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Autore: hEiLig FuR ImMeR    04/01/2010    7 recensioni
**Lo spettacolo che inscenerete sarà: Moulin Rouge!** ** -Nessuno ci tiene a vederti ballare Granger! per non parlare del sentirti cantare! romperesti tutti i vetri di Hogwarts... la Cooman stessa verrebbe sommersa dai cocci delle sue tazze!- -sempre così simpatico Malfoy?- -con te sempre Granger... dovresti esserne onorata...- ** Salve! nuova ff ispirata al film Moulin Rouge, secondo noi uno dei più bei film girati.Hope you like it! Vostre Foxina e Heilig!
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bienvenus au moulin rouge VII

Bienvenus au Moulin Rouge!

 

Capitolo VII

 

Il gelo totale si venne a creare nella sala, tutti in trepidante attesa. Volevano sapere come avrebbero reagito i due “capi” di Grifondoro e Serpeverde, ma alla fine nessuno si stupì delle proteste da parte del principe delle serpi.

Neanche la Grifondoro era particolarmente entusiasta, ma di fronte ad un ordine da parte di quella che era a tutti gli effetti la sua professoressa preferita, non poté fare altro che salire sul palco e spazientita aspettare che il suo compagno si decidesse ad imitarla.

 

“Mi dispiace professoressa, ma non sono ancora riuscito a prepararmi su quella canzone. Non posso cantare oggi!” disse con tutta la sfacciataggine e il sangue freddo tipico dei Malfoy.

“Oh davvero signor Malfoy? Beh allora la imparerà insieme a tutti i nomi dell’archivio del signor Gazza...” la velata minaccia della professoressa di passare ore e ore a riordinare un archivio umido e puzzolente, in compagnia dell’inquietante e insopportabile custode, con tanto di gatta, sembrò risvegliare Draco che sbuffando si avviò verso il palco con riluttanza, dove Hermione lo aspettava con un ghigno di soddisfazione stampato sul viso.

“Ci hai provato Malfoy...” gli sussurrò lei, non tentando neanche di nascondere il tono soddisfatto della sua voce.

“Sta zitta mezzosangue!” ringhiò il biondo, mentre lei continuava a sorridere tranquilla e quanto mai compiaciuta della figura fatta dal Serpeverde.

Dopo un primo momento di ilarità e scompiglio tra le file di compagni presenti per lo spettacolo la professoressa fece un cenno agli alunni sul palco e Hermione fece un respiro profondo concentrandosi sulla canzone che stava per cantare.

“basta!” il richiamo riportò l’intera sala all’ordine “preparatevi!” e con quell’ultimo ordine si diresse verso il grammofono in un angolo dell’aula, facendo partire la musica.

 

Un insistente bussare alla porta, fece bloccare la musica dopo poche note.

I ragazzi videro comparire la testa del professor Vitious, che guardava l’insegnate di trasfigurazione con aria quasi costernata.

“Perdona la mia intrusione Minerva, ma Albus desidera vederti il prima possibile nel suo ufficio!” disse con voce alta e sicura nonostante la sua espressione e soprattutto la sua stazza.

La McGranitt non disse nulla, si limitò ad annuire per poi lanciare un’occhiata di ammonimento ai ragazzi e seguire il collega fuori dalla stanza.

 

“Bene io me ne vado!” il biondo con le mani in tasca si voltò e si diresse tranquillo verso le quinte per scendere dal palco.

“Malfoy! Atten…” ma Hermione non riuscì a finire la frase che il biondino era già sparito.

La ragazza allarmata si avvicinò al punto dove Draco era scomparso e, guardando in basso, lo trovò a tenersi la testa, dolorante.

”Malfoy tutto bene? Ti sei fatto male? Stavo per avvertirti della botola ma non ho fatto in tempo, mi dispiace… fatti aiutare!” dalla voce della riccia traspariva una nota di preoccupazione e anche nei suoi occhi Draco poté leggere un senso d’ansia e d’apprensione. Rimase senza parole per un attimo… la Granger era seriamente preoccupata per lui? Solo Blaise, Pansy e… e sua madre si preoccupavano per lui… che diavolo le prendeva?! Si riscosse dai suoi pensieri e lanciandole un’occhiataccia, le rispose per le rime, ignorando palesemente la gentilezza della Grifondoro.

