-C’era una cosa che volevo sapere-, attaccai subito- Jacob-
Se faceva parte del mio passato, era giusto che anche Benjamin sapesse tutto. Nel bene e nel male.
Non avevo mai creduto che i
segreti aiutassero a vivere una vita più serena, ma solo più opprimente. Lo
sapevo bene perché per me era sempre stato così, come quando,
l’anno precedente, ero venuta a conoscenza del fatto che Jake
e mia madre, prima che io nascessi, e che lei si trasformasse, erano stati
molto vicini ad avere una relazione. Più tardi, pochi giorni dopo la mia
partenza, piena di dubbi, e di domande inespresse, scrissi
una e mail a mia madre, per chiederle di raccontarmi per bene come erano andate
le cose. Lei preferì telefonarmi, e mi spiegò minuziosamente la loro storia. Mi
raccontò di quando mio padre la lasciò, dell’amicizia
che Jacob le seppe offrire, del suo bisogno di lui,
del loro legame strano, forte. Che di certo sarebbe stato
amore, se solo forze ben più potenti non fossero già in gioco. Non
sapevo niente di tutto questo, sapevo solo che Jake aveva avuto il suo imprinting con me, dal primo
istante in cui mi aveva vista: quando seppi che Jake
aveva amato mia madre, e che lo aveva fatto intensamente, e disperatamente,
sentii che il peso della colpa mi schiacciava. Per lui la storia si ripeteva,
due volte, e il destino non gli aveva offerto nessuna ricompensa per le sue
sofferenze. Rimasi attonita e frastornata dalla brutalità del caso. Riuscii a
non farmene una colpa, di tutto ciò che era successo, e fu proprio questo che
mi fece stare male. Avrei dovuto pentirmi di quello
che avevo fatto, ma ogni volta che mi trovavo di fronte a Benjamin,
sapevo di aver fatto la scelta giusta. Dentro di me, lo ammettevo in silenzio,
per non turbare la memoria di Jacob.
-Non è ancora tornato, vero?-
domandai, con poca curiosità, perché già sapevo la
risposta.
-No-, ammise mia madre.
-E non tornerà più?-
Mia madre brontolò qualcosa di incomprensibile.
-Come?-
-Non so se è giusto che tu
sappia…- disse, scambiandosi un paio di occhiate
eloquenti con mio padre. Sbuffai, tesa, -Avanti, sono
qui che ascolto-.
-Ecco, Seth
ci ha detto- cominciò lei, indecisa –che in realtà avrebbe
voluto tornare…una volta che tu fossi ritornata. Per parlarti, ha detto,
e basta. Seth ci ha detto così-
Trasalii. Cercai di non sembrare
entusiasta quanto ero, per non ferire Benjamin, che
ascoltava sospettoso la novità. Non era ostile, ma come di tutte le cose che
potevano ferirlo, era solamente diffidente. Non riuscii a non sorridere: la
possibilità di rivederlo, di potergli spiegare a freddo, lucidamente, le mie
ragioni, di potergli augurare ogni bene, e soprattutto di potermi scusare
ancora, mi sembrò il più grande regalo che mai mi
fosse stato fatto. Era semplicemente meraviglioso.
-Sono molto
felice-
-Bene-, sorrise mia madre. Era entusiasta: sapevo quanto per
lei fosse difficile assistere al dolore del suo amico.
-Seth non vi ha detto quando
tornerà?-
-No- intervenne mio padre –Seth
gli ha parlato dieci mesi fa. Da allora non si sono più sentiti. Il branco lo
aveva seguito, dopo che lui se ne andò. Seth era riuscito a raggiungerlo, a parlargli, ma oltre a
quello che tua madre ti ha già detto, Jacob non ha aggiunto altro. Li ha solo pregati di farsi gli affari
loro e di non seguirlo. Non abbiamo più avuto sue notizie-.
Chissà come, io pensavo che Seth gli avesse telefonato. Molto sagace, Renesmee, davvero: uno scappa nella foresta e si porta
dietro il cellulare. Molto logico, davvero. Rimasi delusa dalla notizia.
