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Autore: Martyx1988    12/01/2010    6 recensioni
Ho sempre voluto scrivere una fic su questo fandom e, grazie all'ispirazione dai film e da altre storie, eccola qui. L'hanno sempre chiamata Betty, o Miss Betty, ma una lettera che non doveva pervenire a lei mette in dubbio tutte le poche certezze di una ragazza a cui l'alta società londinese va stretta... Una nave la porterà per mari lontani a ricostruire il suo passato e a mettere le fondamenta ad un futuro inaspettato...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pirati dei Caraibi – Gli eredi del mare
La Persefone

La scuola per signorine di Miss Parker era tra le più prestigiose di Londra. Molti gentiluomini mandavano le figlie lì perché venissero istruite all’etichetta e alle buone maniere e potessero diventare, con gli anni, delle ottime mogli per i rampolli dell’alta società britannica. Alcuni dicevano che anche la moglie del re era stata educata lì, ed era riuscita ad arrivare al trono grazie agli insegnamenti di Miss Parker, che ogni tanto vantava una qualche visita a Buckingham Palace sotto invito della sua vecchia allieva.
Le studentesse della casa andavano dai cinque ai diciassette anni, anche se spesso uscivano molto prima di quell’età dalla scuola, per contrarre un matrimonio combinato in tempi pregressi dai genitori con quel tal duca o quel barone di laggiù.
A dire la verità una sola era la ragazza di diciassette anni che studiava lì, l’unico caso da quando la scuola era stata fondata. E per Miss Parker quella ragazza era una pura e semplice maledizione. Se ne sarebbe liberata molto prima se non fosse stato per l’ingente somma di denaro che era pervenuta assieme a lei quando, ancora bambina, era stata trovata alla ruota di uno degli innumerevoli orfanotrofi londinesi, uno dei meno decadenti, e che le assicurava un soggiorno presso la casa ancora per qualche mese. Dopodiché se ne sarebbe lavata le mani di lei.
Ma fino ad allora era sotto la sua tutela ed era suo dovere trovarla, a tutti i costi. Perché la piccola Elizabeth, oltre ad essere una palla al piede quando era a scuola, aveva il tremendo vizio di scappare dall’edificio per andare chissà dove. Secondo Miss Parker era inevitabile che si comportasse così, viste le sue origini. Sulla lettera che le suore dell’orfanotrofio avevano trovato nella cesta della bambina era scritto che veniva dal Nuovo Mondo, dai Caraibi precisamente, e il nome datole era un chiaro segno della sua discendenza. Non le era mai stato detto il suo vero nome, sin dal primo giorno Miss Parker aveva presentato la bambina col nome di Betty, senza cognome né niente. Insegnanti, camerieri e cittadini la chiamavano Miss Betty, Miss Parker solo Betty.
“Avete visto Betty uscire, di recente?” domandò perentoria la signora, guardando il portinaio oltre l’adunco naso.
“No, miss, purtroppo non l’ho vista” rispose l’uomo dimesso “Ma potrebbe essere uscita mentre ero a mangiare all’osteria”
“Nulla di più probabile, quella ragazza è una volpe. Ma stavolta l’ha fatta grossa. Anche il figlio di lord Coward non si trova più”
Quel giorno alcuni dei giovani scapoli della Londra bene avevano fatto visita alle ragazze della scuola oltre i quattordici anni, una tradizione radicata per favorire le conoscenze e i successivi matrimoni. Lord Coward era uno dei più importanti membri della Camera e suo figlio il cosiddetto scapolo d’oro dopo il principe. Come aveva temuto, aveva subito notato Betty e non le si era scollato di dosso un attimo, nemmeno quando la ragazza aveva deciso di fuggire.
“Molto bene” sentenziò Miss Parker “A mali estremi, estremi rimedi”
Scese gli scalini che portavano alla porta della scuole e si immerse nella folla che animava la strada di fronte.
Il portinaio sbuffò. Anche lui sarebbe scappato da una donna come Miss Parker, perciò non biasimava la giovane Betty. Anzi, gli stava pure simpatica.