“Sto bene Granger! E comunque potevi anche avvertirmi! L’hai fatto apposta ammettilo!” disse il biondo tirandosi su, da solo, sedendosi sul palco.

Lo sguardo di Hermione si indurì, diventando freddo e distaccato.

“Io ho provato ad avvertirti Malfoy, ma tu come al solito hai fatto di testa tua, arrogante Serpeverde dei miei stivali!”

La ragazza inviperita, girò i tacchi, raggiungendo il proscenio dove si sedette con le braccia incrociate.

“Si è fatto male?” chiese Blaise avvicinandosi a lei, consapevole che se fosse andato dal biondo ci avrebbe guadagnato solo una rispostaccia.

“No...” rispose funerea “Purtroppo!” aggiunse subito dopo lanciando occhiatacce a destra e a manca. “Il suo regal fondoschiena non ha subito alcuno danno! Come la sua ineguagliabile educazione!” continuò con acidità la riccia.

“Non lo sopporto Blaise! Io mi preoccupo per lui e lui che fa? Mi tratta come una pezza da piedi! Lo odio, quel borioso arrogante, furetto!”

“Granger come sempre sei gentile e simpatica nei miei confronti!” disse il biondo sedendosi accanto alla Grifondoro che lo fulminò con lo sguardo, girandosi verso il moro Serpeverde con il chiaro intento di ignorarlo.

Ma non resistette alla tentazione di togliergli quel fastidioso ghignò dalle labbra e rispose a tono.

“Malfoy io mi comporto di conseguenza alle tue azioni… sei tu che sei sempre maleducato e sgradevole… anche quando ti offro il mio aiuto!”

“Oh aiutarmi, certo! Come potrei accettare il tuo aiuto? Sei una mezzosangue dopotutto…” Draco aveva risposto con tono scherzoso, il più scherzoso possibile mantenendo comunque la sua proverbiale alterigia, ma guardando Hermione negli occhi vide un’ombra scura attraversare i suoi occhi, segno che non aveva colto quella vena, seppur sottile, di ilarità, presente nel suo tono di voce.

In quel momento entrò trafelata la McGranitt, facendolo girare di scatto.

“Su forza! Non perdiamo altro tempo! Voi due sul palco, Come What May!” esclamò indicandoli.

Hermione si alzò imitata subito dopo dal biondo, mentre Blaise lasciava il palco il più silenziosamente e discretamente possibile.

Il biondo, mentre si metteva in posizione, la sentì aggiungere a bassa voce.

“Hai ragione, come potresti accettare l’aiuto di una mezzosangue? E io che mi preoccupo pure!” e con lo sguardo basso la vide raggiungere il centro del palco.

Si accorse solo dopo del tono leggermente dispiaciuto della Grifondoro e probabilmente se ne accorse anche Blaise, dedusse Draco, dallo sguardo minaccioso che gli aveva rivolto.

 

Raggiunse la riccia al centro del palco, sistemandosi proprio davanti a lei, che, notò con stupore Draco, continuava a sfuggire al suo sguardo. Non fece in tempo a dirle nulla che la musica partì.

 

Never knew I could feel like this…

 

‘Ok forse mi dispiace... forse. Però lo faccio sempre… la chiamo in continuazione mezzosangue… perché deve prendersela? E poi perché si preoccupa per me? Chi diavolo gliel’ha chiesto? Ok che mi ha fatto piacere che si sia preoccupata ma… dannazione! Non faccio che prenderla in giro e lei mi aiuta?! Centro che chi la capisce è bravo!’

 

Season may change… winter to sprign,

But I love you...

Till the end of time...

 

‘Mi viene da ridere! Io che canto canzoni d’amore alla Granger!! Veramente buffo, io che non mi sono mi innamorato, io che non conosco neanche il significato della parola amore! Al massimo potrebbe farlo Blaise…’

 

Continuarono a cantare, guardandosi negli occhi, senza in realtà vedersi veramente, persi com’erano, ognuno nei propri pensieri.

