Capitolo VIII – Bugie e
necessità
Jasper era
un vampiro, di questo ero sicura. Ancora più sicura ero riguardo a quello quello che provavo nei suo confronti. Ero totalmente innamorata di lui. E non diedi mai veramente peso a
quella fastidiosa sensazione di paura che di tanto in tanto mi costringeva a
chiedermi se quello che stavamo facendo fosse giusto; perché non era giusto, e
lo sapevamo entrambi, ma allo stesso modo iniziò a non importarci più di ciò
che era bene o male. Ci amavamo, e questo bastava. Col tempo iniziai ad
abituarmi anche alle sue stranezze, tra cui quella, a volte estremamente
fastidiosa, della capacità di leggermi come un libro aperto. La cosa più strana
di tutte era che stavamo insieme. Ed
era ben diverso da come lo era stato all’inizio; sentivamo il costante bisogno
di dimostrarci il nostro affetto con baci, carezze e ogni possibile contatto
fisico. E più di una volta eravamo andati oltre il limite consentito,
procurandomi così lividi e graffi che sentivo bruciare nelle mie lunghe notti
insonni. << E’ estremamente straziante doverci nascondere ogni giorno in
questa radura >>, ansimai staccandomi di malavoglia dalle sue labbra
fredde. << Non ti piace? >>, chiese ricomponendosi. << Non è
questo, lo sai >>, mi lamentai mettendomi in ginocchio davanti a lui.
<< E allora cos’è? >>, chiese corrugando la fronte. << Non
capisco perché dobbiamo continuare a nasconderci! >>, dissi imbronciandomi. << Non sarà per
sempre >>, cercò di confortarmi. << I tuoi fratelli mi odiano
>>, sussurrai abbassando lo sguardo. << Questo non devi neanche
pensarlo! >>, tuonò e mi ritrovai distesa sulla schiena mentre il corpo
di Jasper mi pesava addosso, rendendomi difficile la respirazione. Il cuore accelerò
pericolosamente e le guance si colorarono di rosso. Ero sicura di essermi
provocata qualche nuovo livido, ma il dolore passò immediatamente in secondo
piano quando le sue labbra iniziarono a giocare con le mie, donandomi brividi
incontrollabili. Eravamo imprudenti, pazzi. Eravamo follemente innamorati. E così passarono altri giorni, un altro
mese. Il giorno del diploma era sempre più vicino, ma pensarci ci sembrava un
enorme spreco di tempo mentre ci lasciavamo trascinare dalla passione e i libri
di chimica e filosofia si impolveravano abbandonati in un angolo della
scrivania. << Jasper Whitlock Hale >>, sussurrai
tra me osservando una scrittura in corsivo elegante sulla prima pagina del suo
libro di biologia. Corrugai la fronte e lo guardai confusa. << Non sapevo
avessi un secondo cognome >>, gli sussurrai leggermente irritata.
<< Stiamo insieme da quasi un mese e non mi hai mai detto che quello è il tuo nome completo >>,
sbottai indicando con un movimento della testa il libro ancora aperto sulla
prima pagina. << Quante cose ci sono ancora che non so? >>, chiesi
sospirando. << Molte >>, ridacchiò lui, sfogliando il libro fino a
trovare la pagina giusta. << Non è giusto! >>, esclamai fingendo di
appuntare su un foglio di block notes ciò che stava dicendo il professore.
<< Tu sai tutto di me >>, borbottai senza guardarlo. << Cosa
vuoi sapere? >>, chiese ridacchiando mentre cambiava nuovamente pagina
del libro. << Quanti anni hai, per esempio >>, dissi. << Sono
stato trasformato poco dopo aver compiuto vent’anni >>, mi rispose
osservando i miei scarabocchi sul foglio. << Questo lo so >>, dissi
portando gli occhi al cielo, << ma da quanto tempo hai vent’anni?
>>, chiesi timorosa. << Sono
stato trasformato nel 1863 >>, sussurrò piano, quasi avesse paura che qualcuno
potesse sentirlo. Feci un veloce calcolo a mente e inghiottì l’aria sbarrando
gli occhi. << Hai 164 anni >>, dissi incredula. Annuì silenzioso.
