La Masque mortelle: La Maschera mortale
La carrozza
sfrecciò come un fulmine sulla strada pietrosa, senza fermarsi a prestare
soccorso alla povera donna stesa per terra che era finita sfortunatamente sotto
le sue ruote maledette. Le due figlie della donna corsero verso il suo corpo
steso per terra, già irrigidito in una posizione tremendamente innaturale. Si
trovarono di fronte ad uno spettacolo agghiacciante. Il suo viso era livido ed
aveva un lungo taglio sulla gola, in corrispondenza della ruota che l’aveva
colpita e da cui fuoriusciva un copioso fiotto di sangue. Era uno spettacolo
troppo perfido per due bambine di sei anni. La donna, la loro mamma, giaceva
inerte sulle pietre bagnate dal suo stesso sangue, stringendo a sé un altro
corpo, anch’esso privo di vita. Era il piccolo
corpicino straziato del loro fratellino Carlos. Un delicato
bambino di soli tre anni che aveva trovato la morte sotto le ruote della stessa
carrozza che aveva troncato la vita di sua madre.
~•~
« ecco, loro
due sono perfette! » disse Charlotte con una voce che assomigliava al sibilo di
un serpente a sonagli.
« dici che
può funzionare? » le rispose più titubante la gemella Christine.
« certo che
funzionerà! »
Delle due,
Charlotte era sicuramente quella più sicura di sé e più autoritaria. Forse era
anche quella più scaltra e crudele. Non che Christine fosse
da meno. Le due gemelle unite erano davvero una bella coppia. La gente
già si spaventava a vederle per quanto erano uguali. Erano a dir poco
indistinguibili.
« ora! »
esclamò Charlotte balzando fuori da un muretto che le
riparava dalla vista delle due sfortunate vittime. Christine la seguì a ruota e
in un attimo furono addosso alle due giovani amiche che passeggiavano per
strada.
Le due
ragazze, due giovani nobildonne parigine, caddero pesantemente a terra gridando
per lo spavento. Una delle due, quella più bassa e con i lunghi capelli castani
sciolti dietro la schiena, picchiò violentemente la testa sulle pietre del
terreno. Morì sul colpo con il cranio frantumato e i suoi bei capelli biondi si
macchiarono di un rosso scarlatto. Un sorriso crudele si allargò sulle labbra
carnose di Christine.
« mi
raccomando, non macchiarti il bel vestito! » sussurrò gelidamente al pallido
orecchio della donna morta.
« no! Marie! »
urlò la sua amica, stesa per terra sotto il peso del corpo di Charlotte.
« urla quanto
vuoi, tanto non ti sentirà nessuno! » le disse questa ed estrasse un piccolo
pugnale d’argento che teneva stretto in vita. La ragazza, vedendo quella lama
affilata avvicinarsi alla sua gola, si dimenò come un pesce che disperato cerca di salvarsi rientrando in acqua, ma tutto
quell’agitarsi le fu vano. Charlotte affondò il pugnale in corrispondenza del
piccolo cuore pulsante della giovane.
« bene,
procediamo allora. Stai attenta che il vestito non si macchi
col suo sangue! » suggerì Christine, che nel frattempo aveva riacquistato un
po’ di sicurezza.
Le due
gemelle si alzarono da sopra i cadaveri delle loro vittime e guardarono
trionfanti il loro sangue nobile che insozzava l’umile pavimento di Parigi. Si
gustarono con enorme piacere quel loro spettacolo, orgogliose di esserne state
proprio loro le autrici, ma, tornando infine alla realtà, iniziarono
a spogliarle.
« la misura è
perfetta! » cinguettò sorridendo Charlotte e la sorella le diede pienamente
ragione.
Indossarono
quei vestiti splendidamente cuciti e degni di due
principesse. Quello indossato da Charlotte era blu notte e riccamente ricamato
sulla scollatura da perle bianche che riflettevano il verde dei suoi occhi.
« è molto
elegante! Mi piacerebbe, se non avesse così tanti fiocchi! » esclamò,
stropicciando uno dei fiocchi argentati che ornava l’orlo delle maniche larghe.
Il vestito
che indossò Christine, invece, era di un pallido giallo pesca
che contrastava con il castano scuro, quasi nero, dei suoi capelli lunghi e con
un grosso fiore bianco panna sul petto che assomigliava vagamente ad una rosa.
Vestite così sembravano veramente due nobili fanciulle
di un casato importante. Ora non restava altro che compiere l’importante passo
d’infiltrarsi a corte, ma con la loro bellezza non sarebbe
stato difficile.