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Autore: vannagio    25/01/2010    7 recensioni
Ero riuscita a lasciarmi Edward Cullen alle spalle e adesso, vederlo aggirarsi tra i corridoi della scuola, in compagnia di Bella Swan, non mi faceva né caldo né freddo. È inutile che mi guardate con quell’aria scettica: sto dicendo la verità!
No, signori! Non ero più innamorata di Edward Cullen, ma questo non vuol dire che fossi diventata cieca… Com’è che si dice? “Si guarda ma non si tocca!”.
Ancora una volta, le vicende di Edward e Bella narrate dal punto di vista di una loro compagna di scuola, ma non solo…
Buona lettura!
[Seguito della mia precedente fanfiction “Twilight: la storia dal mio punto di vista”]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lauren Mallory, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Paul Lahote, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Twilight Saga: la saga dal mio punto di vista'
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Festa: ti sembro più vecchia?


Salve ragazzi e ragazze!

Come potete vedere, ho mantenuto la mia promessa.

Prima di cominciare, vorrei puntualizzare una cosa.

Questa volta le citazioni e i riscontri saranno presenti in numero nettamente inferiore rispetto a prima. Questo perché, nel secondo libro, la cara Stephenie Meyer ha cancellato il mio personaggio, come se fossi un semplice scarabocchio di matita, che rovina un bel dipinto. Non c’è traccia di me in New Moon.

Dico questo, non perché voglio lamentarmi della scrittrice, ma soltanto per avvisarvi. In questa parte della storia non potrò offrirvi delle prove, per confermare che il mio racconto sia vero. Quindi avete due possibilità: credermi e ascoltare fino alla fine, senza obbiettare, oppure non credermi e andarvene adesso, prima che io cominci a narrare.

Nessuno vi costringe a rimanere.

“Lauren? Per favore, potresti abbassare il fucile e lasciare libera l’uscita? Grazie…”

Stavo dicendo?

Ah, si!

Nessuno vi costringe a restare, quindi andatevene adesso o rimanete per sempre!

Suona un po’ lugubre, non è vero?

Niente paura!

Il primo capitolo scritto dalla Meyer è incentrato sulla paura di Bella di invecchiare e sulla sua conseguente antipatia verso i compleanni.

Non so se quanto scritto dalla Meyer sia vero o no, poiché in quel periodo i miei contatti con i Cullen erano molto limitati. Certo è che questo primo capitolo non contribuisce a lenire la mia insofferenza nei confronti di Bella.

Stiamo parlando di una ragazza adolescente che odia i compleanni. Vi sembra credibile? A chi non piace ricevere regali? D’accordo, anch’io odio stare al centro dell’attenzione, ma non è possibile che la Meyer consideri veritiera una cosa del genere!

E non dite che sono materialista, per favore, perché altrimenti dovrei cominciare a pensare che siete dei grandi ipocriti.

Per non parlare della paura di invecchiare!

Una normale ragazza neo -diciottenne non pensa: “Oh, mamma! Un giorno morirò. Ti prego Edward, trasformami in vampiro: un giorno è già troppo da sopportare, non voglio diventare due giorni più vecchia di te!”

Una normale, e sottolineo normale, ragazza neo-diciottenne pensa cose del tipo: “Evviva, sono diventata maggiorenne! Il mondo è ai miei piedi!” Si butta sul letto, si strappa i vestiti di dosso e strilla a quel gran fico del suo ragazzo: “Edward fai di me quello che vuoi!”

…lo sentivo: ero più vecchia. Ogni giorno invecchiavo, ma oggi era diverso, peggiore, quantificabile. Avevo diciotto anni. Edward non li avrebbe compiuti mai. Andai a lavarmi i denti e fui quasi sorpresa che il volto riflesso dallo specchio non fosse cambiato. Restai a osservarmi, in cerca dei segni delle prime rughe sulla mia pelle d'avorio. Le uniche visibili erano quelle sulla fronte, ma sapevo che se fossi riuscita a rilassarmi sarebbero sparite… (New Moon, capitolo 1)

Avete letto? È una cosa normale? Sono la sola a credere che a quella ragazza manchi qualche rotella?

