CAPITOLO 25
To gravitate…
Cassiopea
Sofia Malfoy non era mai stata una persona insicura.
Sin da
bambina, aveva sempre avuto le idee chiare, non c’erano mai
stati troppi dubbi
nella sua mente, di qualsiasi scelta si trattasse. Ma ora, a distanza
da una
settimana dalla dichiarazione di Shane Burke, Cassiopea era
letteralmente indecisa.
Cosa fare? Evitarlo? Continuare a trattarlo male, come aveva sempre
fatto?
Poteva agire in questo modo ora che sapeva cosa lui provasse realmente
per lei?
Oppure doveva dargli un’opportunità?
Insomma…lui era un Nato Babbano, per di
più Grifondoro! Suo padre sarebbe morto di infarto se avesse
saputo che la sua
adorata bambina aveva concesso anche solo un appuntamento ad un ragazzo
proveniente da una classe sociale nettamente inferiore alla sua. In
realtà,
Cassiopea non sapeva neanche più cosa provava nei suoi
confronti…lo odiava
davvero così tanto o il suo comportamento era stato un puro
riflesso dettato
dall’irritazione che quel ragazzo le causava? Se avesse
provato a passare del
tempo con lui, sarebbe stato così spiacevole?
Non lo
sapeva. E questo stato di indecisione la stava uccidendo, lei che era
sempre
stata sicura di sé e delle sue azioni.
-Sei
pensierosa-.
Scorpius
Malfoy stava scrutando sua sorella, con un libro di Antiche Rune aperto
davanti
agli occhi. Mancavano poco più di due settimane alla
partenza per l’America e i
due fratelli stavano studiando insieme in biblioteca. Lily stava poco
bene e
così era rimasta a riposare in Dormitorio mentre Glorya si
stava esercitando in
Incantesimi in un’aula vuota; Derek aveva bisogno di sfogare
la sua perenne
rabbia facendo giri di campo a velocità folle sulla scopa
mentre Edward…non si
sapeva dove fosse.
-Senti
chi parla- rispose Cassiopea, alzando gli occhi da un saggio di
Trasfigurazione
particolarmente difficile; come avevano previsto gli studenti, la
professoressa
Yung non era certo meno severa della McGranitt.
-Ti
sbagli-.
-Anche
tu-.
I due
fratelli rimasero a fissarsi, come per sfida a chi avrebbe ceduto
prima;
sapevano entrambi di star mentendo.
-D’accordo!
Hai ragione…sono piuttosto distratta- ammise Cassiopea alla
fine, non riuscendo
a sostenere gli occhi indagatori di Scorpius. Quando erano bambini,
Scorpius le
faceva il solletico fino a farla morire, così Cassiopea era
costretta a dirgli
sempre tutto ciò che voleva sapere; d’altro canto
Scorpius non aveva mai saputo
resistere agli occhioni da cerbiatta che Cassiopea sfoderava quando
voleva
ottenere qualcosa.
-Come
mai?- le domandò Scorpius. Solo con sua sorella si concedeva
di mettere via
l’ironia, il sarcasmo e la freddezza che caratterizzavano
anche il suo modo di
parlare.
-Beh…la
sera della festa, Shane è venuto a parlarmi…e mi
ha detto delle cose che mi
hanno davvero mandata in confusione- gli confessò la piccola
Malfoy a bassa
voce, per non disturbare i pochi studenti che avevano scelto di passare
il
pomeriggio a studiare.
-Del
tipo?-
-Ha detto
che gli piace ogni cosa di me, che non riesce più a guardare
altre ragazze da
quando ci sono io…che non ha altra scelta. Parlava come se
fosse condannato ad
essere innamorato di me per sempre ed era…frustrato. Sa che
io lo detesto,
eppure non riesce a fare a meno di gravitare intorno a me- rispose
Cassiopea,
risentendo nella mente le parole appassionate del Grifondoro.
-Ed
io…-
proseguì,-non so cosa fare. È un NatoBabbano,
Grifondoro, irritante come pochi,
disordinato, strafottente, buffone…ma soffre per me-
concluse infine la
biondina, e dalla sua voce traspariva incertezza allo stato puro.
-E tu?
Tocca a te ora dirmi cosa ti affligge- lo incalzò Cassiopea,
sapendo certo che
suo fratello non aveva alcun consiglio da darle; anzi, sarebbe stato
meglio se
non si fosse proprio espresso sulla faccenda Shane, dato che nutriva un
odio
viscerale per lui.
