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Autore: pervertedsquirrel     20/01/2010    3 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Mission Possible

 

Si trovavano in una stanza chiusa all'interno di casa Riddle, non vi era alcun suono se non il respiro irregolare che i loro stanchi corpi emettevano. Sparsi intorno a loro c’erano sedie rotte e tappeti strappati, in conseguenza alle maledizioni portate avanti e indietro dalla loro voci ansimanti. Stavano lì da una buona ora e mezza, una sessione di formazione di prima mattina che avevano iniziato dall’età di quattordici anni. Era ovvio chi sarebbe uscito vincitore, ma ancora, continuavano con i loro rituali. Entrambi erano a malapena a corto di fiato e vicini nel dichiarare un pareggio, ma sapevano che nessuno dei due sarebbe stato soddisfatto fino alla nomina di un vincitore.

EXPELIARMOUS! ” Gridò lei al viso un po’ sudato dell’avversario.

L’incantesimo di disarmo venne facilmente deviato, facendo volare via dalla piccola raffica di vento che era sopraggiunta con l'incantesimo, i biondi capelli dalla sua faccia e dagli occhi, che assaporarono la fresca brezza sul viso caldo. Lei approfittò del momento di debolezza come un vantaggio per scagliare un secondo incantesimo contro di lui e coglierlo alla sprovvista. Questo si impadronì di lui e lo fece cadere sulla schiena, la bacchetta cadde dalla mano inerte. Sorrise alla conquista, guardandolo e aspettando che gridasse i suoi soliti insulti contro la sua eccellenza.

"Che diavolo, Hermione?!" Gemette la sua voce dal pavimento.

Ahh, il successo, pensò Hermione tra se stessa mentre camminava verso di lui con lieve rimbalzo sui suoi passi. Quando la sua forma ancora immobile fu in vista, si inginocchiò accanto a lui e gli parlò con la solita voce ti-ho-rotto-il-culo-e-ora-te-lo-dico-in-faccia, "Alzati, Malfoy, non è colpa mia se riesco sempre riescono a umiliarti."

Draco inclinò la testa verso l'alto per vedere sul suo viso uno sguardo divertito, "Sì, ma non è colpa mia se tu sei la numero uno del Signore Oscuro e che avanzi totalmente negli incantesimi che non ho nemmeno ancora imparato a causa di San Silente e la sua minuta ossessione di trasformarci in uno dei suoi cloni.”

Lei strinse un po’ gli occhi, "Almeno tu puoi andare a scuola, io sono rinchiusa qui 24 ore su 24."

Roteando gli occhi, si sedette sui gomiti e la guardò, "Non di nuovo il discorso sulla scuola, Mia? Sei tu la fortunata, puoi stare qui, e hai accesso a tutti questi incantesimi oscuri per farne ciò che vuoi."

"Dopo un po’ è una cosa monotona, Draco, te l’ho detto. Ho letto tutti i libri qui almeno due volte e padroneggio ogni incantesimo conosciuto nella storia estesa della Magia Oscura.” Da quel momento, si era seduta a gambe incrociate e lo guardava con espressione annoiata, poiché avevano più volte avuto quella conversazione in passato.

"Beh, tutta questa monotona vita ti servirà sicuramente per la conquista di Potter, eh?" Disse scherzando, appoggiandosi completamente e dandole una giocosa spinta sulla spalla.

Uno sguardo scuro vinse i suoi tratti, mentre sentiva un certo calore salire sul volto. Lui fece un passo indietro, sapendo di aver commesso un errore citando il suo nome. Se c'era una persona che odiava Potter più di lui, era Hermione. "Ti ho detto di non menzionare mai il suo nome in mia presenza, Malfoy."

“L-lo so ... mi dispiace io ... non ci pensavo." Rispose debolmente.

"Ovviamente!", disse aspramente “E’ responsabile della morte dei miei genitori, ti aspetti che io sia felice per questo?"

 "Beh, no ..."

"Allora non nominarlo una seconda volta!" gridò Hermione mentre si alzava e si precipitava fuori dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé.

