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Autore: KH4    20/01/2010    5 recensioni
Il mio sogno è trovare un sogno. Cercarlo significa vivere? Non lo so perchè io non so se ho il diritto di questa mia vita o di questo mio desiderio. Non so cosa sia un sogno ma lo desidero così tanto perchè forse può darmi la felicità che non ho. Anche se cammino, respiro, osservo...sto forse vivendo come dovrei fare? Non lo so.Ho paura a trovare la risposta.Ho paura a guardare indietro. Ho paura di quello che sono. Ma io....chi sono?(prologo del cap.14).
La vita di Ace prima ancora che entri a far parte della ciurma di Barbabianca e durante la permanenza sulla nave di quest'ultimo, accompagnato da un dolce ragazza dal passato oscuro e ingiusto. Buona lettura a tutti!(introduzione modificata)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Barba bianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci arrivati a mercoledì e come sempre vi porto un nuovo capitolo della mia fict!Buona lettura a tutti quanti!

 

Maya90:ciao carissima!mi ha fatto piacere che abbia apprezzato la parte su Barbabianca.Prima di poterla mettere sono andata a leggermi le loro schede e a crearmi un immagine mentale di cosa potessero dire cercando di rispecchiare al meglio il loro carattere.Ti dico subito che hai azzeccato sul buon animo di Satch perché nonostante le future apparenza si dimostrerà essere un amico prezioso!Marco l’ho subito immaginato un pochino scontroso ma in fondo è un pirata con le spalle sulla testa e non voglio di certo rovinarlo (a fare il rompiscatole c’è già Don!).Per Jozu invece ho dovuto improvvisare perché non avevo proprio idea di come fosse.L’ho guardato in faccia è ho pensato ad un carattere un pochino burbero,tutto qui.Spero che col tempo mi venga in mente altro.Per quanto riguarda l’haki prima di ogni altra cosa mi sono andata a informare:l’haki dell’attacco è quello che usa Sayuri però visto e penso che ciascuno lo sfrutti a sua maniera,ho pensato che nonostante non fosse totalmente incisivo come quello del re,potevo comunque farlo diventare uno dei punti di forza della mia protagonista.Per ora ha rispecchiato le classiche caratteristiche mostrate nel manga,ma in futuro chissà…..Spero solo di non sforare troppo!So che sei curiosa di vedere Ace contro il vecchio Barbabianca e ti dico fin da subito che ci sto lavorando adesso.Sto dando gli ultimi ritocchi ma se ti può rendere felice,dopo questo capitolo e un altro ancora c’è una grande sorpresa!

MBP:non mi sarebbe dispiaciuto vederti arrossire,in fondo non credo di aver detto nulla di male!le scene a contatto con a natura e la meditazione devo dire che sono una delle mie preferite(non ti dico le altre dovrai tenerti la curiosità su questo).Ho cercato di essere il più realista possibile e ci ho messo un po’ perché a volte io tendo ad essere un tantino perfezionista e anche se alla fine sto a rileggere più di una volta mi scappa sempre qualche errore di grammatica,sigh!Per quanto riguarda Sayuri….eh si,comincia a rendersene conto ma non essendo mai venuta a contatto con la parola amore,sarà dura e visto che su questo lato è inesperta credo che dovrò inventarmi un bel modo per spingerla a fare i passi successivi anche se la tradizione vuole che sia l’uomo a fare il primo passo!ma se ne caso non ci riuscisse non è che potresti chiedere alla tua Key-chan di impartire un piccola lezione alla mia Sayuri in fatto di sicurezza?sugli altri fronti,esclusi i ragni,se la cava egregiamente ma su questioni di cuore forse un piccolo consiglio non guasterebbe,anche se io l’adoro così!!

