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Autore: Madame Melerik    24/01/2010    7 recensioni
Allen e Tyki si incontrano in uno studio discografico per una gara canora. L’obbiettivo è uno solo: diventare Idol. Tyki, però, sembra averne anche un altro: fare breccia nel cuore dell’inglesino.
[ Autrici: Gala e XShade-Shinra ]
[ Fanfiction classificata 1° allo “Stars And Diamonds Contest -quando l'amore incontra la comicità-” indetto da Jeannina e Nii sul Forum di EFP ]
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Marian Cross, Tyki Mikk, Un po' tutti | Coppie: Tyki/Allen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Speravamo di mettere on-line questo capitolo un po' prima, ma, come al solito, siamo piene di impegni improrogabili.
Ci scusiamo con tutti per l'attesa.]

- Magnet -
Capitolo 2

La sera arrivò molto lenta, per l'orologio di Tyki. Andò all'ipermercato e comprò tutto l'occorrente per la cena, cucinandolo lui stesso. Aveva buttato fuori il Conte ed i domestici di casa, dando loro un giorno libero: voleva restare solo con l'albino.
«Allen sta per arrivare... Lalala...» canticchiava felice, apparecchiando la tavola.
Il ragazzo intanto aveva impiegato più tempo del dovuto a scegliere cosa indossare, per uno a cui non importava niente della persona con cui doveva cenare. Ogni volta che ripensava a Tyki arrossiva e non poteva fare a meno di toglierselo dalla testa.
«Sei pronto Discemol--» stava per chiedere Cross aprendo la porta del ragazzo, quando la sua voce gli si spense in gola.
L'albino si era vestito in modo davvero... ricercato! Calzava a pennello un abito da sera nero, in perfetto contrasto con il suo essere bianco, con un candido papillon legato al collo.
«E' troppo formale?» chiese il ragazzo, ravvivandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.
«No, stai benissimo.» disse l'uomo.
Era strano che Cross gli facesse quel genere di complimenti, ma Allen se lo meritava davvero.
«Mi sento a disagio...» borbottò il ragazzo, sistemandosi la giacca.
Quello che gli aveva detto il manager ancora gli ronzava in testa.
«Nhaaa!» fece il rosso, sollevando un angolo del labbro e muovendo la mano come a scacciare qualcosa «Stai tranquillo!»
«Voi mi aspetterete giù in macchina, vero?» chiese conferma, alzando lo sguardo argentato sul suo.
«NO!» rispose sbalordito «Anch’io ho i miei appuntamenti galanti!»
«E fino a che ora pensate di lasciarmi lì?» Allen era sconvolto.
«Beh, alle due di notte penso vada bene.»
«E' una cena, mica una festa...» gli fece notare l'albino.
«Io invece sono impegnato fino all'una e mezza, quindi mangiate con calma!» ribatté.
«Spero allora che abbia cucinato tanto...» fece stizzito il ragazzo, uscendo dalla sua stanza, lasciandosi dietro una scia del profumo che gli aveva regalato Cross per le occasioni importanti.
Pur notandolo, l'uomo rimase in silenzio, ghignando compiaciuto.
«Andiamo.» disse grave, prendendo il cappotto.
Una volta in macchina, l'albino di mise a guardare fuori dal finestrino con aria assente.
«Sono sicuro che vi divertirete!» gli disse Cross per rompere il ghiaccio dopo parecchi minuti di silenzio.
«Facile dirlo. Non è mica lei che va a cena da un uomo che ha detto di volerti portare a letto...» gli tirò una frecciatina, con lo sguardo tagliente.
Una smorfia comparve sul bel volto del manager.
«Non ti toccherà.» gli assicurò.
«Se solo ci provasse lo stendo...» s'imbronciò l'albino, arrossendo.
«Ho detto che non ti toccherà.» ripeté «Al massimo cercherà di rubarti un bacio, se ho ben capito che tipo è.»
"Come se non lo avesse già fatto..." ripensò all'incidente alla fermata dell'autobus.
Il silenzio durò ancora per parecchi minuti, fino alla destinazione.
«Siamo arrivati.» avvisò il moro, accostando l'auto «Vuoi che ti scorti fino a su?»
«No... penso di farcela. Tenga il cellulare acceso!» gli ricordò mentre smontava dalla macchina.
«Certo, certo...» sbuffò, ripartendo non appena l'albino richiuse lo sportello.
Allen prese un respiro profondo, avvicinandosi al palazzo dove lo aveva lasciato il maestro. Titubò qualche attimo prima di suonare. Dopo pochi secondi, sentì scattare il cancello ed una voce dal citofono lo invitò ad entrare.
«Sali pure, Shounen! Quattordicesimo piano. Ah! L'ascensore è guasto!»  
«La solita fortuna...» borbottò il ragazzo con l'umore nero.
Per fortuna era un tipo atletico e non gli pesarono troppo.
Appena arrivò al quattordicesimo piano, vide Tyki ad accoglierlo all'uscio. Era vestito con dei jeans bianchi e stivali neri, del medesimo colore della camicia che teneva sbottonata fino a metà petto, lasciando così che gli occhi potessero andare alla deriva tra i muscoli del suo busto dalla pelle color caramello.
«C-- Ciao...» ansimò l'albino stravolto dalla scalinata.
«Salve, Shounen.» sorrise il moro, il quale credeva che Allen fosse rimasto senza fiato grazie alla sua bella  presenza «Prego, entra.» lo invitò, spostandosi di lato.
