Titolo: Le scelte del destino
Autore: Cicci 12
Raiting: Mmmh… direi Nc17
Riassunto: Sarah, una qualsiasi ragazza
appassionata di vampiri, fa un incontro particolare,
che le cambierà la vita. Spike, biondo, occhi azzurri, fisico atletico,
incontra lei, che cambierà la sua vita.
Uno nuovo destino aspetta i due, ma lo
affronteranno insieme.
Spoiler: Tutte le stagioni di Buffy, dalla
prima alla settima.
Cap. 1 Un incontro
inaspettato
Era mattina
presto, ma le strade di Los Angeles erano affollate come se fosse l’orario di
punta; Sarah King era partita presto da casa sperando di trovare poco traffico,
speranza vana, considerando l’interminabile fila di auto che si estendeva
davanti a lei, ma sarebbe arrivata all’università in orario, a qualunque costo.
Arrivò giusto
in tempo per parcheggiare la macchina vicino a quella della sua amica Monica,
che stava chiudendo lo sportello dell’auto proprio in quel momento.
- Ehi, Moni,
aspettami!- la chiamò Sarah.
- Wow! Non sei
in ritardo.- osservò stupita la compagna, ricevendo una smorfia come risposta.
- Spiritosa. D’ora
in poi arriverò in orario, garantito. Non ho intenzione di dare altre
soddisfazioni al signor Spiritosaggine.-
- Bè, sarebbe
un vero miracolo.- le disse Monica, precedendola verso l’entrata.
Erano appena
arrivate all’armadietto di Sarah, quando la campana suonò, così si diressero
veloci verso la loro aula.
- Buongiorno a
tutti, ragazzi.- disse il professor Parkinson entrando in aula e salutando gli
alunni, che risposero cordiali; poi il suo sguardo si posò su Sarah, seduta in
seconda fila.
- Signorina
King. Ci onora della sua presenza già a quest’ora della mattina? Questa è una
data da segnare sul calendario.-
Sarah arrossì,
mentre il resto della classe rideva, ma decise di non rispondere alla
provocazione.
In
effetti fin
dall’inizio dell’anno, cominciato ormai da due mesi, era sempre in ritardo e
tutte le mattine il signor Parkinson la prendeva in giro: cominciava a pensare
che si divertisse.
La giornata fu
lunga e piuttosto noiosa, ma finalmente arrivò l’ora di pranzo.
Cosa che,
tuttavia, non servì tuttavia a risollevare il morale a Sarah che, mentre tutti
gli altri se ne tornavano a casa, lei doveva restare in biblioteca per una
stupidissima ricerca di letteratura inglese: un vero strazio, detto in parole
più semplici.
Così, dopo un
pranzo veloce alla mensa dell’università, si diresse verso la stanza delle
torture, come amava chiamarla lei: prima avrebbe iniziato e prima avrebbe
finito.
Trasse un
lungo sospiro, prima di immergersi tra gli enormi scaffali alla ricerca di
qualche libro che potesse interessare la sua ricerca.
- Ma dove
diavolo l’hanno messa la letteratura?- si lamentò tra
sé, vagando spaesata tra gli alti mobili.
Mai che si
trovasse qualcosa in quella biblioteca, era sempre un tale disordine!
Ok, forse la
colpa era anche un po’ sua, non che quello fosse il suo posto preferito dove
passare il sabato sera; anzi, doveva ammettere che in oltre 2
anni di permanenza in quella facoltà, aveva visitato quell’angusto luogo che
veniva chiamato biblioteca, si e no… 4 volte.
Un po’
deprimente in effetti.
Ma
sta di fatto che la bibliotecaria è una gran disordinata, si disse, riferendosi alla ormai nota
pigrizia della signorina Black.
Mentre vagava
con lo sguardo sui titoli dei volumi sparsi sugli scaffali, la sua attenzione fu
catturata da un libro dal titolo “I
vampiri e le loro storie”.
Appena lo vide
lo prese senza neanche pensarci, come se la sua mano
fosse mossa da una forza sovraumana.
