e lui 37
anni. Esme era alta nella media, e
snella: pareva
una ventenne, i suoi anni li portava più che bene.
I capelli color
caramello,
lunghi e mossi, le incorniciavano il viso d’angelo. Gli occhi erano di
un
marrone molto chiaro, quasi ambrati, e facevano trasparire tutto
l'amore che
aveva dentro sé. Era proprio una bellissima donna. Carlisle era
alto,
abbastanza muscoloso, biondo con gli occhi chiari. Un angelo!
Considerato, più
che probabilmente, l’uomo più affascinante di Forks.
Esme era un'
arredatrice d'
interni e ristrutturatrice, mentre Carlisle era primario dell’ospedale
di
Forks.
I Cullen erano
ricchi, ma
davvero tanto! Ma nonostante ciò, non erano le persone montate che si
credevano superiori agli altri, anzi!
Erano caratterizzati da una bontà
d'animo che pochi hanno. Se facevano dei piaceri, non lo facevano mai
per interesse. La signora Cullen
faceva spesso beneficenza, ma non lo
faceva di certo per mettersi in mostra. Io la conoscevo bene, era
gentile e
generosa di per sé.
<< Su tutti
in salotto,
forza!!>> ordinò la donna.<< Bella, ti fermi a cena?
>>
chiese dolcemente, poi.
<< se non è
un
disturbo, volentieri. >> dissi passandomi una mano tra i capelli.
<< oh, per l’amor del Cielo, Bella!! Ti conosco da quando sei
nata, sei
come una figlia per me e Carl!
Non sei mai
stata, non
sei, e non sarai MAI un disturbo!! >> disse gesticolando
furiosamente,
i suoi occhi erano accesi dalla sincerità e dalla certezza.
<< Mi fa felice vederti girare per casa, mi riempie di gioia
stare con tutte
le persone a cui voglio bene, con la mia famiglia! E tu fai parte della
famiglia, ok?! >> continuò, con voce
più calma e accorata.
<< si.. e grazie.. >>, mormorai commossa dalle sue parole.
Lei mi abbracciò:
<< e
di che?! >> ora era sorridente, quasi divertita.
<< di ritenermi parte della tua famiglia...>> risposi
sinceramente.
<< e l’hai scoperto adesso?! >> mi canzonò Jasper.
<< Oooh, qui ci vuole un bell’abbraccio di gruppo!! >> urlò
emmet.
Tutti si catapultarono su me e Esme, che non c'eravamo ancora lasciate.
<< VI VOGLIO BENE!!> esclamai, stretta dalle braccia
delle
persone a cui volevo più bene al mondo.
Sciolto l’abbraccio, Esme si ritirò in cucina per preparare uno dei
suoi
succulenti banchetti.
<< ragazzi, avete deciso che regalarle? > chiese Carlisle,
riferendosi
a Esme.
<< no, non ancora- disse Alice- tu cosa hai preparato? >>
<< il compleanno è sabato prossimo, e quella notte, voglio
portarla a
fare un weekend romantico, solo noi due…>>
<< dove la porti?>> chiese curiosa Rose.
<< nella città più romantica del mondo, la città degli
innamorati…
>> lasciò la frase in sospeso.
<< a Parigi?! >> urlammo io, Alice e Rose all'unisono, con
gli
occhi che brillavano per la meraviglia e l'emozione.
<< si, esatto. La porterò in un ristorante, dove ci sarà una bel
panorama
della tour Eiffel. La sera ci saranno i fuochi artificiali, e finiti
essi, ce
ne sarà un ultimo con scritto “auguri, Esme. Ti amo.” Mi sono
già
sentito con gli addetti. >> io e le ragazze emettevamo degli
urletti di
gioia e felicita. << credete che le piacerà? >> chiese poi.
Ma era pazzo o
cosa a
chiederlo?
<< ma sei matto? Certo! Siamo sicure al 100 % che le piacerà!!
>>
esclamò Rose.
<< hai avuto un’idea magnifica!! >> concordai.
<< allora esiste ancora un uomo romantico sulla terra! >>
disse
Alice, sognante.
<< ah.. probabilmente l’ultimo esemplare…>> dissi
sospirando.
<< ehy! >> urlarono in coro i tre ragazzi.
<< quel che è vero, è vero! >> disse Rosalie. Poi noi tre e
Carlisle ridemmo per la faccia indignata che fecero Emmett, Edward e
Jasper.