Il ragazzo si accomodò, investito subito da un buon profumino.
«Ho cucinato tutto io.» spiegò il portoghese «Spero di averci azzeccato.»
«Si prospetta qualcosa d'interessante...» ghignò appena il ragazzo con l'acquolina in bocca, mentre si sfilava la giacca, mostrando così i suoi fianchi stretti e la bella linea delle gambe.
«Non sai quanto...» rispose il moro, portandosi a posto un ciuffo ribelle, uscito appena dall'alta coda che si era fatto per tenerli più ordinati.
«Dove posso metterla?» chiese il ragazzo mostrandogli la sua giacca.
Tyki chiuse la porta e gli prese gentilmente il giaccone di mano.
«Faccio io, tu vai pure in cucina a sederti. Fai come se fossi a casa tua. Se vuoi utilizzare i servizi, sono in fondo a destra.» sussurrò con voce calda ed avvolgente.
«Grazie...» sorrise a disagio, andando in bagno a lavarsi le mani.
«Prego.» lo sentì dire, mentre apriva l'armadio dell'ingresso per appendere il pastrano.
L'atmosfera che investì Allen una volta entrato nel bagno, lo spiazzò non poco. La vasca da bagno fumante di oli profumati, con petali di rose adagiati sull'acqua, candele profumate e musica a rendere surreale l'aria e la luce. Il ragazzo cercò di ignorare quelle provocazioni, lavandosi velocemente le mani. Quando stava per asciugarsele però non trovò l'asciugamano e cominciò a frugare nei cassetti per trovarne uno.
Fu allora che la magia del luogo venne rotta dal ritrovamento di uno strano blister di carta argentata, contenenti quelle che sembravano a prima vista delle pastiglie effervescenti, ma poi, ad una vista più acuta, si rivelarono per essere...
«Non ci credo... Preservativi....» sbuffò il ragazzino, con sguardo depresso «Meno male che non dovevo preoccuparmi...» sospirò il ragazzo, uscendo dal bagno con ancora le mani bagnate.
«Ehy, Shounen!» lo chiamò il padrone di casa quando lo vide «Ti serve un telo?»
«In effetti... in quel bagno c'era tutto tranne quello...» fece con l'umore ancora nero.
«Oops!» fece, prendendo un telo da cucina «Sono desolato. Usa questo, vado a metterne uno nel frattempo.»
Il ragazzo lo prese, asciugandosi le mani, mentre si dirigeva nella grande sala da pranzo. Tyki aveva proprio fatto le cose in grande stile! Trovò il tavolo apparecchiato di tutto punto, con tre tipi di forchette e coltelli, due cucchiaini e tre bicchieri; fazzoletti di raso, come la tovaglia ed un candelabro a tre braccia che rischiarava la stanza.
«Ah...» si sorprese l'albino, arrossendo appena.
Tyki doveva tenerci davvero se aveva messo tutta quella roba in giro appositamente per quella cena.
«Non avresti dovuto...» disse il ragazzo, quando avvertì la presenza del portoghese alle sue spalle.
«Tu non hai aperto i cassetti del bagno, vero?» chiese preoccupato.
«Perché me lo chiedi?» chiese Allen, voltandosi per guardarlo con finta aria innocente e vedendo con orrore che Tyki già sventolava i preservativi con una mano.
«Road adora farmi fare le figure di merda con gli ospiti, deve avermeli messi lei l’ultima volta che è stata ospite da me.» mentì con stile.
«E l'atmosfera suggestiva del bagno?» gli chiese sospettoso.
«Quella... l'ho fatta apposta, se avessi voluto farti un bagno...» disse vago "Con me, magari..."
«L'ho fatto prima di uscire...» lo liquidò velocemente, intuendo i suoi pensieri.
Si sedette a tavola affamato, aspettando che il padrone di casa si desse da fare.
«Arrivo, Monsieur.» ridacchiò il moro, mettendosi i profilattici in tasca ed andando in cucina a prendere l'antipasto.
«Hai detto che hai fatto tutto da solo?» chiese Allen, mentre si metteva il tovagliolo sulle gambe.
«Sì, quando ero in Portogallo non avevo un manager che mi seguiva, né i servitori!» spiegò, portando due vassoi stracolmi di antipasto di terra.
«Servitori?» ridacchiò depresso l'albino.
«Ho dei domestici.» disse, servendolo.
«Ah-ah... Manca poco che sono io il servo del mio manager...» ridacchiò, mentre senza quasi rendersene conto spazzolava quello che Tyki gli aveva messo nel piatto.
«Veramente?» chiese, più incredulo per la velocità del servizio lavastoviglie che per quanto detto dal giovane.
«Ho un debito di riconoscenza con lui, non posso che accontentarlo per tutto ciò che mi chiede...» sussurrò il ragazzo, abbassando lo sguardo sul piatto vuoto.
Tyki gli riempì nuovamente il desco.
«Se fossi il mio compagno, non lo permetterei mai.»
A quelle parole Allen si strozzò con un fungo porcino.
«Co-- Compagno??» chiese tossicchiando.
«Sì, compagno.» disse con voce ferma «C'è qualcosa che non va? Era un'ipotesi.»
«Compagno di lavoro?» chiese con un sorrisino incerto.
«No. Compagno di... vita.» disse, anche se in realtà stava per dire "letto"!
Allen arrossì a quel dire, chiudendosi nel silenzio, passando solo il piatto vuoto al moro perché lo riempisse ancora. A vedere nuovamente la ceramica lustrata, capì le parole del rosso quel pomeriggio...
