CAPITOLO 22
Three years later…
-Brian,
smettila di tirarmi i capelli!!!-
James
Sirius Potter, diciotto anni di cazzate in libertà e
malandrinate, stava bisticciando
-James,
se tu ogni tanto lo lasciassi camminare quel povero
bambino, anziché portartelo sempre a spalla, a
quest’ora non ti starebbe
facendo lo scalpo!- esclamò Ginevra Weasley Potter che,
chinatasi, stava
legando una minuscola Nike bianca ad una bella bambina di tre anni. Le
preghiere di Lily erano state accolte: Meredith aveva lisci capelli
biondo
miele –che sua sorella adorava- e un paio di stupefacenti
occhi ambrati. Nonno
Weasley aveva giurato che gli occhi di sua madre fossero della stessa
tonalità,
forse per rassicurare Harry e Ginny che non vedevano alcuna somiglianza
fra
Brian e Meredith. Infatti Brian aveva i classici capelli corvini dei
Potter, ma
occhi di due colori diversi: uno azzurro e uno smeraldino; a primo
impatto
questa eterocromia poteva lasciare spiazzati ma, una volta fatta
l’abitudine, risultava
persino affascinante.
-Dai
mamma, siamo in ritardo!! Il treno partirà fra poco, non
posso certo perderlo! Sono Caposcuola ora!!! E Rose sarà
già arrivata!- la
esortò un bel ragazzo di diciassette anni, con neri capelli
corvini e occhi
smerlando, sistemandosi una spilla sul petto.
-Si,
Albus, abbiamo capito che sei Caposcuola, ma ci stai facendo
venire un attacco d’ansia!- lo rimproverò suo
padre, alias Harry James Potter, facendo
levitare dietro di sé tre valige mentre si dirigeva a passo
spedito, per quanto
glielo consentisse la folla di persone ammassata a King’s
Cross, verso il
binario nove e tre quarti.
-Lily!
Lily! Hai perso quetto!-
Una
ragazza di all’incirca quindici anni, con lunghi e boccolosi
capelli rosso rubino, pelle diafana che il sole non era riuscito a
scurire
neanche un po’, si tolse un paio di occhiali Gucci, scoprendo
così due
magnifici occhi violetti, per guardare ciò che Meredith, la
sua sorellina, le
stava tendendo.
-Grazie-
le disse Lily, prendendole dalle manine cicciotte un
orecchino di perla che evidentemente le era caduto. Si
rialzò lentamente, sotto
gli occhi attenti della bambina, che la squadrava. Decoltè
Prada nere dal tacco
basso, jeans Cavalli stretti, top bianco senza spalline , unghie
perfettamente
smaltate, pelle perfetta e capelli scomposti ad arte, Lily Potter si
apprestava
ad iniziare il suo quinto anno ad Hogwarts. Altera come solo lei aveva
sempre
saputo mostrarsi, era stata seguita dallo sguardo di tutti, appena
aveva messo
piede in stazione, ma non aveva degnato nessuno di
un’occhiata, impegnata a
cercare due sole persone in tutto quel marasma di gente. Due persone
che non
stava trovando.
-Ma
dove si saranno cacciate…- borbottò infatti fra i
denti e, con
perfetto tempismo, venne travolta da qualcosa di caldo e morbido.
Questo
qualcosa era la sua migliore amica, alias Cassiopea Sofia Malfoy, che
la stava
praticamente soffocando con i suoi boccoli biondi che il sole aveva
schiarito
leggermente. Alta per i suoi quindici anni, slanciata, con la pelle
dorata, Cassiopea
salutò la sua migliore amica con occhi verdemare
scintillanti dalla gioia.
-Cassy!!!-
Meredith, che aveva sviluppato una vera e propria
passione per la bionda Malfoy, reclamò la sua dose di
coccole e attenzioni, che
Cassiopea le somministrò sollevandola fra le braccia e
stampandole due baci al
lucidalabbra sulle guanciotte rosee.