Cominciò a
sfogliarlo distrattamente, per poi portarlo ad un
tavolo ed aprirlo, dopo aver appurato che era pieno zeppo di quelle storie che
l’avevano affascinata ormai da parecchi anni; aveva una vera e propria mania per
storie di vampiri.
Aveva letto
quasi tutti i libri di Anne Rice e la collana dedicata alla cacciatrice di vampiri Anita Blake.
Per non
parlare della serie Tv “Buffy,
l’ammazzavampiri”, di cui non aveva perso una sola puntata; ormai anche le
sue amiche la prendevano per pazza, quando partiva a raffica a parlare di Spike
ed Angel.
Bè, in effetti era proprio il primo tra i 2 il vero motivo per
cui adorava quel telefilm; per vedere il suo attore preferito, James Marsters, nei
panni sexy-vampiro Spike.
Alto,
muscoloso, capelli biondo platino e occhi
azzurrissimi, come ghiaccio: si era innamorata subito di quello sguardo.
Continuò a
sfogliare il libro, leggendo qua e là alcune storie, tra le più strane e
antiche, come quelle sul Conte Dracula, personaggio nato dalla fantasia di Bram
Stocker, ma che molti erano convinti esistesse davvero; e in fondo chi era lei
per dire il contrario?
Non poté fare
a meno di pensare alla puntata in cui Buffy lo aveva incontrato nel cimitero di
Sunnydale, in cui è ambientata tutta la vicenda.
Stava
sorridendo ripensando a quelle scene, e pensando che forse le sue amiche
cominciavano ad avere un po’ di ragione a proposito della sua pazzia, quando
l’occhio le cadde sull’orologio: le cinque e venti.
Accidenti, era
tardissimo, e lei non aveva trovato neanche un libro per la sua ricerca.
Mise al suo
posto il libro sui vampiri e si rituffò tra scaffali; riuscì a trovare qualche
volume che poteva servirle, ma erano quasi le 6, e la
biblioteca stava per chiudere, così decise di prendere in prestito quei volumi,
affrettandosi ad uscire.
Salì in
macchina e partì, sapendo che non sarebbe arrivata a casa prima delle sette: in
fondo era l’ora in cui tutti uscivano dal lavoro.
Come
immaginava trovò molto traffico sulla strada principale, e restò ferma a lungo,
imbottigliata tra le auto dei lavoratori che uscivano dai facoltosi uffici di
Los Angeles.
Si guardò
intorno sbuffando, cercando di non iniziare a strombazzare incessantemente
all’Audi che le stava davanti, quando notò di essere giunta proprio
davanti al cimitero della città e ripensò al telefilm di Buffy e soprattutto
allo spine-off “Angel”, che era stato
girato proprio lì, a Los Angeles.
All’improvviso,
in mezzo alle lapidi, le sembrò di scorgere una figura alta e muscolosa,
accompagnata da un’appariscente testa biondo platino,
sparire in un batter d’occhio.
Sarah batté le palpebre incredula, sfregandosi poi ripetutamente gli
occhi e tornado a guardare verso il campo santo: nessuna testa bionda in vista.
“Sarah, Sarah.
Forse stai guardando un po’ troppe volte le puntate di quel telefilm. Oppure
sei semplicemente stressata. Dovresti prenderti una vacanza.” pensò riportando lo sguardo sulla
strada.
Cercò di
togliersi la “visione” dalla mente e finalmente arrivò a casa: guardò
l’orologio e come previsto erano le
- Mamma, sono
a casa.- disse varcando la soglia.
- Ciao, cara, bentornata. C’era molto traffico?- le chiese
affacciandosi dalla porta della cucina.
- Guarda, non
me ne parlare. È pronta la cena? Sto morendo di fame.-
chiese Sarah alla madre posando la borsa sul divano in salotto.
- Quasi,
tesoro. Sto scaldando. Perché non ti vai a fare una doccia?.-
- Ottima idea.
Credo mi ci voglia proprio.- rispose dandole un bacio sulla guancia.
