Ventuno anni dopo
Eric spingeva il carrello di Winnie, nostra figlia, verso la barriera del binario nove e tre quarti. Io la tenevo per la mano. Sveglia, il suo micetto, miagolava scocciato nella nella gabbietta, in cima al carrello: il piccolo Edgar lo stuzzicava con un bastoncino da quando eravamo partiti dalla Tana.
- Oh, e taci, sottospecie di Kneazle! – lo rimproverò Eric, e Sveglia tacque, offeso.
Sveglia era un Kneazle a tutti gli effetti, non una sottospecie, come diceva Eric, ma avevo imparato a non mettere i puntini sulle i. Era grigio tigrato e con un bel paio di occhioni verdi, come quelli che aveva il vecchio Wilbur di Abigail e Fred. I due si erano sposati, alla fine, ma non avevano ancora avuto figli, al contrario di George e Angelina che avevano ne avevano avuti due: Roxanne e Fred Jr. Sì, lo so, mio fratello George non aveva una gran fantasia in quanto a nomi!
- Mamma! – mi chiamò Winifred, destandomi dai miei pensieri. – Io non voglio sbattere contro il muro! -
- Ma non ci dovrai sbattere, tesoro. È un muro incantato, ci passeremo attraverso! Lo faranno anche i tuoi cugini! – le spiegai, dolcemente.
Ovviamente lei alzò gli occhi al cielo poco convinta. Era decisamente difficile farle cambiare idea, come a me, ovviamente.
Mancavano una ventina di metri dalla barriera quando vedemmo i Potter attraversarla.
Subito la piccola fu presa da una grande eccitazione. Voleva raggiungere suo cugino Albus di là dal muro, e subito. Così Eric sbuffò, ma spinse più forte il carrello.
Attraversammo la barriera e ci ritrovammo immersi nel vapore del treno che sbuffava. Subito Winifred individuò il piccolo Albus che parlava con Rose, e ci chiese il permesso di correre avanti e raggiungerli.
- Certo, vai. – acconsentì suo padre.
Annuii anche io quando mi chiese conferma con lo sguardo. Corse avanti a noi, e salutò gli zii Harry e Ginny e poi Ron ed Hermione. Salutò velocemente Lily e Hugo, e senza notare l’ assenza di James raggiunse i suoi cuginetti, che come lei avrebbero inziato Hogwarts quell’ anno.
Appena Edgar vide i suoi cuginetti, Lile e Hugo, saltò giù dal carrello e corse verso di loro, senza nemmeno chiederci il permesso. Lanciai un' occhiataccia ad Eric, una di quelle che significava 'è proprio tuo figlio', e lui rise.
Quando raggiungemmo gli altri, sentii Ron che diceva ad Harry: - Tutto bene con il parcheggio? Io sì. Hermione non credeva che sarei riuscito a superare l’ esame di guida Babbano, vero? Pensava che avrei dovuto confondere l’esaminatore! -
- Non è vero! – protestò sua moglie, Hermione - Avevo assoluta fiducia in te! – ma capii che era una bugia dall’ occhiata che lanciò a Ginny.
Sorrisi, divertita. Lo sapevo, l’avevo sempre detto, che sarebbero stati una bellissima coppia. E lo erano.
- In realtà l’ho Confuso – confidò mio fratello a nostro cognato Harry.
- Ma bravo! – intervenni, ridendo.
Ron divenne subito rosso di vergogna e cercò di dire qualcosa, boccheggiando.
- Tranquillo, la tua dolce metà non ne saprà mai niente, promesso! – lo rassicurai.
- Oh, grazie Becky! – esclamò sollevato, con un sospiro.
- Certo, certo - tagliò corto Eric, spingendomi verso le donne. - Vai a fare discorsi da femmine come tutte le mogli normali! - suggerì, ridacchiando sotto i baffi. Gli feci la lingua, ma obbedii.
Andai a salutare mia sorella e mia cognata, abbracciando anche i loro figli.
- Fred e George? – chiesi a Ginny.
- Arriveranno, tranquilla. Tanto anche Roxanne deve salire sul treno con i ragazzi, no? Oh, a proposito dov’è finito quella testa calda di James Sirius?! – fece Ginny.
Era proprio cresciuta la mia sorellina. Ora non era più la piccola Ginny, ora era una donna. Una donna con già tre figli, due dei quali andavano già ad Hogwarts.
Albus, Rose e Winifred stavano chiaccherando allegri da una parte, mentre poco lontano Lily e Hugo stavano discutendo della Casa in cui sarebbero stati smistati due anni dopo.
