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Autore: Ernil    31/01/2010    10 recensioni
Fra il 9 gennaio 1960 e un indeterminato giorno di quasi estate del 1998, Severus Snape è riuscito a infilare una delle vite più meravigliose che siano mai state raccontate.
Questa è la sua storia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton, Voldemort
Note: Raccolta, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Severus rimase al finestrino fino a che la figura esile e curva di sua madre non fu sparita. Qualcosa come un mordace senso di vuoto gli stringeva il cuore, unito ad un indefinito senso di gioia, lontane prospettive, un futuro che si avvicinava tanto che poteva toccarlo con mano.
Per un altro attimo solo attese, fermo, immobile, che il treno avesse un guasto, e lo riportasse da dove era appena scappato.
Il treno non si fermò; continuò a correre sui binari, veloce e rumoroso. Severus voltò le spalle al finestrino.
Ora che stava viaggiando verso Hogwarts, i suoi vestiti Babbani non erano mai parsi così stretti, scomodi e umilianti, come un residuo di Spinner’s End che gli si appigliasse con tutte le sue forze.
Si strattonò una manica, cominciando a cercare un posto dove cambiarsi. Dopo avrebbe cercato Lily; prima doveva liberarsi di quelle orrende appendici.
Si precipitò nel primo scompartimento vuoto che trovò, trascinandosi dietro la sua valigia leggera e sdrucita agli angoli.
Quando la veste nera di Hogwarts sostituì la camicia e i jeans ruvidi, Severus si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Si precipitò fuori dallo scompartimento, alla ricerca di Lily. Avevano cose di cui parlare, pensò, correndo lungo i corridoi del treno e gettando sguardi ovunque. Avevano cose di cui chiacchierare, e Severus non aveva ancora finito di spiegarle le speciali protezioni che impedivano ai Babbani di...
Lily era rannicchiata su un sedile, il viso contro il finestrino, e Severus non l’avrebbe notata se non fosse stato per gli inconfondibili capelli rossi.
Superando senza degnarli di un’occhiata i due ragazzi che occupavano gli altri posti, Severus entrò e si sedette davanti a lei.
Una crepa serpeggiò nella sua felicità quando tutto ciò che ottenne da lei fu un’occhiata veloce. Attorno ai suoi occhi c’erano segni rossi di pianto.
Severus deglutì a stento, ma prima che potesse parlare Lily lo anticipò.
« Non voglio parlare con te » mormorò. La sua voce era roca. Severus corrugò le sopracciglia.
« Perché? »
« Tunia mi... mi odia. Perché abbiamo letto la lettera di Dumbledore » fu la risposta, e Lily tirò su col naso. Severus si maledì per non avere con sé un fazzoletto. Le sue sopracciglia scure rimasero contratte.
« E allora? » chiese, impaziente. Lo sguardo che Lily gli diede fu addirittura peggio di quello di prima: era disapprovante.
« Allora è mia sorella! »
« È solo una... » cominciò Severus, e poi si morse la lingua. Parlare sull’onda dell’irritazione non lo avrebbe portato a niente.
E non voleva litigare. Non in quel momento, mentre stavano andando a Hogwarts – e Petunia e tutti gli altri erano alle loro spalle, figure in lontananza che sbiadivano sempre di più, insignificanti puntini nell’orizzonte alle loro spalle.
« Ma ci stiamo andando! » esclamò, e fu una vera sorpresa sentire che quella vibrazione di felicità che si sentiva dentro era giunta fino alla voce. « Ci siamo! Stiamo andando a Hogwarts! »
Lily si stropicciò gli occhi e un sorriso le incurvò gli angoli della bocca. Severus si rilassò un poco sul sedile.
Aveva sorriso. Era tutto a posto. Non importava la lettera di Dumbledore, né tutto il resto. Avevano altro a cui pensare.
« Speriamo che tu sia una Serpeverde » disse, ma Lily non ebbe il tempo di rispondere; qualcuno la precedette.
« Serpeverde? Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu? »
