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Autore: DeaEris    18/01/2010    4 recensioni
Una raccolta sui Guerrieri d'oro! Sul mio modo personale di vedere i dodici eroi e la loro evoluzione nella storia, ovviamente è un mio modo personale di vedere i Dodici Eroi! A cominciare dallo splendido Aphrodite di Pisces, dal suo modo di vedere sè stesso ed il mondo. Al momento il raiting è verde, ma forse potrebbe aumentare..ancora non lo so!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, voi miei carissimi lettori!
Ho deciso di scrivere un capitolo alla settimana più o meno per darmi anche il tempo di pensare a cosa dire di ogni Gold Saint, visto che i nostri beniamini sono senza dubbio molto complessi.
Hanno così tante sfaccettature, che un progetto di questo tipo si rivela piuttosto complesso, insomma è difficile racchiudere ogni aspetto del carattere di un Gold Saint, visto che si possono creare tranquillamente one-shot soltanto prendendo a modello un aspetto caratteriale dei vari Gold!
Ho deciso di seguire un certo ordine nel parlare dei cari Goldini, ovvero in ordine decrescente...per questo non vi è reale motivazione, semplicemente mi andava di fare così e così ho deciso di agire.
Il prossimo è dunque Camus, che ho scritto mentre in teoria stavo studiando!


Camus dell'Aquario.
Era un nome dolce, quasi musicale.
Il suo stesso aspetto rappresentava eleganza.
Lunghi i capelli risplendevano del colore dei rubini più preziosi, lisci e sempre perfetti, come se fossero intrisi di ghiaccio sottile.
Circondavano con eleganza un viso di forma ovale, di sublime eccellenza, come se fosse stato scolpito in un ghiacciaio.
Gli occhi eran freddi, impassibili, ma di un tiepido color nocciola.
Ogni aspetto in Camus ricordava un divino ghiacciaio, un iceberg eterno, duro ed impenetrabile, incapace di esternare sentimenti o una seppur vaga sensazione.
Eppure, in un qualche modo lui era solo timido, come se temesse l'arrivo della Primavera e di sciogliersi ai tiepidi raggi del Sole.
Il freddo ghiaccio della Siberia aveva ricoperto il cuore delicato di un suo figlio acquisito.
Francese per nascita, dei ghiacci sublime padrone.
I colori caldi della sua persona sembavano quasi esser opera del freddo vento del Nord.
L'espressione era severa, priva di incertezze, quasi dura, come i modi ed il passo elegante e cadenzato.
La pelle era candida come la lontanza dal Sole e la neve siberiana avessero ricoperto la sua persona.
Tuttavia, come iceberg, Camus nascondeva tutta la sua sensibilità.
L'iceberg mostrava solo il dieci per cento, come Camus mostrava solo la sua parte più glaciale
Nascondeva il suo animo forse per paura o forse per proteggere il suo animo fragile come cristallo.
L'animo gentile era celato e a tutti precluso.
Doveva difendere la Dea e per essa il freddo ghiaccio, di cui era signore e padrone, congelava.
La bellezza non esisteva e neppure lacrime o segni di debolezza a cosa servivano?
Eppure, la bellezza era manifesta in lui, come nell'Aurora Boreale, la grazia nei movimenti era pari alla delicata caduta di un candido cristallo di neve.
Lui stesso era simile a ghiaccio, poichè trasparente appariva il suo animo, poichè freddo sembrava il suo spirito.
La differenza tra apparire ed essere era però qui esempio lampante, come una lamina di ghiaccio sottile ed insospettatamente fragile.
Camus era riuscito a celare in sè sentimenti ed emozioni, forse per paura di poter esser ferito.
Per anni il suo autocontrollo, la sua decisione aveva influito ed aveva continuato a costruire quella maschera di ghiaccio.
Quasi nessuno era riuscito mai ad entrare nel suo spirito.
Era questione di vita celare il suo animo caldo con una maschera di doloroso freddo.
L'orgoglio impediva la distruzione della maschera che ormai da anni alterava i magnifici lineamenti, rendendoli ancora più freddo, ma a volte ed in solitudine questa cedeva, lasciando il passo a lacrime di dolore e sofferenza, come se il ghiaccio si fosse sciolto appena in pochi istante.
Le lacrime di cristallo eran sgorgate da fonte ormai congelata, quando Camus fu costretto a recidere la vita di colui di cui si era preso cura per sei lunghi anni.
Doveva distruggere ciò che lui stesso aveva faticato a creare e lo fece.
Lo fece, palesando la sua sofferenza, quando non vi era più nessuno a vederlo.
Rinchiuse il suo pupillo lontano dalla propria Casa per evitare che il sonno di ghiaccio si interrompesse per un disturbo.
Racchiuse il suo stesso cuore in quel feretro lontano dalla sua Casa per non dover guardare la debolezza che in quegli istanti lo aveva vinto, per non dover sempre vedere una bara di spesso ghiaccio.
Le lacrime non si addicono al Signore dei ghiacci.
Lui doveva apparire freddo, ma quanto dolore celava nel suo animo nobile.
