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Autore: KH4    13/01/2010    4 recensioni
Il mio sogno è trovare un sogno. Cercarlo significa vivere? Non lo so perchè io non so se ho il diritto di questa mia vita o di questo mio desiderio. Non so cosa sia un sogno ma lo desidero così tanto perchè forse può darmi la felicità che non ho. Anche se cammino, respiro, osservo...sto forse vivendo come dovrei fare? Non lo so.Ho paura a trovare la risposta.Ho paura a guardare indietro. Ho paura di quello che sono. Ma io....chi sono?(prologo del cap.14).
La vita di Ace prima ancora che entri a far parte della ciurma di Barbabianca e durante la permanenza sulla nave di quest'ultimo, accompagnato da un dolce ragazza dal passato oscuro e ingiusto. Buona lettura a tutti!(introduzione modificata)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Barba bianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon mercoledì a tutti voi!eccoci col decimo capitolo!prima di lasciarvi,ringrazio(come sempre)chi mi scrive!

 

Alala:uh,una nuova arrivata!fa sempre un grandissimo piacere avere qualcun'altro che scrive!sono contenta che ti piaccia la storia e anche che Ace sia il tuo personaggio preferito!(poverino,ora sta patendo le pene dell'inferno,speriamo almeno che riescano a tirarlo giù dal patibolo alla svelta).Grazie ancora e spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.

 Yuki689:eccomi qua!per cominciare,posso dire che le feste sono andate più che bene!divertimento allo stato puro accompagnato da cenoni da far scoppiare la pancia!quando si è in buona compagnia scatenarsi è inevitabile ma siamo ancora vivi,nonostante gli innumerevoli botti lanciati!(alcuni dei miei amici si sono perfino divertiti a far saltare nel tombino dei minuscoli petardi).Per quanto riguarda la storia,sono felice che ti piaccia come stia andando e come Sayuri reagisce davanti a certe cose.Si potrebbe dire che su questo fronte lei sia mooolto ingenua e che quindi necessita di un paio di lezioni sull'amore ma io preferisco tenermela così,è troppo pucciosa e lo posso dire tante volte perchè l'ho creata io!Per quanto riguarda quello che hanno visto,non preoccuparti!con questo capitolo la tua curiosità sarà del tutto colmata!Ah,dimenticavo:di recente hanno messo un avviso sul sito e visto che cercavano fict da segnalare come le storie più belle ho messo la tua e quella di MBP:se ci sono delle storie che meritano di essere lette sono le vostre!

 MBP:carissima,non c'è bisogno di arrivare a questi sistemi!non è una tragedia se non si recensisce,perciò metti via la frusta e rilassati.Come ho appena detto a Yuki,tutto quello su cui siete curiose sarà pianato in questo capitolo.Ogni volta che mi sento dire che Sayuri è tenerissima quando si trova davanti a dei ragni me la immagino e mi viene sia da ridere che da piangere,con Don poi che afferma che le donne sono gli esseri più problematici che esistano stiamo in campana!Devo chiederti scusa se non recensisco mai la tua fict:la sto seguendo e mi piace tantissimo anche  perchè Keyra è davvero simpatica e ci sono rimasta di sasso quando sua madre non l'ha riconosciuta.Quelle medicine che prende non mi convincono per niente e nemmeno chi sta cercando di farle del male ma confido nelle tue doti di scrittrice e prego che la nereide si salvi e riesca anche a dichiararsi a chi sappiamo noi!Ho segnalato la tua fict e quella di Sayuri nel concorso perchè sono quelle che più seguo e ti ringrazio per aver fatto altrettanto con la mia anche se sono ancora agli inizi.Mi imbarazza un pochino che una mia storia sia presa così in considerazione ma ti ringrazio tanto,tanto,tanto!

 Maya90:Ciao ragazza!ti ringrazio per gli accorgimenti(a volte nemmeno mi accorgo di fare questi errori) e per la tua sincerità;non mi vengono molte cose da dirti però ci tenevo comunque a scriverti qualcosa perchè altirmenti mi sarei sentita un animale a non farlo e poi avrei provato dei rimorsi di coscenza spaventosi!L'idea dei ragni grandi come meloni era esattamente quello che cercavo da tempo:a seconda delle dimensioni Sayuri reagisce in maniera diversa,quindi ti lascio immaginare ogni sua reazione a tutti i tipi di ragni esistenti al mondo.Non so perchè abbia pensato ai ragni ma sono stata la prima cosa che mi è venuta in mente.I serpenti non mi piacciono e il buio era troppo classico quindi ho cercato qualcosa di semplice ma assolutamente perfetto per farle rizzare i capelli.

