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Autore: Martyx1988    18/01/2010    4 recensioni
Ho sempre voluto scrivere una fic su questo fandom e, grazie all'ispirazione dai film e da altre storie, eccola qui. L'hanno sempre chiamata Betty, o Miss Betty, ma una lettera che non doveva pervenire a lei mette in dubbio tutte le poche certezze di una ragazza a cui l'alta società londinese va stretta... Una nave la porterà per mari lontani a ricostruire il suo passato e a mettere le fondamenta ad un futuro inaspettato...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pirati dei Caraibi – Gli eredi del mare
Lettere perdute

"A dead letter is a
letter that has
never been
delivered because
the person to whom
it was written
cannot be found,
and it also cannot be
returned to the
person who wrote it"
The Rasmus - Dead Letters

Dal tenente Jack Weatherby Turner
Distaccamento della Marina Britannica a Port Royal
Per Morgan Elizabeth Turner
Scuola di Etichetta e Buone Maniere di Miss Gloria Parker
Londra

Ogni lettera di quella scatola era intestata allo stesso modo di quella che le aveva consegnato Bobby. Saranno state una ventina di lettere, se non di più, tutte quante indirizzate a lei, tutte quante mai consegnatele. Se non fosse stato per il casuale incontro con Bobby, non sarebbe mai venuta a conoscenza della loro esistenza.
Dopo che il ragazzo le aveva consegnato la lettera, era rimasta comunque scettica sul fatto che fossero effettivamente per lei.
"Potrebbe essere una qualsiasi delle ragazze della scuola. D'accordo, mi chiamo Elizabeth, ma qui è messo come secondo nome e un sacco di mie compagne si chiamano così" aveva obiettato.
"Qualcuna di loro fa Morgan di primo nome?" era stata la domanda di Henry, che si era rivelato molto interessato alla faccenda.
Betty ci aveva pensato su qualche momento, ma non le era venuta in mente nessuna ragazza che si chiamasse in quel modo. In effetti, Morgan non era un nome molto comune a Londra, anzi, era soprattutto un cognome. Era bizzarro che dei genitori avessero chiamato la loro figlia femmina con un cognome. L'unico Morgan che le era venuto in mente era sir Henry Morgan, un pirata vissuto quasi cento anni prima di cui aveva sentito alcune storie da dei marinai al porto.
A quel pensiero una balzana idea le era iniziata a frullare in testa, avvalorata dal fatto che la lettera provenisse dalla principale colonia inglese nel Mar dei Caraibi.
"E' assurdo" aveva detto Betty, prima di incamminarsi a passo spedito verso il capannello di soldati attorno a Miss Parker, seguita a ruota da Henry e da Bobby, un po' più distante.
La donna stava parlando fittamente con uno dei gendarmi, affiancanta da un distinto uomo in parrucca bianca.
"La ragazza non è un problema" stava dicendo Miss Parker in modo teatrale "Ma il giovane figlio di lord Coward potrebbe essere preso in ostaggio o peggio. Oh, che il Signore lo protegga!"
"Faremo il possibile, Miss, Milord, ve lo assicuro" continuava a ripetere il soldato.
"Mio figlio è in corsa per diventare uno dei più stretti collaboratori del re, non appena avrà finito la sua formazione" aveva aggiunto pomposo Lord Coward "Sua Meastà ha notato le sue brillanti doti di diplomatico e lo tiene sott'occhio da molti mesi..."
"Mettetevi l'animo in pace, Milord" era intervenuta allora Betty "Vostro figlio è tornato sano e salvo"
I soldati le avevano fatto spazio per lasciarla salire fino alla porta, dove Miss Parker e Lord Coward la stavano osservando severi.
"Guardati come sei ridotta" le aveva sibilato la donna dopo aver notato il suo aspetto disordinato "Che figure mi fai fare? Tutti penseranno che le mie allieve sono delle poco di buono..."
"Moderate i termini, Miss" l'aveva rimproverata Henry, affiancandosi subito a Betty "Piuttosto, avete delle spiegazioni da dare a questa ragazza"
Miss Parker si era messa a scrutare entrambi con espressione arcigna, che si era poi trasformata in allarmata quando Betty le aveva mostrato la lettera.
"Dove l'hai presa?" le aveva chiesto con voce acuta, eliminando così ogni dubbio dalla mente della ragazza.
"Bobby vi ha vista occupata e l'ha consegnata direttamente a me. Mi ha anche detto che non è la prima che mi viene spedita. Ho ragione di credere che mi abbiate nascosto la mia corrispondenza?"
Gli occhi di tutti i presenti si erano concentrati su Miss Parker, la cui bocca aveva continuato ad aprirsi e chiudersi senza proferir parola per alcuni secondi. Si era poi voltata verso Lord Coward, il quale la osservava dall'alto in basso con le mani congiunte sul pomello del suo bastone da passeggio, in attesa. Miss Parker aveva tirato allora un lungo sospiro con fare rassegnato.