-Ehilà,
vogliamo fare strage di cuori??- l’apostrofò
“Cassy”,
alludendo alle belle trecce in cui i capelli mielati di Meredith erano
stati
acconciati.
-Gliele
hai fatte tu, vero?- chiese poi
-Glorya?-
chiese poi
-Mmhh…penso
di averla vista di sfuggita fra la folla, inseguita da
quello zotico scozzese che ha baciato quest’estate-
replicò Cassiopea che,
messa giù Meredith, le stava aggiustando la gonnellina di
jeans.
-Ah
allora ci conviene salire…immagino ci vorrà un
po’, prima che
se ne liberi- commentò sarcastica Lily e poi, stranita,
chiese a Cassiopea:
-A
proposito di persecuzioni…e Shane??-
-Perché
dovrei sapere dove si trova?-
Lily
fece un sorrisetto furbo mentre, dopo aver preso le proprie
valige per poi appiopparle ad uno del settimo affinché le
portasse sul treno,
stava cercando con lo sguardo la sua famiglia almeno per rivolgere un
blando
cenno di saluto.
-Forse
perché quest’estate è venuto in Irlanda
apposta per vedere
te ed è stato preso a pugni e incantesimi da qualcuno?-
chiese poi, palesemente
ironica, senza specificare il “qualcuno”. Cassiopea
agitò la mano fresca di
manicure, come a scacciare via quell’osservazione e poi,
scorgendo una ben nota
chioma corvina, esclamò:
-Oh,
ecco Glorya!- e, agguantata anche
-Così
la vizierete!- esclamò Lily, facendo ridere le sue due
amiche.
-Ah
sì?? E chi è stato a regalarle un vestitino da
500 galeoni per
il suo secondo compleanno?- le chiese Glorya, dopo aver stampato sulla
guancia
di Lily un bacio.
-E
chi è che ogni mattina sottopone questo povero angioletto ad
acconciature impossibili, sfilate di moda, creme per bambini e
quant’altro?-
incalzò Cassiopea, mentre Lily si riprendeva Meredith, che
appariva molto
contenta di venire sballottolata qui e la come una palla.
-D’accordo,
d’accordo…avete ragione! Voi iniziate a salire,
riporto Meredith ai miei e vi raggiungo- disse poi e, allontanatasi, si
diresse
verso i suoi genitori; Ginny stava cercando con tutte le sue forze di
staccare
Brian da James, mentre Harry aiutava Albus a portare i suoi bauli
–solo lui
poteva riempire un altro bagaglio solo di libri-
sull’Espresso.
-Io
vado- annunciò Lily, attirandosi la loro attenzione.
Posò
Meredith a terra, che però rimase a guardarla con occhi da
micina, come a dire:
“Beh? Non mi dai neanche un bacino?!”
Così, dicendosi che quella bambina la
stava decisamente addolcendo, le sfiorò una guancia con le
labbra, strappandole
un sorriso luminoso; salutò velocemente anche i suoi
genitori, James e Brian e
infine salì sul treno, che decise di mettersi in moto
proprio in quel momento,
come se avesse aspettato solo lei. Si fece largo fra gli studenti che
non
avevano ancora trovato posto e aveva quasi raggiunto lo scompartimento
dove
aveva intravisto Glorya e Cassiopea, quando la strada le venne sbarrata
da un
alta figura ben conosciuta.
Le
previsioni di Lily riguardo a Edward Nott si erano rivelate
azzeccate: il suo “amico” –in
realtà erano ben quattro anni che si stuzzicavano
l’un l’altra in maniera tutt’altro che
amichevole- era diventato uno schianto. Alto,
muscoloso senza apparire volgare, capelli bronzei che catturavano la
luce e due
occhi verdi a dir poco ammalianti, Edward le si parò davanti
in tutta la sua
bellezza.