 Beatrix:mia carissima Beatrix,sono commossa per i tuoi suggerimenti riguardo il mio attuale problema tecnico.Purtroppo non posso attuare il tuo consiglio per il semplice fatto che non ho un secondo computer:mio padre ne ha un altro ma ce l'ha sempre dietro e non riuscirei mai a recensire regolarmente(minimo dovrei aspettare un mese o forse mai..)ma fortunatamente presto si procurerà un paio di chiavette (Dio,si è ringraziato il cielo) col quale potrò stare serena,visto che anche lui deve salvari alcuni suoi lavori.Ti ringrazio per la premura,comunque sei stata davvero gentile.Passando al capitolo,sono contenta che Don cominci a piacerti:lo so è un scostante e borbotta sempre ma in fondo è una persona buona a modo suo,anche se bisticcia sempre con il povero Bonz.Lui è un bonario in tutto e per tutto e la povera Sayuri dopo aver avuto a che fare per i ragni era logico che nel vederli così da vicino si mettesse a gridare in quel modo.Per quanto riguarda quel che ha visto...beh,leggi e vedrai!!a presto!!

 

 

 

La sentinella gabbiano era comodamente appollaiata sul legno della balaustra. Di tanto in tanto si sistemava le piume delle ali, arruffandole e lisciandole col becco, ma per il resto, rimaneva immobile esattamente come un animale impagliato. Oltre al berretto e agli occhiali ,questo al collo portava un lumacofono verde, in attesa che qualcuno si degnasse a fare la prima mossa.

Ace avanzò lentamente verso il volatile e non appena gli fu vicino, allungò il braccio,prendendo tra le mani l’apparecchio e avviando così la comunicazione.

“Biro-biro! Sto parlando con Portuguese D.Ace, detto Pugno di Fuoco?” la voce trasmessa al lumacofono era maschile e pacata.
“In persona. Chi parla?”
“Nessuno da cui debba tenersi alla larga: sono il maresciallo Hiroya. E’da diverso tempo che cerchiamo di rintracciarla”

Il moro aveva visto giusto. Quelli della Marina erano sulle sue tracce da quando aveva lasciato Roght Town.

“E quale sarebbe il motivo?” domandò lui.
“Una questione diplomatica che vorrei esporle di persona. Sono stato incaricato di occuparmi dell’intera faccenda e le posso assicurare che non attaccheremo ne lei ne i suoi compagni” gli assicurò

Certo che lo promettevano visto che, anche volendo, non sarebbero riusciti a sopraffarli. Da dietro, Sayuri attendeva il da farsi; stava memorizzando chiaramente le parole dell’ufficiale della Marina e trovava molto strano che volessero incontrare Ace. Quell’uomo aveva parlato di una questione diplomatica, quindi poteva supporre che si trattasse di una proposta o qualcosa del genere.

Quando il volatile se ne andò, il capitano si voltò verso di lei.

“Raduna la ciurma sul ponte. Sentiamo che cosa vogliono”

 


Appena quindici minuti dopo, la nave del maresciallo Hiroya ancorò a una decina di metri da quella della ciurma dei pirati di picche. Esteticamente era ben diversa dalle classiche corazzate da guerra che si vedevano in giro: possedeva una linea più elegante e fine, costruita con legni chiari e rossicci.
Il marchio del Governo Mondiale era dipinto sulla vela maestra e sotto ad essa vi erano una ventina di ufficiali che attendevano sull’attenti, mentre l’autorità diplomatica si dirigeva con due guardie verso la nave pirata a bordo della scialuppa. Gli uomini di Ace erano sparpagliati sul ponte alla giusta distanza in caso di mosse false da parti dei nemici. Sayuri era seduta sulla scalinata di legno e guardava il capitano con animo quieto. Non temeva la presenza di quei uomini, così come Don, anche se lui pareva più seccato del normale vista l’inaspettata e poco gradita visita della Marina.

“Speriamo si sbrighino. Non mi va che si freddi il pranzo” disse col solito tono scocciato.

