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Autore: BigMistake    12/01/2010    3 recensioni
Questa storia parla della nostra adorata Nessie al suo decimo compleanno che si trova ad affrontare verità scomode, problemi adolescenziali tutto corredato da una profonda crisi mistica. E poi potranno mai mancare i Volturi a cercare di complicare le cose! Insomma come farà la nostra piccola Nessie a trovare un posto nel mondo quando la sua vita risulta assolutamente intricata? E ora che di mezzo c'è anche l'amore? Scusate se ho profanaticamente provato a sviluppare la storia che ci ha tanto appassionato,ma voglio condividere con altri la mia idea! spero vi piaccia e perdonate gli eventuali errori voluti o non!Buona lettura! PS sarà quasi tutta sotto il punto di vista di Renesmee con qualche piccolo pov qua e là per rendere la storia più dinamica! Rinnovo il mio augurio!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'GREY DAY IN DARKNESS'
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Note dell'autrice: Ladies an Gentleman! Madame et Monsieur!Seniores e Seniore ecco a voi il nuovo Emmett. Avete capito qualcosa dal capitolo precedente?No? Meglio! Care mie poi preparate i vostri cuoricini palpitanti! La scena finale farà venire il diabete a tutti!

Noe_princi89: posso dedicare la parte finale del capitolo a te? Penso che ti piacerà, quindi, una volta letto, mi dirai se è vero! 

Sinead: Non temere! io non faccio andare liscia la scivolina sugli sci figuriamoci se faccio sposare su due piedi Renesmee! Ci sono da affrontare parenti, pericoli problemi e la scuola! e poi siamo solo a metà della prima parte della mia storia! Trascorreranno fiumi e fiumi di parole prima di sapere se e quando avverrà questo matrimonio!     

Anticipazioncina per regalo a tutte voi: fra 2 capitolini cominceremo a scoprire chi era il vampiro/a misterioso per ora godetevi un po' di miele e zucchero!

CAPITOLO VIII: Ricordi di un’ infanzia rapita dal tempo!

Trascorsero un paio di mesi ed ancora non avevo iniziato ad organizzare il matrimonio. L’unica cosa che sapevo era che si sarebbe svolto dopo il diploma, scelta obbligata dai miei genitori. Ci volle poco per riconciliarmi con loro, per quanto fossero contrari si arresero al destino che già dieci anni prima aveva tracciato la mia strada assieme a lui. Ma ancora non avevo fatto i conti con due zii infuriati, la vera ragione per cui non avevo neanche pensato ad una data precisa. All’inizio pensavo che Zio Emm facesse l’arrabbiato solo per non contrariare la zia, ed invece scoprii che lui non voleva quel matrimonio al pari di Rosalie, forse anche di più. Si avvicinava il Natale. Zia Alice fremeva per organizzare la festa che quest’anno si sarebbe svolta con la nostra famiglia al completo, compresa di entrambi i nonni materni. Volevo che alle mie nozze partecipasse anche Renee, così mia madre, mio padre e  nonno Charlie, partirono per Jacksonville per spiegarle la situazione ed invitarla a conoscermi. In realtà con il mio matrimonio le avevo solo fornito il pretesto e il coraggio di quel passo. E mentre mia madre era a Jacksonville ad affrontare la sua, io mi trovavo a Forks ad affrontare due zii molto contrariati.

 

“Assolutamente no!Zia scordatelo” cercavo nervosamente di scrollarmi Zia Alice che m’implorava, girovagando per tutta casa.

“Ti prego Nessie!” la fulminai con lo sguardo ringhiandole.

 “Ho detto NO! Non voglio coprirmi di ridicolo di fronte a tutti!”

“Ti prego, ti prego, ti prego!” s’inginocchiò facendo alcuni passetti, mentre con le mani congiunte continuava la sua supplica.

 “Zia ho detto no! In quale altra lingua vuoi che te lo dico!?No e poi no!”

“Cos’è questo trambusto?”

“Nonno aiutami tu!” corsi incontro a Carlisle cercando nel suo abbraccio un po’ di protezione da quella nanerottola pazza.

 “Cosa sta succedendo Alice?”