Analizziamo per bene i fatti…

Mi chiamo Bella Swan. Sono la ragazza più fortunata dell’universo. Il mio fidanzato è un vampiro alias Dio-Greco-Personificato. Oggi è il mio compleanno. Ho compiuto diciotto anni. Mi sono appena svegliata. Che cosa potrei fare di bello (visto che mi chiamo Bella) oggi? Idea!!! Vado in bagno a vivisezionarsi il viso in cerca di rughe e poi penso proprio che proseguirò con lo "spulciamento" dei capelli… non si sa mai! Qualche capello fifone potrebbe essersi sbiancato dalla paura, vedendo la mia immagine riflessa allo specchio: non lo dite in giro… la mattina sono un vero orrore!!

A quel punto il capello bianco potrebbe rispondere “Perché il resto del giorno no?”

Ma mettiamo da parte gli scleri, altrimenti mi piantate in asso ed io non posso continuare ad insultare Bella…

Ripeto la domanda: è un comportamento normale?

Non so voi… può darsi che sia io quella strana, tutto è possibile nella vita… ma solitamente, quando la mattina del mio compleanno mi metto davanti allo specchio, non mi chiedo se sembro più vecchia. Al massimo mi dico che sono un cesso, spremo qualche brufolo, sfoltisco le sopracciglia, controllo che sulla fronte non ci sia nessun U.F.O (Un Foruncolo Oblungo, da non confondere con gli extraterrestri)… ma sicuramente non mi preoccupo di sembrare più vecchia del mio ragazzo!

E va bene! Edward non compierà mai diciotto anni e Bella è diventata più vecchia di lui di un anno! E che sarà mai?

A parte il fatto che Bella dovrebbe ringraziare tutti i santi del paradiso e interrogarsi sul perché quel miracolo chiamato Edward Cullen abbia scelto proprio lei, invece di lagnarsi inutilmente… ma lo sa Bella quante donne ultraquarantenni si sono sposate con ragazzi venti anni più giovani di loro, senza farsi tutte queste seghe mentali?

Non penso che Demi Moore, ogni volta che si alza al mattino, si faccia venire la cirrosi epatica a furia di rodersi il fegato per la giovane età del suo baby marito, altrimenti non avrebbe sposato un ventenne, no? E non credo neanche che cominci ad andare in escandescenza, ogni volta che qualcuno le augura “Buon compleanno, Demi!”

Per fino la madre di Bella, Reneè, non si è fatta problemi a sposare un uomo, dieci anni più giovane di lei. E che cosa fa Reneè? Si lamenta di quanto sia brutta e vecchia? Assolutamente no: si gode la vita con il suo bel fustacchione-barra-giocatore di baseball. Mi sembra legittimo, dopo diciassette anni di convivenza con una figlia noiosa e vecchia (mentalmente) come Bella!

Le cose sono due…

O Bella è veramente una deficiente e in qualche modo ha contattato la Meyer, costringendola a scrivere queste assurdità (e in questo caso, compatisco la scrittrice), oppure la cara zia Steph ha inventato tutto di sana pianta e allora mi ritengo fortunata di essere stata eliminata dalla storia. Meglio cancellata che venire descritta come una menomata mentale!

Scusate questo mio piccolo sfogo, ma poiché anch’io sono stata una diciottenne, non vorrei che la gente pensasse che tutte le diciottenni di Forks siano come Bella. La Mezza Albina rappresenta un esemplare più unico che raro. Prima o poi, verrà catturata ed esposta allo zoo, come monito a tutte le teenagers. Ai piedi della gabbia, la didascalia dirà: “Unico esemplare di ragazza americana diciottenne, capace di attirare disgrazie ovunque si trovi. Attenzione! Si prega di mantenere una distanza di sicurezza per evitare di essere coinvolti in tali sventure. Fortunatamente tale soggetto è prossimo all’estinzione, che molto probabilmente verrà causata dallo scatenarsi di una delle sopracitate disgrazie”.