Come i forestieri salirono, il silenzio si intensificò ancor di più. Hiroya, avvolto nel suo completo bianco, segnato da un’elegante fascia rossa dai risvolti dorati, appariva sicuro di sé, quasi amichevole. Alle sue spalle, le guardie sembravano non respirare tanto erano immobili. Si era scelto due gorilla nella speranza di avere qualche possibilità in più di essere ascoltato da tutti e in quel frangente, non soltanto il diretto interessato ma bene o male, tutti lo stavano squadrando come fosse un alieno invasore.

“Buon pomeriggio, sono il maresciallo Hiroya” si presentò cordialmente “Spero di non aver interrotto il vostro pranzo”
Speri male, idiota! Stavamo giust’appunto per sederci!

In sostanza il messaggio subliminale che l’intera ciurma stava mandando con occhi assatanati era quello. Praticamente erano sul punto di addentare il primo boccone quando Sayuri era entrata in cucina e aveva chiesto a tutti quanti loro di raggiungere Ace sul ponte. Fu facile per il maresciallo avvertire l’ostilità nei suoi confronti, ma non era tipo da badare a certe cose. Gli bastò guardare rapidamente i presenti per leggere il disappunto nei loro volti, tranne in quello di una fanciulla dai lunghi capelli castani, che sedeva su delle scale, con occhi privi di sentimenti negativi. Tra le tante teste che c’erano, lei era un’incognita.

“Sayuri, il Bianco Giglio” pronunciò elargendo un ampio sorriso “Questa è davvero una bella sorpresa. Non immaginavo che tra le file dei pirati di picche ci foste anche voi”

Si esibì in un piccolo inchino per dimostrare tutta la sua galanteria. Era un uomo aristocratico e benché fosse su una nave pirata, davanti a un bella fanciulla, che fosse ricercata o meno, era sempre buona educazione mostrarsi dei gentiluomini, a differenza di alcuni individui rozzi e senza alcun rispetto per il genere umano.

“La vostra locandina non le rende abbastanza giustizia” continuò lui.
“La ringrazio, ma se non erro, non siete qui per me, ma per parlare con il mio capitano. Quindi, vi prego, continuate col vostro discorso” esordì ricambiando il sorriso.

Se il maresciallo si fosse girato in quel preciso momento, si sarebbe ritrovato inondato dalla furia che aleggiava minacciosa nell’aria. La sua attenzione si era spostata sulla giovane e questo non era stato affatto gradito, specie perché gli occhi dell’ufficiale si erano soffermati per diversi secondi sulla sua figura fisica, prima di aprire bocca. Sarà pure stato un diplomatico, ma dentro rimaneva sempre un uomo. L’intera ciurma era molto unita e gran parte di loro, per non dire tutti, vedeva la ragazza come una dolce sorella, gentile e sempre pronta a dare una mano.

Più di tutti, c’era Ace a non gradire quella situazione. Non era così stupido da perdere la testa su due piedi per una cosa del genere, ma non sopportava che la ragazza venisse guardata a quel modo, con occhi troppo ambigui. Anzi, non gli era piaciuto nemmeno il fatto che quel mammalucco le avesse rivolto la parola come se fosse un’amica di vecchia data.

“Mi sembra giusto” affermò il maresciallo, voltandosi verso l’interessato
“Arrivi velocemente al punto” tagliò corto il moro ancor prima che l’uomo potesse aprir bocca.
“Certamente. Dunque, la Marina mi ha mandato qui per esporle una proposta di una certa importanza. Abbiamo osservato a lungo le vostre "imprese" e il suo essere così in vista non è potuto sfuggire ai nostri occhi“ si schiarì per bene la voce e poi continuò “Pertanto, dopo averne discusso a lungo, il Governo Mondiale, desidererebbe che lei accettasse di unirsi alla flotta dei sette”

Ci fu ancora più silenzio di quanto non ce ne fosse di già. E anche parecchio sgomento. Poi, pian piano, mormorii e sibili si diffusero tra le ciurma. Occhi allibiti e spalancati non credevano a quanto avevano appena udito. Non si trattava di uno scherzo, anche perché l’altezzoso maresciallo non si era minimamente scomposto e nulla di quel che rappresentava lasciava trapelare un elemento di ironia. Dal profondo del suo spirito, Ace era sorpreso della proposta ma esternamente si limitò ad alzare le sopraciglia come segno di aver capito bene il messaggio.

