Hello!! Finalmente sono riuscita a postare! I miei esami sono finiti, e adesso dovrei avere più tempo per scrivere. In certo senso, sono frustrata da come ogni volta io voglia scrivere di qualcosa e alla fine mi ritrovo a scrivere di qualcos’altro. Il tempo sta passando troppo lentamente nella fic, ma ogni volta che penso di accelerarlo mi vengono in mente altre cose da aggiungere e in poco tempo mi ritrovo con un intero capitolo, anche se si concentra in solo una serata. Spero comunque che vi piaccia J Vi ringrazio per le recensioni e per aver messo la storia tra le preferite o seguite, e anche se leggete e basta perché vi piace ^^. Il risultato del sondaggio è a fine capitolo.
Kiry95: ti ringrazio di cuore per i complimenti *me taaaanto contenta*! Questo capitolo è più lungo dell’ultimo, ma spero comunque che ti piaccia. XD so che i gemelli sono delle pesti, infatti in questa storia non sarà la prima volta che coprono Harry. Inoltre, sembra che Potter abbia un talento naturale per cacciarsi nei guai ^^. Un baio, koky.
Pecky: ciauu! Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo. Ti ringrazio per aver votato e troverai il risultato del sondaggio alla fine del capitolo. Spero che ti piaccia come quello precedente. Se ti va, fammi sapere che ne pensi; fa sempre piacere. XOXO
MocciosaMalfoy: (posso chiamarti con questo nickname?) beh comunque sono contenta che ti sia divertita leggendo il capitolo sulla caccia al tesoro. La riconciliazione con Sirius non è in questo capitolo (mi odio anch’io perché ci sto mettendo troppo -.-^) e non so ancora quando ce la metterò, ad essere sincera. Mi auguro che anche questo capitoletto ti piaccia ;P
Amanda Malfoy: non ti preoccupare, Malfoy non sarà sempre versione snob. Entro quella settimana di scuola sospetto che torneranno di nuoco amici (non potevo proprio farli essere amici così presto! ^^) e poi Draco mi piace troppo come personaggio per tenerlo sempre come nemico. Spero che questo capitolo ti piaccia. J
Nan96: holaaa! Mi ha fatto piacere sapere che ti è piaciuto il pezzetto sulla caccia al tesoro. So che Draco in questo momento è un po’ (ma un po’ tanto) odioso in questi ultimi capitoli, ma presto cambierà idea … comunque anche a me i gemelli piacciono troppo (salverò ASSOLUTAMENTE Fred! ) grazie per i complimenti, perché mi aiuta tantissimo a scrivere sapere che la storia vi piace. Spero che il capitolo sia di tuo gradimento :D
_Giuli85_: ti volevo ringraziare per aver recensito, per i complimenti, e per aver detto la tua opinione riguardo le coppie. Ho cercato di aggiornare il prima possibile, eppure ci ho messo quasi tre settimane (lo so, sono imperdonabile!) ma l’importante è che ce l’ho fatta! Spero che ti piaccia il capitolo e che tu mi faccia sapere che ne pensi. Un bacio ;P
SATANABAAN: mi dispiace tantissimo per non essere riuscita a postare prima, ma con gli esami e lo studio non ho avuto tempo per scrivere. In pratica scrivevo una pagina ogni due giorni e oggi ne ho scritte circa dieci (mi sono venute di getto XD) ma meglio tardi che mai, no? (spero che la risposta alla domanda non sia ‘no’) grazie per i complimenti *me arrossita*. Per i pairing, come ho citato sopra, basta andare alla fine del capitolo per vedere quale userò.
Miley2805: ma come sei gentile! *_* grazie per i complimenti. Il capitolo è lunghetto (sulle trenta pagine). Ho postato con un po’ di ritardo, purtroppo, ma spero che questo capitolo ti piaccia comunque e che tu mi faccia sapere che ne pensi. J
Finleyna 4 Ever: helloooo! Prima di tutto ti ringrazio per aver lasciato un commento. Sono contenta che ti sia piaciuto, comunque presto Harry avrà una terza identità (Harry, James e ****) non posso ancora rivelare niente però, e anche a quel punto alzerà l’ennesimo polverone. Ecco il nuovo chap, spero che ti piaccia. ;P
Rowan Mayfeir: ciao! Sai, credo che a Harry, in questa storia, segretamente piaccia fare casino e portare confusione. (Prima con la lotta col cibo, poi con la squadra di ricerca e più avanti, chissà … XD) Ron e Hermione, e anche i gemellini ovviamente, faranno da palo non poche volte in futuro, infondo sono le persone della quale Harry si fida di più. L’incontro tra Remus e Sirius non sarà in questo capitolo, magari più avanti. Prima Sirius riceverà una visitina da un certo James Evans di nostra conoscenza … Comunque non mi sei sembrata per niente invadente, al contrario, mi fa piacere sapere l’opinione di chi legge la storia ^^. Spero che il capitolo ti piaccia, a presto J
ali_smile: grazie per aver recensito e dato la tua opinione nel sondaggio! Non ti preoccupare, Draco tornerà buono molto presto, neanche a me piace cattivo, anche se non posso fare altrimenti. Spero che ti piaccia anche questo capitolo e che tu mi faccia sapere che ne pensi. ;D
millyray: salveee! In questo capitolo ci sono le reazioni di tutto e anche un piccolo scontro, giusto per aggiungere un personaggio di mia invenzione che mi tornerà utile più avanti. Sì, è vero che a me piace Draco Malfoy, ma non mi offendo se a te invece no (ognuno ha le sue opinioni, giusto?) e poi anche a me stava antipatico, ma poi a furia di leggere fics in cui era buono, ho cominciato a vedere il buono anche nella versione cattiva XD. Grazie per la recensione e mi auguro che questo capitolo non sia troppo male. ;P
erika91: un mega grazie per i complimenti! Ne sono stracontenta, davvero! Il fatto della cicatrice hai ragione, Harry usa la scusa quando deve spiegare ai suoi amici qualcosa che non può spiegare, ma Piton non ci crede per niente (infatti è più che sospettoso …) e Silente non ha avuto esattamente molto tempo di pensare a Harry per via di James Evans (cosa che a Harry fa comodo, perché il preside è così occupato ad infilarsi in un vicolo cieco che non si accorge di quello che a proprio sotto il naso XD) il risultato del sondaggio è a fine capitolo, come ho scritto sopra. Ma dove hai letto della Rowling? Ogni tanto qui su efp la gente parla di alcune sue interviste, e mi piacerebbe leggerle, magari trovo alcune curiosità che mi sono sfuggite nei libri. Beh, comunque spero che ti piaccia. A presto J