Soffocai una risata nascondendo il viso tra le braccia conserte. << Che
c’è? >>, chiese preoccupato Jasper. << Ecco spiegato il tuo essere
così antico >>, ridacchiai scuotendo la testa divertita. Di rimando
Jasper mi lanciò un’occhiataccia. << Io non sono antico >>, si
lamentò. << Oh, certo che no, signore
>>. Continuammo quel gioco fino a quando il professore non ci richiamò
minacciandoci di assegnarci il doppio del compito, che arrivò al triplo quando
gli scoppiammo a ridere in faccia davanti alla sua espressione goffa mentre
cercava di ricordare di cosa stesse parlando prima che Jasper usasse il suo dono per confonderlo. << Ci
vediamo oggi, al solito posto >>, mi sussurrò prima di scomparire al
suono della campanella.
Ci misi ore
interminabili per prepararmi, mentre al piano di sotto Harry era convinto
stessi studiando per l’interrogazione di italiano. Mentirgli era diventato
estremamente facile, montando qualche scusa che riguardasse lo studio. Quando
fui pronta scesi veloce le scale, trovando Harry e Jane a contemplare il nuovo
televisore comprato ad una svendita in una città lì vicino. << Esci? >>,
mi chiesero all’unisono. << Faccio un salto in biblioteca a prendere
qualche libro >>, annunciai giocherellando con le dita. << Hai già
finito di leggere quelli presi la scorsa settimana? >>, chiese Harry
sbarrando gli occhi. << Quando un libro mi piace lo divoro in un attimo!
>>, ridacchiai nervosa. << Lo vedo! >>, disse entusiasta.
Anche quella volta l’avevo scampata. Mi chiesi quanto ancora avrebbe retto
prima di scoprire tutta la verità e soprattutto cercai di immaginarmi come
avrebbe potuto reagire sapendo che la sua unica figlia se ne stava a sua
insaputa tutto il giorno in compagnia del suo ragazzo, lasciando i libri di
scuola abbandonati a se stessi.
Jasper come
al solito mi aspettava disteso ai piedi di un grosso tronco e lo vidi
sorridermi appena feci il mio ingresso nella radura. << Non so per quanto
tempo ancora potremmo continuare a vederci così >>, dissi ricambiando il
sorriso. << Perché? >>, chiese allarmandosi. << Credo che mio
padre stia iniziando a sospettare qualcosa >>, ammisi prendendo posto accanto
a lui. << Se qualcuno ti chiede qualcosa, mi hai vista in biblioteca
>>, ridacchiai schioccandogli un bacio a fior di labbra. Mi cinse la vita
con le mani stringendo il mio fragile corpo contro il suo. Rabbrividii di
piacere. << Ti sento tesa, Alice. C’è qualcosa che non va? >>,
chiese allontanandosi da me. Scossi la testa sospirando. << E’ solo che… >>, iniziai, << cosa succederà se quando
usciremo allo scoperto la tua famiglia non mi accetterà? >>, chiesi con
un nota di panico nella voce. Sentii Jasper ringhiare mentre sbriciolava una
pietra con la mano. << Ma perché credi che sia così importante? >>,
sbottò quasi innervosito. Lo guardai con sguardo severo. << Perché, non
lo è? >>, chiesi avvampando di rabbia. << Sei così assillata dalla
paura di un loro giudizio negativo nei tuoi confronti >>, fece una pausa.
<< Se così fosse, cosa importerebbe? >>, chiese guardandomi.
<< A te non importa cosa pensa la tua famiglia su di noi? >>,
chiesi alzando di qualche tono la voce. << No >>, rispose alzandosi
in piedi. Lo imitai riducendo gli occhi a due fessure. << Non cambierebbe
quello che provo per te, quindi non vedo motivo di preoccuparsi >>,
rispose. << Ma non potrò reggere all’infinito questa situazione. Quando
potremo iniziare a comportarci come una normale coppia? >>, chiesi
seccata. << Alice, è proprio questo il problema! Noi non saremo mai una
coppia normale >>, rispose
acido. Portai gli occhi al cielo e mi lasciai scivolare di nuovo a terra.
