Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Infinity19    06/01/2010    5 recensioni
Le Lacrime di Drago e di Fenice sono due pietre magiche e preziose, uno smeraldo ed un rubino, nate dall’Amore, limpido e sincero, fra due Anime Gemelle. E la leggenda vuole che esse siano destinate solo a coloro che si amano nello stesso modo, puro e disinteressato, in cui si amarono, in un tempo molto lontano, il Drago e la Fenice. Draco ed Harry se le scambiano il giorno di Natale…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LE LACRIME DI DRAGO E DI FENICE Efp N.A.: Piccola premessa prima che incominciate a leggere: anche se avevo detto due, alla fine ho preferito dividere questa storia in tre parti, nel senso che questo non è l’ultimo capitolo ma ne manca ancora un altro. In questa settimana ci ho lavorato ancora un po’ su e ho allungato e modificato alcune parti, decidendo infine di destinare quella finale ad un capitolo a parte, per non appesantire ulteriormente la lettura e per dedicarle la giusta attenzione. Se nel primo capitolo avete letto tutto dal punto di vista di Harry, in questo secondo invece troverete unicamente i pensieri di Draco. Spero quindi che, quando vedrete la storia conclusa, converrete con me che dividerla ulteriormente, come appunto ho deciso di fare, sia stata una più giusta e miglior scelta.
Vi abbraccio tutti! Infinity19



LE LACRIME DI DRAGO E DI FENICE


Era da due giorni, da quando per la precisione gli studenti di Hogwarts erano tornati a casa per le vacanze, che Draco era di ottimo umore come non gli succedeva da tanto e, anche se nessuno osava parlarne, tutti i suoi amici Serpeverde sapevano che il motivo di tanta gioia, che purtroppo non credevano duratura, era che Potter al contrario era rimasto.
Tutti loro, chi prima, chi dopo, avevano infatti compreso, e dovuto ammettere rassegnati, quale era la vera natura dei sentimenti che Malfoy nutriva per il Grifondoro, supponendo che era stata proprio quella la reale motivazione, per quanto mai espressa verbalmente, che aveva spinto il loro amico a decidere di schierarsi dalla parte di Silente. Probabilmente all’inizio lo stesso Draco aveva cercato di negare a se stesso la verità che lo aveva portato a prendere quella scelta, ma poi, una volta vinta la diffidenza dell’Ordine della Fenice ed avere avuto la possibilità di avvicinarsi e conoscere meglio quello che fino a quel momento aveva creduto la sua nemesi, non aveva più potuto fingere col suo cuore di esserne invece perdutamente innamorato.
Durante le settimane in cui ci si era preparati per l’imminente scontro finale il biondino aveva allora cercato, un passo alla volta, tanta pazienza e lottando addirittura contro la sua stessa indole impulsiva ed egoistica, di recuperare e rimediare per tutti gli sbagli commessi in tutti quegli anni, che li avevano separati sempre più l’uno dall’altro.
E alla fine i suoi sforzi erano stati premiati.
Ci era riuscito: Harry aveva cominciato a fidarsi di lui, a chiedergli consiglio per le questioni più urgenti, a non prendere decisioni se non dopo aver ascoltato la sua opinione, a cercare, per quanto il Serpeverde non pensava lo facesse consapevolmente, continuamente la sua presenza e a confidarsi. Era infatti con lui che aveva passato le ultime ore prima della battaglia ed era a lui solo, non Weasley, non la Granger, né nessun altro dei suoi amici Grifondoro, la persona a cui aveva confessato tutte le sue paure e i suoi timori, chiedendo in cambio conforto. E Draco glielo aveva dato, infondendo in ogni sua parola rassicurante la forza e il calore del suo sconfinato Amore.
E infine Potter aveva vinto: Draco aveva provato allora una gioia davvero assurda, perché il suo cuore, memore dell’intimità condivisa la notte precedente e del legame speciale che credeva essersi creato tra loro, era ora pieno di speranza, convinto che il futuro che li attendeva li avrebbe visti uniti e felici insieme.
Ma ogni sogno, ogni illusione era svanito nell’istante stesso in cui Ginny Weasley, incurante della folla che li guardava, o più probabilmente proprio perché c’erano così tante persone, si era gettata come una piovra addosso al suo Harry, stringendolo forte a sé e tastandolo con frenesia sul viso per assicurarsi che stesse bene, proprio come avrebbe fatto una fidanzata col proprio ragazzo… esattamente come in realtà avrebbe voluto fare Draco.
