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Autore: _ki_    16/01/2010    2 recensioni
Una persona si cela nel buio dei vicoli stretti di Londra. Una persona che molti di voi hanno odiato, sognato di uccidere con le proprie mani, ma che alla fine si è rivelata una delle migliori. Una persona che, al contrario di come si crede, è viva... Cosa succederà, quando la nuova generazione dei nostri protagonisti andrà a scuola e questa persona tornerà a galla? Che altri misteri verranno svelati? "Aveva i capelli grigi dalla vecchiaia, con qualche bagliore dorato; il naso dritto, perfetto, le labbra sottili; il viso pallido, smunto, con rughe profonde a segnargli i lineamenti fini. Gli occhi profondi e neri come una notte senza stelle. Aveva qualcosa di famigliare, ma Lily non sapeva dire cosa".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1

 

Pioveva. Pioveva già ed era solo il primo di Settembre.

‘Che brutta giornata’ pensò Lily Luna Potter, mentre il treno incominciava ad allontanarsi dalla stazione e i volti dei suoi familiari uscivano dal suo campo visivo.

«Lily? Lily? Ehi, vieni a cercare uno scompartimento o vuoi restare qui tutto il viaggio?»

«Uhn?» Lily voltò il capo verso quella voce, la voce di sua cugina. Sbatté le palpebre, come stordita, ma riacquistò in fretta il suo contegno.

«Certo! Andiamo, sì».

Mentre Rose Weasley blaterava su qualcosa che, sospettava Lily, neanche lei capiva, passando con lo sguardo tutti gli scompartimenti in cerca di uno libero, Lily meditava su tutte le strane cose che erano successe durante la sua ancora breve vita.

Lily frequentava il quarto anno, ad Hogwarts. Era nella casa di Grifondoro, come suo fratello James e Hugo, il fratellino di Rose. Quest’ultima, però, era la prima delle stranezze della vita. Era, infatti, una brillante Corvonero del sesto anno. Inutile dire che, quando il gufo aveva spedito una lettera dalla scrittura tremolante e le parole confuse, ma in cui veniva chiaramente spiegato che Rose era una Corvonero, Lily, piccola bambina di nove anni, era rimasta di sasso.

La seconda sorpresa era stato Albus, coetaneo di Rose, fratello di Lily e fiero Serpeverde. Lily ridacchiò sottovoce mentre le tornava in mente lo sguardo fisso e poco presente con cui suo padre aveva concluso di leggere la lettera di suo figlio, dopo quella notizia.

«Ecco, guarda, questo è libero» Lily sbatté un paio di volte le palpebre per tornare al presente, quindi si infilò svelta dentro allo scompartimento vuoto. Si sedette accanto al finestrino, come durante tutti i viaggi, visto il suo piccolo malessere verso qualsiasi forma di trasporto. Rose, come al solito, le si accomodò di fronte. Incrociate le braccia al petto, Lily rimase in silenzio.

Rose non era mai stata una persona di molte parole, constatò Lily donandole un’occhiata complessiva attraverso la ciocca rossiccia di capelli che le copriva il viso. Di solito era sempre lei, quella che parlava. Rose stava sempre lì, con l’aria della brava ragazza, intelligente e tranquilla, ad ascoltarla mentre blaterava su cose che molto probabilmente non le interessavano.

‘E oggi si sono invertiti i ruoli’ pensò la ragazza, quasi con un sorrisino. In effetti, era tutta la mattina, e anche tutto il giorno prima, che Rose blaterava di cose senza senso, mentre era tutta la mattina -e il giorno prima- che Lily non spiccicava una parola. Il motivo di Lily era più o meno noto alla famiglia: era iniziata la scuola e, come tutti gli anni, avrebbe lasciato i genitori a casa e avrebbe trascorso un anno intero lontano da loro. Era da quando aveva compiuto undici anni che Lily metteva il muso prima della partenza. Non che non le piacesse Hogwarts!, l’adorava, era la cosa migliore che potesse capitarle, ma era affezionata ai suoi genitori in una maniera impressionante. Nemmeno Albus, che era il cocco di papà, o Hugo, che era attaccato alle gonne di sua madre come fossero la sua vita, facevano tante storie quando salivano sul treno scarlatto. Ma Lily era fatta così, bella ed imprevedibile.

Rose, però, era un’altra storia. Era una persona sempre chiusa in se stessa, un po’ come la madre, immersa fino al collo nei libri e innamorata del silenzio. E per Lily era anche un libro aperto.

‘Deve essere successo qualcosa di estremamente imbarazzante’ considerò Lily aggrottando le sopracciglia. Rose non parlava mai senza ragionare, e se lo faceva lo faceva per non far capire agli altri che era successo qualcosa, provocando la maggior parte delle volte l’effetto contrario.