Scorpius
sapeva di dover rispondere. Sua sorella si era confidata con lui ed ora
lui
doveva ricambiare la sua fiducia. Ma era dannatamente
difficile…
-C’è
una
ragazza…- iniziò esitante, e gli occhi di
Cassiopea si accesero di interesse,-…insomma,
è bella. Davvero bella, talmente bella che mi fa male
guardarla a volte- disse
poi, senza un apparente filo logico. Cassiopea lo ascoltava, perplessa:
non
aveva mai sentito suo fratello dire ad alta voce quanto una ragazza gli
piacesse. Di solito se la faceva e basta, se poi era particolarmente
carina le
concedeva l’onore di dividere il letto con lui per
più di una volta.
-Fattela-
gli disse Cassiopea pratica, visto che lui non accennava a parlare.
-Non
posso. È anche straordinariamente irritante, cattiva, acida,
testarda, viziata,
arrogante, spocchiosa, piena di sé…che mi
verrebbe voglia di strangolarla. La
odio- rispose lui, cambiando completamente espressione, mentre gli
occhi si
facevano rabbiosi. Cassiopea pensava seriamente che soffrisse di doppia
personalità: un momento prima decantava la bellezza di
questa fanciulla e
l’attimo dopo diceva di volerla uccidere. Era preoccupante.
-Non
credo di aver capito…insomma, la odi o è bella?-
gli chiese giustamente lei.
-È
entrambe le cose! Una volta l’ho vista
sorridere…ed era ancora più bella di
quanto non sia normalmente-.
-E tu
falla sorridere allora- gli suggerì allora sua sorella.
-Sembra
che io sia in grado solo di irritarla- replicò Scorpius e a
Cassiopea parve di
scorgere nella sua voce come una vena di…tristezza?
*****
-Ti va di
staccare un po’…? Magari facciamo un giro intorno
al Lago…-
Albus
Severus Potter ci aveva messo molto impegno nel sembrare naturale
mentre
invitava
Marìkaa
tuttavia non aveva occhio per queste cose e così, decidendo
che non ne poteva
più di studiare, annuì. Insieme al bel Potter
raccolse i suoi libri,
sparpagliati per tutto il tavolo, e si apprestò ad uscire.
Prima però gettò
un’occhiata a Scorpius, che a pochi metri da lei, stava
parlando a bassa voce
con quella che ricordava esserle stata presentata come sua sorella. Non
ci
poteva fare nulla: ogni volta che lui casualmente la guardava, il cuore
di
Marìkaa accelerava follemente e lei arrossiva come una
dodicenne.
Stava
ancora pensando a lui mentre camminava accanto ad Albus, che vedendola
persa
nel suo mondo, le chiese:
-Tutto
bene? Sembri fra le nuvole…-
-Eh?
Sì
tutto bene…solo…- disse Marìkaa, poi
si interruppe. Albus era il suo primo e
vero amico e con lui Marìkaa sentiva di poter dire tutto;
lui sapeva ascoltare
senza giudicare e questo era uno dei tratti che all’americana
piaceva di più
del carattere di quello che aveva iniziato a considerare il suo
migliore amico.
Anche sua cugina Rose non era male, tendeva solamente ad essere un
po’ troppo
acida, cosa che impediva a Marìkaa di aprirsi con lei.
Trovava poi che Angelica
Weasley fosse una ragazza davvero piacevole e dolce, come anche Molly:
passava
del tempo in loro compagnia con molto piacere.
-Albus…dimmi…che
tipo di persona è Scorpius Malfoy?- chiese alla fine
Marìkaa, rendendosi conto
di aver lasciato la frase in sospeso. Le parve di cogliere un fulmineo
lampo di
rabbia negli occhi smeraldini dell’amico, che scomparve
così com’era apparso,
mentre lui rispondeva:
-Beh non
mi piace giudicare le persone, penso che le apparenze in fondo non
siano
tutto…posso dirti solo ciò che obbiettivamente ho
notato in questi anni: piace
molto alle ragazze, avrai notato che fanno a gara per conquistarsi le
sue
attenzioni…ed infatti a quanto mi dicono ne cambia una al
giorno. Però…-
-Però?-
Marìkaa ascoltava con attenzione ogni parola di
Albus,cercando di farsi un’idea
più chiara del ragazzo per il quale sentiva di essersi presa
una cotta.