«Sono contento che ti piaccia.» disse.
«E' buono...» cercò di giustificarsi il ragazzo, diventando ancora più rosso.
Tyki, a quelle parole, gli posò un bacio tra i capelli.
«Cosa c'è per primo?» chiese l'inglesino arrossendo ancora, spostando il viso di lato.
«Pasta con le noci.» sussurrò tra i setosi ciuffi bianchi.
«Devo tornare in bagno!» esclamò forse troppo forte, alzandosi da tavola e rifugiandosi nella stanza di prima.
«Ahn... OK...» fece Tyki, grattandosi la testa.
Una volta lì, il ragazzo si sciacquò il viso con l'acqua fredda.
"Cosa diavolo mi prende? Non è cambiato niente da oggi pomeriggio! Le parole che ha detto non significano niente..." pensò cocciuto.
Ma, specchiandosi, rivide la vasca da bagno ancora calda, preparata per lui, tutte le accortezze di quella stanza…
«Baka...» sibilò, prendendo l'asciugamano che Tyki aveva appena messo, sentendolo morbido e delicato contro il viso.
In quel momento la stanza profumata gli sembrò asfissiante e si allentò il nodo della cravatta per poi tornare a tavola, dove, intanto, il moro aveva mangiato la propria parte di antipasto ed attendeva Allen per il primo.
«Tutto bene, Shounen?» gli chiese, sorridendo appena alla vista di quel collo così esposto.
«Si, nessun problema...» sorrise a sua volta il ragazzo tornando al suo posto. Per quanto ci provasse però non riusciva a rilassarsi.
«Sei un po' pallido.» notò l'uomo, accarezzandogli appena una guancia.
«Continuiamo a mangiare?» chiese teso, evitando lo sguardo del moro.
«Certo.» rispose questi, alzandosi per servirgli il primo piatto.
«Ha un buon odore...» sussurrò il ragazzo, prendendo la posata.
«Anche tu...» gli sussurrò. Finché il ragazzo non avesse avuto un coltello in mano, se lo sarebbe potuto permettere.
Allen arrossì maledicendosi per essersi messo il profumo che gli aveva regalato Cross.
«Grazie...» borbottò, iniziando a sbafarsi anche il piatto di pasta.
«Quando uno mangia con appetito, è un grande premio per lo chef.» sorrise il moro, riempiendosi il piatto a sua volta.
«Io mangio sempre con appetito...» borbottò rimpinzandosi come un otre. Per il bene di Tyki, sperava che le porzioni fossero più abbondanti nelle portate successive od il suo stomaco brontolante lo avrebbe assordato.
«Io mangio anche cibo per maiali, se posso ingozzarmi fino a stare male.» ridacchiò Tyki, osando mangiare un po' del primo.
«Io... non volevo essere scortese oggi...» si scusò l’inglesino, abbassando lo sguardo.
«Oh...» fece piano l'altro, tra il contento e lo stupito «Non ti preoccupare!» sorrise, dandogli un buffetto sul naso.
«Però tu... tu hai esagerato!» si arrabbiò masticando con più vigore.
«Esattamente cosa ti ha dato fastidio?» chiese piano.
«Non ci si comporta così con le persone! Non sono cose tue di cui puoi disporne e farne quello che vuoi. Per avere quello che desideravi hai completamente ignorato il fatto che io volessi o no le tue attenzioni od i tuoi favori...» cominciò, accalorandosi, con gli occhi che brillavano determinati.
«Io sono abituato ad avere tutto ciò che voglio.» disse «Oggi mi è andata male su due fronti...»
«I fallimenti aiutano a crescere...» sorrise candido Allen, rilassandosi appena.
«Mi stai dicendo che sono ancora un poppante?» chiese, sollevando un sopracciglio.
«Per certi versi...» ghignò l'albino.
«Come osi, Shounen?» chiese in un ghigno, tirandogli il naso.
«Accettare la verità è un segno di maturità...» disse Allen con voce nasale.
«Ok! Allora, Allen Walker accetta il fatto che mi piaccia?» chiese con occhi sicuri.
«Il fatto che io lo accetti non significa che lo condivida...» disse, alzandosi ed avvicinandosi ad una portafinestra che dava ad un terrazzo. Era bello il panorama notturno.
Tyki non si diede comunque per vinto. Si alzò ed andò da Allen, stringendolo a sé da dietro.
«Non ho proprio possibilità?» chiese, odorandogli profondamente i capelli.
«Non ti conosco nemmeno... Per me sei solo uno strano ed invadente tizio conosciuto alle audizioni...» ridacchiò, sbuffando.
«Se mi conoscessi di più, accetteresti?» domandò, accarezzandogli appena la pancia.
«Chissà... E’ come se mi chiedessi se potrei mai innamorarmi di una qualsiasi di quelle persone che camminano lì.» sussurrò, indicando oltre il vetro della finestra.
Il moro si inchinò appena, sfiorando l'orecchio di Allen con le proprie labbra.
«Mi chiamo Tyki Mikk e sono single. Sono portoghese ed arrivai qui in Giappone con mio fratello e la una famiglia esattamente cinque anni fa.» iniziò a raccontare.
«Venni notato da quello che sarebbe diventato il mio manager, il Conte, che ora abita qui con me. Iniziai nei bar a cantare canzoni in portoghese, poi passai all'inglese ed infine al giapponese. Dicono che ho la voce sensuale quando canto.» raccontò, sollevando una mano al volto del ragazzo per accarezzargli le labbra.
