Titolo: Bloody Moon
Autore: just_a_girl ( aylysangel)
Rating: Arancione (in futuro potrebbe anche cambiare)
[ Per Disclaimer, avvertimenti e altre informazioni che
riguardano la
storia, vedere il primo capitolo.]
Bloody Moon
Ho
p - paura…
Rimasi
pietrificato. Quella voce dolce e delicata di
una bambina risuonò nella mia testa. Mi sembrava famigliare.
Shhh…
troverò il modo di… Usciremo da qui. Promesso!
Ma…era…
era la mia voce, quella? Sembrava fosse la
mia, quando ero ancora un bambino.
Ci
f - faranno del male?
Ecco di chi era
la voce! Era di Rey! Ma… Cosa stava
succedendo? Io non ricordavo di aver mai fatto questa conversazione.
E’ vero,
certi ricordi di quando si è piccoli si perdono
ma…
I miei
ragionamenti furono interrotti da una voce. Il
scenario era come cambiato, ora distinguevo delle sagome anche se molto
sfocate
ed oscurate.
Adesso
ci divertiremo un pochino…
Il proprietario
della voce rise e quel suono mi
sembrò talmente schifoso da farmi venire il voltastomaco. Lo
sentivo strisciare
come un viscido serpente nella mia mente.
Uccidila!
Quell’ordine
mi fece venire i brividi, non sapevo se
erano di paura o erano altre le mie sensazioni. Vedevo a malapena
un’ombra alta
e aggraziata muoversi, dalla forma sembrava una donna. Si muoveva verso
un
punto, un angolo da dove provenivano lievi singhiozzi e a quel suono un
istinto
protettivo scattò automaticamente dentro di me, come una
molla.
M
- mamma?
Il sangue mi si
gelò nelle vene. Quella era
nuovamente Rey.
La figura
avanzava. Sembrava incerta…
Uccidila,
ho detto!
A
quest’ordine la figura si fiondò su quella
rannicchiata nell’angolo, quella più piccola,
quella che forse era di Rey. Mi
agitai, il mio respiro accelerò, il mio cuore pompava sangue
a più non posso.
Sentivo suoni strozzati, un respiro mozzato, singhiozzi soffocati. Cosa
le
stava facendo? La stava uccidendo? Dovevo fare qualcosa e subito,
anche, ma mi
sentivo inutile, non riuscivo a muovermi. Mi veniva da piangere dalla
frustrazione e dalla rabbia. Quel tormento continuava, i suoni si
stavano pian
piano affievolendo.
Poi tutto
cessò. Il ringhio di Kyuubi mi riportò
alla realtà, ma le sensazioni di nausea ed angoscia
continuavano a strisciare
dentro di me. Mi
sorpresi nel constatare
che non mi ero mosso. E’ vero, respiravo velocemente ed
è altrettanto vero che
ero sudato ma a quanto pare, a parte questo non avevo fatto niente, mi
ero
agitato solo psicologicamente. Alzai lo sguardo e lui, lo sconosciuto,
era lì
solo che voltato di spalle. Era parecchio rigido, come una statua,
però non
aveva perso la sua bellezza.
“ Qual
è il tuo nome?”, mi chiese con un tono di
voce ancor più freddo di prima. Sembrava quasi trattenersi
dal ringhiare o qualcosa
del genere, perché la voce suonò bassa.
Chissà quanto tempo era passato da
quando avevo visto la “visione” o qualunque cosa
fosse quella.
“ Che
ti frega?”, chiesi con un tono non troppo
cortese, malgrado tutto. Ero irritato per le cose strane che mi erano
successe,
per la tensione degli ultimi giorni, per lui… non ero
riuscito a trattenermi.
Domani, anzi, oggi sarei stato intrattabile.
“ La
preside stessa mia ha incaricato di prendere
tutti quelli come te che gironzolano per la scuola dopo il coprifuoco,
di
rimandarli nelle loro stanze e di riferirle i nomi così poi
può fare la sua
chiacchierata con loro. A quanto pare
sei nuovo, non so il tuo nome… “. Sembrava stesse
spiegando la cosa a un
bambino di due anni e ciò mi innervosì.
Sbuffai.
“ Naruto…Naruto Uzumaki”, dissi. Lui non
si
voltò minimamente. Restò lì,
impassibile.
“Vai
nella tua stanza, Uzumaki…”, disse.
Cominciò a
dirigersi verso la scuola. “Penso non ci sia bisogno che ti
accompagni.”
Non risposi.
Abbassai lo sguardo e feci tre respiri
profondi. Quando alzai lo sguardo, lui non c’era
più. Sbuffai nuovamente.
“ E
domani chi la sente, quella?” , borbottai tra me
e me incamminandomi dalla stessa parte dov’era andato lui.
Lui… Non sapevo
nemmeno come si chiamava!
