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Autore: Leyla Malfoy    06/01/2010    1 recensioni
Un'esercito di mangiamorte...l'ultima guerra...pensieri ed emozioni di combattenti il cui mondo volge al termine
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Flatus Iocundo

Flatus Iocundo


Le pesanti stoffe volavano al freddo vento del nord, come presi da una danza  di spiriti, accompagnavano le inquiete anime delle due frontiere.

I passi regolari, i passi pesanti, i passi tremanti… uno davanti all’altro sarebbero arrivati alla loro tomba.

Verso il sole verso la notte da qual parte li si voglia vedere, avrebbero raggiunto tutti il mezzo, un equilibrio soprannaturale tra notte e giorno.

Il cielo crudele sferzato di rosse nuvole, sembrava anticipare il tempo.

Il vento soffiava  beffardo e giocondo, tra l’una e l’altra dottrina, senza differenza, senza accenno al rispetto.

Cosa ne sarebbe stato delle anime dannate al crepuscolo? Morti per chi? Per se stessi? Per una patria che senza pudore li aveva mandati al sacrificio? Per i figli che comunque avrebbero ripetuto gli stessi errori?

La storia non insegna, la storia è solo testimone degli sbagli, una donna muta al tribunale del tempo.

Dannata a un esistenza al fianco del suo immortale amante: l’egemonia del potere non sarebbe cessata, ne sul quel verde prato  ne sulle lastre d’acciaio del futuro, così come non era cessato tra gli imponenti pilastri dell’epico mondo, e come non era stato soffocata tra le bianche colonne di Roma.

chi il mare chi il deserto, la terra reclamerà chi oserà rompere l’equilibrio tra le forze: ci si potrebbe ingenuamente chieder se il potere è male? Si potrebbe rispondere impetuosamente di no! il potere è l’archè, il potere è il principio che spinse l’uomo a proseguire, cos’è se no il progresso se non una ricerca di nuovi mezzi per raggiungere la suddetta belva: il dominio.

Con lance di fiamme, lungo i fianchi , il destino sulle labbra, proseguono senza ripensamenti senza  indifferenza.

Ecco il limite, ecco il confine, nero e bianco, luce e tenebra, uno di fronte all’altro pronti al giudizio.

Una forza invisibile, una forza astratta sembra spingere  lontano i fronti.

Cavalieri militari, uomini: fatti di carne e tendini: destinati a concimare la terra, leggendarie fazioni, epici ideali destinati a lasciare qualcosa per qualcuno che verrà, destinati a riempire ruvide pergamene di biblioteca,  silenziose e sagge, anime, anime dannate, fatte di pensieri, ricordi  esperienze…destinati a sparire, a esser dimenticati.

Niente fiata niente si muove, solo l’assordante boato dell’ignoto, del destino, dell’infinito.

Un otto rovesciato, una linea continua senza mai poter porre un punto, una chiave, un significato, perché è questo l’infinito? L’imperfetto, l’asimmetrico per eccellenza, l’assenza di un perché, di un inizio e di una fine, di limiti delineati.

Solo il vento sembra ridere degli impauriti pensieri  delle anime condannate, fatuo e dilettevole, , come se già conoscesse  le risposte dell’infinito  e si compiacesse all’ignoranza del concreto.

L’uno di fronte all’altro cosa ci si chiede se non –dove ho sbagliato- -quanto ho sbagliato?-

L’essere bambini, il diventare adulti, una continua trasformazione il divenire, è questo che crea?, il cambiamento smuove, il cambiamento produce… ad un fine ignoto, per uno scopo superiore, forse talmente complesso da esser stato dimenticato… dimenticato da chi? Da quello che fu anticamente chiamato aperion? Può il tutto avere una coscienza capace di dimenticare? Il tutto composto dall’anima di ogni elemento, consiste nella completezza del puzzle… un mosaico ricomposto, ma se il mosaico è ora intero può avere coscienza? O forse essa viene quando mancano gli altri tasselli?

Domande senza risposta, domande senza un perché affollano nei condannati all’alba della vita…

La morte è sguainata, il polemos ha inizio… una voragine si apre, Il “principio” attende  impassibile al tempo, tutto passa, tutto scorre, ogni singolo elemento tornerà alla sua origine.

 

 

 

 

  
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