“Forse dovremmo tornare” azzardò il giovane Henry mentre si guardava intorno circospetto. Aveva visitato la zona del porto solo a bordo di una delle carrozze di suo padre e l’odore fetido che era riuscito a entrare gli aveva creato non pochi problemi allo stomaco. In quel momento, però, ci era totalmente dentro alla zona del porto e l’effetto dell’odore era duplicato, se non triplicato. Evitò una secchiata di non voleva sapere cosa che una donna aveva gettato da una delle finestre in alto e si affrettò a raggiungere la ragazza che era con lui. O meglio, era lui ad essere con la ragazza, perché era stata lei a convincerlo a disertare il tè delle cinque con le altre allieve e i loro accompagnatori per venire lì.
Betty si voltò appena per rispondergli “Tu va, se vuoi. Io là dentro non ci torno”
“Spiacente Betty, ma o torni con me o io resto con te”
“Non mi pare tu gradisca molto l’ambiente” rise lei.
“No, infatti, ma non si addice nemmeno ad una signorina ben educata e istruita come te”
Betty scoppiò in una fragorosa e poco educata risata e finalmente si voltò verso il giovane rampollo, che immediatamente ricordò per quale motivo l’aveva seguita. Betty non era come le altre, anche se l’apparenza diceva il contrario. Come tutte le studentesse era molto carina alla vista, l’abito azzurro e blu le contornava bene il fisico asciutto e metteva in risalto i suoi capelli biondi, raccolti in una complicata croccia da cui emergevano alcuni voluminosi boccoli. Ma ad un occhio più attento non sarebbe sfuggito il nastro leggermente storto, il ciuffo scappato all’acconciatura e adagiato scomposto sulla fronte, il trucco leggermente sbavato, l’abito in disordine. L’aveva notata perché era riuscita a distinguersi in un modo tutto suo, quasi selvaggio, come quella risata.
“Povero Henry!” disse una volta calma “Ecco perché non potrà mai funzionare tra noi. E, tra parentesi, Miss Parker ne sarebbe molto sollevata”
“Per quale motivo dovrebbe esserlo?”
“Diciamo che non sono la sua allieva prediletta. Secondo lei staresti bene con Margaret Woodstock, prima della classe in economia domestica, ma anche con Polly Johnson non ti vedrebbe male…eccola, Henry, guarda!” esclamò interrompendo il suo pensiero e indicando qualcosa oltre la marmaglia di marinai che camminavano freneticamente lungo i moli.
“Non è stupenda?”
Ciò che Betty stava indicando era una nave, un mercantile probabilmente, di buona fattura e ben tenuta, armata con una ventina di cannoni e dalle bordature verde muschio, così come il nome, le cui lettere erano contornate in oro in modo che risaltassero sul legno scuro.
“La Persefone” Betty sussurrò il nome della nave con voce sognante.
“Sì, è una bella nave, ma cos’ha di speciale rispetto alle altre?” domandò Henry.
Betty si voltò spazientita verso il ragazzo.
“Quella nave viene dai Caraibi, dal Nuovo Mondo!”
“E allora?”
Betty sospirò.
“Ma non ti hanno insegnato niente a scuola? Per cosa è famoso il Mar dei Caraibi?”
Henry scosse la testa disorientato.
“Pirati!” esclamò lei, sbalordita da tanta ignoranza “La Persefone ha fatto Londra-Caraibi e ritorno sopravvivendo ai pirati. È incredibile!”
“Probabilmente perché non ce ne sono quasi più di pirati” commentò Henry a testa alta “Mio padre dice che la Marina Britannica e la Compagnia delle Indie li hanno praticamente eliminati dai mari”
“Baggianate! I pirati hanno dato una lezione a entrambi meno di vent’anni fa” rispose Betty, irritata dal modo in cui Henry le aveva parlato.
“E chi te l’ha detto questo?” domandò allora lui, divertito.
“Un marinaio”
“Tsk, un marinaio! Pensi che possa credere ad un marinaio ubriacone e non a mio padre?”