-C’è
qualcosa fra lui e Lily. Non si nota immediatamente, anzi, per chi non
osservi
con attenzione potrebbe sfuggire all’occhio questo strano
filo che li lega.
Sembra che nonostante si odino non riescano a star lontani
l’uno dall’altro…è
come se fosse per loro inevitabile gravitare al di fuori delle
rispettive
orbite- proseguì Albus e non stava parlando in questo modo
per allontanare
Marìkaa da Scorpius: pensava seriamente che Lily e Scorpius
fossero da sempre
destinati a stare insieme, solo che si ostinavano a non rendersene
conto.
Osservando
gli occhi chiari della sua amica, capì di averla ferita in
qualche modo: li
teneva bassi ed evitava di mostrarglieli, come se nascondessero un
segreto.
-Perché
mi hai fatto quella domanda?- le chiese con gentilezza.
-Oh…curiosità…-
rispose lei sempre senza guardarlo ed Albus capì che se
voleva davvero
conquistarla, avrebbe dovuto combattere contro il mito di Scorpius
Malfoy,
l’affascinante, intrigante, seducente, popolare Scorpius
Malfoy.
******
Lily si
sentiva la testa scoppiare. Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto,
tentando di addormentarsi, ma il dolore le impediva di prendere sonno.
Madama
Chips era stata a visitarla e le aveva somministrato qualche pozione
che però
non aveva avuto alcun effetto; Lily aveva poi provato qualche
antibiotico
babbano, dopo pranzo, ma nulla aveva funzionato e così non
era andata a
lezione. Qualche ora prima si era anche misurata la febbre, che era
risultata
piuttosto alta; inoltre subiva continuamente sbalzi di temperatura, che
la
facevano tramare dal freddo o scoppiare dal caldo a seconda del
momento. In
quel preciso instante era infagottata in tre pigiami, avvolta in due
coperte e
stava comunque congelando.
Aveva
appena infilato la testa sotto il cuscino, come per riscaldare anche le
orecchie, quando sentì la porta del Dormitorio aprirsi
piano.
-Lilian…?-
chiese una voce che colse Lily completamente di sorpresa.
-Sono
qui…-disse
debolmente lei e Scorpius Hyperion Malfoy si fece lentamente largo fino
al suo
baldacchino, dove si sedette.
-Come
stai?- le domandò, quasi gentile, individuando i boccoli
rossi sparsi sul
cuscino, l’unica cosa che fosse visibile di lei, in mezzo a
quel groviglio di
piumoni. Gli fece quasi tenerezza, minuscola e magra, con il viso
struccato,
imbacuccata in felpe e quant’altro. La osservò e
non vide
-In
questo momento mi sembra di vivere in un igloo, la testa mi scoppia e
sento che
la gola inizia a bruciarmi- replicò lei, ma non era ironica
nell’elencare i
suoi mali: stava semplicemente rispondendo alla domanda del biondo.
-Posso…?-
disse Scorpius, sollevando una mano e avvicinandola al suo viso; lei
annuì
piano e così Scorpius le sfiorò delicatamente la
fronte, come a controllarne la
temperatura.
-Scotti…-
osservò.
-Sì,
ho
la febbre alta credo- confermò Lily, che pur avendo la testa
pesante, non
riusciva a fare a meno di chiedersi cosa ci facesse Malfoy
lì.
-Hai la
mano fredda…effettivamente sei tutto gelido- aggiunse poi
lei, sentendo ancora
la sua mano fresca sulla fronte. Senza dire una parola né
tanto meno chiederle
il permesso, Scorpius si distese accanto a lei, senza interrompere il
contatto.
Lily si sorprese a rimanere in silenzio, senza respingerlo,
anzi…si sentiva
grata per le sue dita fredde che davano sollievo al suo viso accaldato,
sebbene
tutto il resto del corpo tremasse. Non aveva la forza di interrogarsi
su quella
strana situazione, né sul perché sentisse il
bisogno di appoggiare la testa sul
suo petto, di avere il suo braccio intorno alle sue spalle avvolte in
strati e
strati di lana. Voleva che fosse lì. E basta.
-Lilian…-
disse lui dopo attimi di silenzio, o forse dopo anni.