L'albino le contrasse appena per poi schiuderle una volta che la mano di Tyki passò oltre. Aveva notato anche lui quanto fosse avvolgente e suggestiva la voce del portoghese, ma adesso cercava di mantenere il sangue freddo, guardando il suo respiro condensarsi sul vetro della finestra.
«Non ti nego che ho avuto diversi amanti in questi anni, soprattutto da quando il Conte mi ha apertola via del successo, ma è la prima volta che provo una cosa così intensa e diretta con qualcuno.» sussurrò, ripassando il contorno della cicatrice a forma di pentacolo che aveva Allen sulla fronte.
«Nemmeno tu mi conosci... come puoi affermare con tanta sicurezza che ti piaccio?» chiese Allen, insicuro.
«Chiamalo... magnetismo... Come i due poli positivo e negativo.»
«Oppure è la mia solita sfortuna... perché io non riesco ad avvertire questo fremito...» sussurrò il ragazzo.
«Vuoi... provare a darmi un bacio?» propose.
A quelle parole Allen arrossì.
«Te ne sei già preso uno oggi...» lo accusò.
«Appunto, vorrei che lo volessi anche tu, stavolta.» disse piano, facendo scendere il polpastrello lungo la linea della cicatrice, fino alla guancia.
«C-- C'è ancora il secondo da mangiare... Si starà raffreddando...» balbettò per sfuggire a quelle advances.
«E' in forno al caldo.» lo rassicurò.
«Io non...» cercò di rifiutarsi, sentendosi il volto in fiamme.
Tyki spostò appena il proprio volto e gli posò un bacio sulla guancia.
«Allora torniamo a tavola.» disse con un sorriso.
«S-- Sì...» balbettò, tornando al suo posto.
Il moro andò direttamente in cucina e prese l'anatra all'arancia dal forno.
«Spero ti piaccia.»
Riflesso negli occhi del ragazzo, si vedeva solo il piatto con l'anatra, mentre la salivazione gli aumentava a dismisura. Tyki, per fare colpo su di lui, avrebbe dovuto vestirsi da pietanza.
«Puoi mangiarla anche tutta, se ti va!» disse con un grosso gocciolone sulla testa.
«No... insieme...» ridacchiò, ricomponendosi.
«Ne ho un'altra in forno!» disse piano.
Aveva preso Cross alla lettera.
«Allora, grazie...» sorrise a trentadue denti, prendendosi tutto il piatto.
"Incredibile..." pensò Tyki, vedendo in Allen una reincarnazione delle locuste di cui parla l'Antico Testamento.
La cena proseguì senza altri colpi di scena fino... al dolce.
«C'è ancora spazio per il dessert?» chiese il moro, anche se ben immaginava la risposta. Lo stomaco dell'albino era equiparabile ad un pozzo senza fondo o ad un buco nero!
«Certo! Lo aspettavo con ansia...» sorrise il ragazzo smagliante.
«Ok! Hai due possibilità!» disse, sollevando due dita «La prima è panna con banana, la seconda è panna e cioccolato, quale scegli?» chiese.
«Panna e cioccolato?» chiese confuso.
«Sì, è buona...» ghignò.
«Va bene...» disse perplesso.
Il portoghese volò contento a prendere la panna dal frigo e la posò sul tavolo.
«E la cioccolata?» chiese confuso il ragazzo.
Tyki si reclinò appena sulla spalliera della sedia e si aprì gli ultimi due bottoni della camicia, scoprendo il petto tonico, dalla pelle scura.
«Sono io il cioccolato.»
«Tu sei tutto scemo!» sbottò arrossendo il ragazzo, tirandogli un pezzo di pane in testa.
«E' solo un gioco.» disse, spruzzandosi un ricciolo di panna sullo sterno «L'hai detto anche tu che sono un bambino.»
«Ma io no...» borbottò spostando lo sguardo da un'altra parte, in imbarazzo.
«Ok.» disse, facendo spallucce «Faccio da solo.» lo informò, ed iniziò a leccarsi il bianco sul proprio petto con piccole lappate, guardando con occhi da predatore il piccolo ed indifeso cerbiattino.
Allen rimase incantato a fissarlo, con il volto in fiamme, chiedendosi quanto potesse essere dolce quella panna.
«Sicuro che non vuoi assaggiare?» domando ferino, agitando la bomboletta.
«Sembra invitante...» ghignò il ragazzino stando al suo gioco.
«Eccome...» ghignò l'altro, spremendo la panna per farne uscire un altro candido ricciolo che si posò sul ventre.
Allen si sporse in avanti sul tavolo, guardando Tyki negli occhi con un sorrisetto accattivante; chinò appena la testa in avanti, avvicinando il volto al ventre dell'uomo. Il sorriso sul bel volto del moro si ampliò, felice di aver finalmente fatto centro, ma non appena il portoghese si distrasse, l'albino gli fregò la bomboletta di mano, schizzandosi la panna dentro la bocca.
«Noooooo!!!» uggiolò l'uomo, rimanendoci di... sale!
«Eheh...» ridacchiò l'inglese con un bel sorriso angelico sul volto, mentre tutto contento si addolciva la bocca con la panna. Quando però quella finì si avvicinò al moro e ne raccolse il ricciolo sulla sua pancia, succhiandosi poi il dito.
"E' almeno qualcosa!" pensò l’uomo, un po' più soddisfatto «Ne vuoi altra?» chiese.
«No... preferirei qualcos'altro...» sorrise ancora, tornando alla porta finestra.