“Carlisle quella sconsiderata di tua nipote non vuole suonare il violino alla festa di Natale! Ho già convinto Edward a suonare ma lei è più testarda di sua madre!” Sentii il nonno accennare ad una risata discreta

“Come mai Nessie? Tu suoni meravigliosamente!” guardai stizzita mio nonno, anche con una lieve punta di odio, mentre mia zia sorrideva soddisfatta.

 “Questa è una congiura!” mi sciolsi dall’abbraccio e volai praticamente in camera mia chiudendo a chiave la porta sperando che questo scoraggiasse Alice.

 “Non l’avrai vinta tanto facilmente!” sentii trillare da in fondo le scale la zia folletto, ma non me ne curai. Alzai lo sguardo ed incontrai Emmet, seduto sul letto che guardava il mio album d’infanzia. Da quando mio zio era diventato un sentimentale?

“Zio, cosa ci fai qui?” lui non si era accorto della mia fragorosa entrata troppo preso dai suoi pensieri.

“Renesmee scusa non volevo invadere la tua privacy!” guardai fuori dalla finestra pensando di vedere gli angeli dell’apocalisse: dopo quello che avevo appena sentito e visto, la fine del mondo era vicina! È vero che dopo il mio fatidico annuncio con lui e la zia Rose avevo, si e no, scambiato due o tre parole però quello era molto più strano.

“In questa casa parli di privacy?” sorrisi e lui rispose alzando le spalle, niente battute, niente di niente. Di nuovo un silenzio assordante piombò tra di noi “Adesso basta, si può sapere cosa vi prende?! È così dura accettare che io sposerò Jacob?” lui mi guardò quasi preso alla sprovvista da quelle mie domande.

 “Nessie tu sei così piccola e no non riesco ad accettare che tu vuoi condividere la vita con quel cagnaccio puzzolente! Mi dispiace Ness, tu sei  la nostra principessa e meriti il meglio! Quella cosa lì non è il meglio!” i suoi toni erano e aspri almeno quanto il significato delle sue parole.

 “Zio Emmet ti rendi conto di cosa stai dicendo? Non pensi che spetta a me decidere cosa è meglio per la mia vita?”

“Infatti nessuno di noi due sta impedendo il tuo matrimonio! Ciò non vuol dire che dobbiamo per forza approvare …”  non avevo mai visto Emmett sotto quella luce. Lui mi spalleggiava in ogni mia marachella, per quanto fosse pericolosa o stupida, mi aveva anche perdonato la scenata da ubriaca ed ora aveva quello sguardo così duro nei miei confronti che mi faceva male solo ad incontrarlo.

“Io sono felice! Ma la mia felicità non è completa se voi non mi sarete accanto in questa mia scelta!” a quel punto lui mi si avvicinò chiedendomi di farlo uscire, io mi spostai liberando il passaggio permettendogli di aprire la porta. Dietro di essa c’era zia Rose che stava origliando.

 “Volevo dirti un’altra cosa Renesmee: io e Rosalie partiremo dopo il tuo diploma …” dalle sue spalle uscirono quelle parole squarciandomi il cuore, non riuscivo a crederci.

 “Mi stai dicendo che non ci sarete? Zia tu lo sapevi?” lei era sorpresa quanto me.

 “Emmet cosa stai dicendo? Avevi intenzione di chiedermelo almeno ?!” lui le rivolse uno sguardo intristito.

 “Rosalie non qui, vieni …” le prese un braccio trascinandola via, mentre ancora teneva gli occhi ancorati a i miei. Rimasi sola senza riuscire a muovere un muscolo, con un forte dolore nel petto che mi lacerava nell’anima, straziata dalla notizia che due fra le più importanti persone della mia vita mi stavano abbandonando, proprio ora che il loro appoggio mi era vitale. Indietreggiai fino ad incontrare il davanzale della mia finestra. Lasciavo il mio sguardo vagare nel vuoto alla ricerca delle risposte necessarie a capire se il mio fosse realmente uno sbaglio come affermavano loro. Per la prima volta sentii vacillare la forza delle mie scelte, che mi fossi lasciata trasportare delle nuove sensazioni che stavo vivendo?  No. Io non volevo altro che passare l’eternità con il mio Jacob. Eppure stavo veramente male. Perché avere Jake per sempre significava perdere Rose ed Emmet, coloro che rappresentavano i miei genitori in loro assenza. Lo zio che mi faceva addormentare la sera e che mi trattava come se fossi il frutto dell’amore con sua moglie, che aveva riversato su me tutto l’affetto destinato ad un loro figlio. Li deludeva a tal punto la mia decisione?

