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Autore: theSwamp    10/01/2010    2 recensioni
Renesmee è cresciuta, e della bambina deliziosa che incantava chiunque è rimasto davvero poco, rimane solo una ragazza costretta a vivere una vita sul filo di due mondi totalmente diversi. E arriverà il momento in cui dovrà capire quale sia il vero significato dell'amore.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A casa mia, per quanto mi ricordassi, c’era sempre stato un odore strano. Sebbene la casa fosse sempre asetticamente pulita, e tutti i suoi abitanti avessero un delizioso e irresistibile aroma, c’era sempre uno strano odore. Che forse, tra l’altro, sentivo solo io, visto che nessuno se ne era mai lamentato. C’era un odore di negozio: tipo colla e carta da pacchi. Mi aveva sempre dato un po’ fastidio. Forse era dato dall’accumulo di cose nuovissime che avevamo in casa, fatto sta che questo odore mi dava proprio sui nervi. E quando entrai, l’odore c’era ancora, proprio come ricordavo. Arricciai il naso.

Ma l’odore di muschio, e foglie e terra fresca che portava sempre con sé Jake era scomparso. Questa sì che era una cosa strana.

Non era cambiato pressoché nulla, a parte qualche nuovo prezioso vaso e un gigantesco albero di Natale sui toni del blu e dell’argento che troneggiava di fronte all’ampia vetrata, in fondo sulla destra. Ogni cosa era, come al solito, straordinariamente perfetta. Anche la voce di mia madre che, dal pianerottolo, richiamava la mia attenzione.

-Renesmee!-, mi disse sorridendo, e salutandomi con la mano, come se fossimo troppo lontane.

-Ciao mamma-, risposi cautamente.

-Ti aspettavamo tanto-

-Eggià. Guarda che puoi anche scendere, mamma-

La cosa la colse un po’ di sorpresa e stette un po’ a guardarsi attorno, giusto per farmi ricordare di che razza di stronza ero stata ad andarmene per così tanto tempo, giusto per ricordarmi che ero piuttosto un’incapace. La mia cara mamma matta. Era proprio tutta matta, altrochè. La mia cara mammina matta scese le scale e mi venne ad abbracciare, e io non ci volevo pensare, almeno per trenta secondi, giusto il tempo di essere felice di rivederla, ma non ci pensavo da un po’ e mi venne proprio da farlo: e ci pensai di nuovo, al fatto che proprio per me non era una mamma vera. L’avrei tanto voluta una mamma vera, di quelle che a un certo punto ti fanno un fratellino o una sorellina, oppure che ti vengono a vedere alla recita delle elementari, o che vanno ai colloqui con i professori, o che semplicemente quando le fai incontrare ai tuoi amici non hai bisogno di dire “Questa è mia sorella” invece di “Questa è mia madre”. Ero proprio noiosa, e ripetitiva, e Ben aveva proprio ragione a dirmelo. A un tratto mia madre sciolse l’abbraccio e andò ad abbracciare anche Benjamin. E allora sì che pensai che fosse proprio tutta matta. Quando ero partita lo detestava, proprio dal profondo. Anche Ben fece una faccia strana, un po’ idiota perché si vedeva troppo che non si aspettava di essere abbracciato da mia madre. Mia guardava fisso e mi sembrava di vedere un enorme punto di domanda luminoso stampato sulla sua fronte.

Questo sì che era un ritorno da telenovela. Sorrisi tra me e cercai di ricordarmi la battuta per dopo, per dirla a Ben.

Poi dal pianerottolo cominciarono a scendere tutti, uno a uno, e io cominciai a sentirmi parecchio male. E poi ero anche parecchio sotto pressione perché sapevo che dovevo fare una faccia del tipo “Scusate se vi ho procurato solo casini da quando sono al mondo”. Che pena.

Papà fu l’ultimo a scendere, e aveva una fantastica faccia incazzosa che mi fece sentire davvero meglio. Grazie papà per essere incazzato, pensai intensamente. Almeno una reazione normale, finalmente. Mi venne ad abbracciare, anche se non fece alcun riferimento ai miei pensieri, e mi rivolse un lieve sorriso. Non abbracciò Benjamin, e tutti e tre ne fummo sollevati.

-Sei molto cambiata Nessie-, disse Rosalie osservandomi attentamente. O meglio esaminandomi.

-Eggià-. Non trovavo risposta migliore a quella, qualsiasi fosse stata la domanda.

-E’ proprio cambiato il tuo…aspetto-, disse Jasper, sorpreso. Doveva essere dura da mandare giù, che potesse cambiare il mio aspetto. Forse come quei ragazzi che dopo gli studi si prendono un anno sabbatico e tornano a casa pieni di tatuaggi e piercing e i genitori e i parenti se li ritrovano davanti e si chiedono che diavolo hanno fatto, ma soprattutto perché diavolo li hanno lasciati partire per quello stramaledettissimo anno sabbatico.

