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Autore: adry91    15/01/2010    4 recensioni
Bella vive a Phoenix da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice, Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward che sono iper protettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico? E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Ma qual'è questa verità? Se vi ho incuriosito anche solo un pò correte a leggere la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

Eccomi con una novo capitolo. Qui ho cercato di spiegare tante cose e credo che adesso tutto sia piuttosto chiaro. Spero che la storia vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacione a tutti e buona lettura.

 

BISOGNA SBAGLIARE PER CONOSCERE LA VERITA’?

 

Capitolo 2

Cambiamenti

 

POV BELLA

Amore…che bella parola…ma cos’è l’amore? Di sicuro io non saprei rispondere e troppo cinica direi che l’amore non esiste, forse perché non l’ho mai veramente sentito, forse perché oggi la frase “ti amo”, una frase così importante, viene usata troppo facilmente, anzi, sprecata direi e spesso usata impropriamente.

Eppure una parte importante di me non è d’accordo con tutto questo, una parte di me mi dice che l’amore è qualcosa di meraviglioso, qualcosa che ti permette di provare sentimenti diversi. Che siano belli o brutti, tristi o allegri, dolci o grezzi, romantici o rudi poco importa.

 

A volte mi capita di chiudere gli occhi e sognare una vita diversa da quella che ho. Sogno e mi piace sognare perché il sogno è un viaggio che riesce a portarti dove i piedi, gli aerei, i treni e le auto non riescono a portarti, perché un sogno è un insieme di favole che molte volte ti fermano per un secondo la mente e ti portano dove il cuore non può arrivare.

 

Non mi sono ancora presentata, mi chiamo Isabella Marie Swan, per gli amici, semplicemente Bella. Ho 22 anni e vivo a Phoenix, praticamente da quando sono nata. Fisicamente non posso dire di essere una di quelle ragazze che fa invidia alle altre, ma di certo non sono una che passa inosservata. Sono abbastanza alta, ho dei lunghi capelli castani e due grandi occhi azzurro verdi che a seconda della luce possono sembrare color ghiaccio o azzurri.

Non posso essere considerata una popolare, perché non lo sono e non lo sono mai stata, sono solo una semplice ragazza di città molto più matura rispetto alla mia età e questo a causa di tutte le mie esperienze passate.

I miei hanno divorziato quando io avevo ancora solo pochi mesi di vita, ma nonostante questo sono rimasti in buoni rapporti, erano diventati come due migliori amici, ma il destino non ha voluto che continuassero ad esserlo.

 

All’età di 14 anni abbiamo scoperto che mamma aveva un tumore al cervello, il problema era molto grave e solo un miracolo avrebbe potuto salvarla, nonostante questo, però, ho sperato fino alla fine che qualcuno da lassù ci aiutasse, anche se le mie sono rimaste delle vane speranze. All’inizio ha provato con la chemio, ma questa non l’ha aiutata, anzi l’ha fatta spegnere giorno dopo giorno sempre di più fino a quando i medici gli hanno detto che nemmeno con questa c’erano speranze. Gli avevano dato un anno di vita qualora lei decidesse di continuare a curarsi, ma lei preferì interrompere ogni cura e vivere ciò che gli restava in tranquillità cercando di godersi il più possibile la sua famiglia. Ovviamente come previsto, dopo quattro mesi, si spense e salì al cielo dove mi guarda sempre e mi protegge o, almeno, questo ho sempre pensato per riuscire ad affrontare la sua perdita.

Mi ritrovai così a 15 anni senza una madre e con un padre che ogni giorno che passava si buttava sempre più giù, non riusciva ad accettare di aver perso la mamma. Solo allora mi resi conto che lui non aveva mai smesso di amarla e che il suo essergli così tanto amico era solo un modo per tenerla vicina a sé. In quel periodo le difficoltà furono tante e io passai un periodo d’inferno, visto anche lo splendido rapporto che avevo con quella “svampita” di mia madre, era così che mi divertivo a chiamarla.

