prologo
Silenzio.
Da
quando sei partito c’è solo silenzio
nella mia miseria esistenza.
Da quel giorno, tutti i colori che la rallegravano sono scomparsi. Dissolti
con la facilità con cui la cenere vola via nel vento.
E
ora non mi rimane più niente, se non il
desiderio di cercarti. Il determinato opporsi a questo destino infame
che ci
vuole eternamente rivali. Il desiderio di correre in questo odioso
silenzio e
sperare di trovarti. Nella speranza di arrivare a te, di maturare la
forza
necessaria a strapparti dal maledetto fato a cui ti sei abbandonato.
Solo… per
salvarmi… Rubando attimi di vita per continuare ad arrancare
verso l’unica e
inesorabile strada che il tempo ha tracciato.
Tempo
Il
tempo ha deciso ugualmente di continuare
a scorrere. A lui non importa dei cuori spezzati, degli animi lasciati
alla
deriva dal suo placido scorrere. Lui non guarda le lacrime che in
silenzio e
lontano da tutti ho versato per rabbia, per vergogna, per odio e amore.
Il
tempo scorre e io continuo ad allenarmi per venire a prenderti.
Perché non
posso più lasciare che il tempo vada avanti, tenendoti
lontano da me.
I
primi mesi sono stati duri. Odiavo tutti,
me la prendevo con tutti. Esternavo il dolore a suon di sfide, versando
sangue
e sudore al posto delle lacrime che vigliacche rifiutavano di uscire.
Urlavo al
cielo la mia rabbia, provando a sterminare pezzo per pezzo i ricordi
che mi
legavano a te. Ma loro erano più forti, e malefici
continuavano a tormentarmi.
Ti vedevo sorridere nelle mie vecchie memorie e il cuore pareva
affondarmi in
un mare d’ira e dolore. Dolore che non capivo, che temevo, ma
cercavo di
nascondere anche a me.
Ma
quando ho saputo il perché te n’eri
andato, sono morto. Il mio cuore ha smesso di battere. Inutili i
tentavi di
tirarmi su il morale. Resta li, in attesa che il vento che ti porti
appresso lo
risvegli. In attesa di te…
Tu…
Come sono stato cieco e stupido. Come
sono stato così… non so nemmeno come ho fatto a
non accorgermene per tutto il
tempo. Io che nel mio vanto di essere ciò che sono, ignoravo
la mia attrazione
per te; e tu, che nella tua semplicità mi hai fatto capire
sentimenti che
nemmeno conoscevi…
Pensandoci
ora, tu eri molto più ingenuo di
me… mentre io mi vantavo di essere un genio. Tsk, il genio
dei tonti, che
nemmeno aveva capito quanto fosse profondo il legame che ci univa. Ho
visto
quel legame solo quando stava per spezzarsi… Quando
minacciava di gettarmi
nella solitudine per sempre. Chissà come sei
adesso… Chi sei diventato?
Da
allora sono passati tre interminabili e
lunghissimi anni.
Tre
anni a vivere nella tua assidua
ricerca. Tre anni passati nell’oscurità, sorretto
dalla determinazione,
appoggiato dall’odio verso la tua stupida decisione.
Tre
anni di solitudine. Tre anni di rabbia
e dolore.
Tre
anni di stupido amore che piano
germogliava come il più innocente dei fiori.
Ricordo
ancora le tue ultime parole, dette
sulla riva del fiume nella valle della Fine, mentre i tuoi occhi si
tingevano
di scura decisione.
«Prenderò
il tuo posto, perché mi piaci e
non lascerò che
tu venda la
tua anima né tantomeno il tuo corpo»
Da
quel giorno Naruto, io non vivo più. Da
quel giorno, non provo più niente.
Sono
come un morto che cerca l’anima
crudelmente strappata via.
Ma
so già dove si trova. Perché solo tu,
sei autorizzato ad avere la mia anima, Naruto.
Angolo
Pazze in erba!
Bene,
nella speranza che questo prologo vi
incuriosisca e vi faccia venire voglia di leggere anche il resto, vi
informiamo
che aggiorneremo ogni tre settimane (ammazza).
Un
grazie speciale a melchan che beta la
storia!!!
Baci
SugarHunter e marynana89