Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
Eccomi con una novo capitolo. Qui ho
cercato di spiegare tante cose e credo che adesso tutto sia piuttosto chiaro. Spero
che la storia vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacione a tutti e
buona lettura.
BISOGNA
SBAGLIARE PER CONOSCERE LA VERITA’?
Capitolo
2
Cambiamenti
POV BELLA
Amore…che bella parola…ma cos’è l’amore? Di
sicuro io non saprei rispondere e troppo cinica direi che l’amore non esiste,
forse perché non l’ho mai veramente sentito, forse perché oggi la frase “ti
amo”, una frase così importante, viene usata troppo facilmente, anzi, sprecata
direi e spesso usata impropriamente.
Eppure una parte importante di me non è
d’accordo con tutto questo, una parte di me mi dice che l’amore è qualcosa di
meraviglioso, qualcosa che ti permette di provare sentimenti diversi. Che siano
belli o brutti, tristi o allegri, dolci o grezzi, romantici o rudi poco
importa.
A volte mi capita di chiudere gli occhi e
sognare una vita diversa da quella che ho. Sogno e mi piace sognare perché il
sogno è un viaggio che riesce a portarti dove i piedi, gli aerei, i treni e le
auto non riescono a portarti, perché un sogno è un insieme di favole che molte
volte ti fermano per un secondo la mente e ti portano dove il cuore non può
arrivare.
Non mi sono ancora presentata, mi chiamo
Isabella Marie Swan, per gli amici, semplicemente Bella. Ho 22 anni e vivo a
Phoenix, praticamente da quando sono nata. Fisicamente non posso dire di essere
una di quelle ragazze che fa invidia alle altre, ma di certo non sono una che
passa inosservata. Sono abbastanza alta, ho dei lunghi capelli castani e due grandi occhi azzurro verdi che a seconda della luce
possono sembrare color ghiaccio o azzurri.
Non
posso essere considerata una popolare, perché non lo sono e non lo sono mai
stata, sono solo una semplice ragazza di città molto più matura rispetto alla
mia età e questo a causa di tutte le mie esperienze passate.
I
miei hanno divorziato quando io avevo ancora solo pochi mesi di vita, ma
nonostante questo sono rimasti in buoni rapporti, erano diventati come due
migliori amici, ma il destino non ha voluto che continuassero ad esserlo.
All’età
di 14 anni abbiamo scoperto che mamma aveva un tumore al cervello, il problema
era molto grave e solo un miracolo avrebbe potuto salvarla, nonostante questo,
però, ho sperato fino alla fine che qualcuno da lassù ci aiutasse, anche se le
mie sono rimaste delle vane speranze. All’inizio ha provato con la chemio, ma
questa non l’ha aiutata, anzi l’ha fatta spegnere giorno dopo giorno sempre di
più fino a quando i medici gli hanno detto che nemmeno con questa c’erano
speranze. Gli avevano dato un anno di vita qualora lei decidesse di continuare
a curarsi, ma lei preferì interrompere ogni cura e vivere ciò che gli restava
in tranquillità cercando di godersi il più possibile la sua famiglia.
Ovviamente come previsto, dopo quattro mesi, si spense e salì al cielo dove mi
guarda sempre e mi protegge o, almeno, questo ho sempre pensato per riuscire ad
affrontare la sua perdita.
Mi
ritrovai così a 15 anni senza una madre e con un padre che ogni giorno che
passava si buttava sempre più giù, non riusciva ad accettare di aver perso la
mamma. Solo allora mi resi conto che lui non aveva mai smesso di amarla e che
il suo essergli così tanto amico era solo un modo per tenerla vicina a sé. In
quel periodo le difficoltà furono tante e io passai un periodo d’inferno, visto
anche lo splendido rapporto che avevo con quella “svampita” di mia madre, era
così che mi divertivo a chiamarla.
Solo
una cosa mi disse prima di morire, una sola la promessa che mi fece fare: “I sogni nella vita
sono tutto, senza questi non avrebbe senso alzarsi la
mattina, studiare, lavorare e fare tutto quello che si fa durante il giorno,
sarebbe come vivere senza vita. Ricordati, bambina mia, che se vuoi uccidere un
uomo basta infrangere il suo sogno più grande, a quel punto la sua esistenza
non avrà senso. Se hai un sogno a cui tieni tanto, fai di tutto per
realizzarlo, non abbandonarlo mai e soprattutto cerca di vivere come hai sempre
sognato di vivere. Bella, c’è una promessa che devi farmi,
devi promettermi che non smetterai mai di sognare, perché ricordati che quando lo farai
inizierai a morire”. Non dimenticherò mai quelle parole,
quella promessa fatta tra le lacrime mentre il destino mi portava via una delle
persone più importanti della mia vita.