Il Serpeverde si accorse che la riccia cantava meccanicamente, quasi priva di emozioni, quando, pochi giorni prima aveva dimostrato di saper esternare bene i suoi sentimenti.

 

‘Bah… certo che la Granger è proprio strana!’

 

˜– s —™

 

 

Due giorni e ancora non riuscita a farsi passare il dispiacere per al rispostaccia di quel Serpeverde inutile!

Ogni qual volta i loro due gruppi si incontravano Hermione cercava di cambiare strada, lasciando perplessi tutti i suoi compagni.

E la situazione non era diversa neanche per il principe di Serpeverde.

I continui sguardi Blaise avevano il potere di farlo spazientire e irritare come non mai, e l’incessante fastidio che sentiva poco sopra la bocca dello stomaco non era d’aiuto.

 

“È solo il tuo senso di colpa che si fa sentire Draco, non stai per morire tranquillo. Basterà chiedere scusa a quella santa donna di Hermione!” diceva il suo presunto migliore amico, facendo arrivare al sua pazienza a livelli esorbitantemente alti.

 

Fino a quel giorno Grifondoro e Serpeverde non avevano avuto lezioni in comune, e l’imminente ora di trasfigurazione stava per vedere le due classi del settimo anno verde-argento e rosso-oro nella stessa stanza.

 

Quando Draco entrò nel regno della McGranitt vi trovò già seduta, al primo banco Hermione, affiancata da Lavanda Brown che imperterrita ciarlava delle cose più futili, nonostante la Granger si dimostrasse disinteressata all’argomento.

 

Fece per mettersi al suo solito posto, all’ultimo banco, vicino alla finestra, quando uno strattone lo costrinse a continuare fino al secondo banco, proprio dietro la riccia Grifondoro.

L’artefice di tutto ciò? Ovviamente Blaise che con finta aria impegnata, rovistava nella sua borsa dei libri, alla ricerca di solo Merlino sa cosa.

Hermione impegnata com’era a ignorare Lavanda e a ripassare la lezione del giorno, non si accorse del biondino che continuava a fissarle la nuca indeciso se sperare che si girasse e si accorgesse di lui, o che la sua presenza passasse inosservata per il resto delle due ore.

Alla fine mandò al diavolo la sua decisione e si concentrò in un ripasso riparatore dell’ultimo minuto.

Preso com’era stato a pensare a quella dannata Mezzosangue, il giorno prima non era riuscito a studiare neanche una riga delle pagine assegnate dalla McGranitt.

 

Quando quest’ultima entrò, la Granger si voltò a salutarla con un sorriso, alzandosi in piedi, come tutti, e nel girarsi si trovò faccia a faccia con un certo biondino di sua conoscenza che con tutta la nonchalance possibile, evitò il suo sguardo, mentre il tarlo che aveva preso la residenza nel suo stomaco, si impegnava ancora di più per dargli fastidio e far sentire al sua presenza.

 

Com’era possibile una situazione del genere? Diamine lui era Draco Malfoy, nessuno poteva alterare il suo stato d’animo senza il suo permesso, e la Granger, ne era sicuro, non lo aveva avuto.

 

 

Due estenuanti ore dopo gli alunni di settimo di Grifondoro e Serpeverde si trascinavano fuori dall’aula di trasfigurazione finalmente liberi di tirare un sospiro di sollievo, dato che le lezioni per quel girono erano finalmente finite.

L’unica che, come al solito, si tratteneva ancora in classe, chiedendo gli ultimi chiarimenti alla professoressa, era Hermione, inconsapevole della lunga attesa che stavano sopportando i suoi amici, e non.

 

Con la scusa di aspettare Blaise, che aspettava Hermione, Draco si trattenne più del dovuto fuori l’aula di trasfigurazione, impaziente di poterle rivolgere la parola, anche solo per insultarla.

Non sapeva spiegarsi il modo in cui stava ragionando in quell’ultimo periodo. Aveva sviluppato una sorta di radar per la Grifondoro che gliela faceva individuare anche in mezzo a tutti gli studenti della scuola. E quando la trovava, cominciava a comportarsi più odiosamente del solito. Se n’era accorto anche lui, da quando aspettava la gente, no non la gente, si corresse mentalmente, da quando aspettava Hermione fuori da un’aula per venti minuti solo per ricordarle quanto lo infastidisse respirare al sua stessa aria?

