Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: DreamWanderer    13/01/2010    6 recensioni
Una sorta di déjà-vu, come se la storia si ripetesse... gli alieni sono tornati per altra AcquaMew, ma l'opposizione degli Angeli Protettori della Terra causerà delle nuove ostilità, delle nuove battaglie... e nuovi amori. Tutto a causa di una tigrotta dagli occhi tali e quali alla notte __ "Aveva visto quegli occhi sorprendenti accendersi, oltraggiati, e non era riuscito ad evitare il calcio che lei gli aveva tirato per liberarsi. Poi la ragazza si era trasformata... in una MewMew."
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera!

Lo so, avevo detto che avrei postato il 10 ma sono in ritardo! Però questo capitolo è stato davvero difficile da scrivere, spero che ne sia valsa la pena… Spero tanto che vi piaccia e che vi spinga a perdonarmi il ritardo XD

 neko_girl96: eccomi qui! Mi scuso per il leggero ritardo, ma almeno ho aggiornato! Sono contenta che tu abbia apprezzato il contrasto tra dolcezza e dolore e che la storia ti piaccia ancora!

 yuri5: grazie mille per i complimenti! Sono contenta di essere riuscita a trasmetterti tutti i sentimenti dei vari personaggi.

 TaKari94: grazie mille per gli auguri, apprezzo e ricambio (anche se in ritardo XD). Sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta tanto, e spero che mi darai un parere anche su questo capitolo!

 Miss Giulietta: sono contenta che la parte della lettera ti sia piaciuta, e che tu abbia apprezzato la parte dedicata a Paddy. Ho trovato molto interessante anche io scrivere dal suo punto di vista: c’è un contrasto tra la sua ingenua innocenza e la durezza della realtà molto impressionante secondo me. Cara, sappi che avendo notato la parte sui contrari mi hai resa stra-stra-felice! Speravo davvero che qualcuno ci prestasse attenzione! Già, Pam è stata proprio una grande! Ryan se lo meritava, no? (eeeh? Ma guarda che io ho fatto tutto quello che ho fatto perché me l’hai detto tu! NdRyan - Uffa, ancora con questa storia! Dacci un taglio, prometto che nella parte dedicata alla psicologia dei personaggi ti renderò giustizia. NdKClarisse - *Ryan se ne va gongolante* - Ho dovuto dirlo, sennò non mi mollava! NdClarisse.sottovoce - XD). Sì, il nostro povero Ki-chan sta soffrendo molto, soprattutto perché SA di essere stato fesso! Ma sai come si dice, no? Ci si rende davvero conto di quanto si ama una cosa quando la si perde… e poi, se Kish non si fosse trovato davanti questa situazione e fosse rimasto con lei, non si sarebbe mai perdonato di aver abbandonato la sua gente. Insomma, avevo bisogno di questa parte! Non preoccupare di dilungarti, adoro le recensioni lunghe XD!

 Akly: oooh, bene! Quindi adesso sai tutto quello che è successo. Mi spiace solo che tu ti sia un po’ rovinata la sorpresa… il nostro caro Ki-chan sta soffrendo, chissà come finirà (sadica che sono!).

 tYTy: carissima! Tranquilla, anche io di solito vado a periodi: ogni tanto FF, ogni tanto libri. Comunque sono contenta che tu mi abbia lasciato una recensione J! Non vedo l’ora di leggere un’altra delle tue dettagliatissime opinioni, che mi mancano i tuoi onesti commenti critici!

 

 

 

        To break a spell

 

--Riportala indietro--

-

A quelle parole, tutti i presenti alzarono il capo di scatto rischiando il colpo della strega a causa del movimento improvviso.

Pai tenne la testa china, mentre un’espressione sofferente si disegnava sul suo viso.

--Kish, hai compreso la portata di ciò che mi stai chiedendo?-- mormorò dopo alcuni secondi, e fissò il suo sguardo cupo in quello determinato del fratello.