Ho
sofferto tantissimo, ma se oggi riesco a guardare al futuro con un sorriso
sincero stampato in faccia lo devo a quelle persone che mi sono state vicino
sempre e comunque, i miei amici, le uniche persone che non mi hanno mai voltato
le spalle.
Da
bambina abitavo al terzo piano di un appartamento, al quarto piano vivevano i
Cullen. La signora Cullen era una grande amica di mamma e lei e suo marito
avevano tre figli: Emmett che aveva due anni in più di me, Edward un anno in
più e Alice che aveva la mia età. A fianco al loro appartamento, nello stesso
pianerottolo abitavano Jasper e Rosalie Hale, due gemelli che avevano un anno
in più di me. Al secondo piano, invece, abitava Billy Blake, un vecchio amico
d’infanzia di papà. Aveva perso la moglie dopo aver dato alla luce l’ultimo dei
suoi figli, Jacob. La mia vita a partire dai tre anni girò attorno ai Cullen,
gli Hale e i Blake.
Tutti
e sette facemmo subito amicizia e in poco tempo diventammo praticamente
inseparabili, nessuno di noi esisteva senza l’altro. Frequentammo la stessa
scuola fino al diploma e per la gente che ci guardava noi sette eravamo come
una sola persona. Man mano che crescemmo gli equilibri all’interno del gruppo cambiarono
considerato che per alcuni l’amicizia si trasformò in amore e fu allora che
Emmett si mise insieme a Rosalie e lo stesso avvenne tra Jasper e Alice.
Dopo
il diploma tutti e quattro decisero di andarsene da Phoenix e di trasferirsi a
Jacksonville. Avevano tutti e quattro voglia di
cambiare aria e di andare a vivere in un posto in cui potessero essere
indipendenti al cento per cento. Ovviamente la loro idea la proposero anche a
me, Edward e Jacob, ma nessuno di noi accettò, forse, perché tutti e tre
eravamo troppo affezionati a Phoenix. Ormai sono due anni che i ragazzi sono
partiti, ma ci vengono a trovare spessissimo e lo stesso facciamo noi,
approfittando spesso per farci una vacanza e staccare la spina dalla nostra
quotidianità.
Un
anno e mezzo fa Rosalie e Emmett si sono sposati e sei mesi fa lo stesso hanno
fatto Alice e Jasper. Il matrimonio era per tutti loro il coronamento del loro
sogno d’amore e non hanno voluto aspettare oltre perché avevano la certezza che
la persona che avevano al loro fianco era l’unica per loro.
Adesso
il nostro numeroso gruppo si è ridotto a soli tre elementi, ma non ci siamo mai
separati e io ho potuto contare sull’appoggio di Edward e Jacob sempre.
L’anno
scorso entrambi hanno preso un appartamento e sono andati a vivere insieme
perché stanchi di vivere sotto lo stesso tetto dei rispettivi genitori. Anch’io
l’anno scorso sono andata a vivere da sola, all’inizio ammetto di aver provato
la convivenza con i due, ma ben presto ho capito che era assolutamente
impossibile vivere lì dentro con loro, vista la quantità sproporzionata di
ragazze che entravano e uscivano da quella casa. Così ho deciso di cercare un
appartamento tutto mio e andarmene da lì, ma tutti e due me l’hanno permesso di
fare solo per metà, nel senso che mi hanno fatto acquistare un appartamento nel
loro stesso condominio, un appartamento che si trova esattamente di fronte al
loro, nello stesso pianerottolo. Edward e Jacob sono i due esatti opposti,
rispettivamente il ghiaccio e il fuoco li definisco io. A volte mi stupisco
come siano potuti diventare migliori amici vista la loro già apparente
diversità.
Edward
è quello che tutti definirebbero un playboy e diciamo che ha tutte le carte in
regola per esserlo. E’ alto, muscoloso, con i capelli perennemente in disordine
castano ramati, gli occhi azzurri e lo sguardo da
bello e dannato.
