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Autore: B_Regal    14/01/2010    2 recensioni
Per Anna Gori non è stato semplice portare a termire la sua ultima missione, e ne è rimasta così scossa che ha deciso di lasciare la polizia. Ma è davvero la scelta giusta? Un riadattamento in due capitoli dell' ultima puntata di Distretto di Polizia 9. Ho cercato di immaginare quello che secondo me è mancato, e il continuo che avrei voluto ci fosse. Un prima e un dopo il finale, insomma. E il ritorno di un personaggio..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  Il Mio Posto - seconda parte

 

E’ pomeriggio inoltrato quando prendo la mia roba per andare a casa. Oggi sono nel pallone e se ne è accorto pure Luca. Tra l’ altro ogni volta che intravedo uno dei miei colleghi mi viene da piangere. Non posso fare altro che staccare. Sto per uscire quando urto contro qualcuno. Una donna, precisamente.

“Uh, mi scusi..” esclamo senza neanche guardarla in faccia.

“Anna!”

Mi ha chiamato per nome. Mi volto verso di lei per capire chi è. E sono sorpresa quando realizzo. “Alessia!”

“Ciao Anna!” mi butta le braccia al collo e mi stringe. Io ricambio, sono veramente contenta di vederla. Alessia è la ragazza che l’ anno scorso è rimasta coinvolta in un caso molto particolare per me. Un caso che mi ha fatto rischiare grosso. Un caso che forse ha contribuito alla fine della mia storia con Carlo.

“sono contenta di vederti!” le dico quando ci stacchiamo. Ed è vero. Le voglio veramente un gran bene. Eppure, ci conosciamo poco. Ma abbiamo tante esperienze che ci legano. Entrambe siamo state vittime di brutti episodi di violenza sessuale. Entrambe abbiamo creduto nell’ amore di uomini sbagliati, che ne hanno approfittato e ci hanno usato per i loro sporchi piani. Entrambe sappiamo che cosa è il dolore.

“Anche io! E poi ho una sorpresa per te!” mi dice, raggiante.

“ah si? Che cosa?”

Mi mostra un distintivo “agente scelto Alessia Martini!”

“Ma.. sei diventata una poliziotta?” Spalanco gli occhi. Questa davvero non me l’ aspettavo.

“sii! E sono riuscita a farmi assegnare qui! Siamo colleghe Anna! Ci pensi, da oggi lavoreremo insieme! Non è bellissimo?”

“Beh.. si!” le sorrido. Non ho il coraggio di dirle che non è vero. E’ cosi entusiasta!

Intanto si avvicinano anche gli altri. Elena, Ugo, Giuseppe e Vittoria. Quest’ ultima la riconosce e la saluta. Alessia ricambia, dicendo anche a loro la novità. Tutti sono contenti per lei, e le fanno i complimenti. Io rimango in silenzio, a osservare la scena quasi in trans.

“E se sono qui adesso lo devo solo ad Anna!” Questa frase mi riscuote dai miei pensieri “E’ grazie a lei che ho trovato il coraggio di riprendere in mano la mia vita!”

Io le sorrido, un po’ imbarazzata “Vabbeh dai, non esagerare adesso..”

“Non sto esagerando Anna! Sul serio..  Dopo tutta la storia di Federico, ero sicura che non sarei più riuscita a riprendermi da questo nuovo dolore. E invece sei arrivata tu. Mi hai raccontato vicende tue private, nonostante fossi una perfetta sconosciuta, nonostante facesse male anche a te parlarne, e mi hai fatto capire che non ero l’ unica ad aver vissuto esperienze simili, e che si poteva andare avanti.. che ce la potevo fare anche io, come te. E ce l’ ho fatta davvero, grazie a te. E’ per questo che ho deciso di entrare in polizia. Perché pure io voglio aiutare gli altri, anche a rischio di soffrire ancora. Voglio seguire il tuo esempio, Anna, voglio essere come te. E spero che tu possa aiutarmi in questo percorso, perché ho ancora tanto da imparare..”