Non si aspettava che tre ragazzini, tre corpi e tre Cosmi bambini riportassero la vita in un corpo congelato.
Il disinteresse, che da sempre palesava, si infranse e lui osservò con attenzione lo scontro tra colui che era come un figlio e colui che era da sempre il suo unico amico, consapevole che qualunque fosse il risultato, il dolore avrebbe nuovamente preso il sopravvento e che nulla sarebbe stato visibile sul suo viso.
Muto silenzio fu la risposta a molte domande di Milo, ma lui sapeva bene come interpretare il silenzio del ghiaccio eterno.
Fu alla fine di quella battaglia che Camus seppe.
Seppe che nuovamente avrebbe dovuto affrontato il discepolo.
Seppe che il giovane era più forte ed attese fermo come un iceberg nel mezzo del mare degli eventi, impassibile in viso come la maschera, che da sempre portava.
Mai vi fu richiesta di aiuto, mai un segnale di bisogno nè sul viso e neppure sul suo modo di agire: sempre freddo e cristallino, come ghiaccio.
A cosa serve qualcuno se il cuore il freddo che uccide chiunque ricopre il cuore?
Niente può aiutare il ghiaccio.
Il ghiaccio non teme nulla, neppure di venir distrutto.
Il combattimento era altro campo in cui la freddezza prendeva il sopravvento.
Camus combatteva senza fronzoli, senza inutili passi falsi, con la sicurezza di agire per un bene superiore, ma anche con il suo intelletto superiore, visto che sempre era controllato, freddo ed oggettivo, il suo modo astuto e pragmatico gli impediva di combattere impulsivamente.
Ogni cosa era dominata dal raziocinio, tutto era dominato dalle grandi leggi della fisica e lui ne era esperto conoscitore.
La fermezza era sua caratteristica nel combattimento, non era mai preda di sentimenti.
Era solo.
Camus di Aquarius era sempre stato solo, ma nella sua solitudine aveva trovato la forza e la freddezza per proseguire la sua strada.
Non amava neppure perdere tempo in un inutile vortice di dolore e le lacrime eran congelate nei suoi occhi caldi.
Freddo nella vita ed ancor più glaciale e terribile nel combattimento.
Hades:
La morte spense Camus.
Una morte fredda ancor più di quanto si era aspettato, ma quale onore ed orgoglio aver contribuito alla crescita ed all'allenamento colui che lo aveva sconfitto.
Aveva lasciato il dominio delle energie fredde al suo pupillo, aveva lasciato un guerriero appena nato, un rimpianto, ma aveva la maschera di ghiaccio sul viso e sul corpo intero ad impedirgli di palesare quell'improvvisa debolezza, mentre cadeva al suolo e lodava il discepolo con parole di rispetto.
La luce ed il calore della vita lo accolsero nuovamente una notte.
Aveva giurato fedeltà ad un malvagio per poche ore di vita.
La maschera di ghiaccio tornò lesta a ricoprire i lineamenti perfetti e nobili, talmente rapida che neppure un Dio si accorse dell'inganno muto.
Lui era incapace di gioire anche solo leggermente di quella vita apparente, mentre assaltava colei che doveva proteggere.
Quante lacrime di dolore scesero dai suoi occhi nocciola, senza esser viste da alcuna persona.
Eran lacrime di sangue piante con il cuore straziato dal dolore.
Sorpresa, delusione e dolore vide sui visi amici, ma non poteva neppure per un attimo fermarsi a spiegare e a parlare.
Lui doveva esser considerato traditore e la maschera di ghiaccio era perfetta per celare al Mondo la verità.
Era spiato e per questo appariva traditore spietato.
Spietati furono i giudizi.
Non poteva parlare, neppure a Shaka, neppure al ricordo di Shaka, che aveva battuto, grazie al triplice attacco proibito "Athena Exclametion".
Era stato parte e causa della morte di un puro compagno.
La maschera di ghiaccio proteggeva la sofferenza, celava le lacrime dietro controllo e fermezza.
Nessuno doveva sapere, ma quale intenso dolore esser odiato dagli amici, che non potevan vedere il suo animo, perchè ottenebrato da strato di ghiaccio spesso.
Delusione avvertì in Milo, mentre stringeva il suo collo sottile.
Non poteva più vedere la luce, non poteva più sentire l'odore dei fiori, non poteva sentire la voce dei compagni e la parola era preclusa a lui, merito dell'attacco di Shaka, ma il calore del corpo che lo portava da Athena lo percepiva, lo sentiva come un tempo aveva sentito il freddo dei ghiacci.
Dodici ore di vita apparente eran per una missione.
Traditore, mentre tradiva, eppure lui era sempre stato trasparente come il ghiaccio, suo fedele suddito.
Apparve davanti alla donna nemica, celando nuovamente il suo odio dietro una maschera di ghiaccio ancor più solida e perfetta, per evitare che ella vedesse il risentimento sul suo viso splendido.
L'inganno venne scoperto.
La vita apparente finì.
Lui svanì nuovamente tra le braccia di colui che aveva allenato, ma stavolta era sereno.
