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Autore: Miss_Slytherin    08/01/2010    7 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                           CAPITOLO 22

                                                                                                       Three years later…

 

 

-Brian, smettila di tirarmi i capelli!!!-

James Sirius Potter, diciotto anni di cazzate in libertà e malandrinate, stava bisticciando da un’ora con un bambinetto di tre anni che, avvinghiato a lui come un koala all’albero, stava allegramente tentando di renderlo calvo strappandogli i capelli uno ad uno. Il pargolo in questione per tutta risposta gli rivolse un sorrisino sdentato –non si capiva come mai, ma gli mancavano ancora alcuni dentini- e si sistemò più comodamente fra le braccia del fratello maggiore.

-James, se tu ogni tanto lo lasciassi camminare quel povero bambino, anziché portartelo sempre a spalla, a quest’ora non ti starebbe facendo lo scalpo!- esclamò Ginevra Weasley Potter che, chinatasi, stava legando una minuscola Nike bianca ad una bella bambina di tre anni. Le preghiere di Lily erano state accolte: Meredith aveva lisci capelli biondo miele –che sua sorella adorava- e un paio di stupefacenti occhi ambrati. Nonno Weasley aveva giurato che gli occhi di sua madre fossero della stessa tonalità, forse per rassicurare Harry e Ginny che non vedevano alcuna somiglianza fra Brian e Meredith. Infatti Brian aveva i classici capelli corvini dei Potter, ma occhi di due colori diversi: uno azzurro e uno smeraldino; a primo impatto questa eterocromia poteva lasciare spiazzati ma, una volta fatta l’abitudine, risultava persino affascinante.

-Dai mamma, siamo in ritardo!! Il treno partirà fra poco, non posso certo perderlo! Sono Caposcuola ora!!! E Rose sarà già arrivata!- la esortò un bel ragazzo di diciassette anni, con neri capelli corvini e occhi smerlando, sistemandosi una spilla sul petto.

-Si, Albus, abbiamo capito che sei Caposcuola, ma ci stai facendo venire un attacco d’ansia!- lo rimproverò suo padre, alias Harry James Potter, facendo levitare dietro di sé tre valige mentre si dirigeva a passo spedito, per quanto glielo consentisse la folla di persone ammassata a King’s Cross, verso il binario nove e tre quarti.

-Lily! Lily! Hai perso quetto!-

Una ragazza di all’incirca quindici anni, con lunghi e boccolosi capelli rosso rubino, pelle diafana che il sole non era riuscito a scurire neanche un po’, si tolse un paio di occhiali Gucci, scoprendo così due magnifici occhi violetti, per guardare ciò che Meredith, la sua sorellina, le stava tendendo.

-Grazie- le disse Lily, prendendole dalle manine cicciotte un orecchino di perla che evidentemente le era caduto. Si rialzò lentamente, sotto gli occhi attenti della bambina, che la squadrava. Decoltè Prada nere dal tacco basso, jeans Cavalli stretti, top bianco senza spalline , unghie perfettamente smaltate, pelle perfetta e capelli scomposti ad arte, Lily Potter si apprestava ad iniziare il suo quinto anno ad Hogwarts. Altera come solo lei aveva sempre saputo mostrarsi, era stata seguita dallo sguardo di tutti, appena aveva messo piede in stazione, ma non aveva degnato nessuno di un’occhiata, impegnata a cercare due sole persone in tutto quel marasma di gente. Due persone che non stava trovando.

-Ma dove si saranno cacciate…- borbottò infatti fra i denti e, con perfetto tempismo, venne travolta da qualcosa di caldo e morbido. Questo qualcosa era la sua migliore amica, alias Cassiopea Sofia Malfoy, che la stava praticamente soffocando con i suoi boccoli biondi che il sole aveva schiarito leggermente. Alta per i suoi quindici anni, slanciata, con la pelle dorata, Cassiopea salutò la sua migliore amica con occhi verdemare scintillanti dalla gioia.

-Cassy!!!- Meredith, che aveva sviluppato una vera e propria passione per la bionda Malfoy, reclamò la sua dose di coccole e attenzioni, che Cassiopea le somministrò sollevandola fra le braccia e stampandole due baci al lucidalabbra sulle guanciotte rosee.

