Buonasera!
Lo so, avevo detto che
avrei postato il 10 ma sono in ritardo! Però questo capitolo
è stato davvero
difficile da scrivere, spero che ne sia valsa la pena… Spero
tanto che vi
piaccia e che vi spinga a perdonarmi il ritardo XD
neko_girl96:
eccomi qui! Mi scuso per il leggero ritardo, ma almeno ho aggiornato!
Sono contenta
che tu abbia apprezzato il contrasto tra dolcezza e dolore e che la
storia ti
piaccia ancora!
yuri5:
grazie mille per i complimenti! Sono contenta di essere riuscita a
trasmetterti
tutti i sentimenti dei vari personaggi.
TaKari94:
grazie mille per gli auguri, apprezzo e ricambio (anche se in ritardo
XD). Sono
contenta che la mia storia ti sia piaciuta tanto, e spero che mi darai
un
parere anche su questo capitolo!
Miss
Giulietta:
sono contenta che la parte della lettera ti sia piaciuta, e che tu
abbia
apprezzato la parte dedicata a Paddy. Ho trovato molto interessante
anche io
scrivere dal suo punto di vista: c’è un contrasto
tra la sua ingenua innocenza
e la durezza della realtà molto impressionante secondo me.
Cara, sappi che
avendo notato la parte sui contrari mi hai resa stra-stra-felice!
Speravo davvero
che qualcuno ci prestasse attenzione! Già, Pam è
stata proprio una grande! Ryan
se lo meritava, no? (eeeh? Ma guarda che io ho fatto tutto quello che
ho fatto perché
me l’hai detto tu! NdRyan - Uffa, ancora con questa storia!
Dacci un taglio,
prometto che nella parte dedicata alla psicologia dei personaggi ti
renderò
giustizia. NdKClarisse - *Ryan se ne va gongolante* - Ho dovuto dirlo,
sennò non mi
mollava! NdClarisse.sottovoce - XD). Sì, il nostro povero
Ki-chan sta soffrendo
molto, soprattutto perché SA di essere stato fesso! Ma sai
come si dice, no? Ci
si rende davvero conto di quanto si ama una cosa quando la si
perde… e poi, se
Kish non si fosse trovato davanti questa situazione e fosse rimasto con
lei,
non si sarebbe mai perdonato di aver abbandonato la sua gente. Insomma,
avevo
bisogno di questa parte! Non preoccupare di dilungarti, adoro le
recensioni
lunghe XD!
Akly: oooh,
bene! Quindi adesso sai tutto quello che è successo. Mi
spiace solo che tu ti
sia un po’ rovinata la sorpresa… il nostro caro
Ki-chan sta soffrendo, chissà
come finirà (sadica che sono!).
tYTy:
carissima! Tranquilla, anche io di solito vado a periodi: ogni tanto
FF, ogni tanto
libri. Comunque sono contenta che tu mi abbia lasciato una recensione J! Non vedo l’ora
di leggere un’altra delle tue
dettagliatissime opinioni, che mi mancano i tuoi onesti commenti
critici!
To break a spell
--Riportala indietro--
-
A quelle parole,
tutti i presenti alzarono il capo di
scatto rischiando il colpo della strega a causa del movimento
improvviso.
Pai tenne la
testa china, mentre un’espressione
sofferente si disegnava sul suo viso.
--Kish, hai
compreso la portata di ciò che mi stai
chiedendo?-- mormorò dopo alcuni secondi, e fissò
il suo sguardo cupo in quello
determinato del fratello.
--Un
momento…-- sussurrò Strawberry shockata. --Vuoi
dire che ciò che ha fatto non è…
irreversibile?--
L’alieno
dagli occhi viola scosse il capo, senza
staccare lo sguardo da quello dorato ardente del fratello adottivo.
Quando
parlò si rivolse soprattutto a lui, cercando di spiegargli
l’interezza della
situazione.
