Sentirsi a casa
Sennar stava contemplando
l’immensa distesa del mare, che scorreva senza sosta sotto la nave che lo stava
conducendo verso la più grande, e incerta, avventura della sua vita.
La
nausea gli attanagliava lo stomaco e l’aria salmastra che gli scompigliava i
lunghi capelli, accesi di un rosso ancor più brillante grazie alla luce del
tramonto, sperava lo aiutasse a star meglio.
Era
solo, come accadeva spesso da quando si era imbarcato. Solo Dodi passava del
tempo con lui, raccontandogli storie di mare e pirati e ascoltando della sua
vita, e ora non si vedeva girare per il ponte.
Sennar stava guardando il
tramonto, soffocando i ricordi che il sole morente portava con sé, e cercando
di non pensare alla nausea che non lo voleva abbandonare, quando vide un labile
fumo azzurrino danzargli davanti al volto.
Il
suo cuore perse un battito. Qualcuno gli stava mandando un messaggio.
Soffocò
con un gesto della mano la speranza che gli stava nascendo nel petto e si
precipitò verso la stiva, passando davanti ad una Aires che lo osservava
perplessa.
Forse è Soana.
E’ tornata e mi ha scritto…
Ma
sapeva già da sé che probabilmente si trattava di qualche collega consigliere
con qualche notizia importante.
Quando
arrivò al suo giaciglio di paglia, prese la sacca, ne estrasse una pergamena,
poi si sedette, predispose le pietre per il rito e chiuse gli occhi, attendendo.
Non
riusciva a scacciare dalla mente la speranza che fosse qualcun altro a
scrivergli, qualcuno di estraneo al consiglio.
Attese
più del dovuto. Il timore di restare deluso gli impediva di aprire gli occhi e
la speranza che gli si agitava nell’animo non voleva saperne di abbandonarlo.
Alla
fine, trasse un profondo respiro e aprì le palpebre.
Riconobbe
immediatamente la scrittura che aveva vergato le fitte parole e il suo cuore
prese a battergli forte nel petto. Con mani tremanti, prese la missiva e iniziò
a leggerla, scorrendo con emozione ogni lettera che portava il tocco di Nihal.
Mano
a mano che i suoi occhi assorbivano le parole che lei gli aveva scritto, il
cuore batteva sempre più veloce, inondandolo di emozioni forti e nostalgiche.
Le sue labbra si tesero in un sorriso, e quando lesse che indossava vestiti da
donna scoppiò a ridere, proprio come lei aveva previsto.
Non
si accorse nemmeno che Aires era scesa da lui, incuriosita da quella fuga dal
ponte. Rimase a guardarlo a lungo, chiedendosi da dove fosse comparsa la
pergamena che stringeva tra le mani e chi gliela avesse mandata. Una cosa era
certa. Sennar l’aveva gradita.
Le
sue guance erano rosse, gli occhi scorrevano senza sosta le parole e le labbra
erano piegate in un sorriso dolce che Aires non gli aveva mai visto in viso da
quando l’aveva conosciuto.
Dopo
averla letta almeno tre volte, Sennar alzò gli occhi
e incrociò lo sguardo di Aires.
“Che
cos’è?” chiese lei, avvicinandosi e sedendosi sulla paglia, al suo fianco.
Lui
sorrise di nuovo.
“E’
un incantesimo. Con una semplice magia, attuabile anche da chi non è mago, si
possono inviare e ricevere messaggi e lettere”.
Aires
lo guardò con un sorrisetto sulle labbra.
“Buone
notizie?” chiese, indicando la pergamena tra le sue mani con un gesto del capo.
Sennar abbassò nuovamente
lo sguardo sull’inchiostro tracciato con una calligrafia morbida e un po’
infantile e un’espressione dolce gli distese i tratti del volto.
“Più
che altro è una bella sorpresa…” rispose a voce
bassa.
Aires
sorrise maliziosamente.
“Una
donna?”.
Sennar rise sommessamente e
si sfiorò la guancia ferita con la mano.
“Sì… quella che mi ha fatto la cicatrice…”
poi si mise a ridere spensieratamente, come se nessun problema al mondo potesse
toccarlo in quell’istante.
Si
voltò verso Aires. Lei non poté fare a meno di essere trascinata nella profonda
gioia che gli animava gli occhi glaciali. Brillavano di una luce che non gli
aveva mai visto.
“Un
giorno mi racconterai questa storia… mi hai
incuriosito mago!”.
Sennar sorrise, poi le
chiese di procurargli dell’inchiostro e, quando lei lo ebbe lasciato solo, Sennar iniziò a scrivere.
Nihal!
Non puoi immaginare la sorpresa, la gioia, la
spensieratezza che mi ha provocato ricevere tue notizie!