Ok, ho esagerato un pochino… a volte mi lascio prendere la mano dall’entusiasmo. Spero di non aver offeso le sostenitrici di Bella, se mai ce ne fosse qualcuna tra il mio pubblico…

Torniamo al racconto…

13 settembre 2005

Compleanno di Bella.

Per me era un giorno come un altro, anche perché solo una ristretta cerchia di persone, di cui non facevo parte, sapeva che Bella compiesse gli anni.

A differenza di Bella avevo fatto un sogno bellissimo: Manuel ed io eravamo i protagonisti e le luci erano rosse…

Non fate quelle facce, tanto lo so che avete capito cosa intendo!

Andai a farmi una doccia per calmare i bollenti spiriti, ma non riuscivo a togliermi dalla mente i suoi baci sulla mia pelle e le sue carezze delicate…

Dio, quanto mi mancava!

Avrei ucciso per correre a Seattle da lui… ma penso che sarei morta prima di compiere il delitto, per mano di mia madre, se solo avessi osato chiederle il permesso di passare un fine settimana da lui.

Quell’estate ero riuscita a sfuggire al controllo di mia madre, ma adesso che la scuola era ricominciata, la sua disciplina ferrea aveva ripreso il sopravvento. Come un cane che stringe tra i denti il suo osso, mia madre non aveva intenzione di mollare la presa su di me.

Dopo una rapida colazione, con il mio fidato maggiolino verde mela, andai a scuola. Il cielo era nuvoloso come sempre.

Lauren mi aspettava al parcheggio.

“Ehi, cugina!” mi salutò, mentre io le sorridevo. Invece di avviarci subito in classe, ci fermammo a chiacchierare un po’.

Pochi minuti più tardi l’inconfondibile trambusto, generato dal pick up Chevy del ’53 di Bella, giunse alle nostre orecchie. Lauren ed io ci voltammo a guardare la scena.

La ragazza scese dal vecchio veicolo e chiuse violentemente la portiera. Una pioggia di scintille e dei sinistri lamenti mi fecero intuire che il povero pick up non gradiva essere trattato in quel modo.

Edward e Alice aspettavano la Mezza Albina accanto alla Volvo del vampiro. Alice aveva in mano un piccolo regalo e con grande entusiasmo, corse incontro a Bella, porgendole il pacchetto.

“Mezza Albina compie gli anni oggi?” chiese Lauren, vedendo il regalo.

“Sembra di si” confermai con un’alzata di spalle.

“Oh, porca paletta! Che razza di sbadata! Ho dimenticato di comprarle il regalo, pensi che si offenderà?” domandò sarcastica lei.

“Credo che sopravvivrà!” risposi io. Lauren sghignazzò sotto i baffi.

Bella raggiunse Edward e cominciarono a scambiarsi le solite effusioni mattutine, mentre Alice ciarlava allegramente e saltellava intorno a loro come una cavalletta impazzita.

Sorrisi.

Ogni volta che li guardavo e mi rendevo conto di quanto la loro unione non mi toccasse minimamente, sorridevo come un ebete. Edward Cullen era un gran bel pezzo di… non potevo negarlo, ma non avevamo niente in comune. Adesso, a mente lucida, me ne rendevo conto.

Nel vederli così felici, provavo solo malinconia ed invidia, perché loro potevano stare sempre insieme, mentre Manuel ed io eravamo costretti a stare lontani. In quelle circostanze cercavo di consolarmi, pensando che dovevo resistere solo per un altro anno.

Ancora un anno e poi sarò libera… pensai.

Libera di mollare quel paese del piffero, quei compagni che mi disprezzavano, che non mi capivano e con i quali sentivo di non poter condividere nulla… libera da mia madre, che se pur a fin di bene, mi opprimeva.

“Andiamo in classe?” disse Lauren, riportandomi al presente.

“Si, certo!”

