Cap.
1
Pioveva.
Pioveva già ed era solo il primo di Settembre.
‘Che
brutta giornata’ pensò Lily Luna Potter, mentre il
treno incominciava
ad allontanarsi dalla stazione e i volti dei suoi familiari uscivano
dal suo
campo visivo.
«Lily?
Lily? Ehi, vieni a cercare uno scompartimento o vuoi restare
qui tutto il viaggio?»
«Uhn?»
Lily voltò il capo verso quella voce, la voce di sua cugina.
Sbatté le palpebre, come stordita, ma riacquistò
in fretta il suo contegno.
«Certo!
Andiamo, sì».
Mentre
Rose Weasley blaterava su qualcosa che, sospettava Lily,
neanche lei capiva, passando con lo sguardo tutti gli scompartimenti in
cerca
di uno libero, Lily meditava su tutte le strane cose che erano successe
durante
la sua ancora breve vita.
Lily
frequentava il quarto anno, ad Hogwarts. Era nella casa di
Grifondoro, come suo fratello James e Hugo, il fratellino di Rose.
Quest’ultima, però, era la prima delle stranezze
della vita. Era, infatti, una
brillante Corvonero del sesto anno. Inutile dire che, quando il gufo
aveva
spedito una lettera dalla scrittura tremolante e le parole confuse, ma
in cui
veniva chiaramente spiegato che Rose era una Corvonero,
Lily, piccola
bambina di nove anni, era rimasta di sasso.
La
seconda sorpresa era stato Albus, coetaneo di Rose, fratello di
Lily e fiero Serpeverde. Lily ridacchiò sottovoce mentre le
tornava in mente lo
sguardo fisso e poco presente con cui suo padre aveva concluso di
leggere la
lettera di suo figlio, dopo quella notizia.
«Ecco,
guarda, questo è libero» Lily sbatté un
paio di volte le
palpebre per tornare al presente, quindi si infilò svelta
dentro allo
scompartimento vuoto. Si sedette accanto al finestrino, come durante
tutti i
viaggi, visto il suo piccolo malessere verso qualsiasi forma di
trasporto.
Rose, come al solito, le si accomodò di fronte. Incrociate
le braccia al petto,
Lily rimase in silenzio.
Rose
non era mai stata una persona di molte parole, constatò Lily
donandole un’occhiata complessiva attraverso la ciocca
rossiccia di capelli che
le copriva il viso. Di solito era sempre lei, quella che parlava. Rose
stava
sempre lì, con l’aria della brava ragazza,
intelligente e tranquilla, ad
ascoltarla mentre blaterava su cose che molto probabilmente non le
interessavano.
‘E
oggi si sono invertiti i ruoli’ pensò la ragazza,
quasi con un
sorrisino. In effetti, era tutta la mattina, e anche tutto il giorno
prima, che
Rose blaterava di cose senza senso, mentre era tutta la mattina -e il
giorno
prima- che Lily non spiccicava una parola. Il motivo di Lily era
più o meno
noto alla famiglia: era iniziata la scuola e, come tutti gli anni,
avrebbe
lasciato i genitori a casa e avrebbe trascorso un anno intero lontano
da loro.
Era da quando aveva compiuto undici anni che Lily metteva il muso prima
della
partenza. Non che non le piacesse Hogwarts!, l’adorava, era
la cosa migliore
che potesse capitarle, ma era affezionata ai suoi genitori in una
maniera
impressionante. Nemmeno Albus, che era il cocco di papà, o
Hugo, che era attaccato
alle gonne di sua madre come fossero la sua vita, facevano tante storie
quando
salivano sul treno scarlatto. Ma Lily era fatta così, bella
ed imprevedibile.
Rose,
però, era un’altra storia. Era una persona sempre
chiusa in
se stessa, un po’ come la madre, immersa fino al collo nei
libri e innamorata
del silenzio. E per Lily era anche un libro aperto.
‘Deve
essere successo qualcosa di estremamente imbarazzante’
considerò Lily aggrottando le sopracciglia. Rose non parlava
mai senza
ragionare, e se lo faceva lo faceva per non far capire agli altri che
era
successo qualcosa, provocando la maggior parte delle volte
l’effetto contrario.
In
quel momento, mentre aspettavano Albus -che era misteriosamente
sparito con un’amica Corvonero di Rose-, Hugo -sparito
misteriosamente come il
cugino, solo in compagnia dei suoi due pestiferi amici- e Scorpius
-...dov’era
finito Scorpius?-, Lily considerò saggio trovare una
spiegazione a quel modo
strano di comportarsi della cugina.