- Se non finisci a Grifondoro ti diserediamo, ma non voglio metterti pressione – disse Ron a Hugo. Lui e Lily scoppiarono a ridere mentre Albus e Rose si incupirono. Avevano una paura tremenda di finire a Serpeverde, quei due. La mia piccola Winifred invece no. Lei sapeva che ovunque fosse capitata noi saremmo stati orgogliosi di lei. Ma a parte questo non gliene era mai importato più di tanto, l' importante, diceva, era essere con Rosie, Al oppure Roxie.
Continuai a parlare un altro po’ con Ginny ed Hermione e scoprii che anche loro erano emozionate quanto me per l’entrata ad Hogwarts dei loro bambini. Anche Ginny, nonostante avesse già provato l’esperienza del primo figlio alla scuola di Magia.
- Guarda chi c’è – sentii dire Ron a Harry. Tutti ci voltammo a guardare verso il punto che aveva indicato con un cenno del capo.
Tra il vapore dell’ Espresso per Hogwarts apparve la famiglia Malfoy al completo. La bellissima Astoria, sempre il solito Draco, solo un po’ più stempiato, e il piccolo Scorpius che avevo conosciuto la mattina precedente al negozio di Olivander. Erano venuti a comprare la bacchetta per il ragazzino e avevo avuto modo di parlare un po’ con Astoria e di ricordare i vecchi tempi con Draco.
- E così quello è il piccolo Scorpius – commentò mio fratello. – cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre -.
Trattenni a stento una risata. Quando era sciocco mio fratello!
- Ron, per l' amor del cielo! – protestò Hermione. – Non cercare di metterli contro ancor prima che la scuola sia cominciata! – lo ammonì.
- Hai ragione, scusa – ammise Ron, ma poi aggiunse divertito: - Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue -.
Io scoppiai a ridere insieme a Ginny, Harry e i bambini.
- Ma non dire stronz... ehm, fesserie, Ronald! Papà non direbbe niente! George ha sposato una Purosangue! Puoi dire tranquillamente che saresti tu a non perdonarla se sposasse un Malfoy! -
- Dettagli – ribattè lui con noncuranza.
A quel punto anche Hermione si unì alle risate.
- Torniamo subito- mi congedai. – Vieni, Winnie, ti presento dei vecchi amici – chiamai mia figlia.
Lei mi seguì sbuffando e con Eric raggiungemmo i Malfoy.
Draco e Astoria ci sorrisero e ci salutarono calorosamente. Io li baciai entrambi sulle guance, mentre Eric sorrideva e stringeva le mani ai due coniugi.
- Lei è nostra figlia, Winifred – presentai la mia bambina. La mia bambina dai lunghi capelli mossi e neri ( di cui andavo fiera, visto che praticamente tutti i miei famigliare avevano capelli rossi ) e dai grandi occhi verdi come i miei. Non mi assomigliava particolarmente, ma Eric diceva che aveva il mio bel caratterino. Sorrisi al pensiero.
- Lui invece è il nostro Scorpius – sorrise orgogliosa Astoria, indicandoci il ragazzino dai capelli dello stesso biondo del padre ma dagli occhi cerde grigio azzurri, una perfetta fusione di quelli dei genitori. – Il nostro ometto – aggiunse la donna con affetto. Sembrava commossa per l’ imminente partenza del figlio.
- Ciao, Scorpius – lo salutai. – Hai provato la tua bacchetta? – gli chiesi, amichevole. – tredici pollici di biancospino come quella di tuo padre, ma all’ interno corde di cuore di drago – recitai, ignorando Eric che alzava gli occhi al cielo.
I bambini si studiavano in silenzio, osservandosi e decidendo se era il caso di diventare amici, probabilmente.
- Oh, e piantala, Becky! Sei sempre la solita! Tu e le tue bacchette! – sbuffò Eric.
Lo ignorai, rivolgendomi a Draco. – Sei sempre uguale, sai? Ti mancano solo un po’ di capelli! – scherzai.
Lui fece una smorfia. – E tu hai sempre il solito umorismo alla Weasley, vedo! -
Alzai le spalle come per dire che non era colpa mia.
- Winnie! – la piccola Rose comparve seguita da Albus e Roxanne, segno che anche i gemelli erano arrivati. Era incredibile che abitassimo nella stessa casa ma che non ci trovassimo mai quando ci davamo appuntamento! – Vieni, dobbiamo andare! –
- Arrivo! – prese tempo Winifred, e poi si rivolse a noi. Ci abbracciò stretto e si sorbì un paio di bacetti sia da me che da suo padre. Odiava le smancerie, ma non l’avremmo vista per mesi.... un bel saluto era il minimo!