Il biondino aveva provato allora un dolore soffocante e una gelosia senza pari, a cui si era aggiunta poco dopo una furia accecante, nel momento in cui aveva visto il Grifondoro ricambiare l’abbraccio della ragazza e sorriderle impacciato. Se non aveva lanciato ad entrambi un’Avada Kedavra era solo perché aveva intorno troppi testimoni.
E poi si era ricordato, come se la sofferenza che sentiva non fosse stata già abbastanza, che Potter e la piccola Weasley erano stati per un certo periodo insieme e che si erano lasciati poco prima dell’estate, alcuni dicevano, perché il moretto non voleva mettere a repentaglio la vita della sorella del suo migliore amico se Voldemort lo avesse scoperto. Quindi, adesso che la minaccia principale per la loro relazione era stata eliminata, i due, aveva pensato ghignando amaramente tra sé Draco, potevano ritornare insieme.
Ma vederlo tra le braccia di un’altra, chiunque essa fosse, sapere che lui non sarebbe mai stato solo e per sempre suo, era un’angoscia che la bionda Serpe non avrebbe mai potuto sopportare e la certezza la aveva avuta, ben chiara, quando aveva rincontrato lo sguardo di Harry e aveva osservato quanto dolce era il sorriso che gli stava rivolgendo.
No, davvero non poteva accettare che quei sorrisi e la luce di quegli occhi verde smeraldo fossero destinati a qualcun altro che non fosse lui, eppure non desiderava neanche che Potter fosse infelice.
L’unica soluzione che gli era venuta allora in mente, mentre lasciava inviperito e furente il campo di battaglia, era stata la decisione di sopprimere l’Amore che portava nel cuore e fingere che Harry non esistesse.
Ma per quanto avesse provato con tutte le sue forze, quel sentimento non era mai scomparso né scemato di un pochino, piuttosto giorno dopo giorno era diventato sempre più forte ed esigente, perché incessante lo tormentava lacerandogli il petto col bisogno viscerale di andare a cercare il Grifondoro in ogni dove, per poterlo almeno vedere, e torturandolo ogni notte con sogni sempre più spinti e peccaminosi.
Ed ora la tenue e dolce vocina della Speranza, che se avesse potuto il Serpeverde avrebbe fatto tacere per sempre, gli stava sussurrando seducente e accattivante alle orecchie del cuore, che Potter era rimasto al castello perché c’era lui, e nemmeno la sua parte razionale, che aveva invano cercato di convincerlo che quello era unicamente un pensiero ingannevole ed illusorio, era riuscita a farlo desistere dal desiderare intensamente che fosse invece tutto vero.
Draco però voleva esserne sicuro al cento per cento, leggere negli occhi luminosi e sinceri di Harry che il suo cuore non si stava sbagliando: questo il motivo che lo aveva portato ad andare ad Hogsmeade la mattina della vigilia di Natale, costringendo i suoi amici ad accompagnarlo in tutti i posti in cui immaginava potesse incontrarlo. Solo che sembrava che quel giorno non era proprio destino: ovunque lui andava infatti, il bel Grifondoro o era già stato oppure non era ancora passato.
Questo finché non si decise a raggiungere i Tre Manici di Scopa.
Era ancora abbastanza lontano eppure non ebbe alcun dubbio quando intravide, oltre i vetri opachi di una finestra della locanda, il riflesso di due occhi verdi, che avrebbe riconosciuto tra un milione. Harry era lì e gli stava sorridendo, con un’espressione così raggiante e felice, che il Serpeverde si domandò se per caso non lo avesse confuso con qualcun altro. Non riuscì proprio a non rimanere incantato dal suo sguardo magnetico, in cui gli sembrò di leggere la conferma alla sua speranza, né ad arrossire miseramente di fronte al suo sorriso così carico... d’affetto.
“Alleluia!” Sospirò con fare drammatico Blaise. “Finalmente potremo fermarci per più di cinque minuti, senza esser costretti a seguirti ancora per le vie di questo dannato e gelido paese. La ricerca è finita: abbiamo infine trovato il tuo Harry!” Lo prese in giro, ghignando ferino.