Sempre seduta, Sayuri osservava il tutto con mente razionale, elaborando pensieri semplici e logici con l’innata tranquillità di cui era dotata: la flotta dei sette era conosciuta in tutto il mondo come una delle forze portanti su cui si reggeva l’equilibrio mondiale. A comporre quel ristretto gruppo erano famigerati pirati la cui stessa natura umana era assai dubbiosa; il perché avessero scelto di portare un guinzaglio al collo, nessuno lo sapeva così come nessun’altro si azzardava a chiamarli cani del governo. Seppur avessero legato la loro vita a un accordo, i loro nomi erano sinonimi di terrore, potere e forse follia.

Di quei sette, la ragazza conosceva di nome soltanto Drakul Mihawk, soprannominato Occhi di Falco, il migliore spadaccino del mondo. Aveva sentito parlare anche di un altro, ora che ci rifletteva attentamente, ma non ne ricordava il nome.....

La flotta dei sette...

A chi veniva proposto di entrarci, erano riconosciute abilità e atti straordinari. Ace era forte, giovane, intraprendente, forse a volte un pò troppo sicuro di sé, ma indubbiamente era una persona che sapeva quello che voleva e che ogni qualvolta gli si presentava l’occasione, non mancava di dimostrare chi era e fin dove poteva spingersi per quello in cui credeva e difendeva.

Sayuri era consapevole con chi navigasse e a cosa tenesse per questo non si stupì quando il capitano, davanti a tutti, disse:

“Non mi interessa. Rifiuto”

Agli occhi sbigottiti si allegarono le bocche spalancate delle guardie dietro al maresciallo Hiroya. Quasi toccavano il suolo, tanto erano aperte. Lievemente sconvolto, l’autorità sbattè le palpebre più volte.

“Come? Rifiuta?” ripetè sorpreso il marine.
“Si. Non mi interessa affatto entrare nella flotta dei sette. Ho altri progetti” dichiarò schiettò. "Riferisca questo al Governo Mondiale"

Alle sue spalle la ciurma esultò con le braccia rivolte al cielo.

“Ci avrei scommesso che avrebbe risposto così” sogghignò Don.

I membri della Marina si guardarono tra di loro, senza parlare. Fermi dov’erano, osservavano il tutto senza cercare di smuovere la loro posizione. Il maresciallo Hiroya espirò, pensando già a come stilare il suo rapporto che poi sarebbe finito nelle mani dei suoi superiori ma d’altro canto, il suo dovere l’aveva fatto e insistere era del tutto fuoriluogo.

“Dunque è intenzionato a rifiutare l’offerta?” gli domandò per l’ultima volta.
“Si e non intendo ripetermi. Come vede, vorremmo proseguire il nostro viaggio”

La tentazione di aggiungere “E se ti azzardi a guardare Sayuri ancora un volta in quel modo, giuro che ti dò fuoco all’istante” era molto forte, ma si trattenne. Ora che non avevano più motivo di disturbarli, potevano anche andarsene.

“D’accordo. Non ho intenzione di rubarvi altro tempo”

Non si dilungò più di tanto anche perché neanche lui non voleva perdere tempo. Con tocco leggero si sistemò l’elegante copricapo e tornò sui suoi passi, seguito dalle fidate guardie. Ogni membro della ciurma seguì senza battere ciglio con lo sguardo la piccola scialuppa dirigersi verso la nave, per poi vederla allontanarsi senza tentare alcun assalto.

 


“Che scocciatori! Venire qui a interrompere il nostro pranzo” sbottò Don.
“L’hai detto! Per colpa loro ho dovuto cucinare tutto da capo!” esclamò indignato il cuoco col matterello in mano, ben alzato e pronto a colpire.
“Posa quell’affare e mettiti gli occhiali prima di cadere con la faccia in giù” lo rimbeccò il cugino. “Comunque se ne sono andati e quindi possiamo festeggiare senza altre rogne. Bonz, gli occhiali ce li hai sopra la testa!”
“Davvero? Toh, hai ragione!”

Quella stessa sera si festeggiava per il ben servito che Ace aveva dato alla Marina. Un ben servito con i fiocchi, perchè il maresciallo Hiroya non sembrava aver gradito la risposta, ma ormai nessuno ci dava più peso visto che erano presi a fare baldoria.

Avrebbe fatto meglio ad evitarsi il disturbo di venire, anzi, di setacciare i mari per poterli cercare.