<< comunque...- ricominciò Alice- facciamo come sempre: io con
Jazz, Rose
lo farà con
<< cosa
potremmo regalarle?
>> mi chiese Edward passandosi una mano tra i capelli,che si
scompigliarono
ulteriormente .
La lucina nella mia testa si illuminò. << idea! >>
<< che ha partorito la tua testolina bacata? sentiamo >> mi
canzonò
lui.
<< ha. Ha. Che simpatico Ed! Comunque, potremmo comprarle un
ciondolo ed
incidergli sopra: “ti vogliamo bene mamma, E&B.” e questo è
il
classico regalo… poi potremmo scriverle una canzone, io e te, e tu
potresti
fargliela sentire, che ne dici?
>> spiegai.
<< dico che sei un genio! Però... >>
<< però? >>
<< la canzone la canti anche tu... >> disse serio.
<< non penso di esserne in grado… sono passati tre anni da quando
abbiamo
cantato l’ultima volta insieme… magari sono stonata, e.. >>
<< tu. Canti. Fine della storia.>> era irremovibile.
<< ma Edward, non sono nemmeno brava>> prese dei fogli e si
sedette
accanto a me. Mi aveva ignorata completamente.
<< un artista canta quello che sente… -disse mentre scriveva
delle parole
sul foglio- ora tocca a te.>> e mi passò il pezzo di carta su cui
aveva
scritto con la sua calligrafia ordinata e precisa.
Ero rimasta sorpresa, nel vedere che le frasi che aveva scritto
rispecchiavano
totalmente ciò che io in quel momento provavo.
Iniziò a suonare delle note sulla sua tastiera. Poi, con la sua voce
celestiale, iniziò a cantare ciò che avevamo composto al momento. Mi
avvicinò
il foglio, senza smettere di suonare. Cominciai a cantare, stando a
tempo e
cercando di non stonare troppo.
Le parole poi vennero da sé. Cantavamo senza bisogno del testo,
cantavamo
quello che sentivamo.
Era del tutto naturale, spontaneo. Come la prima volta che avevamo
cantato
insieme, a 10 anni. Certo, la cosa era un po’ diversa in quel momento..
e anche
la canzone. Dopo quella prima volta era diventata un obbligo cantare
insieme,
per entrambi. Un giorno ci sentirono anche gli altri e si unirono a
noi.
Avevamo scritto anche un bel motivo.
Ci esibivamo
sempre a natale,e
magari in altre occasioni importanti, quando eravamo tutti riuniti. Ma
da
qualche anno, tre precisamente, avevamo smesso.
E in quel momento mi sentivo così bene, mentre cantavo con lui.
Esprimevamo i
nostri sentimenti con la voce, senza bisogno di prove o di testi.
Cantavamo e
basta.
POV ALICE
Stavo decidendo con Jasper cosa regalare a mamma, quando sentimmo la
tastiera
di Edward suonare.
Era qualche anno che non suonava e non componeva più. Anche Jasper,
probabilmente pensava la stessa cosa: lo capii dallo sguardo che mi
lanciò.
<< Edward... >> sussurrò. Lo presi per mano e uscii dalla
mia
stanza. Trovammo anche Emmett e Rose sul pianerottolo.
Ci sorridemmo, divertiti.
Silenziosamente ci avvicinammo alla porta socchiusa della camera di
Edward. Lui
intanto cominciava a cantare. Mi girai a guardare i miei fratelli:
erano basiti
quanto me.
Certo che ne era passato di tempo! L’ultima volta che avevamo sentito
cantare
Edward aveva ancora la voce bianca. E già lì era bravo, parecchio
anche. Ma ora
che era più grande, la sua voce era spettacolare!
Le espressioni
dei miei
fratelli mi confermarono che non era solo una mia impressione.
Incredibile!
Edward passò il foglio a Bella senza smettere di suonare. Lei prese
fiato e
cominciò.
Non ci potevo credere: neanche lei scherzava con la voce...
Parevano entrambi quelle di angeli!!
<< caspita… >> bisbigliò Emmett.
Eravamo tutti e
quattro
incantati da quelle due voci celestiali, le nostre espressioni
sicuramente
erano le stesse di quelle dei baccalà. Sembravano fatti per cantare
insieme.
E i miei fratelli sicuramente erano d’accordo con me. La canzone
terminò, e noi
eravamo ancora li imbambolati. Non riuscivamo a muoverci, ancora troppo
sbalorditi.