 

Lasciai che Zia Alice mi trascinasse assieme a Zio Jasper ad un centro commerciale, alla ricerca degli addobbi perfetti. 

“Nessie sento che sei molto triste! Vuoi che ti dia una mano?” stavamo aspettando che mia Zia uscisse dall’ennesimo negozio di vestiti che fra una decorazione e l’altra diventavano una tappa obbligatoria.

 “No grazie Zio! Il tuo potere per quanto forte non può durare per sempre!” Jazz mi guardava con quel suo sguardo stralunato eppure risultava essere sempre molto affascinante, con quella sua chioma bionda e fulva.

 “Posso chiederti cosa ti turba a tal punto?” sospirai incontrando i suoi occhi color topazio che mi scrutavano incuriositi e preoccupati.

 “Sapevate che Emmet e Rosalie non parteciperanno al mio matrimonio?” lui mi guardò perplesso.

 “Alice non ha visto nulla a riguardo!”

“Ovvio, sono io la ragione per cui non  vengono, li ho delusi scegliendo Jacob! E sai che è stato Emmet a dire di non voler partecipare!”

“Vuoi il mio parere?” gli sorrisi, è raro che lo zio Jazz si esponesse.

 “Certo zio!”

“Emmet è scosso perché ha paura di perderti. Tua madre e tuo padre. hanno la certezza che tu ci sarai sempre. Ma Emmet e Rose sono i tuoi zii. Loro non possono vantare diritti propri dei tuoi genitori. Ha solo paura che tu l’escluda! ”

 “Ma come possono pensare una cosa del genere! Io vi amo tutti incondizionatamente! Non potrei mai abbandonarvi! Il fatto è che ora nel mio cuore c’è Jacob e lui è importante al pari di ognuno di voi!” scosse i miei capelli con una carezza dolce sorridendomi.

 “Lo sappiamo bene! Vedrai che comunque gli passerà, secondo me Emm si accorgerà di non poter mancare al tuo matrimonio… in fin dei conti tu sei come la figlia che non hanno avuto…”

“A proposito Zio Jazz io volevo chiedere una cosa. Posso?” il suo sguardo si fece ancora più incuriosito, increspando la pelle perfetta della fronte.

 “Dimmi tutto Nessie!”

“Zio se te e quel testone dello zio Emm siete d’accordo vi vorrei come testimoni di nozze!” uno dei più raggiante sorrisi mai visti a Jasper se non riservati per Alice, si allargò sul quel viso dallo sguardo lontano.

 “Ne sarei profondamente onorato!” mi prese la mano e con fare galante la sfiorò appena con le labbra. Devo ammettere che lo zio come papà, ha quel modo di fare di altri tempi che fa profondamente piacere ad una donna.

 “Che dici sarà il caso di trascinarla fuori di lì?” gli dissi immaginando delle povere commesse completamente inghiottite dal ciclone Alice. Tenendo ancora la mano, mi aiutò ad alzarmi. Entrammo nel negozio, come immaginavamo la povera vittima incappata in quella pazza scellerata, aveva i capelli fuori posto mentre cercava di reggere una montagna indecifrabile di vestiti e il suo sguardo tradiva la voglia di un mese di ferie.

 “Nessie, nipotina mia!”

< Aiuto! Dove sono le uscite di sicurezza quando servono! Non c’è neanche una hostess ad indicarmele! > 

“Aiutami! Se mi lasci nell’occhio del ciclone ti porto con me! ” dissi a mezza bocca allo zio. Quella scena doveva sembrare molto divertente, visto la sua perfetta imitazione della iena che stava facendo.

 “Ho visto alcuni abiti che addosso a te sarebbero perfetti! Provali!” disse porgendomi tre stampelle con altrettanti pezzetti di stoffa.