 

Quando la ragazza uscì lo trovò lì, accanto al suo migliore amico, con un’aria corrucciata, pensierosa, come di chi si sta rendendo conto, per la prima volta, che l’acqua è bagnata.

Cercò di ignorarlo, per quanto si possa ignorare Draco Malfoy, quando lui le rivolse una delle solite battutine, rispondendogli a tono, senza trattenersi più di tanto, raggiungendo a passo svelto Harry e Ron, in compagnia di Michael Corner, lasciandolo con la rispostaccia a metà, per nulla soddisfatto di quello scontro.

 

Blaise la raggiunse e nel farlo gli rivolse uno sguardo pieno di dispiacere, come se lui sapesse cosa lo tormentava, mentre lui non era capace neanche di capire che era tormentato.

Ignorò il suo migliore amico, ignorò la battutina “cattiva”, e tra virgolette perché la Donnola non era mentalmente capace di una battutina tagliente, tantomeno cattiva, e ignorò anche, sebbene con uno sforzo maggiore, il braccio di quel Corner sulle spalle della riccia, per dirigersi a passo svelto verso i suoi dormitori, verso la sua camera di caposcuola, pronto ad insonorizzarlo e sfogare, con qualche Schiantesimo, la rabbia e frustrazione che sentiva dentro. Che poi, perché diavolo sentiva rabbia e frustrazione?!

 

“Hermione finalmente! Perché ci hai messo tanto?” chiese Ron con un tono quanto mai sollevato.

“Non avevo capito un paio di passaggi, e me li sono fatti rispiegare dalla professoressa McGranitt… ma voi? Come mai siete ancora qui?”

“Michael ci doveva parlare e tra una chiacchiera e l’altra siamo ancora qui!” rispose sorridete Harry, dando una pacca sulla spalla al Corvonero.

“Oh scusate non sapevo mi steste aspettando, andiamo dai, che ho fame e il libri pesano più del solito!” esclamò ignorando lo sguardo di fuoco che sentiva sulla schiena, mentre Michael le metteva un braccio sopra le spalle.

 

Che poi… chi diavolo poteva guardarla con così tanta intensità? E poi… perché?

 

 

Arrivati alla torre, i tre Grifondoro fecero accomodare il compagno nella sala comune, buttando malamente in un angolo le borse strapiene di libri.

“Vuoi qualcosa da bere Michael?” chiese gentile Ron mentre prendeva una burrobirra da un piccolo frigorifero, sapientemente incantato per poter funzionare anche all’interno di Hogwarts.

“E quello?” chiese stupito il moro.

“Oh… Fred e George l’hanno portato qui una volta per farsi spiegare da Hermione come funzionasse e ce l’hanno lasciato dato che era troppo piccolo e a loro serviva molto più grande, e la nostra cara Hermione l’ha modificato. Quando la McGranitt viene a controllare che non ci siano alcolici in sala comune basta mettere tutto qui dentro e renderlo invisibile, dato che è un oggetto babbano all’esterno, non reagisce all’Accio della professoressa! Finora non ci ha mai beccati!” spiegò tranquillo Harry, passandogli una bibita fredda al punto giusto.

“Non è geniale?! È stata tutta un’idea di ‘Mione!” esclamò il rosso scompigliandole i capelli e sorridendo.

“È meraviglioso! Me ne procurerò uno per la nostra sala comune, e tu Hermione mi dovrai assolutamente spiegare come hai fatto! Lo voglio anch’io!”

“Certo Michael, ma non so dove troverai un frigorifero! Sai è un oggetto babbano e non so fino a che punto tu…” lasciò la frase in sospeso. Corner era un purosangue, non gli interessavano al superiorità del sangue o roba simile, ma non era neanche un appassionato di babbanologia!

“Tranquilla Hermione, ho le mie fonti, io!” rispose con un sorrisetto misterioso e un occhiolino che la fecero ridere.

