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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    19/01/2010    0 recensioni
[NamixRufy (anche se all'inizio non sembrerebbe), FrankyxRobin]Sono passati venti anni, e Rufy è diventato Re dei Pirati. Tuttavia, un giorno, scompare improvvisamente. Nami trova uno strano oggetto luminoso, che le fa 'vedere' che Rufy si trova in pericolo. Nottetempo, uno sconosciuto approda sull'isola dove lei, Rufy, Zoro, Robin e Franky si erano stabiliti. Il suo galeone, il 'Bringer of Death' si è 'casualmente' arenato... La navigatrice e il suo gruppo, composto anche da sua figlia e quella di Franky e Robin, dovranno accettare il suo aiuto...
[Era sicura di non aver mai incontrato un veliero simile, non era per nulla familiare: il legno in cui era costruito era nero, reso lucido dalla pioggia. I parapetti erano d’oro, così come la polena, raffigurante un leone ruggente dall’intricata criniera, con una lacrima di diamante nell’occhio sinistro. Le vele erano spiegate, color crema, dalle finestre del cassero di poppa si vedevano le fiamme verde smeraldo di piccole candele. Il resto del galeone era perso nell’oscurità. Un fulmine saettò nuovamente in cielo, illuminando per un attimo la bandiera della maestosa imbarcazione, situata sull’alberetto di controvelaccino, ovvero nel punto più alto dello scafo: raffigurava un teschio con le corna di cervo, contornato da una collana di spine...]
Introduzione modificata per tag br finale.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo recensioni *ringraziamenti a tutti*

 

xEmildrago: Ecco qui! Ho (più o meno) descritto Tsunami e Franny. Di solito evito di inserire più descrizioni in un solo capitolo, per non farlo risultare più ‘pesante’ e rendere l’azione più scorrevole. Lux in realtà è un personaggio già comparso in una delle mie fanfic, nel corso della storia però si scoprirà di più sul suo passato (sperando che non sia banale).

 

xLusty: Sperando che queste RuNami e FRobin non siano OOC. XD

(Beh, li ho messi come alcuni dei pg principali perché voglio vedere se riesco a ‘gestirli’)

Beh, Tsunami l’ho letteralmente riciclata perché a immaginare OC proprio sono negata, non avevo fantasia per i nomi e per un altro motivo. :D

Guarda, anche io nutro un odio profondo per Nami (non sembrerebbe, ma è così. Dopo di lei odio solamente Chopper), ma ho cercato di superare le ostilità con lei… Con risultati nulli.

Beh, ‘konkon’ sarebbe anche un modo per dire qualcuno che parla molto velocemente, come ‘pikapika’ è qualcosa che luccica, per intenderci. Povera Ko, ultracinquantunenne non so se riuscirebbe a reggere un’altra fanfic. *coro di ‘mandatela in pensione’*

Lo stile copione mi viene molto più semplice da usare, ma ogni tanto è bello cambiare. In genere lo uso quando tratto di due personaggi, con più farei molta confusione, quindi uso lo stile copione.

Sanji lo incontreranno molto presto, te l’assicuro.

(Che One Piece sarebbe senza Sanji?)(Questa frase suona familiare… ndNami)

 

 

 

Mentre Lux Lucis era filato nella sua cabina personale, Tsunami e Franny si erano svegliate. La prima, con gli occhi color della notte, sbadigliò, ben aggrappata a sua madre per non cadere sul pavimento nero d’inchiostro. Nami affondò una mano tra i lunghi capelli rossastri e lisci di sua  figlia, carezzandola.

Non aveva ancora capito in che guaio si erano andati a cacciare.

Franny si abbracciò al collo di suo padre, i corti capelli azzurri mossi dal vento, mentre Robin la baciava sulla fronte sussurrandole parole dolci, affettuose, mandandole indietro la frangetta.

 

“Mamma… Che succede?”

“Tsunami cara… Aspetta…”

“Mamma… Sta piovendo… Come siamo arrivate qui? Fa freddo…”

 

Le onde si infrangevano violentemente contro la Bringer of Death.