--Un momento…-- sussurrò Strawberry shockata. --Vuoi dire che ciò che ha fatto non è… irreversibile?--

L’alieno dagli occhi viola scosse il capo, senza staccare lo sguardo da quello dorato ardente del fratello adottivo. Quando parlò si rivolse soprattutto a lui, cercando di spiegargli l’interezza della situazione.

--L’incantesimo che ha usato Iris_-- cominciò, ma s’interruppe un secondo: com’era difficile pronunciare il suo nome… --Dicevo, l’incantesimo ha ucciso solo il suo corpo. Il cristallo del ciondolo è un catalizzatore molto particolare, che è in grado anche di trasformare una fonte potenziale in energia. Lei, in questo particolare caso, ha fornito la sua anima, la sua stessa forza vitale, come fonte. La separazione ha privato il corpo della vita, ma non ha ucciso lei nel senso più lato del termine. Il cristallo ora sta proteggendo la sua anima vera e propria.--

La mano sinistra di Pai andò a frugare in una tasca interna della casacca di tessuto scuro, e ne estrasse il ciondolo che Kish aveva regalato a Iris per Natale. L’unica differenza riscontrabile era nel cristallo incastonato al suo interno, che brillava come una stella argento vivo e azzurro ghiaccio. La luce si spandeva fluida nella stanza, inarrestabile come profumo e morbida come una carezza. Quando i suoi raggi bagnarono il corpo della Mewtigre, quello sembrò rianimarsi: il cuore era muto e il respiro inesistente, ma la pelle assunse un colorito meno pallido e la sua pelle si scaldò impercettibilmente.

--Il corpo riconosce l’anima.-- spiegò Pai, rispondendo allo sguardo attonito dei presenti.

--Quindi è davvero possibile riunirli?-- incalzò Alex, indispettito dai giri di parole: rivoleva la sua amica, dannazione!

L’alieno trattenne il fiato, mentre nella sua mente si snodavano tutte le possibilità, ma anche tutte le controindicazioni di un’interferenza con l’incantesimo.

Tecnicamente, era possibile invertire il processo. Praticamente, c’erano mille cose che potevano andare storte: il cristallo avrebbe potuto liberare un’onda letale di energia, oppure avrebbe potuto causare l’implosione della forza vitale che conteneva. Sarebbe potuto andare tutto bene, o sarebbe potuta succedere una catastrofe.

--Si potrebbe trovare un modo per riunire corpo e anima.-- confermò lentamente, annuendo piano con il capo. --Ma non so che cosa potrebbe succedere.--

--Si può fare un tentativo?-- gli domandò Lory, alzando lo sguardo limpido e apprensivo su di lui. Il tono della voce era gentile, completamente libero da ogni tipo di pressione.

--Non è un tentativo da fare a cuor leggero: rischierebbe di ucciderla del tutto.--

Il silenzio seguì queste parole reali, dure, decisive. Il peso delle possibilità che si snodavano ai piedi di quel momento colpì tutti i presenti con una violenza devastante, rischiando di farli crollare. Tutti, tranne uno.

--La rivoglio indietro.-- decise Kish, lo sguardo risoluto che non ammetteva repliche.

Pai lo guardò malissimo. --Rischi di uccidere lei, o anche tutti noi. Se qualcosa va storto e ne usciamo immuni, avremo sprecato l’unico modo per salvare casa nostra.--

Gli occhi d’oro del giovane alieno sostennero senza vacillare lo sguardo del fratello. --Non ti permetterò di usare lei per salvare loro.--

I due alieno lo guardarono shockati, ma lui non abbassò il capo. Teneva la testa alta, sfidandoli. Era pronto a usare la forza, se fosse stato necessario, pur di impedire che l’anima pura della ragazza che amava potesse essere strumentalizzata per allungare le guerre della sua stirpe sanguinaria. Gli alieni avevano ottenuto un mondo adatto alla vita dopo mille sacrifici, e ci avevano messo un solo anno per distruggerlo con le loro lotte per il potere. Anche se l’energia vitale avesse sanato tutti i danni, non avrebbe mai cambiato l’inclinazione violenta della gente che lo abitava. E Kish non aveva nessuna intenzione di permettere che un gesto della portata di ciò che aveva compiuto lei venisse trascinato nella polvere.