Camminava attraverso le sale, e le sue orecchie fumavano (in senso figurato, ovviamente). I forti passi scossero i muri che la circondavano, tutti minacciavano di cadere e di finire possibilmente in frantumi. A lei non importava, naturalmente. Come osava Draco menzionare il suo nome quando conosceva l’effetto che aveva su di lei? Gliel’aveva detto mille volte, se non di più, che se solo avesse detto il suo nome gli avrebbe buttato via i boxer. Certo, non aveva mai attuato le minacce contro lui, dal momento che erano cresciuti insieme ecc. Un debole marchio sempre soffermato su di lui in quel senso, per lui e nessun altro. La maggior parte degli suoi altri conoscenti la temevano troppo per cercare di mettere in prova la sua pazienza. Ma nessuno di loro sapeva come fare più di lui ... il bastardo.

Sbatté rumorosamente la porta della sua camera e crollò sul letto, cercando di sfogare la frustrazione sul cuscino. Percepì un senso di sollievo mentre si rotolava sulla schiena e chiudeva gli occhi, pensando a cose che sembravano sempre calmarla, la spiaggia, la padronanza un nuovo incantesimo, gli sguardi di sorpresa sui volto delle sue vittime, prima di finirle ... Ahh così va  meglio, pensò, mentre il suo corpo si distendeva tra i cuscini. Ma prima che potesse appisolarsi in uno stato pacifico, sentì il bussare alla porta. Lamentandosi tranquillamente senza alzare la testa, disse alla porta "Vieni dentro."

La faccia da topo di Codaliscia, scarno assistente del Signore Oscuro, spuntò nella sua stanza. Non aveva nemmeno bisogno di sapere che era lui, poiché la sua puzza si fece subito strada nelle narici e la fece trasalire. "Mi dispiace disturbarla, Miss ... ma il mio Signore ha richiesto di incontrala nel suo ufficio."

"Molto bene, Codaliscia, puoi andare." Lei rispose, agitando la mano in modo sprezzante. Ma prima che potesse uscire, aggiunse, "Oh, e Codaliscia, la prossima volta prima di entrare in camera mia ... fatti una doccia!"

Sentì la porta chiudersi silenziosamente dietro di lui, mentre si metteva a sedere e si strofinava le tempie. Sapendo che la pazienza del Signore Oscuro era tutt'altro che elevata, si costrinse ad uscire fuori dalla comodità del suo letto e percorse la breve distanza tra la sua camera da letto e il suo ufficio, un paio di porte più giù. Non la chiamava mai nel suo ufficio, a meno che non fosse qualcosa d’urgente, probabilmente una missione da completare, per lei. Dopo aver bussato piano, sentì un sordo "Entra" dopo solo un momento, e aprì la porta nella stanza buia. Era seduto alla sua scrivania, mentre scarabocchiava qualcosa su un foglio di pergamena. Si soffermò sulla porta, aspettando che lui la riconoscesse prima di prendere posto d’avanti alla scrivania. Lui la guardò, non con sua grande sorpresa, e le fece cenno di accomodarsi sulla sedia di fronte a lui. Roteando un po’ gli occhi alla sua acuta conoscenza, prese posto e aspettò che finisse ciò su cui stava lavorando. Quest’ultimo posò la penna nel relativo supporto in ottone accanto a lui e la guardò acutamente.

"Che devo fare questa volta, guidare un'altra irruzione in una casa Babbana, forse?" Disse seccamente.

Lui ridacchiò sommessamente, “Sai sempre quando hai un dovere da adempiere.” Aveva solo alzato le sopracciglia e continuava a guardarlo, in attesa della risposta alla sua domanda. “La missione che ho scelto per te, questa volta, è molto più importante di una piccola sciocca irruzione; te lo posso assicurare.”

“Ah, sì? Devo di nuovo aiutare Piton nei laboratori per trovare un altro-”

“No, Hermione.” Disse piano, interrompendola. Lei piegò la testa di lato, mostrando curiosità. “Questa missione è una cosa che ho programmato da lungo tempo, in effetti ... praticamente da quando sei nata.”