Beatrix:innanzitutto calmati:so cosa significa avere problemi con la linea,lo so mooooolto bene e posso immaginare anche i tuoi impegni e per questo non devi scusarti.Come o già detto in precedenza,non è un dramma se non si recensisce subito o non si recensisce affatto.Grazie per aver apprezzato la rapida apparizione di Barbabianca;sono convinta che sguardo truce a parte e l’esagerata considerazione della sua forza,dietro a tutto questo di nasconda il vecchio buon cuore di un babbo pronto a proteggere i suoi figli!è l’aspetto che più mi piace di questo imperatore.Passando alla seconda parte della recensione…davvero hai visto Avatar?io devo ancora andare a vederlo ma il solo guardare le immagini mi ha fatto accapponare la pelle per l’eccitazione.Una natura del genere non l’ho mai sognata neppure io,è sicuramente di un altro pianeta,imparagonabile alla nostra.L’haki come hai detto tu è una forza difficile da gestire ma avendo già un buon punto di partenza,realizzarlo su misura per Sayuri è stato facile:la meditazione la aiuta a mantenere la calma anche durante le lotte e inoltre fa parte del suo allenamento standard,quindi è quasi d’obbligo.Nel rivedere le altre recensioni,alla fine salta fuori sempre una cosa:Sayuri agli occhi di tutti è tenera.Se vuoi avere un immagine concreta basta che pensi alla piccola Hinata di Naruto.Il fatto che reagisca così è perché non sa come comportarsi davanti a queste strane sensazioni e a forza di arrossire e chiedersi il perché non si scateneranno delle tempeste interiori ma veri e propri maremoti!A proposito,qual è la tua fict?mi piacerebbe leggerla,visto che tu sei così gentile nel farlo con la mia.Magari è li sotto il mio stesso naso,molto probabile e nemmeno la vedo!in questo caso devo chiederti scusa io!

Yuki689:ehi si!quando si è di buon umore e soprattutto più avanti del solito si ha voglia di autopremiarsi!La razionalità di Sayuri è dovuta proprio a come è stata cresciuta e il volersi migliorare sta proprio per tenersi pronta contro i pericoli del nuovo mondo.Lo so,ora mi chiederai in che modo è stata cresciuta e si vorrà sapere per una buona volta chi è questa ragazza ma ti dico una cosa che sicuramente ti farà piacere:il quattordicesimo capitolo tratterà del passato di Sayuri e credimi per scriverlo mi sono consumata le mani!Se questa settimana andrà bene posterò il tredici sabato quindi mercoledì prossimo (Se il computer è ancora qui e spero che ci sia)scoprirai la verità,tu e tutte le altre!Se non succederà nulla o sabato prossimo o mercoledì successivo!Non dico altro,ne su Ace ne su Sayuri altrimenti mi tradisco da sola.Io stessa mi sto già incatenando alla scrivania per trattenermi all’aggiornare all’istante ma devo resistere,altrimenti perdo il ritmo e non va bene.Spero che Ace faccia subito la pace con Yume perché non mi piace vederli separati,anche se devo ammettere che sarei stata molto curiosa di vedere Yume centrare Ace con un comodino…ih ih ih!

 

 

L’arcipelago Shabondy era un insieme di isolette vicinissime alla sacra terra di Marijoa, residenza dei cinque astri della saggezza. Si trovava vicino alla Red Line, divisa in due principali zone, l’anarchica e la turistica. Un posto singolare, disseminato da alberi detti Grove che delimitavano le diverse aree. Per quanto affascinante fosse, non poteva essere definito un luogo tranquillo perché non era altresì che un crocevia di persone dalle mille sfaccettature.
Dietro all’apparente stupore si nascondeva qualcosa di orribile e deplorevole, incolore e freddo come il ghiaccio. A Sayuri il posto non era mai piaciuto sia per il commercio degli schiavi, una cosa disgustosa e raccapricciante, sia anche per la continua sensazione di oppressione: durante il tragitto per arrivare alla zona dove venivano rivestite le navi, si era sentita maledettamente osservata da occhi che non provavano minimamente a essere indiscreti. Oltre alla presenza dei Draghi Celesti, i discendenti di coloro che avevano fondato il Governo Mondiale, la cui stima per gli uomini era pressoché inesistente, c’erano anche pirati che vantavano taglie e gesta fin troppo allettanti per i cacciatori di teste. In realtà si era mostrata molto più interessata a vedere il paradiso sommerso degli uomini pesce, la leggendaria isola situata sotto la Red Line e Marijoa ma prima di ogni altra cosa, doveva adempiere ai compiti affidatile dal capitano.