Ecco. Ci mancava solo questo adesso. Sento le lacrime pungermi agli occhi e mi ero ripromessa che oggi non avrei pianto. Ma come posso rimanere impassibile?

Mi guardo intorno e vedo che tutti mi stanno osservando. Alessia ha gli occhi lucidi. Mi mordo il labbro inferiore “mannaggia a te mannaggia! Mi hai fatto commuovere.. viè qua!” la abbraccio, cercando di frenare le lacrime “tu mi sopravvaluti!”

“no, non credo!”

“Beh Anna.. dopo una dichiarazione così come minimo te la devi sposare!” Giuseppe come al solito sa sempre come sdrammatizzare, e ci fa ridere tutti.

“Vabbeh dai, sposarsela addirittura no.. però prometto di farmi da parte nei giorni dispari per farla mettere in coppia con te!” esclama Elena “ma solo nei giorni dispari, eh.. perché anche io ho bisogno di lei ogni tanto..” e mi fa l’ occhiolino. L’ ultima frase era una frecciatina.

“Va bene!” risponde Alessia sorridendo. E io mi sento in colpa. Perché non sa la verità, e io non trovo il coraggio di confessarla.

“E quindi Alessia, quando entri in servizio?” chiede Ugo.

“oggi! Dovrei parlare con il commissario..”

“Ah, e allora vai.. Anna l’ accompagni tu?”

Annuisco, e le faccio cenno di seguirmi. Vedo Luca appoggiato alla colonna accanto a noi. Anche lui ha assistito a tutta la scena, e mi sta sorridendo.

“Ecco il commissario.. Luca, lei è Alessia, ti ricordi di lei no?”

“Ovvio! Benvenuta tra noi, Alessia!” e le porge la mano.

“grazie Commissario..”

“No, niente commissario! Io sono Luca!”

“Va bene..”

“dai andate in ufficio.. vi aspetto qua!”

Lascio che si allontanino e vado in ufficio. Ho bisogno di riflettere. Le parole di Alessia mi hanno turbato. Mi sento il colpa. Lei ci tiene davvero a lavorare con me. Anche se rimango convinta del fatto che mi sopravvaluta. Decisamente. Non sono poi così speciale.

Qualche minuto dopo esco nell’ atrio e aspetto che finiscano. Non appena la vedo spuntare dall’ ufficio di Luca, la raggiungo “vieni con me, ti devo parlare!”

“che succede?” mi chiede, seguendomi.

Chiudo la porta dell’ ufficio e la invito a sedersi di fronte a me “Alessia, vedi, il fatto è che.. noi non lavoreremo insieme!”

“Che cosa? Perché no? Ti trasferisci?”

“No. Cioè in un certo senso si.. però lascio la polizia!”

“No! E perché?”

“E’ una storia lunga.. hai tempo?”

“Per te tutto quello che vuoi.. dai racconta!”

Faccio un respiro profondo, e inizio a raccontarle tutta la storia. Le parlo di Carlo, del motivo del matrimonio saltato, che in qualche modo la riguarda, della sua richiesta d’ aiuto, di Dorian, e dell’ operazione d’ infiltraggio, raccontandole anche qualcosa del mio rapporto con Luca.

Stiamo quasi un ora chiuse dentro a parlare. Alla fine lei è sconcertata.

“Deve essere stato davvero molto difficile..”

Annusco “si, non immagini quanto. E’ adesso è tutto confuso. Non so più chi sono e non so più che voglio. L’ unica cosa in cui credevo davvero era il mio lavoro come poliziotta e adesso ho dovuto mettere in discussione pure quello!”

“Ma perché, Anna? Tu non hai sbagliato! Anzi, secondo me ti sei comportata nella maniera più giusta.. e la missione è andata a buon fine, no? Hai sventato un intero clan di mafiosi russi. Guarda che non è cosa da poco..”

“Si, ma a che prezzo? Ho tradito la fiducia dei miei colleghi, ho privato un bambino di un padre..”