“Che stupidi! La Marina pensava davvero di patteggiare con Ace!”
“Di che ti stupisci? Piuttosto che battersi preferiscono tenersi buoni chi può difenderli!”

I calici di birra si alzarono per l’ennesima volta, accompagnati da urla d’ammirazione. Era da parecchio che non festeggiavano con tanta vivacità e ora che avevano un’ottima ragione per farlo, si stavano scatenando come non mai. A volte le risate diventavano più forti perché Ace stesso crollava in preda alla narcolessia ma dopo qualche minuto si riprendeva come niente e continuava a mangiare o a scherzare con la ciurma. Sayuri da dov’era, si trovava a suo agio. Don era accanto a lei e borbottava qualcosa sul fatto che con tutto il casino che stavano facendo rischiavano di farsi sentire da qualcuno ma intanto anche lui si stava scatenando come un pazzo e lo stesso equivaleva per il cugino Bonz, da una parte intento a sfornare pietanze e dall’altra a non perdere gli occhiali durante le sue ridicole ballate con le padelle.

A dire la verità, lei era l’unica che stesse un po’ quieta, ma ciò era dovuto al fatto che non era abituata a tanto frastuono, in senso positivo. Non aveva mai preso parte a una festa del genere e quindi preferiva rimanere un pochino in disparte anche se il solo guardare la faceva sentire serena.

“Ehi, stavo pensando a una cosa. Anche sorella Yu-chan ha un taglia altissima ed è anche molto forte. Secondo voi perché non hanno fatto la proposta anche a lei?” domandò uno lì accanto
“Hai ragione! Prima di entrare a far parte della nostra compagnia, ha dato non pochi grattacapi alla Marina, senza contare che ha fatto tutto da sola!” si aggiunse un secondo.
“Sorella Yu-chan, che ne pensi?”

Cinque o sei teste si voltarono verso di lei, seduta in un angolo con un semplice bicchiere d’acqua mezzo pieno. I bianchi riflessi che s’andavano a increspare sulla superficie, si spostavano ad ogni suo minuscolo movimento. Tutti volevano sentire la sua opinione e ne erano incuriositi perché quella domanda era sorta per caso, dal nulla, ma aveva suscitato in quei pochi che se lo erano domandato un desiderio di conoscenza.

“Se devo essere sincera, penso che si siano basati sul fatto che mi sono limitata a mettere in difficoltà i loro traffici nel mare meridionale. Certo, anche io mi sono imbattuta in alcuni pirati, ma sicuramente non erano nulla di così straordinario, senza contare che non mi piace attirare l’attenzione più del dovuto. E poi....” sorrise “Tra me e Ace c’è una notevole differenza: lui è molto più forte di me. Credo che la Marina si sia basata sul nostro grado di pericolosità e ha scelto lui come il più idoneo a cui fare la proposta”

L’esauriente e ben esposta spiegazione della castana soddisfò i presenti. Si era limitata a dire ciò che pensava realmente e non vedeva altro da aggiungere. Se mai le avessero proposto di entrare a far parte della flotta dei sette, anche lei avrebbe rifiutato. Non aveva nullo contro quel gruppo, solo voleva difendere ciò che la identificava e la rendeva quello che era, almeno in parte: la sua libertà. Era uno dei valori, uno dei pochi e più preziosi, che possedesse e non voleva perderlo. Un tempo sarebbe stato sicuramente l’unico ma ora la situazione era notevolmente cambiata. Faceva parte di una ciurma, aveva degli amici e un capitano da seguire. Lo stesso capitano su cui la sua mente a volte, se isolata dal resto del mondo, si soffermava più a lungo del previsto.

A volte temeva quelle sensazioni ma il suo cuore le diceva di fidarsi perché forse quelle stesse sensazioni, le avrebbero fatto bene all’anima. Era tentata a immergersi in uno dei suoi ragionamenti razionali e concisi ma per quella sera poteva anche farne a meno. C’era pur sempre una festa e bisognava divertirsi.

“Ehi, Sayuri, vieni qui! Vieni!”

Dal fondo del tavolo, Ace la stava chiamando allegramente.

Non fece nemmeno a sedersi vicino a lui, che lo vide cadere all’indietro con le dita serrate attorno a un enorme cosciotto di carne.

“Ace!” era inutile. Quando lo vedeva cadere da così vicino, non poteva non stupirsi.
“Ah ah ah ah!! Ragazzi, il capo è crollato ancora!! Ah ah ah ah!!!”



 
  
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