--L’incantesimo
che ha usato Iris_-- cominciò, ma
s’interruppe un secondo: com’era difficile
pronunciare il suo nome… --Dicevo,
l’incantesimo ha ucciso solo il suo corpo. Il cristallo del
ciondolo è un
catalizzatore molto particolare, che è in grado anche di
trasformare una fonte
potenziale in energia. Lei, in questo particolare caso, ha fornito la
sua
anima, la sua stessa forza vitale, come fonte. La separazione ha
privato il
corpo della vita, ma non ha ucciso lei nel senso più lato
del termine. Il cristallo
ora sta proteggendo la sua anima vera e propria.--
La mano sinistra
di Pai andò a frugare in una tasca
interna della casacca di tessuto scuro, e ne estrasse il ciondolo che
Kish
aveva regalato a Iris per Natale. L’unica differenza
riscontrabile era nel
cristallo incastonato al suo interno, che brillava come una stella
argento vivo
e azzurro ghiaccio. La luce si spandeva fluida nella stanza,
inarrestabile come
profumo e morbida come una carezza. Quando i suoi raggi bagnarono il
corpo
della Mewtigre, quello sembrò rianimarsi: il cuore era muto
e il respiro
inesistente, ma la pelle assunse un colorito meno pallido e la sua
pelle si
scaldò impercettibilmente.
--Il corpo
riconosce l’anima.-- spiegò Pai,
rispondendo allo sguardo attonito dei presenti.
--Quindi
è davvero possibile riunirli?-- incalzò Alex,
indispettito dai giri di parole: rivoleva la sua amica, dannazione!
L’alieno
trattenne il fiato, mentre nella sua mente si
snodavano tutte le possibilità, ma anche tutte le
controindicazioni di
un’interferenza con l’incantesimo.
Tecnicamente,
era possibile invertire il processo.
Praticamente, c’erano mille cose che potevano andare storte:
il cristallo
avrebbe potuto liberare un’onda letale di energia, oppure
avrebbe potuto
causare l’implosione della forza vitale che conteneva.
Sarebbe potuto andare
tutto bene, o sarebbe potuta succedere una catastrofe.
--Si potrebbe
trovare un modo per riunire corpo e
anima.-- confermò lentamente, annuendo piano con il capo.
--Ma non so che cosa
potrebbe succedere.--
--Si
può fare un tentativo?-- gli domandò Lory,
alzando lo sguardo limpido e apprensivo su di lui. Il tono della voce
era
gentile, completamente libero da ogni tipo di pressione.
--Non
è un tentativo da fare a cuor leggero:
rischierebbe di ucciderla del tutto.--
Il silenzio
seguì queste parole reali, dure, decisive.
Il peso delle possibilità che si snodavano ai piedi di quel
momento colpì tutti
i presenti con una violenza devastante, rischiando di farli crollare.
Tutti,
tranne uno.
--La rivoglio
indietro.-- decise Kish, lo sguardo risoluto
che non ammetteva repliche.
Pai lo
guardò malissimo. --Rischi di uccidere lei, o
anche tutti noi. Se qualcosa va storto e ne usciamo immuni, avremo
sprecato
l’unico modo per salvare casa nostra.--
Gli occhi
d’oro del giovane alieno sostennero senza
vacillare lo sguardo del fratello. --Non ti permetterò di
usare lei per salvare
loro.--
I due alieno lo
guardarono shockati, ma lui non
abbassò il capo. Teneva la testa alta, sfidandoli. Era
pronto a usare la forza,
se fosse stato necessario, pur di impedire che l’anima pura
della ragazza che
amava potesse essere strumentalizzata per allungare le guerre della sua
stirpe
sanguinaria. Gli alieni avevano ottenuto un mondo adatto alla vita dopo
mille
sacrifici, e ci avevano messo un solo anno per distruggerlo con le loro
lotte
per il potere. Anche se l’energia vitale avesse sanato tutti
i danni, non
avrebbe mai cambiato l’inclinazione violenta della gente che
lo abitava. E Kish
non aveva nessuna intenzione di permettere che un gesto della portata
di ciò
che aveva compiuto lei venisse trascinato nella polvere.