-E allora
come saprà del mio ritorno?-. cercai di essere equilibrata, ma si sentiva che ero turbata.
-Non ne abbiamo
assolutamente idea-
-Prima o poi tornerà. Ti
cercherà. Potrai parlargli ancora, come vorrai-, mi rassicurò
Benjamin. Restai a bocca aperta. Queste erano quelle
cosa di lui che mi facevano restare a bocca aperta: un secondo prima se ne sta
lì in silenzio, tutto intento a non occuparsi per niente di quanto gli sta
intorno, e subito dopo arriva lì e con una sola battuta mette tutto a posto. E
per giunta mi fa capire che anche se me no sto zitta,
in ogni caso capisce tutto quello che mi passa per la testa.
Restai ancora un secondo a
bocca aperta, come una deficiente. Sinceramente, più tornavo in me, più Benjamin mi irritava.
-Ma come diavolo fai?-
-A fare che?-, chiese di
rimando, sorpreso e imbarazzato.
-A dire sempre la cazzo di cosa giusta!-
-Mh- mugugnò,
stringendosi nelle spalle –Se ascolti bene e non perdi tempo a parlare ce la
potersi fare anche tu-
-Vuoi dire
che parlo a sproposito?-
-Molto spesso, sì-
Ero tutta rossa in viso. Mi
vergognavo di azzuffarmi con lui davanti ai miei: non mi sarebbe spiaciuto
riuscire a fare la coppia perfetta almeno per un po’, almeno davanti a loro.
-Andiamo avanti dopo-
mormorai, cercando di non fare caso a mio padre che sogghignava. –Però io…prima di partire vi avevo chiesto di prendervi cura
di Jake-. Ero un po’ delusa di come si erano
comportati: mi aspettavo che Jacob avrebbe fatto
qualcosa di questo genere, come scappare nella foresta, trasferirsi su un altro
continente o, che so io, chiudersi nel mutismo più assoluto. Ma
non mi aspettavo che i miei lo lasciassero al suo destino, perché mi fidavo del
legame che c’era tra lui e mia madre. Ripensando a quel legame, fui colta da un
fremito.
-Non è colpa sua Nessie. Hai deciso di crescere, no? Adesso affrontane le
conseguenze. Prenditi il bello e il brutto, le libertà e le colpe. Non puoi dare la colpa anche di questo a Bella-
Mio padre aveva
parlato con molta calma, infondeva quasi serenità. Ma per chi lo
conosceva bene, era semplice capire come in lui la rabbia fosse
un sentimento molto ben aggiogato, saldamente trattenuto. Più era trattenuto, più era profondo. Non era mai stato
veramente in collera con me, nemmeno quando, prima che arrivasse Benjamin, li avevo detestati.
Mi fece piacere, perché sino ad allora, non era mai potuta esistere la contrapposizione”Bella-Edward” contro Renesmee. Mi
riempii di tacito orgoglio.
-No, non è colpa sua-. E nemmeno lo pensai più, fui in apprensibile. Ero decisa a
cambiare, e non sarebbe stato di certo ammettere quello che avevo fatto a fermarmi:
avevo avuto tutto il tempo che occorreva per rendermene conto, e altrettanto ne avevo per guarirmi. Con l’aiuto
dell’unico farmaco di cui avessi bisogno. Involontariamente, strinsi la
mano a Benjamin.
-Dispiace anche a noi di non
avere più saputo niente. È dura per tutti, o quasi- disse
Edward, facendo un leggero cenno al piano di sopra.
Sapevamo tutti che Rose non era mai diventata una
grande fan di Jake, nonostante gli anni. E che
l’unico motivo per cui non mi aveva lanciato tra le
braccia di Benji sin dall’inizio era che non gli
andava molto a genio la storia del legame con i Volturi.
-Sono
sicura che tornerà-, conclusi.
Me lo aveva detto Benjamin.