Lui
mi conosce alla perfezione, gli basta guardarmi negli occhi per capire se fingo
oppure no. Il suo unico grande difetto è che è troppo “stronzo” con le ragazze.
Il termine “amore” non esiste nel suo vocabolario, quel termine è stato
sostituito dal “sesso” , una cosa di cui lui è
maestro. La sua definizione di “sesso”? Semplice! Il sesso è un elemento
sostanziale dell'essere umano poiché permette di appagare istinti e desideri tipici
di tutti gli uomini. La sua filosofia di vita è: “Se posso avere tutte le
ragazze che voglio quando voglio perché accontentarmi di una sola?” Il sesso è,
per Edward, la base di tutto, ma sesso è anche uguale a niente coinvolgimenti
sentimentali. Questo è l’unico motivo per cui spesso mi ritrovo a litigare con
lui, considerato che non condivido questo suo stile di vita. Non si è mai
innamorato di nessuno e non ha mai avuto una ragazza fissa per più di un’ora.
Riesce ad ammaliare le ragazze solo con lo sguardo e il sorriso e tempo due
secondi tutte gli cadono ai piedi, pur sapendo che con lui potranno avere solo
una semplice “scopata”. Sembra una persona molto superficiale e insensibile, ma
io che sono la sua migliore amica e che lo conosco da quando aveva quattro anni
posso affermare che è una persona che sa essere di una profondità e di una
sensibilità senza eguali.
Jacob,
invece, è l’esatto opposto, sia fisicamente che caratterialmente. E’ alto,
muscoloso, con i capelli castano scuri e due occhi color cioccolato
fuso.
E’
una persona molto riflessiva e solare, una di quelle persone che ha sempre il
sorriso stampato in faccia anche quando tutto sembra andare storto. Trasmette
una gioia di vivere indescrivibile e ti riempie il cuore solo vederlo così
giocoso e raggiante. A differenza di Edward, Jacob, crede nell’amore, in quel
sentimento talmente profondo da sconvolgerti dentro. Alcuni anni fa si
innamorò, dando a quella ragazza tutto se stesso, annullandosi completamente
per lei. Si lasciarono perché lei lo tradì e lui soffrì molto, ma riuscì a
riprendersi e a continuare a credere incondizionatamente nell’amore. Crede
molto nel destino e afferma che tutti siamo destinati a qualcuno e che prima o
poi il cammino di questo qualcuno si intralcerà con il nostro, dobbiamo solo
tenere gli occhi aperti e attendere.
Cosa
li accomuna? Semplice! Il bene che provano per me. Entrambi mi adorano e non
fanno altro che proteggermi da tutto e tutti. Non esiste ragazzo che possa
avvicinarsi a me senza che prima abbia avuto la loro approvazione. Ciò sapete
cosa significa? Che mai nessun ragazzo si avvicinerà a me, perché a loro non
piace mai nessuno e giustificano il loro comportamento dicendo che i ragazzi
vogliono solo una cosa: “portarsi a letto una
ragazza”, il resto non conta. Quando gli faccio notare che Jacob, ad esempio, è
diverso, che lui in una ragazza cerca molto più di quello che può dargli un
appagamento fisico mi sento rispondere che Jacob è l’eccezione che conferma la
regola. Conclusione? Gli unici uomini della mia vita sono loro due e nonostante
spesso ho sentito la mancanza di qualcuno al mio fianco, non avrei potuto
desiderare di meglio, visto che avere loro due per me è il massimo.
Da
un anno a questa parte, però, le cose sono cambiate, infatti, non sono più single.
Vi domandate come sia possibile che quei due mi abbiamo permesso di iniziare
una relazione? Semplice, perché il mio ragazzo è proprio uno di loro due.
Ebbene si, circa un anno fa, Jacob si è presentato a
casa mia con un mazzo di rose rosse in mano dicendomi che i sentimenti che
provava per me erano cambiati e che la sua non era più un’amicizia nei miei
confronti, ma un sentimento molto più forte chiamato amore. Lì per lì sono
rimasta di stucco, non avevo mai considerato Jacob in quel senso e lui si mostrò
disponibile a darmi tutto il tempo che mi serviva. Alla fine, dopo settimane mi
sono accorta che in fondo io gli volevo molto bene, forse, più che bene e così
ci siamo messi insieme. Nonostante adesso sto con lui non posso dire di essere
innamorata al cento per cento, non posso dire di provare quello che vedo negli
occhi di Alice quando guarda Jasper o quello che vedo negli occhi di Rosalie
nei confronti di Emmett. Jacob è molto innamorato invece, ma io, beh io credo
che quel tipo di amore come quello dei miei amici non va per me. Io non
riuscirei ad amare mai in quel modo, perché credo che il massimo che posso dare
lo sto già dando a Jacob. Mi starete considerando
egoista forse, ma in fondo io non lo sto prendendo in giro. Lui sa che io gli
voglio un bene dell’anima, sa che lo amo, ma sa anche che il mio sentimento non
è nemmeno lontanamente paragonabile al suo.