--La rivoglio
indietro.-- ripetè, risoluto.
--E dopo averla
riavuta?-- gli chiese Pam
avvicinandoglisi, lo sguardo duro e gelido, severo e tagliente. --Le
darai un
bacio e te ne andrai a cercare un altro modo per salvare il tuo
pianeta?--
Kish
ricambiò il contatto visivo senza paura e senza
vergogna. Era serio quando, prendendo la mano fredda della ragazza
senza vita,
affermò: --Io resto.--
--Cosa?!-- ecco,
anche il piccolo Tart era sbottato.
Poteva capire il
fratello adottivo fino a quel punto,
ma la scelta di abbandonare la sua gente non riusciva a capirla. Un
conto era
voler salvare lei, un conto era piantare tutto in asso.
--Dimmi che stai
scherzando.-- lo implorò Pai, ma lui
negò.
--È
inutile chiudere gli occhi e fare finta di
niente.-- disse. --La nostra gente è violenta di natura.
Rifaremo gli stessi
errori, combatteremo le stesse battaglie. Ci sarà altra
miseria, altra morte,
altro dolore. Io stavolta non ci sto. Quel pianeta ormai mi ha preso
tutto, anche
la vita della persona che amo. Nulla, NULLA vale lei.--
--Sei egoista.--
lo accusò l’alieno dagli occhi viola.
--Sono
innamorato.-- fu la risposta semplice.
Strawberry,
malgrado la situazione, sorrise: Kish non
era cambiato di una virgola. Sempre il solito, menefreghista,
egocentrico e
prepotente. Però, nonostante tutti quei difetti, se riusciva
ad anteporre
l’amore per Iris a tutto ciò in cui aveva sempre
creduto fermamente non poteva
essere poi così negativo…
Si
avvicinò a lui, senza lasciare la mano del suo
adorato Mark, e gli accarezzò il braccio in segno di
conforto e sostegno.
Il
bell’alieno si voltò di scatto verso di lei, i
meravigliosi occhi dorati pieni di stupore. Quando si
specchiò nelle dolci
iridi color cioccolato della Mewgatto vi lesse comprensione, e
improvvisamente
la sua facciata da duro determinato e sicuro di sé
crollò. Alcune lacrime
cominciarono a scivolare delicatamente sui tratti del viso affilati,
solcando
la pelle chiara con la loro traccia umida. Le mani si chiusero a pugno
per
cercare di controllare l’ondata di dolore che gli stava
dilagando nel petto,
come per contenerla dentro il suo corpo e non lasciarla uscire. Gemiti
rochi
gli si strozzavano in gola, soffocati dalle labbra strette e dai senti
serrati.
Tart
sgranò gli occhi, sorpreso e a disagio: detestava
vedere il fratello in quello stato. Faceva male a lui, quasi come se
fossero i
suoi denti a conficcarsi duramente nelle labbra, le sue unghie ad
affondare nei
palmi delle mani, il suo corpo a tremare violentemente a causa dei
singhiozzi
trattenuti.
--Riportiamola
indietro.-- disse, avvicinandosi
all’altro alieno e stringendogli il polso.
Quello lo
guardò sorridendo tristemente, e annuì con
gratitudine.
Pai
osservò attentamente i suoi due fratelli, poi
abbassò gli occhi a terra. Aveva paura, e tanta, di sprecare
l’unica fonte di
energia che avrebbe potuto ridare la vita al loro pianeta. Non voleva
condannare la sua gente per egoismo, per una felicità
provvisoria. E poi, se
lei tornava Kish sarebbe rimasto. Non aveva molta voglia di perderlo,
perché
gli voleva bene. Certo, litigavano e bisticciavano,
però… era sempre suo
fratello adottivo.
Quando
rialzò la testa, le sue iridi violacee si
scontrarono duramente con quelle dorate e lucide di Kish. E fu in quel
secondo,
in quel semplice, veloce, fondamentale contatto che Pai capì
la sofferenza che
pulsava nel petto dell’alieno come una stella morente.