-Eggià-

-Sei dimagrita-. Caspita, quello sì che era un commento da mamma. Mia madre mi studiava con apprensione, e io proprio non riuscivo a starla a guardare. Ci fu un attimo di silenzio.

-Possiamo andare a sederci e parlare, adesso?-, suggerì mio padre, spazientito. Se ne stava ai lati della scena, in silenzio, lo sguardo impenetrabile. Era più facile avere un avversario piuttosto che uno stuolo di individui che cercano di percepire i minimi mutamenti della tua faccia. Si diresse in salotto e ci limitammo a seguire.

Dopo esserci tutti messi comodi, rimanevano pochi posti liberi. Di fianco a me, avevo sempre un silenzioso Ben, seduto sul bracciolo della poltrona bianca su cui mi ero appollaiata, in allerta. Loro non erano proprio cambiati. Chissà perché, ma mi ero immaginata che avrei trovato qualche particolare diverso, al mio ritorno. E invece no.

-Posso dire una parola?-. saltai praticamente sulla poltrona quando sentii che a parlare era stato Benjamin. Mi percorse un brivido di freddo, mi succedeva sempre quando mi agitavo. Mio padre strabuzzò gli occhi, colto alla sprovvista, mentre reazioni simili coinvolgevano tutti i presenti, me compresa. Senza stare tanto a osservare i particolari, si vedeva subito che Ben non era proprio quel che si chiama un oratore. Ci sorprese tanto che nessuno si ricordò di rispondere.

-Nessun problema-, dissi alla fine, rivolgendogli uno sguardo interrogativo. Alzò un sopracciglio, scettico: probabilmente avrebbe preferito che a rispondergli fosse stato un membro della famiglia, piuttosto che giocarcela tra di noi. Quasi quasi mi mettevo a ridere. Si schiarì la voce brevemente, raddrizzò la schiena, si schiarì la voce di nuovo.

-Dunque. Per prima cosa, buonasera.- Si guardò attorno, in cerca di consenso. Feci un cenno d’assenso. Proprio non era un oratore. –per seconda cosa…salve. No, per seconda cosa, voglio dire, grazie per avermi permesso di unirmi a voi, oggi. So che siete alquanto…dubbiosi, riguardo il fatto che io e Nessie siamo, come dire, compagni, no? Per diversi motivi, come per esempio il fatto che ero qui per conto di Caius-. Fece una breve pausa: era molto divertente, assistere al suo tentativo di non risultare ostile. Ma i suoi modi erano sempre pessimi.

-E vi ringrazio anche per aver dato modo a Renesmee di fare di testa sua, riguardo all’allontanarsi da casa. Mi sembra giusto che ognuno segua la sua strada, no? E quindi, grazie per averci dato queste possibilità. Vi devo molto.-

La conclusione del suo breve discorso mi fece restare di sasso, perché da lui non me lo aspettavo. Da come aveva pronunciato quelle parole, sentivo che davvero lui era riconoscente alla mia famiglia, e anche se non sapevo per quale motivo lo fosse, ne ero felice. Estremamente felice, perché nella realtà, per la prima volta, mi appariva la possibilità di conciliare lui a tutto il resto. Sapevo che la parte peggiore sarebbe venuta solo dopo, quando avrei dovuto affrontare il vero problema. Ma dovevo pur iniziare a rimettere le cose a posto, e forse era più logico cominciare dalla più piccole. Ero un po’ su di giri.

-Averci dato questa possibilità. Da quando è sottinteso che abbiamo permesso tutto questo per il tuo personale diletto, Benjamin?-. Mio padre era seduto esattamente davanti a noi, le mani intrecciate, osservava Ben con uno sguardo che poteva solo aggiungere alle sue parole una sfumatura ulteriormente sarcastica.

-Edward, ne abbiamo parlato tutti. Non c’è ragione, davvero non c’è ragione per alterarsi-, disse mia madre, inaspettatamente pacata. Eppure, quando ero partita era lei ad essere più contrariata. Continuavo ad essere un po’ stranita dal ribaltamento di posizione.

-A me la storia continua a puzzare-, mugugnò Emmett.

-E io continuerò a non vedere niente, un tubo di niente! Bene!- sbraitò Alice, stravaccandosi sul divano in una posa sgraziata che le si addiceva poco. Ce l’aveva ancora con me per storia delle visioni sbiadite, pensai tra me, con un sorriso. Quella sì che era proprio matta, forse più di mia madre. Proprio matta sciroccata completa.