Da circa un anno lavoro in un negozio di
abbigliamento, uno dei più grandi di Phoenix e amo il mio lavoro, visto che
Alice e Rosalie mi hanno insegnato o, forse, obbligato ad amare la moda. Un
tempo non mi interessava questo aspetto della società eppure adesso conta molto
per me, considerato che adesso prima di uscire di casa perdo un’ora davanti
all’armadio prima di scegliere cosa mettermi.
Non c’è nulla di così complicato nella mia
vita, anzi credo che sia tutto abbastanza tranquillo e stabile. Per questo,
spesso, mi ritrovo a pensare che tutto ciò di cui avrei bisogno adesso è di un
cambiamento, che, però, non so quando e se arriverà.
Mi alzai dal letto ed uscì dalla camera
dirigendomi in bagno per farmi una bella doccia. Mi gettai sotto il flusso
dell’acqua calda e cercai di distendere tutti i muscoli e di rilassarmi. Ci
riuscì abbastanza bene e in poco tempo ero già fuori la doccia pronta ad
asciugarmi i capelli. Una volta finito, mi diressi in cucina e mi preparai un
bel caffè, l’ideale per tirarmi su. Quando fu pronto lo bevvi tutto d’un sorso
e poi mi sedetti accendendomi una sigaretta. Ebbene si,
purtroppo, avevo il vizio di fumare, un vizio che da quando avevo preso non ero
più riuscita a togliere, nonostante spesso ci avevo provato. Finì di fumarmi la
sigaretta e poi andai in camera a vestirmi. Aprì la mia cabina armadio che, a
volte, mi sembrava fosse più grande di tutta la stanza e controllai cosa potevo
mettermi. Infilai un maglioncino lungo senza maniche grigio con una cinta nera
legata leggiarmente larga, un paio di scarpe modello ankle
boots nere dal tacco vertiginoso e una sciarpa grigia attorno al collo
con i pennacchi che scendevano. Presi l’orologio nero della
Calvin Klein e me lo misi, poi ci abbinai un paio di orecchini neri pendenti,
un bracciale rigido con le perline nere ai lati e un filo di brillantini al
centro e un anello argentato con una grossa pietra nera. Andai in bagno, mi
truccai e mi misi il profumo dopodichè tornai in stanza e dopo aver preso il
giubbetto di pelle nero, visto che ancora a quest’ora della mattina c’era un
po’ freschetto, e la borsa dello stesso colore, presi le chiavi di casa ed uscì
pronta per iniziare una nuova giornata.
Controllai l’orario e mi resi conto di essere
in anticipo di un bel po’ visto che oggi dovevo andare in negozio verso le
dieci e così dopo aver chiuso la porta di casa suonai il campanello di casa
Cullen-Blake e attesi. Come al solito ad aprirmi fu una ragazza per me
sconosciuta con addosso una camicia di Edward e la
cosa mi infastidì parecchio considerato che molto spesso la mattina ero molto
suscettibile e questo genere di cose proprio non le tolleravo. Era impossibile
il fatto che ogni mattina trovavo una ragazza sempre
diversa ad aprirmi la porta.
A dire il vero potevo entrare con le miei chiavi, visto che i ragazzi me ne avevano dato una
copia, ma di solito non le usavo, specialmente la mattina e specialmente da
quando mi ero ritrovata ad aprire la porta di casa e a trovare Edward insieme
ad una ragazza che facevano sesso sul tavolo della cucina. Dire che ero
diventata bordeaux era una sciocchezza. Mamma mia, se ancora ci pensavo
diventavo rossa.
Entrai dentro senza nemmeno degnarla di uno
sguardo e dopo aver appoggiato la borsa e il giubbotto sul divano del salotto
mi diressi in camera di Jacob trovandolo addormentato sul suo letto. Aprì le
imposte con furia e lui iniziò a mugugnare qualcosa infastidito dalla luce.