Istintivamente abbassò
lo sguardo su Lory, ancora abbracciata a lui.
“Se
fosse lei, lo faresti davvero?” chiese una voce
nella sua testa, insopportabilmente simile a quella di Kish.
Fu un attimo, e
vide sé stesso inginocchiato davanti a
un divano, davanti al corpo esanime della Mewverde che gli aveva donato
l’anima. Un moto di rabbia lo attraversò quando
ammise con sé stesso che la sua
purezza sarebbe presto stata strumentalizzata, contaminata e sprecata
dalle
battaglie che la sua gente avrebbe sicuramente ingaggiato. Al solo
pensiero,
qualcosa dentro di lui si ruppe.
--No.--
sussurrò pianissimo, parlando a sé stesso.
--Se fosse lei, la riporterei indietro.--
Lory non
capì le sue parole, ma quando alzò gli occhi
vide il suo sguardo fisso su di sé, ardente. Imbarazzata da
una tale intensità
girò il volto dolce, e si strinse di più contro
il suo corpo. Le braccia
dell’alieno l’avvolsero, forti e protettive. Pai
abbassò il viso e le posò un
lungo, semplice bacio sui capelli, assaporando il suo profumo di mare.
Poi aprì
gli occhi di scatto, deciso. Li piantò sui fratelli.
--Riportiamola
indietro.-- pronunciò solennemente. --E
speriamo che vada tutto bene.--
Tart lo
guardò sorridendo fiero e un’ennesima lacrima,
di gratitudine però, solcò la guancia pallida di
Kish. Le MewMew tirarono un
sospiro di sollievo e si guardarono speranzose mentre Kyle e Ryan
assentivano
sollevato col capo, e Alex chinò la testa in segno di
gratitudine.
Ad un cenno
secco di Pai, tutti si riunirono attorno
al divano. L’alieno più grande si
accostò delicatamente al corpo immobile e vi
avvicinò il pendaglio luminoso. Subito si ripetè
la reazione precedente: la
pelle assunse un colorito più roseo e si scaldò
quasi impercettibilmente.
L’espressione
degli occhi viola però rimase cupa,
assorta, attenta. Lo sguardo affilato osservava fisso la perla di luce
ingabbiata nel cristallo, che rimase perfettamente immobile e
indifferente.
L’alieno sospirò e fece un passo indietro.
--Allora, prima
di tutto vi devo chiarire alcune
cose.-- cominciò rivolgendosi al gruppo, prendendo fiato.
--Il metodo che ha
usato Iris per estrarre la sua energia vitale è lo stesso
che sfruttiamo noi
quando sfruttiamo l’anima dagli umani per farne dei Chimeri.
In teoria, l’anima
di Iris dovrebbe liberarsi da questo catalizzatore sentendo il richiamo
alla
vita del proprio corpo e poi rifondersi con essa.--
--Ma non lo
fa.-- completò Kyle per lui, dichiarando
l’ovvio.
Pai
annuì. --Ovviamente, ci sono diverse possibilità.
Magari il campo di forze esercitato dal cristallo è troppo
forte, e il richiamo
risulta troppo debole per liberarla.--
--E cosa
possiamo fare per sopraffare la prigione
magnetica e tirare Iris fuori da lì?-- chiese quindi Paddy,
la voce che si
incrinava per lo scontro tra la sua ingenua speranza e la disillusione
portata
dalla realtà.
--Dobbiamo fare
leva sul MewPower.-- rispose Ryan, le
pupille ridotte a fessure per l’intensità della
concentrazione. --Se riusciamo
ad attivare il suo DNA modificato, il richiamo risulterà
più forte.--
Tutti tacquero,
mentre aspettavano una risposta
dall’altro esperto.