A quelle parole, la fantasia di Tyki galoppò più veloce della realtà.
«Cosa vorresti, Shounen?» chiese, accattivante.
«Mi andrebbero dei mitarashi dango...» disse con aria sognante il ragazzo, facendo cadere a terra il moro dalla depressione.
«Urgh... Sì... li ho...» disse, con i lacrimoni agli occhi. Ma quel ragazzo era l'antisesso??
«Davvero?» chiese estasiato Allen, andandogli incontro felice.
«Sì.» asserì, strisciando invece verso la cucina.
Il ragazzo si sentiva un po' in colpa nei confronti di Tyki. Stava vanificando tutti i suoi sforzi, senza gratificarlo nemmeno una volta, ma il portoghese non sembrava voler demordere: una volta alzatosi e spolverate le vesti, prese i dango dal frigo e li portò all'albino.
«Ecco qua.» sorrise, poggiandoli sul tavolo.
«Grazie!» sorrise, appoggiandosi con una mano al suo braccio, mentre si serviva.
«Oh, prego.» rispose un po’ sorpreso di quel piccolo tocco.
«Sono i miei preferiti...» sorrise l'albino con l'angolo della bocca un po' sporco.
«Lo chef è molto felice dell'apprezzamento...» disse, soffiandogli le prelibate sferule da sotto il naso.
«Ah?! I miei mitarashi dango!» piagnucolò il ragazzino, mentre se li vedeva portare via.
«Aspetta...» sussurrò, afferrandone uno con i denti e sfilandolo dal lungo stecchino «Te 'o i'bocco.» disse con la bocca piena, avvicinando la faccia alla sua.
«Ridammeli!» si accalorò Allen, tappando con una mano la bocca di Tyki, facendogli così andare di traverso il dolce, e sporgendosi per prendergli il piatto.
Troppo impegnato a tossire, Tyki lasciò subito i dango ad Allen, andando a tossire l'anima nell'angolo.
«Mai mettersi tra me e i mitarashi dango...» sembrava un avvertimento... o forse una minaccia, ma del tutto inascoltata, visto che il dango rubato era ancora nella gola del moro.
«Ti senti male?» chiese preoccupato l'albino quando lo vide diventare blu.
«Gnò!» rispose questi, strozzato, dandosi dei vigorosi pugni al petto.
Allen gli si avvicinò e lo abbracciò, solo per fargli la manovra dell'antisoffocamento, ma qualunque fosse il motivo, ciò bastò affinché il portoghese ingoiasse di botto la polpetta, togliendo così l'istruzione dalle vie aeree.
«Argh!!! Aria!!!» esclamò contento, respirando a pieni polmoni.  
«Va meglio?» chiese preoccupato il ragazzo.
«Anf! Sì.» rispose, spostando la testa di lato ed abbracciando gli arti dell’ospite. L'albino si ritrovò così immobilizzato tra le sue braccia.
«Ci sediamo sul divano?» chiese piano.
«Ho altre possibilità?» chiese a disagio, sentendo il profumo di Tyki invadergli il naso.
«C’è sempre la possibilità di farsi un bagno...»
«Andiamo sul divano...» convenne il ragazzo. Erano ancora le undici. Mancavano ancora tre ore prima che Cross lo passasse a prendere.
Annuendo, Tyki lo portò al divano e si sedettero l'uno accanto all'altro.
Calò un silenzio imbarazzante mentre Allen si guardava con scarso interesse le punte dei piedi.
«A che ora devi andare?» chiese il portoghese.
«Le due...» sospirò il ragazzo «Il maestro aveva un appuntamento e non può venire prima...»
«E... cosa vorresti fare in queste tre ore?» chiese, con una nota sensuale nella voce.
«Io? Proprio niente...» borbottò arrossendo.
«Beh... c'è una cosa che si può fare...»
«Cosa?» chiese sospettoso Allen.
«Comincia con la S...» gli sussurrò all'orecchio.
«Sauna? Sugo? Stirare?» iniziò ad elencare, sudando freddo.
«Strip Poker!» rispose, leccandogli l'orecchio.
«Ci sto!» ghignò l'albino rabbrividendo appena. Per lui sarebbe stato impossibile perdere.
«Veramente?» gli sfuggì di bocca. Non pensava che il ragazzo accettasse così facilmente il suo invito. Forse, se avesse letto i giornali scandalistici, avrebbe saputo un piccolo particolare di Allen Walker che gli mancava.
«Dove ci mettiamo a giocare?» il ragazzo era diventato sicuro ed intraprendente in un colpo solo.
«Sul tappeto?» propose, alzandosi per prendere lo scrigno con le sue carte, aventi il retro fatto a scacchiera romboedrica.
«Va bene...» sorrise Allen sedendosi per terra.
Così iniziò la sfida tra i due. Fecero diverse partire... tante quanti erano i capi di abbigliamento di Tyki. Allen l'aveva ridotto in mutande!
«Poker!» esclamò soddisfatto l'albino, per l'ennesima volta, mentre il portoghese si sfilava, piangendo, anche il secondo calzino.
«Mi restano solo i boxer da giocare...» uggiolò.
«Tieniteli... Non ci tengo a vederti senza...» ridacchiò Allen, mescolando le carte da vero esperto.
"Io pensavo fosse un unlucky boy... Era lui che doveva rimanere con le chiappe al vento per essere assaggiato dai miei occhi!!!" pensò l'altro, con tanti ricciolini blu depressione sulla testa «Mi gioco i boxer! Non esiste che io non abbia vinto nemmeno una partita! Hai sicuramente barato!» lo additò.