In quel momento, mentre aspettavano Albus -che era misteriosamente sparito con un’amica Corvonero di Rose-, Hugo -sparito misteriosamente come il cugino, solo in compagnia dei suoi due pestiferi amici- e Scorpius -...dov’era finito Scorpius?-, Lily considerò saggio trovare una spiegazione a quel modo strano di comportarsi della cugina.

«Cos’è successo?» disse, senza mezzi termini. Rose sembrò irrigidirsi sul comodo sedile grigio. Lily sorrise. C’erano poche qualità di cui la ragazzina andava fiera, ed una di queste era certo la sua capacità di porre domande senza arrovellarsi troppo sulla reazione degli altri. Lei parlava, gli altri rispondevano.

«In... in che senso cos’è successo? Non... non è successo n... nulla».

Lily guardò la cugina con una perfetta faccia da “non-sono-nata-ieri” e Rose sospirò. A quella mossa, che per Lily equivaleva ad una resa e ad una prossima lunga chiacchierata, la peste (non meglio identificata come Lily Potter) si accomodò per bene sul sedile e puntò i suoi occhioni dorati sulla cugina che, in imbarazzo, si torturava le mani con talmente tanta potenza che le avrebbe presto ridotte in poltiglia se qualcuno non l’avesse bloccata. Lily decise che quel qualcuno doveva essere per forza lei, dato che erano sole nello scompartimento.

«Rose, smettila di torturare così le tue povere mani. Non vedi come gemono e invocato aiuto?»

Rose si bloccò all’istante, considerando saggia la constatazione della cugina.

«Avanti» la esortò Lily, un luccichio sinistro negli occhi. «Cos’è successo?»

Lily sentì chiaramente, nel silenzio assoluto della cabina, il respiro della cugina fermarsi a metà tragitto.

‘Ma cosa può essere successo di così grave?’ pensò, a metà tra la curiosità e la preoccupazione.

Finalmente, dopo attimi di silenzio in cui la preoccupazione di Lily superava la curiosità, Rose sospirò, e Lily capì che avrebbe finalmente incominciato a parlare.

 «Ecco... sai, ehm...» il rumore della porta dello scompartimento che sbatteva fece bloccare Rose. Lily sbuffò in direzione di Albus che, sorridente, si stava chiudendo la porta alle spalle. Prese posto accanto alla cugina.

«Ciao ragazze, che fate di bello?»

Lily sbuffò ancora. Andando avanti così, avrebbero potuto scambiarla per una locomotiva.

«N-niente...» rispose invece Rose, il viso dello stesso colore dei capelli. Lily inarcò un elegante sopracciglio. Sbagliava, o appena entrato Al era diventata ancor più rossa di prima? Forse era solo una sua impressione...

«Bene. Allora, Rose, dovremmo andare nello scompartimento dei Prefetti per sentire le novità di quest’anno... Vieni con me?»

Lily vide il viso a cuore della cugina esplorare nuove e curiose tonalità di rosso. E allora incominciò a capire qualcosa del silenzio di Rose.

Quando la cugina annuì, Lily appoggiò il capo al finestrino freddo come il ghiaccio. La pioggia continuava, persistente, ma ora Lily Potter sperava in una giornata molto più interessante. Mentre Albus apriva di nuovo la porta dello scompartimento, Rose si chinò sulla cugina, i riccioli rossi a sfiorare il viso sottile di Lily, gli occhi di Rose pieni si imbarazzo.

 «Ho baciato Albus», quindi si affrettò ad uscire dallo scompartimento. L’attimo dopo, sedevano di fronte a Lily Hugo e i suoi due amici scansafatiche, Martin e Joel Plynn. Hugo, notando la faccia sorpresa della cugina, le chiese se c’era qualcosa che non andava. Ma Lily scosse piano il capo, lo sguardo perso nel vuoto, un sorrisetto perfido sul viso.

‘Sì, sarà davvero una giornata interessante’.

 

 

Eccomi qui, con un terribile ritardo che farò fatica a farmi perdonare. Ma alla fine ci sono, no? Bene, allora:

Prima di tutto ringrazio la gentilissima frency70, che ha recensito il mio piccolo prologo. E non ti preoccupare, non sei un’idiota, sono io che, accorgendomi dell’errore (davvero stupido) che avevo commesso nel titolo della storia, l’ho cambiato, e ho scritto “secret”. Mi dispiace per non aver aggiornato in un limite di tempo decente, ma, come ho spiegato nel Prologo, Madama ispirazione mi gioca sempre dei bruttissimi scherzi. Spero che questo capitolo ti possa piacere almeno un po’, anche se a me non convince...

 

Bene, ecco. Ora.... vi va di recensire? Solo una piccola piccola recensione? Daaaaai, non vi costa nulla! *fa gli occhioni da gatto si Sherek*.

Bene, smetto di sclerare. Vi aspetto al prossimo capitolo ^_^

 

Bacioni, _ki_

   
 
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