Insieme a Don si era occupata delle trattative per il rivestimento della nave mentre Ace si era misteriosamente eclissato per poi comparire cinque minuti prima della fine del lavoro, con in mano quello che gli occorreva per la loro prossima meta; il mercato del posto offriva molto più di quanto l’occhio umano non vedesse e se pagati bene, i commercianti erano disposti a vendere le loro merci più preziose. Ciò che il moro mostrò a loro dopo aver superato il paradiso sommerso non era che un semplice eternal pose che da tempo sperava di poter trovare.

Sayuri, Don, Bonz e il resto della ciurma, ignoravano la meta che si apprestavano a raggiungere ma fu il loro stesso capitano a illuminarli,diversi giorni prima dell’arrivo.

“Yukiryu? Non ne ho mai sentito parlare” ammise la ragazza.
“Nemmeno io” si associò il cuoco cannoniere.
Don sospirò pesantemente chiudendo gli occhi “Siamo messi davvero bene. Tra tutte le isole che ci sono, lui vuole andare lì”

I primi due si guardarono confusi per poi rivolgere l’attenzione sul medico-cecchino, che sbuffò nel sentirsi così apertamente osservato.

“L’isola di Yukiryu...” iniziò come sempre svogliato “Pare sia essere la base di Shanks il Rosso”

Bonz spalancò la bocca e sgranò così tanto gli occhi che quasi rischiarono di perforargli le lenti dei suoi occhiali scuri mentre Sayuri emise un semplice “Oh” di stupore.

Il pirata menzionato dall’amico era uno dei quattro imperatori che navigavano nel nuovo mondo. Si sapeva ben poco di lui, tranne il fatto che era in grado di tener testa a un pirata come Barbabianca. Don alla notizia, aveva reagito come sempre ma in quel momento la sua faccia stava sottintendendo anche “Non vorrà cimentarsi in un suicidio precoce?”.

La prospettiva di un futuro incontro/scontro con Barbabianca era assai allettante quanto immergersi in una vasca piena di mosconi, scorpioni e cavallette ma doversela vedere anche con un altro di quel calibro senza conoscere le intenzioni del capitano, era davvero rassicurante.

“Perché stiamo andando proprio là?” Bonz era stato l’unico a trovare le parole per chiederglielo.
“Questioni personali” si limitò a dire Ace.
“Che immagino tu ci terrai nascoste fino al momento opportuno” disse il medico-cecchino.
“Esatto ma non dovete preoccuparvi. Non ho intenzione di scontrarmi con lui” rispose il moro sorridendo.
“Meglio così...”boffocchiò Don calcandosi il berretto in testa "Mi sto ancora preparando psicologicamente per il Re dei Mari.."
“D’accordo” Sayuri si alzò da dov’era e si diresse verso l’interno della nave “Vista la meta, sarà opportuno organizzarci al meglio delle nostre possibilità. Non abbiamo molte informazioni sull’isola ma cercherò qualcosa che possa tornarci utile”

Era interessata a vedere quel territorio governato dall’imperatore rosso. Non capitava tutti i giorni di andare a fare una visita ad un pirata così in vista e lei si sentiva quasi onorata. Nel guardare le carte a sua disposizione, iniziò a far lavorare il cervello come una perfetta macchina oliata e man mano che proseguiva, si immergeva ancora di più nel suo lavoro, controllando il controllabile, senza tralasciare nulla. Ogni piccolezza poteva sempre tornare utile e lei visto il suo ruolo doveva farsi una chiara idea del territorio verso cui erano diretti; non c’erano molti strumenti o informazioni in suo possesso e ciò la svantaggiava ma voleva ugualmente non trovarsi impreparata davanti a quel luogo sconosciuto. La sua silenziosa determinazione era unita anche al voler aiutare il suo capitano a incontrare il pirata ma non di certo a conoscerne il motivo.

La curiosità non era mai stata il suo forte, aveva sempre evitato di impicciarsi della vita privata delle persone altrui, per rispetto nei loro confronti ma questo non significava che quando questi fossero stati in difficoltà, lei se ne sarebbe stata in disparte. Una cosa che non sopportava era l’ingiustizia e a quel mondo ce ne era anche troppa.

