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Autore: x_Dana    22/01/2010    0 recensioni
Brevi storie tratte da varie canzoni del gruppo Power metal "Sonata Arctica". Il tema delle canzoni, e quindi delle storie, è prevalentemente drammatico, romantico e introspettivo.
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Tallulah


"Hey, credo che sia meglio finirla qui"

Le parole mi colpirono come un pugno in pieno viso, e gli occhi mi si riempirono di lacrime, come se qualcuno mi avesse strappato via la pelle del petto con artigli crudeli e impietosi.
A malapena percepii il suo tocco sulla mia mano, quando me la prese e se l'avvicinò alla guancia, carezzandola leggermente come se bastasse perchè io la perdonassi.
La verità è che sapevo che lei non aveva le parole, aparte quelle che aveva pronunciato in precedenza, che avevano firmato la mia condanna senza diritto di appello.
Appello all'amore che in quel momento mi stava straziando il petto.

Dopo altri istanti di silenzio, pronuncio le parole che dovrebbero uscire dalla tua bocca, rosa e leggermente tremante.

"Addio, allora"

Le depongo un bacio sulla guancia, beandomi per l'ultima volta del suo calore, e cominciando a camminare oltre le sue spalle.

Appena il suo sguardo verde mi abbandonò sentii le spalle incurvarsi per accogliere un singhiozzo, silenzioso e a lungo trattenuto, e sperai che lei non guardasse indietro.
O mi avrebbe visto piangere in silenzio.


Una volta a casa mi distesi sul letto, con la faccia premuta sul cuscino, e ci rimasi le ore.
Forse i giorni.
Un sorriso amaro mi si dipingeva sul viso, quando pensavo che proprio in quel momento dettagli  insignificanti mi venivano in mente, quei dettagli a cui hai sempre dato così tanta importanza.

Ricordi quella volta che guardavamo il tramonto, seduti sulla scogliera, sferzati del vento gelido?
Il modo convinto in cui mi avevi detto "Questo non finirà mai", e il sorriso che aveva preceduto il nostro bacio, che andava a sigillare la tua promessa.
E io credevo ad ogni singola parola che lasciava le tue labbra, ed ero convinto che per te fosse lo stesso.

Non so perchè è finita.

Mi ricordai anche le stelle cadendi, d'estate, il giorno in cui è iniziata la nostra storia, qualche anno fa.
Con un sorriso radioso mi avevi indicato quella piccola scia luminosa nel cielo, ma ero troppo preso dai tuoi occhi smeraldini e dai tuoi capelli biondi lucenti per accorgermene.
Stavamo passeggiando sul sentiero, entrambi con i nostri desideri in mente, e li abbiamo affidati alle stelle cadenti.
Spero che il tuo si avveri, perchè il mio si è infranto.

Ora che mi sono rimasti solo i dettagli, della nostra storia, ripenso a qualche tempo fa.
All'ultima volta che ci siam visti, quando mi hai lasciato.
Dovevo capirlo che qualcosa non funzionava, dal sorriso falso che mi hai regalato, quando hai lasciato andare la mia mano.
E infondo al cuore percepivo la tua insicurezza, non sapevi cosa fare, e nei tuoi occhi cominciavano già a brillare calde lacrime d'addio.

E quando sono solo mi prendo la testa fra le mani, stringendo forte i miei corti capelli neri. E penso che sia meglio vivere da soli, che continuare ad avere paura che qualcosa finisca.
Tallulah, così si chiama la donna che amo.
Tallulah, è più facile vivere da soli, senza la paura che finisca il tempo per noi
Tallulah, trova le parole e torna indietro, ti prego.

Questo per noi sarebbe potuto essere il paradiso...



La prima notte di primavera, le luci delle bancarelle e dei fuochi mi colpiscono gli occhi, abituati al buio della mia stanza.
La musica mi circonda, ma non mi tocca,  solo perchè non c'è lei a dividerla con me.
I rumore delle scarpe sul morbido terriccio che ricopre la strada in questo giorno di festa, a ritmo, attira la mia attenzione.
Un breve sorriso stanco mi attraversa il volto smunto in un lampo, nel vedere i miei compaesani ridere e ballare, su di loro le ombre dei fuochi della sagra si dimenano ostinate.
Subito il senso di calore si trasforma in gelo mortale, quando la vedo, col volto illuminato ad intermittenza.
E' mano nella mano con il batterista della banda, quello coi capelli lunghi, che la guarda come se potesse amarla davvero.
Come se potesse amarla più di me.
Ma infondo è lui quello che ora sta ballando con la mia regina.

Paralizzato, non oso salutarti, spaventato dal ricordo della voce di lei mentre mi dice addio.
Ma i sentimenti bruciano ancora, sono ancora vivi come lei li ha lasciati.

Tallulah.

Pronuncio sottovoce il suo nome, chiudendo gli occhi, gustandone il suono per la prima volta dopo settimane.
Sulle palpebre chiuse mi si disegnano le ombre della danza.

In tutto quel tempo mi sono arrabbiato con lei solo una volta, alzando la voce.
E così lei decide di vendicarsi ora.
Ma l'amerò per sempre, non importa con chi lei balli, con chi lei rida.
La riconquisterò un giorno, se me ne darà la possibilità.


Ma prima, c'è una cosa che deve capire, e che io ho capito sulla mia pelle. Sul mio cuore.


Tallulah, it's easier to live alone, than fear the time it's over.
Oh Tallulah, find the words, and talk to me oh Tallulah.
This could be...


(sonata arctica. Tallulah)


Ringrazio i miei amati Sonata per questa canzone :P
E la dedico ai miei amici, che loro sanno u.u.

A presto :3


  
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