Raccolse borsa
e libri e si diresse in camera sua.
Aprì l’armadio
per prendere un asciugamano e sorrise: sull’anta interna, era appeso un poster
gigantesco di Spike; bellissimo come sempre.
Si spogliò e
si gettò sotto la doccia: il getto caldo dell’acqua la invase e le diede un
senso di sollievo.
Dopo la doccia
scese a cena, poi tornò di corsa in camera sua: doveva assolutamente iniziare
la ricerca di letteratura, o non ci sarebbe mai arrivata in fondo.
Sfogliò le
pagine selezionando le parti che più le interessavano e prese parecchi appunti
dai libri, cercando di concentrarsi sulle parole che le si
presentavano davanti; alle 2 di notte decise di smettere, causa occhi
che bruciavano, palpebre che si abbassavano e continuo aprirsi e chiudersi
della bocca in sbadigli esagerati.
Inoltre, se
non si fosse subito messa sotto le coperte, la mattina dopo sarebbe arrivata in
ritardo come al solito e il signor Parkinson avrebbe
ripreso a godere come sempre.
Si mise il
pigiama e si coricò a letto, addormentandosi all’istante.
La mattina
seguente alzarsi fu una vera impresa, ma con un po’ di buona volontà riuscì ad
aprire entrambi gli occhi, abbastanza da non andare a sbattere contro i mobili
della casa o contro le porte.
Troppo stanca
per prendere la macchina, optò per il tram, dopo una
colazione abbondante preparata dalla madre; diceva sempre che la colazione era
il pasto più importante della giornata.
Prese il primo
autobus che passava e nonostante il traffico, anche quella mattina riuscì ad
arrivare in orario.
Quel giorno,
per sua sfortuna, aveva lezione anche al pomeriggio; un’altra
giornata che la faceva procedere a velocità accelerata verso un esaurimento
nervoso in piena regola.
Finalmente
arrivarono le sei e trenta e dopo essersi accertata che non ci fosse qualche
temporale in arrivo, decise di tornare a piedi.
Era piuttosto
tardi, ma aveva bisogno di una boccata d’aria e la paura di essere assalita da
qualche delinquente per le strade di Los Angeles non l’aveva mai avuta, era
perfettamente in grado di difendersi da sola.
Passò per il
centro di L.A., scegliendo poi una scorciatoia tra le
viuzze più buie.
Stava
tranquillamente attraversando uno di quei vicoli che molti avrebbero chiamato
“malfamati”, quando sentì un fruscio sospetto; si voltò di scatto, guardandosi
intorno, ma non vedendo nessuno, si rilassò.
“Inutile, Sarah, stai diventando paranoica.”
pensò, scuotendo la testa.
Ma all’improvviso si senti prendere alle
spalle e strattonare con violenza.
Chiuse gli
occhi urlando, per poi cercare di riacquistare abbastanza lucidità per reagire, quando sentì una voce famigliare, fin troppo
famigliare, ma che riteneva impossibile poter udire realmente.
- Puoi urlare
finchè vuoi, dolcezza, ma nessuno ti sentirà.- disse quella
voce roca, ma sensuale.
Sarah aprì gli
occhi e l’urlo le si smorzò in gola: davanti al suo
viso c’era...
Lo sapeva che
era impossibile, matematicamente impossibile, ma
davanti ai suoi occhi c’era propri lui.
Dopo aver
ripreso un po’ di aria, la ragazza riuscì a trovare la voce per gridare:- SPIKE?!?!?!?-
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Salve a tutti!!!
Bè, ammetto
che avevo già postato questa ff, ma ho deciso di ripostarla con alcune
modifiche e, spero, miglioramenti.
La motivazione
reale è che questa è una storia già fatta e finita da parecchio tempo, ma dal momento che non l’aggiornavo ormai da qualche mese
(forse anche qualche anno), ho pensato che fosse più sensato farla ricominciare
da capo.
Come primo
capitolo non ho molti commenti da fare.
Spero solo che
possa soddisfare coi lettori. ^^
Un bacio a
tutti.
Cicci 12