 

 
Appena quattro giorni dopo, raggiunsero l'obbiettivo prestabilito.

Yukiryu era un isola invernale del nuovo mondo, avvolta dal un leggero manto di nebbia che la oscurava davanti agli occhi dei navigatori.
Quel che la ciurma potè constatare fin da subito era che oltre a essere interamente ricoperta di ghiaccio, possedeva una morfologia molto irregolare, stravagante; archi di roccia grandi quasi quanto le montagne si ergevano con le loro gobbe innevate e sotto di essi la natura dormiva placidamente. Era grande, molto grande, il che avrebbe reso ancor più difficile la loro ricerca. Essendo un imperatore, il Rosso sapeva nascondersi nei posti più remoti dei suoi territori proprio per non essere disturbato o attaccato dalla Marina o da visitatori indesiderati. La temperatura doveva essere sicuramente sotto zero ma per fortuna la ciurma si era ben attrezzata con abiti pesanti, anche se il povero Bonz stava già dando forti segni di congelamento.

“Etciuu!!!! F-F-F-Fa freddo! Fa t-tanto freddo!” balbettò battendo i denti.
“Mi dispiace Bonz ma quello che indossi era l’unico cappotto che ti andasse bene” Sayuri si era impegnata a fornire a tutti quanti dei vestiti adatti ma per il povero cuoco-cannoniere la ricerca aveva portato esiti non del tutto felici; il cappotto trovato rischiava di scoppiargli addosso.
“Non..n-non p-preoccuparti..non s-sento c-c-così tanto f-freddo...ETCIUU!”

I suoi poderosi starnuti si disperdevano come echi fragorosi nell’ambiente circostante. Nessuno si sarebbe stupito di vedere cadere la neve da quei enormi archi di pietra. Sopra le loro teste, il cielo non dava segno di voler cambiare; anche se in quel momento non nevicava, poteva succedere da un momento all’altro e questo avrebbe costituito un bel problema.

“ETCIUU! ETCIUU!!!”
“Bonz! Abbi la compiacenza di metterti le mani sulla bocca. Non ci tengo a beccarmi una lavata gratuita di germi” lo rimbeccò Don coprendosi con le braccia “Usa almeno un fazzoletto!”
“Uh..sci..dov..?” biascicava con gli occhi lucidi e il naso rosso senza trovare qualcosa con cui pulirsi.
“Nella tasca, insieme a quei dannati occhiali che dovresti indossare!” gli urlò esasperato il cugino.
“Ho capito! Sei davvero insopportabile quando fai così, sfido poi che gli altri parlino male di te!” esclamò
“E chi parlerebbe male di me?!” sbottò.
“Non te lo dico, brontolone!” e gli fece la linguaccia.
“Sempre meglio essere un brontolone che un’enorme talpa cieca!”
“Non sono una talpa!” esclamò con denti appunti a mò di squalo.
“Oh scusami, non è giusto che insulti le talpe...SOTTOSPECIE DI SALAME ACCECATO!”
“PESSIMISTA DEI MIEI STIVALI!”
“VUOI FARE A BOTTE?!”
“PERCHE’ NO?!”

C’era di buono che quella assurda e insensata conversazione avesse fatto scordare a Bonz il freddo che solo pochi secondi fa lo stava letteralmente congelando.Era come guardare due poli opposti che cercavano di trovare dei punti di connessione ma senza riuscirci e Sayuri, che si vedeva spesso come la rappacificatrice, se ne stava volontariamente in disparte come il resto della ciurma, ben consapevole che i due cugini non avrebbero di certo dato inizio a una battaglia all’ultimo sangue, anche se si stavano pestando a vicenda. Strano poi che Don avesse perso le staffe così velocemente, non succedeva mai: probabilmente anche a lui il freddo non piaceva così tanto. Se mai la situazione fosse degenerata ancora di più, l’acqua gelida del mare avrebbe rinfrescato le idee ad entrambi.