La prima lezione era biologia e come al solito ci sedemmo all’ultimo banco.

Poco dopo entrò anche Alice, che mi rivolse una strana occhiata. La cosa mi stupì, perché attraverso un tacito accordo, dopo gli aventi dell’anno precedente (ossia lo scontro con James), avevamo deciso di ignorarci. Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che avevamo parlato.

Poco dopo arrivò il professore e decisi di non pensarci. Dopo tutto, la pazzia di Alice non era un mistero per me!

Finita la lezione di biologia, Lauren ed io ci salutammo, dandoci appuntamento a mensa.

“Yvonne?”

Una voce simile al suono di mille campanellini mi costrinse a fermarmi, poco prima di uscire dall’aula. Mi voltai, trovandomi faccia a faccia con il folletto più bello mai esistito sulla faccia della terra.

“Ehm… ciao” dissi, impacciata.

“Yva, so bene quali erano gli accordi, ma concedimi qualche minuto, per favore” cominciò lei, con sguardo quasi supplichevole.

“Spara!” la incoraggiai, senza nascondere una certa curiosità.

“Oggi Bella compie gli anni…” spiegò lei rapidamente, prima che potessi interromperla.

“Auguri!” risposi sarcastica. Lei mi lanciò un’occhiata contrariata, ma non le diedi il tempo di replicare.

“Alice… io sono molto grata a te e a tutta la tua famiglia. Senza di voi, molto probabilmente Manuel ed io… beh… lo sai anche tu…” Fu Alice ad interrompermi questa volta.

“Ho organizzato una festa di compleanno per Bella e vorrei che tu partecipassi”.

La notizia mi turbò un pochino.

Deve esserci una fregatura: perché invitarmi altrimenti? pensai.

“Fammi indovinare: hai visto qualcosa e solo la mia presenza potrà evitare la morte di Edward e Bella?” domandai sarcastica.

“Sei perfida! È un semplice invito, senza secondo fine. Voglio che Bella ti conosca e che sappia che cosa è successo l’anno scorso” spiegò la vampira.

“Vorresti che Bella coprisse che Edward mi ha utilizzato come cavia, per testare il suo autocontrollo? Che ho rubato il primo bacio al suo caro fidanzato-vampiro? Che Edward le ha tenuto nascosto una marea di fatti? Che se non fosse stato per me, James l’avrebbe usata come aperitivo? Alice! Si, seria! Rivelarle una cosa del genere andrebbe bene per un tentato omicidio, non per un compleanno” replicai ironica.

Alice aveva assunto un’espressione dura. Naturale: lei adorava Bella. Era la sua prima vera amica!

“Ci sarà anche Rosalie… sono sicura che le farebbe piacere rivederti, così come al resto della famiglia” insisteva Alice, con tono distaccato.

La fissai per qualche secondo, cercando di capire cosa avesse in mente quel pestifero folletto. Sembrava sincera. In fondo sentivo la mancanza di Rosalie, Emmett e Jasper, ma non potevo cedere…

“Saluta Rosalie e gli altri da parte mia” risposi risoluta, voltandomi verso la porta.

“Potreste diventare grandi amiche, tu e Bella… l’ho visto: dipende solo da una tua decisione” aggiunse infine, prima che potessi andarmene “Non capisco perché tu voglia insistere con questo atteggiamento. Ormai Edward non ti interessa più, perché nutri ancora questo rancore verso di lei?”

“Non è rancore! È semplice antipatia. Edward non centra niente… La simpatia è una cosa di pelle. Chiedilo a Rosalie, sono sicura che lei sarà d’accordo con me*. Ti ringrazio per l’invito, sei stata molto gentile, ma io ho già preso la mia decisione” e così dicendo, me ne andai, lasciando Alice sbigottita e sola nell'aula di biologia.

Non era la prima volta che Alice tentava di convincermi a mettere da parte la mia antipatia verso Bella. Sembrava convinta che tra me e la Mezza Albina sarebbe potuta nascere una grande amicizia. Le previsioni di Alice sbagliavano raramente, ma in quel caso non potevo crederle.

