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Autore: dark93    05/01/2010    1 recensioni
un ragazzo...un istinto assassino che prende possesso del suo corpo...riuscirà il ragazzo (ormai non più umano) a controllare il suo potere e usarlo solo per il bene dell'umanità?
Genere: Dark, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non potevo continuare in questo modo, uccidendo persone e facendo vittime a mio piacimento, come se niente fosse, solo perché me lo comandava il mio istinto. Non ero neanche sicuro del fatto che fossi riuscito a controllare l’assassino che era in me: era troppo forte per poterlo fermare e la notte era il suo momento preferito. Avrei potuto riflettere fino al giorno dopo, cercando invano una soluzione, ad un problema che sembrava non averne, ma decisi di mettere fine a quella strage, che io stesso stavo conducendo, fuggendo via dalla città, andando a vivere in un’isola deserta, nella quale non avrei potuto uccidere nessuno. Accompagnato da questi pensieri, decisi di uscire la mattina dopo, per andare a comprare il biglietto d’aereo del mio viaggio senza ritorno nella società umana. Dopo essere entrato in camera mia, mi stesi sul letto, cercando di recuperare qualche ora di sonno, visto che era mattina presto; chiusi gli occhi, immaginando come sarebbe stata la mia vita, lontano da ogni forma di vita umana, sperduto in mezzo al nulla…
Non avevo voglia di svegliarmi, a causa del fatto che sapevo che avrei dovuto lasciare la mia casa, anche se non ci vivevo da molto, ma ormai mi ero particolarmente affezionato. Di malavoglia, mi misi seduto sul materasso e alzandomi dal letto, presi dal mio armadio un paio di valigie belle grandi, in cui avrei messo tutto quello che mi serviva.
Trascorsa una buona mezz’ora ad andare in giro per casa, prendendo e mettendo in valigia gli oggetti e gli effetti personali che mi sarei portato dietro; finiti i preparativi, ebbi il tempo di fare una frugale colazione e di vestirmi per uscire a comprare i biglietti d’aereo per non sapevo ancora dove. Varcata la soglia di casa, inspirai a pieni polmoni l’aria fresca mattutina e, facendomi coraggio, iniziai ad avviarmi verso l’agenzia American Airlines per acquistare il mio biglietto di sola andata. Mentre camminavo tranquillamente, non mi preoccupai del fatto che il mio istinto avrebbe potuto reclamare qualche vittima; infatti, qualche secondo dopo, iniziai a sudare per trattenermi dall’aggredire le persone che mi passavano affianco, senza neanche rendersi conto dello stato in cui ero messo. Quando, infine, non riuscii più a trattenermi e, stavo per puntare l’uomo che stava arrivando verso di me, improvvisamente i miei occhi vennero attratti da altro: una ragazza alta più o meno sul metro e sessanta, con capelli castani che le arrivavano fino alle spalle, con occhi neri e profondi, in cui ero sicuro che se mi ci fossi immerso, mi sarei perso dentro ad essi. Era vestita con un paio di jeans scuri aderenti, una maglietta nera e con delle Nike bianche e nere ai piedi. Però la cosa che mi colpì di lei non saprei dire qual è; dopotutto era una ragazza come tutte le altre, ma lei aveva qualcosa che non riuscii a definire, e che trattenne il mio istinto. La conseguenza fu immediata: mi piegai in due dal dolore e vomitai per terra, attirando l’attenzione delle altre persone ed anche la sua. Una coppia che stava passando accanto a me, si fermò per chiedermi come stavo e così fecero un’altra decina di persone; i miei occhi non si accorsero di altro che fosse la ragazza, che scostandosi i capelli dal viso, abbassandosi al mio fianco, mi domandò: –Come stai? Tutto bene?. La mia risposta fu un altro conato di vomito e lei, prendendomi la testa per mantenermi urlò ai presenti: -Qualcuno chiami un’ambulanza! Veloce!- e proseguì incoraggiandomi: -Va tutto bene, non preoccuparti…- . Arrivato a quel punto, non udii altro, perché a causa della debolezza, tutto si fece sfocato intorno a me ed io caddi dolcemente nel tepore dell’incoscienza.
  
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