Fin Dove Arriva Il Vento.
Buonasera U_U Che sonnooooooooooo ç_ç VabbeH, Sore grazie lo stesso. Buonanotte
u_ù Ahahah xD Okok Bastaaaa xD La sottoscritta sta sclerandoooo xD
Capitolo 3
“No, io non me ne vado!”
La sentii ridere. La sua stessa risata. Rimasi con gli occhi spalancati a
guardarla. I suoi denti splendevano nella controluce. Era bellissima, non avevo
mai visto nulla di simile in vita mia, ero stato con molte ragazze, ma la loro
bellezza non era paragonabile minimamente alla sua. Sembrava uscita da uno di
quei dipinti gotici. Lei si avvicinò a me e iniziò a sbottonarmi i jeans
chiari. Rimasi sconvolto e mezzo eccitato. Era per questo, allora, che piaceva
così tanto ai ragazzo. In un gesto quasi automatico le bloccai le mani, mentre
stavano entrando nei boxer. Lei spostò le mani sui miei fianchi e si alzò in
punta di piedi per darmi un bacio. Avvicinai le mie labbra alle sue e lei ne
approfittò per strusciarsi ancora una volta. Mi diede un bacio. Sapeva di sangue.
Mi staccai disgustato. Lei, nell’ombra, accennava a un mezzo sorriso. I denti
erano sporchi di qualcosa di rosso. Cosa aveva fatto? Cos’era? Io.. non
riuscivo a capire! Si morse le labbra e si avvicinò di nuovo a m, facendosi
illuminare dai raggi del sole. Mi lasciò vedere il collo. Non era stata la mia
immaginazione, quelle punture nel lato del collo erano rosse e sembrava quasi
che le facessero ancora male. Le sfiorò dolcemente con le dita sottili. Mi avvicinai
a lei, mi sentivo attratto. Dovevo uscire subito da quella casa. Mi sentivo
intrappolato. Mi baciò dolcemente il collo , la paura mi assalì. Avevo paura di
sentire troppo dolore, di certo la morte non mi spaventava. Sentii un dolore
strano, acuto. Mi piaceva quel dolore, mi procurava un piacere non
indifferente. Lei si staccò dal mio collo e mi posò sul letto. Con un salto, si
mise accanto a me e iniziò ad accarezzarmi i capelli. Mi sentivo mancare, però
quelle coccole mi piacevano, mi tranquillizzavano. Mi addormentai.
Mi svegliai dopo un paio di ore, anche lei stava dormendo. Mi sentivo vagamente
strano. Mi girai su un fianco e rimasa a guardarla per almeno mezz’ora. Studiai
il suo viso, lo accarezzai, lo riempii di baci. Sfiorai i suoi capelli, lei si
svegliò. I suoi occhi scuri mi scrutavano dolcemente. Mi diede un bacio molto
dolce. Chissà dov’era finito il ragazzo di prima. L’abbracciai, sembrava così
indifesa
“Scusami Willosky…”
La guardai.
“Per cosa?”
Abbassò lo sguardo. E si strinse al mio petto. La sentii piangere. Mi sentivo
così impotente. Non sapevo nulla di lei, non sapevo come consolarla. Volevo
poterle risolvere qualsiasi problema lei avesse. Le spostai piano la testa per
riuscire a vedere meglio quel viso impastricciato di lacrime e trucco sbavato. Il suo viso era
contratto in una smorfia di dolore. Mi faceva male vederla stare così. La strinsi
forte a me.
“Smettila di piangere! Non risolve nulla!”