Perché ero così cocciuta?

Edward non era più il motivo di quell’antipatia. Semplicemente non avvertivo il bisogno di aggregarmi al “Club degli allegri amichetti di Bella Swan”. La vedevo come una Mary Sue di pessima categoria e niente mi avrebbe fatto cambiare idea.

Ero invidiosa della sua popolarità? Dell’affetto che sembrava ricevere da tutti, senza un motivo preciso?

Può darsi, ma non credo che fosse un peccato mortale il non voler esser amica di Bella. Stavo benissimo così e sono sicura che anche lei non sentisse la mia mancanza… perché avrebbe dovuto? Non era nemmeno stata capace di memorizzare il mio nome!

Forse era proprio questo a darmi fastidio: per lei ero invisibile. Gli altri studenti mi prendevano in giro, mi rivolgevano occhiate sprezzanti e indifferenti, a volte mi offendevano con parole più o meno volgari, ma lei non mi vedeva… ero invisibile a quegli occhi “cioccolattosi”, come li descrive la Meyer. Mi ignorava senza un motivo preciso e questo mi mandava in bestia.

Vai a capire quello che mi frullava per la testa!

Facendo la fila per il pranzo, incontrai una Lauren di pessimo umore. Era appena scampata ad un agguato di Conner. Il poveretto si era invaghito di lei, dal giorno del Ballo di Fine Anno. Lei lo trova simpatico, ma nulla di più.

“Non ridere! Dovresti aiutarmi, invece di prendermi in giro” diceva lei.

“Perché non gli dai una possibilità?” chiesi, mentre ridevo sotto i baffi. Mi fulminò con gli occhi.

“Certo! Tu ti sei beccata il Musicista Rock, ricoperto di tatuaggi ed io dovrei accontentarmi di…”

“Lauren! Finalmente sono riuscito a raggiungerti. Come mai sei scappata dall’aula così in fretta?”

Conner era apparso improvvisamente alle nostre spalle. Lauren emise un lamento disperato che fortunatamente lui non sentì.

“Aveva molta fame” risposi io per lei, divertita.

“Oh, anch’io! Le lezioni di biologia mi mettono sempre un grande appetito” convenne Conner sorridente “Perché non venite a pranzare con noi?” chiese, indicando il tavolo cui erano seduti Mike e Jessica (la cui storia era finita quasi ancora prima di cominciare), Eric, Tyler, Angela e Ben (ancora innamoratissimi), Edward, Bella ed Alice.

Lauren mi lanciò una muta richiesta d’aiuto…

Purtroppo per lei, Conner mi stava troppo simpatico, quindi feci una gran carognata.

“Oh, ma certo! Sono sicura che Lauren sarebbe molto contenta di unirsi a voi” esclamai sorridente.

Conner sprizzava felicità da tutti i pori, mentre Lauren, pallida come un lenzuolo, mi fissava come se l’avessi pugnalata alla schiena.

“Tu non vieni?” domandò Conner, rivolgendosi a me.

“No… preferisco i tavoli meno affollati” risposi con una finta espressione seria.

Trattenendo a stento le risate, osservai mia cugina venire trascinata da Conner al suo tavolo, mentre lei, a gesti, mi faceva capire che sarei morta dopo una lenta e dolorosissima agonia. Ero spacciata, ne ero consapevole… ma lo avevo fatto per il suo bene: il fine giustifica i mezzi!

Dopo la scuola tornai a casa.

“Mamma!” urlai per segnalare la mia presenza.

“Sono in salotto!” rispose lei. La raggiunsi per salutarla.

“Tesoro, tutto bene a scuola?” chiese lei, con il suo solito sorriso zuccheroso.

Annuì distrattamente, buttandomi sul divano e accendendo il televisore.

“Ha telefonato Manuel” mi comunicò lei, spolverando la credenza. Scattai in piedi, come se fossi stata fulminata.