"Vi ringrazio, capitano, non c'è più bisogni di voi ora" avava detto per congedare i soldati, che dopo aver battuto i tacchi erano ritornati alle loro posizioni in strada. Aveva poi detto a Betty di seguirla in casa.
Lord Coward, invece, aveva intimato al figlio di salire in carrozza per tornare a casa, ma questi si era fermamente opposto per restare con Betty, a meno che la ragazza non fosse stata contraria. Betty aveva annuito col capo, attirandosi ulteriori antipatie da parte del nobiluomo, che aveva rifiutato l'invito 
a fermarsi per la notte rivoltogli da Miss Parker ed era salito brontolando sulla sua carrozza.
Miss Parker aveva fatto strada ai due giovani fino al suo studio. Da un cassetto della sua scrivania aveva tirato poi fuori quella scatola e l'aveva aperta davanti a Betty, mostrandole le lettere in essa contenute, tutte indirizzate a Morgan Elizabeth Turner.
"E' il tuo vero nome" le disse, dopo averle lasciato qualche attimo per contemplarle "Non che Betty sia falso, ma ho ritenuto che Morgan non si addicesse ad una signorina per bene. Non si addice a nessuna ragazza in generale, a parer mio"
"Perchè l'avete fatto?" le domandò Betty, più sconcertata che arrabbiata.
"Per assecondare il desiderio di tua madre" rispose serafica la donna, prendendo una delle lettere in fondo e porgendola a Betty. All'esterno non c'era scritto l'indirizzo come nelle altre, solo "Per Miss Gloria Parker" , in grafia elegante e ordinata.
"Era nella tua cesta, accompagnava i soldi per la retta. Tua madre è stata una studentessa di questa scuola fino a quando non è partita con tuo nonno per Port Royal, dove avrebbe ricoperto la carica di governatore delle colonie. Qui ha scritto molto chiaramente che voleva che doventassi una Lady e ti facessi una vita dignitosa qui a Londra. Anni dopo sono iniziate ad arrivare le lettere da parte di tuo fratello e ho rotenuto che loro contenuto avrebbe potuto compromettere la tua crescita, che risultava già difficoltosa visto il tuo carattere difficile. Ulteriori motivi di ribellione avrebbero rovinato il lavoro fatto fino a quel momento.
"Continuando a crescere la tua poca predisposizione per le buone maniere si è accentuata e ciò mi ha convinto a continuare a nasconderti le lettere, nella speranza che qualcosa cambiasse in te, prima o poi. A questo punto, però, non mi sembra il caso di continuare"
Miss Parker avvicinò ulteriormente la scatola a Betty "Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Evidentemente diventare una Lady non è mai stato il tuo destino"
"Allora qual è?" domandò Betty, continuando a guardare le lettere.
"Quelle lettere ti aiuteranno a capirlo. Ho letto solo la prima arrivata qui, le altre non so di cosa parlino, ma credo che riservino delle sorprese. Dopotutto provengono dal Nuovo Mondo"
Betty si lasciò sfuggire un rapido sorriso, quindi rimise la lettera di sua madre insieme alle altre e prese la scatola.
"Puoi usare la biblioteca. Non farò entrare nessuno" offrì Miss Parker, indicando la stanza di fronte al suo studio.
"Grazie Miss Parker"
Betty uscì dallo studio rapidamente e, aperta la porta della biblioteca, vi entrò senza indugi. Stava per richiudere il battente quando notò henry in piedi nel corridoio, a metà strada tra le due stanze, in attesa di indicazioni. Forse per premiarlo per essere stato sempre dalla sua parte, forse per avere qualcuno al suo fianco con cui condividere quel segreto, Betty lo esortò ad entrare.
"Ormai ci sei dentro anche tu, tanto vale andare fino in fondo" aggiunse come giustificazione alla sua scelta.
Il giovane Coward sembrò entusiasta dell'invito e si affrettò ad entrare. Betty chiuse la porta dietro di lui e insieme raggiunsero il primo tavolo libero, dove la ragazza posò la scatola con le lettere. Dalle grandi finestre entrava ormai poca luce, poichè il sole stava volgendo al tramonto, così Henry prese una delle lampade a olio appese alle pareti e la poggiò sul tavolo vicino alle lettere.
Ragionando sul fatto che Miss Parker avesse preso la lettera di sua madre, la prima lettera, dal fondo, Betty dedusse che fossero ordinate cronologicamente dalle più recenti alle prime arrivate. Prese perciò il mucchio e lo ribaltò sul tavolo. Vide il semplice sigillo di ceralacca della prima lettera rotto, mentre gli altri erano tutti intatti, a riprova dell'attendibilità delle parole di Miss Parker. Betty sospirò, il cuore le martellava nel petto per l'emozione. Sentiva che, dopo aver letto quelle lettere, tutto sarebbe cambiato.