Eppure, questa navigava senza il minimo segno di cedimento, resisteva fiera proprio come un leone combatte fino alla morte. Il timoniere, un tipo basso con un occhio completamente bianco, sembrava tranquillo, anzi lanciava bottiglie di rhum a destra e a manca, e i membri della ciurma le prendevano al volo ridendo e scherzando.

 

“Mammina… Chi sono queste persone?”
”Franny! Questi sono… Beh, una ciurma di pirati”

“La peggiore di tutti i mari, bellezza!”

 

Gridò un pirata, con uno straccio attorno al collo e una scopa stretta in pugno: il mozzo, un tipo strano (aveva attaccati alle orecchie degli ami di ferro, e a loro volta attaccati ad essi c’erano delle cozze usate come orecchini) con l’aria non molto sveglia e apparentemente strabico.

Un tuono, ed ecco che la porta che conduceva sottocoperta si aprì, mentre fiamme verdi saettavano dalla porta, facendola assomigliare alla bocca di una fornace. Una figura fece il suo ingresso in scena. Franny e Tsunami si spaventarono, ma la ciurmaglia applaudì e fischiò divertita.

 

“Ahahah! Al capitano Cervobianco piace fare scena!”

 

Lux Lucis infatti era ora vestito molto elegantemente, come si confà a un capitano. Tsunami pensò che somigliava molto al vestiario dei pirati ‘classici’ di cui aveva letto tempo fa in vari libri. Aveva una benda nera sull’occhio in corrispondenza della guancia graffiata e il suo fido pappagallo sulla spalla.

 

“Cervobianco! E’ così che ti chiami, allora!”

 

Disse Zoro, trionfante.

Il capitano lo ignorò e si levò il tricorno nero, facendo un inchino alla ragazza e alla piccola Franny.

 

“Signore…”

 

Prese la mano della rossa e le diede un bacio.

Lei ritirò la mano, lusingata. Il ragazzo era stranamente familiare, come se l’avesse già visto da qualche parte. Come leggendole in pensiero, egli disse:

 

“Sì, ci conosciamo… Ci siamo incontrati nei miei sogni”

 

Nami sbuffò.

Un perfetto estraneo che prima ci aveva provato con lei, ora ci provava con sua figlia. Non lo avrebbe permesso, nossignore.  

Un pirata della ciurma si avvicinò allo spadaccino.

 

“Non si chiama così, il capitano. Tutti nella ciurma abbiamo un soprannome. A dire il vero, ci chiamiamo solo con quelli”

“Vuoi dire che siete amici ma non sapete nemmeno come vi chiamate?!”

 

Disse Franky, che aveva lasciato Franny da Robin. La bimba sembrava più emozionata, che spaventata.

L’innocenza e l’ingenuità dei bambini, davvero qualcosa di meraviglioso.

Per lei non era che un’avventura, magari addirittura un gioco… Un gioco probabilmente mortale.

 

“E’ stata tutta un’idea del capitano… Ha dato un nome a noi che non avevamo nulla… Ci ha dato una famiglia”

“Davvero?”

“Sì. Noi tutti non eravamo altro che poveri straccioni che in questo mondo spaventoso vivevamo alla giornata… Beh, viviamo alla giornata anche ora, ma almeno abbiamo un posto che possiamo chiamare casa. La Bringer of Death”

“Quindi… Tu come di chiami?”
”Io sono Keresh, il Poeta. Il soprannome del capitano è Cervobianco, la Marina lo chiama ‘Il Mortifero’ e gli altri pirati ‘Il Despota’”

“AVANTI UOMINI! AMMAINATE LE VELE…”

 

Tuonò Lux Lucis, sguainando una sciabola d’abbordaggio dal fodero sul fianco sinistro.

 

“Sono già ammainate le vele, capitano!”

“… Oh, sì? ALLORA TIMONIERE! PROSEGUIAMO LA NOSTRA ROTTA!”

“Dove stiamo andando esattamente… Ahem, capitano Lux?”

 

Disse Nami.

 

“Dove stiamo andando? Bella domanda, non lo so neanche io”

“COME NON SAI DOVE STIAMO ANDANDO?!”