Severus si voltò di scatto. A parlare era stato uno dei due ragazzini stravaccati sui sedili. Aveva capelli neri e spettinati, occhi castani e un’aria di molle abbandono.
Sorrideva all’altro di fronte a lui, ma quello non lo ricambiò.
« Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde » rispose, cupo. Severus lo scrutò: lunghi capelli neri, aria aristocratica.
Non gli ricordava nessuno, ma non faceva fatica a credere che tutti fossero finiti a Serpeverde. C’era un che di arrogante sulle sue labbra.
« Oh, cavolo. E dire che mi sembravi un tipo a posto ».
Il primo ragazzino, pensò Severus, sembrava piuttosto un’idiota. Quello con l’aria arrogante sogghignò.
« Forse io andrò contro la tradizione » disse, e Severus ridimensionò immediatamente i suoi pensieri su di lui, mentre quello aggiungeva: « Dove vorresti finire, se potessi scegliere? »
« “Grifondoro... culla dei coraggiosi di cuore!” Come mio padre » disse quello dall’aria idiota, e confermò la breve idea che Severus si era fatto di lui alzando uno spadone invisibile.
Per Snape fu impossibile evitarsi uno sbuffo beffardo. Subito, il ragazzo si voltò verso di lui.
« Qualcosa che non va? »
« No » disse Severus. Un piccolo ghigno contraeva le sue labbra. « Se preferisci i muscoli al cervello... »
« E tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due? »
Era stato l’altro a parlare. Severus si voltò verso di lui, ma prima che potesse rispondergli Lily intervenne.
« Andiamo, Severus, cerchiamo un altro scompartimento ».
Si alzò e si diresse verso la porta. Severus la seguì a denti stretti mentre i due ragazzini le facevano il verso. Fu costretto a saltare lo sgambetto di uno dei due, e, prima che la porta si chiudesse, sentì qualcuno dire:
« Ci si vede, Snivellus! »
La porta dello scompartimento sbatté, e Severus e Lily si trovarono in mezzo al corridoio affollato.
« Perché non siamo rimasti? » disse Snape, aspro, guardando la porta. Lily si sistemò una ciocca dietro l’orecchio.
« Perché sono due idioti, Sev, mi pare ovvio. Non perdiamo tempo con loro, dai... » Lo trascinò verso un altro scompartimento. Severus si lasciò trainare, dopo un’ultima occhiata cupa alla porta.
« Li conosci? » domandò poi. « Sai i loro nomi? »
« Sì » disse Lily distrattamente, mentre cercava dei posti liberi. « Li ho sentiti presentarsi prima. Sono James Potter e Sirius Black, o qualcosa del genere ».
« Black era quello sulla destra? » chiese Severus cupo, mentre nozioni sulla famiglia Black – pazzia congenita, Magia Oscura – gli tornavano alla mente dai trafiletti del Profeta.
« No, quello era Potter... dai, che ci pensi a fare? » aggiunse Lily, entrando in uno scompartimento e prendendo posto. « Andiamo a Hogwarts, no? »
Severus sedette davanti a lei con un sorrisetto.
« Già, sì » disse, cercando di togliersi dalla mente il gusto amaro del loro breve incontro. Con un po’ di fortuna, quei due sarebbero finiti a Grifondoro e non li avrebbe più incontrati.
Fece una smorfia pensando all’ultima parola che aveva sentito. Snivellus. Come se...
« Severus » disse Lily. Snape distolse lo sguardo dal finestrino.
« Cosa? »
« Ti stavo parlando della mia bacchetta ». Lily sorrise facendola passare fra le mani. « Non stai ancora pensando a quelli, vero? » aggiunse, accigliandosi appena. Severus scosse la testa.
« No. Cosa mi stavi dicendo della bacchetta? »
Non la ascoltò veramente, mentre Lily elencava le magie che era riuscita a fare in un solo giorno. Seguiva il movimento delle sue mani e le espressioni felici del suo viso, mentre viaggiavano verso Hogwarts, e la loro vecchia vita si allontanava sempre di più.
L’unica macchia di quella mattinata, l’incontro con Black e Potter, sbiadì del tutto quando il treno iniziò a rallentare e giunsero nei pressi di Hogwarts.

