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Autore: ylenia cullen    12/01/2010    8 recensioni
"Mi chiamo Jasper". Sentii il mio stomaco riempirsi di farfalle e il cuore iniziare a tamburellare violentemente contro il mio petto al suono della sua voce calda e profonda. Lasciai cadere le braccia lungo i fianchi nello stesso istante in cui lui mosse qualche passo verso di me. Non riuscivo a trovare una spiegazione al suo continuo sorridere e mi chiesi, aggiustandomi la sciarpa in torno al collo, se ero davvero così buffa acconciata in quel modo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII – Bugie e necessità

Jasper era un vampiro, di questo ero sicura. Ancora più sicura ero riguardo a quello quello che provavo nei suo confronti. Ero totalmente innamorata di lui. E non diedi mai veramente peso a quella fastidiosa sensazione di paura che di tanto in tanto mi costringeva a chiedermi se quello che stavamo facendo fosse giusto; perché non era giusto, e lo sapevamo entrambi, ma allo stesso modo iniziò a non importarci più di ciò che era bene o male. Ci amavamo, e questo bastava. Col tempo iniziai ad abituarmi anche alle sue stranezze, tra cui quella, a volte estremamente fastidiosa, della capacità di leggermi come un libro aperto. La cosa più strana di tutte era che stavamo insieme. Ed era ben diverso da come lo era stato all’inizio; sentivamo il costante bisogno di dimostrarci il nostro affetto con baci, carezze e ogni possibile contatto fisico. E più di una volta eravamo andati oltre il limite consentito, procurandomi così lividi e graffi che sentivo bruciare nelle mie lunghe notti insonni. << E’ estremamente straziante doverci nascondere ogni giorno in questa radura >>, ansimai staccandomi di malavoglia dalle sue labbra fredde. << Non ti piace? >>, chiese ricomponendosi. << Non è questo, lo sai >>, mi lamentai mettendomi in ginocchio davanti a lui. << E allora cos’è? >>, chiese corrugando la fronte. << Non capisco perché dobbiamo continuare a nasconderci! >>,  dissi imbronciandomi. << Non sarà per sempre >>, cercò di confortarmi. << I tuoi fratelli mi odiano >>, sussurrai abbassando lo sguardo. << Questo non devi neanche pensarlo! >>, tuonò e mi ritrovai distesa sulla schiena mentre il corpo di Jasper mi pesava addosso, rendendomi difficile la respirazione. Il cuore accelerò pericolosamente e le guance si colorarono di rosso. Ero sicura di essermi provocata qualche nuovo livido, ma il dolore passò immediatamente in secondo piano quando le sue labbra iniziarono a giocare con le mie, donandomi brividi incontrollabili. Eravamo imprudenti, pazzi. Eravamo follemente innamorati. E così passarono altri giorni, un altro mese. Il giorno del diploma era sempre più vicino, ma pensarci ci sembrava un enorme spreco di tempo mentre ci lasciavamo trascinare dalla passione e i libri di chimica e filosofia si impolveravano abbandonati in un angolo della scrivania. << Jasper Whitlock Hale >>, sussurrai tra me osservando una scrittura in corsivo elegante sulla prima pagina del suo libro di biologia. Corrugai la fronte e lo guardai confusa. << Non sapevo avessi un secondo cognome >>, gli sussurrai leggermente irritata. << Stiamo insieme da quasi un mese e non mi hai mai detto che quello è il tuo nome completo >>, sbottai indicando con un movimento della testa il libro ancora aperto sulla prima pagina. << Quante cose ci sono ancora che non so? >>, chiesi sospirando. << Molte >>, ridacchiò lui, sfogliando il libro fino a trovare la pagina giusta. << Non è giusto! >>, esclamai fingendo di appuntare su un foglio di block notes ciò che stava dicendo il professore. << Tu sai tutto di me >>, borbottai senza guardarlo. << Cosa vuoi sapere? >>, chiese ridacchiando mentre cambiava nuovamente pagina del libro. << Quanti anni hai, per esempio >>, dissi. << Sono stato trasformato poco dopo aver compiuto vent’anni >>, mi rispose osservando i miei scarabocchi sul foglio. << Questo lo so >>, dissi portando gli occhi al cielo, << ma da quanto tempo hai vent’anni? >>,  chiesi timorosa. << Sono stato trasformato nel 1863 >>, sussurrò piano, quasi avesse paura che qualcuno potesse sentirlo. Feci un veloce calcolo a mente e inghiottì l’aria sbarrando gli occhi. << Hai 164 anni >>, dissi incredula. Annuì silenzioso. Soffocai una risata nascondendo il viso tra le braccia conserte. << Che c’è? >>, chiese preoccupato Jasper. << Ecco spiegato il tuo essere così antico >>, ridacchiai scuotendo la testa divertita. Di rimando Jasper mi lanciò un’occhiataccia. << Io non sono antico >>, si lamentò. << Oh, certo che no, signore >>. Continuammo quel gioco fino a quando il professore non ci richiamò minacciandoci di assegnarci il doppio del compito, che arrivò al triplo quando gli scoppiammo a ridere in faccia davanti alla sua espressione goffa mentre cercava di ricordare di cosa stesse parlando prima che Jasper usasse il suo dono per confonderlo. << Ci vediamo oggi, al solito posto >>, mi sussurrò prima di scomparire al suono della campanella.