 

Solo una cosa mi disse prima di morire, una sola la promessa che mi fece fare: “I sogni nella vita sono tutto, senza questi non avrebbe senso alzarsi la mattina, studiare, lavorare e fare tutto quello che si fa durante il giorno, sarebbe come vivere senza vita. Ricordati, bambina mia, che se vuoi uccidere un uomo basta infrangere il suo sogno più grande, a quel punto la sua esistenza non avrà senso. Se hai un sogno a cui tieni tanto, fai di tutto per realizzarlo, non abbandonarlo mai e soprattutto cerca di vivere come hai sempre sognato di vivere. Bella, c’è una promessa che devi farmi, devi promettermi che non smetterai mai di sognare, perché ricordati che quando lo farai inizierai a morire”. Non dimenticherò mai quelle parole, quella promessa fatta tra le lacrime mentre il destino mi portava via una delle persone più importanti della mia vita.

Ho sofferto tantissimo, ma se oggi riesco a guardare al futuro con un sorriso sincero stampato in faccia lo devo a quelle persone che mi sono state vicino sempre e comunque, i miei amici, le uniche persone che non mi hanno mai voltato le spalle.

 

Da bambina abitavo al terzo piano di un appartamento, al quarto piano vivevano i Cullen. La signora Cullen era una grande amica di mamma e lei e suo marito avevano tre figli: Emmett che aveva due anni in più di me, Edward un anno in più e Alice che aveva la mia età. A fianco al loro appartamento, nello stesso pianerottolo abitavano Jasper e Rosalie Hale, due gemelli che avevano un anno in più di me. Al secondo piano, invece, abitava Billy Blake, un vecchio amico d’infanzia di papà. Aveva perso la moglie dopo aver dato alla luce l’ultimo dei suoi figli, Jacob. La mia vita a partire dai tre anni girò attorno ai Cullen, gli Hale e i Blake.

 

Tutti e sette facemmo subito amicizia e in poco tempo diventammo praticamente inseparabili, nessuno di noi esisteva senza l’altro. Frequentammo la stessa scuola fino al diploma e per la gente che ci guardava noi sette eravamo come una sola persona. Man mano che crescemmo gli equilibri all’interno del gruppo cambiarono considerato che per alcuni l’amicizia si trasformò in amore e fu allora che Emmett si mise insieme a Rosalie e lo stesso avvenne tra Jasper e Alice.

Dopo il diploma tutti e quattro decisero di andarsene da Phoenix e di trasferirsi a Jacksonville. Avevano tutti e quattro voglia di cambiare aria e di andare a vivere in un posto in cui potessero essere indipendenti al cento per cento. Ovviamente la loro idea la proposero anche a me, Edward e Jacob, ma nessuno di noi accettò, forse, perché tutti e tre eravamo troppo affezionati a Phoenix. Ormai sono due anni che i ragazzi sono partiti, ma ci vengono a trovare spessissimo e lo stesso facciamo noi, approfittando spesso per farci una vacanza e staccare la spina dalla nostra quotidianità.

Un anno e mezzo fa Rosalie e Emmett si sono sposati e sei mesi fa lo stesso hanno fatto Alice e Jasper. Il matrimonio era per tutti loro il coronamento del loro sogno d’amore e non hanno voluto aspettare oltre perché avevano la certezza che la persona che avevano al loro fianco era l’unica per loro.

Adesso il nostro numeroso gruppo si è ridotto a soli tre elementi, ma non ci siamo mai separati e io ho potuto contare sull’appoggio di Edward e Jacob sempre.

