Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Clo_death eater    10/01/2010    4 recensioni
Ciò che mi propongo di fare con questa ff è di raccontare la vita di Tom Riddle, conosciuto anche come Lord Voldemort, dal giorno della sua nascita a quello della sua morte, passando attraverso a tutti gli episodi più importanti avvenuti in essa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dintorni di Londra, 19 Agosto 1932

<< Avanti bambini, sbrigatevi e non rimanete troppo indietro, perché se vi perdete poi ci rimanete nel bosco >> urla la signora Cole.
Come ogni anno ci ha portati a fare la gita, il bosco è più o meno come l’ho lasciato due anni fa.
Odio la signora Cole.
E’ una stupida donna, non molto vecchia in realtà ma così... rigida.
Tra di noi si dice che sia venuta a lavorare all’orfanotrofio perché non può avere figli ma non credo sia così... non mi sembra ci ami molto. Non me, comunque.
Sono uno dei pochi bambini dei quali si sa con precisione che fine abbiano fatto i genitori, per lo meno, uno dei due. Mi sarò fatto raccontare miliardi di volte della notte in cui mia madre è venuta a bussare alle porte dell’orfanotrofio, stremata. Mi hanno detto che era giovane, ma che non ne conoscono il nome. Che ha fatto in tempo a dire solo come mi dovessi chiamare io: Tom, come mio padre,Orvoloson come mio nonno e il cognome, Riddle.
 Quante volte ho sperato che un giorno comparisse davanti alla porta dell’orfanotrofio Tom, mio padre o Orvoloson, mio nonno! Ma ogni giorno si è rivelato identico al precedente, mai nessuno è venuto a prendermi.
Odio come ci trattano, neanche fossimo merce da vendere o pacchi postali.
 Ogni tanto qualche famiglia che non può avere figli biologici viene e allora la signora Cole, ci fa lavare, pettinare e mettere i vestiti, le divise grige, migliori che abbiamo “per fare bella impressione, che magari qualcuno vi porta via”.
Odio come ci dobbiamo mettere tutti in fila mentre loro passano davanti a noi, facendoci domande, sorridendo compassionevoli.
Spesso si fermano davanti a me, mi chiedono come mi chiamo, ma io rimango sempre in silenzio, non rispondo mai.
Non mi faccio trattare come un oggetto.
E poi, chissà? Magari il mio vero papà potrebbe venire a prendermi.
Qualcuno mi tira una spallata, alzo lo sguardo e incontro il volto lentigginoso di Billy Stubbs
<< Avanti, Riddle, non hai sentito quello che ha detto la signora Cole? >> continuo a camminare, ignorandolo, con un’altra spallata mi supera. E per un attimo, tutto ciò che desidero, è che cada in terra, che si faccia male, che provi un po’ del dolore che provo io.
Incredibilmente il mio desiderio si avvera.
Sotto i miei occhi Stubbs cade in terra, sbucciandosi le ginocchia e incominciando a perdere sangue.
 << E’ stato LUI! >> urla, immediatamente, con la voce tremante nel tentativo piuttosto maldestro di trattenere le lacrime.
Tutta la comitiva si ferma e la signora Cole viene a vedere cosa è successo.
Aiuta Billy a tirarsi su mentre lui continua a ripetere
<<  Riddle, è stata colpa di Riddle, di quel piccolo mostro... >> la signora Cole si volta verso di me
<< Cosa hai fatto, Tom? Gli hai fatto lo sgambetto? >>
<< Non ho fatto niente >> rispondo, con totale distacco. Non volontariamente, per lo meno.
<< E’ stato lui, signora, l’ho visto io >> afferma un ragazzo più grande di me e Billy. Uno di quelli che “sorveglia” noi più piccoli. La signora Cole mi si avvicina e mi tira un ceffone in faccia, poi un altro e un altro ancora.
 << Come te lo devo dire, Tom? Le bugie non si dicono. Bisogna prendersi la responsabilità di ciò che si fa >> e senza un’altra parola si volta, riprendendo la gita. Vedo Stubbs girarsi e farmi una linguccia.
Sento le guance pulsare, mentre uno strano pizzicore invade i miei occhi. So cosa sta per succedere, ma non voglio. Piangere è da deboli, io non piango mai.
La signora Cole non fa altro che ripetere che non l’ho mai fatto nenache da piccolo.
Io non ho bisogno di piangere, io sono forte.
Sono speciale.
Nessuno riesce a fare ciò che so fare io, nessuno.
Qualche anno fa non era un potere che riuscivo a controllare, succedeva e basta. Di solito quando ero particolarmente arrabbiato o spaventato. Adesso basta volerlo, con ogni parte del corpo, con ogni grammo dell’animo. Volerlo, fino a quando non senti che il desiderio non ti scorre nelle vene.
L’unica cosa che non riesco ad ottenere, però, è l’unica cosa che davvero vorrei.
<< Vieni, vieni da me... e ti aiuterò... vieni >>
Come se non mi rendessi conto di ciò che faccio, mi addentro fra gli alberi, lasciando il sentiero e tutti i miei compagni, attirato da quella voce così seducente e sibilante.
<< Vieni, ancora un po’ e ci sei. Ancora un po’ e sarai mio >>
Mi ritrovo nel fitto degli alberi. Senza avere la minima idea dove di preciso.
Ma quella voce, quella voce... era sì, la stessa che ieri mi aveva spaventato ma questa volta aveva avuto un’attrazione irresistibile. Non ho saputo resistere alla tentazione di seguirla.  Ma adesso è scomparsa e mi ritrovo semplicemnte solo, in mezzo a degli alberi tutti, tristemente uguali.  