“Ma non è vero! I tuoi colleghi li ho visti due minuti fa, e non mi pare si sentissero traditi da te! E per quanto riguarda questo Dorian.. a quanto ho capito tu hai fatto il possibile per salvarlo, addirittura l’ hai lasciato scappare..”

“E’ proprio questo il punto, Alessia! Io non ho avuto il coraggio di fermarlo, non ne sono stata in grado. E ho sbagliato, perché sono una poliziotta ed era mia dovere arrestarlo. E poi se l’ avessi fatto non sarebbe morto!”

“Gli volevi bene, volevi dargli una possibilità.. Anna sei un essere umano, non puoi fartene una colpa!”

“Ma resta il fatto che non mi sono comportata come il mio lavoro impone. Non posso più continuare a essere una poliziotta..”

“Senti Anna, questa è una decisione che devi prendere da sola e io non voglio dirti cosa devi fare, non ne ho il diritto. Però ascoltami un attimo. Prova a dimenticarti di questo piccolo errore che hai commesso, e pensa a tutto il resto. A tutte le persone che hai salvato, a tutte quelle per cui hai rischiato la tua vita. Quante sono, Anna? Secondo me tante! E una ce l’ hai davanti! Federico ti ha quasi ammazzato, solo perché tu mi avevi salvata da lui. Eppure per te non ero che una ragazza qualunque! E non sono tanti quelli che rischierebbero a tal punto per una che non conoscono nemmeno. Ora se tu vuoi lasciare la polizia perché sei stanca, fai bene, ma se il problema sono i sensi di colpa, allora sappi che secondo me stai sbagliando. Non sei tu che devi avere i sensi di colpa, non dopo tutto quello che fai ogni giorno, ogni secondo, per gli altri. E la cosa più bella è che non ti pesa. Non ti rendi nemmeno conto di quanto sei importante, e questo perché la vedi come una cosa ovvia, scontata, aiutare gli altri. Ti fa onore, Anna. E’ per questo che sei speciale.. ed è per questo che la gente ha bisogno di una come te. E ne ha bisogno qui dentro!”

L’ ho ascoltata in silenzio, e, quando finisce di parlare, l’ unica cosa che posso fare è abbracciarla. Non so cosa dire, mi ha spiazzato. E comincio a pensare che forse, forse ha ragione. Non avrei mai creduto che potesse essere proprio lei a trovare le parole giuste. Eppure ho capito. Ho capito che non posso abbandonare il mio lavoro, che ormai è impossibile. Che pure se ufficialmente consegnassi pistola e distintivo, rimarrei comunque una poliziotta. Perché lo sono. Lo sono diventata, grazie a Luca, grazie agli amici che ho trovato, grazie al X decimo tuscolano. E’ un po’ come.. come i legami di sangue tra familiari. Non si possono cancellare. E io non posso cancellare il legame che ho con questo posto, con queste persone. Scappare è inutile.

Mi stacco da Alessia, e le sorrido “sai che c’ è Ale? Hai ragione..”

“sul serio?” mi domanda incredula.

“Si, non me ne vado..” mi alzo “aspettami qua..”

Come una furia corro nell’ ufficio di Luca. Apro la porta, e lui è di fronte alla finestra, a guardare fuori. Quando si volta non posso fare a meno di notare gli occhi rossi.

“Ehi..” esclama quando mi vede, cercando di mascherare con un sorriso il suo stato d’ animo.

“Scusa.. dovevo bussare?”

“L’ hai mai fatto?”

Sorrido “no!”

“E allora non dovevi.. dimmi..”

“Hai già spedito la mia richiesta di dimissioni?”

“Non ancora. L’ ho firmata ma.. ti sembrerà buffo, non avevo il coraggio di spedirla!” confessa.

Io rido. Vado verso di lui e nella foga mi accorgo troppo tardi che gli ho schioccato un bacio proprio sulle labbra. Lui ci rimane di sasso ma io sono troppo esaltata per poterci fare caso.