<< wow… >> esalammo all’unisono.
<< meno male che non ne eri in grado.. altrimenti, come
cantavi
Bella? >> la canzonò Edward. Lei in risposta gli fece la
linguaccia.
Ridemmo tutti: << ragazzi, ma quanto tempo è passato dall’ultima
volta
che vi abbiamo sentito cantare? Cioè, prima non
eravate così
bravi! No no!>> rivelò emmet ancora shoccato.
<< tre lunghi anni, orso…>> disse Edward che poi si girò
verso di
Bella.
<< allora è deciso!! >> la mia sorellina sbuffò sonoramente
per poi
borbottare un << eh va bene! >> lui sorrise raggiante e
sfacciatamente compiaciuto.
<< ehi, è
da tanto che
non cantiamo insieme. Che ne dite di rispolverare i nostri vecchi
strumenti?
>> chiese tutto eccitato il mio Jazz. Emmet rispose con un
sorriso a 360
denti mentre Rosalie batté le mani felice.
<< e che aspettiamo? >> dissi entusiasta. Jasper e Emmett
corsero a
prendere i loro strumenti: il mio amore una stupenda chitarra
elettrica, mentre
Emmett una magica batteria. L'orso però portò solo il rullante.
<< cinque , sei, sette, otto! >> urlò quest'ultimo.
La canzone era
quella che avevamo
scritto qualche anno fa. “All for one”. Era il nostro motto.
Mentre cantavamo quella canzone ci mettevamo tutto l’entusiasmo che
potevamo.
Anche Rose, Emmett e Jazz non ci andavano piano con la voce. Era
diventata
fantastica a tutti. Chissà, magari anche la mia…
All for one finì. << wooh, ragazzi! Siamo mitici! >>
esclamò
Emmett.
<< certo che voi prima dicevate tanto di me e Ed... ma non
scherzate
nemmeno voi! Avete delle voci magnifiche. >> disse Bella,
estasiata.
<< non quanto le vostre, però >> sentenziò Rose.
<< ma per piacere... >> disse Bella.
<< non crederci! >> sfidò Jasper.
<< ci credo a metà. Io non sono tanto brava, ma Edward è il
massimo!
>> ammise.
<< non
sminuirti Bella.
E non elogiarmi >> l’accusò Edward.
<< dico solo la verità. >> disse lei.
<< smettila.>>
<< smettila tu >>
<< smettere cosa, non ho fatto nulla! >>
<< anche io non ho fatto nulla! >>
<< ma la piantate?! >> urlò Rosalie.
<< ma non abbiamo fatto nulla! >> esclamarono all’unisono
Edward e
Bella.
<< ragazzi,
c’è pronto!
>> urlò mamma, dal pianterreno. Scendemmo e andammo in cucina.
<< ho potuto constatare che avete ricominciato a cantare!>>
disse
papà, allegro.
<< e siete anche molto più bravi, devo dire!>> aggiunse
mamma, con
aria sognante.
<< già!!>> concordò Emmett, fiero di sé.
<< era tanto che non lo facevate…>> disse papà.
Iniziammo a
mangiare le
pietanze di mamma. Erano davvero buone .
<< mamma, papà, questo sabato sera posso organizzare una festa?
Per
favore… >> chiesi facendo gli occhi da cucciolo, che
sapevo essere la mia arma persuasiva per eccellenza: nessuno vi
resisteva.
<< Alice, non fare quella faccia tenera, non ce n'è bisogno.
Avete il
permesso, e non vi disturberemo: quella sera saremo a cena con dei
colleghi di
papà >> disse mamma. Papà mi sorrise.
<< evvai!
>>
******
<< fiuuu,
sono
strapiena... >> esclamò Bella.
<< già, tra un po’ le parte il bottone dei jeans, talmente ha
tanta
trippa! >> la prese in giro Edward.
Povero, aveva
segnato la
sua fine.
<< non sono grassa >> disse Bella cupa.
<< oh, si
che lo sei!
Guarda che pancetta... >> rincarò la dose mio fratello.
<< beh, io avrò la pancetta, ma non ho le maniglie dell’amore!
>>
lo stuzzicò Bella.
Lui si incupì. << non ho le maniglie dell’amore >>
<< oh, si, hai ragione… tu hai i portoni dell’amore!!
>>
tutti risero dell’affermazione di Bella.
