Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Red S i n n e r    10/01/2010    4 recensioni
Muti interrogativi passarono sul volto del hanyou che, in tutta franchezza, non sapeva di cosa stesse parlando la giovane.
“Fhè”, esordì con il suo solito aplomb, “Sei stata via per colpa di uno stupido esa-coso?” scosse la testa incrociando braccia e gambe, palesemente sconvolto da un’affermazione così stupida.
Kagome, dal canto suo, non lo schiacciò sul pavimento solo perché probabilmente avrebbe sgualcito il tappeto.
[Tratto da #1: "When the wait is a bittersweet pleasure."]
{Continuo idiota di "Graffiti decorations under a sky of dust"}
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Between my lies and my promise: you.'
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» I watch how the moon sits in the sky.

#02:  »Catene.

 When chains imprison me in you. 





Lo guardava, e lo guarda tutt’ora.

Dalla prima volta che l’aveva incontrato non aveva mai smesso di osservarlo, che fosse uno sguardo di rabbia o di compassione poco importava, la realtà era quella: non aveva smesso di osservarlo.

Era rimasta colpita, come incatenata dai suoi occhi, divertita dalle sue orecchie e affascinata da lui; non dal suo carattere né dal suo viso ma proprio da lui, non sapeva come spiegarlo.

Ed aveva capito, quasi subito in realtà, che si stava innamorando; lo aveva capito dalla gelosia che alle volte la coglieva impreparata ma, soprattutto, da quelle catene che sembravano legarla a lui indissolubilmente.

Ogni volta che si allontanava, ogni volta che era lui ad allontanarsi, il suo cuore veniva stritolato in una morsa ferrea e lei lo sapeva, erano invisibili catene quelle che la martoriavano, stracciandole il cuore fino a farlo sanguinare, testimoniando la distanza che li separava e la mancanza che sentiva.

Doveva ritornare da lui e non era per amore ma per dolore:  era dolore quello che sentiva e quelle catene non la lasciavano respirare; era un obbligo, doveva ritornare.

E quando era lui a venirla a prendere il cuore di Kagome diventava sempre più leggero, e i suoi occhi non lo abbandonavano mai, mai, fissava i suoi occhi cercando imprimerne il colore nella memoria ma, puntualmente, non vi riusciva.

Lo guardava, e ne moriva, quando non erano i suoi occhi quelli che vedeva ma la sua schiena voltata e i suoi passi veloci che si allontanavano verso di lei.

Lo aspettava sempre, restando sveglia fino a tardi, riscaldandosi in una coperta davanti ad un fuoco che, lentamente, lasciava il posto alle braci, lo aspettava sentendo su di sé gli occhi dei suoi compagni di viaggio: preoccupati per lei ed arrabbiati con lui.

Quando ritornava, Kagome lo guardava sorridendogli appena, ma lui distoglieva lo sguardo; si sentiva in colpa? Non voleva vederla? Non voleva vederla perché le assomigliava troppo?

Lei non lo sapeva e ne moriva lentamente, lo guardava anche nel sonno, osservava quella sua espressione corrugata, le sopracciglia aggrottate anche nel torpore, e desiderava con tutto il cuore di poter dividere tutto il peso che soleva portarsi dentro, desiderava con tutto il cuore di potergli stare accanto e guardarlo negli occhi. Sempre.

Voleva toccarlo, accarezzargli una guancia, sentirselo più vicino, soprattutto quando ritornava all’accampamento dopo averla vista; voleva fargli capire che lei ci sarebbe stata sempre, che non l’avrebbe tradito mai. Ma la mano rimaneva sempre a mezz’aria, incapace di fare alcun che, invisibili catene la trattenevano perché non poteva, non poteva forzarlo, non poteva costringerlo  in quei momenti in cui era così debole.

E allora chiudeva la mano, stringeva il pugno e ritirava il braccio verso il petto, cingendosi le ginocchia con entrambe le braccia, desiderando che fosse il suo calore ad abbracciarla e non quello artificiale di una coperta.

Lo guardava mentre dormiva, mentre parlava, lo osservava respirare, beveva tutto ciò che faceva come fosse acqua e lo amava, lo amava così tanto che faceva male.

Faceva male al cuore, stretto da catene, faceva male a se stessa che continuava ad aspettare un abbraccio, faceva male ai suoi occhi quando lo cercava e lui sfuggiva.

Faceva male, tanto male, ma aveva imparato ad accettare anche questo, ad amare anche questo dolore perché era lui a somministrarglielo, e si accontentava di una frase più gentile del solito e di un sorriso appena accennato, si accontentava dei suoi rari abbracci e del colore ambrato dei suoi occhi.

E si ripeteva che tutto quello non era poco, che prima ancora di essersene innamorata lei era diventata sua amica, e come amica ci sarebbe stata sempre; InuYasha lo sapeva e per questo l’amava -  ma quanto, quanto l’amava?

Non lo sapeva, forse non glielo avrebbe mai detto, forse avrebbe lasciato che le cose, semplicemente, trovassero il loro ordine e scivolassero al loro posto, forse sarebbe andata così e lei amava pensarlo ma per ora le bastava sentirlo vicino come in quel momento, mentre condividevano la stessa coperta ed InuYasha arrossiva impacciato.

Tutto sarebbe andato per il verso giusto, lo sentiva, e un giorno non avrebbe più pensato al dolore e alle lacrime inespresse, nemmeno ai suoi abbracci negati; sarebbe stata felicemente, semplicemente e meravigliosamente felice. 

Avrebbe aspettato e finalmente sarebbe riuscita ad accarezzarlo, a sentirlo più vicino, e a distruggere con la forza di una carezza quelle catene dolcemente diaboliche che la stringevano  a lui ma non la facevano respirare.

Aspettando quel momento, il momento in cui tutte le cose sarebbero scivolate nel verso giusto, l’avrebbe guardato camminare e ridere, vivere e respirare, bevendo il colore nei suoi occhi lasciando che gli scavasse l’anima,  con il  sorriso sulle labbra perché questo era l’unico modo di vivere con lui: vivere per lui.

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Ho seriamente pensato di non pubblicarla, che gioia. XD
In questo periodo non mi piace per niente ciò che scrivo ma ciò, ovviamente, non mi impedisce di farlo. *riot-
Uhm, vorrei ringraziare ryanforever e Bellatrix_Indomita per aver recensito, credevo di rivere qualche commento in più dato il 'successo' del prequel di questa raccolta a quanto pare sto diventando strafottente, me ne scuso. ç.ç
Ringrazio anche i 4 preferiti.
Spero tanto che vi sia piaciuta.
*sbrill,sbrill-
Alla prossima!

Red.

   
 
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