“ti adoro!” comincio a cercare il prezioso documento, e quando lo trovo esco fuori, seguita da Luca che ormai comincia a pensare che sono diventata pazza.

Alessia mi sta aspettando nell’ atrio, assieme ad Elena e Gabriele.

Mi vedono uscire, e gli sorrido. Anche Vittoria, Ugo e Giuseppe stanno guardando verso di me. E’ il momento adatto.

Mi volto verso Luca, solo uno sguardo, e poi comincio a strappare in mille pezzi il foglio che ho in mano.

Hanno capito tutti, perché le loro espressioni sconcertate diventano gioiose. Elena comincia ad esultare e Gabriele batte le mani.

Io rido come una cretina. La cosa che mi fa più divertire è l’ espressione di Luca, che ancora non ha realizzato bene.

“Ma.. quindi..”

Annuisco “si, Luca, non parto più. Resto qua, è questo il mio posto!”

E poi non lo so che mi prende. Forse l’ euforia. Forse la felicità di aver capito. Sta di fatto che gli prendo il viso tra le mani e lo bacio.

Lo bacio, davanti a tutti il commissariato.

E la cosa più incredibile è che lui non mi respinge. Anzi, approfondisce sempre di più, incurante di tutti i suoi uomini che sicuramente stanno guardando.

Si stacca, mi guarda negli occhi e mi sorride “si, è questo il tuo posto!” e mi sfiora il naso.

Solo in quel momento ci rendiamo conto che intorno a noi l’ intero decimo tuscolano si è fermato, ci sta fissando e applaude calorosamente. Noi non possiamo fare altro che abbassare lo sguardo, imbarazzati. Alcuni poi ritornano silenziosamente ai propri incarichi, mentre i più intimi si lasciano andare a battutine e commenti.

“E bravi..” esclama Giuseppe “hai capito sti due..”

Gabriele rincara la dose “grande Luca.. ottima scelta!”

“Eddai ragazzi lasciateli stare!” interviene Vittoria “sono già imbarazzati da soli senza che voi vi mettiate in mezzo! Forza, tornare a lavorare..”

E’ vero. Non so Luca, ma io credo di essere diventata di un colore che si avvicina molto al rosso peperone. E lui.. non ho nemmeno il coraggio di voltarmi a guardarlo.

“Vabbeh.. forse è il caso che io e Anna andiamo a.. parlare in ufficio!”

Elena si scambia uno sguardo divertito con Alessia “si, a parlare..”

Io sorrido, e faccio segno alle due di aspettarmi. Annuiscono e seguo Luca verso l’ ufficio, mentre tutti gli altri ancora ci fissano.

Apre la porta, e io entro dietro di lui “scusa.. forse non dovevo lì dava..”

Non riesco a finire di parlare, perché mi trovo le sue labbra incollate alle mie, e la sua mano dietro al collo.

“zitta..” me lo ordina quasi, mentre mi poggia delicatamente contro il muro.

“Luca..”

“Shh.. stai zitta ti prego! Non dire niente.. non dire più niente!” La sua voce è quasi un sussurro e io stavolta obbedisco. Non faccio una piega e continuo a baciarlo.

E’ lui che si stacca, mi guarda negli occhi e mi sorride. E’ un sorriso gioioso, felice. Non lo vedevo da tempo sul suo volto.

Si avvicina al mio volto, facendo sfiorare i nostri nasi “Promettimi che non lo farai più..”

“Che cosa?”

“Che non penserai neanche solo di andartene.. non ce la farei senza di te, Anna. Me lo devi promettere..”

Io non posso fare a meno di sorridere per la sua tenerezza. Solo adesso capisco quanto dolore nascondesse quel distacco che aveva finto fino a pochi minuti fa “te lo prometto!” rispondo, solamente, e lo bacio di nuovo. Ci baciamo fino a quando non bussano alla porta, che Luca ha opportunamente chiuso a chiave.