--La rivoglio indietro.-- ripetè, risoluto.

--E dopo averla riavuta?-- gli chiese Pam avvicinandoglisi, lo sguardo duro e gelido, severo e tagliente. --Le darai un bacio e te ne andrai a cercare un altro modo per salvare il tuo pianeta?--

Kish ricambiò il contatto visivo senza paura e senza vergogna. Era serio quando, prendendo la mano fredda della ragazza senza vita, affermò: --Io resto.--

--Cosa?!-- ecco, anche il piccolo Tart era sbottato.

Poteva capire il fratello adottivo fino a quel punto, ma la scelta di abbandonare la sua gente non riusciva a capirla. Un conto era voler salvare lei, un conto era piantare tutto in asso.

--Dimmi che stai scherzando.-- lo implorò Pai, ma lui negò.

--È inutile chiudere gli occhi e fare finta di niente.-- disse. --La nostra gente è violenta di natura. Rifaremo gli stessi errori, combatteremo le stesse battaglie. Ci sarà altra miseria, altra morte, altro dolore. Io stavolta non ci sto. Quel pianeta ormai mi ha preso tutto, anche la vita della persona che amo. Nulla, NULLA vale lei.--

--Sei egoista.-- lo accusò l’alieno dagli occhi viola.

--Sono innamorato.-- fu la risposta semplice.

Strawberry, malgrado la situazione, sorrise: Kish non era cambiato di una virgola. Sempre il solito, menefreghista, egocentrico e prepotente. Però, nonostante tutti quei difetti, se riusciva ad anteporre l’amore per Iris a tutto ciò in cui aveva sempre creduto fermamente non poteva essere poi così negativo…

Si avvicinò a lui, senza lasciare la mano del suo adorato Mark, e gli accarezzò il braccio in segno di conforto e sostegno.

Il bell’alieno si voltò di scatto verso di lei, i meravigliosi occhi dorati pieni di stupore. Quando si specchiò nelle dolci iridi color cioccolato della Mewgatto vi lesse comprensione, e improvvisamente la sua facciata da duro determinato e sicuro di sé crollò. Alcune lacrime cominciarono a scivolare delicatamente sui tratti del viso affilati, solcando la pelle chiara con la loro traccia umida. Le mani si chiusero a pugno per cercare di controllare l’ondata di dolore che gli stava dilagando nel petto, come per contenerla dentro il suo corpo e non lasciarla uscire. Gemiti rochi gli si strozzavano in gola, soffocati dalle labbra strette e dai senti serrati.

Tart sgranò gli occhi, sorpreso e a disagio: detestava vedere il fratello in quello stato. Faceva male a lui, quasi come se fossero i suoi denti a conficcarsi duramente nelle labbra, le sue unghie ad affondare nei palmi delle mani, il suo corpo a tremare violentemente a causa dei singhiozzi trattenuti.

--Riportiamola indietro.-- disse, avvicinandosi all’altro alieno e stringendogli il polso.

Quello lo guardò sorridendo tristemente, e annuì con gratitudine.

Pai osservò attentamente i suoi due fratelli, poi abbassò gli occhi a terra. Aveva paura, e tanta, di sprecare l’unica fonte di energia che avrebbe potuto ridare la vita al loro pianeta. Non voleva condannare la sua gente per egoismo, per una felicità provvisoria. E poi, se lei tornava Kish sarebbe rimasto. Non aveva molta voglia di perderlo, perché gli voleva bene. Certo, litigavano e bisticciavano, però… era sempre suo fratello adottivo.