“Non era ubriaco!...non ancora, almeno, e comunque ho ragione di credere che tuo padre non abbia mai messo piede su una nave, o sbaglio?”
“Una volta mi ha raccontato di aver navigato lungo la Senna, a Parigi”
“Uh, emozionante!”
Detto questo, diede le spalle al ragazzo e iniziò ad allontanarsi.
“Dove stai andando?” le domandò Henry preoccupato.
“A vedere la Persefone più da vicino” rispose scocciata.
Si sentì poi afferrare di malo modo per un braccio. Cercò di liberarsi dalla presa, ma venne subito riacchiappata e costretta a voltarsi. Si sarebbe aspettata di vedere Henry, invece davanti alla su faccia stava quella abbronzata e sudicia di un marinaio che le sorrideva mostrandole la dentatura tutt’altro che perfetta.
“Vai da qualche parte, dolcezza?” le alitò in faccia, costringendo i muscoli del suo volto a contrarsi in una smorfia disgustata.
“Ah, sì, io…sto cercando mio padre, è il capitano di una nave”
“Ma davvero? E quale nave?” domandò ancora l’uomo, sempre più vicino.
“La Persefone” si affrettò a rispondere lei, tentando nuovamente di allontanarsi.
“Conosco il capitano Gibbs e non ha né moglie, né tantomeno figlie”
“Beh, magari a voi non l’ha mai detto. Ora scusate, devo andare”
Un altro tentativo di allontanamento venne vanificato dal marinaio, che attirò Betty ancora più verso di sé costringendola ad inarcarsi con la schiena per mantenere le distanze.
“Signore, abbiate la decenza di lasciare quella ragazza!” urlò la voce di Henry, anticipando l’arrivo del ragazzo. Il marinaio si voltò in direzione del disturbatore e Betty ne approfittò per tirargli un calcio su uno stinco che lo costrinse a lasciarla andare. La ragazza colse l’occasione al volo e iniziò a correre il più lontano possibile dal marinaio, trascinandosi dietro Henry, costretto a tenersi la parrucca castana con una mano per evitare di perderla. Dopo aver messo una buona distanza tra loro e lo scocciatore, rallentarono la corsa e si sedettero su alcune casse di legno a riprendere fiato. Il giovane Henry sembrava aver patito non poco lo sforzo fisico ed era paonazzo in volto, con la parrucca scomposta che lasciava intravedere qualche ricciolo rosso.
“Ammettilo…ti sei pentito…di non essere tornato indietro…appena hai potuto” fu l’accusa di Betty a Henry, tra un respiro e l’altro.
Il giovane rise.
“Diciamo che, quando mi sono alzato stamattina, mai avrei immaginato di finire in una situazione del genere”
Betty si unì alla risata, ma poco dopo Henry tornò serio.
“Non hai visto la Persefone, però” constatò, guardando verso l’albero della nave, che spuntava tra quelli più bassi delle altre imbarcazioni.
“Tornerò, magari domani” fu la semplice risposta di Betty.
“Potrebbe non esserci più domani”
“Allora tornerò fra cinque mesi, quando sarà nuovamente a Londra”
“Perché ti interessa tanto quella nave?” domandò Henry curioso.
“Il mio destino non è quello di diventare una lady, Henry. Non frequenterò mai salotti nobili né prenderò un tè con la regina. Sono orfana e senza dote e nessuno accetterebbe di sposarmi. Nel Nuovo Mondo, invece, avrei molte più possibilità”
“Non è molto rosea come prospettiva, inoltre chissà, qualcuno disposto a prenderti in moglie potresti trovarlo”
A Betty non sfuggì l’allusione di Henry e sorrise al ragazzo.
“Noi due non siamo fatti per stare insieme, mi sembra di avertelo dimostrato” gli disse con gentilezza, ma il ragazzo non parve arrendersi.
“Mi conosci solo da questa mattina, come puoi esserne certa?”
“Fidati, è così. Siamo due mondi totalmente diversi”
“Non ho proprio nessuna speranza?”