Avrei voglia di mettermi a correre sul ponte della
nave sulla quale mi sono imbarcato alcune settimana fa, ma temo che la ciurma
mi prendere per pazzo e mi butterebbe a mare! Già non godo di molta simpatia qui…
Nihal… non ci posso credere!
Non devi chiedere il mio perdono, perché non c’è
nulla di cui tu debba scusarti. Stavi male e io, invece di provare a capirti, di
provare a farti parlare, ti ho aggredita. Ma non ha più importanza ora! E’
acqua passata!
Oh, Nihal! La nostalgia
di casa in questo momento, è più forte che mai.
Mi sembra impossibile non essere lì con te, a
guardarti ritrovare la via, a vederti ridere di nuovo…
è tutto così surreale!
Ho trovato un passaggio su questa nave di pirati, è
un viaggio incerto, la destinazione è ignota e l’equipaggio mi è quasi totalmente
ostile. Solo un marinaio mi parla senza timore. Si chiama Dodi ed è un ragazzo
di 15 anni, con i capelli biondi e la carnagione scura di chi sta molte ore al
sole. Viene spesso nella stiva (la mia lussuosa camera…)
a tenermi compagnia, e di questo gli sono grato, perché, con le sue chiacchiere,
mi distrae dal mal di mare che mi ha attanagliato lo stomaco appena sono salito
e che non mi ha ancora abbandonato… bel nativo della
Terra del Mare sono!
Il capitano è un uomo che ispira fiducia, anche se
la sua aria burbera e i suoi modi spicci e al limite della gentilezza lo fanno
sembrare severo e scontroso, mentre sua figlia Aires, che fa il timoniere, è
una ragazza che ancora non ho ben inquadrato. Per alcuni tratti mi ricorda te,
il suo modo di vestire maschile, il suo coraggio, la sua testardaggine, ma
sotto altri aspetti è decisamente opposta al tuo modo di essere. Sembra sempre
indifferente al mondo esterno, cinica. Quando le ho detto qual’era l’obbiettivo
del mio viaggio, mi ha chiesto se trovavo fosse troppo semplice impiccarmi ad
un albero… non ho potuto darle tutti i torti, però… è davvero un incarico dagli esili risultati…
Per ora stiamo seguendo una rotta indicata in una
vecchia mappa che ho trovato tra i libri della biblioteca di Makrat, ma la speranza che sia una rotta valida ce l’ho solo
io… qui nessuno crede che arriveremo mai da nessuna
parte. Una sera, un marinaio, ha tentato di venire ad uccidermi nel sonno… erano convinti che io fossi pieno di dinar… che sciocchezza! Fortuna che sono un mago dai
riflessi pronti!
Devo ammettere che sono un po’ costernato da quello
che mi hai scritto nella tua lettera… tu vestita da
donna? Non riesco proprio ad immaginarti! E nemmeno a far divertire un bambino,
invece che ad allenarti in mezzo alla foresta con la tua spada! Come avevi
previsto, quando ho letto del tuo nuovo abbigliamento, sono scoppiato a ridere!
Perdonami, ma è un’idea che fatico a concepire!
A parte gli scherzi, Nihal,
sono davvero felice di apprendere che sei riuscita a scacciare, almeno in
parte, il vuoto che ti attanagliava il cuore. Mi spiace non essere lì, a
esultare con te di questa conquista, né di averti aiutata nel tuo percorso tortuoso…
Ti ho pensata molto nelle lunghe ore chiuso in
questa stiva angusta e piena di topi. Mi chiedevo dove fossi, come stavi… quando mi è arrivata la tua missiva, stavo guardando
il tramonto ed ero totalmente immerso nei ricordi che il rossore del cielo mi
rimandava.
Mi manchi anche tu Nihal…
a volte penso che, se tu fossi qui con me, avrei più coraggio ad affrontare
l’ignoto. Attingerei dalla tua riserva inesauribile di forza e mi lascerei
trascinare dall’adrenalina di una nuova avventura in tua compagnia.
A volte fantastico di riuscire nella mia impresa,
di tornare vittorioso e di festeggiare questa conquista personale e di tutto il
Mondo Emerso insieme a te… purtroppo in questi giorni
il pessimismo mi ha assalito spesso, ma non mi arrenderò. Cercherò di arrivare
al Mondo Sommerso, costi quel che costi.
Che ore sono sulla terraferma? Qui oramai è calata
la notte e la nave continua la sua lenta scivolata sul mare…
Mi ha reso davvero felice ricevere la tua lettera Nihal, non lo ero da un po’ di tempo e di questo ti ringrazio
infinitamente. Tu sei il mio unico legame con la mia vita reale e quando ti
penso, mi sento un po’ a casa…
Spero, in cuor mio, di riuscire a rivederti, un giorno…
Con immenso affetto,
Sennar