 

L’anno scorso entrambi hanno preso un appartamento e sono andati a vivere insieme perché stanchi di vivere sotto lo stesso tetto dei rispettivi genitori. Anch’io l’anno scorso sono andata a vivere da sola, all’inizio ammetto di aver provato la convivenza con i due, ma ben presto ho capito che era assolutamente impossibile vivere lì dentro con loro, vista la quantità sproporzionata di ragazze che entravano e uscivano da quella casa. Così ho deciso di cercare un appartamento tutto mio e andarmene da lì, ma tutti e due me l’hanno permesso di fare solo per metà, nel senso che mi hanno fatto acquistare un appartamento nel loro stesso condominio, un appartamento che si trova esattamente di fronte al loro, nello stesso pianerottolo. Edward e Jacob sono i due esatti opposti, rispettivamente il ghiaccio e il fuoco li definisco io. A volte mi stupisco come siano potuti diventare migliori amici vista la loro già apparente diversità.

 

Edward è quello che tutti definirebbero un playboy e diciamo che ha tutte le carte in regola per esserlo. E’ alto, muscoloso, con i capelli perennemente in disordine castano ramati, gli occhi azzurri e lo sguardo da bello e dannato.

Lui mi conosce alla perfezione, gli basta guardarmi negli occhi per capire se fingo oppure no. Il suo unico grande difetto è che è troppo “stronzo” con le ragazze. Il termine “amore” non esiste nel suo vocabolario, quel termine è stato sostituito dal “sesso” , una cosa di cui lui è maestro. La sua definizione di “sesso”? Semplice! Il sesso è un elemento sostanziale dell'essere umano poiché permette di appagare istinti e desideri tipici di tutti gli uomini. La sua filosofia di vita è: “Se posso avere tutte le ragazze che voglio quando voglio perché accontentarmi di una sola?” Il sesso è, per Edward, la base di tutto, ma sesso è anche uguale a niente coinvolgimenti sentimentali. Questo è l’unico motivo per cui spesso mi ritrovo a litigare con lui, considerato che non condivido questo suo stile di vita. Non si è mai innamorato di nessuno e non ha mai avuto una ragazza fissa per più di un’ora. Riesce ad ammaliare le ragazze solo con lo sguardo e il sorriso e tempo due secondi tutte gli cadono ai piedi, pur sapendo che con lui potranno avere solo una semplice “scopata”. Sembra una persona molto superficiale e insensibile, ma io che sono la sua migliore amica e che lo conosco da quando aveva quattro anni posso affermare che è una persona che sa essere di una profondità e di una sensibilità senza eguali.

 

Jacob, invece, è l’esatto opposto, sia fisicamente che caratterialmente. E’ alto, muscoloso, con i capelli castano scuri e due occhi color cioccolato fuso.

E’ una persona molto riflessiva e solare, una di quelle persone che ha sempre il sorriso stampato in faccia anche quando tutto sembra andare storto. Trasmette una gioia di vivere indescrivibile e ti riempie il cuore solo vederlo così giocoso e raggiante. A differenza di Edward, Jacob, crede nell’amore, in quel sentimento talmente profondo da sconvolgerti dentro. Alcuni anni fa si innamorò, dando a quella ragazza tutto se stesso, annullandosi completamente per lei. Si lasciarono perché lei lo tradì e lui soffrì molto, ma riuscì a riprendersi e a continuare a credere incondizionatamente nell’amore. Crede molto nel destino e afferma che tutti siamo destinati a qualcuno e che prima o poi il cammino di questo qualcuno si intralcerà con il nostro, dobbiamo solo tenere gli occhi aperti e attendere.

 

Cosa li accomuna? Semplice! Il bene che provano per me. Entrambi mi adorano e non fanno altro che proteggermi da tutto e tutti. Non esiste ragazzo che possa avvicinarsi a me senza che prima abbia avuto la loro approvazione. Ciò sapete cosa significa? Che mai nessun ragazzo si avvicinerà a me, perché a loro non piace mai nessuno e giustificano il loro comportamento dicendo che i ragazzi vogliono solo una cosa: “portarsi a letto una ragazza”, il resto non conta. Quando gli faccio notare che Jacob, ad esempio, è diverso, che lui in una ragazza cerca molto più di quello che può dargli un appagamento fisico mi sento rispondere che Jacob è l’eccezione che conferma la regola. Conclusione? Gli unici uomini della mia vita sono loro due e nonostante spesso ho sentito la mancanza di qualcuno al mio fianco, non avrei potuto desiderare di meglio, visto che avere loro due per me è il massimo.

