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Autore: Fay    05/01/2010    6 recensioni
"Ron!" "Che vuoi Harry?" "Devi dire qualcosa di esilarante per attirare i lettori, così leggeranno questa fic numerosi!" "EH!?" Harry lo guarda con aria critica "No, non direi che hai centrato il problema. 'Eh' non è neanche lontanamente una cosa interessante da dire." "Ma Harry, cosa dici!?" "...Che puzzi." "Cosa!? Io non puzzo!" "Certo che puzzi Ron! Non senti questo olezzo disgustoso?" DRACO: "Lo sento perfino io dalla Sala Comune. La mia Sala Comune. Quella figa per intenderci" (Draco sorride alle telecamere) AUTRICE: "WAAAARGH!!! Avete sprecato un sacco di righe senza dire niente! Lo sapevo che dovevo noleggiare Hermione per questo genere di cose!" HARRY: "Perchè non ci metti una di quelle massime filosofiche alla Silente?" "Buona idea." SILENTE: "Una bella staccionata fa buon vicinato!" TUTTI: ".............................." AUTRICE: "Tu alla mia fiction non sopravvivi."
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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CAPITOLO 11

LA MORTE NON HA IL NASO

(Dove si ironizza sulla bulimia di Voldemort che, tra l’altro, lancia una nuova moda. )

 

 

 

Harry non aveva mai amato molto le feste. Quando i Dursley andavano a un qualche ricevimento lo spedivano dalla Signora Figg, una vecchia sclerotica che lo trattava come uno dei suoi gatti. L’estate prima Harry aveva scoperto che la maganò era amica di Silente e non se ne stupì affatto: i minchioni girano sempre in gruppo.

 

Una volta diventato una celebrità aveva modificato leggermente la sua opinione: in fondo, le feste erano modi divertenti e socialmente accettati per sbronzarsi.

Proprio allora gli sovvenne che non aveva ancora bevuto alcunché; Harry aveva la spaventosa faccia priva di naso di Voldemort a due centimetri dalla sua e tutto quello che gli riuscì di pensare fu:

 “Adesso mi AvadaKedavrizza. Cazzo. Non ho neanche bevuto la mia ultima Burrobirra.

 

         «Che fortunata coincidenza, Potter.» sorrise malvagio Voldemort «Stavo cercando il cesso e invece trovo te! Non ci ho mancato poi di tanto!»

 

Harry si riscosse: morire va bene, ma essere insultato con quell’aria saccente… mai! «Come ho fatto a cadere nella tua trappola!? Maledetto Preside/Babbo Natale! Lui e i suoi maledetti inviti! Era lui la spia!!!»

 

         «Eh?» il Signore Oscuro spalancò gli occhi, non potendo battere le palpebre poiché privo di esse «Che minchia dici? Ti ho trovato per puro caso.»

 

         «Cosa!? Ma perché il buttafuori t’ha lasciato entrare?»

 

         «Che domande! Perché sono famoso!» ribatté Voldie fiero «E poi sono qui come DJ.»

 

Tra tutte le castronerie che l’autrice ha scritto finora, secondo Harry questa era la più assurda «Ma cosa… Cioè…» faticava addirittura a trovare qualcosa di sensato con cui controbattere: come si può replicare ad una simile idiozia? «…Ma se non hai neanche le orecchie…»

 

         «Scherzi!? Ho uno sviluppatissimo senso del ritmo; c’è stato un periodo in cui mi sono persino dedicato attivamente alla musica, nella mia giovinezza funky! Avevo composto quel famosissimo pezzo rap  Io penso negativo, perché son morto, perché son morto!”»

 

         «Ehi, tu mi avevi detto che non eri mai morto! E io ti credevo! Mi hai mentito!» strillò Harry.

 

         «Ho anche tentato di ucciderti, nel caso ti sia sfuggito. Eppure non te la sei mai presa…» Voldie alzò le spalle sciallo.

 

         «Sì, ma stai tirando un po’ troppo la corda…» lo ammonì Harry agitandogli l’indice davanti al naso (o meglio a quello sgorbio che ne svolge la funzione).