GinnyPotter93: wow! Davvero ti è piaciuto così tanto il capitolo? Beh, ne sono contenta *_* Jeremiah Lestrange a me piace troppo, anche se per il momento odia Harry. Più avanti però voglio riuscire ad instaurare un rapporto di rispetto/collaborazione/lealtà tra i due. Lestrange non compare in questo capitolo, perché non ho proprio avuto l’opportunità di infilarcelo, forse magari nel prossimo … Piton più che altro sta osservando Harry perché sa che nasconde qualcosa e non riesce bene a capire cosa. Si sente in dovere nei confronti di Lily di ‘proteggere’ suo figlio e per farlo deve sapere che sta facendo, perché ritiene che Harry si stia mettendo nei guai e vuole vedere se è il caso di intervenire. Vuole metterlo in punizione primo per sfizio (infondo è sempre figlio di James Potter!) e secondo per tenerlo d’occhio tutto un intero pomeriggio. Quello che ha preparato compare nel prossimo capitolo (e saranno dolori per Harry! XD) Paddy esce in questo qui da Azkaban, e nei prossimi sarà scagionato da tutte le accuse (lo adoro Felpato!) La felicità vera e propria arriverà solo quando Voldie se ne andrà a farsi friggere purtroppo, ma vivranno tutti insieme molto presto! La Rowling, secondo me, è stata crudele. Ogni volta che leggo una fic sui Malandrini, penso a come da giovani la loro vita fosse stata semplice e felice, e come in pochi anni tutti sia caduto in rovine e la loro amicizia distrutta. E poi sono morti tutti. No, no, no. In questa fic non farò fare agli ultimi due veri Malandrini una così tragica fine! Per quanto riguarda se mai si scoprirà che Harry è James Evans … forse (vorrei poterti dire di più, ma ho le mani legate XD) di sicuro le persone alla quale tiene di più lo sapranno. Draco diventerà amico di Harry tra poco, a cominciare dalle riflessione del biondo in questo capitolo. Harry sta diventando amico dei Serpeverde, sì, ma per il momento riesce a legare solo con i primini, perché ormai i ragazzi più grandi sono diventati più freddi e distaccati nei confronti delle altre Case. Ci saranno sempre alcuni che odieranno Harry, ma quando le cose con Lestrange andranno meglio, Harry riuscirà ad instaurare un rapporto anche con i ragazzi del quinto-sesto anno. Susan per il momento sarà una ragazzina dolce e timida, ma più avanti farà vedere di che pasta è fatta seriamente! Tonks ricomparirà, così come Cedric Diggory. A differenza della storia della Rowling, voglio cercare di rendere Harry più aperto e farlo legare anche con gli anni più grandi. Questa risposta alla tua recensione si sta allungando troppo! Allora, senza ulteriori indugi, spero che ti piaccia il capitolo J
SakiJune: ciao! Grazie per la recensione. Sì, è una What if? Ma ho deciso di aggiungerci Lestrange perché la Rowling non parlava molto dei Serpeverde più grandi, allora ho deciso di aggiungerne uno inventato XD spero che non ti dispiaccia troppo. Sapevo che Tonks non c’era quando Harry è arrivato, ma mi sono sentita di aggiungerla perché volevo che la conoscesse prima che lei diventasse un Auror, così avranno un anno per legare. So che scrivo sempre ‘ei’, ma il fatto è che quando scrivo ‘hey’ o ‘ehi’ il mio computer lo corregge in automatico, e non so come toglierlo, anche perché ‘ehi’ dovrebbe andare bene. Comunque grazie per avermi indicato gli errori e per i complimenti! *_* spero che anche questo capitolo ti piaccia ;P
Briciolina: hello! Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Grazie per la tua opinione nel sondaggio e per i complimenti *me lusingata* Certe volte pure la McGranitt può cedere allo stress (povera donna! Con i gemelli sempre a combinare guai! XD). Spero che il capitolo sia di tuo gradimento.
Scorpiusthebest: ti è piaciuto il capitolo precedente? Beh, grazie, non mi aspettavo che piacesse a tanta gente. Trovavo che mancasse qualcosa … comunque, finalmente Sirius è libero: avrei voluto mettere qualcosa di più su di lui in questo capitolo, ma non era il momento giusto per farlo. Presto però entrerà nella storia. Spero che il capitolo non ti deluda e se vuoi, fammi sapere che ne pensi ^^
Manda: holaa! Sono felice che ti sia piaciuta la parte della caccia al tesoro, sinceramente non so proprio come mi sia venuta -.-^. Penso che alla fine (molto fine) mi atterrò ai pairing della Rowling. Manca ancora molto, però, perché le relazioni cominceranno a iniziare da dopo il terzo anno (prima sarebbe troppo presto). La fic temo che durerà molto, perché sì, racconterò la storia anno per anno. Adesso so che può sembrare lenta, ma è perché Harry ha molto da fare (liberare Sirius, insegnare ai suoi amici l’Occlumanzia, farli diventare più bravi negli incantesimi di difesa, accumulare influenza nel mondo magico – a partire dalla Gazzetta del Profeta – e farsi alleati). Dubito che per lui ci saranno giorni rilassanti! Beh, comunque spero che mi seguirai. A presto J
Mary Evans: grazie per la tua opinione riguardo ai pairing. Naturalmente, non ci sarà niente riguardo a una relazione per i prossimi anni (sono solo undicenni infondo XD) In questo capitolo ci sono le reazioni di tutti, e nel prossimo ci sarà quella di Sirius stesso. (in questo capitolo accenno appena a quello che gli succede) spero che ti piaccia, un bacio :P
En86: hello! Grazie per avermi fatto notare il particolare sul primo ministro (anche se avevo già controllato che Caramell era salito al potere nel 1990) ma penso di essermene scordata XD beh, però Caramell avrebbe comunque dovuto controllare no? Infondo nei libri quando Sirius scappa continua ad accusarlo anche se era innocente e, nel quinto, da la colpa delle sparizioni causate da Voldemort a Felpato (quanto mi faceva rabbia!!!!). Anche io penso che ci sto mettendo troppo con il tempo della fic (10 capitoli e ancora stanno alla prima settimana di scuola!) ma continuano a venirmi in mente altri dettagli da aggiungere e da un dettaglio nasce un capitolo intero! Per l’animagus accetto il tuo consiglio: a me non mi piacciono le fic in cui Harry è una fenice o un grifone, perché a parte il fatto che tecnicamente non sarebbe possibile, io proprio non ce lo vedo Harry come un animale saggio come la fenice o perfettamente grifone (visto che Harry è anche Serpeverde, lo dice il Cappello Parlante). Io voglio seguire il canon (infatti Harry si metterà con Ginny) e devo dire che non sono nemmeno una fan tanto accanita delle Dramione (non ho mai letto nemmeno un fic su quella coppia, non mi attrae) ma pensavo di far decidere ai lettori per vedere a chi piaceva. Poi, beh, la maggioranza vince. Spero che il capitolo ti piaccia e puoi controllare alla fine per vedere il risultato del sondaggio. ;P
Ili91: wow, grazie per complimenti! *me estasiata* mi fa piacere che tutti i capitoli ti siano piaciuti. In questo capitolo compare il primo grosso cambiamento causato dal viaggio di Harry, perché succede una cosa che non è successa nei libri. Mi auguro che ti piaccia :D
Kia 07: sono contenta che ti sia piaciuto (mi rende sempre contenta quando un capitolo piace a qualcuno!) So che è ancora troppo presto e sono troppo piccoli, ma devo cominciare a sapere che pairing farò più avanti (voglio instaurare per lo meno un rapporto prima di passare a una relazione) Comunque penso che comincerò durante il terzo anno. Spero che ti piaccia il chap, un bacio, koky.