-Tappatevi la bocca, ha diritto di fare quel che vuole!-, strillò Rosalie, coprendo la voce di Alice che stava per aggiungere qualcosa. A quel punto le voci cominciarono ad accavallarsi, e tutti cominciarono a dire la propria. Era una cosa molto disordinata, non ero abituata a scene simili. Di solito le nostre riunioni di famiglia erano sempre pacate e pacifiche. Cercai comunque di seguire il discorso.

-Ma non capisci che i Volturi verranno comunque? Non centra niente che lui sia con Renesmee o no!- disse mia madre, visibilmente alterata, rivolgendosi a mio padre.

-E’ del tutto irragionevole, Bella, è solo un rischio in più…e la reazione del branco! Non abbiamo molti alleati-

-Non ce la faremmo comunque, se lo volessero, non di nuovo-

-E non mi fido di lui. Non è prudente-

Ne avevo sentite proprio tante, compreso uno strano riferimento ai lupi su cui avrei dovuto andare a fondo. Ma quello era davvero troppo: quando presi la parola, mi sorpresi di come la mia voce riuscisse ad essere così spiacevole e perentoria.

-Non venirmi a parlare di prudenza, puoi evitare Edward, visto che sei l’ultimo in questa casa a poter giudicare cosa sia prudente e cosa no. Non mi pare che io sia saltata fuori da una pura elucubrazione mentale, o mi sbaglio?-. non volevo chiamarlo col suo nome, sapevo che gli spiaceva, ma quando mi alteravo non potevo farne a meno.

-Era una cosa molto differente-, sussurrò, scuro in volto.

-Nel senso che era assolutamente più pazzesca, folle e rischiosa?-

-Nel senso che io amo Bella-

-Al contrario di quanto io sia in grado di fare-

-Scusami Renesmee, ma ti conosco e non mi fido dei tuoi capricci-

Rimasi zitta per un secondo, tutta concentrata a mordermi il labbro inferiore. I miei genitori non mi avevano mai dato uno schiaffo in vita mia: sentii come se mio padre, in quel momento, lo avesse fatto.

-Sta attento a quello che dici-, gli suggerii freddamente.

-E’ solo un dato di fatto, non voglio fartene una colpa-. Sembrava volesse scusarsi, ma non ritrattare.

-Non sei stato con me in quest’anno, non puoi sapere davvero-

-Non che io non abbia voluto esserci. Sei tu che hai voluto rimanere sola-

-Dacci un taglio Edward. Le cose stanno così, ed è meglio se ti ci impegnerai, ad accettarle-

Non sopportavo di non avere l’ultima parola nelle discussioni, ed anche quella volta ci riuscii. Tirai un lungo sospiro, e finalmente mi rilassai sulla poltrona. Mi sentivo come il vincitore di un duello in cui l’avversario era rimasto a terra.

-Ha ragione. Le cose stanno così. E io mi fido abbastanza di lui-, disse Jasper facendo un cenno a Benjamin, che mi sembrò quasi infastidito dal richiamo.

-Sono sicura che sia un bravo ragazzo- aggiunse Esme, dolcemente. Benjamin le rispose con la vaga traccia di un sorriso. Mi era sempre sembrato che gli stesse simpatica.

-E ormai in ogni caso Edward e Bella hanno permesso che le cose stessero così, quindi non ha senso essere risentiti-, suggerì Carlisle, scambiandosi una veloce occhiata con sua moglie. Avevamo una gerarchia piuttosto interessante, avrebbero dovuto studiarci come i branchi di elefanti. Mi era sempre piaciuta la gerarchia matriarcale dei branchi di elefanti. Tornai a concentrarmi sulla situazione, ma dovevo ricordarmi di chiedere a Ben che ne pensava della gerarchia dei branchi di elefanti.

-Credo che allora possiamo anche invitare Benjamin a…-. Mia madre cercava le parole giuste, ma dopotutto era una cara vecchia mamma matta e non era portata a fare discorsi. Nemmeno lei. Se fosse stato per lei e Benjamin, probabilmente saremmo rimasti lì a guardarci in faccia ancora per un bel pezzo.

-Far parte della famiglia?- cercò di concludere Alice, un’espressione schifata sul bel viso. Come se a lui ne importasse qualcosa, pensai fra me, facendomi scappare una risatina nervosa. Mi guardarono un momento, prima di concentrarsi su di lui. Aspettavano una reazione.

-Bè, molto onorato-, fu tutto quello che disse. Come avevo immaginato, la cosa non lo esaltava più di tanto, ma sembrava comunque soddisfatto: in ogni caso, non sarebbe stato di certo un loro parere ad allontanarlo da me.

