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Autore: Doralice    13/01/2010    7 recensioni
La vita può riservare delle sorprese a suo modo ironiche. E due persone lo impareranno presto.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nel giro di quarantotto ore, Hermione si era convinta di essere definitivamente impazzita. E non poteva permetterselo: doveva mandare avanti una sezione investigativa, che diamine! L’estate-farsa (niente ferie) era finita e l’autunno era alle porte, ad aprire un nuovo, arduo anno. Doveva ritrovare la concentrazione, non poteva inaugurarlo in quelle condizioni.

Per questo era lì, davanti alla porta di Draco Malfoy, da circa tre quarti d’ora. Sì, perché per quanto cercasse di autoconvincersi che la cosa migliore era affrontare la questione, non ce la faceva proprio. Non riusciva ad allungare la mano per bussare. Era impalata là davanti, ad arrovellarsi il cervello su cosa fare.

Quando ormai era giunta alla conclusione che tutta quella situazione era assurda e ingestibile, e aveva girato i tacchi per andarsene, sentì la porta aprirsi alle sue spalle.

« Eh, no! Col cazzo che adesso te ne vai! »

Hermione si pietrificò.

Merda! Come faceva a sapere... ? Oh, mi stava spiando! Che stronzo! Uhm... be', detto da una che è piazzata davanti alla sua porta di casa da 45 minuti...

Ci fu un lungo, penosissimo silenzio, mentre lei tornava lentamente sui suoi passi. Draco la guardava con espressione risentita.

« Perché... »

« Niente. » lo interruppe, torcendosi le mani.

« Vorrei solo... »

« Assolutamente! Davvero! – lo interruppe di nuovo – Era una sciocchezza, non voglio disturbati. »

« Ti dispiacerebbe farmi finire di parlare? – sibilò Draco. – Cosa ci fai qui? »

Domanda ovvia.

« Non lo so proprio! Devo essere un po'... stressata. – fece con una risatina nervosa – Be', ci vediamo in ufficio, eh? Ciao! »

Ma Draco la placcò senza difficoltà – gli allenamenti da Cercatore erano serviti a qualcosa dopotutto.

« No, ora mi spieghi perché sei qui. » le intimò.

Hermione sospirò.

Sì, e cosa gli dico? Che l’altro giorno mi sono svegliata con il suo sapore in bocca?

« Senti… davvero, è inutile parlarne. Insomma… è una cosa ridicola! – gli disse – Ti farei perdere tempo e basta… non ne vale la pena. »

« E sei rimasta qui fuori quasi un’ora per poi decidere che non ne vale la pena? » le chiese in tono beffardo.

La ragazza aprì la bocca per ribattere, ma si accorse che non aveva nulla di sensato da dire quindi tacque. In verità, tutta quella faccenda era priva del minimo senso. Si mise le mani tra i capelli e si sedette su un gradino, sconsolata. Draco rimase sull’ingresso ad osservarla, vagamente turbato da quel suo comportamento.

« Se hai intenzione di farti venire una crisi, ti consiglio di trattenerti: i miei vicini non hanno di meglio da fare che origliare. » le disse caustico.

« E credi che me ne freghi qualcosa? » replicò lei, senza nemmeno alzare lo sguardo.

Con la coda dell'occhio Hermione lo vide sedersi accanto a lei. Lo osservò incuriosita e lui ricambiò lo sguardo. Dopo un lungo momento di silenzio – durante il quale non fecero che fissare a turno le proprie scarpe e la parete di fronte – Hermione gli lanciò un’occhiata storta.

« Dovresti farti la barba. » gli fece notare freddamente.

Draco inarcò un sopracciglio.

« Ho finito i rasoi. – ribatté – Prestami il tuo tono: è abbastanza tagliente. »

Si guardarono e a sento trattennero un sorriso.

« Che cosa c’è? » le chiese poi, senza guardarla.

Hermione si morse un labbro: le stava chiedendo di confidarsi come due vecchi amici? Loro?

« Vuoi davvero saperlo? Rischi di complicarti la vita. » gli disse mesta.

Lui ghignò: « Presuntuosa. »

La ragazza alzò gli occhi al cielo, ma non commentò: dopotutto aveva ragione, magari a lui non gliene sarebbe fregato niente. Era un sciocca...

« E se lo fosse già? » continuò Draco.

Hermione lo fissò, perplessa.

« Se fosse già complicata? » aggiunse lui, come a spiegare il concetto.

Lei ci mise un po’ a capire, e la sua espressione passò dal dubbioso al consapevole per poi stabilizzarsi sullo stupito.

« No, no, no… eh, no! – farfugliò, scattando in piedi – Così non va… non va proprio… doveva essere solo un mio problema! »

Scoteva la testa e camminava avanti e indietro sul pianerottolo, sotto lo sguardo allibito del ragazzo.

« Credevi di avere l’esclusiva? » le chiese ironico.

Hermione si voltò: aveva lo sguardo folle.

« Questo cambia tutto… cazzo! Non lo capisci?! » esclamò.

« Diventi volgare quando sei nervosa. – le fece notare Draco alzandosi a sua volta – Comunque, se questa faccenda ti sconvolge tanto, perché sei venuta qui? »

« Oh, non lo so… non lo so… ma non vedi in che condizioni sono?! » replicò lei con voce acuta.