“Cosa dovevi dirci Michael?” chiese dopo qualche altra chiacchiera il rosso, ricordandogli il motivo per cui era lì.

“oh già, quasi dimenticavo!” esclamò battendosi una mano sulla fronte “questa sera abbiamo organizzato una festa nella nostra sala comune, abbiamo già preparato tutto, è veramente impossibile che i professori ci scoprano! Abbiamo invitato praticamente tutti! Cioè no, non tutti, possono entrare solo quelli del settimo anno, ma verranno studenti di tutte le case, Serpeverde e tasso rosso comprese!” spiegò emozionato, abbassando al voce vedendo un primino avvicinarsi a loro.

“Come farà tutta quella gente a entrare in una sala comune?” chiese stupito il rosso.

“Mai sottovalutare un Corvonero!” rispose enigmatico Corner sorridendo. “verrete vero”? chiese ancora speranzoso.

“Ma certo Michael, a che ora dobbiamo essere lì?” parlò entusiasta al riccia, stupendolo non poco. Fino all’anno prima, al primo sentore di festa, l’attuale caposcuola correva a riferirlo a chi di dovere, e ora non si preoccupava neanche di protestare un po’?

Cercando di dissimulare la sorpresa per le parole della riccia, spiegò loro il metodo di arrivo che avevano studiato per non destare sospetti, per poi ricevere la conferma della loro presenza.

“Allora ci si vede sta sera!” salutò uscendo dal ritratto della signora grassa che protestava per l’interruzione del suo solito riposino pomeridiano.

 

 

Ricordi il nostro patto? Per domani abbiamo venti centimetri sulla pozione Polisucco! Sto già impazzendo all’idea! T.T

Riva est del Lago Nero, ore 18. Ti aspetto lì!

Harry

 

‘Oh cavolo… e ora che scusa mi invento??? Diamine non posso andare da lui… sono fritta, sa la nostra parola d’ordine quell’idiota di Blaise gliel’ha detta l’altra sera per farlo entrare a bere qualcosa, quindi non ci metterà nulla a venirmi a cercare. Cazzo e adesso? Che faccio?’

 

Questi tranquilli pensieri affollavano la mente di una Serpeverde a caso, quanto mai preoccupata per l’imminente incontro con il salvatore del mondo magico.

“Pansy? Tutto ok? Sei pallida!” esclamò preoccupato Zabini, accovacciandosi davanti a lei per poterla guardare negli occhi.

“No, Blaise non sto per niente bene!!” esclamò con voce acuta, cercando di regolarizzare il respiro.

“Vuoi che ti porti da Madama Chips? Forse è meglio, dai andiamo appoggiati a me se non ce al fai a camminare...” l’espressione sicura del moro la fece preoccupare ancora di più. Se l’avesse portata da madama Chips lei non sarebbe potuta andare da Harry!

“No, no Blaise, tranquillo, è solo un calo di zuccheri improvviso, ora vado nelle cucine e mi faccio dare una cioccolata calda, poi vado a fare pozioni…” spiegò cercando di essere il più convincente possibile.

Conosceva il suo compagno e amico, quando si intestardiva su qualcosa, non c’era verso di smuoverlo.

“Sei sicura?” le chiese dubbioso, scrutando attentamente i suoi occhi e il viso.

“Si Blaise, non ti preoccupare per me, vai all’allenamento!” esclamò sforzandosi di sorridergli, per avvalorare la sua tesi.

Lei stava bene, almeno fisicamente, perché mentalmente… tutto un altro paio di maniche.

Il suo cervello ancora non riusciva a crederci, e il suo cuore era ormai partito per la tangente.

 

Lei, Pansy Parkinson, figlia di uno spietato Mangiamorte, traditrice del suo sangue, e membro dell’ordine della fenice, aveva uno pseudo appuntamento con Harry Potter!!

 

E poco importava che fosse il salvatore del mondo magico, coraggioso e orgoglioso, con tanto di bel fisico, aggiunse il suo lato più materialista, era stata la sua dolcezza e gentilezza ad averla conquistata.