Sento un fruscio sopra di me e non faccio in tempo ad alzare il capo che la testa di un serpente sbuca fra le foglie. Spaventato faccio qualche passo indietro, inciampo in una pietra e cado rovinosamente a terra. Lentamente il serpente scende dal ramo, sibilando.
<< Mio, finalmente, mio. >>
Cerco di strisciare un po’indietro. Ho paura della morte e morire mangiato da un serpente non è mai stato neanche conteplato da me.
Sarà doloroso?
<< Per favore, non farmi male >>
Lo dico senza neanche rendermene conto, come se il serpente potesse davvero sentirmi. Incredibilmente l’animale si ferma, guardandomi con i suoi occhi gialli dalla pupilla verticale, senza palpebre.
Inclina la testa da un lato, incuriosito.
<< Come conosci la mia lingua? >>
Mi domanda, io tiro un sospiro.
<< Non lo so. Sto parlando una lingua diversa da quella degli... em... umani? >>
<< Sei strano, cucciolo d’uomo >>
Mi dice avvicinandosi e ignorando bellamente la mia domanda
<< Avevo sentito di umani che parlano il Serpentese, la nostra lingua, la lingua dei Serpenti. Le nostre leggende ne parlano come di umani stranamente affini a noi. Non solo comprendono la nostra lingua, ma sono molto vicini a noi anche sotto diversi punti di vista... non credevo ne avrei mai incontrato uno. >>
Si avvicina sempre di più a me, fino a sfiorare la mia mano ed io, meccanicamente, incomincio ad accarezzare il suo capo, ogni traccia di paura scomparsa. La sua pelle è diversa da come la immaginavo. Il primo aggetivo che mi è sempre venuto in mente pensando ad un serpente è “viscido”, ma non è così. Sento le scaglie scorrere sotto i miei polpastrelli. Il suo corpo è caldo e all’improvviso sento il desiderio di prenderlo e attorcigliarlo. Sembra di avere fra le dita del pongo.
<< Come ti chiami? >>
Gli domando, non sapendo bene che altro dire.
<< Cosa? >>
<< Qual è il tuo nome? >>
<< Non ho un nome. Non ne abbiamo bisogno, per riconoscerci. Voi sì? >>
Non avere un nome, che strano. Non hanno bisogno di riconoscersi...
<< Io sì, cioè noi umani ne abbiamo... bisogno >>.
O forse è solo una tradizione?
<< Io mi chiamo Tom. >>
 Dico, aggrottando le soppracciglia.
Che nome insulso.
Tom.
 Semplice, non ha un bel suono, un suono che ti attrae.
 Non è speciale, non è come me.
In effetti il nome Tom non mi identifica affatto, ci vorrebbe un nome più... regale, nobile, lungo.
 Che crei timore.
<< Non ti piace, il nome Tom? >>
Mi chiede il serpente, avvicinando il suo volto al mio.
<< Non molto, per la verità. E’ troppo... semplice. Come ti posso chiamare? Non posso riferirmi a te solo come... serpente. >>
<< Perché no? >>
Non riesco a trovare una risposta a questa domanda.
<< Puoi trovarmi un nome te, se vuoi. Se per te è così importante, cucciolo d’uomo. >>
<< Sei un maschio o una femmina? >>
Alla mi domanda il seprente si ritrae da me, infastidito, come offeso.
<< Ho detto qualche cosa di sbagliato? >>
<< Non si vede? Non si capisce? Io sono una femmina! >>
Femmine, permalose indifferentemente alla razza alla quale appartengono.
<< Scusa, non volevo offenderti. Sei il primo serpente che incontro. >>
Rimango sovrappensiero per un po’, cercando il nome più adatto per un serpente. Lo osservo attentamente, è già di dimensioni notevoli, ma credo non abbia ancora finito di svilupparsi.
<< Nagini!Ti piace Nagini? >>
Domando, come folgorato. So che non è un cobra*, ma Nagini mi piace. E’ un bel nome per un seprente.
<< Nagini? Perché no. Per me un nome vale l’altro. Era tua sorella la cucciola d’uomo che era con te ieri... Tom? >>
<< In un certo senso >>
<< Cosa significa? >>
<< Io non ho i genitori. Sto in un orfanotrofio: un edificio in cui ci sono tutti i bambini senza genitori. >>
<< Non ti piace stare lì? >>
<< No. Sento che non appartengo a quel luogo. Io sono diverso. Faccio succedere cose strane. Riesco a spostare gli oggetti senza toccarli e posso fare stare male quelli che mi fanno soffrire e beh, adesso so che posso parlare con i serpenti. >>
<< Perché non vai via se non ti piace rimanere lì? >>
<< Perché... >> ma immediatamente mi blocco. Non ho mai neanche pensato ad andarmene, ho sempre pensato che stare lì fosse normale, l’unica alternativa. Ed in effetti è così.
<< Dove potrei andare? Non ho un soldo, non ho una casa, non so dove siano i miei parenti. E’ l’unico posto per me, quello. >>
Rimaniamo in silenzio per parecchi istanti, quando mi rendo conto che sta incominciando a scendere la notte. Mi alzo in piedi, di scatto. Nagini sibila infastidita.
<< Dove vai? >>
<< Devo tornare in paese! E’ tardissimo. >>
Mi volto da una parte all’altra. Ma è inutile. Non so quale sia la strada, mi sono perso. Forse se desidero di ritrovare la via giusta i miei poteri...
<< Te la indico io la via, cucciolo d’uomo, se vuoi. >>
Mi volto verso Nagini, la prima ed unica amica che ho. La prima persona con cui sia riuscito a fare un discorso, a parlare sul serio. Quando mi rendo miseramente conto che non è una persona a cui ho parlato, ma ad un animale.
<< Mi faresti, un favore sì. >>
<< Seguimi, Tom. >>