Ace era già sceso a terra. Da sotto il suo cappello arancione, i suoi occhi osservavano quello spazio immacolato senza tralasciare il benché minimo centimetro; sotto quella coltre di neve bianca si nascondeva il vero aspetto dell’isola e Shanks il Rosso non solo conosceva alla perfezione quel posto ma era favoreggiato dal clima stesso. La neve rendeva tutto uguale e ingannava anche la vista più fine. Sicuramente si era rintanato in un posto isolato, dove nessuno sarebbe mai andato a cercarlo oppure stava proprio sotto il loro naso, chi poteva dirlo. Lui sapeva soltanto di doverlo trovare, non importava come. Doveva trovarlo perché quella sarebbe stata la prima e ultima occasione.

“Quando vuoi Ace, noi siamo pronti” lo avvisò Sayuri affiancandolo.
“Bene” si voltò in direzione della nave “Sapete tutti cosa fare. Mi raccomando, niente azioni istintive o colpi di testa. Ricordate che non siamo qui per combattere”

 

 

La quiete dell’isola dava a pensare che ogni cosa lì dormisse profondamente, piante e animali compresi ma in realtà quel gelo soporifero non era stato in grado di sortire il suo magico effetto su alcuni individui che conoscevano mnemonicamente tutto ciò che riguardava il loro territorio. Proprio due di quei individui, stavano osservando dall’alto della loro postazione i nuovi arrivati. Con un lungo cannocchiale, Yasop aveva già individuato chi doveva tener maggiormente sotto controllo mentre al suo fianco Rockstar, trasmetteva al lumacofono le brevi informazioni che il cecchino gli stava passando.

“Si sono divisi in tre gruppi” disse “Il primo è rimasto a controllare sia la nave che la costa mentre il secondo si è diretto verso gli archi che si trovano ad est e sono guidati da un uomo massiccio. L’ultimo gruppo è composto solo da tre persone e si dirigono verso il castello” informò velocemente.
“Il capitano sarò sicuramente nell’ultimo gruppo” aveva detto una voce al lumacofono “Che ne pensi, Shanks?”

Si udì una quarta voce in sottofondo, appena percettibile. Sembro dire qualcosa ma solo l’uomo che gli era vicino riuscì a comprendere che cosa avesse detto.

“Tenete d’occhio il terzo gruppo e appena arrivano nei pressi del castello, rientrate”comunicò.
“Eh eh! Il capo vuole accoglierli come si deve, eh?” ridacchiò Yasop

L’amico dall’altro capo del lumacofono gli rispose affermativamente.

 

 
L’intera foresta di pini era attraversata da un ampio sentiero che partiva dalla costa per poi giungere in un qualche punto remoto dell’isola.

Ace, Sayuri e Don stavano camminando su quest’ultimo con l’intenzione di scoprire dove questo portasse. Il medico-cecchino si teneva a due passi di distanza davanti ai compagni per controllare che non entrassero nel raggio d’azione di qualcuno cosicché da avvertirli con un segnale da lui inventato. Sayuri era nel mezzo e si occupava di tener sotto controllo i lati della strada; dietro ad essa si stagliavano alberi, archi di pietra, neve e altre strutture non molto visibili. Essendo rapida, poteva intervenire in aiuto dei suoi amici. Stando per ultimo, Ace controllava che la situazione alle sue spalle rimanesse immutata; sarebbe stato sufficiente innalzare un muro di fuoco per proteggere i suoi compagni e far fallire così l’attacco del nemico. Ognuno di loro era consapevole del proprio ruolo bene, visto che quel piano era stato ideato e studiato nei minimi particolari ancor prima che approdassero a Yukiryu e nonostante le intenzioni fossero pacifiche, non era detto che l’accoglienza potesse essere delle migliori.

Camminavano su una linea immaginaria, senza accelerare o rallentare il passo. Ciascuno si preoccupava di non farsi sfuggire nulla, o peggio, di abbassare la guardia.

“Bene, io mi fermo qui” sentenziò Don.

Erano davanti ad un bivio; la strada si diramava in un piccolo sentiero aperto che conduceva verso alcuni piloni di pietra particolarmente ampi, circondati da alcune collinette. La postazione ideale per chi doveva tenere sotto controllo qualcosa o qualcuno. Lì la foresta era meno folta.