Pai
annuì lentamente. --Potrebbe funzionare.--
Pochi momenti
più tardi, le ragazze del MewTeam si
erano trasformate, pronte per riportare indietro la loro amica. Si
disposero in
cerchio attorno a lei mentre Pai lasciava che il cristallo rimanesse
sospeso
sopra di loro, nel centro esatto.
-- Vi informo
subito che sarà difficile.-- cominciò
Ryan assorto. --Mewpam, Mewmina, Mewlory e Mewpaddy, voglio che
mettiate le
braccia in avanti e uniate le mani.--
Le ragazze,
senza dire una parola, tesero le braccia e
unirono le mani al centro, formando come un cerchio.
--Bene. Ora
dovete concentrarvi sul MewPower. Non sarà
una passeggiata, ma è essenziale che ciascuna di voi riesca
a richiamarlo.
Mewberry, tu unisciti alle tue compagne, ma con un braccio solo.--
La Mewgatto
allungò una mano e la pose esattamente al
centro del rosone formato dalle altre. Poi prese un respiro profondo e
si
concentrò.
Trovare la pace
interiore necessaria per richiamare la
loro essenza, in quel marasma, era forse la cosa più
difficile che le ragazze
avessero mai fatto. Nonostante l’ambiente attorno a loro
fosse tranquillo e
silenzioso, il tumulto delle loro emozioni continuava a distrarle. La
paura le si
agitava come un mare in tempesta, l’angoscia le soffocava il
respiro in gola. La
frustrazione dentro di loro aumentava man mano che il terrore
strisciava
subdolo nel loro petto, e le compagne tentarono di rallentare il
respiro per
recuperare la calma.
“Non
ci devi pensare!” si impose Mewpaddy, tremando di
rabbia. “Non pensare che potrebbe non funzionare, che
potrebbe andare storto
qualcosa, che potrebbe morire, che…” la piccola
scosse forte la testa, cercando
di scacciare quelle ombre oscure che la stavano confondendo.
Cercò di
rilassarsi, e istintivamente richiamò alla mente
l’immagine di Tart. Gli occhi
aranciati del giovane alieno le trasmettevano serenità, lo
sguardo era intenso
come se lui fosse davvero lì davanti a lei.
Sentì
il MewPower che cominciava a fluire con energia
dentro di sè, scorrere intenso assieme al sangue che veniva
spinto dalle
pulsazioni decise e scandite del suo cuore. Una rassicurante luce
gialla
cominciò a brillare nelle sue mani, dapprima debolmente e
poi sempre più
intensa.
Guidate da
quelle onde vibranti di energia positiva,
anche le altre MewMew riuscirono a calmarsi e mettere ordine nei loro
pensieri.
Ben presto, anche dai loro palmi cominciarono a risplendere di caldi
raggi
colorati. Blu, viola, rosa, verde e giallo. Dalla mano che la Mewgatto
teneva
chiusa a pugno fitrava una flebile luce luminescente.
--Mewberry?--
chiamò Ryan.
La ragazza
assentì leggermente col capo, gli occhi
ancora chiusi. Sentiva la voce dell’americano arrivare
ovattata, come se lei
fosse immersa nel mare e solo gli eco arrivassero distorti alle sue
orecchie.
--Ragazze, ora
dovete ruotare le mani verso l’alto.
Mewberry, voglio che tu alzi l’altro braccio e che tu lo
ponga sopra il cerchio
che state formando.--
Le MewMew
obbedirono e volsero i palmi al soffitto,
proiettando la fonte stessa dei bagliori magici contro il cristallo.
Poi la
Mewgatto alzò l’altro braccio e lo pose sopra il
centro del rosone di mani.
Quando dischiuse il pugno, l’ombra che produsse
oscurò completamente il
ciondolo sospeso a mezz’aria.
--Ottimo. Dovete
concentrarvi sull’unire i vostri
poteri. Potete farcela, ci siamo quasi!--
Cinque lacci di
luce di diversi colori si sollevarono
dal cerchio di mani e incominciarono a danzare, intrecciandosi in una
sola
stringa abbacinante. La treccia salì a spirale, avvolgendosi
e snodandosi su sé
stessa, finchè non arrivò a lambire la pelle
della mano sollevata di Mewberry.