-Ehilà, vogliamo fare strage di cuori??- l’apostrofò “Cassy”, alludendo alle belle trecce in cui i capelli mielati di Meredith erano stati acconciati.

-Gliele hai fatte tu, vero?- chiese poi la Malfoy, rivolgendosi a Lily, che annuì in risposta.

-Glorya?- chiese poi la Potter, visto che non c’era nessuna traccia dell’altra sua migliore amica.

-Mmhh…penso di averla vista di sfuggita fra la folla, inseguita da quello zotico scozzese che ha baciato quest’estate- replicò Cassiopea che, messa giù Meredith, le stava aggiustando la gonnellina di jeans.

-Ah allora ci conviene salire…immagino ci vorrà un po’, prima che se ne liberi- commentò sarcastica Lily e poi, stranita, chiese a Cassiopea:

-A proposito di persecuzioni…e Shane??-

La Malfoy si fece rigida di colpo, sentendola nominare il suo Flagello di sempre, e rispose, secca:

-Perché dovrei sapere dove si trova?-

Lily fece un sorrisetto furbo mentre, dopo aver preso le proprie valige per poi appiopparle ad uno del settimo affinché le portasse sul treno, stava cercando con lo sguardo la sua famiglia almeno per rivolgere un blando cenno di saluto.

-Forse perché quest’estate è venuto in Irlanda apposta per vedere te ed è stato preso a pugni e incantesimi da qualcuno?- chiese poi, palesemente ironica, senza specificare il “qualcuno”. Cassiopea agitò la mano fresca di manicure, come a scacciare via quell’osservazione e poi, scorgendo una ben nota chioma corvina, esclamò:

-Oh, ecco Glorya!- e, agguantata anche la Zabini, la soffocò in un abbraccio; Meredith, ancora appesa al braccio della Malfoy, decise di mollarla per attaccarsi alla gonna di lino estiva di Glorya. Quest’ultima, liberatasi di Cassiopea, prese a sua volta fra le braccia la piccola Potter che, godendosi tutte le attenzioni, le passò le braccina paffutelle intorno al collo.

-Così la vizierete!- esclamò Lily, facendo ridere le sue due amiche.

-Ah sì?? E chi è stato a regalarle un vestitino da 500 galeoni per il suo secondo compleanno?- le chiese Glorya, dopo aver stampato sulla guancia di Lily un bacio.

-E chi è che ogni mattina sottopone questo povero angioletto ad acconciature impossibili, sfilate di moda, creme per bambini e quant’altro?- incalzò Cassiopea, mentre Lily si riprendeva Meredith, che appariva molto contenta di venire sballottolata qui e la come una palla.

-D’accordo, d’accordo…avete ragione! Voi iniziate a salire, riporto Meredith ai miei e vi raggiungo- disse poi e, allontanatasi, si diresse verso i suoi genitori; Ginny stava cercando con tutte le sue forze di staccare Brian da James, mentre Harry aiutava Albus a portare i suoi bauli –solo lui poteva riempire un altro bagaglio solo di libri- sull’Espresso.

-Io vado- annunciò Lily, attirandosi la loro attenzione. Posò Meredith a terra, che però rimase a guardarla con occhi da micina, come a dire: “Beh? Non mi dai neanche un bacino?!” Così, dicendosi che quella bambina la stava decisamente addolcendo, le sfiorò una guancia con le labbra, strappandole un sorriso luminoso; salutò velocemente anche i suoi genitori, James e Brian e infine salì sul treno, che decise di mettersi in moto proprio in quel momento, come se avesse aspettato solo lei. Si fece largo fra gli studenti che non avevano ancora trovato posto e aveva quasi raggiunto lo scompartimento dove aveva intravisto Glorya e Cassiopea, quando la strada le venne sbarrata da un alta figura ben conosciuta.

Le previsioni di Lily riguardo a Edward Nott si erano rivelate azzeccate: il suo “amico” –in realtà erano ben quattro anni che si stuzzicavano l’un l’altra in maniera tutt’altro che amichevole- era diventato uno schianto. Alto, muscoloso senza apparire volgare, capelli bronzei che catturavano la luce e due occhi verdi a dir poco ammalianti, Edward le si parò davanti in tutta la sua bellezza.