Io mi sganasciavo dalle risate. Emmet era perfino caduto dalla sedia
per il
troppo ridere. La discussione si protrasse per tutta la sera, e fu un
vero
spasso!
Avevo i crampi dalle troppe risate. Rosalie aveva le lacrime agli
occhi, e
Jasper si lamentava di non riuscire a chiudere la bocca, perché aveva
preso la
posizione di quando rideva. I litigi, se cosi si potevano chiamare, di
Ed e Bells erano qualcosa di
imperdibile. Comunque, avevo deciso di
organizzare una festa, e dato che mamma e papà non c’erano, sarebbe
stato
ancora meglio.
Di feste non ne organizzavamo tante, ma le facevamo sempre in grande
stile.
Inoltre Bella sarebbe potuta rimanere a dormire da noi. Adoravo fare i
pigiama-party con le mie sorelline.
E poi con Edward,
Emmett, e
il mio Jazz era impossibile non divertirsi.
Aiutammo mamma a
sparecchiare, poi Bella dovette tornare a casa.
Salutai tutti i miei fratelli e diedi il bacio della buonanotte al mio
fidanzato. Dio, se l’era bel!*
Passai davanti
alla camera di
Edward.
La porta era socchiusa e potevo vedere chiaramente Edward, chino sulla
sua
tastiera.
Lo conoscevo
bene: qualcosa
lo tormentava, e voleva sfogarsi con la sua musica. L’aveva sempre
fatto.
Se stava male esprimeva il suo dolore con le note. Ma da qualche tempo,
non
scriveva più. Non componeva più... Come se avesse paura di quello che
sentiva.
Iniziò a suonare, evidentemente non si era accorto di me.
“guardo il
cielo, non vedo altro colore,
solo grigio
piombo che mi
spegne il sole,
l’unica
certezza è gli
occhi che io di te…
due fotografie
tutto ciò
che rimane, sul mio letto il vento le fa volare,
la distanza
che ci divide
fa male anche a me…
se non vai
via.. l’amore è qui..
sei un viaggio
che non ha
né meta ne destinazione,
sei la terra
di mezzo,
dove ho
lasciato il mio
cuore.. cosi.
Sono solo
anch’io , come
vivi tu.
Cerco come te,
l’amore…” *'
Era una canzone d’amore, l’avevo capito.
Ma di chi era innamorato? Chi aveva potuto rubare il cuore a mio
fratello?
Quello che non aveva mai preso nemmeno una cotta in vita sua?
Chi gli
aveva fatto scoprire il sentimento più potente dell’universo? Una
persona
speciale, supponevo. Ma chi?
Bussai.
Dopo aver origliato per più di tre minuti, bussavo..
Lui mi notò e mi fece entrare. Mi chiusi la porta alle spalle: dovevamo
parlare.
Come facevamo prima: un tempo ci dicevamo
tutto. Doveva
aprirsi con me: ero la sua sorellina, dopotutto.
<< Edward, dobbiamo parlare. >> esordii. Sospirò. Edward si
sedette
per terra, davanti alla porta finestra aperta, che mostrava la luna
piena,
magnifica. Raramente si vedeva cosi chiaramente, qui a Forks. La luce
era
spenta, per cui l’unica fonte di luminosità era la luna. Mi sedetti
vicino a
lui: << Edward, so che qualcosa ti turba. Da molto tempo anche.
Ce ne
siamo accorti tutti... sei visibilmente cambiato. Ma ora ho la conferma
che c’è
qualcosa che ti fa soffrire, ma che ti rende comunque felice, come non
lo eri
mai stato. >> mi guardò negli occhi.
<< mi hai sentito. Stavi ascoltando>>
<< non l’ho fatto proprio apposta, diciamo che è
capitato... ma
non era nemmeno mia intenzione origliare! >> mi discolpai.
<< e
poi, sai che sono curiosa… e… >> annuì, come un automa. <<
penso
solo che dovresti aprirti con me. Non lo direi a nessuno, lo sai. Non
l’ho mai
fatto. Per favore, Edward, vorrei capire che ti passa per la testa in
questi
ultimi tempi… te ne prego >>
Lui sospirò: << è che sono un idiota, Alice. Penso di essermi
innamorato
della persona più sbagliata, ma più giusta che potessi trovare… nel
senso. Io non
dovrei provare per lei questo sentimento. Ma credo, ne sono convinto, che lei sarebbe la
persona giusta per me. L’unica
persona giusta per me. La mia anima gemella sbagliata, ecco. So
anche
che non potrò mai amare nessun’altra. E se succedesse, non l’amerei mai
come
amo lei. E ora che l’ho ammesso a me stesso, mi è ancora più difficile.