Ci misi ore interminabili per prepararmi, mentre al piano di sotto Harry era convinto stessi studiando per l’interrogazione di italiano. Mentirgli era diventato estremamente facile, montando qualche scusa che riguardasse lo studio. Quando fui pronta scesi veloce le scale, trovando Harry e Jane a contemplare il nuovo televisore comprato ad una svendita in una città lì vicino. << Esci? >>, mi chiesero all’unisono. << Faccio un salto in biblioteca a prendere qualche libro >>, annunciai giocherellando con le dita. << Hai già finito di leggere quelli presi la scorsa settimana? >>, chiese Harry sbarrando gli occhi. << Quando un libro mi piace lo divoro in un attimo! >>, ridacchiai nervosa. << Lo vedo! >>, disse entusiasta. Anche quella volta l’avevo scampata. Mi chiesi quanto ancora avrebbe retto prima di scoprire tutta la verità e soprattutto cercai di immaginarmi come avrebbe potuto reagire sapendo che la sua unica figlia se ne stava a sua insaputa tutto il giorno in compagnia del suo ragazzo, lasciando i libri di scuola abbandonati a se stessi.

Jasper come al solito mi aspettava disteso ai piedi di un grosso tronco e lo vidi sorridermi appena feci il mio ingresso nella radura. << Non so per quanto tempo ancora potremmo continuare a vederci così >>, dissi ricambiando il sorriso. << Perché? >>, chiese allarmandosi. << Credo che mio padre stia iniziando a sospettare qualcosa >>, ammisi prendendo posto accanto a lui. << Se qualcuno ti chiede qualcosa, mi hai vista in biblioteca >>, ridacchiai schioccandogli un bacio a fior di labbra. Mi cinse la vita con le mani stringendo il mio fragile corpo contro il suo. Rabbrividii di piacere. << Ti sento tesa, Alice. C’è qualcosa che non va? >>, chiese allontanandosi da me. Scossi la testa sospirando. << E’ solo che… >>, iniziai, << cosa succederà se quando usciremo allo scoperto la tua famiglia non mi accetterà? >>, chiesi con un nota di panico nella voce. Sentii Jasper ringhiare mentre sbriciolava una pietra con la mano. << Ma perché credi che sia così importante? >>, sbottò quasi innervosito. Lo guardai con sguardo severo. << Perché, non lo è? >>, chiesi avvampando di rabbia. << Sei così assillata dalla paura di un loro giudizio negativo nei tuoi confronti >>, fece una pausa. << Se così fosse, cosa importerebbe? >>, chiese guardandomi. << A te non importa cosa pensa la tua famiglia su di noi? >>, chiesi alzando di qualche tono la voce. << No >>, rispose alzandosi in piedi. Lo imitai riducendo gli occhi a due fessure. << Non cambierebbe quello che provo per te, quindi non vedo motivo di preoccuparsi >>, rispose. << Ma non potrò reggere all’infinito questa situazione. Quando potremo iniziare a comportarci come una normale coppia? >>, chiesi seccata. << Alice, è proprio questo il problema! Noi non saremo mai una coppia normale >>, rispose acido. Portai gli occhi al cielo e mi lasciai scivolare di nuovo a terra. << Quando dirai alla tua famiglia che ci frequentiamo? >>, chiesi guardandolo dal basso. << Lo sanno già >>, sussurrò scrutandomi con occhi neri. Il mio cuore mancò di un battito. << Gliel’hai detto? >>, chiesi incredula. << Edward legge nel pensiero >>. Rimanemmo in silenzio per una piccola frazione di tempo. << E…? >>, chiesi spazientita. << Sono convinti che