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Autore: Hi Ban    22/01/2010    6 recensioni
“Sai, Sakura-chan, io voglio morire a Konoha!”
“Baka, ma che stupidaggini vai sparando?”
Sakura era Sakura: fu quasi automatico il pugno che incontrò la testa di Naruto.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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The last wish

"Sai, Sakura-chan, io voglio morire a Konoha!”
“Baka, ma che stupidaggini vai sparando?”
Sakura era Sakura: fu quasi automatico il pugno che incontrò la testa di Naruto.



Non avevano considerato che nel viaggio di ritorno avrebbero potuto incontrare presenze ostili; non avevano pensato che sarebbero stati più forti anche di quanto si sarebbero potuti immaginare; non si erano resi conto che quella squadra, formata da Sakura, Shikamaru, Kiba e Naruto, riconosceva il suo punto di forza proprio nell’Uzumaki.
Non potevano sapere che Naruto, nel vano tentativo del giorno prima di riportare Sasuke a casa, avrebbe fatto uso del Rasen Shuriken e che si sarebbe affaticato tanto che il giorno dopo non sarebbe riuscito a proteggere né la sua vita, né quella dei suoi compagni – che gli stava più a cuore.
Si era solo buttato avanti, avventatamente, impulsivamente, com’era solito fare, per proteggere Sakura, che non capiva più niente, se non che Naruto perdeva sangue. Non sapeva da dove e non sapeva perché, ma si era immobilizzata, spaventata e inebetita, come se sapeva che tutto era impossibile.
Naruto in quel momento si trovava per terra, steso con la testa sulle gambe dell’Haruno, che tentava di rimediare al suo errore, tentava di salvargli la vita.
Kiba e Shikamaru fissavano la scena, muti, non sapevano cosa fare, cosa dire, cosa pensare.
Non volevano pensare.
La faccia dell’Uzumaki era sporca di sangue, così come tutto il suo corpo, e non smetteva di sgorgare copioso dalle ferite. Aveva chiuso gli occhi, nell’aria aleggiavano solo l’odore della sua distruzione e il suo respiro affannoso, mozzato dal dolore.
“L-lascia per-dere, S-Sakura-cha-n...”
Naruto sorrideva, mente posava una mano su quella della sua compagna di squadra e le impediva di far fluire il chakra, quasi unica traccia di vita in quel corpo.
Ormai Sakura non riusciva più a trattenere le lacrime, non gliene importava più. Aveva creduto, fino a quel momento, che non avrebbe più versato una lacrima mentre adempiva al suo lavoro di ninja medico, ma non ci riusciva e quella ne era la prova.
“N-Naruto, non dire stupidaggini...”
“Vo-glio... andare a Konoha...”

“Davvero, Sakura-chan! Voglio morire al mio Villaggio, come un vero Ninja!”
“Perché ci pensi proprio ora, si può sapere?!”
Altro pugno seguito da una risata.



Non ebbero cuore di contraddirlo, di dirgli ciò che pensavano. Sakura non aveva neanche tentato di dissuaderlo, perché sapeva, così come sapevano Kiba e Shikamaru che si inginocchiarono di fianco a Naruto, accingendosi a portarlo a Konoha. Sapevano che non ce l’avrebbe fatta, che sarebbe morto.
Molto probabilmente lo sapeva anche lui, perché allungò la mano verso di Sakura, per poter stringere la sua almeno una volta; l’ultima.
Sakura gemette, versò altre lacrime, prese la sua mano, chiedendosi perché – perché! – non gliel’aveva mai presa prima, perché non lo aveva mai abbracciato.
Altre lacrime.
Un sospiro insofferente si levò da Naruto, che strinse di più la sua mano, perché avrebbe voluto avere tra le braccia Sakura, consolarla. La parte peggiore era che la causa della sua tristezza era lui e quello faceva più male delle ferite che gli martoriavano il corpo. Non ci sarebbe stato quando Sakura avrebbe pianto per Sasuke, non avrebbe potuto più consolarla, non avrebbe più potuto invitarla a mangiare ramen, offrendosi di pagare, anche se non aveva più soldi. Ne era conscio e non era giusto.
“N-Narut-o!”
Sentiva gli occhi pesanti, ma non poteva cedere, non prima di essere giunto a destinazione.
Non poteva.
“And-iamo a Konoha, Sakura-chan...”
E ripresero a camminare.
Non l’aveva mai immaginata, la sua morte; aveva sempre creduto che con il tempo sarebbe stata la saggezza acquisita a porre una risposta a quel quesito, ma era troppo presto, quello doveva riconoscerlo.
C’erano ancora tante cose che doveva fare: diventare Hokage, vedere sotto la maschera di Kakashi-Sensei, scoprire l’ingrediente segreto di Teuchi.
Doveva riportare a casa il Teme, per Sakura, per se stesso.
Non sarebbe riuscito a riportarlo a Konoha, a mantenere la parola data a Sakura-chan.
Non avrebbe più rivisto suo fratello.