La ragazza, istintivamente, voltò il palmo verso
l’alto e la luce vi si
acciambellò.
Era calda, e
pulsava. La giovane sorrise mentre quella
le accarezzava la mano, attorcigliandosi attorno ad essa senza mai
toccarla. Le
provocava una sorta di intima euforia, le faceva tremare
l’anima. Quell’energia
pura che si avvolgeva a spirale su sé stessa la faceva
sentire viva.
--Adesso abbassa
lentamente la mano e appoggia la luce
sul petto di Iris, esattamente sotto la gola.--
Mewberry
continuava a sorridere mentre abbassava il
braccio dolcemente, senza fretta. Volse il palmo verso il basso, e la
luce
cominciò a spiralizzarsi. Quando le dita della MewMew
sfiorarono la pelle
fredda della ragazza, la sfera di energia si staccò dalla
sua mano e si posò
dolcemente sul petto morbido di Iris.
Stette
lì, a vorticare su sé stessa, lambendo
impalpabilmente la pelle della ragazza. All’improvviso
cominciò a splendere di
raggi color argento vivo e azzurro ghiaccio, poi da essa si diramarono
decine e
decine di tentacoli di luce che avvolsero il corpo senza vita.
L’intera figura si
trasformò un bozzolo cangiante, finchè non
divenne quasi una stella. Infine,
veloce com’era esplosa, la luce scemò
all’improvviso.
Mewiris giaceva
su un fianco, sul divano. Aveva le
orecchie tonde abbassate e inerti, la coda immobile si adagiava sulla
sua vita.
L’espressione del viso era rilassata ma vuota, gli occhi
ciechi celati dalle
palpebre calate. Le labbra erano dischiuse, ma nemmeno un soffio fresco
filtrava da esse. Le gambe erano leggermente piegate, come se fossero
la
distensione di una posa da micetto acciambellato. Una mano stava vicino
al
petto, mentre l’altra affogava in uno dei morbidissimi
cuscini.
Un raggio,
all’improvviso, scese a illuminare quel
volto incosciente. Il cristallo sospeso sopra il divano
cominciò ad emettere
una luce intermittente. Il corpo esanime emanava una leggerissima
luminescenza
argentata.
--Ci siamo.--
disse Pai con voce tremante, sentendo la
tensione nonostante stesse cercando di mantenersi indifferente. --Ora
l’anima
dovrebbe riuscire ad evadere dal cristallo e ricongiungersi con il
corpo.--
Infatti, non ci
volle molto perché quella splendida,
argentea luce pulsante cominciasse a staccarsi dal catalizzatore. Il
ciondolo
con incastonato il cristallo, privato della magia che lo teneva
sospeso,
precipitò ma Kish afferrò la catenella prima che
la gemma s’infrangesse al
suolo.
Intanto lo
sguardo di tutti era incatenato all’energia
vitale di Iris, bellissima, pulsante, luminosa, che si abbassava
lentamente
verso il corpo inerte sul divano. Si avvicinò sempre di
più al viso immobile,
accostandosi alle labbra come se volesse baciarle… si
fermò un secondo, a un
soffio da quella bocca a forma cuore…
E lì
rimase.
Pai, sconfitto,
abassò lo sguardo. Ryan, deluso, si
passò una mano sul viso.
Kish represse un urlo di
frustrazione e dolore.
ANGOLETTO!
E
così, siamo quasi alla fine. Vi prego, non vogliatemene! Non
siete gli
unici a star male, scrivere questi capitoli mi sta
uccidendo… me lo lasciate lo
stesso un commentino?
Ora, vediamo se
qualcuno di voi riesce a indovinare cos’è andato
storto!
Chi vuole azzardare un’ipotesi? Chi vuole provare a fare una
previsione sul
finale? lietofine o tragedia? Daiii che sono curiosa di sapere cosa
pensate!
Un bacio,
Clarisse