Sammy Malfoy: mi sento onorata davvero! Sono felice che ti sia piaciuta questa storia nonostante non sia una yaoi. Draco diventerà indipendente dal padre tra un po’, forse per la fine dell’anno, quando Harry e i suoi amici faranno … beh, qualcosa di estremamente rischioso e serio, che li farà crescere tutti. Mi dispiace tantissimo dovertelo dire, ma non posso far altro che rendere la storia una Harry/Ginny, perché devo seguire il canon almeno con loro due. Comunque si metteranno insieme tra una cinquantina di capitoli perché per il momento sono tutti troppo piccoli. Spero comunque che la storia ti piaccia. J
Piccola Vero: prima di tutto, devo sinceramente ringraziarti per i complimenti *_* è bellissimo sentirsi dire che la propria fic riesce a coinvolgerti. Come sempre non sono sicura di meritare tanti complimenti, ma ringrazio comunque! Alla fine penso che Ron e Hermione si metteranno insieme, anche se non sono ancora certa di come o quando (se hai consigli sono tutt’orecchi). Spero di non deluderti con questo capitolo! J
Bianchimarsi: CIAO! Mi dispiace, ma dovrò fare di questa storia una Harry/Ginny. So che per il momento Ginny non centra molto, ma è perché non è ancora arrivata a Hogwarts. L’anno prossimo (nella storia intendo) la più piccola di casa Weasley sarà molto più presente. Spero che il chap ti piaccia e mi farebbe piacere sentire la tua opinione al riguardo. :P
Elita: e già, finalmente ho liberato Siriusino … in questo capitolo ci sarà una minuscola parte riguardante lui, ma nel prossimo ci sarà la sua reazione alla propria liberazione. Grazie per i consigli sulle coppie, mi hai fatto venire un’idea … non so se evolverla. Non ti preoccupare, Harry e Ginny alla fine staranno insieme. Spero che continuerai a seguirmi. ;D
Shiho93: hello carissima! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo sulla caccia al Potter e la liberazione di Sirius. Avrei volentieri liberato Sirius moooolto prima, ma Harry è tornato indietro solo due anni prima, ma il lato positivo è che Felpato sarà fuori Azkaban da uomo libero stavolta. Beh, goditi il capitolo e spero che mi farai sapere che ne pensi. Baci, koky
Jeginnybells: scusa scusa scusa! In questo capitolo non c’è Sirius, nel prossimo però ci saranno i suoi pensieri sulla liberazione. Grazie per aver dato la tua opinione nel sondaggio, potrai vedere i risultati infondo. Spero di non deluderti con quest’ultimo chap, :P fammi sapere se ti piace o no!
Marcolp: ciauu! So che per il momento è troppo presto per sviluppare relazioni (infondo hanno soli undici anni) ma quando ho fatto la domanda per il sondaggio mi riferivo al futuro, perché mi piacerebbe sapere già da ora chi dovrei mettere insieme. Ma vabbè! Spero che il capitolo ti piaccia comunque. Presto risfocerà un’amicizia tra Harry e Draco. ;P
Jayne: ciao! Beh, non ti preoccupare se non hai mai recensito, non è assolutamente obbligatorio, a me basta sapere che segui la storia perché ti piace. Harry per il momento ha soli undici anni, e beh, il suo corpo (perdona la franchezza XD) non produce ancora testosterone. A dir il vero, non si è ancora accorto che deve riaffrontare la pubertà (e quando se ne accorgerà … muahaha! *risata sadica*) la sua mente però, certamente più sviluppata, ha davvero bisogno di far vedere di che pasta è fatta. Ogni tanto gli da fastidio non poter mostrare le sue vere capacità, per questo ho creato James Evans: ogni volta che deve fare qualcosa che risulterebbe ‘troppo’ per Harry Potter, può diventare qualcuno senza passato, il cui segreto è impossibile svelare. Quindi sì, diventerà spesso James Evans. Lestrange è uno dei miei personaggi preferiti e più avanti inizierà a delinearsi. Mi spiace dirti che purtroppo questa storia non sarà un slash. Comunque, visto che Harry non si metterà subito con Ginny, trovo che magari pure Draco potrebbe divertirsi prima di mettersi con la sua anima gemella … o almeno credo, non so … beh, comunque spero ti piaccia il capitolo, un bacio, koky.
Ron1111: merci per i complimenti, che fanno sempre piacere! So che sembra molto che Harry nascondi qualcosa, infatti Piton gli sta addosso! Silente è troppo preso da James Evans per prestare attenzione a Harry, ma se Severus si lasciasse sfuggire qualcosa … in questo capitolo quasi lo fa. Tra i suoi amici primini, solo Hermione ha forte sospetti, e infatti Harry ha detto che avrebbe spiegato tutto quando avrebbero imparato l’Occlumanzia, e quindi per il momento lascia correre. La storia della cicatrice serve solo per prendere tempo, ma Harry sta già pianificando altre scuse. L’accio che ha usato su Oscar lo hanno visto solo Neville e Ron, e nessuno dei due sa che è un incantesimo di quarto anno, perché Harry tende a sminuire le sue conoscenze magiche dicendo che gli incantesimi che fa sono semplici incatensimini facili, che potrebbero essere eseguiti da qualunque primino. Appena avranno imparato l’Occlumanzia però spiegherà tutto! Spero che continuerai a seguirmi comunque J
Brando: l’incontro con Sirius avverrà … penso tra uno o due capitoli, non ne sono ancora sicura. Harry alla fine (ma proprio fine fine) si metterà con Ginny, ma prima farà un po’ di esperienza. Il fatto che ha già vissuto i suoi anni ha Hogwarts gli da più sicurezza, eliminando il troppo imbarazzo presente dei libri e dandogli più sicurezza. Inoltre, gli innumerevoli anni con Hermione gli hanno fatto capire, anche se di poco, la mente delle donne, ma rimane comunque un maschio, quindi non si accorge delle stranezze di Daphne. In questo capitolo c’è una piccola parte su Draco e i suoi pensiere. Spero che ti piaccia :D
PoliniSquab: grazie dei complimenti! *me taaanto feliceeee* sono contentissima del fatto che ti piaccia la storia. Ho cercato di aggiornare il prima possibile (per quanto i miei esami me l’abbiano permesso XD) e spero vivamente che ti piaccia il chap e che non ti deluda. Se ti va, fammi sapere che ne pensi. Un bacio, koky.
Sssweety: grazie per i complimenti! Oddio, sono lusingata. Non era intenzioni di Harry farsi sentire a Hogwarts, per niente. Anzi, voleva restare nell’ombra, ma ahimè, non è proprio destino. Cercherò di non esagerare, ma Harry sa così tanto sul futuro, che ogni tanto qualcosa gli scappa. Nessuno potrebbe mai indovinare che sia dal futuro (chi mai ci crederebbe?) ma con Piton, la sua copertura è saltata nel momento in cui il maestro di pozioni gli ha letto nella mente. Non avevo per niente pensato a come Harry avrebbe reagito a vedere Hermione con un altro O.O e quindi sono sicura che alla fine si metterà con Ron. Il terzo libro è completamente andato, e anche il quarto è stato modificato. In questo capitolo c’è il primo cambiamento evidente. Il primo è modificato e sarà in assoluto il più vicino alla realtà. Il secondo … non ho idea, sono tutti quanti andati! Ci saranno alcune somiglianze, ma per il resto cambierà tutto! Spero che la storia continui a piacerti comunque. J
Kiketta: ti ringrazio sinceramente per i complimenti. Alla fin fine Harry si metterà con Ginny, sì, ma prima gli farò avere un po’ di esperienza (un po’ mi dava fastidio quanto NON fosse come suo padre in quel senso) ma con Susan, Harry non si metterà mai. Avranno più il rapporto che c’è tra fratello e sorella. Mi auguro che chap ti piaccia e che tu mi faccia sapere che ne pensi ;P
Selene_90: grazie per avermi dato una tua opinione e per aver lasciato un commentino ^^. Mi disp, ma alla fine questa storia sarà una Harry/Ginny (so che è scontata, ma devo seguire il canon XD) spero che continuerai a seguire la storia comunque, anche se odi la coppia (infondo questa non è assolutamente una storia d’amore). Un bacio, a presto!
