questa è la mia prima ff.. mi raccomando scrivetemi!!!!
LE FORESTE
Il trasferimento
Roberta stava masticando rumorosamente una gomma, i suoi occhi verdi erano assenti, rapiti dai suoi pensieri e sogni.
Roby, così la chiamava la gente del luogo era una sognatrice ad occhi aperti infatti si rifugiava spesso nei sogni, per lei era una via di conoscenza tramite questi poteva superare i suoi più oscuri timori e vivere, se così si può dire, i suoi più profondi e remoti desideri.
Era una ragazza timida quasi chiusa però molto dolce.
I suoi capelli erano strani: lisci e lucenti fino a mostrare i boccoli biondi che le ricadevano dolcemente sulle spalle, era molto magra ed usava spesso gonne e felpe.
Ma oggi Roberta stava pensando a questo grande e triste giorno che stava per affrontare;il trasloco. I suoi ci stavano riflettendo giù da qualche giorno, da quando ms. Robson , suo padre aveva avuto un contatto di lavoro dall’ Italia. Lui credeva che fare il manager dell’ Apple sarebbe stato un bel lavoro, migliore forse di quello che faceva già. La signora Robson aveva accolto l’idea con gran fervore . Nei giorni seguenti le valigie sostavano già all’entrata , ma pensare di dover lasciare per sempre il paese di cui si è nati e vissuti la rattristava, doveva anche pensare a Roby a come sarebbe stata la sua reazione in proposito; Roby doveva lasciare i suoi amici, parenti , la casa, ma lei non aveva più tempo per pensare: il grande giorno era arrivato e almeno Mary Robson mostrava un cenno di felicità, al contrario Ms. Robson incoraggiava tutta la famiglia, e Roby invece si era rifugiata nella sua stanza. Rivedeva i suoi ricordi li dentro, i suoi peluche sul suo letto, l’armadio ormai vuoto.
Aveva voluto lasciare tutto com’era. La casa era avvolta da un sottilissimo e impalpabile velo: la tristezza. Ogni cosa ne era avvolta ed una lacrima, una piccola si lasciò cadere come addio alla casa.
Il Signor Robson preparava la partenza da due giorni ma ora appariva piuttosto scombussolato, gli era sempre piaciuta quella città un po’ caotica ma bella, era situata nella Russia verso S. Pietroburgo. La Signora Robinson, invece, l’adorava, in quella città erano successe molte cose, Mary aveva visto i suoi nonni, i suoi genitori, sapeva tutto di quella casa; tra un singhiozzo e un altro ricordò i giorni in cui era arrivata Roby e in un susseguirsi di immagini la tristezza si insinuò tra la semplice famiglia.
- Dovrò essere forte – sussurrò a se stessa lasciandosi andare.
Intanto vide sua figlia che aveva preparato e riposto dolcemente i bagagli nello spazioso portabagagli dell’auto.
- Madre quando partiamo? – echeggiò la voce di Roby nella casa
- Non preoccuparti bambina mia, ritorneremo – disse Mary con così poca convinzione che non servì a rassicurare neanche se stessa.
Intanto Lutien cercava con ardore il suo palmare, e accorgendosi di averlo gia in macchina si rassegnò ed ingurgitò frettolosamente la colazione insieme alla sua famiglia, dando di volta in volta un’occhiata al vecchio orologio di casa e infine controllando per l’ultima volta il rudere appeso sopra un grazioso mobiletto in legno.
- Andiamo – tuonò felicemente.
Al che la famiglia chiuse la porta e andò ad accomodarsi sul sedile della macchina.
Partendo Roby ascoltò musica. Il viaggio andò bene durò due giorni interi in cui la malinconia la invase …