-Certo, certo-, fece mia
madre sopra pensiero. Me lo ricordò più di quanto fosse
giusto, ci fu una piccola pausa.
-Immagino che Benjamin sappia tutto di Jacob,
giusto?-, insinuò Edward rivolgendosi a me.
-Sicuro, Cullen-,
rispose senza esitazione l’interessato. La scontrosa freddezza tra di loro mi innervosiva, e se osservavo in maniera
imparziale, non era solo mio padre ad esserne responsabile. Avrei proprio
dovuto fare un discorso a qualcuno. “Cullen”. Di certo non sognavo che lo chiamasse “papà”, ma
per lo meno con il suo nome.
-E la cosa non di disturba?-, disse l’inquisitore inarcando un sopracciglio.
-Forse. Di
certo non quanto desideri, Cullen-, rispose
l’inquisito, replicando con un’alzata di sopracciglio. Stavo per sbuffare e
mettermi a rimproverarli, spazientita, ma mia madre mi
precedette, si sfregò un po’ le mani, nervosa, e guardando a terra sibilò
irritata: -Per favore Edward, ne avevamo già parlato
a lungo. Non c’è nessuna ragione razionale perché tu debba fare la parte
del…cattivo. Eppure è esattamente quello che stai facendo!-
-Giusto! Si può sapere perchè diavolo sei così ostile?-.
rimarcai bene l’ultima parola con un gesto teatrale
della mano –Gesù ce l’ha fatta Jasper,
e dico Jasper, che non mi pare sia mai stato quel che
si dice un tipo di compagnia, ad accettare la cosa!-
-Forse non lo hai notato, ma Jasper non è tuo padre-, grugnì
acido.
-Che vuoi, che mi senta in colpa?-
-No, voglio solo che tu ti
renda conto che ho dei doveri…-
-Ci risiamo-, soffiò mia
madre, mettendosi la testa tra le mani. Ma
lui tirò dritto, inesorabile.
- …e
sicuramente uno di questi è cercare di aiutarti a fare le scelte più corrette-.
A quel punto anche io avevo appoggiato la testa al palmo della mia mano destra.
Cercai lo sguardo di Benjamin, e lo vidi fissare mio
padre, leggermente scioccato.
-Ti prego. Almeno tu. Speravo
che fossi un po’ più duttile, Edward-. Più che
irritata, o arrabbiata, o violentemente incazzata,
ero piuttosto delusa. Di certo non era la sua antipatia a cambiare di una
virgola i miei piani, ma di certo avrei preferito che
fosse un po’ più soddisfatto delle mie decisioni. Ma d’altronde, rimuginai
sospirando, come Benjamin aveva di me la mia parte
migliore, a Edward era decisamente
toccata la peggiore. E anche io mi ero beccata la
parte peggiore di lui. Avevo sempre saputo che un giorno o l’altro ci saremmo presi a pugni.
-Perché dovrei esserlo io, duttile?- Quasi urlava. Mi sorpresi di non ricordare nessun momento in cui lo avessi visto
sbraitare così sguaiatmente. –Questo sconosciuto-e indicò Benjamin
–entra nella mia casa, pretende di averci ai suoi comandi per conto de Volturi,
si approfitta di noi, ti porta a letto e poi te ne vai con questo energumeno
per un anno intero e adesso, che se ne è tornato
indietro come se niente fosse e che pretende anche di starsene qui, pretendete-
e qui squadrò me e mia madre -che io lo riaccolga a casa come il figliol prodigo? Follia. Giuro che questa è pura follia-. E
concluse la sua filippica con una teatrale alzata di
mani al cielo.
-Be, sai Cullen, mi piace
proprio come la pensi-. Quando Benjamin
parlò ci rimasi un po’, non me l’aspettavo. Mia madre lo guardò con tanto
d’occhi –Anche io se fossi nella situazione sarei
parecchio incazzato. E mi verrebbe proprio una gran
voglia di strappargli la testa, al tizio che pensa di avere dei diritti a casa
mia…-
-Proprio una gran voglia-,
suggerì Edward, interrompendolo.