Si ricompose sulla sedia e lo guardò con occhi spalancati, improvvisamente molto ansiosa di sentire cosa le avrebbe detto. Era la prima volta che sentiva un piccolo svolazzare nel suo stomaco, alla menzione di una missione con così tanto significato. "Allora?"

"Ho bisogno di qualcuno che si infiltri nel territorio nemico, dall'interno."

La sua espressione diminuì leggermente. "Ma c’è già Piton-"

"So che Severus è già di base nelle loro mura. Ma, questa volta, il mio obiettivo non è solo Silente.” Disse con un leggero sorriso. Lei lo guardò in modo interrogativo prima che lui avesse pietà di lei e continuasse, sporgendosi sulle braccia in avanti, "Ho bisogno che tu ti iscriva ad Hogwarts e mi aiuti a sbarazzarmi di Potter."

Si appoggiò allo schienale della sedia, ingoiando tutto. Era sempre stato il suo sogno, andare in una vera scuola, per imparare qualcosa di diverso da tutti i libri antichi detenuti nel palazzo. Era stato anche il suo desiderio, aiutare infine, in qualche modo, la liberazione di Potter e finalmente spegnere la sua costante rabbia verso di lui e metterla a riposo. Il  Signore Oscuro vide lo sguardo di stupore e non poté fare a meno di sorridere a se stesso, perché conosceva i suoi più intimi desideri.

Parlò di nuovo, richiamandola dal suo leggero torpore, "Ho bisogno che tu faccia amicizia con lui, non importa quanto possa sembrare ripugnante. Hai bisogno di guadagnarti la sua fiducia, fa in modo che ti faccia entrare nel suo piccolo amorevole gruppo di amici Mezzosangue. Col tempo, quando avrai la sua piena fiducia, lo attirerai a me, impreparato, in modo da porre finalmente fine a questa guerra insensata e lasciare che la Magia Oscura sia, ancora una volta, la regola del Mondo della Magia."

Sembrava essere un compito impossibile, anche per le orecchie. Come poteva fare amicizia con il suo nemico, passare sopra ai pensieri pre-determinati e alla sua natura, al fine di costruire con loro un rapporto e agire civilmente? L'unica cosa buona su quella proposta era il finale, eliminare Potter. Il pensiero le dimenò un piacevole brivido lungo la spina dorsale. "Missione possibile, mio Signore".

Lui si lasciò andare in uno stucchevole sorriso sul viso, "Eccellente." Lei ricambiò il sorriso, mentre quello si appoggiava sulla sedia, "Accompagnerai i Malfoy a Diagon Alley questo pomeriggio per comprare le provviste. Il semestre inizia la prossima settimana, quindi mi aspetto che tu sia pienamente preparata da quel momento.”

Lei annuì, "Certo, signore."

"Mi farò anche sentire di volta in volta, saprai quando e dove trovarmi." Lei annuì ancora una volta. Sbrigativo, fece un cenno verso la porta con la mano, "Puoi andare."

Hermione uscì con un sorriso enorme sul viso e cominciò il tragitto di ritorno alla sua stanza. Ma prima che potesse entrarci, un paio di forti braccia la puntarono contro la porta. Sorrise al viso compiaciuto che le apparve, mentre si chinava per baciarla appassionatamente, le loro bocche si scontrarono avidamente. Assaggiò la sua dolce bocca con la lingua mentre una delle mani percorreva possessivamente l'interno della coscia e palpava la bianca pelle. La sua bocca gemette quando lui cominciò ad accarezzarla, mentre spingeva con i fianchi. La bocca gli permise di fare un percorso lungo il suo collo, mentre si contorceva sotto di lui, le mani correvano su e giù per la schiena muscolosa. I loro occhi si incontrarono e ogni lussuria si vedeva riflessa in loro. Hermione si allungò e aprì la porta, trascinandolo per il bavero.