“Posso evitare questa tortura?” mi guardò in cagnesco ringhiando, la commessa sobbalzò guardandola stupefatta e terrorizzata allo stesso tempo. Onde evitare un infarto a quella povera donna, che come unica colpa aveva scelto di lavorare in quel negozio, cercai di ritirare le mie parole ma la zia era più svelta di un leprotto e imperò un secco:

 “No! Ubbidisci!” E così il pomeriggio a cercare gli addobbi diventò vestiamo la bambolina per la festa. Continuammo a correre da un negozio all’altro senza sosta. Per fortuna che vampiri e mezzi vampiri sono dotati di una forza eccezionale altrimenti non avremmo mai sostenuto tutti i pacchetti che la zia Alice ci costringeva a portare. Povero zio Jazz! Lui era costretto ogni volta a fare quelle gite spaventose ai centri commerciali. Che coppia perfetta! Ad un tratto un negozio pieno di sbuffi bianchi, colpì la mia attenzione accecandomi. Mi fermai di fronte a quella vetrina, e lo vidi. Un corpetto rigido di seta bianco latte senza spalline, con dei cristalli rossi che disegnavano un tralcio di rose che s’arrampicava dalla vita fino al seno sinistro, la gonna leggermente svasata anch’essa di seta, adornata da uno sbuffo di morbido tulle rosso alla fine della schiena, che s’amalgamava allo strascico come se ne fosse una goccia di sangue che scivolava sulla stoffa. Rimasi ad osservarlo per circa un quarto d’ora.

 “Pianeta Terra chiama Nessie!” zia Alice imitava la voce di Robocop e mi destò dall’immagine di me che andavo all’altare con quell’abito.

“Ti piace?”

“Non adesso zia, ti avverto che non lo provo!” lei rimase con me a rimirarlo per qualche secondo.

 “Va bene andiamo io ho finito!” devo ammettere che è strano che la zia non mi costringa a provare un abito, soprattutto uno come quello, o gl’angeli dell’apocalisse stanno mandando più e più presagi per farmi capire di trasferirmi su di un altro pianeta o probabilmente anche lei sotto quella maschera gioiosa, pensava che non era giusto che  mi sposassi.

 

Rimanemmo in silenzio per tutto il viaggio di ritorno, tanto che io soprafatta dalla stanchezza chiusi gl’occhi lasciandomi cullare da quell’abito meraviglioso che avevo visto nel pomeriggio. Il pensiero di comprarlo senza Zia Rose mi aveva lasciato un vuoto. Una piccola lacrima scese mentre mi coprivo con la mia giacca. Sentì la macchina fermarsi .

“Jazz si è addormentata!” avrei potuto aprire gl’occhi e far vedere che mi stavo svegliando, ma, come quando ero piccola, in quel momento avevo bisogno delle loro accortezze. Le braccia forti e gelide dello zio mi afferrarono ed io mi accoccolai prontamente sul suo petto. La zia sistemò la mia giacca cercando di non farmi prendere freddo.

 “Portala in camera sua!”. Quando un vampiro ti porta in braccio sembra di fluttuare, loro ti prendono con una delicatezza infinita quasi non toccassero nulla del tuo corpo. Io amavo quando succedeva per questo avevo deciso di continuare nel mio dormi veglia.

 “Grazie Jazz, l’accompagno io!” l’odore di Zia Rose arrivò al mio olfatto, mentre passavo nelle sue braccia. Dio, come mi mancava! Mi adagiò sul materasso sfilando le mie scarpe ed imboccandomi le coperte. Sentì il suo lieve peso adagiarsi accanto a me. Il mio respiro si scontrava contro la pelle glaciale del suo viso, mentre la mano spostava delle ciocche ribelli che avrebbero disturbato il mio riposo. Perché tutto l’affetto ora che sto dormendo?

