11/01/2010
3 recensioniTraduzione del titolo: Relazione
Protagonista: Marcus
Pov: Caius
Raiting: Verde
Credits: tag (c)me, per quanto riguarda il personaggio, a.k.a Marcus, non è di mia invenzione ma bensì di S. Meyer
Note dell'autore: ed eccomi quì con l'ultima shot di questa raccolta dedicata ai cinque vampiri cattivi più affascinanti di tutti i tempi. come ben sapete Didyme era la sorella di Aro, nonchè donna di Marcus, che fu uccisa dal fratello poichè considerata fonte di distrazione per l'amato. Marcus da quel momento si disinteressò degli affari dei Volturi e divenne il tizio annoiato che tutti conosciamo. spero che vi piaccia. scusate il ritardone! un bacio e grazie a tutte le persone che mi hanno seguita! :) Nadia*
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Caius
RULES
Qualcuno bussò alla porta. Colpi brevi e decisi.
“Avanti,” sbiascicai, portandomi una mano alla bocca e simulando uno sbadiglio.
La piccola figura di Jane fece capolino nella camera.
Tirò giù il cappuccio nero e puntò il suo sguardo letale dritto nel mio.
“Signore, Aro ha chiesto di voi. Vi aspetta nelle sue camere,” disse, con la sua solita voce annoiata. Poi girò i tacchi e scomparve.
Cosa mai poteva volere da me quel petulante di Aro?
Credeva di potermi trattare come uno dei suoi umani?
Pensava, forse, che io fossi alle sue dipendenze?
“Marcus? Vieni per favore, fratello. Ho bisogno del tuo parere.”
“Fratello? Potresti dirmi la tua circa blablabla?.”
“Marcus? Marcus? MARCUS?!.’’
Odiavo Aro, odiavo quando usava il mio potere per i suoi comodi.
Odiavo il modo in cui mi trattava.
Esigeva il mio parere ma non lo considerava.
Non si rendeva conto di quando io fossi importante per i Volturi. Per lui, per noi tre, per Jane, per Alec, per tutti.
Pensava che percepire l’intensità delle relazioni servisse solo come arma.
Ma non era così.
Era una tortura.
Sentire quanto due persone fossero legate. Quando si amassero. Quanto avessero bisogno l’uno dell’altro.
Se solo lui si fosse sforzato di capire quel che c’era tra me e Didyme, ne sarebbe rimasto stupefatto, sconvolto. Esattamente come succedeva a me, ogni volta che percepivo l’amore, la devozione che legava due persone.
Lei era il mio perché.
Il perché del mio continuare a vivere. Del sorridere ogni qualvolta la vedevo. Del sentir un cuore –forse il mio- battere all’impazzata ad ogni suo bacio.
Era il mio perché. E adesso non c’era più.