 

         «Se lo dici tu… Comunque, tornando all’argomento principale… Devi morire.» Voldemort estrasse la bacchetta. Harry la fissò preoccupato.

 

         «Non ho diritto ad un ultimo desiderio!?» balbettò sudaticcio.

 

         «No.»

 

         «Ma non funziona così!» protestò il moro «Tu dovresti fare lunghi monologhi che mi permettano di darmela a gambe, mica dire “Ciao, ti ammazzo” e ammazzarmi!»

 

         «A casa mia si chiama coerenza.» dichiarò Lui-sa-chi.

 

         «No, dai aspetta… Ragiona… se mi ammazzi qui ti beccheranno subito!» gli fece notare il maghetto «Passerai il resto dei tuoi giorni ad Azkaban e dovrai dire addio alla musica!»

 

         «Tanto la mia voce faceva accapponare la pelle a tutti.» ribatté Voldie puntandogli la bacchetta in mezzo agli occhi «E poi non mi hanno riconosciuto quando ho partecipato alla Gara di Limbo in perizoma, figurati cosa sarà mai una maledizione sussurrata nel casino della festa…»

 

Aveva ragione, porcabalò. Harry avrebbe dato qualunque cosa per avere la possibilità di mettere in pausa e salvare la partita, ma ovviamente queste cose non succedono all’infuori dei videogiochi.

 

         «Ehi, ma quello è Harry!» gridò una voce familiare. I gemelli Weasley si appropinquarono ai due: «Chi è il suo amico, George?»

 

         «Dev’essere quel modello bulimico di Calvin Klein!» realizzò George.

 

         «Cazzo, amico, cosa hai fatto ai capelli!?» esclamò Fred togliendo il cappuccio a Voldie e passandogli le mani sulla capoccia «Uuuuuhhh guarda fratello: prevedo il futuro nella sfera di cristallo!» ululò il rosso muovendo le mani con aria folle intorno alla testa pelata del Signore Oscuro.

 

         «Bella pettinatura! Se ce l’ha un modello come lui, la voglio anch’io!» e George si evanescette i capelli, rimanendo pelato, cosa che creava uno strano abbinamento con le sue lentiggini.

 

         «Devo prima uccidere Potter! Mettetevi in fila!» ordinò Colui-che-dev’essere-incazzato.

 

         «Fred! George!» Harry si aggrappò alle loro vesti «Avete dietro le vostre invenzioni balenghe!?»

 

         «Non è che ce le scarrozziamo in giro, eh!» borbottò Fred offeso.

 

         «Io sì.» replicò George «Ho dovuto salvarle dall’ira della mamma; le avrebbe distrutte per rabbia se si fosse accorta che in realtà Mario sta ancora da noi!»

 

         «ATTIVALE! ATTIVALE!» squittì Harry scuotendo Fred come un pazzo.

 

         «Waaaaaaaaa!!!! Ma cosa agiti me se ce le ha lui!?»

 

         «Adesso vi crucio tutti.» sentenziò Voldie. E così fece.

 

Lanciò contro il trio una maledizione che Harry schivò frapponendo George come scudo umano; l’incantesimo lo prese in pieno, attivando i fuochi d’artificio taroccati che portava addosso.

Ci fu uno scoppio, e  - tra lapilli e bagliori - George venne trascinato in aria insieme ai Fuochi. Questi però si stavano separando da lui, schizzando in tutte le direzioni e richiamando l’attenzione degli invitati («E’ già mezzanotte!?» «TERRORISTA!!!» «Ai miei tempi i Fuochi d’Artificio erano molto più fighi e non avevano omini pelati attaccati…»).

 

         «NON PENSARE DI CAVARTELA, POTTER!» urlò Riddle «Ci sono due parole che devo ancora dirti! Ed eccole qui…!»

 

         «BUOOOON ANNOOOOOO!!!»