“Ma che diavolo dici? Io non stavo affatto cercando Potter!” Mentì inutilmente il biondo Serpeverde, dato che nessuno dei suoi compagni fece anche solo finta di fare lo sforzo di credergli.
“E poi lui non è il mio Harry!” Sibilò il biondo Serpeverde puntandogli minaccioso la bacchetta contro.
“Beh, ne sei proprio sicuro? Da come ansimi il suo nome la notte, non si direbbe!” Adesso Zabini e i suoi amici, compresa Pansy, risero di vero gusto, mentre il viso di Draco, che maledì quell’unica volta in cui aveva dimenticato di mettere un incantesimo silenziante sul suo letto, divenne di brace.
Poi il suo sguardo ritornò su quello di Harry e ormai determinato a tentare il tutto per tutto, perché stanco di tergiversare e far finta di nulla, decise di accogliere il tacito invito del Grifondoro ad andarsi a sedere accanto a lui. Ma mentre si stava incamminando alla locanda con gli occhi fissi sempre alla finestra, vide comparire, da dietro Harry, Ginny Weasley, e il sangue gli si congelò nelle vene.
Draco fu pervaso da un’ira così funesta, quando vide poi lei abbracciarlo e lui arrossire di conseguenza imbarazzato, che, se i suoi amici non lo avessero bloccato e convinto a desistere, quella volta li avrebbe uccisi sul serio e senza rimpianti.
Ma chi diamine si credeva di essere quel maledetto Potter? Come osava ingannarlo in quel modo? Illuderlo coi suoi sorrisi e i suoi sguardi pieni di menzogne, per poi sferzarlo a sangue con la cruda e amara realtà, che crudele non prevedeva lui al suo fianco ma quella dannata, rossa Weasley! Merlino, quanto odiava il rosso! Pensò la bionda Serpe, mentre furente e col cuore a pezzi, si allontanava, scappava via, dai Tre Manici di Scopa e da un Amore senza speranza.
Senza che se ne rendesse conto comunque, i suoi passi lo portarono all’imboccatura di una stradina che portava nella zona meno raccomandabile di Hogsmeade, in cui, al pari di Nocturne Alley, era possibile trovare parecchi negozi che vendevano manufatti di magia nera, vietati dal Ministero della Magia.
Sul suo viso allora, quando capì dove si trovava, apparve un’espressione ferina e crudele.
“Da qui in poi procederò da solo. Voi tornate al castello, io vi raggiungo più tardi.” Ordinò allora risoluto ai suoi amici, che lo avevano seguito. “Mi sono appena ricordato che c’è una persona a cui non ho ancora comprato un regalo e voglio provvedere immediatamente.” Aggiunse poi ghignando con fare davvero poco rassicurante.
Ma Zabini, che aveva compreso quali fossero le sue intenzioni, lo trattenne per un braccio: “Draco, non commettere idiozie, non per quell’imbecille di Potter almeno. Sai bene che poi te ne pentiresti, perché l’unico che ci rimarrà veramente male alla fine sei solo tu.”
Malfoy assottigliò minaccioso le palpebre e con uno strattone si liberò dalla presa del compagno. “Non ti impicciare di cose che non ti riguardano, Blaise! E non preoccuparti per me. Ti assicuro…” Adesso sussurrò più fievole con voce stanca e occhi bassi. “… che non penso di poter provare un dolore più grande di quello che già sto sentendo adesso.”
“E allora va Draco!” Lo spronò decisa Pansy con sguardo vendicativo. “E fa che il tuo regalo sia qualcosa di davvero raccapricciante e mortalmente spassoso. Fa che quel bastardo rimpianga amaramente di aver preferito quell’insulsa e insignificante Weasley a te. Almeno così quando sentiremo le sue urla straziate da fin sotto i sotterranei, noi al contrario ci faremo un mondo di risate.”
“Sì, capo! Fagliela pagare cara a quello stupido Grifondoro!” Concordò Goyle.
“E se vuoi, dopo che avrà scartato il tuo regalo, noi potremo aggiungercene un altro tutto nostro, fatto di calci e pugni!” Aggiunse minaccioso Tiger.  