-Lily, tesoro- la salutò e all’improvviso l’attirò a sé passandole le braccia abbronzate intorno alla sua sottile vita. Lei aprì la bocca come per protestare –tolta Meredith, nessuno aveva il diritto di toccarla senza averle chiesto il permesso- ma una volta che una studentessa le fu passata affianco, Edward la lasciò andare.

-Intralciavi il passaggio- fu la sua inutile spiegazione.

-Certo, altrimenti perché mai avresti dovuto abbracciarmi?- fece Lily ironica e anche abbastanza seccata. Tuttavia Edward le sorrise e così la sua espressione si addolcì giusto un filo.

-Infatti. Ci si vede…- replicò lui, falso come Giuda, e la superò, dopo averle rivolto uno sguardo tutt’altro che casto. Lily era consapevole di essere…maturata. Trenta centimetri in più d’altezza, ventre piatto e una soda prima di seno, costituivano quello che i ragazzi di Hogwarts chiamavano “corpo da stupro”…di cui lei andava piuttosto fiera.

-Edward?- lo richiamò lei.

-Sì?- disse lui voltandosi.

-Va bene che l’occhio vuole la sua parte…ma non esagerare- lo punzecchiò lei, maliziosa, e gli voltò le spalle. Raggiunto lo scompartimento giusto, aprì la porta e vi entrò senza guardare bene chi vi fosse seduto.

-Quell’Edward…al mattino mangia pane e malizia! E ciò lo rende piuttosto…interessante- disse poi, buttandosi su un sedile libero.

-La solita egocentrica- commentò una voce sarcastica che ormai Lily aveva imparato a riconoscere. Seduto accanto a sua sorella, Scorpius Hyperion Malfoy la squadrava con le sue pozze d’argento ghiacciato. Come lei, anche Scorpius era cambiato. Più alto, più muscoloso eppure più sottile, più sexy al contempo più duro, Scorpius era diventato il sogno più o meno proibito di tutta la popolazione femminile di Hogwarts. Irraggiungibile come solo lui sapeva essere, sapeva però scioglierti con una sola occhiata.

-Malfoy, la solita presenza sgradita- lo rimbeccò lei, gelida; spostando lo sguardo, accanto a lui individuò un bel ragazzo moro, con profondi occhi nocciola, che le sorrise.

-Caposcuola Zabini- disse Lily, cortese, in risposta; non poté tuttavia fare a meno di gettare uno sguardo a Glorya, che si ostinava a non guardare suo fratello.

-Siamo d’accordo, allora?- chiese Cassiopea a Scorpius, che annuì senza tuttavia togliere gli occhi da Lily. In quel momento, la porta scorrevole si aprì di nuovo per la seconda volta nel giro di due minuti e Edward fece capolino.

-Eccovi!- esclamò, rivolgendosi ai suoi due amici, -inutile dire che vi stavo cercando-.

-Perché non riesci a vivere senza di noi o per qualche motivo particolare?- chiese Derek, ironico, ma con una certa rigidità della voce.

-Ah, ah! Vi cercavo per riferire che è appena arrivata una strafica da paura…ma se non vi interessa, vado a presentarmi da solo!- replicò Edward, prendendo posto, tu guarda, vicino a Lily. Questa, di colpo interessata, domandò:

-Prego? Strafica da paura? E chi sarebbe?-

-Deve trattarsi di Marìkaa Stewart- commentò Cassiopea disinteressata e, ad un’occhiata di Lily, proseguì: -Americana, di buona famiglia, arrivata qui quest’estate per terminare i suoi studi ad Hogwarts, dato che suo padre, Phil Stewart, noto commerciante di tessuti pregiati, ha pensato che l’Inghilterra fosse un terreno più fertile per i suoi commerci-.

-Ancora non mi spiego come tu faccia a sapere tutto di tutti- osservò Glorya, prendendo per la prima volta parola; Lily, che notava tutto senza guardare nessuno, constatò un certo velo di tristezza negli occhi nocciola solitamente brillanti della sua amica. Derek doveva assolutamente lasciare quello scompartimento.

