The Experiment
Tihany - Ungheria - 2012.
Sentì bussare alla porta del
proprio ufficio.
“Avanti.” disse
in tono autoritario.
Lentamente la porta si aprì, entrò un ometto tarchiato e con spessi occhiali da
vista.
“Dottore, prego si accomodi. Mi
dica tutto.” lo esortò con un sorriso, sperando in buone
notizie.
Il sorriso gli morì sulle labbra quando il suddetto dottore lo guardò con aria mesta.
“La prego, mi dia buone notizie.”
“Mi dispiace signore... un altro
rigetto.” annunciò
torturandosi le mani.
L'altro colpì la propria scrivania
con un pugno.
“Dannazione! Il sesto rigetto in
un mese? Ma che diavolo fate voialtri in quei
maledetti laboratori?” inveì duramente.
“Mi dispiace
signore, non sappiamo come spiegarlo. Tutte le donne hanno un rigetto non oltre la seconda
settimana.” spiegò il dottore, concitato.
“Beh, riprovate! E' per questo che vi pago, no? Prima o poi
riuscirete a concludere qualcosa di buono, voi stupidi idioti!”
“Ma...”
“Ma cosa?
Si esprimi in modo concreto, dottore.” lo apostrofò
aspramente.
“Le donne a disposizione sono.. terminate. E dubito che con quelle già sottoposte
all'esperimento, rivelatosi fallimentare, riusciremmo
a realizzare il nostro progetto.”
“Usate le altre, allora.”
“Le altre, signore?” domandò
perplesso lo scienziato.
“Sì, le altre. Dalla
cella 201 alla 300. Qualcuna dovrà pure andare bene.” sostenne
con noncuranza, come se stesse parlando di oggetti, o di animali.
“Signore ma... sono umane!”
“E
allora?”
“Non credo che un'umana possa
sopportare... una cosa del genere...”
L'uomo si alzò dalla sua scrivania
e raggiunse lo pseudo-scienziato. La differenza
d'altezza tra i due era impressionante, grottesca.
Il dottore doveva alzare la testa
di parecchi gradi per poter guardare l'altro in faccia, che lo sovrastava di
almeno venti centimetri.
“Dottore, quello che crede lei non
mi importa. Deve solo attenersi agli ordini:
riprendete subito gli esperimenti! Almeno una di quelle femmine deve restare
incinta, e portare a termine la gravidanza! Si dia da fare, dottore: ne va
della sua vita.” lo minacciò
furente.
L'altro, pallido come un lenzuolo,
si limitò ad annuire e iniziò a indietreggiare
lentamente, come se avesse paura di voltare le spalle a quell'uomo. Beh, in
realtà aveva davvero paura di voltargli le spalle.
Appena il nanerotto
uscì fuori, l'uomo tirò un profondo sospiro e si avvicinò alla finestra. Il Balaton si estendeva a perdita d'occhio, qua è là qualche
imbarcazione di turisti o troupe cinematografiche: aveva sentito dire che
stavano girando un film da quelle parti.
Un film sui vampiri. Scosse il capo, un sorriso maligno gli affiorò sulle labbra.
Se solo sapessero
quanto erano vere quelle cose, quando vicino a loro era il Male.
Invece, stupidi parassiti senza
cervello, correvano nei cinema a guardare film sui vampiri divertendosi un mondo:
non si sarebbero divertiti tanto, se ne avessero
incontrato uno per davvero. O magari un esercito di
vampiri.
“Poveri, stupidi umani. Non ne avete la minima idea...” mormorò
fissando un punto indistinto del Mare d'Ungheria.
Sì, non ne avevano
idea, ma chissà, con un po' di fortuna il suo casato sarebbe tornato a
splendere come nei secoli passati. Il suo glorioso casato avrebbe di nuovo
comandato su quelle lande.
Sempre che quegli idioti di
scienziati riuscissero nel loro compito.
Aveva qualche dubbio in merito, in
dieci anni aveva.... sostituito già sette esimi
dottori, sospettava che quel piccolo tedesco fifone sarebbe stato l'ottavo. Ma non doveva perdersi d'animo, aveva tutto il tempo che
voleva. Prima o poi sarebbero nati, fosse stato anche
tra mille anni. Non doveva fallire, non poteva
fallire. Per troppo tempo erano rimasti nell'ombra, era
giunto il tempo di tornare a comandare.
“Saremo di nuovo
grandi, e forti. Insieme.”
Tornò a sedersi alla scrivania e
aprì un cassetto, tirandone fuori un dossier. L’aprì e lesse con attenzione, ma
sorridendo.
Selene continuava
a giocare all’Agente di Morte, ora addirittura si era sposata con il
caro Michael Corvin: che bella coppia. Una vampira e
un ibrido, nei secoli passati li avrebbero uccisi senza pensarci due volte.
“Che
decadenza di costumi!” esclamò in tono ironico, richiudendo il dossier con uno
scatto.
Ma presto, lo
sentiva, avrebbe sistemato le cose. Ognuno sarebbe tornato al suo posto, e non
si sarebbero più commessi tali obbrobri.
“Presto nascerà un nuovo re.”
N.d.A.: capitolo breve in quanto “di
transizione”, come li definisco io. Vale a dire serve da ponte ad un altro
periodo. Da notare che il primo film è stato girato nel 2002
ed ambientato pressappoco nello stesso periodo. Il secondo film (benché
girato alcuni anni dopo) si svolge subito dopo, quindi suppongo sempre nel
2002. Adesso siamo nel 2012, sono passati dieci anni. E ne passeranno ancora
molti….