-Lily,
tesoro- la salutò
e all’improvviso l’attirò a
sé passandole le braccia abbronzate intorno alla
sua sottile vita. Lei aprì la bocca come per protestare
–tolta Meredith,
nessuno aveva il diritto di toccarla senza averle chiesto il permesso-
ma una
volta che una studentessa le fu passata affianco, Edward la
lasciò andare.
-Intralciavi
il passaggio- fu la sua inutile spiegazione.
-Certo,
altrimenti perché mai avresti dovuto abbracciarmi?- fece
Lily ironica e anche abbastanza seccata. Tuttavia Edward le sorrise e
così la
sua espressione si addolcì giusto un filo.
-Infatti.
Ci si vede…- replicò lui, falso come Giuda, e la
superò,
dopo averle rivolto uno sguardo tutt’altro che casto. Lily
era consapevole di
essere…maturata. Trenta centimetri in più
d’altezza, ventre piatto e una soda
prima di seno, costituivano quello che i ragazzi di Hogwarts chiamavano
“corpo
da stupro”…di cui lei andava piuttosto fiera.
-Edward?-
lo richiamò lei.
-Sì?-
disse lui voltandosi.
-Va
bene che l’occhio vuole la sua parte…ma non
esagerare- lo
punzecchiò lei, maliziosa, e gli voltò le spalle.
Raggiunto lo scompartimento
giusto, aprì la porta e vi entrò senza guardare
bene chi vi fosse seduto.
-Quell’Edward…al
mattino mangia pane e malizia! E ciò lo rende
piuttosto…interessante-
disse poi, buttandosi su un sedile libero.
-La
solita egocentrica- commentò una voce sarcastica che ormai
Lily aveva imparato a riconoscere. Seduto accanto a sua sorella,
Scorpius
Hyperion Malfoy la squadrava con le sue pozze d’argento
ghiacciato. Come lei,
anche Scorpius era cambiato. Più alto, più
muscoloso eppure più sottile, più
sexy al contempo più duro, Scorpius era diventato il sogno
più o meno proibito
di tutta la popolazione femminile di Hogwarts. Irraggiungibile come
solo lui
sapeva essere, sapeva però scioglierti con una sola occhiata.
-Malfoy,
la solita presenza sgradita- lo rimbeccò lei, gelida;
spostando lo sguardo, accanto a lui individuò un bel ragazzo
moro, con profondi
occhi nocciola, che le sorrise.
-Caposcuola
Zabini- disse Lily, cortese, in risposta; non poté
tuttavia fare a meno di gettare uno sguardo a Glorya, che si ostinava a
non
guardare suo fratello.
-Siamo
d’accordo, allora?- chiese Cassiopea a Scorpius, che
annuì
senza tuttavia togliere gli occhi da Lily. In quel momento, la porta
scorrevole
si aprì di nuovo per la seconda volta nel giro di due minuti
e Edward fece
capolino.
-Eccovi!-
esclamò, rivolgendosi ai suoi due amici, -inutile dire
che vi stavo cercando-.
-Perché
non riesci a vivere senza di noi o per qualche motivo
particolare?- chiese Derek, ironico, ma con una certa
rigidità della voce.
-Ah,
ah! Vi cercavo per riferire che è appena arrivata una
strafica da paura…ma se non vi interessa, vado a presentarmi
da solo!- replicò
Edward, prendendo posto, tu guarda, vicino a Lily. Questa, di colpo
interessata, domandò:
-Prego?
Strafica da paura? E chi sarebbe?-
-Deve
trattarsi di Marìkaa Stewart- commentò Cassiopea
disinteressata e, ad un’occhiata di Lily,
proseguì: -Americana, di buona
famiglia, arrivata qui quest’estate per terminare i suoi
studi ad Hogwarts,
dato che suo padre, Phil Stewart, noto commerciante di tessuti
pregiati, ha
pensato che l’Inghilterra fosse un terreno più
fertile per i suoi commerci-.
-Ancora
non mi spiego come tu faccia a sapere tutto di tutti-
osservò Glorya, prendendo per la prima volta parola; Lily,
che notava tutto
senza guardare nessuno, constatò un certo velo di tristezza
negli occhi
nocciola solitamente brillanti della sua amica. Derek doveva
assolutamente
lasciare quello scompartimento.
