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Autore: Stupid Lamb    07/01/2010    4 recensioni
"Chi l’ha detto che il pagliaccio innamorato deve per forza essere triste, eh? Perché non può trovare l’anima gemella, una volta ogni tanto? Perché il mio numero deve sempre finire con una batosta fisica e amorosa?"
Edward è un tramp, un pagliaccio romantico, che ogni sera si esibisce al Cullen Circus. Riuscirà a trovare la sua amata? - Rating Verde
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Ridi pagliaccio appartiene a Ruggero Leoncavallo

*Ridi pagliaccio appartiene a Ruggero Leoncavallo.
*Twilight e i suoi personaggi appartengono a Stephenie Meyer.
*Jerome è mio.

 

 

Ridi Pagliaccio

 

Seconda Parte

 

Edward

“Jerome, il pagliaccio innamorato!” La voce del presentatore viene subito coperta dagli applausi del pubblico. Nel corso degli anni, nonostante questo non sia il lavoro dei miei sogni, sono riuscito a guadagnarmi un posto in scena, e in molti tornano a vedere la mia performance, anche a distanza di anni. Alice mi ha sempre lasciato carta bianca in merito al contenuto del numero, e io non ho mai messo in scena qualcosa che l’ha delusa. Perfino il vecchio Carlisle, antico capo del circo, si è sempre compiaciuto per le mie scenette.

 

Già, perché è di questo che si tratta… scenette.

Mi applico, ci metto tutto me stesso, ma io non creo nulla, se non una breve e passeggera risata.

Scenette, appunto.

Come quella che sto per mettere in essere adesso.

 

Ogni sera, scelgo fra il pubblico colei che sarà per qualche minuto la jeune fille amata da Jerome. Cerco di mantenermi sempre al di sotto dei trent’anni, onde evitare di far cadere la scelta su una donna sposata. Sarebbe disdicevole, e il pubblico non riderebbe, poiché non si immedesimerebbe.

 

Scelgo una jeune fille fra il pubblico, possibilmente carina – perché al pubblico piacciono le storie d’amore in cui i personaggi sono di bell’aspetto, e procedo a corteggiarla, dando vita a siparietti divertenti in cui mi rendo ridicolo, inciampo, cado a terra fino a che qualcuno (Emmett) viene a portarmi via come un sacco di patate.

 

Povero Jerome, pagliaccio romantico… neppure questa sera è riuscito a far trionfare l’amore!

Ci riuscirà forse domani? Tornate al Cullen Circus per scoprirlo!

 

Il presentatore recita, il pubblico ride e paga, e tutti sono contenti.

Tutti, tranne me.

 

Entro in scena con fare buffo e malinconico, come ogni sera.

Il suono registrato di un’armonica mi accompagna. Dovrebbe ricordare le strade ed il clima di Parigi, città da cui Jerome è partito alla ricerca del suo amore.

 

I bambini mi guardano con attenzione, mangiando i popcorn tenuti in mano dai genitori.

Una jeune fille, Edward. Cerca una jeune fille.

 

Le prime file sono gremite di bambini e genitori, per cui mi tocca frugare nelle file dietro. Ovviamente scruto il pubblico con apparente noncuranza, facendo smorfie buffe che richiamano sorrisi e qualche complimento vocale.

 

Lo detesto, ma sono bravo nel mio lavoro.

 

Su una delle panche di legno, in alto, noto due giovani ragazze. Avranno sì e no venticinque anni… come me. Osservo i loro occhi con attenzione, per cercare di capire se – nel caso in cui dovessi chiamarle – staranno o meno al gioco.

In genere il pubblico ama partecipare al circo, ma è importante saper scegliere il proprio assistente, la propria spalla momentanea.

 

Gli occhi delle due ragazze mi dicono che sono annoiate. Sorrido loro, e mando un bacio con la mano coperta da un guanto colorato. Una delle due si copre gli occhi.

Perfetto, ha paura dei clown… scartata.

 

In dieci anni ho imparato a riconoscere la gente al primo colpo.

Percorro il cerchio dell’arena accompagnato dalla musica, e gioco con le palline gommose, con dei fiori finti, con la bombetta. L’ammaccatura di ieri è ormai invisibile… non che uno spettatore si soffermi su di essa, ma a me piace dare il meglio, sempre e comunque.

 

Individuo altre ragazze, sedute stavolta in seconda fila, proprio accanto all’apertura da cui sono entrato in scena.