 

Proprio in quel momento scattò l’anno nuovo, e altri fuochi d’artificio partirono contemporaneamente, scontrandosi con quelli rimbalzelli dei gemelli. Il risultato fu una specie di dejà vu dell’esplosione della Tana: il soffitto ad arcate cominciò a crollare e prestò tutti furono nel panico. Bill Gates gettò via Pansy gridando «Ai Bunker! Ai Bunker!*», Ratzy prese la mano di Dio che lo trasportò di nuovo a casa, Krum stava limonando con la Regina Elisabetta e si smaterializzò con lei chissà dove, Hermione fece un Incanto Scudo su di lei e Draco (che la stava strozzando) e corsero insieme verso l’uscita mentre Ron entrava proprio allora.

 

(* E’ noto che Bill Gates si è fatto costruire un paio di Bunker sospettando una guerra atomica, tra le altre cose…)

 

RON: «Che festa movimentata! Cosa mi sono perso?»

 

Nel frattempo, a Voldie era caduto in testa un pezzo di soffitto, cosa che fece passare l’omicidio di Harry in secondo piano. Fred cercava di evitare i tócchi di intonaco e di recuperare il fratello, mentre il Prescelto se ne sbatté altamente e corse verso l’uscita dove Ron stava cercando di fare conversazione con la gente che scappava terrorizzata.

 

         «Oh, Harry, finalmente qualcuno con cui parlare! La gente mi ignora o mi risponde solo con vocali prolungate… Credo di non essere tagliato per la socializzazione…» sospirò Ron demoralizzato.

 

         «Vacca Baldracca, Ron, non vedi che sta crollando tutto!? Perché sei entrato!?»

 

         «Eh, dopo cinque ore sono riuscito a convincere il buttafuori e non volevo aver perso tutto quel tempo per niente!»

 

 Harry lo trascinò fuori dalla traiettoria delle macerie «E come hai fatto a convincerlo?»

 

         «Ho dovuto elencargli tutti i miei conoscenti; alla fine ha deciso che  - visto che avevamo un amico famoso in comune – mi avrebbe lasciato entrare!»

 

Nel frattempo, i fuochi d’artificio normali si erano esauriti, mentre quelli di Fred e George stavano allegramente devastando il PalaMagic.

 

         «E chi sarebbe?» chiese Harry prendendolo per mano e correndo insieme a lui fuori dall’edificio.

 

         «Ron!»

 

Nonostante stessero correndo disperatamente tra la calca di gente e detriti, Harry non poté fare a meno di sgranare gli occhi e voltarsi a fissare l’amico schizofrenico. Poi decise che avrebbe risparmiato il suo ultimo barlume di sanità mentale ignorandolo.

 

         «Non lo vedeva perché era coperto dal distributore» spiegò Ron «Ah, tra l’altro sono riuscito ad estrarre la mia falce d’argento!» sorrise il rosso.

 

         «Immagino che questo significhi che la tua serata non è andata sprecata.» concluse il moro individuando la limousine plenotopica di Arthur parcheggiata più avanti, con Ginny che si sbracciava e sbraitava «Involtini al Philadelphia! Involtini al Philadelphia! Involtini al Philadelphia pieni di polvere e intonaco! Spreeeeecooooo!!!»

 

 

***

 

 

I media diedero ciascuno la propria versione  dell’evento: RSN (Radio Strega Network) sosteneva la tesi dell’incidente pirotecnico, “Fuochi d’artificio di qualità scadente o difettosi” era stato il commento; la Gazzetta del Profeta, dal canto suo, si vantava di avere un testimone preziosissimo, ovvero la stessa Rita Skeeter, che ci diede dentro con un articolo che denunciava l’incompetenza dell’impresa a cui era stato affidato l’appalto del PalaMagic (“Poco calcestruzzo, manodopera clandestina e impalcature come stuzzicadenti!”) e al contempo insinuava il dubbio che il disastro fosse dovuto ad un attentato terroristico (“Ho visto con i miei occhi un kamikaze pelato – forse Voi-sapete-chi in persona! – farsi esplodere legandosi ai razzi”); ma la versione più eclatante era senza dubbio quella de Il Cavillo.

