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Autore: LadyMorgan    31/01/2010    7 recensioni
Remus, menomato dalla natura.
Sirius, menomato dell’affetto.
Peter, menomato della lode.
Lily, menomata dalla discendenza.
Tutti noi, dal primo all’ultima, abbiamo bisogno di Lui.
Le nostre vite sono diverse, le nostre concezioni eterogenee, i nostri mondi separati.
Eppure c’è qualcosa che ci unisce tutti.
Lui.
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Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Menomati

Menomato dalla natura

Menomato dell’affetto.

Menomato della lode.

Menomata dalla discendenza.


Ciò che sono è sempre stato soffocato da ciò che ero diventato.

Ciò che sarei potuto essere non ha mai avuto la possibilità di comparire.

Il mio corpo è stato menomato, e con esso la mia anima.

Una volta al mese, io non mi appartengo, non so chi sono, non so cosa faccio.

Una volta al mese, io sparisco, e ogni sparizione lascia nella mia anima una cicatrice molto più profonda di quelle che la mia natura potrebbe mai lasciare sul mio corpo.



Ciò che ero destinato a diventare, è scomparso molto tempo fa, mangiato da sentimenti e sensazioni che non dovrebbero mai esistere.

Ciò che tutti volevano da me, che richiedevano, che pretendevano, è esistito solo per breve tempo nelle fantasie di un bambino.

Sono bastate poche parole per distruggerlo.

Parole pronunciate da una donna a un ragazzino, senza inflessioni, senza pietà, senza sentimenti.

Ci servi solo perché sei l’Erede.

L’unica natura che mi fosse riconosciuta, quella dell’Erede.

Non sono mai stato altro, per nessuno di loro.

Non una persona, non un bambino, non un figlio.

Solo l’Erede.

Un ruolo che io non ho mai chiesto, ma che avrei accettato se avessi potuto scorgere negli occhi di chi me lo imponeva un po’ di affetto, di comprensione, di amore.



Non sono mai riuscito ad essere niente.

La gente, se si gira dalla mia parte, è solo perché ha visto qualcosa di interessante nella vetrina dietro di me, non mi considera, non mi vede neppure.

Tutto, nel mio aspetto come nella mia natura, era nato per essere ordinario.

Faccia media, corpo medio, intelligenza media, nessuna abilità particolare e straordinaria, niente che potesse raccomandarmi e niente che potesse condannarmi.

La frase che più spesso potevo sentirmi dire era “Oh, quanto sei zuccone”, oppure “Ma quanto ci vuoi mettere?”, “Ecco, ce l’hai fatta, finalmente…”.

Mai una lode, mai un “Bravo!”, mai un “Complimenti”.

Invisibile ero e invisibile resto.



Non sono mai riuscita ad essere parte di niente.

Il mondo a cui ero sempre appartenuta è risultato essere solo una parte della mia natura. Ero qualcosa di più e qualcosa di meno, qualcosa di troppo e qualcosa di troppo poco.

Il mondo in cui ero entrata era l’altra metà della mia anima. Comprendeva quello che non riuscivo a spiegare all’altro e accettava quello che risultava inaccessibile per il primo.

All’inizio, ero parte di una simbiosi meravigliosa e ultraterrena, che mi svelava parti del mio essere che non pensavo di poter mai raggiungere.

Poi è arrivata la prima ferita, scagliata dalle mie radici.

Mostro.

Il mio primo mondo, sotto le spoglie di mia sorella, mi scacciò, respingendomi.

La seconda ferita non ha tardato a raggiungerlo.

Mezzosangue.

Il mio secondo mondo, quello che mi aveva promesso una pace che non trovavo nel primo, eccolo schieratosi al suo fianco, compatto nell’escludermi.

Mostro e mezzosangue.

Non sono più riuscita a levarmi questa etichetta.



Tutti noi, dal primo all’ultima, abbiamo bisogno di Lui.

Le nostre vite sono diverse, le nostre concezioni eterogenee, i nostri mondi separati.

Eppure c’è qualcosa che ci unisce tutti.

Lui.

Dal primo all’ultima, noi presentiamo delle menomazioni, qualche mancanza che ci isola e ci distingue, ci esula e ci respinge.

Lui è il solo che riesca a colmare quel vuoto, a farci sentire completi, pronti, forti abbastanza da poter fronteggiare il mondo con leggerezza.