-Caspita che entusiasmo-, grugnì Emmett. Chissà perché era così circospetto. Avrei dovuto indagare.

-La seduta è chiusa? Abbiamo il benestare dell’alta corte?- chiesi, con un sarcasmo il più amaro possibile. –Dovrei parlare un secondo con loro-, proseguii indicando i miei genitori, di fronte a me. In un secondo tutti si alzarono, pronti a lasciarci soli. Anche Benjamin, al mio fianco, se ne stava per andare.

-No-, dissi tenendolo saldamente fermo per il braccio –Resta qui. Parliamo di cose nostre-

Lo guardai e capii che in quel momento stava provando una gioia molto più intensa, e sincera, di quando poco prima tutta la famiglia aveva accettato la sua presenza.

Erano quelle le cose che mi ricordavano sempre il motivo per cui per lui avrei rinunciato a tutto.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Ho deciso di cambiare la location dell’angolo commento/ringraziamenti. Beh, direi che questo capitolo ha già un po’ più di sostanza, cosa ne dite? Finalmente Renesmee è tornata e comincia ad essere fatta più di azioni e decisioni e meno di pensieri. Ho cercato di dare questa sfumatura (e spero di esserci riuscita anche se non ne sono proprio sicura…) perché sento che ormai la storia debba avviarsi verso la conclusione, per vostra fortuna XD.

Quindi grazie ancora a tutti i lettori, a tutte le buone anime che hanno aggiunto Starlight ai preferiti di recente (ma anche in passato, sia chiaro!) e ovviamente a tutti i gentilissimi commentatori. I vostri commenti sono davvero motivanti, mi fa davvero tanto piacere riceverli, leggerli e sviscerarli per bene alla ricerca di significati nascosti…(l’ultimo concetto è un po’ inquietante -.-). Lancio una proposta che mi è venuta in mente oggi: vi interesserebbe avere una specie di soundtrack della storia? Be tanto io la metterò lo stesso XD

Allora, i ringraziamenti:

LadyEl: Ciao!! Se tutti i tuoi commenti “in ritardo” (che poi erano passati solo un paio di giorni dal postaggio!) sono così interessanti e stimolanti, sono pronta a ricevere commenti in ritardo senza nessun problema, anzi! (*ç*àsbavo al solo pensiero). Seriamente, grazie mille, sia per i tanti complimenti con mia conseguente “ansia da prestazione”, ma soprattutto mi fa molto piacere che tu nella tua analisi dei personaggi abbia ragione. Sono contenta perché vuol dire che allora attraverso le parole qualcosa è davvero passato! E direi che hai proprio ragione, quando dici che Benjamin viveva tanto per vivere, prima di incontrare Nessie. Ed è esattamente così, il suo vivere distaccato da tutto e tutti non è un modo di difendersi (banalotto come concetto, da telefilm per ragazzini), ma è semplicemente “altro non è che una diversa visione della vita”. Mi hai stupita perché era proprio quello che intendevo. Così come hai ragione classificando il rapporto tra Nessie e Ben come simbiotica: una convivenza silenziosa ma indispensabile per mantenere un equilibrio precario come le loro nature, inquiete e nervose. Invece per Thomas, purtroppo non posso dirti bene se hai ragione o meno, perchè, dal basso della mia super ignoranza, non ho ancora letto Il ritratto di Dorian Gray. Lo so, lo devo fare! Però potresti avere capito bene anche qui (strano! J), e te ne renderai conto quando inserirò il racconto del passato e della trasformazione di Thomas. Bene, spero che tu non ti sia addormentata nella lettura, ma tranqui, ti capirei XD Grazie mille per i bellissimi commenti, sono davvero…appaganti! Sapere che qualcuno legge quello che scrivi con tanta attenzione è davvero stupendo. Ciao, spero a presto! Ps: anche a me piace molto la letteratura, e la poesia, ma purtroppo non posso dire lo stesso della filosofia, che devo studiare con una canna di fucile puntata alla tempia! XD

Sinead: Ciao! Che bello risentirti, sono contenta che tu segua ancora! Be, alla fine ho postato relativamente presto, rispetto ai miei standard (mesi senza postare XD) e spero che il capitolo sia di tuo gradimento…un bacio, a presto!

Sily85: Ciao!! Bene, eccoti qua non uno, ma due (c’è la seconda parte, che devo ancora inserire) capitoli sull’incontro tra Ness e l’inquietante family…non so a me personalmente inquieta O.o E il senso di possesso è come la gelosia, tutti che se ne lamentano, e tutti che in silenzio ne sentono il bisogno…bah, l’amour. Un bacio anche  te, fammi sapere cosa ne pensi del famigerato incontro!

 

 

  
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