Il padre di Luna aveva raccolto alcune testimonianze stramboidi da individui che Harry non aveva nemmeno visto alla festa; il tutto poteva essere riassunto in una specie di fantascientifico tentativo da parte del neoministro Scrimgeour (tra l’altro, ricordò Harry, nemmeno presente al fatto) di trasfigurare alcuni draghi in stelle cadenti. “Ma qualcosa è andato storto” scriveva il signor Lovegood, e da lì l’articolo diveniva illeggibile (in senso letterale, dato che riportava la testimonianza del buttafuori grugnente che, evidentemente, Xenophilius trovava disdicevole tradurre).

 

Come era prevedibile, la Signora Weasley quasi svenne quando sentì quello che era successo e, imprecando contro i babbani e gli extra-comunitari, decise che nessuno avrebbe più messo il naso fuori dalla porta fino al termine delle vacanze di Natale.

Com’era prevedibile, nessuno le diede retta e per tutti le vacanze proseguirono normalmente.

 

Quando fu il momento di prendere il treno per tornare ad Hogwarts, Molly li obbligò ad indossare delle armature anti-malefici che li rendevano semplicemente ridicoli. Arrivati alla stazione non sopportarono più i risolini e i “Non sapevo che le armature di Hogwarts avessero le ferie natalizie!” e mandarono definitivamente Mamma Weasley affanculo.

Un po’ abbacchiati perché l’autrice non ha descritto affatto le vacanze e se l’è cavata con una bella ellisse, si misero a cercare uno scompartimento libero. Ron e Hermione se ne andarono nella carrozza Prefetti come al solito e Ginny se la squagliò perché sia Dean che Seamus le indicavano ciascuno il proprio scompartimento. Rimasto solo soletto, a Harry non restava che cercare Neville o Luna. Invece cozzò contro una ragazza mora che bestemmiò in cinese perché il Prescelto le aveva pestato un piede.

 

         «Cho!» esclamò Harry guardandola a occhi sbarrati.

 

         «Oh ciao Piccolo Menefreghista. Finalmente ti sei ricordato della mia esistenza, vedo!» sbottò lei guardandolo male.

 

         «Senti, adesso è colpa mia se l’autrice non descrive tutti i personaggi…?»

 

         «E’ così che tratti le ragazze, Harry? Prima le limoni e poi le scarichi, eh? Eh?» la strega gli puntò un indice accusatorio contro il petto.

 

         «Ma no, è che pensavo tu avessi già finito Hogwarts»

 

         «AH!!! Questa è buona! Ora mi dai anche della vecchia! Guarda che io ho solo un anno più di te… Maschilista.» Cho sbuffò con aria snob.

 

         «Ma… Ma… Io non sono un maschilista! A me piacciono le donne!» balbettò Harry.

 

         «Eh certo, come no! Si vede! Infatti ci provi con tutte, no?» incalzò Cho tanto veementemente da sputacchiargli in faccia.

 

         «Ma… Ma… Non è vero! Io non ci ho provato con nessuna!»

 

         «Quindi ci hai provato con tutte!»

 

         «No… Io…» ma Harry iniziava a sentirsi in difficoltà e si pentì di non essere un Prefetto o una libertina. Decise di cambiare tattica: «Io non sono un maschilista! Non tratto le streghe come oggetti e via dicendo… Io ho tante amiche femmine che rispetto…»

 

         «Certo, tipo quella tua Hermione…» Cho sibilò il suo nome come se fosse l’insulto per eccellenza «…che hai preferito a me il giorno di San Valentino!» gli occhi di Cho si riempirono di lacrime.

 

         «No… Non è così! Io avrei voluto…»

 

         «Non parlare mentre ti sto interrompendo! Tu non hai nessun rispetto per le streghe! Per te sono tutte concubine!»

 

         «Senti, come te lo devo dire? Io ho tante amiche che rispetto oltre ad… ehm, lei» si corresse veloce notando lo sguardo della ragazza «…ad esempio Ginny, o Luna!»

 

         «Ah, certo! Ginny Weasley non vede l’ora che tu le manchi di rispetto, mentre Lunatica… beh, quale mago sano di mente la rispetterebbe!?» Cho la indicò con uno scatto: Luna era intenta ad infilarsi Smarties tra le dita dei piedi.