- Dormiglione svegliati – gli dissi
avvicinandomi al suo orecchio.
- Amore è ancora l’alba, lasciami dormire
ancora un po’ – mi rispose senza nemmeno aprire gli occhi.
- L’alba? Sono già le otto e mezzo – gli dissi.
- Ancora dieci minuti, ti prego – continuò lui.
- Jacob Blake, ti do solo tre secondi per
alzarti, se al termine di questi non sei già in piedi ti giuro che ti butto un
secchio di acqua gelida addosso – gli dissi.
Non appena finì di parlare lui aprì gli occhi
di botto e si alzò in una frazione di secondo. Il motivo di tale comportamento
non mi stupì considerato che qualche giorno prima visto che il signorino non si
alzava avevo preso un secchio, l’avevo riempito di acqua e ghiaccio e poi
gliel’avevo lanciata addosso. Ovviamente non voleva più ripetere l’accaduto.
- Sei una ricattatrice. Avevo bisogno di
dormire visto che stanotte ho preso sonno tardissimo considerato che il tuo
caro amico si è divertito da morire con la sua amichetta – mi disse una volta
in piedi.
- Peggio per te. Sapevi come è fatto quando hai
deciso di venirci a vivere insieme – gli dissi dirigendomi in cucina.
- E pazienza, prima o poi quel “coso” glielo
metto fuori funzione – mi disse ridendo come un pazzo e contagiando pure me mentre mi seguì verso la cucina.
- Comunque signorinella non credi di esserti
dimenticata qualcosa? – mi disse lui avvicinandosi a me e cingendomi le braccia
da dietro.
Mi voltai e gli diedi un bacio a fior di
labbra, ma che lui decise di approfondire e io non feci nulla per ritrarmi. In
fondo era il mio ragazzo e poi un po’ di coccole di prima mattina erano
necessarie.
- Latte o caffè, che preferisci? – gli chiesi
dopo essermi staccata.
- Caffè – mi disse.
- Uno anche per me – urlò Edward dalla stanza
che di sicuro doveva averci sentito.
Evitai di rispondergli altrimenti rischiavo di
mandarlo a quel paese e inizia a preparare la caffettiera.
- Scusami, ma adesso ho di meglio da fare.
Prendi le tue cose e vai via – disse Edward talmente forte da farsi sentire
fino la cucina.
Era normale trattare una ragazza in questo
modo? Quando faceva così lo odiavo.
- Come vuoi, magari ci rivediamo, che dici? –
gli chiese lei.
- Impossibile. Non ripeto mai due volte la
stessa esperienza. Poi diventa noioso e a me non piace più. Quindi addio – le
rispose mentre compariva in cucina scalzo e con
addosso solo un paio di pantaloni da tuta che lui usava come pigiama.
La ragazza era dietro le sue spalle e una volta
che ci vide il suo sguardo cambiò mostrando un’espressione mortificata.
- Ah, dimenticavo, visto che stai uscendo ti
dispiacerebbe buttare la spazzatura? Sai ieri non ne ho avuto il tempo –
continuò Edward sorridendo da stronzo mentre Jacob se la rideva di gusto.
- Vaffanculo – gli disse lei uscendo come un
razzo dalla porta mentre Edward si sedette nel tavolo di fronte a Jacob e
iniziò a ridere.
- Sei uno stronzo – gli dissi dandogli un sberla dietro il collo.
- Ahi, ma cosa ho fatto? – mi disse lui facendo
il finto innocente.
- Porco giuda Edward, non si trattano così le
ragazze. E che cavolo, quante volte te lo devo dire? E poi almeno abbi la
decenza di non comportarti così davanti a me – gli dissi arrabbiata.
- Ok scusa scricciolo, prometto che non lo farò
più – mi disse mentre Jacob ancora se la rideva.
- E tu non ridere, non ti ci mettere pure tu –
gli dissi rivolgendomi a Jake.
- Scusa – disse lui mentre ancora rideva sotto
i baffi.
- Perdonato? – mi chiese Edward mentre io gli
mettevo il caffè nelle tazzine.
- No, perché sai benissimo che la tua promessa
è una promessa di giuda – gli dissi.