Sono tutte e tre giovani, intorno ai vent’anni. Hanno i capelli castani. Una, quella che mi sorride, ha gli occhi azzurri.

Mando anche a lei un bacio, e stavolta la ragazza reagisce positivamente.

 

Ai pagliacci è vietato parlare. Noi ci esprimiamo col viso, con i gesti, con l’inclinazione della testa.

Mi avvicino allora alle tre, camminando con le mani dietro la schiena, con fare timido.

Una delle ragazze, con gli occhiali, dà una gomitata a quella centrale, e bisbiglia qualcosa al suo orecchio.

Una volta davanti a loro, aiutato dall’incoraggiamento del pubblico che applaude, allungo la mano verso di lei, verso la ragazza con gli occhi azzurri.

Sorride con fare civettuolo, e si alza come una scheggia, lanciando la borsa fra le mani dell’altra ragazza, quella senza occhiali. La poveretta sembra caduta da una nuvola, e sembra quasi infastidita dal gesto della sua amica.

Le sorrido, e lei mi sorride, ma abbassa subito gli occhi sulle mani. Si fa indietro per consentire alla mia nuova jeune fille di passare, e mano nella mano con lei trotterello verso il centro dell’arena.

 

Jerome è felice! Ha trovato una nuova amata! Riuscirà a conquistarla?

 

“Sono Jessica!” bisbiglia la ragazza, quando l’armonica registrata smette di suonare.

Jessica. Nome piacevole.

 

La musica riprende – stavolta con tono scherzoso, ma ugualmente romantico – e io do il via al mio repertorio. Fiori che mi esplodono in faccia, regali che in realtà nascondono piccole trappole ad acqua che bagnano il sottoscritto (mai ridicolizzare lo spettatore. Il pagliaccio? Il pagliaccio è nato per essere ridicolizzato), capriole provate e riprovate con Jasper, prove di danza che si concludono con me steso a terra.

 

Il pubblico ride, Jessica si diverte e si sente importante.

Sono i suoi occhi a dirmelo, così come gli occhi di una bambina in prima fila mi dicono che si sta annoiando, così come gli occhi di un anziano mi fanno capire che lui invece sta vivendo dei minuti felici.

 

I secondi passano, e mi dico che è giunto il momento di terminare il numero.

Continuando a ballare con Jessica, riesco a condurla nei pressi delle sue amiche, in modo da consentirle di riprendere il suo posto quando Jerome cadrà a terra stecchito e qualcuno correrà a prenderlo.

 

Come ogni sera, è tutto collaudato.

Giravolta, inciampo, testa su qualcosa, a terra stecchito.

 

Lo faccio anche stasera, e come ieri sera, la bombetta simile a quella di Charlot vola via, fra il pubblico.

 

Maledizione.

 

Oh, no! Il povero Jerome non è riuscito a far trionfare l’amore!

 

Emmett entra a raccogliermi da terra, e io fingo di essere privo di forze, come ogni sera. Jessica sghignazza e torna al suo posto, e con un occhio mezzo aperto noto che la sua amica, quella priva di occhiali, si china a terra.

 

Ci riuscirà forse domani? Tornate al Cullen Circus per scoprirlo!

 

La voce del presentatore si unisce all’orchestra e agli applausi, ma non mi impedisce di sentire un’altra voce.

“Il tuo cappello!” grida qualcuno, e di scatto afferro i pantaloni di Emmett, per costringerlo a fermarsi. Penzolo sulla sua spalla, e grazie alla parrucca che mi copre gli occhi posso permettermi di sbirciare.

 

E’ l’amica di Jessica. Ha fra le mani la mia bombetta. La sventola verso di me.

 

“Torna indietro,” dico a Emmett, che già ieri sera è stato costretto a fare la stessa cosa.

 

Jerome è ferito, per cui non posso alzarmi  per ringraziarla, ma Emmett mi solleva facilmente come se fossi un sacco di patate. Fingo di essere molliccio, e il pubblico ride per il piccolo fuori programma.

 

Povero Jerome! Che magra consolazione!

 

“Tieni…” mormora la ragazza, con le guance in fiamme.

Si avvicina per appoggiare la bombetta sulla parrucca, e il suo profumo mi colpisce in pieno viso, mandandomi al tappeto per davvero. “Sei stato bravo,” aggiunge con un sorriso.

 

Emmett la ringrazia e mi porta via; io la osservo.

Sento uno strano battito nel cuore, prima di sparire dietro la tenda gialla.

 

---

 

Sì, la ragazza che gli restituisce la bombetta è Bella.

 

   
 
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