Va ad aprire, e si trova Ugo di fronte, visibilmente imbarazzato “ehm.. Luca.. mi dispiace disturbarvi ma.. ci sarebbe.. Patrizi, al telefono!”

Annuisce “ok, passalo sulla mia linea.. grazie Ugo..” richiude la porta e si siede alla sua scrivania, mentre io sbuffo.

“Lo so.. il caro Maggiore ha un abilità particolare a disturbare le persone..”

“Se ci mette troppo attaccagli il telefono in faccia!”

Ride “va bene.. Maggiore, mi dica.. si..”

Mentre parla, io lo fisso, ammirandolo in tutta la sua bellezza. Non mi sembra vero che è successo davvero tutto questo. Mezz’ ora fa il mondo sembrava crollarmi addosso e adesso mi sento la donna più felice del mondo. E’ incredibile quanto sentire l’ amore di una persona possa farti sentire diversa.

Mette a posto la cornetta e mi riscuote dai miei pensieri.

“Tutto a posto?”

“si..”

Cala il silenzio, nessuno sa cosa dire.

“e ora?” domando io, finalmente.

“e ora tu resti qua, e io non ti lascerò mai più scappare..”

Gli sorrido, però ancora non sono sicura di aver dato il giusto peso alle sue parole “si ma.. tra noi due, dico..”

Annuisce “vieni qua..” mi fa segno di avvicinarsi a lui e mi fa sedere sulle sue gambe “io ti amo, e mi dispiace di avertelo detto solo oggi. Avrei dovuto farlo molto tempo fa, quando l’ ho ammesso anche a me stesso, ma non ne ho avuto il coraggio..”

“Ma perché, Luca? Credevo di averti fatto capire cosa provavo per te..”

“Infatti. Ma poi le cose sono cambiate.. Ci eravamo allontanati, è arrivato Dorian. Non lo so, temevo fosse troppo tardi..”

“non lo era..”

“Lo so. Adesso, lo so. Ma possiamo recuperarlo questo tempo che abbiamo perduto, no?”

Io gli sorrido, e gli prendo il viso tra le mani, baciandolo “si.. possiamo!”

“Mi dispiace per come mi sono comportato..” continua poi lui quando ci stacchiamo “mi sono lasciato accecare dalla gelosia e ti ho aggredito quando non te lo meritavi. E pure per prima, non volevo essere così freddo..”

“Luca..” lo interrompo prima che possa finire “non importa. Non voglio le tue scuse, capisco il perché di certi tuoi atteggiamenti. E’ andata cosi, non fa niente. L’ unica cosa che voglio però è ripartire da zero, senza malintesi. E per questo voglio che tu sappia una cosa importante..”

“Dimmi..”

“Si tratta di Dorian. Io per lui ho provato davvero qualcosa. Qualcosa che non è nemmeno lontanamente paragonabile all’ amore che provo per te, ma anche lui è stato molto importante. Voglio che sia chiaro, ed è giusto dirtelo. Non giudicarmi, adesso. Tu non l’ hai conosciuto, ma lui non era cattivo come pensi..”

Mi ha ascoltato attentamente, e ho capito che alcune delle sue parole non gli sono piaciute molto.

“Ho capito. Va bene, infondo non posso fare altro che accettarla questa cosa. E non ti giudico, scusami se l’ ho fatto, ho sbagliato. Ti prometto che non parlerò più male né di Dorian né del rapporto che avate voi due..”

Sono contenta che abbia capito. “grazie!” gli dico,  e lo abbraccio. Ho bisogno di sentire che le sue parole sono vere. Non potrei sopportare ancora di sentirmi criticata per quello che ho provato.

Il telefono di Luca squilla di nuovo e ci fa staccare. Io sbuffo e mi alzo, tornando al mio posto.

Capisco che è importante, quindi gli faccio segno che lo lascio da solo.

Annuisce, e con il labiale mi dice qualcosa tipo “continuiamo dopo..”