*****
-Vedrai,
Hogwarts ti piacerà! È assolutamente adorabile!-
squittì
Sissy Brown, che in teoria stava parlando con Marìkaa
Stewart, in pratica
blaterava da sola. Aveva agguantato la giovane straniera appena aveva
messo
piede sull’Espresso e non aveva taciuto da quando il treno
aveva cominciato a
sferragliare tranquillo fra le campagne inglesi. Le aveva parlato di
insegnanti, lezioni, materie, le Case (cercando di far apparire
Tassorosso in
una luce migliore, approfittando dell’ignoranza della sua
interlocutrice) e
adesso stava per attaccare con l’argomento: “elite
e gente che vale la pena
frequentare”, sapendo ovviamente che erano tutte persone
fuori dalla sua
portata. Infatti, Sissy Brown aveva mantenuto alta la reputazione di
sua madre:
ragazza frivola, poco portata per lo studio, in cerca sempre di qualche
bel
giovane con cui farsi vedere in giro (e magari combinare anche
qualcos’altro…)
era la studentessa più sciocca di Hogwarts, attorniata da
amiche del suo stesso
spessore intellettuale e sicuramente poteva solo guardare da lontano
gente del
calibro di Lily Potter.
-Naturalmente
potresti avere qualche difficoltà ad inserirti, ma
tranquilla!! Ti aiuterò io!!- stava dicendo ora Sissy,
incurante del fatto che
Marìkaa aveva smesso di ascoltarla all’incirca tre
minuti dopo l’inizio del suo
sproloquio.
Marìkaa
aveva infatti capito all’istante che difficilmente lei e
Sissy –o una qualunque delle altre ragazze presenti nello
scompartimento-
avrebbero potuto essere amiche. Primo, Marìkaa era una
ragazza piuttosto chiusa
ed introversa, che all’apparenza poteva sembrare superba; in
realtà era affetta
da quella che lei definiva “riservatezza cronica”.
Secondo, non aveva mai visto
–neanche nei quartieri più equivoci di Las Vegas-
una ragazza più volgare di
Sissy. Aveva guardato perplessa l’abbigliamento della Brown,
confrontandolo
mentalmente con il proprio, costituito da un paio di Converse malandate
azzurro
chiaro, jeans sbiaditi e una T-shirt dello stesso colore delle scarpe,
e alla
vista della mini striminzita, del top fantasma e dei sandali di Sissy
si era
ritrovata a sperare che le altre inglesi si coprissero di
più. E terzo, la
vocetta acuta di quella tizia le stava facendo venire un gran mal di
testa. Per
questo motivo, disse, educata:
-Io…dovrei andare in bagno-.
-Ma
certo! Vai pure cara!- rispose Sissy, neanche fosse sua madre,
e Marìkaa uscì dallo scompartimento piuttosto
sollevata. Il corridoio era
deserto e ciò la rallegrò: per quanto avesse
sempre desiderato essere più
estroversa, la solitudine continuava a piacerle molto. Si
appoggiò con la
fronte al finestrino e guardò prati e campi scorrere
placidi. Sospirò, triste.
La sua vecchia vita le mancava già e quel treno la stava
conducendo sempre più
lontana da essa. Aveva pianto, urlato, quando suo padre le aveva
annunciato
l’imminente trasferimento, ma a nulla era valso. Non sapeva
perché non volesse
lasciare l’America, dato che a scuola non aveva amici; forse
per pura
abitudine.
-Tu
devi essere la yankee- disse una voce dura, che fece sobbalzare
Marìkaa distogliendola dai propri tristi pensieri. Di fronte
a lei si trovava
un ragazzo biondo, dal viso aristocratico in cui erano incastonati due
occhi
grigi che fecero sentire subito Marìkaa in soggezione.
-Ehm…sì-
rispose Marìkaa, sentendosi osservata.