«Io? Non potrei mai...» rise maligno, pensando che, per salvaguardare i suoi occhi, forse era meglio fargli vincere una partita.
«Avanti, dammi le carte!» lo invitò, con uno sprizzo di fuoco negli occhi. Il fuoco della vittoria.
Allen gli diede le carte cercando di passargli le migliori, tenendo per lui gli scarti ed il moro non riuscì a contenere la propria gioia quando, buttate a terra le carte senza nemmeno cambiarle, urlò:
«Full!!!»
«Accidenti... Io ho solo una coppia...» si finse dispiaciuto il ragazzo.
«MWAHAHahahAHHAHhahah!!!» una risata satanica, con tanto di toni alti e bassi, espose dalla bocca del moro «HO VINTOOO!!!»
Allen nascose un sorrisino alzandosi in piedi.
«Cosa vuoi che mi tolga?» chiese candido.
A quella domanda, Tyki si ridette a gambe incrociate sul tappeto.
«I pantaloni.» ghignò.
Le mani guantate del ragazzo scesero all'inizio dei suoi pantaloni, aprendo il bottone e facendo scendere la cerniera, mostrando poi le belle gambe bianche.
«Sembrano fatte con la neve...» sussurrò Tyki, avvicinando una mano per sfiorargliele.
Allen ridacchiò.
«All'inizio pensavo che la panna con il cioccolato fosse qualcosa che avesse me e te come protagonisti... Ci ero andato vicino...»
«Possiamo farlo ora, se vuoi...» propose, accarezzandogli il ginocchio, per poi far salire lentamente la mano.
Il ragazzo gliela fermò con garbo.
«Non credo sia il caso...»
«Va bene.» sussurrò, posandogli un bacio sulla coscia «Allora, potremmo chiacchierare un po', per conoscerci meglio...» propose.
«Mi sta bene...» sorrise facendo per rivestirsi.
«No, stiamo così.» disse Tyki, bloccandogli le mani.
«Mmh...» fece solo il ragazzo, sedendosi sul divano ed incrociando le gambe eleganti.
Inutile dire dove cadde l'occhio di Tyki...
«Cosa vuoi sapere?» chiese l'albino.
«Parlami un po' di te...» disse, sedendosi accanto a lui, con gli occhi che non ne volevano sapere di staccarsi dalle cosce e dall'intimo del ragazzo.
«Non parlo spesso di me... Non saprei da dove cominciare...»
«Hai mai fatto sesso con una donna?» chiese, mirato e preciso come un cecchino.
Il ragazzo s'irrigidì arrossendo.
«No...» soffiò.
«Ti piacerebbe?» ghignò.
«Non saprei, non c'ho mai pensato...» borbottò.
«E... farlo con un uomo?» domandò, accarezzandogli una spalla.
«Nemmeno a quello ho mai pensato...» ammise arrossendo.
«Sei frigido?» chiese poi, alzando un sopracciglio.
«Che?» sbottò arrossendo «Non sono frigido! Solo che non mi è mai capitato... tutto qui...» borbottò.
«Ho capito che non ti è mai capitato.» sussurrò, accarezzandogli la testina «Ma non averci nemmeno mai pensato è quantomeno strano. »
«Come fai a pensarci se la persona con cui vivi sta con una persona diversa a giorno... Il solo atto mi fa pensare a Cross e a tutti i debiti che fa...»  
«Ah... Che brutte brutte, brutte persone!» esclamò Tyki, cercando di nascondere la propria coda di paglia.
Allen sospirò abbassando lo sguardo e chiudendosi nel silenzio. Che colpa ne aveva lui se Cross gli aveva traumatizzato l'infanzia?
«Ma non dirmi che è per questo che non sei fidanzato? Non vorrai diventare una vecchia zitella acida come la mia professoressa di matematica al Liceo!»
«E' anche per questo! Voglio diventare grande e famoso per poter gestire da solo la mia vita e poter decidere da solo quello che voglio fare! Non voglio stare solo per sempre...» sussurrò il ragazzo, mentre si metteva i capelli dietro le orecchie, mostrando meglio la cicatrice.
«Capisco.» sussurrò in risposta.
Lui non era mai solo, la fama gli aveva dato a disposizione i piaceri del sesso, fornendogli fans sfegatati che sembrava non volessero altro da lui. Ma a questo, Tyki Mikk non dava molto peso, visto che era una situazione che gli piaceva e non poco. Però, da quando la mattina aveva incrociato Allen sulla propria via, aveva depennato dall'agenda tutti gli impegni e staccato il telefono. Per la prima volta, era lui ad avvicinarsi a qualcuno e non il contrario. Per di più un qualcuno di inavvicinabile. Che fosse un segno?
«E quella cicatrice?» chiese poi, posando la guancia sulla testa del ragazzo.
Allen trattenne il fiato abbassando gli occhi.
«Si nota così tanto?» cercò di buttarla sul ridere.
«Abbastanza.» annuì «All'inizio credevo fosse un'applicazione, anche se...» spostò la frangia dalla fronte del ragazzo «... un pentacolo non è una bella pubblicità...»
«Risale a...» ci pensò un breve attimo «circa sei anni fa...» sussurrò, piegando le gambe nude al petto «Mi è stata incisa sul volto per sfregio.» cominciò con la voce bassa e misurata, per non tradire nessuna emozione.
«Chi è stato?» chiese piano l'uomo, coccolando i capelli del ragazzo.