“Qui ci penso io. Voi andate avanti”
“D’accordo. Avvertici se trovi qualcosa” gli disse il moro.
“Tranquillo. Al primo sospetto, vi chiamo”
“Fai attenzione” si aggiunse la ragazza
“Come sempre. Buona fortuna anche a voi, spero che la pesca vi vada bene”

Si era deciso di dividersi ulteriormente una volta inoltrati nella foresta. Don era stato il primo e a lui spettava il compito di verificare che un posto come quello in cui si era fermato fosse l’avanposto di qualcuno; se avesse trovato delle tracce, con un po’ di fortuna, avrebbero mosso passi da gigante ma questo dipendeva tutto da quel che trovava e se trovava qualcosa. Ace e Sayuri ripresero a camminare senza cambiare la loro posizione. Man mano che avanzavano, il numero degli alberi diminuiva e il sentiero sembrava che si stesse aprendo ancora di più. Stiamo per arrivare alla meta, pensarono all’unisono e quando finalmente si fermarono, ne ebbero la piena conferma.

Da dove si trovavano, si estendeva un enorme prato grande quanto due campi di grano messi insieme, circondati dalla foresta di pini circolare, notevolmente allargata. Ben visibile, una mastodontica montagna innevata si stagliavano sovrano su tutto il paesaggio, con la cima coperta dalla stessa nebbia argentea che avvolgeva l’isola. Ai suoi piedi, con grande stupore dei due, c’era un palazzo. Un grande palazzo totalmente ghiacciato, ricoperto fino alla base di spesse lastre di ghiaccio azzurro scuro. Era imponente ma esprimeva un forte senso di angoscia e malinconia; al suo fianco, semicoperto dai pini, vi era un lago, anch’esso ghiacciato, solo che la lastra si avvicinava a un bel bianco perla luccicante che mostrava i suoi bei riflessi nonostante la mancanza del sole.

Sia Ace che Sayuri si avvicinarono e poterono scorgere la presenza di altre costruzioni, case popolari, ridotte alla stessa maniera.

“Mi domando da quanto tempo si trovino in questo stato” si chiese Sayuri mantenendo un tono di voce basso.
“Non saprei risponderti con certezza ma credo più di una decina d’anni” azzardò il capitano.

La castana guardò in direzione del castello: era praticamente ai piedi della montagna, quasi attaccato ad essa. Proprio dove c’era l’edificio, la zona si ampliava ancora di più, in una piazza dalla neve battuta che portava nei pressi del lago oppure in direzione della montagna. Quando ebbero raggiunto il palazzo di ghiaccio, si fermarono nuovamente per procedere ad un ulteriore divisione, quand’ecco che il lumacofono della tasca di Ace cominciò a squillare. Dall’altro capo c’era Bonz, al quale era stato affidato il lato est dell’isola.

“Ace, la zona qui è completamente deserta. Non ci sono tracce del passaggio di uomini” lo informò subit.o
“Ne sei sicuro?”
“Si, Abbiamo controllato più volte; non ci sono impronte, rami spezzati o cose del genere. E’tutto intatto. Forse si trovano in una zona più interna” suppose.
Che è esattamente dove siamo noi pensò automaticamente Sayuri.

C’era da aspettarselo che quella ricerca non avrebbe dato esiti subito favorevoli. Non stavano giocando a nascondino con un principiante, affatto. Ace diede rapide istruzioni al cuoco, dicendogli di non muoversi e di mantenere la posizione e se nel caso avesse trovato qualcosa di avvertirlo. Chiuse la chiamata e rimise il lumacofono nella tasca del proprio cappotto. A quanto pareva, non rimanevano che loro due e Don.

“Controllerò il palazzo e i dintorni ” affermò sicura Sayuri.

Il vento cominciava ad alzarsi piano. A breve la neve sarebbe scesa. Non sapevano quando di preciso ma presto si sarebbero trovati a dover aguzzare la vista molto più di quanto stessero facendo in quel momento.

“Bene. A me non resta che la montagna” disse Ace. Contemplando per qualche secondo quest'ultima, si rivolse nuovamente all’amica “Tieni gli occhi aperti”
Per tutta risposta, ricevette il tipico sorriso dolce e rassicurante di lei “Anche tu e speriamo di trovare quel che cerchiamo” affermò con ottimismo.



 
  
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