Una delle cose che più aveva temuto, infatti, era stata quella di non essere accettata nell’ordine della fenice, e in effetti molti, anche tra quelli più adulti, soprattutto loro, li avevano tenuti d’occhio per un bel po’ prima di riuscire a fidarsi completamente. Per qualche settimana erano rimasti a Grimmuld Place, senza la possibilità di fare nulla, comunicare con qualcuno, se non sorvegliati, e senza la possibilità di prendere parte alle riunioni e sapere gli ultimi sviluppi sulla guerra, nonostante Silente continuasse ad affermare che su di loro si poteva contare.

E tra i pochi, cha quasi subito avevano creduto al loro voltafaccia, considerandoli solo come vittime di una guerra ingiusta, c’era stato Harry. Forse era stata solo la fiducia sconsiderata verso silente, o forse si era semplicemente fidato di loro e del suo istinto, ma a lei non importava. L’aveva accettata ed aiutata, senza chiederle nulla in cambio, offrendole senza remore la sua amicizia. E questo, per lei, Serpeverde, cresciuta nella freddezza e nell’odio tipica di una famiglia come la sua, contava più di qualsiasi altra cosa.

‘Oddio sono anche in ritardo! Speriamo non se ne vada!’

Arrivò trafelata, in una mano la borsa dei libri, nell’altra un cioccolata calda in equilibrio precario. Davanti a lei il lago, sul quale si specchiava il sole, cominciando al sua lenta e inesorabile discesa verso le profondità della terra, dietro di lei la foresta proibita, mai più inquietante e oscura di quel momento.

Intorno a lei, il nulla più assoluto. E con nulla, intendeva proprio nulla, e a meno di non essere stata tanto mentecatta da sbagliare posto… beh Harry non l’aveva aspettata ed era già andato via.

 

“Pss… Hei Pansy! Muoviti, vieni!!” in un primo momento credette di avere le allucinazioni, ma quando vide al testa di Harry sbucare da nulla si riscosse e si affrettò a raggiungerlo.

“siamo fuori orario. I professori non ci vogliono così vicini alla foresta e al lago dopo le sei… meglio evitare problemi no?” disse allegro sorridendole, facendo raggiungere al cuore della piccola Serpeverde velocità da record.

“certo…” balbettò, arrossendo per la vicinanza alla quale erano costretti dato la scarsa superficie che riusciva a coprire il mantello dell’invisibilità di Harry.

“Non ero mai stato uno di questi… cosi… è veramente una cosa stranissima!” sussurrò, per non farsi sentire, mentre un tasso rosso del secondo o terzo anno, passava lì vicino senza neanche girarsi a guardarli.

“Già, è strano, ma mi ha salvato più volte da incontri ravvicinati con Piton e Gazza, evitandomi un sacco di punizioni!” ribatté sorridente il moro accomodandosi nello stretto spazio, facendo entrare in contatto le loro gambe, sfiorandole la mano senza volerlo.

“Scusa, non volevo!” l’imbarazzo e il silenzio che si vennero a creare furono così densi che si potevano quasi sentire.

“Forse non è stata una grande idea…” aggiunse subito dopo il Grifondoro notando la scomodità della ragazza e il colorito acceso delle sue guance.

“Oh, no! Non fa nulla! È stato veramente carina la tua idea, mi è piaciuta molto, dobbiamo solo fare un paio di modifiche!” esclamò sorridente con un ghigno stampato in faccia.

Prese la bacchetta e con un gesto sicuro e una formula appena sussurrata, ingrandì lo spazio sotto il mantello, senza però scoprirli.

 

“Ma… ma come hai fatto?” chiese stupito Harry, notando che lo spazio a loro disposizione prima, si era almeno triplicato.

Non era grande quanto una stanza, neanche come uno sgabuzzino forse, ma erano comodi, avevano una discreta libertà di movimento e non dovevano tenersi tutti i libri in braccio, con il continuo timore che uscissero dal mantello.

“È lo stesso incantesimo che si applica sulle tende da campeggio, o sulle borse da signora troppo piccole!” spiegò con una scrollata di spalle, riportando alla mente i ricordi di una coppa del mondo di quidditch piena di allegria, in compagnia dei Weasley di Hermione e di Cedric, anche se forse poteva andare a finire meglio.