 

 

                                                       *****

 

-Vedrai, Hogwarts ti piacerà! È assolutamente adorabile!- squittì Sissy Brown, che in teoria stava parlando con Marìkaa Stewart, in pratica blaterava da sola. Aveva agguantato la giovane straniera appena aveva messo piede sull’Espresso e non aveva taciuto da quando il treno aveva cominciato a sferragliare tranquillo fra le campagne inglesi. Le aveva parlato di insegnanti, lezioni, materie, le Case (cercando di far apparire Tassorosso in una luce migliore, approfittando dell’ignoranza della sua interlocutrice) e adesso stava per attaccare con l’argomento: “elite e gente che vale la pena frequentare”, sapendo ovviamente che erano tutte persone fuori dalla sua portata. Infatti, Sissy Brown aveva mantenuto alta la reputazione di sua madre: ragazza frivola, poco portata per lo studio, in cerca sempre di qualche bel giovane con cui farsi vedere in giro (e magari combinare anche qualcos’altro…) era la studentessa più sciocca di Hogwarts, attorniata da amiche del suo stesso spessore intellettuale e sicuramente poteva solo guardare da lontano gente del calibro di Lily Potter.

-Naturalmente potresti avere qualche difficoltà ad inserirti, ma tranquilla!! Ti aiuterò io!!- stava dicendo ora Sissy, incurante del fatto che Marìkaa aveva smesso di ascoltarla all’incirca tre minuti dopo l’inizio del suo sproloquio.

Marìkaa aveva infatti capito all’istante che difficilmente lei e Sissy –o una qualunque delle altre ragazze presenti nello scompartimento- avrebbero potuto essere amiche. Primo, Marìkaa era una ragazza piuttosto chiusa ed introversa, che all’apparenza poteva sembrare superba; in realtà era affetta da quella che lei definiva “riservatezza cronica”. Secondo, non aveva mai visto –neanche nei quartieri più equivoci di Las Vegas- una ragazza più volgare di Sissy. Aveva guardato perplessa l’abbigliamento della Brown, confrontandolo mentalmente con il proprio, costituito da un paio di Converse malandate azzurro chiaro, jeans sbiaditi e una T-shirt dello stesso colore delle scarpe, e alla vista della mini striminzita, del top fantasma e dei sandali di Sissy si era ritrovata a sperare che le altre inglesi si coprissero di più. E terzo, la vocetta acuta di quella tizia le stava facendo venire un gran mal di testa. Per questo motivo, disse, educata:
-Io…dovrei andare in bagno-.

-Ma certo! Vai pure cara!- rispose Sissy, neanche fosse sua madre, e Marìkaa uscì dallo scompartimento piuttosto sollevata. Il corridoio era deserto e ciò la rallegrò: per quanto avesse sempre desiderato essere più estroversa, la solitudine continuava a piacerle molto. Si appoggiò con la fronte al finestrino e guardò prati e campi scorrere placidi. Sospirò, triste. La sua vecchia vita le mancava già e quel treno la stava conducendo sempre più lontana da essa. Aveva pianto, urlato, quando suo padre le aveva annunciato l’imminente trasferimento, ma a nulla era valso. Non sapeva perché non volesse lasciare l’America, dato che a scuola non aveva amici; forse per pura abitudine.

-Tu devi essere la yankee- disse una voce dura, che fece sobbalzare Marìkaa distogliendola dai propri tristi pensieri. Di fronte a lei si trovava un ragazzo biondo, dal viso aristocratico in cui erano incastonati due occhi grigi che fecero sentire subito Marìkaa in soggezione.

-Ehm…sì- rispose Marìkaa, sentendosi osservata.

Non sapeva se fosse bella o meno. Nessuno le aveva mai fatto un complimento, ma non l’avevano mai nemmeno disprezzata. Dal finestrino opaco poteva vedere i folti ricci castani, i grandi occhi celesti, il naso all’insù, le labbra sottili. La bilancia le rivelava che era leggermente sotto peso, la luce del giorno che era troppo pallida. E tutto ciò in quel momento era oggetto dell’esame del ragazzo dagli occhi grigi, che continuava a fissarla. Un rossore imbarazzato tinse le guance chiare di Marìkaa, che si guardò i piedi, timorosa.

Scorpius si stava chiedendo se Edward avesse per caso preso una botta in testa. Quella era la strafica di cui parlava? Ma se sembrava un cerbiatto spaurito capitato per caso nella Foresta Proibita! Era singolare però, nella sua bellezza decisamente non comune. Si accorse che era arrossita e ne dedusse che fosse piuttosto timida.