Non
sapeva se fosse bella o meno. Nessuno le aveva mai fatto un
complimento, ma non
l’avevano mai nemmeno disprezzata. Dal finestrino opaco
poteva vedere i folti
ricci castani, i grandi occhi celesti, il
naso all’insù, le labbra sottili. La bilancia le
rivelava che era leggermente
sotto peso, la luce del giorno che era troppo pallida.
E tutto ciò in quel momento era oggetto dell’esame
del ragazzo dagli occhi
grigi, che continuava a fissarla. Un rossore imbarazzato tinse le
guance chiare
di Marìkaa, che si guardò i piedi, timorosa.
Scorpius
si stava chiedendo se Edward avesse per caso preso una
botta in testa. Quella era la strafica di cui parlava? Ma se sembrava
un
cerbiatto spaurito capitato per caso nella Foresta Proibita! Era
singolare
però, nella sua bellezza decisamente non comune. Si accorse
che era arrossita e
ne dedusse che fosse piuttosto timida.
-Benvenuta
in Inghilterra- disse, sfoderando un sorriso che
l’abbagliò e lei balbettò un grazie che
Scorpius faticò a cogliere. Perplesso,
rimase a fissarla, per poi chiederle:
-Quanti
anni hai?-
-Diciassette-
fu la risposta di Marìkaa e Scorpius si ritrovò a
pensare che non li dimostrava per nulla. Constatò, nel giro
di mezzo secondo,
che se si fosse trattato di qualsiasi altra persona, probabilmente
l’avrebbe
già demolita con una battuta sarcastica. Stranamente non gli
sembrava il caso
di mortificare quella ragazza che assomigliava ad Alice nel Paese delle
Meraviglie.
-Malfoy!
Hai già terrorizzato la nostra new entry?-
Marìkaa
spostò lo sguardo sulla ragazza apparsa alle spalle di
Scorpius. La prima cosa che pensò guardandola fu:
è ricca. Lo si notava dal
perfetto taglio dei jeans, dalla minuscola firma sul top, dal suo
aspetto
curato o più semplicemente dalla sua aria da chi
è abituato ad avere tutto e di
conseguenza se la tira. Dedusse che ci aveva impiegato ore a sistemare
quei
boccoli rossi, che avesse perso un intero pomeriggio con
l’estemagica per
ottenere quelle mani così perfette e che avesse evitato il
sole come la peste
per mantenere quella carnagione diafana. Da
quest’osservazioni le venne il
secondo aggettivo con cui definire la modella che aveva davanti:
patinata. In
ultimo, rimase colpita dai suoi occhi violetti: magnifici
all’apparenza, duri
nel profondo.
Anche
Lily stava osservando Marìkaa; in realtà aveva
colto
l’occasione di seguire Malfoy –cosa che altrimenti
non avrebbe mai fatto
neanche sotto tortura- solo per poterla vedere. Immediatamente la
catalogò come
la classica ragazza della porta accanto, acqua e sapone; fu questo a
farle arricciare
il naso, oltre allo stato pietoso delle scarpe della ragazza. Scorpius,
che
ormai conosceva Lily come le sue tasche –che la cosa gli
piacesse o meno, era
sua compagna di Casa da quattro anni- capì immediatamente,
dal modo in cui
-In
realtà no Lilian, riservo il meglio di me a te-
replicò
Scorpius, ironico; Lily gli rivolse un brillante sorrisino velenoso,
prima di
avanzare verso Marìkaa.
-Che
maleducata! Non mi sono neanche presentata. Lily Luna
Potter- le disse, tendendole la mano, che Marìkaa
accettò spiazzata. Quella era
la figlia di Harry Potter? Del mago che- come aveva letto sui libri di
Storia
Contemporanea- aveva sconfitto Lord Voldemort?
-Marìkaa
Stewart- rispose l’americana, arrossendo.
Lily
Potter era esattamente
il tipo di ragazza in grado di farla sentire una perfetta
nullità.