 

 

Elena e Alessia sono accanto alla macchinetta del caffè, e stanno chiacchierando. Quando mi vedono mi sorridono entrambe. Allora mi avvicino e le abbraccio, una alla volta.

“Brava, hai fatto la scelta giusta..” mi sussurra Elena, mentre siamo strette. Poi cerca di sdrammatizzare “allora, brutta deficiente, doveva arrivare lei per farti mettere a posto questa testaccia dura che ti ritrovi?”

“Oh, piano con gli insulti! Deficiente a chi?”

“A una cretina che stava per commettere una ca**ata enorme!”

Mi rassegno “e va bene, scusa! Ho sbagliato! Contenta?”

“Uhm.. diciamo di si! Ma non pensare di cavartela così, un altro spavento del genere e ti ci faccio correre a furia di inseguirti a Trieste!”

Guardo Alessia, sconcertata “ma non dovrebbe dire qualcosa tipo ‘non preoccuparti tesoro l’ importante è che hai cambiato idea’?”

Lei ride, a alza le spalle “non lo so, ancora non lo conosco bene.. ma non mi sembra il tipo che te la farà scontare così facilmente..”

“Infatti! Sappi che dovrai darti molto da fare per farti perdonare!”

“E va bene.. tanto ci riuscirò prima o poi!”

“Elenina, hai finito la ricreazione?” Gabriele spunta dietro di lei, con delle pratiche tra le braccia “Ti ricordo che abbiamo un assassino da individuare ed arrestare!”

Lei risponde con il solito sarcasmo che la contraddistingue “Oh Garby, grazie per avermelo ricordato.. come farei se non ci fossi tu?”

“Saresti persa, piccola.. dai vieni con me!”

“Si, vengo! A dopo ragazze! E tu..” mi punta contro il dito “sappi che te lo rinfaccerò a vita che ci volevi abbandonare!” mi fa una linguaccia e segue Gabriele “e comunque Mancini gli ordini te li dovrei dare io!”

Scuoto la testa, ridendo “non preoccuparti..” dico ad Alessia “sembrano degli psicopatici, ma il loro lavoro lo sanno fare bene!”

“Si, non ne dubito..”

Ridiamo insieme, poi Ugo viene verso di noi “ragazze, vi vuole Luca nel suo ufficio!”

“Si, andiamo..”

“A proposito..” comincia Alessia mentre ci dirigiamo insieme verso l’ ufficio “nel tuo racconto non mi avevi detto che alla fine tu e Luca vi eravate messi insieme!”

“Infatti non c’ eravamo messi insieme. Almeno fino a pochi minuti fa..”

“Uhm, interessante.. per averci messo quattro anni a decidervi siete stati parecchio diretti!”

“La smetti?” apro la porta, e vedo Luca seduto alla sua scrivania “Ci cercavi?”

“Si.. tentato omicidio in un appartamento. Andate voi?”

Alessia mi fissa un po’ preoccupata, io le faccio un occhiolino “si, andiamo subito..”

“Tenetemi aggiornato..”

“ok!”

Le faccio cenno di seguirmi, e usciamo. In macchina la vedo un po’ tesa.

“nervosa?”

Alza le spalle “un po’.. è il mio primo incarico!”

“Te la caverai benissimo..”

“Speriamo..”

“Ma si, vedrai..”

Annuisce. Poi mi guarda “sono contenta che ci sia tu..”

Le sorrido “anche io, collega!”

 

Il caso si è rivelato più complicato del previsto. Io e Alessia ci stiamo lavorando da ore senza sosta, ormai. Se la sta cavando abbastanza bene, nonostante qualche esitazione, ma è normale. La cosa importante è che è molto motivata, e sono sicura che raggiungerà presto ottimi risultati. E sono sicura anche che diventeremo molto amiche. Infondo siamo già sulla buona strada..