-Benvenuta in Inghilterra- disse, sfoderando un sorriso che l’abbagliò e lei balbettò un grazie che Scorpius faticò a cogliere. Perplesso, rimase a fissarla, per poi chiederle:

-Quanti anni hai?-

-Diciassette- fu la risposta di Marìkaa e Scorpius si ritrovò a pensare che non li dimostrava per nulla. Constatò, nel giro di mezzo secondo, che se si fosse trattato di qualsiasi altra persona, probabilmente l’avrebbe già demolita con una battuta sarcastica. Stranamente non gli sembrava il caso di mortificare quella ragazza che assomigliava ad Alice nel Paese delle Meraviglie.

-Malfoy! Hai già terrorizzato la nostra new entry?-

Marìkaa spostò lo sguardo sulla ragazza apparsa alle spalle di Scorpius. La prima cosa che pensò guardandola fu: è ricca. Lo si notava dal perfetto taglio dei jeans, dalla minuscola firma sul top, dal suo aspetto curato o più semplicemente dalla sua aria da chi è abituato ad avere tutto e di conseguenza se la tira. Dedusse che ci aveva impiegato ore a sistemare quei boccoli rossi, che avesse perso un intero pomeriggio con l’estemagica per ottenere quelle mani così perfette e che avesse evitato il sole come la peste per mantenere quella carnagione diafana. Da quest’osservazioni le venne il secondo aggettivo con cui definire la modella che aveva davanti: patinata. In ultimo, rimase colpita dai suoi occhi violetti: magnifici all’apparenza, duri nel profondo.

Anche Lily stava osservando Marìkaa; in realtà aveva colto l’occasione di seguire Malfoy –cosa che altrimenti non avrebbe mai fatto neanche sotto tortura- solo per poterla vedere. Immediatamente la catalogò come la classica ragazza della porta accanto, acqua e sapone; fu questo a farle arricciare il naso, oltre allo stato pietoso delle scarpe della ragazza. Scorpius, che ormai conosceva Lily come le sue tasche –che la cosa gli piacesse o meno, era sua compagna di Casa da quattro anni- capì immediatamente, dal modo in cui la Potter squadrava Marìkaa, che l’aveva già classificata come innocua. E decise.

-In realtà no Lilian, riservo il meglio di me a te- replicò Scorpius, ironico; Lily gli rivolse un brillante sorrisino velenoso, prima di avanzare verso Marìkaa.

-Che maleducata! Non mi sono neanche presentata. Lily Luna Potter- le disse, tendendole la mano, che Marìkaa accettò spiazzata. Quella era la figlia di Harry Potter? Del mago che- come aveva letto sui libri di Storia Contemporanea- aveva sconfitto Lord Voldemort?

-Marìkaa Stewart- rispose l’americana, arrossendo.

Lily Potter era esattamente il tipo di ragazza in grado di farla sentire una perfetta nullità.

 

 

                                                    *****

 

Lo Smistamento dei primini si concluse con Lucy Weasley che- in perfetta tradizione –venne assegnata a Grifondoro; la piccola moretta dagli occhi blu –fotocopia di sua madre- si sedette al tavolo dei Grifoni con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

-Patetica- commentò Lily, al tavolo di Slytherin, che aveva osservato lo Smistamento piuttosto annoiata, battendo con poca convinzione le mani ad ogni nuovo membro acquisito dalla sua Casa.

-Con chi ce l’hai?- le chiese Cassiopea, che guardava Marìkaa Stewart dirigersi goffamente verso lo sgabello; anche lei sarebbe stata sottoposta al Cappello parlante.

-Con mia cugina- disse Lily, a denti stretti, osservando a sua volta l’americana.

-Ha messo la cravatta male e il suo maglioncino è spiegazzato- commentò Glorya, acida; Lily fece fatica a non mostrarsi stupita per il tono della sua amica. Non che fosse una perla di dolcezza Glorya, ma solitamente era la meno pettegola fra le tre e di rado iniziava a criticare qualcuno senza motivo, al contrario di Cassiopea e Lily. Da questo la Potter si accorse che c’era decisamente qualcosa che non andava.