-…però
forse, d’altra parte- insinuò con delicatezza –considererei anche cosa vuole
l’interessata. E magari, potrebbe anche essere, ne
terrei conto. Non ho ragione?-. rimanemmo tutti zitti,
in attesa che Edward dicesse qualcosa di conciliante.
Se ne rimase lì muto e zitto.
-Gesù, papà dì qualcosa!-, sbottai
alla fine.
-Edward questa non volevo dirtela.
Sei peggio di Charlie. Qual è il problema?-
-Charlie non era a conoscenza del problema, e se lo fosse
stato sicuramente per lui non sarebbe stato semplice accettare la cosa-
-Ma per te dovrebbe esserlo un po’ di più, no? Visto che per lo meno il ragazzo di tua figlia è della tua stessa specie-. Era bello avere mia
madre da parte mia. Mi risparmiava un sacco d fiato, e
c’erano molte probabilità in più che le mie ragioni venissero
ascoltate. E infatti, anche quella volta lo zittì.
-Per favore papà, piantala con questa messinscena del padre geloso. Non è
proprio il caso di andare per il sottile. Io e Ben stiamo insieme, ma voi siete
la mia famiglia, e ci tengo a vivere con voi. Perciò non
farmi scegliere tra la persona che amo e la mia famiglia, perché sai bene cosa
sceglierei. Lo hai fatto anche tu una volta-. Non mi rispose, sapeva che
avevo ragione. Quando aveva scelto Bella, aveva allo
stesso tempo allontanato la famiglia, era naturale. E sapevo che, sotto la
maschera di intransigenza e durezza, mi capiva
benissimo: era solo preoccupato, niente di più. Aspettai che mi desse una
qualche risposta acida, ma non lo fece.
-Grazie papà. Sono contenta
di essere a casa-, e gli sorrisi. Pensavo davvero
quello che avevo detto, e anche lui tentò di abbozzare un sorriso. Chissà perché, ma da quando c’era Benjamin
anche i loro sorrisi non mi sembravano più falsi e costruiti come un tempo.
Anche se il sorriso più bello rimaneva quello di Ben,
ovviamente.
- Però
ci sono delle regole!-, disse interrompendo il mio idillio.
-Perché dobbiamo
proprio essere patetici?-, gemette mia madre, al limite della sopportazione.
Feci segno con la mano di procedere, già irritata.
Visto che potevo ben immaginare quali fossero le regole che intendeva
mio padre, ritornare a casa mi sembrava già un po’ meno esaltante, e già
pianificavo quanto ci avrei messo a trasferire tutte le mie cose a casa di Ben.
Forse, se prendevo
-Primo: in questa casa solo
le persone sposate…-. Non lo lasciai nemmeno finire, me lo immaginavo già.
-Possono fare sesso. Il
garage è compreso nella casa o devo considerare come “casa” tutta l’area
compresa sul mappale della proprietà?-
-Renesmee, per favore-, supplicò mia madre. Povera mamma matta.
Sapevo che da un momento all’altro le sarebbe scoppiata la testa.
-Considera
il mappale-, borbottò Edward.
-Oppure ci sposiamo!- mi disse Benjamin,
divertito.
-NO!-, ruggì mio madre. Rimanemmo tutti un po’ sconvolti.
-Mamma, stava scherzando-, la
rassicurai dolcemente.
-Perfetto-. Aveva ancora
un’aria vagamente minacciosa.
-Potrebbero anche farlo-, insinuò mio padre. Rimasi a bocca aperta: altroché all’antica, quello era un fondamentalista.
-Stai scherzando anche tu,
vero?-. Povera, povera mamma matta. Non sapevo che
fosse possibile, ma mi sembrava di vederle una vena gonfiarsi sul collo.
-Ovviamente se lo desiderano non sarebbe una cattiva idea-, si azzardò lui.
-NON -lo –desiderano
-, scandì lei con chiarezza e precisione.