I due ragazzi rimasero chiusi nella biblioteca fino a notte fonda a leggere le lunghe lettere che Jack aveva mandato a sua sorella sin dal suo settimo compleanno. Nella prima di esse vi era una lunga descrizione della loro famiglia. Erano figli di Miss Elizabeth Swan, unica figlia del governatore Weatherby Swan di Port Royal, Giamaica, mentre il loro padre era William Turner, fabbro che aveva poi deciso di imbarcarsi e di passare il resto della vita in mare, sbarcando appena possibile per riabbracciare la famiglia. La loro madre era morta che Morgan aveva pochi mesi e già si trovava a Londra, dove Elizabeth l'aveva mandata preventivamente presentendo la prematura fine. Jack invece era stato affidato ad un ufficiale della Marina Britannica perchè lo addestrasse e lo arruolasse una volta raggiunta la maggiore età. Avevano nove anni di differenza, dovuti alle lunhe assenze del padre a causa dei suoi viaggi.
Nelle lettere successive Jack descriveva alla sorella, con dovizia di particolari, la sua vita a Port Royal, ponendo l'accento sui fatti di cronaca più interessanti, il più delle volte legati ad attacchi dei pirati ai danni dei mercantili provenienti o diretti a Londra. Leggere di quegli avvenimenti entusiasmò Morgan, che rimpianse di aver passato la sua vita in quella scuola quando sarebbe potuta stare al fianco del fratello per vedere coi suoi occhi ciò che lui le aveva descritto. Ma a Morgan non era mai mancata l'immaginazione e si figurò tutte le vicende alla perfezione.
In una lettera arrivata a Londra che lei aveva dodici anni Jack le raccontava del suo arruolamento in Marina e di come il suo superiore, il capitano Charles, fosse entusiasta del suo arrivo, tanto da dargli subito incarichi importanti. Le lettere successivi erano racconti dettagliati delle sue missioni in mare contro i corsari francesi e i pirati in generale, i quali, dopo la sconfitta della flotta della Compagnia delle Indie Orientali, si erano fatti più audaci. Due navi in particolare sembravano non dare tregua alla Marina: la Perla Nera e la Persefone.
Persefone? si era domandata Morgan a leggere quel nome, ma poi aveva ragionato, insieme a Henry, che poteva essere un'omonima del mercantile ancorato al porto.
Arrivarono alle ultime due lettere che i rintocchi della mezzanotte erano passati da molti minuti e la stanchezza iniziava a farsi sentire. Quella di Morgan scomparve quando lesse le prime righe della penultima lettera, arrivata cinque mesi prima.

