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Autore: Isa is smiling    31/01/2010    5 recensioni
A mio padre, che amo. Che è in me, in ogni gesto che compio, in ogni pensiero che faccio. Che amo come la vita che me l’ha tolto.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mio padre, che amo.

 Che è in me, in ogni gesto che compio,

 in ogni pensiero che faccio.

Che amo come la vita che me l’ha tolto.

 

Uno, due, tre…

Sei rintocchi.

-Nonna, dov’è mio papà?- chiese la bambina, gli occhi grandi pronti a scoprire il mondo.

-Ora arriva, ora arriva.-

La nonna sospirò e rassettò per l’ennesima volta lo zainetto della nipotina. La guardava muovere distrattamente il piedino a tempo della musica passata dalla televisione, mentre osservava il paesaggio esterno alla finestra, in attesa che il suo oggetto del desiderio spuntasse all’orizzonte.

-Papà! Papà! C’è papà!-

Velocemente la bimba infilò il giubbino, prese lo zaino e si diresse alla porta, bloccandosi sull’uscio.

Si voltò e sorrise, correndo indietro.

-Ciao nonnina, ci vediamo domani!-

E corse via, incontro al padre che l’aspettava sorridendo, gli occhiali grandi a contornagli gli occhi, identici a quelli della figlia.

 

-Papino, hai parlato con mamma?- chiese la piccola, giocando con la cintura di sicurezza.

-Si, tesoro. Ha detto che forse fra un mesetto scende..- rispose il padre, il tono ilare che dedicava sempre a notizie che riguardavano la moglie.

-Torna? Mammina torna?- trillò la piccola, mentre gli occhi le luccicavano per la felicità.

-Si, torna.-

Un sussurro, niente di più. Eppure, per la bambina, fu il sussurro più bello del mondo.

 

-Papà sta male, tesoro. Dobbiamo partire. Torneremo presto-

E i viaggi, i biglietti, le valigie, gli interventi, le risonanze magnetiche.

E la presenza costante di quel padre, che seppur malato, era per lei il migliore del mondo. La presenza dei suoi occhi dolci, dilatati dalla malattia. Le sue poche parole, i discorsi, le liti, gli abbracci, le torture a cui si sottoponeva sempre col sorriso, perché, come diceva lui, erano i suoi angeli a fargliele.

I sorrisi, i pianti, la lontananza, la forza spirituale.

Suo padre era quello che, pur non essendo più bambina, aspettava con ansia alla porta, felice che sarebbe tornato.

 

-Pino..mi senti?-

Come risposta, solo il rumore della fredda bombola d’ossigeno che pompava aria.

E un battito di ciglia che per lei era tutto.

-Io..volevo solo dirti che..ti voglio bene, Pino..per sempre.- disse la ragazza, gli occhi gonfi di lacrime e il sorriso.

Perché sua padre non avrebbe voluto vederla piangere. Gli avrebbe fatto male, più di quanto non facesse già. Non aveva mai voluto vederla piangere.

Poi, un gargarismo, un colpo di tosse. E quegli occhi dolci distesi in un sorriso.

Il suo: “Anch’io, Isa, anch’io. Per sempre.”

 

Io:

L’ho scritta di getto, e ho voluto condividerla con voi, popolo di EFP.

Ed è così che va. E’ successo. Forse si è capito. Mio padre non c’è più. Dopo un calvario di malattia durato cinque anni, se n’è andato. E, pur sapendo io che è la cosa migliore, non riesco a non piangere.

Ditemi cosa ne pansate, se vi va.

Un abbraccio e un sorriso, Isa.

  
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