Schuyler: questo capitolo è molto più lungo del precedente (quando sono lunghi ho sempre paura che risultino noiosi …) ti ringrazio di cuore per i complimenti, che mi hanno lasciata estasiata (non importa quante volte mi sentirò dire che la fic piace a qualcuno, per me sarà sempre come la prima volta! XD) mi auguro che il chap ti piaccia nonostante la lunghezza (forse esagerata). Al prossimo capitolo, koky :D
Edocast92: holaaa! Sono felice di averti intrigato con questa storia! *me rossa come zucchina, cioè, come pomodorino* Mi spiace, ma alla fine dovrò attenermi al canon e rendere questa fic una Harry/Ginny, però spero che continuerai a seguirmi comunque J spero che il chap sia di tuo gradimento e che tu mi faccia sapere che ne pensi. Un bacio, koky
Giovy39: ciao! Anche io adoro Jeremiah Lestrange, è uno dei miei personaggi preferiti (più avanti verrà delineato di più) Harry e Skeeter insieme saranno micidiali, perché in questo modo Harry avrà in pugno tutti i lettori della Gazzetta. Ho notato l’errore e non riesco a credere di averlo fatto! Dev’essermi scappato, ma quando ho letto la tua recensione sono corsa a modificare quel pezzetto (ti sono grata per avermelo fatto notare!!!) Grazie per aver detto la tua opinione riguardo il sondaggio (il cui risultato è a fine chap) e spero che continuerai a seguirmi e a farmi sapere che ne pensi. Se trovi altri errori, non esitare a farmeli notare, ti prego. J
Hermione_95: sono contentissima che ti piaccia la storia. Non preoccuparti se non avevi molte idee, per me la tua opinione è già abbastanza. Se poi hai consigli, sei libera di dirmeli, e cercherò di prenderli in considerazione. Il ‘ricatto’ di Harry sulla Skeeter la lasciata alquanto scossa, ma alla fine il patto/alleanza che ha stretto con lui risulterà fruttuoso per entrambi. Le è stato esplicitamente VIETATO di rivelare l’aspetto di James Evans, per farlo rimanere ancora più misterioso … spero che il chap ti piaccia come il precedente. :P
BlackFra92: grazie mille per i complimenti *me taaanto contenta* Grazie anche per aver dato la tua opinione riguardo il sondaggio. Con ogni probabilità, questa storia sarà una Draco/Astoria. Spero che il capitolo non ti deluda (è piuttosto lungetto) e mi auguro che tu mi faccia sapere la tua opinione al riguardo. Un bacio, koky
Kiry95: hello carissima! Vedo con piacere che sei tornata a commentare! Un po’ hai ragione, oggi le recensioni sono salite a 50. Ci ho messo ORE per rispondere a tutte quante una ad una … sono sfinita. Aveva in mente di postare ore fa e invece … beh, comunque non posso lamentarmi perché la storia piace XD, anche se ho fatto sette pagine di risposte! Goditi il chap, piuttosto lungo ad esser sincera, magari i prossimi li farò più corti. A presto ;D
MaCcO: merci per i complimenti (forse un po’ troppi, visto che non penso di essere così brava). Inoltre ti ringrazio per aver dato la tua opinione nel sondaggio (neanche io sono una grande fan delle Dramione XD) Spero che il capitolo di piaccia e di sapere che ne pensi. Al prossimo capitolo, un bacio :P
Nefertari83: hola! Sì, hai ragione quando dici che Harry è troppo sicuro di sé. In questo chap, sarà molto sicuro di sé e invece prenderà un palo, poi pentendosi di aver trascinato in una situazione più pericolosa di quanto si aspettasse. Il risultato del sondaggio è fine capitolo, quindi non dovrai aspettare fino al terzo anno per scoprire i pairing (mi sembrava giusto informare i lettori, ecco) spero che il capitolo ti piaccia e sapere che ne pensi. Koky
Chariss: wow, quanti complimenti. Sono felice che ti piaccia la storia. Mi fa piacere che ti piacciano Harry e Susan, e non ti preoccupare, neanche io reggerei il colpo della perdita di Sirius. Cercherò di trovare più tempo per scrivere, anche se sono sorpresa da quanto lunghi sto facendo i capitolo (all’inizio aveva in mente di farli sulle 14-15 pagine, e invece scrivo il doppio!) Mi auguro che il chap ti piaccia, a presto ;D
Muryhana: poveretto Remus, non sarà la prima volta che i gemelli gliela faranno. Qui ci sono le reazioni di tutti meno che Sirius, che sarà nel prossimo. Grazie al tuo consiglio, sto seriamente considerando l’idea di mettere Neville con Susan. Prima non ci avevo proprio pensato, quindi ti ringrazio per il consiglio. Spero che il chap ti piaccia, un bacio, koky
Myrtle Y: sono contenta che ti piaccia il capitolo! Ecco il continuo, anche se con un ritardo di quasi tre settimane! Mi dispiace. Spero che continuerai a seguire la fic, anche se gli aggiornamenti sono leeeenti XD fammi sapere che ne pensi (se ti va, senno non importa) e mi auguro di non deluderti. ;P
WhatIWant: wow! Davvero adori tutto della mia fic? Sono lusingata, sinceramente! Susan la metterò con Neville, la trovo un’ottima idea, alla quale prima non avevo proprio pensato. Scusa se ho aggiornato così tardi, ma a causa di uno dei mali che attanagliano il mondo, alias lo studio, sono stata troppo impegnata per scrivere. Il prossimo capitolo non dovrebbe arrivare tra molto, però. Spero che il chap ti piaccia, al prossimo, koky.
Serenin: anche io adoro le storie in cui ci sono dei viaggi temporali, sono in assoluto le mie preferite! Piton farà il terzo grado al povero Harry nel prossimo chap, che spero leggerai (ho sempre paura che la storia smetta di piacere T_T) Hermione alla fine si metterà con Ron, di questo sono sicura. Spero che continuerai a seguire la fic e che mi farai sapere, sempre se vuoi, che ne pensi. :P
E adesso, dopo sette pagine di risposte alle recensioni, ecco il capitolo!
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Capitolo 10
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Il silenzio investì la Sala. Fu come se il tempo stesse rallentando.
Nessuno parlava, nessuno si muoveva. Pareva quasi che nessuno respirasse. Il solito brusio delle chiacchiere era scomparso, sostituito da un silenzio quasi tangibile. Tutti quanti, studenti e insegnanti, stavano fissando sconvolti quell’edizione speciale della Gazzetta del Profeta.
Harry, dentro di sé, ghignava soddisfatto, nonostante a chiunque sarebbe apparso scioccato come il resto della Sala. Poi, in un attimo, il tempo riprese a scorrere e il mormorio degli studenti si sparse a macchia d’olio per tutta la stanza.
“OH SANTA MORGANA!”
“Non ci credo …!”
“Ma … Sirius Black?!”
“Ad Azkaban! Per dieci anni!”
“Innocente … che storia … ”
C’era persino chi aveva preso a fissare il vuoto, incapace di parlare, limitandosi a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua. Harry trattenne una risata; la notizia aveva fatto scalpore. Si guardò intorno per studiare le reazioni dei presenti e dei suoi compagni, continuando a fingere sorpresa per non destare sospetti.
Ron aveva gli occhi spalancati, con la forchetta ancora
sollevata a mezz’aria nel gesto di portarsela alla bocca, ma il pezzo di
bistecca che aveva voluto mangiare era caduto sul tavolo. Leggeva e rileggeva
la stessa frase in continuazione: “Minus ha vissuto negli ultimi dieci anni
come animale domestico all’interno della famiglia Weasley …”
Hermione cercava di
calmarlo, nonostante lei stessa avesse problemi a digerire la notizia. Era
stato un duro colpo per lei: aveva sempre avuto una fiducia a dir poco cieca in
qualsiasi forma di autorità, dagli insegnati, al preside, al Ministero. Le sue
certezze, o almeno una gran parte di esse, erano crollate.
Neville invece
sembrava averla presa abbastanza bene, sorprendentemente. Aveva ripreso a
mangiare e stava sfogliando il giornale alla ricerca delle informazioni extra
che davano sulla storia, curioso. Harry era colpito da come il ragazzino avesse
preso facilmente la notizia.