Quando rialzò la testa, le sue iridi violacee si scontrarono duramente con quelle dorate e lucide di Kish. E fu in quel secondo, in quel semplice, veloce, fondamentale contatto che Pai capì la sofferenza che pulsava nel petto dell’alieno come una stella morente. Istintivamente abbassò lo sguardo su Lory, ancora abbracciata a lui.

“Se fosse lei, lo faresti davvero?” chiese una voce nella sua testa, insopportabilmente simile a quella di Kish.

Fu un attimo, e vide sé stesso inginocchiato davanti a un divano, davanti al corpo esanime della Mewverde che gli aveva donato l’anima. Un moto di rabbia lo attraversò quando ammise con sé stesso che la sua purezza sarebbe presto stata strumentalizzata, contaminata e sprecata dalle battaglie che la sua gente avrebbe sicuramente ingaggiato. Al solo pensiero, qualcosa dentro di lui si ruppe.

--No.-- sussurrò pianissimo, parlando a sé stesso. --Se fosse lei, la riporterei indietro.--

Lory non capì le sue parole, ma quando alzò gli occhi vide il suo sguardo fisso su di sé, ardente. Imbarazzata da una tale intensità girò il volto dolce, e si strinse di più contro il suo corpo. Le braccia dell’alieno l’avvolsero, forti e protettive. Pai abbassò il viso e le posò un lungo, semplice bacio sui capelli, assaporando il suo profumo di mare. Poi aprì gli occhi di scatto, deciso. Li piantò sui fratelli.

--Riportiamola indietro.-- pronunciò solennemente. --E speriamo che vada tutto bene.--

Tart lo guardò sorridendo fiero e un’ennesima lacrima, di gratitudine però, solcò la guancia pallida di Kish. Le MewMew tirarono un sospiro di sollievo e si guardarono speranzose mentre Kyle e Ryan assentivano sollevato col capo, e Alex chinò la testa in segno di gratitudine.

Ad un cenno secco di Pai, tutti si riunirono attorno al divano. L’alieno più grande si accostò delicatamente al corpo immobile e vi avvicinò il pendaglio luminoso. Subito si ripetè la reazione precedente: la pelle assunse un colorito più roseo e si scaldò quasi impercettibilmente.

L’espressione degli occhi viola però rimase cupa, assorta, attenta. Lo sguardo affilato osservava fisso la perla di luce ingabbiata nel cristallo, che rimase perfettamente immobile e indifferente. L’alieno sospirò e fece un passo indietro.

--Allora, prima di tutto vi devo chiarire alcune cose.-- cominciò rivolgendosi al gruppo, prendendo fiato. --Il metodo che ha usato Iris per estrarre la sua energia vitale è lo stesso che sfruttiamo noi quando sfruttiamo l’anima dagli umani per farne dei Chimeri. In teoria, l’anima di Iris dovrebbe liberarsi da questo catalizzatore sentendo il richiamo alla vita del proprio corpo e poi rifondersi con essa.--

--Ma non lo fa.-- completò Kyle per lui, dichiarando l’ovvio.

Pai annuì. --Ovviamente, ci sono diverse possibilità. Magari il campo di forze esercitato dal cristallo è troppo forte, e il richiamo risulta troppo debole per liberarla.--

--E cosa possiamo fare per sopraffare la prigione magnetica e tirare Iris fuori da lì?-- chiese quindi Paddy, la voce che si incrinava per lo scontro tra la sua ingenua speranza e la disillusione portata dalla realtà.

--Dobbiamo fare leva sul MewPower.-- rispose Ryan, le pupille ridotte a fessure per l’intensità della concentrazione. --Se riusciamo ad attivare il suo DNA modificato, il richiamo risulterà più forte.--

Tutti tacquero, mentre aspettavano una risposta dall’altro esperto.