«Cos’è
successo?» disse, senza mezzi termini. Rose sembrò
irrigidirsi sul comodo sedile grigio. Lily sorrise. C’erano
poche qualità di
cui la ragazzina andava fiera, ed una di queste era certo la sua
capacità di
porre domande senza arrovellarsi troppo sulla reazione degli altri. Lei
parlava, gli altri rispondevano.
«In...
in che senso cos’è successo? Non... non
è successo n...
nulla».
Lily
guardò la cugina con una perfetta faccia da
“non-sono-nata-ieri” e Rose sospirò. A
quella mossa, che per Lily equivaleva ad
una resa e ad una prossima lunga chiacchierata, la peste (non meglio
identificata come Lily Potter) si accomodò per bene sul
sedile e puntò i suoi
occhioni dorati sulla cugina che, in imbarazzo, si torturava le mani
con talmente
tanta potenza che le avrebbe presto ridotte in poltiglia se qualcuno
non
l’avesse bloccata. Lily decise che quel qualcuno doveva
essere per forza lei,
dato che erano sole nello scompartimento.
«Rose,
smettila di torturare così le tue povere mani. Non vedi come
gemono e invocato aiuto?»
Rose
si bloccò all’istante, considerando saggia la
constatazione
della cugina.
«Avanti»
la esortò Lily, un luccichio sinistro negli occhi.
«Cos’è
successo?»
Lily
sentì chiaramente, nel silenzio assoluto della cabina, il
respiro della cugina fermarsi a metà tragitto.
‘Ma
cosa può essere successo di così
grave?’ pensò, a metà tra la
curiosità
e la preoccupazione.
Finalmente,
dopo attimi di silenzio in cui la preoccupazione di
Lily superava la curiosità, Rose sospirò, e Lily
capì che avrebbe finalmente incominciato
a parlare.
«Ecco... sai,
ehm...» il
rumore della porta dello scompartimento che sbatteva fece bloccare
Rose. Lily
sbuffò in direzione di Albus che, sorridente, si stava
chiudendo la porta alle
spalle. Prese posto accanto alla cugina.
«Ciao
ragazze, che fate di bello?»
Lily
sbuffò ancora. Andando avanti così, avrebbero
potuto
scambiarla per una locomotiva.
«N-niente...»
rispose invece Rose, il viso dello stesso colore dei
capelli. Lily inarcò un elegante sopracciglio. Sbagliava, o
appena entrato Al
era diventata ancor più rossa di prima? Forse era solo una
sua impressione...
«Bene.
Allora, Rose, dovremmo andare nello scompartimento dei Prefetti
per sentire le novità di quest’anno... Vieni con
me?»
Lily
vide il viso a cuore della cugina esplorare nuove e curiose
tonalità di rosso. E allora incominciò a capire
qualcosa del silenzio di Rose.
Quando
la cugina annuì, Lily appoggiò il capo al
finestrino freddo
come il ghiaccio. La pioggia continuava, persistente, ma ora Lily
Potter
sperava in una giornata molto più interessante. Mentre Albus
apriva di nuovo la
porta dello scompartimento, Rose si chinò sulla cugina, i
riccioli rossi a
sfiorare il viso sottile di Lily, gli occhi di Rose pieni si imbarazzo.
«Ho baciato
Albus», quindi
si affrettò ad uscire dallo scompartimento.
L’attimo dopo, sedevano di fronte a
Lily Hugo e i suoi due amici scansafatiche, Martin e Joel Plynn. Hugo,
notando
la faccia sorpresa della cugina, le chiese se c’era qualcosa
che non andava. Ma
Lily scosse piano il capo, lo sguardo perso nel vuoto, un sorrisetto
perfido
sul viso.
‘Sì,
sarà davvero una giornata interessante’.
Eccomi
qui, con un terribile ritardo che farò fatica a farmi
perdonare. Ma alla fine ci sono, no? Bene, allora:
Prima
di tutto ringrazio la gentilissima frency70,
che
ha
recensito il mio piccolo prologo. E non ti preoccupare, non sei
un’idiota, sono
io che, accorgendomi dell’errore (davvero stupido) che avevo
commesso nel
titolo della storia, l’ho cambiato, e ho scritto
“secret”. Mi dispiace per non
aver aggiornato in un limite di tempo decente, ma, come ho spiegato nel
Prologo, Madama ispirazione mi gioca sempre dei bruttissimi scherzi.
Spero che
questo capitolo ti possa piacere almeno un po’, anche se a me
non convince...
Bene,
ecco. Ora.... vi va di recensire? Solo una piccola piccola
recensione? Daaaaai, non vi costa nulla! *fa gli occhioni da gatto si
Sherek*.
Bene,
smetto di sclerare. Vi aspetto al prossimo capitolo ^_^
Bacioni,
_ki_