Daphne, Blaise, e
Nott avevano preso a parlare frenetici, mormorando nomi e nominando alcune
famiglie di Purosangue a Harry sconosciute. Distinse frasi come, ‘zia Morgan ha
detto che la cugina di Ernest era imparentata con lo zio diseredato della
sorellastra di un McKinnon, moglie del padre del cugino di Walburga Black’. Tra
Purosangue, ovviamente, si conoscevano tutti. Il giovane Potter avrebbe
scommesso che erano stati costretti a memorizzare i loro alberi genealogici a
memoria.
Guardando verso la
fine del tavolo, Harry notò i gemelli, con le bocche spalancate, che si
guardavano a vicenda interrogativi. Poi, il ricordo di Crosta riaffiorò nelle
loro menti e scoccarono a Harry occhiate sbalordite. Il giovane Potter scrollò
le spalle, tenendo un’espressione sorpresa, e mimò un ‘non ne sapevo niente’.
Credendogli, i gemelli presero a parlottare con Lee Jordan.
Harry poi guardò in
direzione del tavolo degli insegnanti. Si era scatenato un putiferio: alcuni
erano rossi dalla rabbia e sbraitavano imprecazioni nei confronti del
Ministero, Hagrid in primis, mentre altri invece erano bianchi come un lenzuolo
e si tenevano in disparte, in particolare chiunque avesse conosciuto Sirius e
si sentiva in colpa per averlo giudicato colpevole, come la McGranitt. La donna
sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. La Sprout, accanto a lei, stava
mormorando parole di conforto. Harry si concentrò sulle sue labbra, cercando di
capire ciò che stava dicendo. Riuscì solo a riconoscere qualcosa del tipo ‘non
hai colpa’ e ‘tutti commettono errori’.
Piton era rigido
come una tavola di legno, pallido, forse più del solito, e fissava il vuoto con
espressione assorta. Harry fece una smorfia sapendo che l’uomo detestava
Sirius, ma non provava almeno un po’ compassione nei suoi confronti? Guardando
la furia gelida negli occhi del maestro di Pozioni, capì che la risposta era
no. Il suo odio per l’ultimo Black era troppo forte, e probabilmente avrebbe
preferito che marcisse ad Azkaban.
Raptor sembrava …
turbato. Harry stavolta si concesse un ghigno. Scommetteva che si stava
chiedendo chi fosse James Evans e come facesse a sapere della notte dei Potter,
rimasta un mistero per tutti tranne che per James, Lily, Sirius, Peter, e
Voldemort, ovviamente. Magari aveva persino paura, perché si sa: la gente ha
sempre paura di ciò che non conosce.
E poi c’era
Silente.
Harry aggrottò la
fronte. L’uomo sembrava … cercò di decifrare lo stato d’animo finché non trovò
il modo adatto per descriverlo. Curioso e compiaciuto. Che fosse solo felice
per la liberazione di Sirius? Poi vide il vecchio preside girare le pagine con
un’espressione molto soddisfatta, saltandone un paio. Ne contò sette saltate:
stava leggendo di James Evans, i suoi occhi esaminavano il foglio con aria
quasi morbosa.
La preoccupazione
si fece spazio in lui. Che sospettasse qualcosa? No, non era possibile.
Nell’ultima settimana non l’aveva mai guardato sospettoso.
Al tavolo dei Serpeverde,
tutti quanti erano confusi. Si guardavano intorno, non sapendo cosa pensare,
persi. Conoscevano tutti la famiglia Black di fama, ma nessuno poteva vantare
di saperne molto della storia di Sirius Black, perché scappato di casa a sedici
anni. Jeremiah Lestrange, invece, aveva un’espressione a metà tra il torvo e il
sollevato. Un momento! Sollevato? Perché il prefetto era sollevato per la
notizia? Per quanto ne sapeva, Bellatrix e Sirius si detestavano.
Infine, Harry si
voltò verso la persona la cui reazione temeva di più in assoluto.
Remus John Lupin.
Non aveva mai visto
Remus più pallido di quel momento, neanche prima di una luna piena. I suoi
occhi erano lucidi, ma non piangeva. Il suo sguardo era vacuo: stava fissando
l’articolo, senza però vederlo veramente. Il dolore si poteva leggere nei suoi
tratti, e anche il rimorso … e il senso di colpa. Sapeva che sarebbe stato ore
a infliggersi pene e a castigarsi in una specie di auto-depressione, ma non
poteva permetterlo. Doveva distrarlo, sollevargli il morale.
“Remus!” esclamò
Harry. Il licantropo non rispose, non l’aveva sentito, perso com’era nei suoi
dolorosi ricordi.
“Lunastorta!”
riprovò il giovane con più determinazione. Questa volta l’uomo alzò lo sguardo.
C’era un che di distante nei suoi occhi.
“Senti, ti devo
parlare, ma non qui,” gli sussurrò piano l’undicenne, guardandolo attentamente.
Lupin lo fissò per un momento, indeciso. Alla fine, arrotolò il giornale e si
alzò in piedi, senza però riposarlo sul tavolo. Anche Harry si alzò e lasciò la
Sala, seguito dal licantropo e dallo sguardo di tutti. Gli insegnanti sapevano
che Remus e Sirius erano stati amici, quindi li guardarono preoccupati, mentre
gli studenti, che avevano appena saputo che Black era il padrino del giovane
Potter, li osservarono curiosi.
Harry e Remus
camminarono per i corridoi in silenzio. Il primino avrebbe voluto portarlo al
settimo piano, mostrargli la Stanza delle Necessità, e raccontargli tutto. Ma
non poteva fare nessuna di quelle cose. Remus avrebbe potuto rivelare la posizione
della Stanza a Silente. Non che Harry non si fidasse di lui, ma il vecchio
preside era maledettamente bravo ad estorcere informazioni, e Harry non poteva
rischiare che sapesse di cosa si nascondeva al settimo piano. Non aveva il
timore che l’avrebbe utilizzata: se fosse stato per quello avrebbe detto lui
stesso al preside dove si trovava. Ma sarebbe venuto un giorno in cui la Stanza
sarebbe stata di vitale importanza per lui, e se Silente lo avesse beccato lì
dentro, allora la sua copertura sarebbe saltata. Avrebbe mandato a monte il suo
piano.
Così, lo portò fino
ad un aula in disuso. Non era certamente la stessa cosa, ma sarebbe bastata. La
finestra si affacciava sul Lago Nero e i terreni di Hogwarts; il sole era da
poco tramontato e il cielo era ancora tinto di azzurro chiaro, con sfumature
rosa e arancioni nel punto all’orizzonte dov’era calato. Non faceva freddo e
nel cielo si potevano solo intravedere delle occasionali nuvolette bianche. Una
volta dentro, Harry chiuse la porta a chiave. Avrebbe voluto mettere qualche
protezione, ma non ne conosceva nessuna. Doveva tornare alla biblioteca …
“Harry,” la voce di
Remus lo riscosse dai suoi pensieri. Si voltò verso il licantropo, notando il
viso contratto in una smorfia, “So che la notizia potrebbe averti sconvolto …”
cominciò. Harry sentì una fitta al cuore: tipico di Remus cercare di consolare
lui, mentre l’uomo stesso aveva bisogno di conforto.
Harry scosse la
testa e sorrise raggiante, “Più che sconvolto, sono al settimo cielo! Pensaci
Remus! Zio Felpato è libero! Non è un assassino come tutti credevano.