Un pianeta singolo non è niente senza il suo sole.

Una stella da sola non può fronteggiare una galassia.

Lui è il nostro sole e la nostra galassia, ci riunisce e ci riscalda, ci attira e ci completa, ci dà un ruolo in questo sistema, questa galassia dove Lui è il centro.

Perché Lui non ha menomazioni.

Non ha divisioni, né mancanze né vuoti.

È l’essenza dell’interezza, della pura gioia di vivere, della luce fine a sé stessa, eppure sempre pronta e disposta a illuminare gli altri.

Ma non ha illuminato nessuno come noi quattro.



Remus, menomato dalla natura.

Sirius, menomato dell’affetto.

Peter, menomato della lode.

Lily, menomata dalla discendenza.

La nostra anima è un buco nero che continua a sprofondare, in noi c’è ancora quel bambino che è stato defraudato della sua innocenza, della sua gioia, della sua pienezza per ragioni indipendenti da sé stesso, da cui non è più guarito.



Colpito dai denti di una bestia per vendetta.

Trafitto dallo scudiscio delle parole di una madre.

Frustrato dall’assenza di caratteri.

Pugnalata dallo stallo fra due mondi, entrambi ostili.



Lui riesce a darci ciò che ci manca, riunisce ciò che ci spezza.



Remus, dandogli orgoglio per ciò che riesce ad essere.

Sirius, dandogli quell’affetto che non ha mai conosciuto.

Peter, dandogli quella ribalta e protezione che tanto cerca e brama.

Lily, dandole una famiglia e un mondo a cui appartenere.



Tutti noi amiamo il nostro sole, lo vogliamo e lo necessitiamo, cerchiamo disperatamente la sua luce per essere certi che ci sarà sempre, che sempre sarà pronto a riscaldarci.

Un pianeta non sopravvive senza sole.



Una notte senza giorno non ha freni.

Un fiore nato al buio non ha colori.

Un ruscello senza acqua non ha voce.

Un albero senza radici non ha vita.



Per questo continuiamo a cercare il nostro giorno, la nostra luce, la nostra acqua, le nostre radici.

Ciò che ha saputo darci ci ha permesso di tornare ciò che saremmo potuti essere, se le nostre menomazioni non ci avessero bloccato.

La vita è una sfida da cui non tutti escono vincitori.

Ma noi ci siamo riusciti.

Noi abbiamo Lui.



James…









Spazio Autrice

Allora, mi dispiace se vi rifilo questo pappone melodrammatico, ma era un’idea su cui stavo rimuginando da un po’ e che non sono in grado di rendere pienamente.

Non mi piace molto lo stile in cui ho esposto i pensieri, le figure retoriche e generalmente… il modo in cui è scritto.

Perché l’ho pubblicato comunque?

Buona domanda. Immagino perché era passato troppo tempo dall’ultima volta.

Ora, non è proprio la cosa peggiore che abbia mai scritto ma avrei potuta farla meglio. Forse un giorno lo farò.

Ho cercato di rendere cosa legasse persone così diverse fra loro, e devo ammettere che ho anche cercato di... “scagionare”, per così dire, James Potter che dal 5° libro ha sempre addosso a sé la patina dell’arrogante bullo di periferia. E inoltre, mi interessava provare a rendere cosa rendeva così uniti i Malandrini e, in realtà, anche Lily. D’accordo, ora mi sto di nuovo inceppando sulle parole.

Però mi era già capitato di notare che erano tutti personaggi, per citare le mie stesse parole, “menomati” in qualche aspetto della loro vita, soprattutto della loro infanzia, più o meno grave a seconda del loro carattere. James era l’unico per cui non sono riuscita a trovarne, e quindi ho pensato che fosse lui a tenerli, in qualche modo, uniti.

Parere del momento, può anche darsi che domani mi sveglierò con una idea completamente diversa.

Ah, quasi dimenticavo: ho inserito un carattere diverso per ogni personaggio (rispettivamente: Remus = Garamont; Sirius = AucoinLight; Peter = SimSun; Lily = Maiandra GD; “coro” = Times, non sempre sono appropriati ma più che altro sono per evidenziare il passaggio di voce), ma probabilmente non a tutti appariranno. Quindi mi scuso in anticipo.

Ciò detto e ciò fatto, salute a tutti, passati, presenti e futuri.

  
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