Si riscosse in fretta dai suoi pensieri, tornando al presente, scacciando, aiutato dai grandi e profondi occhi di Pansy, quei ricordi tristi e dolorosi.

“È geniale!”

 

Continuarono a parlare per un bel po’, cambiando argomento senza curarsi d seguire un filo logico. Ridevano e scherzavano come due vecchi amici, incuranti del presente e del mondo che li aspettava fuori dal mantello.

 

Quando verso le sette, la luce del sole sparì del tutto, lasciandoli praticamente al buio, capirono che era ora di iniziare a studiare, ma neanche il passare veloce del tempo, riusciva a renderli più seri, composti e meno loquaci.

Quando un’ora dopo, sentirono gli otto rintocchi, che annunciavano l’inizio della cena e la chiusura definitiva del portone di Hogwarts capirono che era davvero ora di rientrare.

“Mi ha fatto molto piacere fare i compiti con te Harry” bisbigliò quasi timorosa la ragazza, separandosi di qualche passo, facendo per tornare nei sotterranei, pregando dentro di sé che il Grifondoro la fermasse e le chiedesse di fermarsi ancora un po’ a parlare.

“Anche a me Pansy, mi sono divertito davvero tanto!” sorrise e quelle ultime parole rimasero a mezz’aria per qualche minuto.

‘perché diavolo non riesco a mettere quattro parole in croce e dirle che…

 

“Beh… ora devo proprio andare, la biblioteca chiude tra meno di mezz’ora, non ci tengo a tenermi tutti questi libri in camera. Potrei sembrare una secchiona e rovinare per sempre la mia reputazione!” esclamò la Serpeverde, sospirando di delusione, incamminandosi verso i suoi dormitori per posare la borsa, allontanandosi sempre di più da lui.

“Vuoi che ti aiuto? Se vuoi ti posso accompagnare!” rispose preoccupato lui, ignorando il suo tentativo di smorzare la tensione.

Ammutolita dalla reazione spropositata del Grifondoro, si ritrasse appena, mentre il suo cuore dentro di lei si inteneriva fino all’inverosimile.

‘Oh mio dio, che carino!’ esultò la sua mente, mentre gli occhi iniziavano a brillare.

Lo vide avvicinarsi sempre di più, pronto a prenderle la borsa stracolma di libri, mentre le gambe cominciavano a tremare.

Neanche prima si era sentita così! Cosa diavolo le prendeva?!

Chiuse gli occhi per un istante e quando li riaprì se ne ritrovò un paio verdi smeraldo, incredibilmente vicini, molto più vicini di quanto si era aspettata.

‘Oh mio dio adesso mi bacia!!!’ esclamò la sua mente, collegando quella vicinanza inaspettata ad un desiderio che solo adesso si decideva a venire alla luce.

‘Oh diamine, a pranzo ho mangiato al zuppa di cipolle… magari adesso ho l’alito cattivo!! Oddio adesso che faccio?! Oh mio dio, oh mio dio…’

 

“Vieni dammi qua!” esclamò interrompendo i suoi pensieri al limite della pazzia.

“Cos… cosa?” balbettò sentendo una mano del ragazzo prenderle la tracolla, caricandosi del peso dei libri.

I suoi sogni vennero infranti, e forse le fu risparmiata la tremenda figura dell’alito cattivo, ma la delusione fu talmente tanto che non riuscì a controllarsi.

“Ti ho detto che non importa! Ce la faccio da sola, grazie! Ci vediamo domani a lezione, buonanotte!” esclamò risentita, voltandosi di scatto, e scendendo in tutta fretta le scale, senza curarsi del peso della borsa che la sbilanciava facendola quasi cadere, non fosse stato per l’intervento di un certo moro Serpeverde.

 

“Che ti prede Pan?” chiese inarcando un sopracciglio.

“Nulla! Che diavolo dovrebbe prendermi secondo te, eh? Nulla non mi prende nulla!!” esclamò furibonda, riversando la sua delusione, trasformandola in ira, sul primo malcapitato, che si rivelò essere il povero Zabini.