Dall’altro lato della Sala, Marìkaa Stewart ascoltava ciò che il Cappello le sussurrava con il volto il fiamme, dato che aveva gli occhi dell’intera scolaresca addosso; in particolare aveva notato Lily Potter che non aveva smesso di esaminarla, e quel ragazzo, Scorpius che invece la guardava come se si stesse facendo chissà quali progetti su di lei. Mentre il Cappello Parlante strillava: -Corvonero!- Marìkaa non poteva sapere quanto avesse ragione riguardo i pensieri di Malfoy.

Una volta Smistata anche la Stewart, la cena iniziò, con sommo giubilio di tutti, e l’allegro chiacchiericcio non tardò a diffondersi.  

-A che punto siamo con i preparativi per la festa? Summers, gli alcolici?- disse Lily, in tono di comando, a Melissa. Quest’ultima aveva deciso di ingoiare l’odio profondo nei confronti della Potter in quanto aveva capito che solo cercando di farsela amica avrebbe potuto conquistarsi una posizione decente all’interno di Hogwarts; Lily dal canto suo, perfettamente conscia del fatto che Melissa pur di avere un po’ di popolarità era disposta a fare qualunque cosa, la sfruttava come più le piaceva. Ad esempio Melissa, che aveva conoscenze piuttosto giuste nel campo dell’alcool, era molto utile per il rifornimento in occasione di feste.

-Tutto a posto, li ho messi nel solito luogo- sussurrò Melissa, sapendo che la voce del party non doveva arrivare ad orecchie indesiderate.

-Bene. Lizzie, la lista?- Lily, accantonata Melissa, si rivolse ora ad una ragazza del settimo, tale Elisabeth Kenneth, che aveva il delicato compito di selezionare la gente adatta a partecipare all’evento che si sarebbe tenuto la sera successiva.

-Eccola- le rispose Elisabeth, tendendole una pergamena all’apparenza intonsa; ad un suo colpo di bacchetta, apparve un elenco di nomi.

Lily, insieme a Glorya e Cassiopea, lo scorse con attenzione e di tanto in tanto eliminava qualche nome che non le era gradito.

-Voglio che Marìkaa Stewart venga aggiunta- ordinò quando ebbe finito di leggerla.

Lizzie si limitò ad inarcare un sopracciglio rossiccio, come i suoi ricci, e poi aggiunse con un tocco di bacchetta il nome dettole.

-Per quale motivo hai invitato la sciatta?- chiese Cassiopea, alla quale non era sfuggito nulla dell’aspetto dell’americana. Lily le fece uno strano sorriso, prima di risponderle:

-Devo capire che tipo di persona è…mai sottovalutare le ragazze che sembrano pie e ingenue-.

Cassiopea aggrottò le sopracciglia, perplessa, ma poi decise di lasciar perdere la questione tornando ad occuparsi del suo dolce al caramello.

Il delicato ticchettio di un cucchiaio contro un calice richiamò l’attenzione degli studenti al tavolo delle autorità: Linton, sempre più grassoccio e sbiadito, si apprestava a tenere il solito discorso di benvenuto.

-Bentornati ad Hogwarts. Mi duole annunciarvi che da quest’anno in poi la professoressa McGranitt non potrà più insegnare Trasfigurazione a causa di alcuni problemi di salute. Per questo motivo ho assunto la qui presente professoressa Yung, eccellente conoscitrice delle arti magiche occidentali e non-. Dal fianco di Linton si levò una donnina bassa e minuta, dai tratti orientali che ricevette l’applauso degli studenti con espressione severa, che faceva presagire una rigidità pari se non superiore a quella della cara Minerva.

-Oltre alla professoressa Yung, un’altra figura storica di Hogwarts è purtroppo venuta a mancare. Mi riferisco naturalmente al signor Argus Gazza-. Se Linton si aspettava una qualche forma di commozione per la scomparsa del custode, rimase deluso; dato che nessuno accennava a parlare, proseguì indisturbato.

-Come custode, ho deciso di inserire il signor Chilsom, che prenderà servizio lunedì. Do infine il mio caloroso bentornato a tutti i nostri vecchi insegnanti…- un applauso poco caloroso si levò dai quattro tavoli –e concludo augurandovi un buon anno scolastico. Buonanotte-.

La conclusione, brusca come al solito, autorizzò gli studenti ad alzarsi e a lasciare lentamente la Sala chiacchierando.