“Non ti scaldare! Ha detto che sarà a lezione fino alle sei del pomeriggio e che richiamerà lui quando torna a casa” aggiunse mia madre, scuotendo la testa, divertita.

Ti pareva…

Delusa come non mai, mi afflosciai come un palloncino sul divano e ripresi a guardare la televisione senza vero interesse.

Più tardi, mentre mia madre lavorava ai fornelli, decisi di vedere “Giulietta e Romeo”. A scuola stavamo studiando Shakespeare e il professore di letteratura, Mr Berty, ci aveva consigliato di vedere la versione degli anni Sessanta, a suo parere, la migliore.

Ero giunta quasi alla fine del film, quando inspiegabilmente la mia mente tornò indietro…

California, mese di agosto.

Il concerto era finito da qualche ora. Manuel ed io eravamo appena tornati in albergo.

“Sono esausta” esclamai, sbadigliando e dondolando fino alla porta della mia stanza.

I Cullen ci avevano regalato i biglietti per il concerto e pagato le stanze d’albergo. Avete capito bene: due stanze! Sicuramente c’era lo zampino di quel bigotto, verginello di Edward…

Forse era convinto che, avendo lui deciso di non avere alcun tipo di contatto fisico con Bella, anche gli altri dovessero seguire il suo esempio. Povero scemo!!

“Sembri ubriaca…” commentò Manuel, sorridendo.

“Sono solo stanca, non pensavo che andare ad un concerto fosse così faticoso, anche se, ne è valsa la pena: non mi sono mai divertita tanto in vita mia” risposi, appoggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.

Stavo quasi per addormentarmi, quando non avvertì più il pavimento sotto i piedi.

“Ma cosa…?” domandai allarmata, aprendo gli occhi e guardandomi intorno.

Manuel mi aveva preso in braccio e mi stava portando dentro la mia stanza.

“Mettimi giù: sono troppo pesante” protestai poco convinta.

Lui non rispose. Mi adagiò sul letto, mi tolse le scarpe e mi coprì con il lenzuolo.

“Come sei premuroso” farfugliai, affondando la testa nel morbido cuscino e voltandomi su un fianco. Era difficile tenere gli occhi aperti.

“Buona notte” sussurrò lui, baciandomi sulla fronte.

“Non andare” lo pregai.

Perse qualche secondo a contemplare il mio viso. Chiusi gli occhi, ma quando li riaprì, lui non c’era più. Provai un attimo di smarrimento, ma quando sentì il materasso abbassarsi sotto il peso del suo corpo, mi tranquillizzai subito. Manuel si distese dietro di me, affondando il viso tra i miei capelli e abbracciandomi all’altezza della vita: il suo petto stretto contro la mia schiena e i suoi piedi che accarezzavano i miei, sotto il lenzuolo. Cullata dal ritmo del suo cuore e dal suo respiro profondo e rilassante, mi addormentai senza pensieri.

Mi svegliai qualche ora più tardi e subito notai che mancava qualcosa o qualcuno…

“Manuel?” lo chiamai.

“Sono qui” sussurrò lui. Era seduto sulla poltrona e mi stava fissando intensamente.

“Non riesci a dormire?” chiesi perplessa.

Manuel annuì.

“Come mai?”

Lui sospirò e si passò una mano tra i lunghi capelli. Un gesto che da poco avevo imparato ad associare ad imbarazzo.

Mi misi seduta sul letto e cercai di decifrare la sua espressione. Lui distolse lo sguardo.

“Che cosa è successo?” domandai ancora. Se non riusciva a sorreggere il mio sguardo, la cosa era grave.

Manuel si alzò e si avviò alla porta.

“Perché vuoi andare via?” chiesi allarmata “è colpa mia?”

“Beh… da un certo punto di vista, si…” rispose lui, sempre senza guardarmi, fermandosi davanti alla porta ancora chiusa.

Panico e terrore.

Che cosa avevo fatto di tanto sconvolgente?

Non avrò mica russato? pensai atterrita, portandomi una mano alla bocca.