- Sei sicura che non mi perdoni? – mi chiese
dopo aver bevuto tutto d’un sorso il caffè ed essersi alzato dalla sedia
avvicinandosi a me.
Il suo sguardo voleva dire solo una cosa:
solletico.
- No, no, ho cambiato idea. Ti perdono – gli
dissi, ma ancora prima di finire di parlare lui mi aveva già preso per i
fianchi e trascinato sul divano dove iniziò a farmi il solletico come solo lui
era capace di fare.
- Jake aiutami – provai a dire tra le risate.
- Mi spiace Bella, ma stavolta darò una mano ad
Edward, è più divertente – mi disse buttandosi anche lui su di me e iniziando a
farmi il solletico.
Continuarono a farlo per un bel po’ dandomi
solo qualche attimo di tregua per farmi respirare e poi iniziavano di nuovo,
alla fine smisero grazie al suono del cellulare di Jacob. Chiunque era gliene ero
grata. Mi alzai e dopo essermi ricomposta presi le tazzine del caffè e le
appoggiai dentro il lavandino.
- Lavori oggi? – mi chiese Edward.
- Si certo, attacco fra un’ora – gli dissi
guardando l’orologio.
- Ti accompagno io perché devo comprarmi la felpa
che ho visto l’altro giorno – mi disse prima di scomparire dalla cucina e
dirigersi nella sua stanza per andarsi a sistemare.
Mi misi a guardare la tv e dopo un po’ di tempo
Jacob mi raggiunse in salotto. Indossava un paio di jeans sbiaditi, una maglietta
maniche corte nera con delle scritte e dei disegni grigio fumo, un paio di
converse nere e un paio di occhiali da sole Carrera.
- Già pronto? – gli chiesi dopo aver ricevuto
un suo bacio.
- Mica mi chiamo
Edward – mi rispose.
- Perché cosa vorresti dire? – chiese Edward
entrando in salotto.
- Che ci metti una vita a prepararti. Tu e
Alice si vede proprio che siete fratello e sorella – gli rispose Jacob mentre
io scoppiai a ridere.
Lo osservai e notai che indossava una paio di jeans chiari, una maglietta maniche corte bianca
profilato nel collo grigia, un paio di nike shox bianche e argentate,
l’orologio che gli avevo regalato qualche giorno prima in onore del suo
compleanno e un paio di occhiali da sole della Ray Ban.
- Scricciolo perché non mi difendi tu? – mi
chiese sorridendomi sghembo.
- Perché Jake ha ragione. Andiamo va, prima che
mi fai fare tardi a lavoro – gli dissi spegnendo la tv.
- Ti da un passaggio
lui? – mi chiese Jacob.
Di una sola cosa gli ero grata, che era geloso
nel mondo intero e non di Edward, perché se così non fosse stato sarebbe stata
la fine. Per fortuna da quando mi ero messa con lui il mio rapporto con Edward
non ne aveva subito, era rimasto intatto, perché Jake sapeva quanto io tenessi
a lui e sapeva che eravamo come fratello e sorella, quindi la sua gelosia
sarebbe stata inutile.
- Si, devo comprare un
felpa – gli rispose Edward al mio posto.
- Ok, meglio. Altrimenti mi sa che oggi avrei
fatto tardi per andare a lavoro – disse lui dandomi un bacio a fior di labbra e
dirigendosi verso l’uscita seguito a ruota da me ed Edward.
Uscimmo di casa e una volta sotto Jacob prese
la sua macchina, un Audi TTS rossa, e partì per andare a lavoro, mentre io e
Edward, invece, salimmo sulla sua Jaguar XJ220 grigio
metallizzata e ci dirigemmo verso il negozio dove lavoravo.
Entrambi erano due accaniti di auto sportive e
questa era un’altra cosa che avevano in comune, anche se comunque il più patito
restava Edward considerato anche il tipo di lavoro che faceva. Era un pilota di
Formula Uno ed erano uno dei migliori sulla piazza, in testa alle classiche da
quando due anni fa era entrato nel circuito professionisti.
- Allora scricciolo ti va un cornetto caldo? –
mi disse Edward sorridendomi sghembo.
- Quale parte della frase “sono in ritardo” non
ti è chiara? – gli chiesi.
- Mamma mia Bella, vivi un po’. Prendi tutto
troppo sul serio – mi disse lui.
- Mentre tu non prendi niente sul serio – gli
dissi guardando le macchine scorrere nel traffico della città.