*****
Lo
Smistamento dei primini si concluse con Lucy Weasley che- in
perfetta tradizione –venne assegnata a Grifondoro; la piccola
moretta dagli
occhi blu –fotocopia di sua madre- si sedette al tavolo dei
Grifoni con un
sorriso soddisfatto sulle labbra.
-Patetica-
commentò Lily, al tavolo di Slytherin, che aveva
osservato lo Smistamento piuttosto annoiata, battendo con poca
convinzione le
mani ad ogni nuovo membro acquisito dalla sua Casa.
-Con
chi ce l’hai?- le chiese Cassiopea, che guardava
Marìkaa
Stewart dirigersi goffamente verso lo sgabello; anche lei sarebbe stata
sottoposta al Cappello parlante.
-Con
mia cugina- disse Lily, a denti stretti, osservando a sua
volta l’americana.
-Ha
messo la cravatta male e il suo maglioncino è spiegazzato-
commentò Glorya, acida; Lily fece fatica a non mostrarsi
stupita per il tono
della sua amica. Non che fosse una perla di dolcezza Glorya, ma
solitamente era
la meno pettegola fra le tre e di rado iniziava a criticare qualcuno
senza
motivo, al contrario di Cassiopea e Lily. Da questo
Dall’altro
lato della Sala, Marìkaa Stewart ascoltava ciò
che il
Cappello le sussurrava con il volto il fiamme, dato che aveva gli occhi
dell’intera scolaresca addosso; in particolare aveva notato
Lily Potter che non
aveva smesso di esaminarla, e quel ragazzo, Scorpius che invece la
guardava come
se si stesse facendo chissà quali progetti su di lei. Mentre
il Cappello
Parlante strillava: -Corvonero!- Marìkaa non poteva sapere
quanto avesse
ragione riguardo i pensieri di Malfoy.
Una
volta Smistata anche
-A
che punto siamo con i preparativi per la festa? Summers, gli
alcolici?- disse Lily, in tono di comando, a Melissa.
Quest’ultima aveva deciso
di ingoiare l’odio profondo nei confronti della Potter in
quanto aveva capito
che solo cercando di farsela amica avrebbe potuto conquistarsi una
posizione
decente all’interno di Hogwarts; Lily dal canto suo,
perfettamente conscia del
fatto che Melissa pur di avere un po’ di
popolarità era disposta a fare
qualunque cosa, la sfruttava come più le piaceva. Ad esempio
Melissa, che aveva
conoscenze piuttosto giuste nel campo dell’alcool, era molto
utile per il
rifornimento in occasione di feste.
-Tutto
a posto, li ho messi nel solito luogo- sussurrò Melissa,
sapendo che la voce del party non doveva arrivare ad orecchie
indesiderate.
-Bene.
Lizzie, la lista?- Lily, accantonata Melissa, si rivolse
ora ad una ragazza del settimo, tale Elisabeth Kenneth, che aveva il
delicato
compito di selezionare la gente adatta a partecipare
all’evento che si sarebbe
tenuto la sera successiva.
-Eccola-
le rispose Elisabeth, tendendole una pergamena
all’apparenza intonsa; ad un suo colpo di bacchetta, apparve
un elenco di nomi.
Lily,
insieme a Glorya e Cassiopea, lo scorse con attenzione e di
tanto in tanto eliminava qualche nome che non le era gradito.
-Voglio
che Marìkaa Stewart venga aggiunta- ordinò quando
ebbe
finito di leggerla.
Lizzie
si limitò ad inarcare un sopracciglio rossiccio, come i
suoi ricci, e poi aggiunse con un tocco di bacchetta il nome dettole.
-Per
quale motivo hai invitato la sciatta?- chiese Cassiopea, alla
quale non era sfuggito nulla dell’aspetto
dell’americana. Lily le fece uno
strano sorriso, prima di risponderle:
-Devo
capire che tipo di persona è…mai sottovalutare le
ragazze che
sembrano pie e ingenue-.