***

« Primo anno! Quelli del primo anno con me! Forza, forza! »
« Ma che... non hanno i cavalli! » strillò qualcuno in parte a loro, e Severus sentì Lily stringergli con forza la mano mentre venivano inghiottiti dalla calca.
« Sono invisibili! »
« Qualcuno ha visto il mio rospo? » disse una voce lamentosa.
Chi è l’idiota che si è preso un rospo?, pensò Severus distrattamente, e poi dovette stringere di rimando la mano di Lily, perché rischiavano di separarsi, e un improvvisa scarica di calore gli attraverso il braccio,
« Severus? » disse Lily, ansiosa.
« Vieni ». Severus non lasciò la presa sulla sua mano piccola e calda, dirigendosi con decisione verso la voce stentorea che, sopra tutto il fragore degli studenti, richiamava verso di sé quelli del primo anno. Quando lo videro, la bocca di Lily si allargò in una perfetta “O” di sorpresa, e i suoi occhi si spalancarono. Severus strinse un po’ di più la sua mano, pensando che non doveva essere pericoloso se lo avevano messo a radunare i ragazzini.
« È enorme » sussurrò Lily, e Severus vide il suo sguardo scivolare sulla barba incolta dell’uomo, che era davvero enorme: aveva mani tanto grandi che sembravano poterli stritolare tutti, ma sorrideva da sotto il cespuglio nero che gli ricopriva la bocca.
« È un Mezzogigante » disse Severus piano. « Dai, vieni » aggiunse, e si avvicinarono ancora. Ora la folla degli studenti più grandi era sparita; erano rimasti solo ragazzini della loro età, e tutti seguivano il Mezzogigante, mentre li conduceva per un sentiero stretto e scivoloso.
« Dove andiamo? » chiese una voce, e Severus la riconobbe come quella del ragazzino ansioso che aveva perso il rospo, prima. Era minuto, con occhi liquidi e sgranati. Snape lo superò senza guardarlo, portando Lily con sé.
« Immagino che... » cominciò a sussurrarle, ma fu interrotto dalla voce del Mezzogigante.
« Hogwarts! » tuonò.
All’improvviso, tutti si zittirono. Severus rimase immobile a fissare l’alto, possente castello arroccato sulla cima di una montagna. I pinnacoli appuntiti erano innumerabili; centinaia di finestre erano illuminate, dando l’impressione di un secondo firmamento.
Nessuna descrizione che avesse letto sui libri aveva mai reso giustizia a quell’antica fortezza di magia, pensò Severus.
E poi: questa sarà la mia casa.
Un attimo dopo, spintonandosi, i ragazzini si mossero verso le barche, come diceva il Mezzogigante. Severus incespicò nel raggiungere la barca; Lily prese posto accanto a lui, e in un qualche modo fu rassicurante.
« È magnifica » disse Lily piano, senza staccare gli occhi dalla figura scura del castello sopra di loro.
« È Hogwarts » rispose Severus, mentre altri due prendevano posto nella barca. Uno era il ragazzino ansioso. Si torceva le mani e li guardò con un sorrisetto tirato a cui Severus non rispose. Sembrava quasi asmatico.
L’altro aveva un viso pallido ma gentile. Ombre scure si allargavano sotto i suoi occhi; c’era un che di malato in lui.
« Ciao » disse.
« Ciao » rispose Lily, allegra. Severus lo squadrò da capo a piedi.
« Come ti chiami? »
« Remus Lupin ». Tese la mano, che gli fu stretta in un attimo dal ragazzino nervoso, mentre Hagrid avvertiva di tenere giù la testa.
« Io sono Peter Minus » disse, a capo chino; le barche passarono sotto una cortina d’edera, scivolando lungo un tunnel buio.
« Nessuno te lo ha chiesto » disse piano Severus, ma Remus rispose con gentilezza.
« Piacere di conoscerti ». Poi guardò Severus; c’era qualcosa di attento nel suo sguardo. « Tu sei, invece...? »
« Non ti interessa » replicò Snape irritato. L’ultima cosa che gli interessava era fare amicizia con due Tassorosso nati.
« Lui è Severus » intervenne Lily, dandogli un’occhiata di rimprovero. « Io sono Lily » sorrise poi.
Remus le sorrise di rimando e fece per aggiungere qualcosa, ma d’improvviso le barche si fermarono sulla riva sassosa.
« Tutti giù » esclamò Hagrid. « Forza, ecco... di là! In quel passaggio! »
Gli undicenni si arrampicarono fino al tunnel nella roccia. I sassi erano umidi e scivolosi sotto i loro piedi, e il ragazzino chiamato Peter Minus cadde due volte; entrambe le volte Lupin rimase indietro ad aiutarlo. Severus non li aspettò, e Lily lo seguì con l’aria di chi non vuole perdere l’unica persona che conosce in un posto oscuro e pericoloso.
« Andiamo » disse Severus, quando le loro scarpe sprofondarono nell’erba. Erano proprio davanti al castello; torreggiava imponente su di loro, nero e antico.
Salirono le antiche scalinate di pietra in silenzio; Severus ebbe l’impressione di scorgere nel buio le facce di Black e Potter, in testa al gruppo, e rimase silenziosamente nelle retrovie.
Lily lo seguiva con gli occhi spalancati; tremava d’eccitazione.
« Ci siamo, Sev » sussurrò, nel momento in cui si fermavano. Il vociare dei ragazzini era ormai zittito del tutto.
Hagrid si voltò a guardarli tutti un’ultima volta, come a contarli lentamente, poi il suo pugnò si abbatté tre volte sul gigantesco portone di quercia.