« Io vedo che nonostante tutto sembri sollevata dal fatto di non essere da sola. » ribatté lui tranquillamente.

« Ma… ma che stai dicendo?! – fece Hermione allargando le braccia sconsolata – Forse non ti è ben chiaro di cosa stiamo parlando... »

« Oh, sì, forse è così. Perché non me lo spieghi? » le chiese in tono mellifluo.

Hermione credette di aver capito male. Lo guardò a bocca aperta, senza riuscire a spiccicare parola.

« Non ci riesci, vero? – disse Draco avvicinandosi a lei – Non riesci a dire che ciò che è successo ha influito su di te… su di noi… e che forse sta succedendo qualcosa di sbagliato. »

A quell'ultima parola Hermione trasalì.

« Sì! Assolutamente sbagliato! – disse in fretta, come a riempire il silenzio che si era installato – Tutto questo è… »

« Assolutamente sbagliato. – le fece eco lui – Ma questo non cancella la realtà. »

Hermione notò che Draco si era fatto un po’ troppo vicino: ora era sovrastata a lui.

« Non ci riesci. – le ripeté in un sussurro – Non riesci a dire che noi... »

La ragazza gli tappò la bocca con una mano.

« Sta zitto! » gli sibilò, guardandolo dritto negli occhi.

Draco sorrise contro il suo palmo, prima di prenderla per il polso e toglierla delicatamente.

« Hai paura. » concluse, guardandola divertito.

« Sì, ho paura, va bene? – ammise lei, ormai stremata – E anche tu dovresti averne… la tua tranquillità è molto sospetta. »

Draco scoppiò a ridere. Hermione, furiosa per non esser stata presa sul serio, continuò a delirare.

« Sei troppo, troppo rilassato! – disse puntandogli un dito al petto – Mi stai prendendo in giro… sì, questa è l’unica spiegazione logica… e lo fai per vendetta, ecco! »

« Oh, sì… tu mi conosci così bene! » replicò lui con una risata amara.

Quella reazione la lasciò di sasso.

« E secondo te se davvero volessi vendicarmi la tirerei così per le lunghe? – continuò Draco – Tu non hai idea dei metodi che uso per fottere la gente: è il mio mestiere. »

Hermione lo guardò scioccata.

« Adesso si può sapere che ti prende? » gli chiese impaurita.

« Mi prende che non capisci niente! – le disse, soffocando la voce per non urlare – Avrai anche un gran cervello, ma sei peggio di Weasley: non arrivi alle cose più elementari. Ed ecco un altro motivo per cui non mi spiego come fai a piacermi. »

Silenzio. Immenso, pesante, insopportabile silenzio.

« Perché l’hai detto? » bisbigliò Hermione.

Non doveva… non doveva… no… era meglio lasciarlo nel limbo delle cose non dette…

« Perché uno di noi doveva farlo, prima o poi, no? – fece lui esasperato – Altrimenti perché sei qui? »

Ancora quella domanda. Hermione strinse gli occhi e scosse la testa, come per scacciare un pensiero molesto. Ma evidentemente il cervello doveva essere sconnesso dalla bocca, e lo disse, tutto d'un fiato.

« Perché l’altro giorno mi sono svegliata col tuo sapore in bocca. »


.:°:.


A Draco si spezzò il fiato in gola.

Quando Hermione riaprì gli occhi, lui non riuscì a reprimere la vampa che gli saliva sino alle guance. La ragazza restò muta, come in attesa di una sua reazione – una brutta reazione a giudicare dal fatto che nemmeno aveva il coraggio di guardarlo. Ma Draco non era affatto intenzionato a rispondere con una delle sue frecciatine sarcastiche: non ne aveva alcun diritto. Era lui ad essere in imbarazzo. Sì, Draco Lucius Malfoy era imbarazzato.

Poi lo sguardo di Hermione si illuminò.

Ecco, ha capito. Adesso sei fottuto.

« Tu mi hai baciata! – disse portandosi una mano alla bocca – Mentre dormivo… tu mi hai baciata di nuovo. »

Il ragazzo aprì la bocca, ma qualsiasi cosa volesse dire gli morì in gola. E cosa avrebbe mai potuto dire?

Hermione la prese come una conferma.

« E sei stato tu a mettermi a letto. » continuò lei, sempre più sbalordita.

Si guardarono, come due statue attonite, e si fecero la medesima, muta domanda.

E adesso?

« È meglio se vado a casa. » disse Hermione con un filo di voce.

« Sì… – mormorò lui, pallido – è meglio. »

Fece un passo indietro.

E dimentichiamo ogni cosa. – parve che quel pensiero, condiviso, si stagliasse nettamente tra loro come un muro.

Hermione si voltò e d'un tratto per Draco fu come se quel muro prendesse la consistenza del cristallo. Doveva vederla andare via senza nemmeno tentare di infrangerlo? Doveva avere paura di ferirsi quando quello che c'era aldilà avrebbe potuto essere più efficace di qualsiasi medicina?

Oh, 'fanculo!

« Granger! »

Hermione fece in tempo a sentire un tuffo al cuore, prima di ritrovarsi avvinghiata a lui, le mani fra i suoi capelli, in ciò che sembrava più una lotta che un bacio. Draco la spinse dentro casa e chiuse la porta con un calcio.

La signora Pringle si allontanò dallo spioncino della sua porta imprecando.

   
 
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