“Già perché no! Buona idea Vince!” Affermò divertito Blaise, dando una sonora pacca sulla spalla del massiccio Serpeverde. “Pensaci Draco, piuttosto che comprare un qualche oggetto che potrebbe sbatterti direttamente ad Azkaban, a Potter potresti regalargli direttamente Tiger e Goyle. Scommetto che stareste davvero bene con un bel fiocchettino luccicante tra i capelli.” Disse adesso rivolgendosi direttamente ai suoi due enormi amici, che in cambio arrossirono miseramente, uno per la rabbia, l’altro perché trovava quell’idea alquanto carina.
La battuta comunque riuscì a stemperare un po’ la tensione e Malfoy sorrise grato, confortato nel constatare ancora una volta quanto i suoi amici tenessero a lui, ma poi, dopo un ultimo saluto, si incamminò alla ricerca del dono perfetto per Potter.
Ma, per quanto il suo intento iniziale era stato quello di cercare qualcosa dalle caratteristiche pericolose e possibilmente fatali, ogni qual volta entrava in un negozio, in cui erano esposti veri e propri strumenti di tortura o mortali veleni, il cuore gli si stringeva nel petto e la frustrazione aumentava, perché proprio e davvero, comprese dopo l’ennesimo fallito tentativo di prenderne uno, non riusciva neanche a contemplarla d’idea che Harry soffrisse.
In realtà, dovette infine ammettere con se stesso, il suo impulsivo bisogno di comprargli un regalo non era stato dettato dalla rabbia o dalla vendetta, come aveva provato a convincersi, ma ancora una volta era stato un desiderio nato dal cuore. Draco voleva donare ad Harry qualcosa di prezioso e speciale in cui avrebbe racchiuso tutto il suo Amore, qualcosa che avesse lasciato nella vita del Grifondoro un segno indelebile, in modo che il moretto, per quanto non c’era possibilità alcuna che ne avesse mai scoperto il vero significato, si fosse per sempre ricordato di lui.
Malfoy sospirò sconfortato: era ridotto davvero male se era disposto ad accontentarsi di così poco e a fare pensieri così da… Tassorosso. Pensieri, sciocchi vero, ma di cui Draco però non riusciva a vergognarsi neanche un po’, perché frutti di un Amore davvero intenso e disperato.  
Disperato proprio come il ruggito di dolore che sentì all’improvviso vibrare nell’aria: lamenti così sofferenti e pieni di angoscia che il Serpeverde ne ebbe compassione, perché così simili a quelli che gridava incessante il suo cuore.
Probabilmente doveva essere il pianto di un animale ferito a morte tanto forte era il suo tormento e Draco, impietositosene, decise senza esserne pienamente cosciente di andarlo ad aiutare, quasi che salvando la povera bestia avesse potuto salvare anche se stesso.
Ma quando oltrepassò la porta di un angusto e sporco negozietto, che vendeva oggetti dall’aria antica e sicuramente maledetti, la bionda Serpe non trovò alcun animale, ma la collana più bella e preziosa che i suoi occhi avessero mai visto: anche se poteva sembrare incredibile i gemiti provenivano proprio dal suo pendente a forma di goccia.
“Ma che stregoneria è mai questa?” Domandò stupefatto il giovane, prendendo tra le mani e guardando da vicino il magnifico gioiello e notando che la pietra era sorprendentemente calda e che al suo interno conteneva un liquido. E poi tra sé, osservando la miseria del posto in cui si trovava, si chiese che mai ci facesse una collana di così pregiata fattura in una catapecchia del genere.
“Prego, come posso aiutarla?” Domandò ossequioso il proprietario, un vecchio dall’aspetto logoro e avvizzito e dagli abiti trasandati e consunti, che gli era apparso di soppiatto da dietro le spalle.
Draco si voltò per chiedergli informazioni sulla collana, ma quando l’uomo la vide sembrò parecchio turbato e indispettito. “Per Salazar e tutti i maghi oscuri, ma guarda, guarda chi si rivede! E pensare che credevo proprio che questa stupida collana fosse andata persa!”
Il Serpeverde inarcò sbigottito le sopracciglia, dato che la collana era poggiata su di un sostegno che stava proprio sopra il bancone del negozio, e che quindi era impossibile da non vedere, e che per di più, quando l’aveva alzata, insieme a lei era salito un mare di polvere a testimoniare che stava lì già da parecchio tempo. Probabilmente, si disse, il vecchio doveva essere del tutto svampito.   