***
Sasuke camminava
veloce e silenzioso per i bui
corridoi della scuola. I pugni serrati, così come le labbra,
gli occhi letali
con le nere iridi dilatate così tanto da quasi non
distinguere più il bianco
degli occhi. Mille pensieri si affollavano nella sua testa. Stava per
perdere
il controllo, stava per mordere quel Uzumaki. Era stato attratto da
quel
profumo che lo aveva ammaliato e lo aveva portato lì, a poca
distanza da quel
ragazzo. E poi quello stesso profumo, come un potente afrodisiaco,
aveva
stordito i suoi sensi, facendogli perdere la ragione per qualche
secondo.
Ricordava così bene il l’instante quando aveva
incontrato quelle iridi celesti
che guardavano il vuoto e sentiva così bene il ritmo
incalzante del cuore che
accelerava sempre più i battiti. L’aveva impresso
nella mente.
Strinse i pugni
ancor più rabbiosamente. Non poteva
fare certi pensieri in un momento come quello, non dopo aver corso il
rischio
di mordere un umano… Doveva calmarsi, riconquistare il
controllo perso.
Non si accorse
di esser arrivato alla sua destinazione
se non quando si trovò giusto a qualche millimetro lontano
da una grossa porta
in mogano. L’aprì ed entrò nella
spaziosa stanza che vi si trovava dietro. Si
diresse verso la finestra non resistendo alla tentazione di guardare.
Lo vide.
Camminava tranquillo, a petto nudo mentre si passava distrattamente una
mano
tra il casino di capelli che si trovava in testa. La pelle luccicava
sotto i
raggi deboli della luna.
Lo vide fare
qualche altro passo per poi sparire dalla
sua visuale. Da lassù non si poteva vedere la porta
d’ingresso della scuola.
Aveva detto al portinaio di lasciarla aperta apposta per lui, per
quando
sarebbe arrivato.
“ Era
lui?”. La voce del fratello suonò vicina, non
si era nemmeno accorto della sua presenza lì, accanto a lui.
Non rispose.
“
Niente male… “, proseguì Itachi dopo
qualche
secondo di silenzio. Sasuke continuò a stare zitto, non
riusciva ancora a
calmarsi. Il fratello si girò verso di lui, lo
squadrò e ciò diede ulteriormente
sui nervi al minore degli Uchiha. “ Sembri
agitato… c’è qualcosa che non
va?” ,
domandò. Sembrava preoccupato.
Sasuke si
voltò e lo guardò diritto negli occhi. Il
fratello scrutò le sue iridi indagando. “
Cos’è successo?” , domandò.
Sasuke fece una
smorfia che poteva sembrare un
sorriso amaro. “ Stavo per morderlo…” ,
asserì con voce arrochita. Itachi si irrigidì,
inclinò la testa da una parte dopodiché fece per
dire qualcosa ma fu interrotto
da una persona che fece il suo ingresso proprio in quel momento. Era un
ragazzo
non troppo alto, aveva i capelli cremisi e gli occhi castani con
striature
rosse, le labbra erano piene e la pelle nivea. Era molto bello ma
altrettanto
freddo.
“ E
che problema c’è, piccolo Uchiha?” ,
domandò il
rosso. Sasuke gli lanciò un’occhiataccia. Non
sopportava quando lo chiamavano
così.
Incurante,
il
nuovo arrivato proseguì: “ Infondo sei un vampiro,
proprio come me… Mordere è
nostra prerogativa.” , concluse sedendosi comodo ma elegante
su una delle
poltrone presenti al centro della stanza.
“
Sasori… “. Itachi salutò il rossino con
un cenno
della testa.
“
Avevo ragione io, comunque…”. I tre si voltarono
verso il proprietario della voce che era entrato in quel momento. Era
un
ragazzo dai capelli abbastanza lunghi, biondi e raccolti in una alta
coda da
cavallo che lasciava ricadere un grosso ciuffo sulla parte sinistra del
volto.
Gli occhi erano azzurri e anche la sua pelle era nivea. Sulle sue
labbra era
dipinto un sorriso biricchino che scopriva i denti bianchissimi. Si
diresse da
Sasori e con movenze quasi feline si sistemò a cavalcioni
delle sue gambe. Si
abbassò lentamente verso il suo orecchio e
sussurrò qualcosa che
fece nascere al rossino un piccolo
sorriso sulle labbra. Il biondino ridacchio, si mosse leggermente
all’indietro
e scoprì il collo portandolo poi all’altezza delle
labbra di Sasori. Questi le
dischiuse, le sue iridi diventarono nere e si dilatarono mentre i
canini si
allungavano. Leccò dolcemente una porzione di pelle per poi
affondare i canini
e cominciare a succhiare quel liquido scarlatto che sgorgava dalla
ferita.