Cara Morgan,
sta succedendo qualcosa qui a Port Royal. Il capitano Charles è appena stato promosso a Commodoro e
ha fatto di me un tenente, nonostante sia ancora giovane e inesperto per una carica così alta.
Quando sono andato per ringraziarlo dell'onore concessomi, mi ha risposto che "era l'unico modo per
tenermi stretto il mio tesoro". C'era una luce strana nei suoi occhi, inquietante, e quando gli ho chiesto
ulteriori spiegazioni mi ha detto che "grazie a te la sconfitta della Compagnia delle Indie sarà presto
vendicata"

"Henry!" chiamò Morgan senza staccare gli occhi dal pezzo di carta che aveva in mano. Il giovane Coward le fu accanto dopo poco e iniziò a leggere la lettera silenziosamente.

Charles sta organizzando una grande spedizione punitiva contro i pirati, almeno questo è quello che
sono riuscito a capire. Ho paura, però, che stavolta non si limiterà ad azzufarsi con la Perla Nera o la
Persefone. Credo che i suoi piani siano molto più su larga scala, continua a parlare di una Fratellanza e
di voler imprigionare il mare. Tutto fa pensare che sia un folle, ma ha l'appoggio della Corona e finora il
suo comportamento è stato impeccabile.
Tra due giorni salpiamo, la Perla Nera è stata avvistata al  largo di Hispaniola e per il momento è
l'obiettivo primario di Charles, in attesa della Persefone.
Spero che i tuoi studi a Londra procedano bene, cara sorella. Appena la situazione qui si sarà fatta più
chiara chiedero un periodo di permesso per venirti a trovare a Londra. Nel frattempo, che Dio ti
protegga.
Con affetto,
tuo fratello Jack

"Ma che cosa vuol dire?" si chiese Morgan riscorrendo velocemente la lettera per trovare un senso alle parole del fratello. Anche Jack, però, sembrava particolarmente confuso.
"Magari nella lettera di oggi c'è qualche spiegazione in più" fu la supposizione di Henry, subito accolta da Morgan, che si affrettò a recuperare l'ultima lettera e a spezzare il sigillo di ceralacca. Dopo che l'ebbe dispiegata, rimase delusa nel vedere che era vergata con poche righe scritte di fretta, ma ugualmente allarmanti

Morgan,
credo di essere nei guai e tu sei in pericolo. Charles vuole costringere la Fratellanza ad imprigionare
nuovamente Calypso, ma gli mancano due Pirati Nobili e non riesce a trovarli. Vuole il controllo del
mare e per averlo gli serve il cuore del capitano dell'Olandese Volante. Dice che io ho la chiave ma
non so di cosa parli. Continua a ripetermi che nostra madre deve avermi dato la chiave ma io non ho
niente, gliel'ho giurato più e più volte. Non so cosa sapesse nostra madre, ma se scopri qualcosa, ti
prego, resta a Londra. Lì sei al sicuro.
Che Dio ti protegga,
tuo fratello Jack

"Ha ancora meno senso di quella di prima" constatò Henry "Fratellanza...Calypso...Olandese Volante...sembra un romanzo d'avventura. E' assurdo!"
"Abbiamo letto la lettera di mia madre?" gli chiese Morgan.
"No, abbiamo iniziato dalla prima di tuo fratello"
La ragazza mise da parte la lettera che aveva in mano e cercò nel mucchio di fogli sparsi sul tavolo, finchè non trovò la missiva con cui era arrivata alla casa di Miss Parker. La aprì velocemente, ma vide che c'erano scritte solo le cose che la direttrice della scuola aveva detto loro poche ore prima.
"Morgan, guarda!" esclamò Henry, indicando un punto del foglio apparentemente bianco. Qualcosa, però, compariva in controluce.
"Sembra filigranato" constatò Morgan, quindi avvicinò di più la lettera alla lampada.
Il foglio si coprì immediatamente di una fitta rete di parole nascoste. Morgan iniziò a leggere dall'inizio.