“Non lo so! Dove capitiamo, capitiamo!”

 

Lei lo prese letteralmente per il collo, scrollandolo.

Erano nel bel mezzo di una tempesta e non avevano neanche una meta precisa, ma sembrava che la disorganizzazione fosse all’ordine del giorno per loro.

 

“VA BENE, VA BENE, MALEDETTA PAZZA! Stiamo andando alla Taverna del Marine Annegato!”

 

Già il nome era poco rassicurante.

Zoro, che stava sonnecchiando appoggiato alla ringhiera dorata, balbettò…

 

“Oh, conosco quella taverna… Un postaccio, piena di tipi loschi, dai cacciatori di teste agli assassini. Ma almeno, la Marina si tiene alla larga”

“Zoro… Non saprei, forse è meglio cercare altro aiuto…”

“Avanti mamma! Non avrai paura!”

 

Si intromise Tsunami.

Lux Lucis, o Cervobianco, la guardò, un bel sorriso sulle labbra, l’occhio non coperto dalla benda colmo di gioia repressa.

 

“Mhm, vedi, madamigella, tua madre ha un po’ paura… Stai vicina a me, non ti accadrà nulla”

“Ahah, ci credo assai”

 

Disse ironica la ragazza, sorridendo anche lei.

La tempesta si era placata. Il cielo era tornato nero, grondante di stelle, la luna loro compagna si stagliava all’orizzonte. Il mare, ora chetato, non opponeva alcuna resistenza al galeone, che navigava silenzioso.

Il suono delle onde era una dolce ninnananna, il vento un sussurro amichevole. I pirati sembravano essersi calmati dopo quelle che dovevano essere state ore di baldoria, e sbrigavano ognuno le loro faccende: la vedetta appostata nel punto più alto della nave con un cannocchiale ficcato nell’occhio, il timoniere con il timone e una bussola di bronzo in mano, lo strano mozzo che puliva tranquillamente il ponte, un uomo molto muscoloso che teneva d’occhio il capitano (“Lui è quello che mi ripesca quando cado in mare. Sapete… Io non so nuotare” disse imbarazzato Lux) e altri personaggi che ora bighellonavano in giro.

 

“Se volete accomodarvi sottocoperta, troverete delle stanze. Sceglietevene una, sarà dove dormirete. Vi stupirete di vedere come questa nave somigli a una reggia, kon kon kon!”

 

Rise il capitano.

Franny tirò impaziente Robin per il braccio, mentre Franky faceva loro strada. Zoro subito dietro di loro, Nami aspettava la figlia.

 

“Avanti, andiamo”

“Vorrei restare un po’ da sola con Lux, mamma”

“Oh… Sicuro”

 

La donna seguì gli amici, per niente tranquilla.

Quell’uomo era un poco di buono, sicuro.

E purtroppo sua figlia aveva ereditato l’ingenuità dal padre.

 

“Lux Lucis! Lux Lucis!”

“Calma, calma, principessa!”

 

Disse Lux, lusingato, anche se non lo dava a vedere.

Si gonfiò d’orgoglio, testa alta, petto in fuori e pancia indentro.

 

“Come posso servirti?”

“Tanto per cominciare smettila di fare lo stupido, e togliti quella benda finta”

“Benda finta? Non so di cosa tu stia parlando!”

 

Il pappagallo sulla sua spalla cominciò a gracchiare…

 

“BUGIARDO! BUGIARDO! CRA!”

“ZITTO HANZO! ZITTO! Scusa, non sta mai in silenzio quando dovrebbe…”

 

Disse lui, coprendo il becco del pennuto con la mano.

Era arrossito. Tsunami l’aveva notato, e ridacchiò.

 

“Sai, noi ci conosciamo”

“Davvero? Non l’avrei mai detto, una ragazza bella come te non si dimentica facilmente”

“Sai che sei un bel vanitoso? Lux Lucis… Non vuol dire ‘Luce delle Luci’?”

“Bingo. Ti piace il galeone?”

“Sì, ma non ha un nome un po’… Lugubre?”