Dalla parte
della stanza dove c’erano le finestre si
sentì provenire un verso gutturale. Sasuke
digrignò i denti e fece per andarsene
ma Itachi lo fermò per un braccio. “ Dove stai
andando?” , chiese.
“ A caccia”
***
Bip…
bip… bip…
Una donna alta e
snella, dai lunghi capelli castano
chiaro e dagli occhi del medesimo colore, controllava una pila di
fogli, le
scritte scorrevano veloci mentre lei le analizzava attentamente. Il suo
camice
bianco e la sua espressione le dava un’aria autoritaria.
Si
fermò per
dirigersi verso il letto della stanza dove giaceva il corpo di una
ragazza dai
lunghi capelli corvini. Controllò le varie macchine presenti
lì dopodiché
chiamò un’infermiera.
“
Chiama la dottoressa Uakiwa * e dille ho richiesto
la sua presenza nella stanza 307.”, disse.
L’infermiera non se lo fece
ripetere, se ne andò lasciando la dottoressa lì,
a controllare nuovamente quei
fogli. Dopo qualche minuto una giovane donna piuttosto alta,
dall’aria delicata,
con capelli castano scuro dal taglio corto e dagli occhi di un marrone
tendente
al nero, fece la sua entrata. Sembrava agitata.
“
Dottoressa Dawson, mi ha chiamata. C’è qualche
problema?”, domandò. La donna dai capelli lunghi
alzò lo sguardo. “ Ah, no…no.
Non si preoccupi, Shizune. Non c’è alcun problema,
anzi…”, la rassicurò. Si
diresse velocemente verso di lei e le porse la pila di fogli.
“ Guardi qui!” ,
la esortò.
Uakiwa
cominciò ad esaminare il materiale ricevuto.
I suoi occhi si spalancarono.
“ I
valori… sono cambiati…” , disse.
“
Già. A quanto sembra la ragazza sta per
riprendersi”.
Shizune
guardò l’altra donna e le sorrise. “ La
ringrazio per avermi avvisata.”
“
Dovere.” , sorrise di rimando. “ Ora dovrei
andare.” Detto ciò, se ne andò
lasciando la donna dai capelli corti persa nei
propri pensieri. Stette così per qualche minuto
dopodiché si voltò per
andarsene.
Bip...
bip……bip………biiiiiiiiiiiii―
***
Naruto si
svegliò di soprassalto. Il suono
squillante della sveglia gli faceva venire il mal di testa. La luce
proveniente
dalla finestra si posava sul suo volto facendogli male agli occhi. Li
serrò
mentre con la mano cercava a tentoni quel oggetto infernale che
disturbava la
sua quiete. Lo trovò e non rimase a rimuginare, lo prese e
lo scaraventò da
qualche parte della stanza, tutto per farlo tacere. E questi tacque,
non prima
di aver emesso un ultimo gorgoglio. Il biondino, stancamente, si porto
le mani
al volto mentre un sospiro usciva dalle sue labbra carnose.
“
Buongiorno!” , fece ironico. Non con pochi sforzi
si mise seduto, la testa gli faceva un male cane.
Sbadigliò
sonoramente. Era stanchissimo, quella
notte non aveva chiuso occhio e per di più quello sarebbe
stato il primo giorno
di scuola.
Qualcosa gli
preannunciava che sarebbe stato molto
lungo.
* Non sapevo il
cognome di Shizune cosi me lo sono
inventato. Lo so… come cognome fa pena
ç__ç.
Aylysangel’ s Little Corner^^:
HUH
… ce l’ho
fatta!!! Ciao! Come va?
Per
me…Da schifo
ç__ç.
Come
forse
avrete notato, ho modificato il tempo del racconto in prima persona,
non più al
presente, e l’ho adattato allo stesso tempo del racconto in
terza. Penso così
sia meglio. Appena potrò, modificherò anche le
alter parti scritte in prima
persona. ^^
Non vi tratengo
oltre con le mie chiacchere…
rispondo solo ai commenti e me ne vado!
Capitatapercaso:
Beh…che
dire? Sono
immensamente felice che, nonostante gli errori che hai menzionato, il
capitolo
ti sia piaciuto. E’ vero, il capitolo non mi ha soddisfatta
particolarmente ma
devo dire che ho ancora molto da imparare e ti ringrazio se mi fai
notare le
cose così magari provo a non fare gli stessi errori in
futuro. Per quanto
riguarda i personaggi… Ho un bel po’ di
presentazioni da fare, in effetti. Come
vedi ne ho introdotti alcuni anche qui!^^ Spero che questo capitolo ti
sia
piaciuto! Aspetto con ansia il tuo giudizio. E’ molto
importante per me.
TsukiHime:
Contenta
che la
storia ti piaccia! ^__^ Purtroppo,
nonostante lo voglia molto, non riesco a postare spesso
ç__ç. Ma spero che
questa volta io non ti abbia fatto aspettare troppo.
Ciao ciao!