<< Dove sei stato Tom? >> mi chiede urlando la signora Cole, appena metto piede nella mensa.
Tutti si voltano.
 << Ero nel bosco >> rispondo brusco e facendo per superarla.
 << Non avevo detto di non rimanere troppo indietro? Di stare al passo? >> domanda, alzando sempre di più il tono della voce e afferrandomi per la divisa. Sento il suo alito sul mio volto e mi rendo conto che ha bevuto. << Mi sono distratto >>
<< Cosa ti ha distratto? E non mentire! >>
<< Io... >>  Mi blocco, servirebbe a qualche cosadire una bugia? << Un serpente, mi chiamava e io sono stato attratto dalla sua voce e... poi abbiamo parlato... >> non faccio in tempo a finire che la signora Cole mi tira un altro ceffone in faccia, il quarto oggi, seguito dalle risate di tutti i miei compagni. Mi sento umiliato.
<< Te l’ho già detto questo pomeriggio, Riddle, non si dicono le bugie! Nessuno sa parlare con i serpenti >>
Vorrei solo vederla in terra, straziata dal dolore e umiliata, proprio come mi sento io adesso. Cerco di trattenere questo desiderio, però. Peggiorerebbe solo la situazione.
Perché nessuno mi crede?
<< Ma è questa la verità! Mi ha parlato. >>
<< Magari era solo il suo amico immaginario. Non avendone di reali... >> mi interrompe Stubbs, ironicamente. E di nuovo tutti a ridere.
 << Per il resto della vacanza non uscirai da questo edificio Riddle e stasera niente cena e aiuterai i proprietari a lavare i piatti e adesso levati dalla mia vista >>.
Scrollando le spalle mi dirigo verso l’uscita. Vedo Marjory rivolgermi un debole sorriso, ignorandola varco la porta.

