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Autore: _Aeris_    08/01/2010    0 recensioni
Silenzio... Silenzio... Silenzio... Ciò che ho sempre cercato quando le tenebre avvolgevano il mio cuore... Salvami tu... Ti prego... Prendi la mia mano... E non lasciarmi più qui... La fine... E' vicina...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
"Sorridi... Fallo per me bambolina di cristallo..."


Speravo che un giorno avresti aperto gli occhi...
Ma da sola non ce l'hai fatta...
Ora starò con te e ti aiuterò...
A vivere ancora...



Era un periodo di calma piatta, dopo l'inizio della scuola si era ritrovata coinvolta nella solita routine. Tra compiti, studio e le varie faccende domestiche che padre e fratello le lasciavano era impegnata ogni giorno a fare qualcosa. Era passata qualche settimana da quando aveva avuto quel sogno e si era ritrovata la piuma nera sul letto. Col passare di tutto quel tempo aveva iniziato a pensare che fossero soltanto fantasie che si era fatta e alla fine aveva rinunciato a capire da dove venisse quella piuma nera. Anche se aveva rinunciato a svelare il mistero, portava sempre con se quella piuma, che alla fine era diventata come un monile per lei.
Ogni giorno era uguale all'altro, ma questo dopotutto le andava bene, finalmente per la prima volta nella vita passava un periodo privo di sofferenza e dolore.
Era una notte come tante, non riusciva a chiudere occhio. Fissava il soffitto ricoperto da stelle fosforescenti, con la coperta tirata fin sopra il naso. Aveva cominciato a fare molto freddo, ormai era inverno, e una come lei che veniva dalla città e che il freddo non lo sopportava, passava le giornate seduta davanti la stufa a fissare il fuoco, lo trovava rilassante. Quella notte, come tante altre d'altronde, si era ritrovata sotto cinque strati di coperte a fissare quei piccoli punti fosforescenti sul soffitto. Pensava a molte cose, dal momento che non parlava più si era ritrovata  parlare con se stessa e a fare lunghi monologhi con la sua alter ego nascosta dentro di lei. Parlavano di moltissime cose, le raccontava tutto ciò che avrebbe raccontato a degli amici.
Quella sera, a distanza di qualche settimana da quando aveva fatto quel sogno, si era ritrovata a pensare a ciò che aveva sognato e a chiedersi ancora una volta se fosse veramente soltanto un sogno.
Rimase nel letto per qualche ora ferma immobile, pensava continuamente al sogno, fino a quando sfinita dalla stanchezza e dal sonno, aveva chiuso finalmente gli occhi. Prima di addormentarsi però aveva pregato dentro di sé una cosa, aveva desiderato ardentemente di poter rivivere quel sogno. E così fu...

"Che ci fai qui bambolina? Perché sei tornata?" Era quella voce, così calda e vellutata. Quella voce che lei ricordava benissimo e che tutte le volte che scoppiava a piangere a dirotto in preda ad una crisi, le parlava, le diceva che doveva ricominciare a vivere, era quella voce che lei aveva cominciato ad amare. Nascondeva quel sentimento dentro di lei, forse era soltanto amore, non lo sapeva, era soltanto sicura di provare un sentimento doloroso e al tempo stesso bellissimo. Quella voce le era stata molto cara, l'aveva fatta rialzare quando cadeva a terra e in ginocchio scoppiava a piangere, quel pianto privo di lacrime che la tormentava e che raccoglieva una miriade di sentimenti che la facevano cedere sotto frustate di dolore, frustrazione e sensi di colpa. Quella voce ogni volta che cedeva, le ricordava che doveva continuare a vivere.
Era davanti a lei, lo vedeva, o almeno vedeva la sua sagoma. Erano di nuovo sul grattacielo, dietro di lui si stagliava una luna immensa. Rimase incantata. Era bellissimo. Un angelo, si trovava in piedi davanti a lei, era alto, i capelli corvini lunghi fino alle spalle, due grandissime ali dalle piume nere che si aprivano e che si muovevano appena sfiorate dal vento. Rimase a fissare quella figura magnifica, non ne vedeva il volto ma era sicura che fosse bellissimo. Rimase senza fiato. Era un angelo sul serio.
"Sai... Lo so ti chiedo molto... Però ti prego ricomincia a  parlare, fallo per me..."
Un brivido le percorse la schiena. Parlare?
"Bambolina... Fallo per me, parlami."
Poteva ancora usare le parole per esprimersi?
"Ok, per ora ti chiedo solo di dirmi il tuo nome, io lo conosco, ma tu forse non te lo ricordi. Voglio farti ricordare chi eri, la ragazza stupenda che eri. Dimmi il tuo nome. Per ora ti chiedo solo quello."
Tentò, aprì bocca cercando di farne uscire qualche rumore. Era difficile dire ancora qualcosa. Ma lo voleva fare, lo doveva fare per quell'angelo.
Il suo nome, non le era mai piaciuto, non era adatto a lei, glielo aveva dato la madre, le piaceva moltissimo quel nome. Ma dopo che la madre se ne andò, cominciò ad odiare quel nome, così aveva convinto tutti a farsi chiamare in un altro modo.
"Hope... Io sono Hope..."
Si lei era Hope, la dolce bambolina indifesa, si chiamava Hope, si chiamava speranza. Ma lei la speranza non l'aveva più.
"Grazie piccola Hope... E ora un'ultima cosa piccola mia, un altro favore che ti chiedo. Sorridi... Fallo per me bambolina di cristallo..."

Si risvegliò nel suo letto, era mattino e la sveglia era suonata.

  
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