Troppo impaziente per continuare la situazione dell’essere vestiti, tirò fuori la camicia dalla sua testa e la guardò ancora una volta, non osando compiere la prossima mossa. Ma, invece che spingerlo contro il letto come voleva disperatamente anche lei, lo guardò con eccitazione negli occhi e sussurrò: "Vado a Hogwarts!"

La bocca gli si aprì in stato di shock, mentre la guardava, "Dici davvero?"

Capendo che il loro momento era finito, lui si chinò a raccogliere la camicia e se la portò alla testa. "E’ fantastico Mia, davvero. Ma come hai fatto a convincerlo a farti andare?” Lei lo guidò sopra il letto spiegandogli tutto ciò che era avvenuto pochi minuti prima. L’ascoltò attentamente, e quando ebbe finito la sua bocca era spalancata e la guardava con stupore. "Devi fare amicizia con lui?" disse, evitando di pronunciare quel nome.

"So che sembra strano, ma tutto per un buon risultato, giusto? Alla fine, lui se n’andrà, e tutto questo grazie a me! Non è fantastico?" Chiese febbrilmente.

Sì, sarà un sollievo non averlo più sulla mia schiena." Disse l’altro, con voce leggermente sarcastica.

"Precisamente, in questo modo tutti vinceranno! Io riuscirò ad andare a scuola e a contribuire, per sbarazzarsi di Potter una volta per tutte, e tu ... beh ... andrai a scuola con me!"

"E potrò crogiolarmi nella gloria della non-esistenza di Potter." Aggiunse, con un leggero colpetto sulla sua spalla.

"Sì, anche questo". Corresse lei. “Oh! E devo anche accompagnarti a Diagon Alley questo pomeriggio, per le provviste."

"D’accordo, beh, dovremmo andarci all’in circa… tra un'ora, diciamo..." Disse, guardandola con un sorriso furtivo.

Lei gli ritornò un sorriso malvagio, "Beh, credo che abbiamo un po’ di tempo da bruciare, non credi?"

Hermione se lo tirò giù per il collare in modo da stargli sotto, "Sì ... bruciamolo." Lui suggellò la frase con un bacio infuocato sulle labbra e ripresero da dove avevano interrotto, questa volta senza il disagio della porta di legno premuta contro di loro.

~*~ ~ * ~

Diagon Alley era viva, piena di attività, mentre giovani maghi e streghe, insieme alle loro famiglie, facevano gli ultimi acquisti di scuola, la settimana prima che il nuovo semestre iniziasse. Hermione era rimasta più che stupita davanti ai negozi colorati e ai personaggi ancor più bizzarri che fiancheggiavano le strade. Sembrava esserci un negozio per ogni immaginabile esigenza e non sapeva da dove voler cominciare! Guardò per un secondo l'elenco che stringeva tra le mani e si diresse verso un negozio con un cartello che diceva "Madama McClan", ed ebbe la sensazione che fosse il luogo in cui avrebbe trovato delle vesti. Entrò nel negozio da sola, visto che i  Malfoy erano occupati a Notturn Alley, e udì un segnale acustico che annunciò il suo arrivo all’interno del negozio. Una tozza strega si avvicinò ad Hermione con un sorriso amichevole. Pensò che la donna fosse Madama McClan e la salutò con un sorriso gentile.

"Benvenuta da Madama McClan, cara, come posso aiutarti?" Chiese con voce dolce.

"Ehm ... è la mia prima volta ad Hogwarts, e la lista dice che ho bisogno di indumenti?" Chiese con voce interrogatoria. Non sapeva come parlare a questi tipi di persone, doveva essere civile?

"Oh, naturalmente, ti stai trasferendo? Sembri avere molto di più di undici anni, ai miei vecchi occhi." Disse scherzando.

"Sì, sono stata…. educata a casa” Spiegò senza problemi, ricordando le risposte pianificate per spiegare la mancanza di conoscenza sulle altre scuole di magia.