“Il mio desiderio è quello di morire a Konoha!”
“Non era quello di diventare Hokage?”
“Sì, ma quello era sottinteso!”
“Baka!”



Non sentiva più il resto del corpo, niente dolore, l’unica cosa che lo teneva collegato alla realtà – alla vita – era il calore della mano di Sakura, che non lo aveva lasciato.
Continuava a stare lì, accanto a lui.
Lui, invece, l’avrebbe lasciata, presto.
Non era giusto.
Quando chiudeva gli occhi, o lei e Shikamaru o Kiba parlavano, gli chiedevano delle cose, anche se erano delle stupidaggini.
Tutte stupidaggini che non presagivano alcuna sua dipartita e questo lo faceva sorridere. Era importante per loro, contava qualcosa.
Era riuscito a farsi accettare, era felice.
Mancava poco, lo sentiva dalla stretta dell’Haruno, che si fece più solida: non voleva lasciarlo perché aveva capito qual era il desiderio di Naruto, se lo ricordava.
Non voleva arrivare alle porte del Villaggio, non voleva superare la soglia, perché per qualcuno sarebbe stata la morte, per altri disperazione, per altri ancora dolore.
Continuavano ad avvicinarsi, il tempo stava per scadere, ma lei non voleva lasciarlo.
Non gli aveva ancora mai detto che gli voleva bene, non lo aveva ringraziato a sufficienza per tutto ciò che aveva fatto per lei e lui non aveva ancora vissuto abbastanza.
Era troppo presto.
Le porte continuavano ad avvicinarsi, la morte stava venendo a reclamare ciò che gli spettava.

“Ma perché? Che senso ha?”
“Se muoio a Konoha, morirò dove c’è qualcuno che mi vuole bene!”
“Naruto...”



Non sentiva quasi più niente, la stressa che faceva prigioniere la sua mano e quella di Sakura sembrava scomparire passo dopo passo.
Sapeva di essere quasi arrivato.
Altri pochi passi e avrebbe varcato il portone della Foglia, poi avrebbe potuto chiudere gli occhi. Prima, però, doveva mettere a posto almeno ciò che gli era concesso. Non se ne sarebbe andato senza prima far sapere a chi di dovere che non sarebbe mai stata sola.
“T-i vogli-o bene, Sakur-a-chan.”
Avrebbe continuato a proteggerla, ovunque fosse capitato, qualunque posto avrebbe dovuto occupare.
Tentò di aprire gli occhi, voleva rivederla almeno un’ultima volta, ma vedeva tutto sfocato: era dell’opinione che un Ninja non mostra le sue emozioni, ma si era concesso un momento di tristezza. Aveva sempre saputo che le lacrime avrebbero solcato le sue guance, quando avrebbe dovuto dire addio a Sakura.
Piangeva anche per Sasuke: fino a quel momento era stato certo che avrebbe avuto tempo per riportarlo indietro, riportarlo alla luce da quelle tenebre in cui si era rifugiato, ecco perché non aveva versato lacrime.
Non lo avrebbe più rivisto, invece.
Sarebbe morto con l’immagine del suo volto segnato dall’odio nei suoi confronti.
Sapeva, però, che l’unica vera immagine di Sasuke era quella di un fratello, che non lo avrebbe mai abbandonato.
Neanche nella morte.
Sakura gemette; i piedi di Shikamaru e Kiba avevano attraversato il portone.
Era dentro il Villaggio della Foglia, era a casa.
Ora poteva andarsene, aveva esaudito il suo desiderio.
“N-no, Naruto! N-no!”
Non potette sentire il pianto disperato a cui si era abbandonata Sakura quando aveva visto i suoi occhi chiudersi.
Non vide la mano di Shikamaru andare a coprire il suo dolore, tantomeno i pugni di Kiba stringersi.
Avrebbe giurato, però, di aver visto le sagome di un uomo e una donna che gli porgevano una mano, mano che aveva afferrato subito, come un’ancora di salvezza, certo di conoscerli.

“Promettimelo, Sakura-chan!”
“Cosa, Baka?”
“Di esaudire il mio desiderio, ovvio!”
“Con te non ci sono speranze!”
“Dai! Promettilo! Per favore!”
“Va bene, ok!”
“Grazie, Sakura-chan! Ti voglio bene!”



“Te ne voglio anche io, Naruto.”


Salve!^w^
...
Non ho la più pallida idea di cosa dire, se non che spero di essere riuscita a trasmettere qualcosa, poiché l’intento è quello!xD
È ambientata nello Shippuden e Naruto e Sakura sono partiti alla ricerca di Sasuke – di nuovo – più o meno dopo il combattimento dopo Kakuzu e Hidan.
Ci tengo a precisare che non è una NaruSaku, anche perché sono per il SasuSaku!^^
Semplicemente, Sakura vuole bene a Naruto, in questa storia, ma non lo ama.
...
Sloggio, per la vostra gioia, sì, sì!ù_ù
Beh, spero vi piaccia!^^
A presto!=3
  
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