 

Da un anno a questa parte, però, le cose sono cambiate, infatti, non sono più single. Vi domandate come sia possibile che quei due mi abbiamo permesso di iniziare una relazione? Semplice, perché il mio ragazzo è proprio uno di loro due. Ebbene si, circa un anno fa, Jacob si è presentato a casa mia con un mazzo di rose rosse in mano dicendomi che i sentimenti che provava per me erano cambiati e che la sua non era più un’amicizia nei miei confronti, ma un sentimento molto più forte chiamato amore. Lì per lì sono rimasta di stucco, non avevo mai considerato Jacob in quel senso e lui si mostrò disponibile a darmi tutto il tempo che mi serviva. Alla fine, dopo settimane mi sono accorta che in fondo io gli volevo molto bene, forse, più che bene e così ci siamo messi insieme. Nonostante adesso sto con lui non posso dire di essere innamorata al cento per cento, non posso dire di provare quello che vedo negli occhi di Alice quando guarda Jasper o quello che vedo negli occhi di Rosalie nei confronti di Emmett. Jacob è molto innamorato invece, ma io, beh io credo che quel tipo di amore come quello dei miei amici non va per me. Io non riuscirei ad amare mai in quel modo, perché credo che il massimo che posso dare lo sto già dando a Jacob. Mi starete considerando egoista forse, ma in fondo io non lo sto prendendo in giro. Lui sa che io gli voglio un bene dell’anima, sa che lo amo, ma sa anche che il mio sentimento non è nemmeno lontanamente paragonabile al suo.

 

Da circa un anno lavoro in un negozio di abbigliamento, uno dei più grandi di Phoenix e amo il mio lavoro, visto che Alice e Rosalie mi hanno insegnato o, forse, obbligato ad amare la moda. Un tempo non mi interessava questo aspetto della società eppure adesso conta molto per me, considerato che adesso prima di uscire di casa perdo un’ora davanti all’armadio prima di scegliere cosa mettermi.

 

Non c’è nulla di così complicato nella mia vita, anzi credo che sia tutto abbastanza tranquillo e stabile. Per questo, spesso, mi ritrovo a pensare che tutto ciò di cui avrei bisogno adesso è di un cambiamento, che, però, non so quando e se arriverà.

 

Mi alzai dal letto ed uscì dalla camera dirigendomi in bagno per farmi una bella doccia. Mi gettai sotto il flusso dell’acqua calda e cercai di distendere tutti i muscoli e di rilassarmi. Ci riuscì abbastanza bene e in poco tempo ero già fuori la doccia pronta ad asciugarmi i capelli. Una volta finito, mi diressi in cucina e mi preparai un bel caffè, l’ideale per tirarmi su. Quando fu pronto lo bevvi tutto d’un sorso e poi mi sedetti accendendomi una sigaretta. Ebbene si, purtroppo, avevo il vizio di fumare, un vizio che da quando avevo preso non ero più riuscita a togliere, nonostante spesso ci avevo provato. Finì di fumarmi la sigaretta e poi andai in camera a vestirmi. Aprì la mia cabina armadio che, a volte, mi sembrava fosse più grande di tutta la stanza e controllai cosa potevo mettermi. Infilai un maglioncino lungo senza maniche grigio con una cinta nera legata leggiarmente larga, un paio di scarpe modello ankle boots nere dal tacco vertiginoso e una sciarpa grigia attorno al collo con i pennacchi che scendevano. Presi l’orologio nero della Calvin Klein e me lo misi, poi ci abbinai un paio di orecchini neri pendenti, un bracciale rigido con le perline nere ai lati e un filo di brillantini al centro e un anello argentato con una grossa pietra nera. Andai in bagno, mi truccai e mi misi il profumo dopodichè tornai in stanza e dopo aver preso il giubbetto di pelle nero, visto che ancora a quest’ora della mattina c’era un po’ freschetto, e la borsa dello stesso colore, presi le chiavi di casa ed uscì pronta per iniziare una nuova giornata.