"Bè, è certamente qualcosa di cui non si sente parlare ogni giorno, non è così?" Chiese lei consapevolmente. Hermione sorrise in risposta e lasciò che l’anziana donna la riportasse indietro, dove vide una varietà di vestiti diversamente colorati, piegati in cima, in modo ordinato. Accanto c’era una piattaforma sopraelevata, circondata da specchi, e una tabella con una serie di strumenti di misura. "Ora, ho bisogno che tu ti metta qui, così che io possa prendere le tue misure."

Hermione accondiscese e salì sulla piattaforma, guardando se stessa riflessa in molti specchi. Vide Madame McClan roteare la sua bacchetta verso la tavola e un rotolo di nastro volare in aria e cominciare a girare intorno alla sua vita, alle braccia e alle gambe. Fece del suo meglio per stare ferma, mentre la donna anziana prendeva nota delle sue misure su un taccuino e mormorava un incantesimo ad uno scaffale vicino. Hermione osservò con stupore una delle vesti farsi strada sulle sue spalle e adattarsi automaticamente al suo corpo. Era uno strano tipo di magia per lei.

Sentì suonare il campanello alle sue spalle e vide Madama McClan girarsi per scoprire chi fosse il nuovo cliente. “Ahh, Miss Weasley! Vengo subito da te, cara."

Hermione vide il passo di una piccola rossa nel punto in cui si trovavano le vesti più lussuose, e questa le accarezzò leggermente, quasi con stupore. Non la guardò per molto, desiderando concludere quel raccordo per poi continuare con le altre tappe. La sua attesa non durò a lungo. Madame McClan si allontanò e ammirò il suo lavoro per qualche secondo, "Stai benissimo."

"Grazie" rispose Hermione.

Dopo aver pagato gli indumenti, lasciò il negozio e continuò la strada lastricata in cerca della prossima cosa sulla lista. Era venuta a Diagon Alley una volta, e quella volta solo per comprare la sua bacchetta, quando aveva undici anni, fingendo di essere un primo anno per ingannare Ollivander. Era stata male quella volta quasi dimenticata, e solo ora ricordava la soggezione che l’aveva posseduta. A quanto pare, crescendo, non aveva perso quello stupore.

La tappa successiva era "Il Ghirigoro", la libreria. Aveva quasi paura di entrare in quel negozio, il suo gusto per i libri si era esaurito dopo aver riletto l'intera libreria della famiglia Riddle. Prendendo un ultimo profondo respiro di paura, spinse la porta e s’irrigidì. Quello era molto più grande della Biblioteca della famiglia Riddle. In realtà, avrebbe potuto giurare che era dieci volte superiore a quella buia, decifrata vecchia stanza. C’erano dei libri che coprivano ogni centimetro delle pareti, e alcuni persino sul soffitto. C’erano anche più generi che non avrebbe mai pensato potessero esistere! No, non c'era solo Magia Oscura, c’erano anche Incantesimi e Trasfigurazione e Erbologia! Camminò lungo i corridoi con uno sguardo di stupore dipinto sul volto, chiedendosi da dove avrebbe potuto iniziare.

Inizialmente diede un’occhiata alla propria lista, raccogliendo quelli di cui bisognava, e mettendoli in un cestino preso di fronte al negozio. Dopo passò in rassegna gli scaffali alla ricerca di oggetti che colpirono la sua fantasia, poco importava che avrebbe voluto comprare un po’ tutto il negozio con il tempo che le rimaneva, sfogliando. In effetti, dal momento in cui aveva creduto di aver finito, aveva già il naso sprofondato in una copia de "La storia di Hogwarts", una enciclopedia piuttosto grande sulla sua nuova scuola. Era troppo occupata a leggere le prime righe della Prefazione "I Soci fondatori", da non vedere dove camminava e si schiantò contro una persona, mandando entrambi a finire sul pavimento.

"Mi dispiace tanto!", si scusò freneticamente, cercando di raccogliere i libri che erano caduti dal suo carrello.

E’ tutto apposto. Aspetta, lascia che ti aiuti h-hai un sacco di libri!" disse la voce maschile della sua vittima in soggezione.