-Sorridi?-
le domandò lui con semplicità disarmante. Lei
girò piano la testa, per
guardarlo.
Non era
lo Scorpius Malfoy che conosceva. Non era colui che l’aveva
detestata sin da
primo giorno, che l’aveva fatta sentire una straniera a
Slytherin, che la
punzecchiava dalla mattina alla sera, che giocava un po’ con
lei, che osava,
con ironia e forse anche cattiveria…non era quel Malfoy. Era
semplicemente
Scorpius, che forse era preoccupato per lei, che forse in lei vedeva
altro, che
ora le stava chiedendo solo un piccolo sorriso. E lei cedette.
Pian piano
tese gli angoli delle labbra, con dolcezza, sino a che i denti bianchi
e
regolari non fecero capolino, solo per lui.
E,
inaspettatamente, Scorpius la ricambiò.
La
guardò
ancora per un attimo, con occhi grigi ora…nostalgici. Sapeva
che quel momento
non sarebbe più tornato, che una volta guarita sarebbero
tornati ad essere
Malfoy e Potter, non più Lilian
e Scorpius. E lo sapeva anche lei.
Sapeva
che quei momenti erano rari, che il giorno dopo si sarebbero trattati
con la
stessa freddezza, gli altri sarebbero tornati a far parte delle loro
vite, impedendo che accadesse ciò
che era naturale.
Non
capivano che potevano essere altro.
Rimasero
così, stretti l’uno all’altra, cercando
di trattenere quel momento, cercando di
non pensare all’irrazionalità di quello che stava
succedendo, cercando di
essere sé stessi.
*****
Glorya
sedeva da sola sul parapetto della Torre di Astronomia.
Guardava
il vuoto di fronte a sé eppure non ne era spaventata: traeva
conforto da quella
solitudine. Aveva bisogno di pensare. Aveva bisogno di interrogare se
stessa.
Stava facendo bene? Era giusto far finta che Lysa non fosse mai
esistita? Quella
donna l’aveva messa al mondo…sebbene poi avesse
cercato di distruggere la sua
opera.
-Ehi, hai
una sigaretta?-
A
distogliere
-No, non
ce l’ho- rispose, troppo stupita per rendersi conto che
qualcun altro usava il
suo stesso rifugio.
-Peccato-
replicò lo sconosciuto e senza chiederle il permesso, si
sedette accanto a lei
con gesti veloci, come se fosse abituato a scavalcare muretti per
sedersi con
le gambe penzoloni nel vuoto.
-Glorya
Zabini…sembri triste- disse poi il ragazzo, dopo qualche
attimo di silenzio.
Questa volta Glorya spalancò lievemente le labbra: come
faceva a conoscere il
suo nome?
-Come fai
a…?- domandò appunto la moretta, facendo
sorridere lo sconosciuto.
-A sapere
come ti chiami? E chi non lo sa? Sei sempre al centro
dell’attenzione…grazie
anche alle persone che frequenti- replicò lui, eppure non
sembrava sarcastico:
affermava semplicemente ciò che era ovvio.
-E tu chi
sei? Non mi sembra di averti mai visto- chiese a quel punto Glorya,
incuriosita, dimentica completamente di sua madre. Era affascinata da
quello
strano ragazzo, che sembrava distante da tutto e da tutti, senza
apparire snob,
e che aveva un modo particolare di parlare: lento, riflessivo, eppure
intrigante.
-Liam
Mackenzie, al vostro servizio- si presentò il ragazzo, con
fare cavalleresco.
-Vieni
spesso qui?- le chiese poi, come se anche lui fosse interessato a lei.
-Diciamo
di sì…-
-Anch’io.
Mi aiuta a pensare, a riflettere…è magica questa
Torre- replicò Liam, senza
guardarla; Glorya invece non riusciva a staccare gli occhi dai suoi
tratti,
delicati, quasi evanescenti, che agivano su di lei come una calamita.
-Già-
disse solamente lei facendo uno sforzo sovrumano per tornare a
rivolgere lo
sguardo al tramonto di settembre. Era sconvolgente l’effetto
che Liam aveva su
di lei. Possibile che non l’avesse mai notato?
-A quale
Casa appartieni?- chiese Glorya, non sopportando il silenzio. Era come
se
avesse bisogno di ascoltare la voce di quel ragazzo, di
Liam…anche se lo aveva
appena conosciuto.
-Corvonero.