“Forse… Magari la ribattezzo… Prima volevo chiamarla ‘Golden Hind’… I cervi sono animali magnifici”

 

Lei gli tirò la benda sull’occhio e la rilasciò all’improvviso, facendogli male.

 

“HEY!”

“Allora ce l’hai, l’occhio”

“Va bene, va bene!”

 

Disse lui, togliendosi l’oggetto.

 

“E ora togliti quella frangetta dalla fronte. Vorrei vedere tutto il tuo viso, non solo una parte…”

“NO!”

“Scusa?”

 

Era rimasta sconcertata da quell’improvvisa reazione.

Perché le aveva risposto tanto bruscamente?

 

“No… Mi dispiace, no”

“Perché?”
”Cose personali… Davvero. Comunque, puoi anche chiamarmi… Cervobianco”

“Perché ti chiamano così? Almeno questo, posso chiedertelo?”

“Certo… Non vedo perché no… Ecco, perché quando quei fessi della Marina sono sul punto di prendermi, io me la cavo sempre. Infatti li chiamo i ‘cacciatori’. I cervi bianchi sono anche i messaggeri di potenti divinità. Se vuoi, puoi avere un soprannome anche tu…”

“Davvero? Grande!”
”Frena! Tu non fai parte della ciurma, ne avrai di strada da fare per guadagnartene uno!”
”Uffa!”

“Coraggio, ora le bambine a letto!”

Disse scherzando il capitano.

Tsunami sospirò nervosa e poi sbadigliò: chissà che ora era. Decise di fare un’ultima domanda a Lux.

 

“Tu… Hai mai avuto una famiglia?”
”Certo! La mia ciurmaglia! Sono un po’ strani, ma…”

“No… Io intendevo… Un padre, una madre… Una sorella o un fratello…”

“Io non sono figlio del vile amore carnale, ragazzina”

 

Aveva toccato un nervo scoperto.

Sembrava averla presa sul serio.

 

“Io sono nato dal Sacro Fuoco di mia Madre, dall’unione spirituale di due anime. Gloria Pardi, et  Matris, et Igni Sancto. Inoru”

“Cosa?”

“Mi dispiace, ma non è usanza di questa ciurma parlare di questioni come la famiglia. Comunque, ho una sorella… Lei è, o forse era… Più giovane di me. Non ti svelerò il suo nome, ma puoi chiamarla Mirage. E’ scomparsa con mio padre e non è più tornata… Non sono più tornati… Ma è per la Madre che io cerco vendetta. Per il Padre e la Madre, affinché quest’ultima mi riconosca come figlio, finalmente…”

 

Sembrava che quelle parole gli costassero molto.

Lacrime amare, dolore straziante, vergogna di sé.

Sentimenti che non mostrava, orgoglioso com’era, ad altri.

Fantasmi del passato, scelte difficili.

Cicatrici dell’anima.

 

[Cervobianco salutò la giovane donna, accompagnandola con lo sguardo mentre scendeva sottocoperta. Solo in quel momento realizzò quanto fosse bella. Forse le avrebbe dato quel soprannome, alla fin fine… Congedò il timoniere e si diresse verso la polena. Dietro la schiena, due ali di fiamme verdi. Si librò nell’aria, creando una fune delle medesime fiamme che legò attorno all’oggetto d’oro, e lo trascinò nella notte. Fluttuava nelle tenebre trascinandosi dietro il galeone, come uno spettro porta con sé la propria sofferenza]

 

 

Ed ora… Beh, il solito angolo riguardo ai vari riferimenti che ho inserito nel capitolo:

 

Keresh: E’ una figura mitica della mitologia ebraica. E’ un cervo gigante che si diceva vivesse nella foresta leggendaria di ‘Divei IIlai’

 

Golden Hind: Letteralmente, ‘Cerva d’Oro’. Era il nome del galeone di Francis Drake, pirata inglese del 1500. L’imbarcazione era dapprima conosciuta con il nome di ‘Pelican’.

 

Il cervo bianco è, nello shintoismo, messaggero di divinità.

 

‘Inoru’ vuol dire ‘pregare’ in giapponese.

 

Infine… Io e il latino non andiamo proprio d’accordo. :D

  
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