E sto
male ancora di più. Perché io l’amo, e lei non può essere mia.
Non potrà
mai esserlo.>> era davvero distrutto. Pensavo che solo nei
film e
nei racconti, la gente stesse così male per amore... eppure, mio
fratello mi
dimostrava il contrario esatto.
<< E invidio quella persona che potrà stringerla tra le sue
braccia...
Che potrà consolarla,
accarezzarla,
baciarla, sapendo che è sua.
Quando avrei voluto che fosse mia... Capisci Alice? Capisci la
mia
frustrazione, ora che so che non è una cotterella passeggera? >>
mi
guardò dritto negli occhi. I suoi trasparivano solo amarezza ed
angoscia.
<< Tu sei fortunata, hai Jasper che ti ama più della sua stessa
vita...
Emmet ha Rosalie... Tutti possono stare con la persona che
amano, tranne
me. Perché io mi sono innamorato del mio 'frutto proibito'...
>>
<< non si può decidere chi amare, Edward. Si ama e basta >>
<< perché questo sentimento è così irrazionale? Perché è
capace di
farti innamorare del tuo peggior nemico? Perché può farti innamorare di
un
fratello? Perché ti può far innamorare della propria migliore amica?
Tutti dicono che quando si ama si è felici… beh, io non sono felice, io
soffro Alice. Per un mio capriccio puramente egoistico, io non
voglio
soffrire. Sarò masochista di natura, ma questo dolore è peggio della
morte…
peggio di ogni flagellazione. Per non parlare della gelosia!
Sono geloso
anche delle amiche che l’abbracciano! Che idiota che sono…
>>
parole amare, ma profonde, dette da un ragazzo di soli sedici anni. Era
davvero
sincero il sentimento che provava.
<< non sei un idiota Edward, sei solo follemente innamorato
>> sorrisi dolcemente, benché
fossi triste per lui.
<< già… follemente >> e ricambiò il sorriso, anche
se
tirato.
<< grazie di avermi illuminato, fratellino >>
<< grazie a te per avermi fatto sfogare, e per avermi ascoltato.
Ti
voglio bene sorellina. >> e mi abbracciò. Io mi strinsi forte a
lui. Gli
diedi un bacio sulla guancia << ti voglio bene anche io >>
e mi
rialzai.
'Alt!' La frase che aveva detto Edward… “ perché ti può far
innamorare della propria migliore amica?”. Quella frase non l’aveva
detto
in generale: aveva usato il femminile, mentre negli altri il maschile
in senso generico… Quindi voleva dire
che Edward si era innamorato di…
<< Bella… >> pensai ad alta voce. Lui si irrigidì a solo
sentirla
nominare.
Mi voltai di scatto e piantai i miei occhi nei suoi. << sei
innamorato di
Bella. >> era
un’affermazione.
Lui di risposta abbassò lo sguardo. Stava male: << è per quello
che
stamattina hai reagito così. Cosa è successo a casa di Bella? >>
continuai.
<< quando sono arrivato Bella si stava facendo la doccia.. mi
sono
sdraiato sul suo letto in attesa che uscisse. Stavo giocando con il suo
pupazzo
e Bella è sbucata in camera. Quando ha visto che avevo spupazzato il
suo
peluche si è lanciata a peso morto su di me. Al momento non abbiamo
collegato…
lei era sdraiata sopra di me, i visi a meno di un centimetro l’uno
dall’altro…
se non fosse entrato Charlie non so cosa avrei fatto… >> disse
come se
avesse ucciso qualcuno.
<< oh ho, Charlie vi ha visti in quella
posizione?! - mi
veniva da ridere- Chissà cos’avrà pensato! >>
<< ma non è di quello che mi preoccupo Alice... Non mi importa cosa può
pensare Charlie. È cosa sarebbe successo,
se non fosse entrato. La stavo per baciare Alice, stavo per
baciare la
mia migliore amica, e lo desideravo! Capisci? Se l’avessi
baciata,
chissà cosa avrebbe pensato! Pensa al nostro rapporto, tutti questi
anni
insieme… non voglio rovinare tutto. >>
<< che rompicapo>> mormorai. Me ne tornai in camera mia,
pensierosa.