Non sono quel tipo di persona che potrebbe interessare alla tua amica
Lily
Potter…è per questo che non mi hai mai visto in
giro- replicò Liam, come se le
avesse letto la mente.
Nella sua
voce non c’era amarezza per il fatto di essere escluso
dall’elite di
Hogwarts…era come se lui fosse oltre tutto ciò,
oltre la realtà.
-Probabile-
commentò Glorya, giusto per dire qualcosa. Solitamente non
era una
chiacchierona, non le piaceva parlare per dare aria ai denti, ma non voleva stare in silenzio con lui. Non
sapeva perché, ma sentiva che solo parlandogli lui non
sarebbe andato via.
Era surreale quanto stava accadendo.
-Dicono
che questa sia
-Anime
sole…?-
-Sì.
Generazioni e generazioni di studenti sono venuti qui a riflettere,
pensare…quando sentivano che il mondo era diventato troppo
chiassoso per loro-
spiegò il ragazzo dagli occhi verdi e le sue parole
sembravano ipnotizzare
Glorya. Nessun ragazzo l’aveva mai affascinata in quel modo.
-Il mondo
è troppo chiassoso per te, Glorya Zabini?- le
domandò Liam, guardandola in viso
per la prima volta da quando le si era seduto accanto.
-Sento
che a volte mi urla nelle orecchie- ammise la mora, facendo di nuovo
sorridere
Liam, di quello strano sorriso lento e un po’ misterioso.
-Bella
questa…-osservò, mentre giocherellava con un
anello che portava al medio
sinistro. Era una fede spessa d’argento, sulla quale erano
incastonati una
volpe e una rosa intrecciati fra loro; sembrava lo stemma di
un’antica casata
di maghi.
-Ora devo
andare- annunciò poi Liam, alzandosi con lentezza, come se
temesse di cadere giù.
-È
stato…interessante conoscerti, Glorya Zabini- aggiunse,
prima di voltarle le
spalle e scomparire giù per le scale.
*****
-Ehi, tu!
Dico a te, nanerottolo!-
Cassiopea
Sofia Malfoy si rivolse ad un minuscolo bambinetto che era appena
passato per il
ritratto della Signora Grassa. Quello, fissandola terrorizzato, forse
per il
suo tono autoritario, le disse, balbettando:
-S-sì?-
-Voglio
che torni dentro a chiamarmi Shane Burke. Ora!- gli ordinò
Cassiopea,
sorridendo segretamente mentre il bambinetto scattava ad eseguire
quanto gli
era stato detto.
Un
secondo dopo uno scarmigliato Shane Burke sbucava dal ritratto, senza
cravatta,
con la camicia mezza sbottonata, come se si fosse vestito in fretta.
-Ciao-
gli disse Cassiopea, sicura di sé. Dopo aver passato tutta
la cena a pensare e
ripensare –con Lily malata, Glorya persa in un altro mondo e
Scorpius svanito
nel nulla non le restava nessuno che fosse degno di parlare con lei-
aveva
deciso che sarebbe andata da Shane, una volta uscita dalla Sala. Aveva
notato
che non si era seduto al tavolo dei Grifondoro e così aveva
immaginato che
avesse saltato la cena e che dunque si trovasse in Dormitorio.
-Ciao-
replicò Shane, del tutto colto di sorpresa. Aveva deciso di
lasciarla un po’ in
pace, da dopo la sera della festa, conscio che la biondina dovesse
riflettere
su quanto era accaduto fra loro, ma non si sarebbe mai aspettato che
-Non
fraintendermi ma…cosa ci fai qui?- le domandò
giustamente, cercando di non far
sembrare che la volesse cacciare.
Cassiopea
fece un minuscolo sorriso, prima di replicare: -Sono venuta a chiederti
se ti
andava di…fare due chiacchiere-.
Ci
mancò
poco che Shane stramazzasse al suolo. Cassiopea
Sofia Malfoy che chiedeva a lui, Shane
Burke, di fare due chiacchiere? Per di più dopo il
coprifuoco?
-Certo
che mi va- rispose il Grifondoro, che di certo non dava importanza alle
regole.
Con un colpo di bacchetta si sistemò la camicia, spinto dal
desiderio di
apparirle meno caotico.