- Almeno mi diverto. Comunque vorrà dire che il
cornetto te lo compro e te lo porto a lavoro – mi disse notando che mi ero
arrabbiata un po’.
- L’idea mi sembra fantastica – gli dissi
schioccandogli un bacio sulla guancia.
- Datti una calmata. Lo so che mi vuoi saltare
addosso, ma non mi sembra il posto più appropriato – mi disse ridendo.
- Sei sempre il solito – gli risposi mentre lui
posteggiava la macchina davanti al negozio.
Scesi e lui fece lo stesso. Entrammo e lui
subito si provò la felpa e la portò alla cassa. Dopo aver pagato uscì e poco
dopo tornò con il cornetto che mi aveva promesso. Restò un po’ con me a
chiacchierare visto che in negozio non c’era nessuno e poi quando iniziarono ad
entrare i primi clienti se ne andò.
Passai l’intera giornata tra un cliente e
l’altra e a fine serata ero davvero sfinita. Jacob mi
passò a prendere all’orario di chiusura e insieme andammo a casa mia, non prima
però di aver preso due pizze da mangiare insieme.
Arrivati a casa mangiammo e poi ci sdraiammo
sul divano a coccolarci mentre guardavamo un film alla tv.
- Amore non credi che sia l’ora di dire la
verità a Edward? – mi chiese tra un bacio e l’altro.
- Glielo diremo. Fammi solo abituare all’idea –
gli risposi io.
- Conosci i ragazzi, soprattutto Alice e
Rosalie e non saranno contente di sapere la notizia dopo mesi che l’abbiamo
decisa. Se non ti decidi a parlare con Edward chissà loro quando lo sapranno –
mi disse.
- Abbiamo deciso da appena una settimana, c’è
tempo – gli risposi.
- Mi spieghi perché non vuoi dirglielo? – mi
chiese leggiarmente arrabbiato smettendo di baciarmi e scansandosi da me.
- Perché è una bella novità. Sconvolgerà tutti
i nostri equilibri – gli feci notare.
- Io davvero non ti capisco. Prima o poi
dovremo farlo comunque – mi disse con aria dispiaciuta.
- Hai ragione. Domani glielo diremo, non ha
senso rimandare – gli promisi.
Non mi disse nulla, si buttò letteralmente su
di me e riprese a baciarmi. Una cosa era certa, quella sera non sarebbe tornato
a casa sua e la cosa non mi dispiaceva per niente. In tutta quella situazione
c’era solo una cosa che mi preoccupava. Come avrei fatto a dire a Edward che io
e Jacob avevamo deciso di sposarci?
I vestiti di Bella:
I vestiti di Jacob:
I vestiti di Edward:
La macchina di Jacob (Audi TTS):
La macchina di Edward (Jaguar XJ220):
Risposte
alle vostre recensioni:
- TanyaCullen: Beh tesoro quello che dovevo dirti te l’ho
detto su msn. Dire che sono felicissima di averti
conosciuto è abbastanza riduttivo. Mi sono trovata subito in sintonia con te e
mi viene facile parlare ed aprirmi. Grazie per i tuoi complimenti, mi fanno
davvero piacere. Sono contenta che la storia ti piace
e si, hai ragione, la Bella che ho descritto mi assomiglia parecchio, soprattutto
quella di questa storia. Lei come me non crede nell’amore vero, quello che ti completa, crede solo che possa esistere per alcune
persone e si limita a prendere ciò che di buono la vita gli riserve, in questo
caso Jacob. Certo questa Bella crescerà e vedrà le cose cambiare, non so se a
me succederà mai, ma in attesa meglio fare qualcosa. Soprattutto la prima
parte, quella prima della presentazione di Bella, è una sorta di mio sfogo, di
ciò che penso io in generale. Mi rappresenta in pieno e in questa storia
rappresenta in pieno Bella. Ti voglio davvero bene e ti adoro.
- mcgi86: Sono felice di
sapere che anche questa storia ti piace. Mi auguro che continuerà a piacerti
anche in futuro.
- eliza1755: Si,
ho deciso di continuarla, sperando che ai lettori piaccia. Sono contenta che tu
l’abbia trovata interessante e mi auguro che continuerai a leggerla.
Un
grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo
la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo
capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
!?...Quando l’amore ti cambia la vita…!?
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L’odio è amore
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Bisogna sbagliare per conoscere la verità
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