Cassiopea
aggrottò le sopracciglia, perplessa, ma poi decise di
lasciar perdere la questione tornando ad occuparsi del suo dolce al
caramello.
Il
delicato ticchettio di un cucchiaio contro un calice
richiamò
l’attenzione degli studenti al tavolo delle
autorità: Linton, sempre più
grassoccio e sbiadito, si apprestava a tenere il solito discorso di
benvenuto.
-Bentornati
ad Hogwarts. Mi duole annunciarvi che da quest’anno in
poi la professoressa McGranitt non potrà più
insegnare Trasfigurazione a causa
di alcuni problemi di salute. Per questo motivo ho assunto la qui
presente
professoressa Yung, eccellente conoscitrice delle arti magiche
occidentali e
non-. Dal fianco di Linton si levò una donnina bassa e
minuta, dai tratti
orientali che ricevette l’applauso degli studenti con
espressione severa, che
faceva presagire una rigidità pari se non superiore a quella
della cara
Minerva.
-Oltre
alla professoressa Yung, un’altra figura storica di
Hogwarts è purtroppo venuta a mancare. Mi riferisco
naturalmente al signor
Argus Gazza-. Se Linton si aspettava una qualche forma di commozione
per la
scomparsa del custode, rimase deluso; dato che nessuno accennava a
parlare,
proseguì indisturbato.
-Come
custode, ho deciso di inserire il signor Chilsom, che
prenderà servizio lunedì. Do infine il mio
caloroso bentornato a tutti i nostri
vecchi insegnanti…- un applauso poco caloroso si
levò dai quattro tavoli –e
concludo augurandovi un buon anno scolastico. Buonanotte-.
La
conclusione, brusca come al solito, autorizzò gli studenti
ad
alzarsi e a lasciare lentamente
Lily,
che come tutti gli altri si stava apprestando ad uscire,
venne malamente spinta da qualcuno che evidentemente andava piuttosto
di fretta.
Colta alla sprovvista, perse l’equilibrio, e sarebbe caduta
se non avesse avuto
alle spalle qualcuno pronto a prenderla.
-Non
dovresti indossare i tacchi, se non sai portarli-.
Il
suo salvatore non poteva essere altri che Malfoy.
-Un
idiota mi ha spinta, Malfoy, e sfortunatamente sono caduta
addosso a te- replicò Lily stizzita, sia per il fatto che
qualcuno avesse osato
spingerla, sia per essere finita proprio fra le braccia di Scorpius,
che tra
parentesi non accennava a mollarla; teneva infatti ancora le dita
intorno ai
fianchi di Lily, come per trattenerla. Era la seconda volta nel giro di
ventiquattr’ore che qualcuno la stringeva a sé in
quel modo, che le piacesse o
meno.
-Che
sfortuna…- commentò Malfoy, con voce ironica e
roca,
guardandola negli occhi. Le sue mani parvero a Lily stranamente
bollenti,
mentre vi poggiava sopra le sue con l’intento di liberarsi i
fianchi.
-Già-
ribadì
O
forse per qualcos’altro…
Spazio
Autrice:
Ebbene,
rieccomi! Su questo capitolo non c’è molto da
dire, lascio
a voi i commenti…che saranno numerosi, vero? (me
speranzosa). Perciò, anche a
causa dello scarso tempo a mia disposizione (quel flagello chiamato
scuola
purtroppo è ricominciato…) passo subito ai
ringraziamenti: a chi mi ha aggiunta
fra preferiti e seguite, a Jacopo25 che mi ha messa fra gli autori
preferiti
(grazieeee) e a chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero Kalahary, Lady
Lynx, Aleu, Hayley_Gin91, emma95, rebby, 979
Aleu:
innanzitutto ti
ringrazio per la recensione…e poi, come hai detto tu, la
nostra Lily non sa che
l’aspetta anche se, come vedi, c’è aria
di cambiamento sotto quel punto di
vista… : ) grazie ancora, alla prossima!