Un minuto
dopo si stavano incamminando verso
Solo
un’ora dopo Cassiopea fece ritorno al Dormitorio di
Serpeverde, dove trovò
Glorya stesa a fissare vacuamente il soffitto –cosa che aveva
fatto anche
durante la cena- e Lily appallottolata sul letto, con un fazzoletto
bagnato
sulla fronte.
-Ehilà,
moribonda…come ti senti?-l’apostrofò
Cassiopea, andando a sedersi accanto a
lei.
-Mmmh…come
se un tir mi avesse investito- mugugnò la rossa, per poi
spostare lo sguardo su
Glorya, come a chiedere alla Malfoy che diavolo le fosse preso. La
biondina
fece spallucce e, dopo essersi scambiata un’occhiata
d’intesa con Lily, chiese
alla Zabini:
-Ehm…Glorya? Sei fra di noi?-
Glorya
spostò lentamente lo sguardo su di loro, come se le vedesse
per la prima volta,
e disse, senza un apparente filo logico:
-Ho conosciuto un ragazzo, oggi. Si chiama Liam Mackenzie, è
di Corvonero-.
-Ah! Ecco
spiegati gli occhi da pesce lesso…ti piace?-
bofonchiò Lily con voce rauca,
facendo emergere la testolina dalle coperte. Conservavano ancora il
profumo di
Scorpius…
-Sì-
ammise Glorya, semplicemente e sinceramente, sbalordendo le sue amiche.
Generalmente
prima che
-Io ho
appena trascorso un’ora nella Stanza delle
Necessità con Shane Burke- annunciò
Cassiopea, visto che quella sembrava la serata delle sorprese. Infatti
Lily e
Glorya –che ora che aveva parlato di Liam sembrava tornata in
sé- la guardarono
con tanto d’occhi.
-E non vi
siete picchiati?- pigolò Lily, il cui tono di voce variava
da rinoceronte
africano a pulcino spelacchiato.
-No…-
-Non
l’hai insultato?- domandò Glorya, stupita. Ma
stava bene Cassiopea?
-Neanche-
replicò
-Okay…visto
che siamo in vena di rivelazioni…- cominciò Lily,
per poi interrompersi causa
tosse, -oggi Scorpius è venuto qui-.
-Scorpius?!
Intendi mio fratello???- domandò Cassiopea, doppiamente
sorpresa.
-Quanti
altri Scorpius conosci?- replicò retoricamente Lily.
-E cosa
è
venuto a fare…?- questa era Glorya, non meno meravigliata
della Malfoy.
-A vedere
come stavo, credo- fu la risposta di Lily, che non aveva ancora ben
realizzato
che lei e Scorpius si fossero abbracciati in quello stesso letto quasi
con
dolcezza solo poche ore prima. Le sembrava che quel pomeriggio fosse
stato solo
il frutto di una qualche allucinazione prodotta dalla febbre.
-Allora
sei tu!!!!- esclamò Cassiopea, come colta da
un’illuminazione.
-Io
cosa?- fece Lily, perplessa.
-Sei tu
la ragazza di cui mio fratello mi ha parlato oggi in biblioteca!!!-
-E
cos’avrebbe detto?- s’informò Glorya,
interessata. Forse era giunto il momento
in cui quei due testoni l’avrebbero smessa di ignorare la
realtà delle cose…
-Ha detto
queste testuali parole: “é
davvero bella,
talmente bella che mi fa male guardarla a volte…è
anche straordinariamente
irritante, cattiva, acida, testarda, viziata, arrogante, spocchiosa,
piena di
sé…che mi verrebbe voglia di
strangolarla”. Si stava riferendo a te!!!-
citò Cassiopea, esultante.
-Certo
che è lei!- confermò Glorya, elettrizzata dagli
sviluppi, mentre Lily le
ascoltava frastornata. Possibile che Scorpius avesse parlato di lei in
questo
modo? Possibile che lei fosse contenta per
il fatto che la trovasse bella?
Spazio Autrice:
Bene…non
mi resta che ringraziare chi ha aggiunto questa storia alle seguite e
ai
preferiti, chi ha solamente letto senza commentare e ringraziare una
per una le
persone che mi hanno resa strafelice con le loro recensioni, ovvero Aleu, 979,
Red_93, Aislin,
sunflower_, emma95,
iceathena, Hayley_Gin91,
Le_Tre_Sclerate_The_Best
e mv3028
P.s più ti
dilunghi, più sono contenta : )