Forse Manuel notò la mia espressione mortificata, perché si sedette sul bordo del letto, prese la mia mano e sfiorò le mie labbra con le sue.

“Non sentirti in colpa… è solo che… starti così vicino… beh… non ho proprio pensieri casti e puri per la testa in questo momento…” balbettò impacciato.

La stanza era immersa nell’oscurità, vedevo solo il suo profilo, illuminato dalla luce dei lampioni che filtrava attraverso le tapparelle delle persiane. Non so se lui arrossì, ma io avvertì un inconfondibile calore sulle mie guancie.

“Ah… capisco…” farfugliai.

“Scusa…” bisbigliò lui.

“Di cosa? Non c’è niente di male: anch’io a volte mi lascio prendere da certe fantasie, che cosa credi? Solo perché ancora non l’ho fatto, non vuol dire che sono un essere asessuato!” esclamai, rossa in viso.

Di certo lui aveva più esperienza di me in quel campo…

“Fantasie? Che genere di fantasie?” chiese malizioso: i suoi occhi erano di nuovo puntati su di me. Non era più imbarazzato, mentre io desideravo sprofondare sotto terra. La faccia era in fiamme e il cuore batteva forte…

“Non fare il finto tonto” risposi, cercando si sorreggere il suo sguardo.

Alla tenue luce dei neon, vidi le sue labbra incurvarsi in un piccolo sorriso, mentre il desiderio irrefrenabile di assaggiarle si faceva strada prepotentemente dentro di me.

Come se mi avesse letto nel pensiero, Manuel mi baciò ed io non persi tempo a rispondere con passione a quel bacio.

Lui mi stringeva forte a se. Facevo scorrere le mie dita tra i suoi capelli. Sentivo le sue mani insinuarsi sotto la mia maglietta, sfiorare la mia pelle, provocandomi fremiti involontari e brividi caldi.

Poco dopo, non so come, mi ritrovai sdraiata sul letto. Manuel, sopra di me, accarezzava ogni centimetro del mio corpo con le sue labbra…

“Yvonne…”

Le parole sussurrate… la sua bocca contro il mio orecchio… il suo respiro solleticante sul collo… le sue mani ovunque...

“Se vuoi che mi fermi…” farfugliò, ansimando.

“Stai zitto, una buona volta...” risposi e lo baciai ancora…

“YVONNE!!” urlò mia madre.

Saltai in aria.

Mi guardai intorno spaventata.

“è la terza volta che ti chiamo! La cena è pronta” urlò mia madre dalla cucina.

“Ehm… uhm… arrivo!” risposi, balbettando e asciugando il rivolo di bava che veniva giù, copioso dalla mia bocca. Sul video, i titoli di coda annunciavano la fine del film. Sospirando, spensi la televisione e riposi la videocassetta nella custodia.

Il cuore batteva forte per lo spavento e i ricordi. Sentivo caldo…

Devo stare attenta, non posso rievocare certe cose, con mia madre in giro… pensai.

Ma prima di raggiungere mia madre a tavola, le parole con cui Manuel mi aveva dato il buongiorno, la mattina seguente a quella notte, risuonarono nella mia mente…

“…Ti amo Yvonne…”

________________________

Nota di fine capitolo:

*"...La simpatia è una cosa di pelle. Chiedilo a Rosalie, sono sicura che lei sarà d’accordo con me..." con questa frase, Yvonne fa riferimento ad una cosa che Rosalie le aveva detto nella ff precedente, capitolo 20.

___________________

Nota autore:

Allora? Che cosa ne pensate? Non ricordavo che i primi capitoli di New Moon fossero così… noiosi! Forse è la prospettiva di Yvonne a farmeli percepire in questo modo.

Non c’è molto da dire su questo capitolo. Il capitolo della Meyer si svolge soprattutto a casa di Bella e di Edward, quindi ho pensato di aggiungere un altro flash back Manu-Yva, in modo da farvi abituare a questa coppia e a farvela conoscere meglio.