 

Controllai l’orario e mi resi conto di essere in anticipo di un bel po’ visto che oggi dovevo andare in negozio verso le dieci e così dopo aver chiuso la porta di casa suonai il campanello di casa Cullen-Blake e attesi. Come al solito ad aprirmi fu una ragazza per me sconosciuta con addosso una camicia di Edward e la cosa mi infastidì parecchio considerato che molto spesso la mattina ero molto suscettibile e questo genere di cose proprio non le tolleravo. Era impossibile il fatto che ogni mattina trovavo una ragazza sempre diversa ad aprirmi la porta.

 

A dire il vero potevo entrare con le miei chiavi, visto che i ragazzi me ne avevano dato una copia, ma di solito non le usavo, specialmente la mattina e specialmente da quando mi ero ritrovata ad aprire la porta di casa e a trovare Edward insieme ad una ragazza che facevano sesso sul tavolo della cucina. Dire che ero diventata bordeaux era una sciocchezza. Mamma mia, se ancora ci pensavo diventavo rossa.

 

Entrai dentro senza nemmeno degnarla di uno sguardo e dopo aver appoggiato la borsa e il giubbotto sul divano del salotto mi diressi in camera di Jacob trovandolo addormentato sul suo letto. Aprì le imposte con furia e lui iniziò a mugugnare qualcosa infastidito dalla luce.

- Dormiglione svegliati – gli dissi avvicinandomi al suo orecchio.

- Amore è ancora l’alba, lasciami dormire ancora un po’ – mi rispose senza nemmeno aprire gli occhi.

- L’alba? Sono già le otto e mezzo – gli dissi.

- Ancora dieci minuti, ti prego – continuò lui.

- Jacob Blake, ti do solo tre secondi per alzarti, se al termine di questi non sei già in piedi ti giuro che ti butto un secchio di acqua gelida addosso – gli dissi.

Non appena finì di parlare lui aprì gli occhi di botto e si alzò in una frazione di secondo. Il motivo di tale comportamento non mi stupì considerato che qualche giorno prima visto che il signorino non si alzava avevo preso un secchio, l’avevo riempito di acqua e ghiaccio e poi gliel’avevo lanciata addosso. Ovviamente non voleva più ripetere l’accaduto.

- Sei una ricattatrice. Avevo bisogno di dormire visto che stanotte ho preso sonno tardissimo considerato che il tuo caro amico si è divertito da morire con la sua amichetta – mi disse una volta in piedi.

- Peggio per te. Sapevi come è fatto quando hai deciso di venirci a vivere insieme – gli dissi dirigendomi in cucina.

- E pazienza, prima o poi quel “coso” glielo metto fuori funzione – mi disse ridendo come un pazzo e contagiando pure me mentre mi seguì verso la cucina.

- Comunque signorinella non credi di esserti dimenticata qualcosa? – mi disse lui avvicinandosi a me e cingendomi le braccia da dietro.

Mi voltai e gli diedi un bacio a fior di labbra, ma che lui decise di approfondire e io non feci nulla per ritrarmi. In fondo era il mio ragazzo e poi un po’ di coccole di prima mattina erano necessarie.

- Latte o caffè, che preferisci? – gli chiesi dopo essermi staccata.

- Caffè – mi disse.

- Uno anche per me – urlò Edward dalla stanza che di sicuro doveva averci sentito.