questa storia non andrà a buon fine >>, sbottò. Deglutii rumorosamente. La paura e l’agitazione continuavano a crescere dentro di me e mentre guardavo Jasper andare avanti e indietro nervoso, mi convinsi del fatto che se non fossi riuscita a calmarmi quella storia sarebbe finita davvero male. Presi un bel respiro e parlai: << Si, ma lo hai detto tu: cosa pensano loro non conta, giusto? >>, chiesi. Annuì silenzioso. << A cosa stai pensando? >>, domandò vedendomi assorta nei miei pensieri. Scrollai le spalle. << A niente. Mi da fastidio quando reagisci così >>, ammisi abbassando lo sguardo. Lo sentii sospirare e con uno scatto veloce prese posto accanto a me. << Così va meglio? >>, mi sorrise. << Un po’ >>, soffiai. << Scusa e che, lo sai, a volte perdo il controllo >>. Annuii. << Si, ma non voglio che litighi con la tua famiglia per colpa mia >>, sussurrai a pochi centimetri dal suo viso. << Tu non hai nessuna colpa >>, rispose scuotendo leggermente la testa. << Sono loro che non capiscono >>. Poggiò le sue labbra sula mia fronte ed io sospirai di nuovo, avvicinandomi a lui. << Migliorerà? >>, chiesi al suo petto. << Te lo prometto >>. E quello bastò a rassicurarmi, almeno per quel momento.

 

 

Note Dell’autrice:

Come avrete sicuramente notato, il Jasper di questa storia è ben diverso da come ce lo immaginiamo di solito. Tranquille, non ho preso una botta in testa e non sono impazzita. Semplicemente ho voluto provare a creare un Jasper diverso. Noi siamo abituate al’estrema attenzione e preoccupazione di Edward verso Bella, mentre qui la mia intenzione era proprio quella di sconvolgere il tutto. Abbiamo un Jasper e una Alice accecati dal’amore. Pazzi, folli, che non si rendono conto del pericolo che stanno correndo. Non si preoccupano di essere prudenti, proprio come due giovani adolescenti innamorati che non si rendono conto delle loro azioni. Ma tutta questa mancanza di prudenza, a cosa porterà? Bene, mentre vi lascio a riflettere a questa domanda, rispondo ai bellissimi commenti che mi avete lasciato. Al prossimo capitolo!

 gracy494: Ti ringrazio immensamente per aver commentato. Mi raccomando, non ti mettere a piangere leggendo questa storia! xD

akkarin_a: Non so ancora bene quali intoppi far incontrare ad Alice e Jasper, ma posso anticiparti una cosa: la loro mancanza di giudizio li porterà a  fare una cosa che li farà cadere in crisi. Sono felice che ti piaccia, grazie per aver recensito!

Isangel: Bhe, spero davvero che non smetterai mai di ripetermelo, se davvero ti piace il modo in cui scrivo. Io non smetterò mai di ringraziarti, sei gentilissima!

 mary whitlock: Mi sembra sia il primo commento che ricevo da parte tua, vero? Bhe, GRAZIE! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti. P.s: Bellissimo nick!

 hale1843: Già, è impossibile odiare il nostro Jazz ù_ù… lui è perfetto, non è vero? xD Grazie per il bellissimo commento!

19_aRgEnTo_ViVo_97: Mi fai commuovere con tutti questo complimenti O.O non so come ringraziati!

Alice Joy: Il tuo commento finisce sempre nel prologo, sai? xD Grazie comunque per commentare ogni volta. Non sai come mi rendono felice i commenti che mi lasci. Spero che continuerai a leggere e commentare!

  
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