Pai annuì lentamente. --Potrebbe funzionare.--

Pochi momenti più tardi, le ragazze del MewTeam si erano trasformate, pronte per riportare indietro la loro amica. Si disposero in cerchio attorno a lei mentre Pai lasciava che il cristallo rimanesse sospeso sopra di loro, nel centro esatto.

-- Vi informo subito che sarà difficile.-- cominciò Ryan assorto. --Mewpam, Mewmina, Mewlory e Mewpaddy, voglio che mettiate le braccia in avanti e uniate le mani.--

Le ragazze, senza dire una parola, tesero le braccia e unirono le mani al centro, formando come un cerchio.

--Bene. Ora dovete concentrarvi sul MewPower. Non sarà una passeggiata, ma è essenziale che ciascuna di voi riesca a richiamarlo. Mewberry, tu unisciti alle tue compagne, ma con un braccio solo.--

La Mewgatto allungò una mano e la pose esattamente al centro del rosone formato dalle altre. Poi prese un respiro profondo e si concentrò.

Trovare la pace interiore necessaria per richiamare la loro essenza, in quel marasma, era forse la cosa più difficile che le ragazze avessero mai fatto. Nonostante l’ambiente attorno a loro fosse tranquillo e silenzioso, il tumulto delle loro emozioni continuava a distrarle. La paura le si agitava come un mare in tempesta, l’angoscia le soffocava il respiro in gola. La frustrazione dentro di loro aumentava man mano che il terrore strisciava subdolo nel loro petto, e le compagne tentarono di rallentare il respiro per recuperare la calma.

“Non ci devi pensare!” si impose Mewpaddy, tremando di rabbia. “Non pensare che potrebbe non funzionare, che potrebbe andare storto qualcosa, che potrebbe morire, che…” la piccola scosse forte la testa, cercando di scacciare quelle ombre oscure che la stavano confondendo. Cercò di rilassarsi, e istintivamente richiamò alla mente l’immagine di Tart. Gli occhi aranciati del giovane alieno le trasmettevano serenità, lo sguardo era intenso come se lui fosse davvero lì davanti a lei.

Sentì il MewPower che cominciava a fluire con energia dentro di sè, scorrere intenso assieme al sangue che veniva spinto dalle pulsazioni decise e scandite del suo cuore. Una rassicurante luce gialla cominciò a brillare nelle sue mani, dapprima debolmente e poi sempre più intensa.

Guidate da quelle onde vibranti di energia positiva, anche le altre MewMew riuscirono a calmarsi e mettere ordine nei loro pensieri. Ben presto, anche dai loro palmi cominciarono a risplendere di caldi raggi colorati. Blu, viola, rosa, verde e giallo. Dalla mano che la Mewgatto teneva chiusa a pugno fitrava una flebile luce luminescente.

--Mewberry?-- chiamò Ryan.

La ragazza assentì leggermente col capo, gli occhi ancora chiusi. Sentiva la voce dell’americano arrivare ovattata, come se lei fosse immersa nel mare e solo gli eco arrivassero distorti alle sue orecchie.

--Ragazze, ora dovete ruotare le mani verso l’alto. Mewberry, voglio che tu alzi l’altro braccio e che tu lo ponga sopra il cerchio che state formando.--

Le MewMew obbedirono e volsero i palmi al soffitto, proiettando la fonte stessa dei bagliori magici contro il cristallo. Poi la Mewgatto alzò l’altro braccio e lo pose sopra il centro del rosone di mani. Quando dischiuse il pugno, l’ombra che produsse oscurò completamente il ciondolo sospeso a mezz’aria.