Anche Draco e Astoria salutarono il piccolo Scorpius, la Greengrass piangeva.
- Papà! Hai messo Sveglia sul treno? – chiese Winnie, cona ria d' urgenza.
- Certo, sciocchina! Ti pare che me la tenga a casa quella piattola? – scherzò lui.
Lei gli fece una linguaccia. – Scusa tanto se te l’ho chiesto, Amante Degli Animali! -
Eric scoppiò a ridere, mentre io alzavo gli occhi al cielo. Battibeccavano proprio come facevamo noi ad Hogwarts!
- E’ tale e quale a sua madre, vero Draco? – scherzò mio marito.
Draco rise. – Becky II, la vendetta! -
Ridemmo tutti e quattro, mentre i bambini alzavano le spalle, senza capire.
- Winnie! – la chiamarono di nuovo, questa volta era stata Roxanne.
Io presi un altro po’ di tempo. – Roxie, tesoro vieni dalla zia! – la chiamai. Mia nipote mi venne incontro e si fece abbracciare. – Qualcunque cosa ti abbiamo detto papà e lo zio George... ascoltala! Loro sanno il fatto loro. Fai meno caso a quello che ti avrà raccomandato zia Abbie, lei esagera sempre! – le raccomandai.
Lei rise e poi dopo aver salutato anche Eric raggiunse di nuovo Rosie. Salutai anche lei e Albus con la mano e feci cenno a Winnie di raggiungerli.
Lei partì ma dopo pochi passì si fermò. – Vieni? – chiese a Scorpius.
Lui indugiò un attimo, poi annuì timidamente e la raggiunse di corsa.
E salirono sul treno.
Si sporsero tutti insieme dai finestrini, James compreso.
- Ciao zia Becky, ciao zio Eric! – ci salutò quest’ ultimo.
- Ciao tesoro! – lo salutai. – Fa’ il bravo, e ricorda quello che dicono gli zii! -
- “Se vuoi fare uno scherzo, non farlo... a meno che non sia spettacolare!” – recitarono tutti in coro i ragazzi, mentre Scorpius li osservava divertito.
Salutai i Malfoy e raggiunsi la mia famiglia.
Mentre il treno partiva sbuffando, vidi passare davanti ai miei occhi tutti i sette anni passati in quella scuola e quando si allontanò strinsi la mano di Eric.
- Vedrai che starà bene – mi rassicurò lui.
- Speriamo. Domani le scriverò, di sicuro! E non guardarmi così, so che si arrabbierà, ma non posso stare troppo tempo senza sentire la mia bambina. Ho bisogno di abituarmici piano piano! -
- E così sono partiti! – esclamarono i gemelli, spuntando da dietro di me.
Sobbalzai, colta di sorpresa.
- Dove vi eravate cacciati?! – chiesi.
- Dovevamo lasciare dei regalini a Roxie per i ragazzi – spiegò George, semplicememte.
Eric inarcò un sopracciglio.
- Dal negozio di scherzi! – aggiunse Fred, divertito.
- Siete sempre i soliti! – li accusai. – Chissà cosa combinerà la mia Winnie con le vostre diavolerie tra le mani! -
- Si divertirà -
- da morire -
- come facevamo noi tre! – conclusero insieme abbracciandomi.
Io ricambiai.
Dovevo molto a quella scuola. Grazie a Hogwarts ora ero davvero felice. Tutto ciò che avevo era grazie a quel luogo dove la Magia, e non solo quella delle bacchette, regnava sovrana.
Avevo una famiglia che adoravo.
Avevo dei fratelli che adoravo.
Avevo degli amici che adoravo.
Avevo dei nipotic che adoravo.
Avevi dye figli che adoravo.
Avevo un marito che adoravo.
Avevo una vita che adoravo.
E tutto ciò grazie ad Hogwarts.
Ad un tratto realizzai una cosa. – Eric Turner! – tuonai, estraendo la bacchetta.
Lui mi guardò allarmato. – S-sì? - balbettò.
- Come diavolo mi hai chiamato prima?! -
- B-becky, amore.. -
- Quante volte te l’ho detto! – esclamai, divertita, ma cercando di mantenere tono ed espressione furiosi. – Non chiamarmi Becky! –
♥ The end.
Ah, 21 anni dopo, perchè Becky e i gemelli hanno due anni in più di Harry, Ron ed Hermione.
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Un ringraziamento anche ai 45 che hanno messo la storia tra le seguite:
Un enorme grazie alle persone che hanno letto questa storia,
Vi ringrazio veramente di cuore,
Prima di salutarvi del tutto, vi informo che quando mi deciderò a postare il seguito
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