Luca non lo vedo per tutto il pomeriggio. Alle sette irrompe nell’ ufficio e mi dice che si avvia, perché ha delle faccende da sbrigare. Ci rimango un po’ male, mi sarebbe piaciuto andare via con lui, ma annuisco con un sorriso e lo lascio andare, per poi tornare a concentrarmi su quei maledetti documenti.

Sono quasi le nove quando anche noi decidiamo di staccare. Siamo stanche, conviene continuare domani. Così ci infiliamo i giubbini, ci salutiamo e ognuno nella propria macchina.

Arrivo a casa, e apro con le chiavi “Luca?” chiamo. Non risponde. In salone non c’ è e nemmeno in cucina.

“Luca? Dove sei?” Apro la porta della sua camera da letto. E lo vedo.

E’ sul letto, appoggiato allo schienale, una rivista spessa sulle gambe.

“Eccoti finalmente.. ti stavo aspettando!”

“Ma che stai facendo?” Mi lascio cadere pure io sul letto. Mi sfilo le scarpe e mi accoccolo a lui, che mi circonda con un braccio facendomi appoggiare al suo petto. Sbircio quello che sta leggendo. E’ un catalogo di mobili.

“Vuoi cambiare arredamento?”

“Beh, dovremo apportare delle modifiche adesso..”

“Si.. ma perché guardi le camerette? Non ti sembra un po’ troppo presto per avere un figlio?”

Sorride, e scuote la testa “non c’ è tempo da perdere..”

Ma che sta dicendo? Non riesco a capire. Eppure dalla sua espressione è chiaro che non me la racconta giusta. Vedo che prende dei fogli dal comodino e me li porge. Li afferro e comincio a leggerli.

Piano piano capisco tutto. Quelli sono i documenti per chiedere l’ affidamento di Abel.

Lo guardo, incredula.

“Volevo farti una sorpresa. Sono andato a parlare con una mia vecchia conoscenza, un giudice. Mi ha detto che, vista la situazione particolare, i requisiti per l’ affido ci sono tutti. Dobbiamo solo firmare..”

Sono senza parole. Davvero, non so che dire. Rimango in ginocchio sul letto, con lo sguardo rivolto ora a lui, ora ai fogli.

Lui mi guarda divertito “allora? Non dici nulla?”

Lo amo. Lo amo da impazzire e me ne sto rendendo conto sempre di più. Gli salto praticamente addosso e comincio a baciarlo con passione. Il catalogo finisce per terra e sopra di Luca mi ci ritrovo io.

“ti amo..” gli sussurro mentre gli sfilo la canottiera. Lui capovolge le posizioni, e mi ritrovo sotto il suo corpo. Comincia a spogliarmi e lo lascio fare.. questa volta siamo entrambi consapevoli, e nessuno ha intenzione di fermarsi. Io sono felice. Per la prima volta sento che la mia vita sta prendendo la piega giusta. Adesso lo so qual’ è il mio posto.

 

 

 

 

 

E con questo secondo capitolo si conclude la Two Shot.

Voglio ringraziare chi ha letto questa ff, e, soprattutto, chi ha recensito. Mi ha fatto molto piacere leggervi e sapere che avete apprezzato.

Ci tenevo molto a questa TS, perché ho cercato di “rimediare”, in un certo senso, a tutto quello che non mi è piaciuto del finale di Distretto di Polizia 9, in primis la scelta di Anna di abbandonare la polizia. E’ un risvolto con cui non mi sono trovata per niente d’ accordo perché il personaggio della Bevilacqua è entrato come poliziotto, ha avuto un suo percorso come poliziotto e, almeno secondo me, doveva uscire di scena (se proprio doveva uscire.. xD) come poliziotto. Purtroppo non è stato così, e gli autori hanno optato per questa bizzarra trasformazione della Gori, che di punto in bianco lascia città, lavoro, amici e, Luca soprattutto, con cui c’ è stato un chiarimento veramente mal costruito, banale e pieno di cose non dette e spiegazioni non date.

E vabbeh, pazienza.. le ff servono anche a questo!

Grazie, un bacione e scusate lo sfogo! xD

  
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