<< Quando dirai alla tua famiglia che ci frequentiamo? >>, chiesi
guardandolo dal basso. << Lo sanno già >>, sussurrò scrutandomi con
occhi neri. Il mio cuore mancò di un battito. << Gliel’hai detto?
>>, chiesi incredula. << Edward legge nel pensiero >>.
Rimanemmo in silenzio per una piccola frazione di tempo. << E…? >>, chiesi spazientita. << Sono convinti
che questa storia non andrà a buon fine >>, sbottò. Deglutii
rumorosamente. La paura e l’agitazione continuavano a crescere dentro di me e
mentre guardavo Jasper andare avanti e indietro nervoso, mi convinsi del fatto
che se non fossi riuscita a calmarmi quella storia sarebbe finita davvero male.
Presi un bel respiro e parlai: << Si, ma lo hai detto tu: cosa pensano
loro non conta, giusto? >>, chiesi. Annuì silenzioso. << A cosa
stai pensando? >>, domandò vedendomi assorta nei miei pensieri. Scrollai
le spalle. << A niente. Mi da fastidio quando reagisci così >>,
ammisi abbassando lo sguardo. Lo sentii sospirare e con uno scatto veloce prese
posto accanto a me. << Così va meglio? >>, mi sorrise. << Un
po’ >>, soffiai. << Scusa e che, lo sai, a volte perdo il controllo
>>. Annuii. << Si, ma non voglio che litighi con la tua famiglia
per colpa mia >>, sussurrai a pochi centimetri dal suo viso. << Tu
non hai nessuna colpa >>, rispose scuotendo leggermente la testa.
<< Sono loro che non capiscono
>>. Poggiò le sue labbra sula mia fronte ed io sospirai di nuovo,
avvicinandomi a lui. << Migliorerà? >>, chiesi al suo petto.
<< Te lo prometto >>. E quello bastò a rassicurarmi, almeno per
quel momento.
Note Dell’autrice:
Come avrete sicuramente notato, il Jasper di questa storia è ben diverso da come ce lo immaginiamo di solito. Tranquille, non ho preso una botta in testa e non sono impazzita. Semplicemente ho voluto provare a creare un Jasper diverso. Noi siamo abituate al’estrema attenzione e preoccupazione di Edward verso Bella, mentre qui la mia intenzione era proprio quella di sconvolgere il tutto. Abbiamo un Jasper e una Alice accecati dal’amore. Pazzi, folli, che non si rendono conto del pericolo che stanno correndo. Non si preoccupano di essere prudenti, proprio come due giovani adolescenti innamorati che non si rendono conto delle loro azioni. Ma tutta questa mancanza di prudenza, a cosa porterà? Bene, mentre vi lascio a riflettere a questa domanda, rispondo ai bellissimi commenti che mi avete lasciato. Al prossimo capitolo!
gracy494: Ti ringrazio immensamente per aver commentato. Mi raccomando, non ti
mettere a piangere leggendo questa storia! xD
akkarin_a: Non so ancora bene quali intoppi far incontrare ad Alice e Jasper, ma
posso anticiparti una cosa: la loro mancanza di giudizio li porterà a fare una cosa che li farà cadere in crisi.
Sono felice che ti piaccia, grazie per aver recensito!
Isangel: Bhe, spero davvero che non smetterai mai di
ripetermelo, se davvero ti piace il modo in cui scrivo. Io non smetterò mai di
ringraziarti, sei gentilissima!
mary whitlock: Mi sembra sia il primo commento che ricevo da parte tua, vero? Bhe, GRAZIE! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto come
i precedenti. P.s: Bellissimo nick!
hale1843: Già, è impossibile odiare il nostro Jazz ù_ù… lui è perfetto, non è
vero? xD Grazie per il bellissimo commento!
19_aRgEnTo_ViVo_97: Mi fai commuovere con tutti questo complimenti O.O
non so come ringraziati!
Alice Joy: Il tuo commento finisce sempre nel prologo, sai? xD
Grazie comunque per commentare ogni volta. Non sai come mi rendono felice i
commenti che mi lasci. Spero che continuerai a leggere e commentare!