Evitai di rispondergli altrimenti rischiavo di mandarlo a quel paese e inizia a preparare la caffettiera.

- Scusami, ma adesso ho di meglio da fare. Prendi le tue cose e vai via – disse Edward talmente forte da farsi sentire fino la cucina.

Era normale trattare una ragazza in questo modo? Quando faceva così lo odiavo.

- Come vuoi, magari ci rivediamo, che dici? – gli chiese lei.

- Impossibile. Non ripeto mai due volte la stessa esperienza. Poi diventa noioso e a me non piace più. Quindi addio – le rispose mentre compariva in cucina scalzo e con addosso solo un paio di pantaloni da tuta che lui usava come pigiama.

La ragazza era dietro le sue spalle e una volta che ci vide il suo sguardo cambiò mostrando un’espressione mortificata.

- Ah, dimenticavo, visto che stai uscendo ti dispiacerebbe buttare la spazzatura? Sai ieri non ne ho avuto il tempo – continuò Edward sorridendo da stronzo mentre Jacob se la rideva di gusto.

- Vaffanculo – gli disse lei uscendo come un razzo dalla porta mentre Edward si sedette nel tavolo di fronte a Jacob e iniziò a ridere.

- Sei uno stronzo – gli dissi dandogli un sberla dietro il collo.

- Ahi, ma cosa ho fatto? – mi disse lui facendo il finto innocente.

- Porco giuda Edward, non si trattano così le ragazze. E che cavolo, quante volte te lo devo dire? E poi almeno abbi la decenza di non comportarti così davanti a me – gli dissi arrabbiata.

- Ok scusa scricciolo, prometto che non lo farò più – mi disse mentre Jacob ancora se la rideva.

- E tu non ridere, non ti ci mettere pure tu – gli dissi rivolgendomi a Jake.

- Scusa – disse lui mentre ancora rideva sotto i baffi.

- Perdonato? – mi chiese Edward mentre io gli mettevo il caffè nelle tazzine.

- No, perché sai benissimo che la tua promessa è una promessa di giuda – gli dissi.

- Sei sicura che non mi perdoni? – mi chiese dopo aver bevuto tutto d’un sorso il caffè ed essersi alzato dalla sedia avvicinandosi a me.

Il suo sguardo voleva dire solo una cosa: solletico.

- No, no, ho cambiato idea. Ti perdono – gli dissi, ma ancora prima di finire di parlare lui mi aveva già preso per i fianchi e trascinato sul divano dove iniziò a farmi il solletico come solo lui era capace di fare.

- Jake aiutami – provai a dire tra le risate.

- Mi spiace Bella, ma stavolta darò una mano ad Edward, è più divertente – mi disse buttandosi anche lui su di me e iniziando a farmi il solletico.

Continuarono a farlo per un bel po’ dandomi solo qualche attimo di tregua per farmi respirare e poi iniziavano di nuovo, alla fine smisero grazie al suono del cellulare di Jacob. Chiunque era gliene ero grata. Mi alzai e dopo essermi ricomposta presi le tazzine del caffè e le appoggiai dentro il lavandino.

- Lavori oggi? – mi chiese Edward.

- Si certo, attacco fra un’ora – gli dissi guardando l’orologio.

- Ti accompagno io perché devo comprarmi la felpa che ho visto l’altro giorno – mi disse prima di scomparire dalla cucina e dirigersi nella sua stanza per andarsi a sistemare.

Mi misi a guardare la tv e dopo un po’ di tempo Jacob mi raggiunse in salotto. Indossava un paio di jeans sbiaditi, una maglietta maniche corte nera con delle scritte e dei disegni grigio fumo, un paio di converse nere e un paio di occhiali da sole Carrera.

- Già pronto? – gli chiesi dopo aver ricevuto un suo bacio.

- Mica mi chiamo Edward – mi rispose.

- Perché cosa vorresti dire? – chiese Edward entrando in salotto.