Forse potrò andare a vivere da lui! Non pensi a quanto sarà grandioso? Guarda
il lato positivo di questa storia: rivedrai il tuo migliore amico! Questo James
Evans dev’essere una forza. Se non avesse rivelato la verità, Sirius sarebbe
rimasto in quel posto per …” s’interruppe senza sapere come continuare.
Probabilmente per sempre, avrebbe detto, ma non voleva nemmeno solo pensarci.
Remus sembrava
completamente perso nei suoi pensieri, mentre si ripeteva in mente le parole
speranzose di Harry. Alla fine sorrise: Sirius era libero e Harry aveva
ragione. Quella era una buona notizia. Non aveva dimenticato il senso di colpa,
però. Avrebbe dovuto farsi perdonare dal suo amico per aver sospettato di lui,
ma come?
Dopo aver discusso
della situazione per circa un quarto d’ora, parlando di tutto quello che
avevano scoperto, Harry (contento di essere riuscito a risollevare il morale di
Lunastorta) decise di lasciarlo un po’ solo con i suoi pensieri, salutandolo e
invitandolo a tornare presto a fargli visita. Gli aveva parlato con tutta
l’innocenza di un undicenne, facendo ragionamenti semplici. Non voleva che
Remus sospettasse di lui.
Una volta che Harry
se ne fu andato, il licantropo tirò fuori la Gazzetta del Profeta che aveva
arrotolato in Sala Grande e continuò dal punto dalla quale si era interrotto.
Non diede nemmeno uno sguardo alla parte su Peter. Dopo aver fatto un po’ di
luce sul mistero della notte del 31 Ottombre 1981 leggendo le informazioni date
nelle pagine successive, il sollievo lo pervase.
Aggrottò
improvvisamente le sopracciglia e rilesse l’articolo una seconda volta per
accertarsi di aver letto bene. Strano che, nonostante avessero detto che Minus
era un animagus, non ci fosse niente sul motivo per la quale lo era
diventato. Sapeva che i giornalisti non si sarebbero fatti scrupoli a rivelare
la sua licantropia. L’unica risposta doveva essere che non lo sapevano. Ma
James Evans sapeva tutto sulla storia dei Malandrini, questo sembrava ovvio. Come
mai, allora, non aveva rivelato il suo Piccolo Problema Peloso?
Sfogliò le pagine
fino alle ulteriori informazioni sul misterioso ragazzo. Fu molto deludente, a
dir il vero. Il suo aspetto fisico non veniva descritto. Diceva solo che quando
ti guardava, non potevi fare a meno di rispettarlo. Non si sapeva niente sul
suo passato: c’era chiaramente riportato che un dipendente del Ministero,un
certo Frederic Elliot, dopo la rivelazione da parte del ragazzo, era corso agli
Archivi per trovare informazioni su di lui, solo per trovare il vuoto.
Remus si accorse
che l’articolo, più che far luce sul ragazzo, stava cercando di renderlo ancora
più misterioso. Ma lui voleva saperne di più. Intuì poi che era proprio quello
il punto: tenendo James Evans nell’ombra, il mondo magico sarebbe stato ancora
più ansioso di avere informazioni su di lui e avrebbe dato più importanza alle
sue rivelazioni.
Fu in quel momento
che Remus Lupin decise che avrebbe cercato James Evans. Doveva assolutamente
ringraziarlo per quello che aveva fatto per Sirius e per non aver rivelato il
segreto dei Malandrini.
Poco dopo, Remus
Lupin aveva lasciato il castello, decidendo che era il caso di dormirci sopra.
-
Quirinus Raptor era
nel suo ufficio e aveva un gran mal di testa. Il Suo Padrone era piuttosto
arrabbiato. No, più che arrabbiato, era furioso. La sua più grande disfatta,
fino a quel giorno un mistero, era stata rivelata, nero su bianco, sul giornale
più letto del Mondo Magico.
“M-Mio Signore,”
balbettò Raptor prendendosi la testa tra le mani. Dalla sua nuca si udì un
sibilo furioso.
“Che mi sai dire sulla
Pietra Filosofale? Progressi?” indagò una voce, fredda come il ghiaccio, che
avrebbe fatto venire i brividi a chiunque. Quirinus sicuramente ce li aveva.
“S-Sono salito al
terzo p-piano, M-Mio Signore, proprio questa mattina. M-Mentre tutti erano
o-occupati nella r-ricerca di P-Potter,” farfugliò il servitore, rabbrividendo.
“Non voglio i
dettagli! Dimmi ciò che sai,” ordinò ancora la voce. La stanza era vuota,
tranne che per il Professore, il cui turbante malandato era stato gettato sulla
cattedra.
“Gli insegnati
hanno messo m-molte precauzioni, Mio S-Signore,” Raptor deglutì, “La Pietra,
però, non è ancora stata trasferita al terzo piano. S-Significa che Silente ce
l’ha ancora con sé. Ma e-entro la fine d-delle vacanze Natalizie, Padrone,
s-sono sicuro che finalmente v-verrà riposta dove p-previsto.”
Un altro sibilo,
stavolta più compiaciuto, risuonò nella stanza. Quirinus rabbrividì.
“E dimmi …”
cominciò la voce carezzevole, “Cosa sai di … James Evans?” il nome fu
pronunciato con disprezzo, ma allo stesso tempo, curiosità.
“N-Non lo so, Mio
S-Signore. Non avevo m-mai sentito p-parlare di lui,” farfugliò Raptor
spaventato. Come si aspettava, una fitta di dolore alla testa contribuì alla sua
emicrania.
“Come fa a sapere?!
Come può aver scoperto di Minus?” tuonò la presenza, di nuovo adirata. La
tensione e la paura erano palpabili nell’aria. Raptor fece una smorfia di
terrore.
“Controllerò, M-Mio
Signore. Sono sicuro c-che Silente ne sappia qualcosa,” rispose il servitore.
Ci fu un breve silenzio, interrotto solo dal battito irregolare del Professore
di Difesa.
“Alla luce dei
recenti eventi,” riprese la voce, fredda e priva di emozioni. Senza pietà. “Ho
bisogno che tu faccia qualcosa per me.”
“C-Certo, Mio
Signore,” acconsentì subito Quirinus aggrottando la fronte, mentre il Suo
Padrone gli rivelava il suo piano attraverso le loro menti strettamente
collegate. Raptor sgranò gli occhi e poi si affrettò ad annuire.
“Stasera,” sibilò
la voce di Lord Voldemort divertita, “Sarà una notte da incubo qui ad
Hogwarts.”
La sua risata
glaciale risuonò per la stanza e per i corridoi del castello, raggelando
chiunque la sentisse, solo per poi essere scambiata per una folata di vento.
Il cielo, fino a
quel momento sereno, cominciò a scurirsi e grossi nuvoloni neri apparvero sopra
Hogwarts.
-
Un uomo anziano
dalla lunga barba bianca era seduto nel suo ufficio, con Fanny appartata di
fronte a lui, che lo guardava attentamente. Ogni tanto la fenice emetteva qualche
suono, inquieta. Era ormai buio fuori, ma nonostante l’ora sempre più tarda, il
vecchio preside non sembrava intenzionato ad andare a dormire. I vetri delle
finestre tremarono nell’attimo in cui un tuono rimbombò in lontananza. L’acqua
poi prese a scrosciare, violenta e incessante.
Ma Albus Silente
sembrò non notare l’improvviso e repentino cambiamento nel tempo. I suoi
pensieri erano rivolti altrove: James Evans aveva di nuovo fatto
un’apparizione, e questa volta, aveva portato con sé la rivelazione di uno
scandalo di enorme portata. Ora che il giovane aveva agito, Silente poteva
finalmente rimettersi sulle sue tracce.
