Promise
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Chapter 4° -
-Sparita? Cosa vuol
dire sparita?-, mi chiese Lucas,
avvicinandosi.
-Sparita! Cosa vuoi
che significhi? Ieri sera, dopo essere uscita,
non è più tornata! Oh, Lucas, sono talmente in
pensiero... dove può essere?-,
piagnucolai, inginocchiandomi sul pavimento.
Lucas mi prese la
mano.
-Crystal, le persone
non spariscono così! Sicura che sia veramente
sparita? Secondo me, conoscendola,
è
andata a bere da qualche parte e, ormai al limite, sarà
andata da qualche
amica. Tornerà presto, vedrai!-.
Scossi la testa,
decisa.
-No, Lucas, no! Tu
non capisci... lei... lei... devo trovarlo-,
cominciai a vaneggiare, ricordandomi di non aver mai parlato di Damon a
Lucas.
-Devi trovare, chi?-,
mi chiese.
-Damon! Ieri sera
doveva uscire con Caroline! Sicuramente, lui è
l’ultimo che l’ha vista! Ci devo parlare! Ma... ma
come faccio a trovare il suo
indirizzo? Forse Caroline l’aveva scritto da qualche parte...
dovrei andare a
casa sua...-, continuai, alzandomi.
Ero ancora troppo
scossa per ragionare con calma.
-Crystal, Crystal,
fermati! Chi è Damon?-.
-Uno che si
è appena trasferito!-, risposi, frettolosa, cercando
le scarpe.
-Crystal, accidenti,
cerca di calmarti! Non puoi presentarti così
a casa Ross! Dimmi per bene chi è questo Damon, prima!-.
-Non lo so nemmeno
io, capito?-, risposi, furiosa.
-Non lo so! So solo
che è pericoloso! Caroline non doveva uscire
con lui! Avrei dovuto impedirglielo! Lo sapevo, lo sapevo!-.
-Lo sapevi?-, Lucas
sospirò e mi strinse i polsi, costringendomi a
fermarmi.
-Ahi... Lucas, che
vuoi? Lasciami stare... io... devo trovarlo...
ti prego, Lucas, lasciami andare!-, lo supplicai.
Lui mi
lasciò liberò un polso, stringendomi a
sé.
-Devi calmarti,
Crystal, altrimenti non ti lascio andare da
nessuna parte. E voglio saperne di più su questo Damon-.
-Te l’ho
detto, nemmeno io so niente. Ci ho parlato solo una
volta, ma... credimi, ho delle sensazioni terribili quando mi trovo con
lui...
persino se lo penso! Mi fa paura. E
non so perché! Credevo di essere solo paranoica... ma ora
che Caroline è
sparita...-, cominciai a singhiozzare, affondando il volto nel suo
petto.
-Tranquilla, Cry, se
dici che è pericoloso ti credo!-, disse,
stringendomi a sé con un braccio e stringendomi la mano con
la sua, libera.
-Devo... devo
avvertire Cassidy-, mugugnai.
-Credo che lo sappia
già! La signora Ross avrà già chiamato
anche
lei-.
Annuii con il capo e,
dopo qualche istante, mi asciugai le
lacrime.
-La devo sentire-.
-Certo! Aspetta, ti
faccio il numero-.
Ma, prima che Lucas
potesse avvicinarsi al telefono, quello
squillò.
Pregai,
affinché fosse Caroline.
-Pro... pronto?-,
risposi incerta.
Lucas era accanto a
me.
-Crystal?
Sono io-, rispose una voce
femminile.
Abbassai lo sguardo.
-Cassy, ehi... hai
saputo di...-.
Non riuscivo nemmeno
a dirlo.
-Si,
sua
madre ha telefonato a casa mia. Ecco perché sono dovuta
rientrare. I miei
genitori volevano sapere qualcosa. Se avevo visto Caroline, se si
comportava in
maniera strana... cose così!-.
-Mio Dio, dove
può essere? Cosa le sarà capitato?-, singhiozzai.
-Crystal,
non riesco a sentirti bene! Aspettami, vengo a casa tua-.
-Va bene, ti aspetto-.
Riagganciai il
telefono e mi andai a sedere sul letto.
Le paure su Damon
Black erano dunque fondate? Era davvero
pericoloso? Come avrei fatto a scoprire la verità?
Lucas si
inginocchiò di fronte a me. Il suo sguardo era deciso.
-La troveremo,
Crystal! Te lo prometto, la troveremo!-.
-Come? Non sappiamo
nemmeno da dove cominciare!-, risposi
afflitta.