- Che ci metti una vita a prepararti. Tu e Alice si vede proprio che siete fratello e sorella – gli rispose Jacob mentre io scoppiai a ridere.

Lo osservai e notai che indossava una paio di jeans chiari, una maglietta maniche corte bianca profilato nel collo grigia, un paio di nike shox bianche e argentate, l’orologio che gli avevo regalato qualche giorno prima in onore del suo compleanno e un paio di occhiali da sole della Ray Ban.

- Scricciolo perché non mi difendi tu? – mi chiese sorridendomi sghembo.

- Perché Jake ha ragione. Andiamo va, prima che mi fai fare tardi a lavoro – gli dissi spegnendo la tv.

- Ti da un passaggio lui? – mi chiese Jacob.

 

Di una sola cosa gli ero grata, che era geloso nel mondo intero e non di Edward, perché se così non fosse stato sarebbe stata la fine. Per fortuna da quando mi ero messa con lui il mio rapporto con Edward non ne aveva subito, era rimasto intatto, perché Jake sapeva quanto io tenessi a lui e sapeva che eravamo come fratello e sorella, quindi la sua gelosia sarebbe stata inutile.

- Si, devo comprare un felpa – gli rispose Edward al mio posto.

- Ok, meglio. Altrimenti mi sa che oggi avrei fatto tardi per andare a lavoro – disse lui dandomi un bacio a fior di labbra e dirigendosi verso l’uscita seguito a ruota da me ed Edward.

 

Uscimmo di casa e una volta sotto Jacob prese la sua macchina, un Audi TTS rossa, e partì per andare a lavoro, mentre io e Edward, invece, salimmo sulla sua Jaguar XJ220 grigio metallizzata e ci dirigemmo verso il negozio dove lavoravo.

Entrambi erano due accaniti di auto sportive e questa era un’altra cosa che avevano in comune, anche se comunque il più patito restava Edward considerato anche il tipo di lavoro che faceva. Era un pilota di Formula Uno ed erano uno dei migliori sulla piazza, in testa alle classiche da quando due anni fa era entrato nel circuito professionisti.

- Allora scricciolo ti va un cornetto caldo? – mi disse Edward sorridendomi sghembo.

- Quale parte della frase “sono in ritardo” non ti è chiara? – gli chiesi.

- Mamma mia Bella, vivi un po’. Prendi tutto troppo sul serio – mi disse lui.

- Mentre tu non prendi niente sul serio – gli dissi guardando le macchine scorrere nel traffico della città.

- Almeno mi diverto. Comunque vorrà dire che il cornetto te lo compro e te lo porto a lavoro – mi disse notando che mi ero arrabbiata un po’.

- L’idea mi sembra fantastica – gli dissi schioccandogli un bacio sulla guancia.

- Datti una calmata. Lo so che mi vuoi saltare addosso, ma non mi sembra il posto più appropriato – mi disse ridendo.

- Sei sempre il solito – gli risposi mentre lui posteggiava la macchina davanti al negozio.

Scesi e lui fece lo stesso. Entrammo e lui subito si provò la felpa e la portò alla cassa. Dopo aver pagato uscì e poco dopo tornò con il cornetto che mi aveva promesso. Restò un po’ con me a chiacchierare visto che in negozio non c’era nessuno e poi quando iniziarono ad entrare i primi clienti se ne andò.

 

Passai l’intera giornata tra un cliente e l’altra e a fine serata ero davvero sfinita. Jacob mi passò a prendere all’orario di chiusura e insieme andammo a casa mia, non prima però di aver preso due pizze da mangiare insieme.

Arrivati a casa mangiammo e poi ci sdraiammo sul divano a coccolarci mentre guardavamo un film alla tv.

- Amore non credi che sia l’ora di dire la verità a Edward? – mi chiese tra un bacio e l’altro.

- Glielo diremo. Fammi solo abituare all’idea – gli risposi io.