Rimase sbigottito di fronte alla sua reazione e quando finalmente raggiunse il piano giusto, si sorprese di trovarsi davanti un Harry Potter come pietrificato, che guardava le scale che conducevano ai sotterranei con gli occhi sgranati e la mano ancora protesa.

 

“Che ti prende Harry?” chiese, ripetendo le parole dette pochi secondi prima alla compagna, sperando vivamente in una reazione diversa.

“Nulla… non, non mi prende nulla… solo… no niente. Ci vediamo…” le parole quasi identiche lo lasciarono in preda alla confusione più totale, e mentre si dirigeva in Sala grande dopo la sua rilassante doccia post-allenamenti, non poté non chiedersi che altro doveva succedere quel giorno.

 

‘Perché sono tutti impazziti all’improvviso? Potevano almeno avvisare!!’

 

 

 

Spazio Autrici:

emmm..vediamo ..Heilig è rimasta incinta, Foxina è finita in prigione, ci hanno rapite gli alieni, Lord Voldemort ha fatto irruzione in casa nostra e ha cercato di estorcerci i segreti dell’elisir di lunga vita che Flamel ci aveva confidato, utilizzando la maledizione Cruciatus, il veritaserum,gli schiopodi spara coda..Nagini…emm..i capelli unti di Piton…aAAAAAA non abbiamo nessuna scusa per questo enorme ritardo se non la nostra poca ispirazione, speriamo che possiate perdonarci e che continuiate a seguire la storia. Cercheremo di essere molto più puntuali e rapide ^^ sperando che questo capitolo vi sia piaciuto, vi salutiamo e vi auguriamo anche Buon anno, un po’ in ritardo!

 

 

Kimly: Eh si , la vendetta di Hermione è stata spietata , è la sua parte Serpeverde che è uscita fuori xD comunque speriamo che il capitolo ti piaccia anche se non succede molto, Draco ed Hermione devono ancora capire…ci scusiamo per l’ enorme, gigantesco , stratosferico ritardo e speriamo che ci seguirai ancora =) un bacio

 

Alby4ever: ti chiediamo perdono per l’immenso ritardo, ci vergogniamo immensamente e  ti ringraziamo per i complementi  sperando che continuerai a seguirci , un bacio!

 

Anna96:grazie mille per tutti i bei complimenti^^ ti consigliamo vivamente di vedere Moulin Rouge, è un film bellissimo con una colonna sonora fantastica anche se  è possibile che in quest’anno che non abbiamo aggiornato tu lo abbia visto ma se non lo hai fatto, beh te lo consigliamo! A proposito di questo ci scusiamo per l’enorme ritardo e speriamo che continuerai a seguirci! Un bacio

 

Erigre: Grazie ^^ sei gentilissima, i complimenti ci fanno sempre molto piacere! Ci scusiamo per il grosso ritardo, sperando che ci seguirai ancora! Un bacio

 

Blackgress: ma ciao! Ovviamente per i Malandrini sappiamo benissimo che intendi soprattutto Remus U.U (ti conosco bene mia cara!) speriamo che questo capitolo ti piaccia, scusandoci per l’enorme ritardo.Un bacioooo!

 

Stellabella:siamo felici che le vendette ti siano piaciute ma per un po’ i nostri eroi si daranno una calmata xD devono concentrarsi sulle prove dopotutto ;) ci scusiamo per il ritardo…è davvero grave ma speriamo che continuerai a seguirci, un bacio!

 

Veranatalie:Ciao, ti ringraziamo molto dei consigli , infatti in questo capitolo abbiamo lasciato perdere le vendette e ci siamo concentrate di più sui pensieri di Draco. Anche noi adoriamo quel musical e nei prossimi capitoli inseriremo di certo più prove e faremo più riferimento al musical J speriamo che ci seguirai ancora , nonostante il nostro tremendo ritardo. Un bacio

 

Avril96:grazie mille per i complimenti, speriamo che questo capitolo ti piaccia, abbiamo deciso di concentrarci sui pensieri del bel biondino.ci scusiamo per l’enorme ritardo e speriamo che continuerai a seguirci, un bacio!

 

 

Saluti Foxina&Heilig

  
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