«Gli stessi che hanno ucciso Mana e suo fratello... la mia famiglia...» sussurrò il ragazzino, stringendo forte i pugni.
«Mana?» domandò, non conoscendo quel nome.
«Mana mi ha adottato quando ero piccolo… Non so nulla dei miei veri genitori...» confessò piano l'albino.
«Quindi, quando parlavi dei debiti che hai con il tuo manager, vuoi dire che lui ti ha adottato?» ipotizzò, abbracciando l'albino.
«No, lui mi ha preso solo in custodia... Era un conoscente di Mana. Sai, la canzone che ho cantato oggi l'aveva scritta suo fratello per me...»
«Shounen...» sussurrò l'uomo, prendendo saldamente Allen ed appoggiandoselo in grembo, per poterlo stringere meglio a sé.
L’inglesino si lasciò stringere senza fare storie.
«I capelli bianchi mi sono venuti per la paura. Quando ero piccolo erano castani.» sussurrò, togliendo il guanto alla mano sinistra e mostrandola a Tyki.
«E... questa?» domandò, incrociando le dita con quelle malformi dell'altro.
«Sono nato così... tutto il braccio è così...» disse tirando appena una manica per fargli vedere altra pelle.
«Dev'essere stata dura...» soffiò, cominciando a posare piccoli baci sulla mano del giovane, procedendo verso l'alto.
«Non ti fa impressione?» chiese arrossendo il ragazzo.
«No.» rispose piano, continuando a baciarlo, fino alla spalla.
«Saresti il primo...» sussurrò.
Avendo di mezzo la maglietta, Tyki decise di non andare oltre e baciò la cicatrice sulla fronte del ragazzo, senza rispondergli.
«Tyki...» sussurrò l'albino, arrossendo.
«Shounen...» soffiò di rimando, seguendo lentamente la linea della cicatrice con la punta della lingua.
«A-- aspetta...» soffiò, mentre il moro lo spingeva sul divano sotto di sé.
«Cosa?» chiese, strofinando le labbra gonfie contro la guancia sgarrata.
«Stiamo correndo troppo... io non...» provò a frenarlo mentre sentiva il respiro di Tyki affannarsi appena nel suo orecchio.
«Mi piaci, Shounen...» gli sussurrò, strusciandosi appena sopra di lui.
«Aspetta... Tyki...» disse con un filo di voce il ragazzino, mentre la bocca del portoghese si avvicinava sempre più alla sua.
«Allora... non vuoi davvero.» disse a mezza voce, fermandosi.
«Io... non ne sono capace...» pigolò quello.
«A fare cosa, Shounen?» sorrise il moro, accarezzandogli la linea della mascella.
«A baciare...» sussurrò l'albino, trattenendo il respiro.
«Oh, non preoccuparti.» disse l'altro, accarezzandogli il volto con entrambe le mani «Nessuno è nato imparato e non ti giudicherò.» sorrise. Non si aspettava quel risvolto, visto l’incipit.
Allen aveva ceduto a quelle attenzioni, sentendosi importante per qualcuno dopo tanto tempo. Voleva lasciarsi andare ed accontentare Tyki per un po'.
«Non ti chiederò più di un bacio, promesso.» sussurrò, avvicinando nuovamente le labbra alle sue.
«Mi fido...» sorrise tenero il ragazzo.
L'uomo respirò appena, ed il suo respiro si mescolò a quello che usciva dalla bocca appena socchiusa dell'albino, mentre le loro labbra sentivano quasi il calore le une delle alte, a causa della vicinanza tra loro.
«Shounen...» bisbigliò il portoghese, tangendo quasi impercettibilmente le labbra contro quelle del ragazzo.
«Tyki...» sussurrò l'inglesino chiudendo gli occhi.
La tensione salì alle stelle mentre aspettava che la bocca del moro toccasse la sua ma, in quel momento, Cross citofonò.
# GNEEEEEEEEEK #
«Waah!» si spaventò Allen mettendosi a sedere di colpo, facendo così cadere il moro a terra.
«Woah!» fece Tyki, cadendo di sedere «Ma chi è???» si chiese, incazzato come una vespa, forse anche più del mattino prima!
«Deve essere il mio manager...» arrossì Allen, rivestendosi di fretta.
«AAARGH!!!!» latrò, prendendo il citofono con tanta foga da staccarlo dal muro «Devo.stare.calmo.» ringhiò.
«Che?» chiese Cross al citofono, avendo sentito la voce di Tyki.
«Chi è?!» chiese il padrone di casa, con la voce del demonio.
«Cross... Di ad Allen di scendere, lo aspetto in macchina.» disse con un'alzata di spalle, pensando che fosse Allen la causa del malumore di Tyki.
«Ok!» abbaiò, sbattendo la cornetta del citofono a terra.
«Io, mi dispiace...» disse Allen trafelato, mentre s'infilava le scarpe e prendeva la giacca. Al maestro non piaceva aspettare «Ci vediamo...» lo salutò, facendo per uscire frettolosamente.
«Aspetta!» fece, fermandolo per un braccio.
«Si?» chiese quello, voltandosi verso di lui.
«Ci vediamo domani?» domandò, attirandolo a sé per baciargli la fronte.
«Se vuoi...» sussurrò quello alzandosi appena in punta di piedi e baciandogli velocemente una guancia, prima di fuggire via.