- Conosci i ragazzi, soprattutto Alice e Rosalie e non saranno contente di sapere la notizia dopo mesi che l’abbiamo decisa. Se non ti decidi a parlare con Edward chissà loro quando lo sapranno – mi disse.

- Abbiamo deciso da appena una settimana, c’è tempo – gli risposi.

- Mi spieghi perché non vuoi dirglielo? – mi chiese leggiarmente arrabbiato smettendo di baciarmi e scansandosi da me.

- Perché è una bella novità. Sconvolgerà tutti i nostri equilibri – gli feci notare.

- Io davvero non ti capisco. Prima o poi dovremo farlo comunque – mi disse con aria dispiaciuta.

- Hai ragione. Domani glielo diremo, non ha senso rimandare – gli promisi.

 

Non mi disse nulla, si buttò letteralmente su di me e riprese a baciarmi. Una cosa era certa, quella sera non sarebbe tornato a casa sua e la cosa non mi dispiaceva per niente. In tutta quella situazione c’era solo una cosa che mi preoccupava. Come avrei fatto a dire a Edward che io e Jacob avevamo deciso di sposarci?

 

I vestiti di Bella:

http://img121.imageshack.us/i/vestitibella.png/][IMG]http://img121.imageshack.us/img121/5679/vestitibella.th.png

 

I vestiti di Jacob:

http://img96.imageshack.us/i/vestitijacob.png/][IMG]http://img96.imageshack.us/img96/7178/vestitijacob.th.png

 

I vestiti di Edward:

http://img136.imageshack.us/i/vestitiedward.png/][IMG]http://img136.imageshack.us/img136/6757/vestitiedward.th.png

 

La macchina di Jacob (Audi TTS):

http://img21.imageshack.us/i/audittsdavanti.jpg/][IMG]http://img21.imageshack.us/img21/1200/audittsdavanti.th.jpg

 

http://img513.imageshack.us/i/audittsdietro.jpg/][IMG]http://img513.imageshack.us/img513/7325/audittsdietro.th.jpg

 

La macchina di Edward (Jaguar XJ220):

http://img121.imageshack.us/i/jaguarxj220davanti.jpg/][IMG]http://img121.imageshack.us/img121/9469/jaguarxj220davanti.th.jpg

 

http://img21.imageshack.us/i/jaguarxj220dietro.jpg/][IMG]http://img21.imageshack.us/img21/7896/jaguarxj220dietro.th.jpg

 

 

 

 

Risposte alle vostre recensioni:

 

- TanyaCullen: Beh tesoro quello che dovevo dirti te l’ho detto su msn. Dire che sono felicissima di averti conosciuto è abbastanza riduttivo. Mi sono trovata subito in sintonia con te e mi viene facile parlare ed aprirmi. Grazie per i tuoi complimenti, mi fanno davvero piacere. Sono contenta che la storia ti piace e si, hai ragione, la Bella che ho descritto mi assomiglia parecchio, soprattutto quella di questa storia. Lei come me non crede nell’amore vero, quello che ti completa, crede solo che possa esistere per alcune persone e si limita a prendere ciò che di buono la vita gli riserve, in questo caso Jacob. Certo questa Bella crescerà e vedrà le cose cambiare, non so se a me succederà mai, ma in attesa meglio fare qualcosa. Soprattutto la prima parte, quella prima della presentazione di Bella, è una sorta di mio sfogo, di ciò che penso io in generale. Mi rappresenta in pieno e in questa storia rappresenta in pieno Bella. Ti voglio davvero bene e ti adoro.

 

- mcgi86: Sono felice di sapere che anche questa storia ti piace. Mi auguro che continuerà a piacerti anche in futuro.

 

- eliza1755: Si, ho deciso di continuarla, sperando che ai lettori piaccia. Sono contenta che tu l’abbia trovata interessante e mi auguro che continuerai a leggerla.

 

 

Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.

 

 

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