--Ottimo. Dovete concentrarvi sull’unire i vostri poteri. Potete farcela, ci siamo quasi!--

Cinque lacci di luce di diversi colori si sollevarono dal cerchio di mani e incominciarono a danzare, intrecciandosi in una sola stringa abbacinante. La treccia salì a spirale, avvolgendosi e snodandosi su sé stessa, finchè non arrivò a lambire la pelle della mano sollevata di Mewberry. La ragazza, istintivamente, voltò il palmo verso l’alto e la luce vi si acciambellò.

Era calda, e pulsava. La giovane sorrise mentre quella le accarezzava la mano, attorcigliandosi attorno ad essa senza mai toccarla. Le provocava una sorta di intima euforia, le faceva tremare l’anima. Quell’energia pura che si avvolgeva a spirale su sé stessa la faceva sentire viva.

--Adesso abbassa lentamente la mano e appoggia la luce sul petto di Iris, esattamente sotto la gola.--

Mewberry continuava a sorridere mentre abbassava il braccio dolcemente, senza fretta. Volse il palmo verso il basso, e la luce cominciò a spiralizzarsi. Quando le dita della MewMew sfiorarono la pelle fredda della ragazza, la sfera di energia si staccò dalla sua mano e si posò dolcemente sul petto morbido di Iris.

Stette lì, a vorticare su sé stessa, lambendo impalpabilmente la pelle della ragazza. All’improvviso cominciò a splendere di raggi color argento vivo e azzurro ghiaccio, poi da essa si diramarono decine e decine di tentacoli di luce che avvolsero il corpo senza vita. L’intera figura si trasformò un bozzolo cangiante, finchè non divenne quasi una stella. Infine, veloce com’era esplosa, la luce scemò all’improvviso.

Mewiris giaceva su un fianco, sul divano. Aveva le orecchie tonde abbassate e inerti, la coda immobile si adagiava sulla sua vita. L’espressione del viso era rilassata ma vuota, gli occhi ciechi celati dalle palpebre calate. Le labbra erano dischiuse, ma nemmeno un soffio fresco filtrava da esse. Le gambe erano leggermente piegate, come se fossero la distensione di una posa da micetto acciambellato. Una mano stava vicino al petto, mentre l’altra affogava in uno dei morbidissimi cuscini.

Un raggio, all’improvviso, scese a illuminare quel volto incosciente. Il cristallo sospeso sopra il divano cominciò ad emettere una luce intermittente. Il corpo esanime emanava una leggerissima luminescenza argentata.

--Ci siamo.-- disse Pai con voce tremante, sentendo la tensione nonostante stesse cercando di mantenersi indifferente. --Ora l’anima dovrebbe riuscire ad evadere dal cristallo e ricongiungersi con il corpo.--

Infatti, non ci volle molto perché quella splendida, argentea luce pulsante cominciasse a staccarsi dal catalizzatore. Il ciondolo con incastonato il cristallo, privato della magia che lo teneva sospeso, precipitò ma Kish afferrò la catenella prima che la gemma s’infrangesse al suolo.

Intanto lo sguardo di tutti era incatenato all’energia vitale di Iris, bellissima, pulsante, luminosa, che si abbassava lentamente verso il corpo inerte sul divano. Si avvicinò sempre di più al viso immobile, accostandosi alle labbra come se volesse baciarle… si fermò un secondo, a un soffio da quella bocca a forma cuore…

E lì rimase.

Pai, sconfitto, abassò lo sguardo. Ryan, deluso, si passò una mano sul viso.

Kish represse un urlo di frustrazione e dolore.

 

 

 

 

ANGOLETTO!

E così, siamo quasi alla fine. Vi prego, non vogliatemene! Non siete gli unici a star male, scrivere questi capitoli mi sta uccidendo… me lo lasciate lo stesso un commentino?

Ora, vediamo se qualcuno di voi riesce a indovinare cos’è andato storto! Chi vuole azzardare un’ipotesi? Chi vuole provare a fare una previsione sul finale? lietofine o tragedia? Daiii che sono curiosa di sapere cosa pensate!

Un bacio,

Clarisse

   
 
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