 

         «Ciao Harry» lo salutò pacifica Luna «Se vieni nel mio scompartimento… Ho qualcosa da darti!»

 

         «ARGH!!!» Cho ruggì e schiaffeggiò Harry così forte che lo fece ribaltare nello scompartimento di Luna.

Il poveretto si rialzò barcollando e venne brancato dalla Lovegood: «Tieni Harry! E’ il tuo regalo di Natale! Non ho potuto dartelo prima che partissi perché ero ancora impegnata con il compito del professor Lupin!»

 

         «Professore… Non esageriamo! Diciamo “Tappa-ore-buche”… Dov’è il regalo?» chiese Harry squadrando Luna che era ancora scalza e con le caramelle tra le dita dei piedi.

 

         «Ecco qui!» Luna gli porse il palmo aperto.

 

«Non c’è niente nella tua mano…» disse il ragazzo lentamente «Non è che stai frequentando un po’ troppo i Weasley?» aggiunse preoccupato che forse anche lui stesso li stava frequentando un po’ troppo.

 

«Noooo… Questo è un regalo filosofico! Ti regalo tutto quello che provo per te!»

 

«Cioè …niente

 

«Ma no! Vedi, con questa mano io ho fatto un sacco di cose, per me è preziosissima!»

 

«Ma per me è una bella merda. Non vorrai mica regalarmi la tua mano mutilata!? Già Ron mi sta facendo due coglioni così per via di quei tramezzini in decomposizione sul comodino… figurati un arto!»

 

«Non capisci… E’ il pensiero che questo gesto rappresenta che ti regalo!»

 

«Allora è Lupin che stai frequentando troppo. Devo trovare un modo per porre fine alla sua inutile materia.» sospirò Harry abbassando la mano di Luna con uno schiaffetto.

 

Una volta arrivati ad Hogwarts, Harry si accorse con orrore che la stragrande maggioranza degli studenti sfoggiava una testa completamente rasata: sembravano dei monaci buddhisti o delle vittime del cancro.

 

         «Cos’è successo a tutti!?» chiese Harry preoccupato.

 

         «Ah, stanno solo seguendo la nuova moda lanciata da quel modello bulimico di Calvin Klein!» rispose Luna «Farsi evanescere i capelli è diventato il nuovo must! Io però sono molto più avanti e ho lanciato la moda degli Smarties tra le dita dei piedi. Non trovi che sia molto più estetica?»

 

         «Assolutamente.» mentì Harry.

 

In quel momento sopraggiunsero Ron ed Hermione discutendo animatamente.

 

         «Harry, digli qualcosa! Ron vuole farsi evanescere i capelli, è ammattito!» sbottò Hermy incrociando le braccia.

 

         «E’ di moda! Ma tu cosa ne sai, vecchia come sei…» sibilò Ron guadagnandosi un’occhiata omicida dall’amica «E poi mi aiuterebbe ad emanciparmi da Ron, ci scambiano tutti…»

 

         «Ciao Hermione, hai passato delle belle vacanze in Bulgaria?» chiese Luna.

 

         «Dileguati, fricchettona.» sentenziò la Prefetta marciando verso la professoressa McGranitt che giocava al Lancio della Bacchetta con il Preside (in pratica vince chi lancia la propria bacchetta più lontano) «Professoressa, ho analizzato il POF (Piano dell’Offerta Formativa, nda) della scuola, come da lei richiesto, e sono giunta alla conclusione che se non ci sbarazziamo della materia del professor Lupin, faremo un’immonda figuraccia con gli studenti stranieri.»

 

         «Sentito, Albus?» chiese la vice-preside.

 

         «Se pensi di riuscire a liberarti del succhia-stipendio, fa’ pure Minnie!» replicò acido Silente.

 

HARRY: «Non posso credere che Silente chiami la McGranitt “Minnie”!!!»

 

McGRANITT: «Neanch’io.»

 

         «Parlerò a Remus, vedrai che sarà ragionevole… Lo costringerò a dimenticare Filosofia Magica in cambio di un pasto caldo.» assicurò la prof.