Lily, che come tutti gli altri si stava apprestando ad uscire, venne malamente spinta da qualcuno che evidentemente andava piuttosto di fretta. Colta alla sprovvista, perse l’equilibrio, e sarebbe caduta se non avesse avuto alle spalle qualcuno pronto a prenderla.

-Non dovresti indossare i tacchi, se non sai portarli-.

Il suo salvatore non poteva essere altri che Malfoy.

-Un idiota mi ha spinta, Malfoy, e sfortunatamente sono caduta addosso a te- replicò Lily stizzita, sia per il fatto che qualcuno avesse osato spingerla, sia per essere finita proprio fra le braccia di Scorpius, che tra parentesi non accennava a mollarla; teneva infatti ancora le dita intorno ai fianchi di Lily, come per trattenerla. Era la seconda volta nel giro di ventiquattr’ore che qualcuno la stringeva a sé in quel modo, che le piacesse o meno.

-Che sfortuna…- commentò Malfoy, con voce ironica e roca, guardandola negli occhi. Le sue mani parvero a Lily stranamente bollenti, mentre vi poggiava sopra le sue con l’intento di liberarsi i fianchi.

-Già- ribadì la Potter, sciogliendo la stretta. Lily, avendo ormai via libera, si allontanò, sentendosi ancora barcollante per via del piccolo incidente con il maleducato.

O forse per qualcos’altro…

 

 

Spazio Autrice: 

Ebbene, rieccomi! Su questo capitolo non c’è molto da dire, lascio a voi i commenti…che saranno numerosi, vero? (me speranzosa). Perciò, anche a causa dello scarso tempo a mia disposizione (quel flagello chiamato scuola purtroppo è ricominciato…) passo subito ai ringraziamenti: a chi mi ha aggiunta fra preferiti e seguite, a Jacopo25 che mi ha messa fra gli autori preferiti (grazieeee) e a chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero Kalahary, Lady Lynx, Aleu, Hayley_Gin91, emma95, rebby, 979 

Kalahary: tocca anche a me essere ripetitiva, perciò non posso che ringraziarti per la recensione e augurarmi che me ne lascerai altre : ) alla prossima!!!

Lady Lynx: grazie mille per la recensione!!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, come ormai avrai capito tengo molto alla tua opinione : ) ancora grazie, alla prossima!! 

Aleu: innanzitutto ti ringrazio per la recensione…e poi, come hai detto tu, la nostra Lily non sa che l’aspetta anche se, come vedi, c’è aria di cambiamento sotto quel punto di vista… : ) grazie ancora, alla prossima!

Hayley_Gin91: grazie mille per la recensione!! Si effettivamente Brian e Meredith sono nomi abbastanza comuni ed infatti li ho scelti proprio per quello: volevo che fossero qualcosa di diverso dai soliti nomi del passato…per quanto riguarda invece Lily femminista non saprei, diciamo che lei proietta tutte le sue speranze su Meredith perché vuole che almeno lei, l’unica altra femmina della famiglia Potter, possa scegliere di essere quello che vuole, senza la costrizione delle tradizioni…certo lei la preferirebbe più lontana possibile dallo stereotipo Potter ma qualsiasi cosa Meredith sarà le andrà bene : ) spero di aver risposto in modo esauriente alla tua domanda, ti ringrazio di nuovo tantissimo per la recensione e spero di riceverne altre!! Alla prossima

Emma95: grazie mille per la recensione, è bello vedere che me ne lasci sempre una : ) sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e mi auguro che questo non sia da meno!!! Grazie ancora, alla prossima!!

Rebby: grazie mille per la recensione, fa sempre piacere trovare qualche tuo commento : ) eh sì in questo capitolo si vede l’attaccamento di Lily a Meredith e viceversa, spero che anche questo ti sia piaciuto!! Ancora grazie, alla prossima

979: devo innanzitutto esprimerti quanto apprezzi ogni volta le tue recensioni, riesci sempre a cogliere esattamente quello che voglio dire…grazie davvero : ) spero ti sia piaciuto soprattutto il pezzo iniziale riguardante Meredith e Lily, ho cercato di far capire quanto Lily si sia affezionata alla sorellina (contrariamente a quanto si aspettava) ma come resti lo stesso quella di sempre. E si, decisamente anch’io apprezzo più i Malfoy dei Potter…non s’era capito, vero? :P ancora grazie per la recensione, alla prossima!!!

  
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