 “Renesmee, nessuno sa quanto io ti ami! Tu mi hai fatto provare la gioia di essere una madre! Il figlio che non avrò mai! Non sono d’accordo con Emmett e voglio esserci nel giorno più importante della tua vita. So che il comportamento che sta assumendo quell’idiota di tuo zio non fa altro che ferirti. Né io né tantomeno lui possiamo arrogarci il diritto di farti scegliere. Piccola mia, sei cresciuta così velocemente che non ci siamo resi conto della meravigliosa e splendida giovane donna che sei diventata. Sono così fiera di te, della persona che sei. Non abbiamo legami di sangue, eppure vedo in te tutte quelle piccole caratteristiche speciali che ci fanno assomigliare: l’allegria di Alice, la dolcezza di Esme, l’intelligenza di Carlisle, il mio orgoglio, la sensibilità di Jasper, la forza di Emmett. La sua paura di perderti non lo fa ragionare, ti ama almeno quanto me. Voglio che tu sappia che io ho accettato che la tua vita vada avanti, e farò di tutto perché lo faccia anche Emmet! Ti amiamo infinitamente bambina mia!” il suo dolce sussurro mi commosse lasciando che una lacrima bagnò il mio cuscino. Aprii lentamente gl’occhi cercando il suo sguardo sperando che nel momento in cui l’avrei incontrato non svanisse in un sogno. Era lì, e le sue parole erano sincere ed accorate. Le misi una mano sul volto mostrandole l’abito che avevo visto, insieme alla sofferenza provata per la paura di perderla.

“Zia se voi decidesse di non venire mando all’aria tutto! Siete troppo importanti per me!” so di aver detto che avrei sposato Jacob con o senso il consenso della mia famiglia, ma in quel momento avrei rinunciato perché quella che avevo davanti mi stava offrendo la sua anima e il suo cuore.

 “No piccolina, non devi sacrificare la tua felicità. Ho visto come guardi Jacob, lui è la tua metà perfetta, convincerò tuo zio Emmett, non preoccuparti! Ora dormi, tesoro!” sistemò le mie coperte e mi addormentai con la speranza nel cuore.

 

Tic. Tic. Tic. Mi svegliai. La mia nuova sveglia segnava le tre. Ancora stordita dell’ora sentii il rumore tanto fastidioso provenire dalla mia finestra. Stropicciai gl’occhi cercando di capire se stavo ancora sognando o meno ma quel rumore tornò nel mio cervello. Tic. Tic.

 < Cosa Diavolo è? > mi affacciai e c’era Jacob in mezzo alla neve. Teneri fiocchi bianchi scendevano leggeri, andandosi a posare sul tappeto bianco che già si era venuto a creare. Infilai le scarpe velocemente ed aprendo la finestra balzai di fronte al mio Jacob che mi aspettava a braccia aperte coperto da una maglietta aderente a maniche lunghe ed i suoi soliti Jeans strappati e logori.

 “Hai visto sta nevicando!”

“ E’ meraviglioso Jake ma come facevi a saperlo?”

“Diciamo che ho ricevuto l’aiuto di un tuo familiare!” lo abbracciai beandomi del calore emanato dal suo corpo. Anche se lui provasse una nota antipatia per la neve, sapeva che a me piaceva tantissimo. Gli donai un delicato bacio a fior di labbra che ben presto si fece più passionale, mentre mi accarezzava la schiena intrecciando le sue braccia ai miei capelli sciolti.

 “Mi sei mancata!”

“Anche tu!” ci sussurravamo a vicenda parole dolci quando mi prese per una mano e mi portò nella foresta, la nostra foresta. Il nostro riparo dalle orecchie, sguardi e menti indiscrete dei vampiri che abitavano nella casa. Piccoli cumoli candidi si stavano creando sulle fronde spogliate dall’inverno, sentivo la neve posarsi sul mio viso tiepido  sciogliendosi in piccole lacrime che imperlavano il mio viso pallido almeno quanto la luce offuscata della luna. L’odore che emana poi è qualcosa di straordinario: la sua freschezza colma sempre i miei polmoni come se il mio respiro si fa nuovo e si pulisse. Ero così presa dalla gioia di quel momento che mi ero dimenticata del mio compagno.

 “Scusami Jake la neve mi fa un effetto strano!” lui osservava immobile i miei movimenti leggeri, regalandomi quel sorriso che tanto mi scaldava. Sembrava rimirare uno di quei spettacoli che la natura ci forniva durante le nostre passeggiate. Sapevo esattamente cosa pensava di me, di quanto il suo cuore mi reputasse assolutamente divina. Perfetta nelle mie imperfezioni.