 

 

Note dell’Autrice:

La Ernil che vi scrive è in attesa che nasca la sua sorellina e, nel frattempo, ha diversi altri fattori maschi da tenere sotto controllo, quindi è di fretta e chiede scusa ^^”””

Un grazie a tutti! *fugge a domare un incendio sorto in zona cucina*

 

 

Sklupin, cin cin *___* Sono felice che ti sia piaciuta Eileen – fa tutto quello che può. Il resto spetta a Severus... Eccoti le pillole *passa* Grazie mille anche per il commento a “Abyssus”: sei di un coraggio ammirabile, leggere perfino le Severus/Bellatrix! Un bacio!

Piccola Vero, grazie! Già, povera Eileen, dovrebbero farla santa ç__ç Grazie mille per I complimenti! Un bacio!

Zippolino, oh, ciao! Snape è il mio preferito in assoluto XD Sono felice che siano IC, mi uccido per farlo ^___^ Grazie mille, anche per il commento che hai lasciato a “Abyssus” ^o^ Grazie! A domain ;)

Lady Lynx, innanzitutto, già che ci sono: scusa se latito su Apeiron, è un periodo orribile. Ma recupero appena posso, pixie swear :) Povera Eileen, fa tutto per suo figlio. Lo Smistamento, la prossima volta *si nasconde* Grazie mille! Alla prossima!  

Lyla, sono felice che ti sia piaciuto Snape che non conta i giorni ^____^ E la lite fra Eileen e Tobias, che, come hai detto, deve arrendersi all’evidenza. Grazie, grazie mille per tutto: ci sentiamo, e intanto un bacio!

Stars Daughter, ciao! Benvenuta ^___^ *la marchia* LOL, anch’io ero una Snappista di 45 kg prima del settimo libro: la Nutella per consolarmi mi ha fatto incrementare XD Sono felice che questa raccolta ti piaccia tanto *^* LOL: ogni volta che guardo l’illustrazione del primo libro muoio XD Il pizzetto! XD (Ho un debole per gli uomini con il pizzetto, io... ma a Snape no!) E vedo che la pensiamo allo stesso modo su Tobias. Beh, insomma... sei davvero la benvenuta! Grazie mille! Alla prossima!  

 

   
 
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