Il prossimo capitolo è ancora peggio del primo, perché si svolge tutto a casa Cullen, quindi ci sarà un altro flash back. Spero che non vi dispiaccia, ma non posso creare capitoli di una sola pagina…

Riguardo le citazioni, penso che abbia detto tutto Yvonne… Inoltre non potrò indicare la pagina precisa, perché ho solo la versione ebook del libro… posso mettere la pagina dell’ebook, ma non credo corrisponda a quello del libro.

Passiamo ai ringraziamenti.

Per _cory_: grazie, cara. Sono felice di ritrovarti anche qui! Baci Vannagio!

Per Kumiko_Chan: ciao!!! Che bello!! Sono contenta che tu legga anche questa ff!!! Grazie per la recensione… allora… vediamo… che dire? Eri scettica riguardo la guarigione di Yva dal “Mal di Cullen”? Puoi tranquillizzarti: non ci saranno ricadute. Sarebbe stato troppo ripetitivo scrivere un’altra ff su questo argomento! Sono felice che la coppia Yva-Manu cominci a piacerti. Possibili complicazioni…? Non so, vedremo! Riguardo Lilian e la sua somiglianza con Rosalie, è un caso. Se non me lo avessi fatto notare tu, non ci avrei fatto caso. Avevo dimenticato il secondo nome di Rosalie e ho descritto questa ragazza, come la versione umana della vampira bionda, solo per far capire che è molto bella. Cmq è vero che a volte la mente gioca scherzi bizzarri. Si vede che l’ho fatto inconsciamente! Per quanto riguarda gli spoiler… beh… ancora le idee non sono molto chiare, sto vagliando diverse ipotesi… per questo non ne ho messi. Ti ringrazio ancora per i complimenti. Bacioni, Vannagio!

Per crazyfv: ciao cara! Sono contenta di rileggerti e sono felice che tu abbia apprezzato il flash back Yva-Manu. Come ti è sembrato quello del nuovo capitolo? Si, lo ammetto. Le saputelle della prima fila siete voi, che avete recensito la mia ff con tanta solerzia! È divertente immaginarvi ascoltare la storia, sedute sulle poltroncine, fare commenti, interrompere Yvonne. Non ho saputo resistere e così vi ho “inserito”!! Grazie per i complimenti! Bacioni, Vannagio!

Per giacale: grazie per la fiducia. Spero di non deluderti! Baci, Vannagio!

Per Tom94: Ehilà!!! Che bello essere di nuovo insieme a voi!!! Sbaglio o Manuel ti piace??? XD Anche io penso che Manuel ed Yva stiano bene insieme, ma hai ragione quando dici che potrebbero esserci delle complicazioni. No, tranquilla! Non voglio un’analisi del testo: le tue recensioni sono perfette così per come sono! Per riprendere il discorso su Aro… hai ragione, ci sono ff davvero stupide, che ridicolizzano Aro e i Volturi in generale. Ce ne sono molte in cui, la protagonista di turno fa innamorare di se Felix, che non si sa bene perché frequenta il liceo o.O… lo stesso accade con Demitri e Alex… stiamo scherzando? Un Volturo che si innamora di un’umana? Mi viene da ridere. cmq anche la Meyer ci ha messo del suo per rovinare questi personaggi! Allo stesso modo, spesso accade che James, sopravvissuto miracolosamente ai Cullen, di punto in bianco decida di cambiare la sua dieta. Naturalmente finisce per perdere la testa anche lui per un’umana… o.O!!!!! Mah!! Assurdo… Va beh… per oggi ho divagato abbastanza! Grazie per la recensione! Bacioni, Vannagio! P.S.: povera Sulpicia!!!!

Grazie a tutti quelli che hanno inserito, anche questa volta, la mia ff tra i loro preferiti e i loro seguiti.

Grazie anche a francef80, francy_m85, meryj, che mi hanno aggiunta alla lista dei loro autori preferiti: come sempre sono lusingatissima!

A presto, Vannagio!

   
 
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