«Alle sette come oggi!!» gli urlò, mentre Allen scendeva velocemente le scale. Si sporse dal corrimano e lo guardò per tutta la tromba delle scale fin dove gli era possibile, poi tornò nel suo appartamento, con un sorriso felice in volto, sorriso del quale nemmeno lui si era accorto.

«Eccomi!» disse il ragazzino, una volta entrato nella macchina del rosso. Aveva il viso arrossato ed il fiatone, e non certo per la corsa.
«Che hai combinato?» domandò il manager, mettendo in moto l'auto «Tyki era arrabbiato nero!»
«Era arrabbiato perché siete arrivato voi... Vuole vedermi anche domani...» disse, guardando fuori dal finestrino.
«COSA?!» chiese sconvolto. Allen ce l'aveva fatta?!
«Cos'è questa reazione?» chiese confuso il ragazzo.
«No, niente.» disse, immergendosi nei suoi pensieri personali.
«Maestro...» chiese dopo un po' Allen, ripensando a una cosa che gli aveva detto Tyki durante la cena.
«Dimmi.» disse, spegnendo il mozzicone della sigaretta.
«Secondo lei, in un ambito fuori dalla culinaria, cos'è la banana con la panna?» chiese confuso.
«... Penso che sia un qualche gioco erotico alimentare, Allen...» rispose, con  i dubbi che crescevano «Posso sapere se ho interrotto qualcosa di privato tra te e Tyki?»
«Niente... era solo un dubbio...» borbottò diventando bordeaux.
«Discemolo?» lo chiamò «Cosa hai fatto con quell'uomo?»
«Io assolutamente nulla...» borbottò, sempre più in imbarazzo.
Il rosso mise la freccia ed accostò, spegnendo l'auto.
«Discemolo.» disse, fulminandolo con lo sguardo «Non te lo richiederò una terza volta. Io sono il tuo manager.»
«Non abbiamo fatto niente! Non che lui non ci abbia provato, ma abbiamo solo cenato...» s'impuntò il ragazzino, passandosi una mano sulla fronte, nervoso.
«Nemmeno un bacio?» chiese, con gli occhi ridotti a due fessure.
«Quasi...» soffiò guardandosi le mani.
«Va bene.» sbuffò, riaccendendo l'auto «E la banana con panna?»
«Era una proposta che mi aveva fatto senza spiegarmi niente... Ed io ho rifiutato...»
«Per una volta sei stato sagace!» disse, scrollando il capo, mentre tornavano verso casa.
«Mmh...» disse solo, con ancora le gote in fiamme.
«Cosa c'è?» chiese il rosso.
«Ha detto che il mio braccio non gli fa paura...» sussurrò, guardandosi la mano senza ancora il guanto.
Cross sorrise, ma non disse nulla. Forse il suo ragazzo quel giorno aveva preso due piccioni con una fava.
«La sua serata come è andata?» chiese poi l’albino, per cambiare discorso.
«Bene. E' stata molto più proficua della tua.» sorrise.
«Cioè?» chiese perplesso il ragazzo.
«Sono cose da grandi. Diciamo... Meloni con panna, non solo banana!» disse, come se stesse spiegando una lezione di astrofisica.
«Moron...» borbottò arrossendo, spostando il viso verso il panorama notturno. Le strade correvano veloci e le luci si allungavano.

Dopo parecchi minuti, i due tornarono a casa.
Da quell'ultimo insulto dell'inglesino, non si erano più detti nulla.
«Buona notte...» disse rifugiandosi in camera sua.
«Buona notte, Discemolo.» lo salutò il rosso «Ah! Domani abbiamo un'intervista.» ci tenne a ricordargli.
«A che ora?» chiese risbucando dalla porta.
«Alle dieci...» sbuffò, chiudendo la porta della propria camera.
E detto ciò le luci si spensero e i due si addormentarono.

[ ...continua...  ]
Gala & XShade-Shinra



Risposte alle Recensioni:

x _Flowermoon_: *ballano con lei la caramell* Tyki ringrazia per i complimenti! *-*v Eheh, qui abbiamo cercato di creare un mix tra romanticismo e comicità e il sapere che è stato gradito è per noi fonte di gioia! *-*

x junelrick: >_< Scusaci tanto per l'attesa... siamo state impegnatissime! ç_ç Speriamo che la parte della cena che tanto attendevi ti sia piaciuta! ^^

x azrael: ^.^ Allora siamo ancora più felici che tu abbia commentato il NOSTRO primo capitolo! ^^ Grazie per i complimenti del posto in classifica, cara! ^_^v Ci siamo proprio date da fare!XD E ricorda: noi amiamo le follie mentali, quindi rendici pure partecipi delle tue! *^*
Nel terzo capitolo metteremo tutti i testi delle canzoni, traduzioni e link sul tubo, così ve le potrete godere per bene!XD
Grazie per i complimenti sull'IC (stavolta abbiamo davvero sudato, soprattutto per Cross!) e la scena di Kanda.. xD quella piace tantissimo pure a noi che l'abbiamo scritta!XD Ci ridiamo ancora oggi! XD
*abbracciano forte e danno bacione!*

x Atzlith: *^* Grazie mille! Eh sì, la signora Melerik rulla!XD P.S. Lo Zecchino d'Oro è per Tyki! ù_ù xD

x yaoilove: *abbraccio stritolatore* Siamo liete che ti piaccia anche questa storia!

x lalla_vampire_chan: Sei stata gentilissima a lasciare la tua recensione anche qui, ti ringraziamo di cuore! >*< Siamo contente che la nostra FF ti piaccia così tanto. ^^  

  
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