La maschera di ghiaccio si era infranta due attimi prima che lui svanisse nell'aria, simile ad un delicato cristallo di ghiaccio.
Lui, uomo freddo e glaciale da sempre, aveva infine donato senza cedimenti ed incertezze la vita per generare un solo Raggio di Sole, lui che fin dalla gioventù non lo sopportava; emanava troppo calore.
Sorrise luminoso e dolce, come il Cosmo che dorato lo avvolgeva.
Disse parole calorose e piene d'affetto per quel caro discepolo.
Insieme al Muro del Pianto cedeva e si infrangeva la maschera di assoluta perfezione, composta da giaccio fino a quel momento infrangibile, ma ormai era tardi.
Unica consapevolezza: il raggio di Sole negli Inferi aveva disintegrato il suo corpo e il ghiaccio attorno al suo cuore.
Quell'unico raggio di Sole negli Inferi aveva illuminato una vita di dolore, che aveva reso freddo e glaciale un giovane di squisita intelligenza.
La Giustizia era calore e lui ora poteva bearsene e risplendere come tiepido raggio Solare sulla neve, che lo salutava cadendo lenta al suolo, come se stesse piangendo per il suo Re.

Note Dell'Autrice:
Ecco qua il secondo capitolo.
Mi rendo conto solo adesso che questo progetto si rivela essere piuttosto complesso, in quanto si tratta di penetrare nelle scorze dei vari personaggi e portare alla luce il loro carattere e le loro debolezze.
Camus è per me un personaggio piuttosto complicato e non è che mi piaccia particolarmente, anche se spero di essere riuscita a renderlo bene.
Sicuramente è timido, introverso, silenzioso, schivo e freddo, ma non è solo questo...è dotato di una sensibilità notevole.
In lui vi è tanto calore, tanta dolcezza e tanta sensibilità, ma è come se temesse a mostrare questi aspetti, difatti l'ho nominato più volte come "mascherato".
Questa storia è personale, ovvero è come vedo io Camus, il che può non piacere a tutti e non è detto che la mia visione piaccia a tutti o sia proprio esplicativa di come sia Camus in verità o sia così per tutti.
Vi ringrazio per l'attenzione e per aver letto!
Spero vi sia piaciuto^^!
Rispose alle Recensioni:
Baby Lili:
Ti ringrazio moltissimo! Eccoti qua il principe dei Ghiacci, anche se è il personaggio con cui mi sento sicuramente meno affine e quindi non so se sono riuscita a descriverlo per bene, ma ti ringrazio per i complimenti sul guerriero della perfezione fisica. Spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative^_^! Buona Notte a Te!
Gufo_Tave: Grazie..apprezzo il fatto che l'idea ti sia piaciuta, ma dimmi cos'è che non ti convince del mio stile? Io apprezzo molto le critiche, poichè aiutano a migliorare e mi piacerebbe sapere da te, ove sbaglio per poter migliorare ulteriormente, anche perchè sinceramente sei la prima persona che critica il mio stile di scrittura definendolo poco fluido.
Aoede: No..sinceramente l'intento era quello semplicemente di portare un nuovo modo di vedere Aphrodite, intento che spero essere riuscita a portare anche in Camus. Secondo me, alla fine Saga più che alla Lune sembra più un cielo stellato con qualche nuvola a corrompere la sua purezza, ecco...ma indubbiamente ognuno vede il paragone di un qualunque Gold..io ho idea che ogni Gold rappresenti un elemento naturale: Aphrodite la Luna e le Rose, Camus il Ghiaccio e la Neve! Spero che questo personaggio non ti abbia deluso...grazie per i complimenti e per aver lasciato una piccola recensione^^!
Sakura2480: Grazie mille per i tuoi complimenti! Infatti, fai conto che mentre parlavamo io avevo appena pubblicato la storia, infatti molte cose che ti dissi, le avevo appena scritte nel capitolo. La conversione davanti a Radamanthys era già in atto, solo che è quello il maggior momento in cui Aphrodite cessa di essere perfetto per tornare alla sua dimensione di uomo.
Spero che Camus ti sia piaciuto, anche se è sicuro che non è uno dei personaggi che amo descrivere.
Tsukuyomi: Grazie mille carissima! Lo sai che Aphrodite che incarna la checca isterica mi da particolarmente fastidio, per il semplice motivo che chiunque scriva una cosa simile su Aphrodite significa che non ha ben in mente che tipo di personaggio sia. Del resto ne abbiamo parlato su msn e grazie alle tue parole, io ho cambiato e modificato il capitolo precedente, completando l'oscurità, ma son felice che ti sia piaciuto abbastanza.
Certo Aphrodite è uno dei più complessi da descrivere e forse è anche per questo, che non sono riuscita a dire ogni cosa che volevo, perchè per dar giusto spazio ad Aphrodite si potrebbe scrivere una fanfiction di diversi capitolo solo sui pregi e sui difetti del nostro svedese. Spero ti piaccia anche Camus, purtroppo non amo particolarmente questo personaggio e forse si sente la mancanza di calore da parte mia nel descriverlo.
  
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