Era come aveva
previsto. Qualcosa di grande, molto grande, stava per sconvolgere il Mondo
Magico, e quel giovane sembrava essere coinvolto in quella faccenda. Prima gli
era giunta la notizia che aveva stretto un’alleanza coi Goblin, poi che era
stato avvistato a Knocturn Alley, e adesso aveva letto di lui sul giornale. Ma
chi era quel ragazzo in realtà? Sulla Gazzetta non aveva trovato molte
informazioni.
Fanny emise un
altro verso, guardandosi intorno spaventato, mentre un altro tuono risuonava
distante.
“Che brutta
nottata,” mormorò il preside, ancora perso nei suoi pensieri, accarezzandosi la
barba,“Cosa c’è che non va?” chiese Albus gentilmente alla sua fenice notando
che si comportava in modo strano, passando una mano tra le sue piume e cercando
di rassicurarla, “Ti vedo inquieto, mio caro amico.”
Fanny emise un
gemito e camminò fino al proprio nido, scoppiando poi in fiamme.
Silente sospirò,
“Sarà che è il giorno del Falò.”
Tornò poi ai suoi
pensieri. Decidendo che doveva scoprire come facesse James Evans a sapere dell’innocenza
di Sirius Black, Albus Silente si alzò in piedi e si diresse verso il camino.
Poteva assentarsi da Hogwarts solo per una notte; la scuola era appena
ricominciata, non c’era pericolo.
Prese una manciata
di metropolvere e la lanciò al suo interno, urlando ‘Ufficio di Cornelius
Caramell’. E con quello, Albus Silente lasciò il castello, non sapendo di
averlo fatto nel momento meno opportuno possibile.
-
Nella Sala Comune
di Grifondoro, nonostante le lezioni il giorno seguente, tutti erano in piedi.
Erano ormai quasi le undici di sera, ma gli studenti sovraeccitati non avevano
sonno. Tutti quanti erano intenti a parlare tra di loro di ‘Sirius Black’,
persino quelli che, per loro sfortuna, dovevano completare i compiti. Il fuoco
scoppiettava allegro nel camino, come se potesse avvertire l’entusiasmo degli
studenti.
Fuori era ormai
buio pesto, ma non era questo a rendere quella notte inquietante.
Il vento soffiava
con forza inaudita, facendo tremare le finestre dell’antico castello e alcune
volte spaventandone gli abitanti. La temperatura, da tiepida e confortante che
era stata quel giorno, era scesa di diversi gradi, raggiungendo lo zero.
Dai terreni,
inoltre, provenivano diversi rumori sinistri. In lontananza si potevano
avvertire gli ululati di creature sconosciute persino ai maghi. Ogni tanto si
sarebbe sentito un tuono che avrebbe fatto tremare l’intera scuola, facendo
trasalire tutti. L’atmosfera era vagamente spettrale.
A contribuire poi c’era
pure un temporale coi fiocchi. Se qualcuno vi avesse prestato più attenzione,
si sarebbe reso conto che non era un comune temporale. Le nuvole nere
erano scure come l’inchiostro stesso e avevano assunto un colore innaturale. I
fulmini colpivano i terreni circostanti, creando enormi fossi, che con la
pioggia poi si riempivano di acqua e fango.
Ma, a causa del
nuovo pettegolezzo in voga, nessuno studente si era reso conto delle
terrificanti condizioni meteorologiche, impegnati com’erano a sparlare. I
Grifondoro chiacchieravano spensierati, incuranti del tempo.
I primini
purosangue stavano spiegando la storia dei Black ai nati babbani curiosi, che
non avevano ben capito i concetti come Azkaban, l’Incanto Fidelius, cosa fosse
un Custode Segreto, chi erano i Mangiamorte e chi fosse
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
“Mia mamma mi ha
detto che Tu-Sai-Chi aveva dei seguaci, si facevano chiamare con un nome da
paura: Mangiamorte …”
“Azkaban è una
prigione, la più temuta del Mondo Magico. Le guardie non sono umane! Ci credi?
Si chiamano D-Dissennatori e fanno venire la pelle d’oca! …”
I più grandi,
invece, dal quinto al settimo anno, stavano discutendo della situazione con
maggior serietà e con aria solenne. Persone come Percy Weasley commentavano
l’efficienza Ministeriale. Il prefetto era stato sentito mentre diceva frasi
del tipo ‘quando lavorerò al Ministero mi accerterò che errori del genere non
vengano commessi’ ai suoi compagni.
Solo uno studente
si era reso conto che c’era qualcosa di strano nella tempesta. Harry Potter si
sentiva inquieto. La sua cicatrice gli pizzicava ormai da un’ora e aveva uno
strano presentimento che non prometteva nulla di buono.
Verso la
mezzanotte, i più piccoli cominciarono ad andare a letto, stanchi. Gli unici
primini che rimasero, alla fine, furono Ron, lui, e Hermione. Il moro si teneva
la testa tra le mani, sentendo le tempie pulsare per via del ‘mal di testa da
cicatrice’, mentre cercava di ignorare le voci di Ron e Hermione che litigavano
per l’ennesima sciocchezza.
Fred e George, per
una volta senza Lee, che stava raccontando una qualche storia inventata dell’orrore
per spaventare dei ragazzini del secondo anno sfruttando il temporale, si
sedettero sul divanetto di fronte ai tre undicenne. Lanciarono a Harry
un’occhiata sospettosa, il quale cercò di evitare il loro sguardo. Sapeva cosa
volevano chiedergli.
“Harry,” cominciò
Fred, con tono stranamente serio. I gemelli non stavano scherzando, questo era
certo. Le loro espressioni erano piuttosto aperte, come ad incoraggiarlo a
parlare.
“Vorremmo chiederti
… cosa nei hai fatto di Cros- cioè, volevo dire Peter? Ci hai detto di averlo
dato a James Evans,” continuò George al posto del fratello.
“Puoi raccontarci del
vostro incontro in modo più … dettagliato?” chiese di nuovo il primo.
Ron e Hermione smisero
di battibeccare e diedero la loro completa attenzione alla conversazione. Ron
sembrava essere parecchio a disagio, considerando che il ratto aveva dormito
con lui, nel suo letto, cosa della quale si era lamentato con i suoi amici fino
a quel momento. Solo adesso si era ricordato, grazie all’intervento dei
gemelli, che Harry doveva aver incontrato il misterioso James Evans per avergli
dato Crosta. Hermione era altrettanto curiosa: non aveva mai prestato
attenzione al ratto di Ron, e non avrebbe mai immaginato che potesse
essere un ex-Mangiamorte.
Harry sospirò,
cercando di sembrare il più ingenuo possibile, “Vi ricordate che questa mattina
vi ho detto che avevo delle faccende da sbrigare?” quando tutti annuirono,
alcuni con una certa veemenza, proseguì, “Beh, la verità è che sono
sgattaiolato ad Hogsmeade.”
Lo guardarono
scioccati, spalancando gli occhi. “Vuoi dirci che avevi davvero lasciatola
scuola?” fece Hermione scandalizzata con la sua insopportabile voce da
so-tutto-io, pronta a fargli la predica. I gemelli invece ghignarono e Ron lo
guardò impressionato.
Harry scosse la
testa rapidamente, negando, e al contempo aumentando il dolore della sua ormai
prossima emicrania, “Non sono rimasto lì tutta la mattinata. Era la prima volta
che lo facevo: volevo solo dare un’occhiata al villaggio, ma non potevo
rischiare di essere visto. Stavo per rientrare, quando un ragazzo biondo mi è
venuto a sbattere contro. Avevo Crosta in tasca, e quando l’ho urtato, il ratto
è scivolato per terra. Il ragazzo lo ha fissato per un attimo prima di
chiedermelo. Io non ero sicuro se volevo Crosta o meno, ma visto che insisteva
tanto, alla fine ho ceduto. Io ho chiesto solo come si chiamasse, e lui ha
risposto ‘James Evans’. Non ha chiesto il mio nome, e se ne andato,” finì
Harry, sperando che bastasse. Notò le facce deluse dei suoi amici, che
ovviamente avevano sperato in qualcosa con più azione. Ma era meglio così: più
banale sembrava, e meno sospetti avrebbero avuto. E meno domande avrebbero
fatto.