-Vuoi passare alla seconda
regola o preferisci disquisire ancora un po’ sulla mia ipotetica virtù?-. Ero
annoiata: visto che ormai il problema non c’era più, tanto valeva che facessimo
sesso dove preferivamo.
-Secondo- fece lui, visibilmente stizzito a causa dei miei
pensieri impuri -pretendo un po’ di rispetto da parte di Benjamin.
Nei confronti di tutta la famiglia-
-Giusto- fece lui.
-Sono contento che la cosa ti
soddisfi, ma sono esattamente questi comportamenti a farmi infuriare-
Ok. Benjamin rendeva mio padre
furioso. D’un
tratto la convivenza mi sembrò più difficile del previsto.
-Io sono
fatto così, è un bel problema, eh?-. sfoderò il
suo miglior sorriso da schiaffi, strinse gli occhi, si fece avanti con il viso.
Provocare la gente lo divertiva.
-Enorme-
-Se è un problema così gigantesco, vedrò di farci
qualcosa. Magari, in cambio di tutto questo impegno
sulla seconda regola, potrei ottenere qualche deroga sulla prima, no?-, fece
lui, sempre sorridendo, sempre con un’insopportabile espressione da stronzo. Non riuscii a trattenere un
risata divertita, per fortuna: Edward gli
stava davvero per staccare la testa.
-Facciamo che la riunione è
sciolta? Magari ti va di andarti a fare una doccia e
di mangiare qualcosa-, suggerì speranzosa mia madre, conscia della strana
tensione nell’aria. Dovuta soprattutto a mio padre, che se ne
stava lì seduto con un’espressione da pluriomicida,
aspettando che Ben ne dicesse un’altra abbastanza grossa da costituire una buona
scusa per pestarlo. Io colsi l’occasione al volo.
-Sì, ho proprio bisogno di
una doccia-. Volevo scaricare la tensione sotto a un
getto di acqua bollente.
-Vuoi anche tu Benjamin?-
-Certo Bella, grazie-,
rispose riconoscente. Mi sembravano abbastanza in sintonia, a conti fatti.
Prima di andarmene, osservai
mio padre, immobile sul divano, un’espressione confusa sul volto. Era ovvio che
era geloso. Mi sembrò molto dolce, l’uomo di cui mia
madre si era innamorata. Andai ad abbracciarlo, prima che potesse dirmi
qualcosa, contrariato dai miei pensieri.
-Grazie. Mi sei mancato-
E me ne andai
a farmi la doccia, prima che potesse rispondermi qualcosa di molto paterno.
Ciao a tutti! Bene,
capitolo un po’ più leggero per certi versi, cosa dite? Mi è
uscito così, non so perché. Sono molto felice di avere qualche nuovo
preferito, anche adesso che la storia è abbastanza avanti, grazie mille. Ma grazie anche ai tanti che continuano a leggere, sono
molto contenta! Riguardo la soundtrack,
penso proprio che la farò, anche se non so bene a quanti interesserà, alla fine
dei conti XD però al momento sono un po’ presa dalla scuola, perciò rimando al
prossimo capitolo. Alla prossima, un bacio
Giuls
Sinead: Ciao! J Be direi che alla fine il problema di Renesmee è proprio quello che hai detto tu: l’essere
sospesa a metà tra due mondi le permette di essere consapevole dei limiti e dei
difetti di entrambi, e quindi per forza finisce per sentirsi un po’ sola, una
specie di unicum, quale effettivamente è! E poi, come
sicuramente avrai notato, Renesmee è non dico
pessimista, però molto realista. Nella saga
LadyEl: Ciao!! Wow questi
commenti mi galvanizzano troppo o.o Grazie grazie grazie, davvero! E se, come scrivi, pensi che lo
scambio di opinioni sia utile anche a te, sono
soddisfatta il triplo J alla fine
sono così poche le occasioni per scambiarsi opinioni disinteressate sulla
scrittura. Anche a scuola (anche io sono in quarta…in questo momento mi sto
disperando su Michelangelo, infatti la risposta forse
sarà un po’ cortina perché devo correte a studiare Il Giudizio Universale XD)
non si fa praticamente mai: io faccio il classico e di italiano, filosofia,
letteratura greca e latina ne faccio parecchia, ma mai un volta che si possa
parlare un po’ liberamente, bisogna solo memorizzare e fare la verifica, punto.