Betty scosse la testa dispiaciuta.
“A questo punto, direi che conviene tornare alla tua scuola. È quasi il tramonto e Miss Parker sarà preoccupata per la nostra assenza”
“Nah, forse per la tua. Probabilmente spera che ritorni da solo con la triste notizia di un mio rapimento o che so io”
Si alzarono entrambi dalle casse e ripresero a camminare verso il centro di Londra. Prima di lasciare definitivamente il porto, Betty lanciò un’ultima occhiata malinconica all’albero maestro della Persefone, promettendogli che sarebbe tornata.

Raggiunsero il quartiere in cui si trovava la scuola di Miss Parker in poco più di un quarto d’ora di cammino silenzioso, Betty davanti e Henry dietro. Per tutto il tragitto la ragazza non pensò ad altro che alla Persefone e alla nuova vita a cui quella nave poteva condurla, lontana da sfarzi, etichetta e buone maniere. Il suo soggiorno alla scuola stava per terminare, i soldi che le erano stati lasciati stavano per finire e per lei sarebbe significato ripartire da zero. Ma in una città come Londra, se non hai delle referenze confermate puoi fare poca strada. Nelle colonie del Nuovo Mondo, invece, tutto questo non valeva, e avrebbe potuto vivere la sua vita come più avrebbe preferito, senza alcuna sorta di vincolo.
“Miss Betty!” la chiamò qualcuno da lontano.
Alzò gli occhi dal pavimento e scoprì di essere arrivata a pochi metri dalla scuola. Vide dei soldati davanti alla porta intenti a parlare con Miss Parker.
“Addirittura i soldati, questa volta?” si domandò a voce alta, incredula, per poi cercare chi l’aveva chiamata. Vide Bobby, il giovane postino, correre a perdifiato verso di lei con qualcosa in mano.
“Miss Betty, questa lettera è per voi, da vostro fratello” le disse il ragazzo ansimante “Deve essere caduta mentre preparavamo i sacchi per la consegna del mattino. Appena l’ho vista sono corso per darla a Miss Parker, come tutte le altre, ma l’ho trovata impegnata…”
“Ferma un momento, Bobby” lo bloccò Betty con un gesto della mano “Ti stai sbagliando. Non ho mai ricevuto lettere in vita mia, ma soprattutto non ho nessun fratello”
“Avete lo stesso cognome, ho pensato fosse vostro padre la prima volta che ho fatto le consegne qui, ma Miss Parker mi ha subito corretto dicendomi che eravate orfana”
“Tu hai consegnato delle lettere per me a Miss Parker?” chiese Betty, nel tentativo di capirci qualcosa.
“Consegno tutta la posta per voi signorine a Miss Parker e poi lei la distribuisce a voi”
“Ma a me non è mai arrivato niente. Sei proprio sicuro che io abbia ricevuto periodicamente delle lettere da mio fratello, se mai esiste”
“Certo! Almeno, da quando lavoro io in questa zona, ho sempre visto una lettera per voi, più o meno ogni mese”
“Fammi vedere quella”
Bobby le porse il foglio di carta piegato che teneva in mano. All’esterno del foglio, in grafia appuntita, erano scritti mittente e ricevente.

Dal tenente Jack Weatherby Turner
Distaccamento della Marina Britannica a Port Royal
Per Morgan Elizabeth Turner
Scuola di Etichetta e Buone Maniere di Miss Gloria Parker
Londra

Losso, losso, sono già imbarcata con altre mille ff, direte voi, perchè ne inizi una nuova?
E avete pienamente ragione, però ho rivisto di recente il film e letto altre fic molto avvincenti sull'argomento...e la mia fantasia ha frullato e frullato ed ecco il risultato...almeno, l'inizio.
Mi serve sapere se vi piace, se Betty ha tendenze da Mary Sue in modo da poterla cambiare sin da subito, se vale la pena svilupparla o se tanto vale cancellarla, grassie :)
Buona lettura, comunque!
   
 
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