=CORAGGIO=
La luce violacea della luna, risplendeva sulla superficie marina, illuminando tutto il pontile della Going Merry. Riusciva
ad avvertire una nota di tristezza nei suoi occhi ma il suo sguardo,
continuava a mantenere il classico tono impassibile che lo contraddistingueva,
tanto che pensava fosse solo una sua impressione. Ma allora perchè non diceva nulla osservandola in silenzio? Perché continuava
a fissarla senza distogliersi da lei? Scese gli ultimi tre gradini con un
balzo cercando di mantenere l’equilibrio sbilanciato dai tacchi su cui era
atterrata, e senza pensarci due volte saltò la paratia cadendo in mare. Zoro le
corse immediatamente dietro affacciandosi dalla balaustra per cercare di
scorgerla in mare senza nessun risultato. Si tolse le scarpe e, buttando le
spade per terra, salì sopra il cornicione spiccando un balzo dietro di lei.
-ZORO!-
sentì la voce di Nami che lo richiamava non appena riemerso dall’acqua.
-CHE COSA
VOLEVI FARE CRETINA???- la rimproverò bruscamente cercando di scorgerla in mezzo
ai fluttui senza ottenere alcuna risposta visto che si era immersa nuovamente sotto
le onde. La vide nuotare sott’acqua diretta verso il fondo marino e con uno scatto di braccia,la raggiunse
stringendola a se e trascinandola in superficie dove non avrebbe più potuto fare danni.
-Non……..sono
riuscita a ritrovarla.- dichiarò triste tentando di liberarsi dalla presa dello
spadaccino per tentare di immergersi nuovamente ma questo l’afferrò con più forza per il
vestito, impedendole il gesto.
-Torniamo
alla nave-
-Devo
prima ritrovare il regalo di Kairi non posso torn...-nemmeno il tempo di
concludere la frase che Zoro le piazzò un sonoro ceffone sulla guancia sinistra
cercando di farla rinsavire visto che ormai, lei non riusciva più a comprendere la
situazione in cui si trovavano.
-………………hai
ragione………….scusami- riprese coscienza di sé; la nave si stava allontanando
sempre più da loro e non era tempo per stare a perdersi in inutili crisi di
isteria.
°oOOo°
Ancora
non riusciva a capacitarsi di come quella ragazza fosse riuscita a cavarsela
fino ad allora, sperduta in mezzo al mare e senza nessuna conoscenza di cucina.
I piatti sporchi stagliavano ancora nel lavandino esattamente nella stessa posa
in cui erano prima. Non riusciva nemmeno a prendersi cura di se stessa, era quindi
evidente che non era la prima volta che sfruttava qualcuno, quello, era il suo
modo per vivere.
Non riusciva a pensare al numero di persone pronte ai suoi ordini per adorarla e
servirla come una principessa. Sorrise al pensiero del ruolo di regina
dominante sugli altri che le sarebbe calzato a pennello.
Afferrò
il cuscino di seta nera sotto al braccio e completamente sfinito, si lasciò
cadere sul divano che aveva sistemato quando Ater gli aveva dato l’occasione,
crollando in un sonno comatoso senza aver il tempo di sistemarsi le coperte.
-Hey-
lo rimproverò severa la ragazza a quella visione -lì ci devo dormire io!- lo
fissò arrabbiata, con la speranza che con il solo sguardo si risvegliasse dal
suo torpore, ma nonostante le sue speranze Ace non sembrava dare cenni di
destarsi.
-Mi fa
troppa fatica saltargli addosso per tentare un approccio manesco…dovrò dormire
con lui stanotte!- sbuffò esausta della giornata appena passata, in cui aveva
dovuto faticare troppo nel dare ordini al suo nuovo ospite che ora stava nel
suo giaciglio. Osservò il ragazzo ancora vestito con gli indumenti del giorno
addosso. Forse non aveva cambio di vestiario a disposizione oppure un altro
attacco di narcolessia lo aveva colto prima di potersi cambiare. La seconda era
più probabile. Si distese di fianco accanto a lui soffermandosi a fissare la
grande schiena che si diceva sinonimo di virilità, e le tornò alla mente quando
in passato, era solita ripetere quel gesto prima di svegliarsi.
Si rigirò
nel letto sporgendosi ad afferrare il baule che stava sotto di questo e
aprendolo, ne tirò fuori una felpa gialla dalle bande nere che strinse
nostalgicamente a se mentre fissava il soffitto.
°oOOo°
-Etciù- starnutì la cartografa stringendo
le braccia al petto per tentare di riscaldarsi. Con una prontezza di riflessi
non indifferente, afferrò al volo l’oggetto non identificato che le stava
venendo incontro
-Asciugati con questo- Le disse Zoro dopo averle passato
l’asciugamano sedendosi silenzioso accanto a lei appoggiato alla paratia con lo
sguardo ancora perso nel vuoto. La cartografa si alzò in piedi mantenendo le distanze da lui, strofinandosi
i capelli per asciugarseli.:
-Sarà meglio che vada a farmi una doccia- disse triste
avviandosi sottocoperta.
-……..perchè….hai fatto una cosa così stupida?- Nami si
bloccò sull’uscio della porta udendo quelle parole.
-………..non lo so.........quando mi hai guardato in quel
modo ho provato come una fitta al cuore e……..mi sono gettata - Zoro distolse lo
sguardo da lei fissando il pavimento, non riusciva a sopportare il peso di
quello sguardo che si rispecchiava nei suoi occhi, e non era ancora sicuro di voler
comprendere il reale significato che quelle parole comportavano. Appoggiò l’asciugamano sulle spalle e dopo aver fatto
un piroetta su se stessa, si diresse verso di lui con un sorriso che faceva
intuire quali erano le sue intenzioni.