Che tristezza. A parte questa critica estemporanea,
adesso che mi hai illuminata sul personaggio di Henry, penso che sia veramente molto simile a Thomas. Forse non direi che Thomas voglia “plagiare” Benjamin,
però sicuramente lo vuole, come dire, “proteggere”. Benjamin,
aldilà della sua forza, della sua marcata indipendenza
e della sua tendenza a vivere in una dimensione totalmente indipendente dagli
altri, è fondamentalmente semplice. Come
nota Nessie (notare che descrivo i personaggi
immedesimandomi in altri personaggi. Come vedi anche
io sono vittima di una specie di “follia idiota” O.o),
a volte Ben si comporta come un bambino, o ha degli atteggiamenti da bambino. Questo perché, quando tende ad avere fiducia in
qualcuno, è molto sincero e diretto, al contrario di Thomas,
che come vedrai (il suo ruolo nella storia non si è ancora esaurito J ) è molto controverso e calcolatore, in
qualche modo. Thomas non è buono. Uccide
le persone, sta dalla parte dei Volturi. Ma riconosce che Benjamin è buono in maniera totalmente disinteressata: non
ha bisogno di essere riconosciuto come tale (vedi l’atteggiamento quasi
irritato che ha nei confronti della famiglia di Nessie,
a dargli fastidio è il sentirsi scoperto e giudicato, e non importa che il
giudizio sia positivo!). è
per questo che lo aiuta, e che gli è vicino. Thomas
sa che Benjamin è sincero, e per questo lo reputa
degno di tutta la sua fiducia e di tutte le sue
attenzioni. Insomma, è la classica storia dell’amico vero. Invece, riguardo a Nessie “tesoro” di Benjamin, che
dire, non penso di poter aggiungere molto, perché il concetto è esattamente
quello :) Come ho scritto a Sinead,
Benjamin è umano perché si sente ancora un essere
umano, per alcuni aspetti. Nessie è stato ciò che lo
ha riportato a vivere, e adesso è parte di lui, del Benjamin
cambiato. E la stessa cosa è per Nessie:
ora che ha trovato Ben, tutto è piò ordinato, può
prepararsi ad affrontare il tempo.
Ok, vado! XD Scusa ma
la spiegazione mi ha presa un po’! spero di non essere
troppo in ritardo col capitolo…be, addirittura
dipendente? Stupendo!! J Presto manderò anche la soundtrack,
e grazie per i supporto anche riguardo a questa! A
presto e un bacione, spero di non verti
fatta scappare con il commento XD
Sily85: Ciao!! No
dai, non esageriamo, la conclusione arriverà RELATIVAMENTE presto, sai conoscendo i miei tempi! XD
Diciamo solo che adesso ho le idee chiare e devo solo capire come seguirle…non
preoccuparti, fornirò ai lettori i miei viaggi mentali ancora per un po’ ;) E comunque sì, è un ricovero di pazzi!! Però sai cosa avevo pensato? Che non mi piaceva che i
personaggi restassero troppo “intrappolati” dietro la loro maschera. E così ho pensato “Bene, perché adesso Edward
non potrebbe piantarla di fare capitan Perfettino e
non potrebbe decidere di essersi rotto di essere trattato da sua figlia come
una pezza da piede?”. E così più o meno con tutti i
personaggi. Mi è sembrato un po’ più vitale! Spero solo che l’effetto non sia stato troppo straniante O.o
Come ho scritto sopra, la soundtrack la farò presto,
sto già studiando un po’ cosa si potrebbe inserire! Un bacio anche a te e a
presto!