 

         «Già che siamo in vena di cambiamenti, perché non destituisce Neville dal posto di Capitano e lo dà al sottoscritto?» chiese Harry speranzoso.

 

         «Perché puzzi.» e con ciò Minerva se ne andò a cercare Lupin.

 

Quella notte Harry si svegliò di soprassalto e realizzò: «Non era una risposta molto pertinente.» poi cadde sui cuscini e tornò a dormire.

 

 

 

*** FINE CAPITOLO 11 ***

 

 

Rieccomi qui! Spero che abbiate passato delle buone feste, io personalmente non ho fatto nulla di utile… dato che fare baldoria non rientra nella Top Ten delle cose utili :D

Come avrete notato, codesto capitolo è leggermente più corto dei precedenti: ho deciso di fare capitoli più brevi (6 cartelle anziché 10) per postare un po’ più spesso e farmi perdonare il ritardo inflazionante che li accompagna. Però si accettano pareri: se preferite il vecchio metodo, io eseguo. ^^

 

Ma ora passiamo alle recensioni, che scarseggiano sempre più… a volte spero di trovarne una tipo “Questa ff fa letteralmente schifo, puah!” oppure “Hai mai pensato di unirti ai Testimoni di Geova?” (quelli sbucano ovunque), che sarebbero comunque meglio di un feedback inesistente. Però – grazie alla sofisticatissima tecnologia di EFP – riesco a vedere che bene o male la storia è seguita costantemente da un bel po’ di gente (oh gaudio! Gente che non ha di meglio da fare! Il mio pubblico ideale!). Diciamo che sono contenta lo stesso, però voi siete dei lavativi. U.U Sappiatelo e pentitevi.

 

Sarawinky: Spero ti sia piaciuto l’incontro con Voldie, anche se – poveretto – non ce l’ha ancora fatta a farlo fuori. Ma ovviamente rimuginerà un piano, senza contare che c’è una spia di cui nessuno ha ancora svelato l’identità… Chissà! Aspetto il tuo parere su questo capitolo, come sempre!

 

Dirkfelpy89: Felicissima che il capitolo fosse di tuo gradimento ^^ con tutti questi complimenti finirò per montarmi la testa (non ce l’ho ancora abbastanza grande…)! Ma se qualcosa non ti piace o pensi che possa essere migliorato, non farti remore: accolgo ogni commento costruttivo (e distruttivo)! Alla prossima!

 

NinaScottex: Il capitolo scorso mi sono divertita quasi anch’io a scriverlo, sono contenta che ti sia piaciuto! Ogni tanto capita che personaggi famosi (o noti solo a me, purtroppo) entrino a forza nella trama minchiona. Un tocco di realismo, prendiamolo così :D Lasciare la storia in sospeso con la frase di Voldie ha aumentato la suspance, mi auguro che il seguito sia all’altezza! Attendo il tuo verdetto!

 

Nafasa: Waaaaaaaa!!!! Io pensavo che non ti avrei più sentita (alias “letta”): quando ho visto il tuo nome nei commenti mi si è allungato un sorriso da lobo a lobo :D Per fortuna continui a seguire, anche perché nel prossimo capitolo arrivano finalmente gli scambisti! Anche tu ti sei trasferita per uno scambio culturale? Un mio amico ha fatto un anno in Danimarca (non so quanto te ne possa fregare, ma io te lo dico lo stesso perché ormai l’ho scritto), e io invece resto qua nella nebbia padana… Visto che sei in Irlanda (Sacra Patria della Guinness) approfitta di ogni pub che trovi! Io lo farei, hai la mia benedizione! ^^ Al prossimo cap!

 

 

 

La storia prosegue e presto inizierò un sondaggio per sapere chi è la spia secondo voi… Aspetterò il prossimo capitolo, però, che fortunatamente è già sulla buona strada, spero di riuscire a postarlo entro Febbraio… Ah dannati esami…  Un ringraziamento anche a chi legge senza commentare (buzzurri, stavo scherzando prima!) e a chi mi ha inserito tra i preferiti (oh la là!).

 

Godetevi gli ultimi giorni di ferieeeeee!!!

   
 
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