Lei ridacchiò, suo malgrado, "Beh, credo di essere andata un po' fuori bordo con lo shopping dei libri per la scuola."

"Un po', è un po' un eufemismo." Scherzò lui a sua volta.

La fece ridere di nuovo. Nessuno l’aveva mai fatta ridere davvero prima, tranne forse Draco, ma lui non contava. Voleva vedere il suo volto, ma i suoi libri erano ancora in disordine sul pavimento, così li mise via rapidamente e guardò in alto. Oh mio Dio, era l'unico pensiero coerente che si fece strada per il suo cervello. Vide smeraldi, smeraldi puri ... nei suoi occhi. Come potevano esserci smeraldi nei suoi occhi? Era comunque possibile? Poteva immaginarlo?!

"Umm, stai bene?" Chiese teneramente.

Sbatté le palpebre, "Sì ... sì. Grazie per avermi aiutato, davvero, non dovevi farlo. Ti sono praticamente sbattuta contro."

Lui sorrise, "Va tutto bene, non è stata colpa tua, solo colpa dei libri". Ridacchiò mentre le tendeva una mano, "Lascia che ti aiuti a rialzarti."

Lei sorrise e gli prese la mano. Hermione rimase scioccata quando lui cercò ancora di aiutarla a raccogliere gli altri dieci chili di libri che teneva in mano. Bilanciando se stessa sulle gambe traballanti, alzò ancora una volta gli occhi sullo straniero. "Grazie ancora per il tuo aiuto".

"Nessun problema. Uhh, ci vediamo in giro?" Chiese incerto.

"Certo, sì." Disse lei, annuendo.

Si voltò e andò via, e lei non poté fare a meno di guardarlo mentre se ne andava. Era troppo impegnata a guardare la sua figura in ritiro da non udire Draco apparire dietro di lei. "Cominci la tua missione prima del previsto, non è vero?"

Era abituata a quelle sue improvvise apparizioni, così non fu troppo sorpresa della scelta di quel momento. Si voltò verso di lui con un sopracciglio alzato, "Che stai dicendo, Draco?"

Indicò sopra la spalla il punto in cui lo straniero con gli occhi di smeraldo stava pagando le sue cose, e seguendo il suo dito si voltò a guardare Draco con la fronte corrugata. Lui ebbe pietà di lei e parlò con una voce da mollusco, ancora stizzosa, "Quello è Harry Potter".

I suoi occhi si ampliarono mentre si voltava verso "Harry" ancora una volta, guardandolo davvero. Non poteva essere! "Ma ... ma ... ma ... la cicatrice!" Si difese.

"Ma ... ma ... ma ... i suoi capelli!" Continuò lui in condiscendenza, con una voce scherzosa, puntando il dito contro la fronte.

Guardò verso il bancone della cassa per la terza volta e vide la sua cicatrice, mentre i suoi capelli d'ebano si alzavano un po' per rivelare una decolorazione leggera sulla pelle, proprio al momento giusto. Il sangue le scorreva freddo e sentì che il mondo iniziava a girare. La rabbia per il suo comportamento sostituì lo shock, mentre percepiva le uniche parole impresse nel cervello che si aprirono uscendo dalla sua gola "COSA?!”

Heylà. XD Vi ringrazio tanto per i vostri commenti (ricordate che la scrittrice non sono io ma traduco soltanto). Ne sono molto contenta. Per rispondere un po’ a tutti, andrò in ordine. Kokylinda2, ron1111 e Troue_xxx vi ringrazio tanto per i vostri complimenti, è la prima volta che traduco, quindi penso di essere un totale fiasco , la storia è sì completa e Kokylinda, la puoi trovare in inglese a questo link: http://www.fanfiction.net/s/5010568/1/In_Too_Deep. Edocast92 e musicmylife grazie mille

Nuovo capitolo... scusate per il ritardo, presto posterò il prossimo. Grazie ancora per i vostri commenti. XD

  
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