-Sai Zoro non devi farti strane idee su quello che voglio
veramente dire…..ma te la immagini Nami, la grande ladra, che si lascia
sfuggire un oggetto prezioso per un semplice colpo di testa?- alzò le mani come
rassegnata scuotendo la testa e aggiungendo maggiore teatralità alla frase
appena detta –oppure…- si fermò riappoggiando le braccia al suolo –……sono
innamorata di te e quel tuo sguardo mi ha talmente scosso che ho cercato di
rimediare al gesto appena compiuto-
-Nami..- interdetto a quelle parole continuava a
fissare i capelli rossi che brillavano alla
luce del tramonto e che le ricadevano
sulla fronte mentre continuava a guardare le assi di legno.
-ahahahha ma davvero ci hai creduto Zoro?-
rialzò la testa di scatto dandogli delle pacche sulla spalla come tra vecchi
amici di data, incontrando poi il suo sguardo che non riusciva più a capire che
cosa stava succedendo e notando il braccio sospeso a mezz’aria che aveva intenzione
di abbracciarla.
-Era……solo uno scherzo?- sussurrò a bassa voce tentando di
mantenere la calma ma la sua mano nel frattempo, si era già portata sul fodero
della spada estraendola piano piano.
-Hey hey
Zoro calmati…non vorrai usare le mani su una povera ragazza indifesa?-
indietreggiava lentamente tentando di allontanarsi dalla sua ira combattiva che
stava però scomparendo.
-Tu diventi indifesa solo quando ti fa comodo- rinfoderò
-Tu mi piaci……veramente- si inginocchiò stringendo forte
le mani incrociate tra le gambe per scaricare la tensione e facendosi coraggio
aspettava una risposta dal suo interlocutore che tardava però ad arrivare.
Stava dormendo. Tirò un sospiro di sollievo capendo che quell’azione
non avrebbe quindi portato alcuna conseguenza tra di loro ma al tempo stesso,
tutto il coraggio di cui si era fatta carico, non era servito a nulla. Chinò il
capo e nell’impeto di quel gesto una lacrime le scorse sulla guancia
liberazione anche dello stress che aveva accumulato in così pochi minuti.
-scherzetto- le tirò una pacca sulla fronte sorridendo
sarcastico vedendo che era riuscito a contraccambiare al tiro mancino che lei
gli aveva fatto poco prima. Nami si passò velocemente una mano davanti agli
occhi asciugandosi le lacrime e scagliandogli un cazzotto nello stomaco che
fece piegare in due sul pavimento il povero spadaccino che non era riuscito a
schivarlo.
-Sei uno stupido- continuava a infierire con il tacco
della scarpa sul corpo di Zoro che non riusciva più a rialzarsi. Lo prese per
un braccio trascinandolo con se dentro alla stiva della nave e dopo averlo
sbattuto dietro ai barili di vino lontani da sguardi indiscreti, posò un bacio
fugace sulle labbra del ragazzo.
-Ci siamo
chiariti presto vedo!- notò in tono tra il sorpreso e l’ironico il ragazzo e prima
che lei potesse colpirlo un'altra volta con un pugno che stava già caricando,
la strinse a sé baciandola nuovamente.
°oOOo°
-Keele-sama- una figura femminile sostava fiera sull’uscio della sua stanza
aspettando il suo risveglio per entrare. Si stropicciò entrambi gli occhi neri
per disfarsi del sonno vista l’ora tarda ma non riusciva ancora a capire chi
fosse quell’esile donna per colpa del buio che
aleggiava nella stanza e la luce del corridoio che tendevano solo ad oscurarle
il volto. La vide muovere dei lunghi passi nella sua direzione e mettersi in
ginocchio sul letto accanto a lui che stava alzato a guardarla mentre con
dolcezza, si divertiva a giocare con i suoi capelli bianchi scompigliandoli già
più di quel che erano dopo il sonno. Non riusciva a capacitarsi del motivo di
quel gesto, anche se non riusciva a vedere il volto della donna nessuna delle
sue colleghe gli aveva mai rivolto simili attenzioni o gli aveva dato a vedere
un simile interesse per lui.
-Keele-sama- la mano prese ad accarezzargli il viso insistendo particolarmente nella
zona del suo occhio sinistro che sembrava esserle molto caro. Cominciava a
temere il perché di quelle attenzioni. Gli afferrò brutalmente il mento
costringendolo a guardarla negli occhi.
-Keele-sama…..lei è…….LA PROSSIMA CAVIA PER IL MIO ESPERIMENTO-
Si
risvegliò tutto sudato nel suo giaciglio scollandosi di dosso le lenzuola
pulite. Quella notte aveva trovato rifugio in un piccolo albergo che avrebbe
poi pagato con i soldi che la madre gli dava ogni mese. Il suo stipendio da Marine
non bastava più a coprire i vizi che si concedeva scappando da una parte all’altra
della rotta maggiore. Ma perché aveva sognato quella notte in cui iniziarono
tutti i guai che lo stavano accompagnando tuttora?
Ormai il
sonno gli era passato completamente dopo quell’incubo,
non sarebbe più riuscito ad addormentarsi facilmente, decise quindi di alzarsi
per andare a fumare una sigaretta che aveva scroccato al proprietario dell’hotel.