***
* Nagini è il nome Hindi per la femmina di cobra (Wikipedia), ma secondo me Nagini è un pitone reticolato. La Rowling ci dice che è "spessa come una coscia d'uomo"  e la sua lunghezza deve essere di circa nove metri. L'unico serpente che corrisponde a questi requisiti è il pitone reticolato che, fra l'altro, è uno dei pochi serpenti che aggredisce l'uomo, per lo meno, queste sono le informazioni che io sono riuscita a trovare in rete.

Quindi mi sono chiesta: perché Voldemort avrebbe dovuto dare ad un pitone il nome indiano per riferirsi al cobra femmina? Mi sono risposta che magari era perché l'ha conosciuta quando era piccolo, e poi mi piaceva il fatto che Nagini fosse il primo serpente con cui Tom abbia mai parlato, rafforza il loro legame, secondo me.
Ad ogni modo, questo,a mio parere, è il capitolo peggiore che abbia scritto. Ho provato a rifarlo diverse volte, ma il risultato non è mutato di molto. Trovo Tom un po' troppo... banale... ma purtroppo non sono riuscita a fare di meglio! Se qualcuno dovesse trovare Tom OOC me lo dica, perché è l'unica cosa che davvero vorrei evitare.

Ringrazio tutti quelli che leggono, chi ha inserito la storia fra le seguite e i preferiti: grazie ^^

979: grazie per la tua recensione, davvero! Ma non devi sentirti in obbligo a commentare la mia storia solo perché io commento le tue... ovviamente se la segui mi fai davvero strafelice ma, nel caso non ti dovesse piacere, tranquilla!
Sono una tua fan accanita e non basterebbe questo per non farmi più leggere/commentare le tue storie per tua (s)fortuna, dipende dai punti di vista! ^^

ThePirateSDaughter:
grazie per il commento, spero continuerai a seguire la storia... tra poco dovrebbero arrivare gli episodi "del coniglio" e "della caverna". Spero, inoltre, di continuare a mantenere Tom IC, nonostante ogni tanto abbia, forse, qualche sentimentalismo di troppo. Ma, sotto il mio punto di vista, è dura per un bambino, sebbene quel bambino diventerà poi Voldemort, non venire accettato da nessuno.
Grazie ancora!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Clo_death eater