“Questa collana porta con sé una maledizione?” Risolse infine di chiedere, avendo già constatato che, per sua fortuna dato che l’aveva toccata senza neanche rifletterci prima, non aveva proprietà mortali.
“Uhm…” L’uomo lo guardò in viso come se fosse la prima volta che lo vedesse. “Quale collana?”
Draco cominciò ad innervosirsi. “Questa!” Disse mettendogliela sotto il naso. Ma l’uomo sbarrò gli occhi prima confusi e poi meravigliati ed esclamò di nuovo: “Oh ma guarda! E io che credevo d’averla persa!” E poi con un sorriso sdentato, incantato nel mirare il gioiello, aggiunse: “Sembra proprio bella vero? Peccato che sia solo una cianfrusaglia! Non vale un soldo: la pietra è indubbiamente un fondo di bottiglia e la catenina è sicuramente falsa.”
Draco mantenne un’espressione indifferente, mentre dentro fremette d’entusiasmo di fronte all’ignoranza di quell’uomo, che non sapeva di possedere un vero e proprio tesoro: la catenina infatti, lavorata indubbiamente dai folletti, era di puro oro bianco, mentre il pendente era un meraviglioso smeraldo. E non c’era la minima possibilità che si stesse sbagliando, perché lui di queste cose se ne intendeva. Beh, pensò, meglio così, quel giorno avrebbe fatto di sicuro un vero affare.
“Le suggerirei di lasciar perdere quella collana, sono sicuro che troverà nel mio negozio qualcos’altro di maggior valore che sarà sicuramente più di suo gusto.” Il vecchio continuò. “La Lacrima di Drago non è degna di appartenere ad una persona così elegante e distinta come lei.”
Il biondo Serpeverde impallidì. “La Lacrima di Drago, ha detto?
L’uomo lo fissò con sguardo vacuo e, quasi come se fosse appena sceso dalle nuvole, rispose: “La Lacrima di Drago? Mmm… se non sbaglio credo di averla avuta una volta, non ricordo bene però. Ma è da tanto che non la trovo più. Sospetto che qualcuno me l’abbia rubata! Anche se non deve averci guadagnato molto, dato che non valeva nemmeno uno zellino.”
Draco fece un profondo respiro, tentando di non perdere definitivamente la pazienza e cruciare l’ottuso vecchio, e percepì attraverso lo smeraldo che il Drago, che aveva capito essere, per qualche strana magia, l’animale che aveva sentito lamentarsi per il dolore, adesso non stava più soffrendo, almeno non disperatamente come prima, ma piuttosto stava sbuffando spazientito, quasi come se, anche lui, non sopportasse più le continue perdite di memoria dell’uomo.
Il giovane mago desiderò allora più che mai di conoscerne il mistero, consapevole che per lui quel segreto era divenuto di vitale importanza. “Per caso ha scritto da qualche parte le caratteristiche e le proprietà magiche di tutti gli oggetti che vende?” Domandò con voce dura e tagliente.
L’anziano annuì e, dopo una breve ricerca, gli porse un vecchio tomo dalla pagine ingiallite. Per fortuna vi era un’informazione anche sulla Lacrima di Drago, ma il Serpeverde notò che la frase, visto il colore diverso dell’inchiostro per ogni sillaba, sembrava essere stata scritta in momenti e tempi diversi: ‘ce… ne… si… di… men… ti… ca… do… po… po… chi… se… con… di.’
Beh, ma se questo spiegava l’atteggiamento smemorato dell’uomo, non dava invece alcun chiarimento sul calore della pietra o sulla voce del Drago. E poi perché lui al contrario, da che l’aveva vista e stretta tra le mani, non se ne era scordato neanche una volta?
“Tutto qui?” Fece allora sempre più agitato e impaziente Malfoy, chiudendo con un sonoro tonfo le pagine del libro. “Sicuro che non sappia nient’altro sulla Lacrima di Drago?” Chiese con voce esasperata.
“Oh, La Lacrima di Drago, dice? Mmm… se non sbaglio, esiste un’antica leggenda legata a quella collana.” Rifletté meditabondo il vecchio proprietario, facendo accendere un barlume di Speranza negli occhi del Serpeverde.