Mia piccola Morgan,
non so se leggerai mai queste parole, probabilmente non dovrei nemmeno scrivertele, altrimenti rischierei
di rovinare tutto ciò che sto facendo per proteggerti. Penso, però, che sia nei miei doveri di madre non
tacerti la verità, cosa che invece farà tuo fratello su mia raccomandazione. Lo faccio non per andare contro
le regole da me stessa prefissate, ma perchè ho ragione di credere che un giorno ti servirà sapere tutto questo,
e se così sarà vorrà dire che la nostra famiglia sarà in serio pericolo.
Un giorno Jack ti dirà che sei figlia mia e di un fabbro imbarcato su un mercantile, ma sarà una mezza
verità. Tuo padre è sì imbarcato, ma non su un mercantile. E' il capitano della nave pirata conosciuta
come Olandese Volante, una nave leggendaria il cui comando fa gola a molti, perchè legato alla vita
eterna. E io sono sì figlia del governatore di Port Royal, ma non solo. Sono Pirata Nobile del mar della Cina
del Sud e Re del Consiglio della Fratellanza dei pirati.
E' probabile che tu non stia capendo molto di quello che ti sto dicendo, che ti sembri tutto un racconto
della buonanotte, ma ti assicuro che è tutto vero. Non ti costringo ad accettarlo, puoi continuare la tua vita
a Londra sotto la guida di Miss Parker e restare fuori da tutto questo. Ma se un minimo credi alle mie
parole, se qualcosa di ciò che ti ho raccontato di attira, ti fa battere il cuore, allora cerca il capitano
Gibbs e la sua nave e potrai scoprire tutta la verità. Allora avrai tutti gli elementi per decidere
se aiutarci o no.
Ti voglio bene, Morgan, te ne vorrò sempre, anche quando non ci sarò più. Perchè quando leggerai questa
lettera, probabilmente sarò già morta.

Morgan si asciugò una lacrima e posò la lettera sul tavolo. Era figlia di pirati, come aveva supposto quando aveva letto il suo vero nome. Il suo destino, come aveva sempre immaginato e sognato, era nel Nuovo Mondo, nei Caraibi, vicina a suo fratello che in quel momento, a quanto aveva capito, era in serio pericolo. Non aveva molto tempo, la sua nave poteva salpare da un momento all'altro.
Si alzò di scatto e uscì a passo spedito dalla biblioteca, seguita a ruota da Henry.
"Morgan, dove stai andando?" le chiese leggermente preoccupato e intuendo già la risposta.
"Al porto"
"Non vorrai seriamente cercare..."
"La Persefone? Sì, è quello che intendo fare, se è l'unico modo per aiutare mio padre e mio fratello" continuò Morgan per lui, prima di lanciarsi giù per le scale verso il pian terreno.
"E' notte fonda e non è saggio girare per Londra da sola" la ammonì Henry, seguendola "Inoltre la Persefone potrebbe essere già salpata"
"O potrebbe essere ancora al porto, perciò non c'è tempo da perdere. Resta qui, se vuoi, mi hai già dato un aiuto enorme, ma ora devo andare da sola"
"Non se ne parla, io vengo con te fino al porto"


Rapidissimo aggiornamento prima che ricominci il periodo "Studio matto e disperato", l'inizio è tratto dall'album dei Rasmus, che si intitola appunto "Dead letters" e mi sembrava adatto ad introdurre il capitolo :)
Ditemi che ne pensate, i vostri commenti sono fondamentali per la continuazione di questa storia!
Ringrazio intanto chi ha commentato il primo capitolo
-Rebecca Lupin: esatto, il suo nome è Morgan e anche a me Elizabeth non sta proprio simpatica, ma con la figlia cercherò di riscattare la madre ;) inoltre è figlia di pirati, quindi, anche se è una Turner, imparerà a non essere onesta, promesso! Attendo un tuo commento! A presto!
-marty_odg: ben ritrovata! Sono contenta che ti sia piaciuto il primo cap e che tu abbia scelto proprio questa fic per soddisfare la tua voglia di pirati :) dimmi che ne pensi del nuovo capitolo! Grazie e a presto!
-stellysisley: ciao e grazie per aver scelto questa fic :) no, veramente per la casa per signorine mi sono ispirata a "La Piccola Principessa", ma grazie a te ho scoperto una nuova trilogia che potrei leggere :) grazie del commento, spero che il nuovo capitolo ti piaccia!
Grazie ai lettori e a chi segue la storia!
A presto (spero)!
   
 
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