Ora che la
lucidità stava tornando, mi rendevo conto di non sapere
nemmeno dove vivesse Damon.
-Crystal, da quando
ti arrendi così facilmente? Adesso ne parliamo
anche con Cassidy. Sarà di certo in pena quanto te-.
Mi sforzai di tirare
fuori un sorriso tirato.
Non volevo che Lucas
si preoccupasse anche per me.
-Ehi, ti spiace se
vado a bere qualcosa? Sto morendo di sete-,
esclamò improvvisamente.
-Figurati! Sai
dov’è la cucina-.
-Torno subito-.
Mi sdraiai e
sospirai, commettendo l’errore di chiudere gli occhi.
Che
strano
luogo, quello.
Il
vento
soffiava gelido e prepotente, attillandomi addosso il vestito.
Eppure,
io
non sentivo freddo. Non sentivo proprio niente, in realtà.
Riuscivo
a
percepire solo la furia degli elementi. Ma, con mia grandissima
sorpresa, non
volevo che la tempesta finisse.
Non
volevo
fermare la furia della natura.
Anzi,
volevo
ancora più violenza, là fuori. Desideravo che
tutti provassero il mio stesso
dolore.
Non
volevo
avere sensi di colpa. Non sentivo il bisogno di averne, anzi.
Era
tutto
talmente surreale da farmi pensare a lui.
Che,
richiamato dai miei ricordi, si presentò a me, bello e
dannato.
Adesso
ero
sua?
Ebbene,
se
quella era la realtà, dov’era il terrore che avevo
provato per tutti quei mesi?
Al
contrario, la felicità e la soddisfazione mi inebriavano.
Ero
come
lui. Con lui.
-Visto? Non fa altro
che dormire, ultimamente!-.
La voce arrogante di
Cassidy mi fece tornare in me.
Aprii gli occhi,
sbadigliando.
Ecco, perfetto, mi
ero addormentata di nuovo.
-Cry, ti senti
bene?-, mi chiese con fare premuroso Lucas.
Annuii e mi alzai.
-Scusate-, dissi
acida, lanciando di sfuggita un’occhiataccia a
Cassy.
-Va bene, dai, siamo
qui per parlare di Caroline. Non si è fatta
sentire?-, esclamò ad un certo punto Cassidy, sedendosi sul
pavimento, accanto
al mio letto.
Io e Lucas ci sedemmo
di fronte a lei.
-Non ancora! Non sai
quanto sono preoccupata!-.
-Io non mi
dispererei! Si farà viva, prima o poi-, fece spallucce
lei.
Alzai lo sguardo,
stupita.
-Si farà
viva? Cassy, Caroline è sparita! Sparita,
capisci?-.
Lei mi
lanciò un’occhiata molto eloquente.
-Sparita? E tu ci
credi sul serio? Si sarà ubriacata da qualche
parte e starà aspettando di riprendersi prima di tornare a
casa! Sono sicura
che sta benissimo-, e posò lo sguardo sulle sue unghie.
Io la guardai
scioccata.
-Cassidy, ma ci fai o
ci sei? Lo vuoi capire che non la fa
apposta?-, sbottai.
-E tu che ne sai,
scusa? E non rivolgerti a me con quel tono-,
rispose, tranquilla.
Strinsi i pugni e mi
alzai, dirigendomi verso la porta della
stanza.
Era molto
interessante osservare i poster attaccati. Così tanto
che, presa dalla rabbia, li avrei staccati e distrutti uno per uno, in
quel
momento.
Qualcuno mi
abbracciò da dietro, appoggiando il suo mento sulla
mia spalla.
-Calmati, Cry, lo
sappiamo come è fatta Cassy-, sussurrò Lucas.
Mi voltai lentamente,
osservandola.
Era ancora intenta ad
osservare le sue unghie.
-Mmm, dovrei andare
dall’estetista, oggi-, disse.
Strinsi nuovamente i
pugni e chiusi gli occhi, respirando
profondamente.
Come poteva mettere
le sue unghie davanti alla sparizione di
Caroline?
Lucas mi strinse
più forte, captando la rabbia che avevo nei
confronti della mia migliore amica.
-Vai, allora! Non ti
tratteniamo oltre-, le dissi, assumendo un
atteggiamento offeso.
Si alzò e
ci venne incontro. Un sorrisetto malizioso ad
incorniciargli il volto.
-Dite la
verità: volete rimanere da soli! Caroline me lo aveva
detto che vi eravate baciati! Finalmente! Ce ne avete messo di tempo
per capire
che siete fatti l’uno per l’altra! Be’,
meglio tardi che mai-.