“Ma è solo una sciocca diceria! Si dice infatti, che lo smeraldo sia una lacrima, impregnata d’Amore, versata tanto tempo fa da un Drago innamorato di una Fenice!”
Il cuore di Draco cominciò a pulsargli frenetico nel petto: “… un Drago innamorato di una Fenice?”
Harry!!!
“Ma come le dicevo, sono solo stupidaggini! Come possono infatti, un Drago ed una Fenice stare insieme? È impossibile, giusto?” L’uomo sorrise beffardo affondando, inconsapevolmente, ancora più a fondo la lama di dolore che lacerava l’anima del Serpeverde. “Non lo crede anche lei?”
“Già!” Sussurrò con voce affranta Draco, mentre una piccola lacrima, nascosta alla vista del vecchio, gli solcava il viso e il cuore gli mostrava il volto del suo bellissimo Harry, dagli occhi dello stesso stupendo color verde dello smeraldo della Lacrima di Drago.
Dopo poco comunque entrarono alcuni clienti, avvolti in scuri mantelli, e il proprietario del negozio si dedicò a loro, dimenticandosi completamente di lui. La bionda Serpe ne approfittò per infilarsi la collana al collo e, prima di andarsene, lasciò sul bancone un sacchetto pieno di tutti i galeoni d’oro che aveva portato con sé quel giorno: una somma sicuramente maggiore di quanto l’uomo gli avrebbe chiesto se l’avesse comprata, ma infinitamente più piccola di quanto quel meraviglioso tesoro in realtà valeva.
Poi il giovane si incamminò verso il castello ma, per quanto avesse cominciato di nuovo a nevicare e la temperatura fosse scesa notevolmente, lungo il percorso non sentì per nulla freddo, perché riscaldato dal dolce tepore della pietra e confortato nel cuore dal ruggito, adesso di gioia e di liberazione, del Drago.
Arrivato nei sotterranei, salutò sbrigativamente i suoi compagni e, senza dare alcuna spiegazione, andò a chiudersi direttamente nella sua stanza: qui, dopo aver preso carta e nastro, avanzati da precedenti regali, e un cofanetto di velluto, si sigillò dietro le cortine del suo letto e si sfilò la collana.
Ma prima di riporla e preparare il pacchetto regalo, la strinse forte tra le mani.
“Che sciocco che sei, mio caro Drago! O meglio, che sciocchi che siamo entrambi!” Sorrise amaramente Malfoy. “Già, perché anch’io, proprio come te, sono innamorato di una Fenice! E ora finalmente comprendo la tua sofferenza, perché uguale alla mia. Il nostro è un Amore senza Sper…” Ma un groppo alla gola non lo fece concludere.
“Ascolta…” Aggiunse poi, dopo essersi ripreso. “… adesso ti farò dono ad Harry, la mia personale Fenice, però ti prego sii felice con lui, non mostrargli il tuo tormento e il tuo dolore, ma donagli invece tutto il puro e sconfinato Amore, che hai racchiuso in questa magica pietra, e che io non potrò mai dargli.” Infine, dopo aver posato un bacio sul pendente a forma di goccia, sussurrò con la voce incrinata dal pianto: “Fa pure che anche lui non si dimentichi di te… e di me!”
Il Drago, prima di esser rinchiuso nel cofanetto, emise un ultimo ruggito pieno di conforto e consolazione, che il biondino interpretò come un assenso alla sua preghiera.




N.A.:
Grazie di cuore a tutte le persone che hanno letto questa storia e in special modo a  Aly Black, lumamo64, Lalia, Kayley, GinnyPotter93 e hay_chan, per i vostri meravigliosi e dolci commenti, che tanto ho apprezzato e mi hanno resa felice, e a chi l’ha addirittura aggiunta tra i suoi preferiti:

1 - Dark_angel
2 - diegotiamo
3 - evol
4 - fede72
5 - hay_chan
6 - hikahita
7 - Kiro_Best
8 - LilyChan
9 - marcolp
10 - moon_sara89
11 - Pozzina
12 - sharry
13 - Shiho93
14 - skitty1
15 - Veggie12775
Un bacio ricolmo di gratitudine! Infinity19

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Infinity19