“Cosa c’è?” gli chiesi provocandolo un po’.

 “Sei splendida! E mi chiedo cosa ho fatto per meritarti!” il sangue affluì velocemente al mio volto e le mie gote si tinsero ancor più di rosso. Vidi Jacob avvicinarsi prendendo il mio viso fra le mani, i nostri sguardi si fissarono l’uno con l’altro e restammo così sconfinati e magnifici minuti, come se le nostre anime si unissero per l’ennesima volta.

“Nessie, so che c’eravamo promessi di non farci nulla per Natale, ma ti ho fatto un regalo!” guardai stranita Jacob, così mi metteva in imbarazzo.

“Jacob…” il mio tono di rimprovero risultava così stonato nella melodia che si stava creando con l’atmosfera bianca e congelata della neve.

“Shh!” posò il suo dito sulle mie labbra, lasciandole arroventare ancora più dal desiderio di averlo “Ci siamo fidanzati in una maniera non del tutto tradizionale e sinceramente non avrei mai voluto che andasse così” tormentava nervosamente le mie mani nelle sue, sembrava impacciato, era così tenero “ Ho sempre fantasticato su come avrei chiesto di sposarti ma ogni volta che cercavo una scenografia la più adatta sembrava proprio questa: una notte pallida e bianca dove tutto sembra sospeso sotto il candido manto della neve. Renesmee tu sei la ragione della mia vita! Sei il mio sole, la mia stella polare, la mia notte ed il mio giorno! Più vedo quanto mi ami e più mi rendo conto di non meritarti! Eppure egoisticamente spero che tu non te ne accorga mai!” cercava fra le tasche del suo jeans da cui estrasse una scatolina di velluto nero. L’uccellino che risiede nel mio petto si fermò anche lui ad ascoltare le parole che tremanti si formavano su quelle morbide labbra. A quel punto Jake aprì la scatoletta e me la porse. Al suo interno un anello d’oro bianco, con un delicato diamante incastonato brillava al tocco della luna che aveva fatto capolino tra le nubi invernali.

 “Renesmee Carlie Cullen! Vuoi sposarmi?” io ormai non  lo ascoltavo mentre mi porgeva l’anello. Io posai la mia mano nella sua e lasciai che l’anello entrasse perfettamente nell’anulare sinistro. Restai impietrita a rimirare quella piccola stella, semplice come lui ma altrettanto splendente. Non c’era voce, non c’erano parole, solo emozioni che rischiavano di detonare la testa.

 “Non mi hai risposto!” sorrideva con quella splendida espressione incerta di chi aspetta una risposta. Eppure sapeva il mio verdetto. Cosa temere ormai?

“In realtà te l’ho chiesto prima io!” sentivo le mie labbra contorcersi in un sorriso involontario “Si, si e mille volte si” un si che sarebbe stato sempre quello anche chiedendolo altre mille volte.

 “Ti amo Renesmee!” prese le mie mani e le portò al petto dove percepivo battere il suo cuore ad una velocità nuova, mai sentita, neanche in un essere speciale come lui.

 “Anch’io ti amo Jacob! Ti amo più di me stessa!” in quel momento i dubbi che mi avevano assalito nei giorni precedenti mi abbandonarono. Noi eravamo un solo corpo e una sola anima. Quella notte compresi che nessuno poteva cambiare il nostro amore intrecciato da un destino che ci ha legato per l’eternità! Tutto sembrava così idilliaco, irreale che neanche un sogno poteva essere così bello.  Mi staccai allontanandomi di poco e voltarmi. Un cespuglio aveva raccolto abbastanza neve per poterla afferrare.

“Jake!” sospirai mentre sentivo la sua ansia salire in quel comportamento così misterioso che avevo assunto.

“Cosa c’è Nessie?”

“Prendi questo!” Gli lanciai la mia cartuccia lasciandolo spiazzato. Così iniziammo la nostra divertente battaglia, perché in fondo potevamo essere amici, fidanzati o sposati. Non cambiava nulla. Eravamo Noi. Jake e Nessie. Nessie e Jake. Non era una semplice etichetta che avrebbe cambiato lo stato delle cose. Noi per sempre!

   
 
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