Lucas ed io
arrossimmo leggermente, scostandoci da lei. Rimanemmo
in silenzio.
-Va bene, va bene, ho
capito, me ne vado! Già siete abbastanza in
imbarazzo-, ridacchiò, fermandosi sullo stipite della porta,
-Ci vediamo!
Statemi bene! E fate i bravi-, la sua risata scomparve solo quando ebbe
oltrepassato la porta principale.
-Ma che razza di...-,
Lucas mi bloccò, mettendomi una mano davanti
alla bocca.
-A lei penseremo
più in là. Adesso, dobbiamo occuparci di
un’altra
cosa!-, disse.
-Cosa? Ah, si, devo
trovare Damon! Lui è l’ultimo che ha visto
Caroline! Devo farlo parlare!-.
-Sai, mi è
venuta in mente una cosa interessante-, continuò Lucas,
infilandosi il cellulare in tasca e porgendomi il portafogli e le
chiavi di
casa.
-Cioè?-,
gli chiesi, riponendo gli oggetti in una delle mie
borsette rosse.
-Diana, tua cugina,
non vive nella parte nuova della città? I suoi
genitori ci si sono trasferiti quando lei ha compiuto sedici anni!
Forse anche
Damon vive lì!-.
Sgranai gli occhi e
mi diedi un colpetto sulla testa.
Come avevo fatto a
non pensarci? La parte nuova della città era
quella meno abitata! Solamente lì si trovavano le nuove
ville! Doveva per forza essersi
trasferito lì.
Sorrisi e diedi un
bacio sulla guancia a Lucas.
-Sei un genio! Te
l’ho mai detto?-.
-No, ma ti concedo di
ripeterlo!-, rispose lui, sorridendo.
Mi aveva ridato un
po’ di speranza.
-Bene, andiamo subito
da lui!-, esclamai.
-No, aspetta! Non
possiamo andarci oggi!-, mi fermò, prendendomi
la mano.
-Perché?
Io voglio parlargli!-, sbuffai.
-Crystal, pensaci,
Caroline è sparita da meno di quarantotto
ore!-, mi spiegò.
Io lo guardai confusa.
-É il
tempo minimo per denunciarne la scomparsa! Perciò, prima di
domani, la signora Ross non potrà fare niente! E nemmeno
noi!-, mi spiegò, con
il tono di quei professori che devono spiegare la lezione
più e più volte a
quegli alunni lenti di comprendonio.
Abbassai lo sguardo.
Aveva ragione. Anche la mamma di Caroline lo
aveva detto. Avrebbe aspettato il giorno dopo.
-Ma... non possiamo
almeno avvertirlo che Caroline non è tornata a
casa?-, chiesi.
-No, Cry, meglio di
no!-.
-E allora... che
facciamo? Come posso distrarmi?-.
-Vieni-,
sussurrò Lucas, trascinandomi giù per le scale,
fino al
soggiorno.
Si mise seduto sul
divano e mi fece segno di accomodarmi accanto a
lui.
-Che
c’è?-, gli chiesi.
-Io credo che
dovremmo parlare di...-, ma non riuscì a finire la
frase.
-Lucas! Oh, Lucas!
Bentornato!-.
Mia madre sceglieva
sempre il momento meno opportuno per tornare a
casa!
-Ehm, si, buongiorno!
Sono stato in Australia-, rispose lui,
disinvolto.
Sapeva quanto mia
madre lo adorasse!
-Australia? Oh,
è meraviglioso! Fermati a pranzo! Voglio che mi
racconti tutto!-.
Lucas mi
guardò e poi sorrise.
-Con molto piacere,
signora Red!-.
Mia madre sorrise
sorniona, lanciandoci occhiate maliziose.
Era meglio non
raccontarle niente di me e lui.
-Di che dovevi
parlarmi?-, chiesi in un sussurro a Lucas.
-Lascia stare! Ne
parleremo in privato!-, disse alzandosi, -Vado
ad aiutare tua madre-.
-O... okay!-,
risposi, dubbiosa.
Mi sdraiai ed accesi
la tv.
“L’importante
adesso è trovare Caroline e parlare con Damon”, pensai, “A Lucas
penserò più in là!”.
**Spazio
Autrice**
Scusateee,
se ho
ritardato così tanto!
Ma
ho avuto tante
cose da risolvere e poi il mio modem è morto -.-
Purtroppo,
per
questione di tempo, non vi posso ringraziare uno ad uno per gli
splendidi
commenti che mi fate!
Ma
sappiate che mi
rendono molto felice ^^
Alla
prossima (e
spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo al più
presto)...
Kiss
kiss
**Miki**