“Ma allora cosa hai
fatto tutta la giornata? Abbiamo setacciato tutto il castello!” indagò Ron,
cercando di cambiare discorso. Ci riuscì, perché la sua domanda era la stessa
degli altri.
“Beh,” Harry si
guardò intorno freneticamente, cercando una scusa, “Sono stato tutto il tempo …
nel … passaggio al quarto piano,” inventò il moro su due piedi. Alzarono tutti
un sopracciglio.
“Stavo facendo
pratica con un paio di incantesimi che volevo insegnarvi,” si affrettò a
spiegare in direzione di Ron e Hermione, “Prima di spiegarveli devo impararli
io da solo,” questo avrebbe potuto spiegare come faceva a conoscere tutti
quegli incantesimi dopo solo una settimana, “E il tempo è volato. Poi sono venuto
a cercarvi, ma si è fatta ora di pranzo. Sono andato a mangiare nelle cucine e
quando ho notato il caos che si stava scatenando nei corridoi ho chiesto a
Percy cosa stesse succedendo. Mi ha detto che era giunto l’inizio
dell’Apocalisse,” continuò Harry, ora più convinto perché parte di quello che
stava dicendo era la verità. I gemelli scoppiarono a ridere, Ron ridacchiò ed
Hermione si concesse un sorriso, nonostante lo stesse ancora guardando severa.
“Comunque,” riprese
il giovane Potter stringendosi casualmente nelle spalle, “Ho notato che stavate
andando verso la Torre di Astronomia e vi ho preceduto.”
I fratelli Weasley
annuirono, ma Hermione non sembrava convinta, “Come facevi a sapere di tutte le
scuse che ci siamo inventati per coprirti? Sapevi esattamente cosa avevano
detto i gemelli, Lestrange, Susan e persino noi! Come hai fatto?” chiese la
ragazzina studiandolo attentamente.
Harry fece una
smorfia. Perché Hermione doveva essere così furba? “Beh …” Harry abbassò lo
sguardo, evidentemente a disagio. Sentiva lo sguardo dei suoi amici addosso.
“I-Io –“ cominciò
il moro, solo per essere interrotto dalla voce amplificata della McGranitt.
“A tutti gli
studenti Grifondoro. Prefetti, andate a chiamare chi è salito a dormire. Ho da
fare un annuncio della massima urgenza,” la voce della Professoressa era
ansiosa e la sua espressione tradiva il suo panico. Harry notò che nessuno
sembrò notare l’espressione, che guardando meglio era mascherata alla
perfezione. Che tutti quegli anni con la donna lo avessero aiutato a leggerla
meglio? Mah.
La voce della
Professoressa risuonò per la Sala Comune e tutti gli studenti balzarono in
piedi all’istante, ogni traccia di sonno svanita del tutto. Rimasero tutti in
silenzio, mentre i prefetti salivano di corsa nei dormitori per chiamare chi si
era già congedato.
I gemelli si
avvicinarono rapidamente a Lee, mentre Ron e Hermione guardavano Harry confusi.
Il viaggiatore temporale era altrettanto perso, ma il dolore alla testa era
peggiorato. Che stava succedendo? Perché la McGranitt li aveva fatti chiamare? La
Professoressa era estremamente pallida e Harry notò che le sue mani tremavano
leggermente.
Neville scese, o
più che altro inciampò, giù dal dormitorio e si avvicino a loro con occhi
spalancati. Indossava ancora il suo pigiama ed era spettinato; aveva gli occhi
gonfi di sonno, così come gli altri primini, i quali erano tutti frastornati.
“Che succede?”
domandò il ragazzo timido, guardandosi intorno spaventato. Tutti gli studenti
parlavano concitati tra loro.
“Non lo sappiamo.
La McGranitt è appena arrivata e sta facendo riunire l’intera Casa,” spiegò Ron
di getto, facendo spazio a Neville sul divanetto dov’era seduto.
“Ci siamo tutti?”
chiamò la Professoressa di Trasfigurazione con voce ancora amplificata. Senza
attendere una risposta, la donna cominciò a fare l’appello.
“Pensiate che sia
grave?” sussurrò Ron a Hermione, Harry e Neville, facendo attenzione a non
farsi sentire. La ragazzina annuì preoccupata.
“Senno perché
chiamarci tutti a quest’ora della notte? Dev’essere successo qualcosa!” mormorò
piano Mione, tenendo gli occhi fissi sulla McGranitt.
“Magari non è così
preoccupante come pensiamo,” interruppe il giovane Paciock. Gli sguardi di Ron,
Hermione e Neville corsero a Harry, attendendo una sua opinione riguardo la
faccenda.
Harry scosse la
testa con un sospiro, “Deve esserlo. Scommetto che gli altri Direttori sono già
andati nelle rispettive Case a fare lo stesso annuncio.”
I suoi amici parvero
solo più ansiosi. Harry sorrise rassicurante, nonostante il sorriso fosse falso
e tirato,“Ma per ora siamo al sicuro. Qui a scuola abbiamo Silente. Lui non
permetterà che ci succeda niente di male,” le sue parole calmarono ragazzini
all’istante. Harry lo trovò piuttosto strano: un attimo prima stavano andando
in panico, e quello dopo diceva loro che andava tutto bene e si calmavano. Erano
rassicurati dalle sue parole o solo dal fatto che lui non stesse mostrando timore?
“Bene,”
riprese la McGranitt, cercando di nascondere il tremolio nella sua voce,
richiamando l’attenzione. L’ennesimo tuono risuonò fuori, facendo sobbalzare molti.“Vi
ho riuniti qui perché c’è stato un malfunzionamento nelle barriere di Hogwarts.
Qualcosa che non siamo ancora riusciti ad identificare è entrato nel castello,” diverse persone trattennero il fiato
e alcuni studenti squittirono spaventati. Le ragazze emisero gridolini, “La
scuola verrà setacciata: nel frattempo, devo avvisarvi di non uscire da qui.
Rimanete nella vostra Sala Comune: è severamente
vietato uscire fino ad ulteriore avviso. Troverete le vostre colazioni
domattina nei vostri dormitori. Le lezioni, per il momento, sono cancellate – ”
Tutti quanti
cominciarono a mormorare allo stesso tempo, coprendo la voce della
Professoressa. La donna fu costretta a far uscire scintille rosse dalla sua bacchetta
per riportare la stanza all’ordine.
“È necessario
mantenere la calma, mi sono spiegata?” tutti annuirono, anche se molti si
scambiarono sguardi cupi. La McGranitt si portò la bacchetta alla gola ed
annullò l’incanto Sonorus.
“Professoressa.
Dov’è il Professor Silente?” chiese una ragazza del sesto anno, una certa Marie
Logan, che voleva sentirsi dire che tutto sarebbe andato bene e che Silente
avrebbe risolto la situazione al più presto.
La Professoressa di
Trasfigurazione perse ancora più colore. Esitò un attimo prima di dare piano,
in un mormorio appena udibile, la risposta che nessun Grifondoro si sarebbe
aspettato o avrebbe voluto sentire in quel momento.
“Non ne ho idea,
signorina Logan.” E con quello, la McGranitt lasciò la Sala Comune.
-
Erano le tre del
mattino e non un singolo individuo era ancora andato a dormire. In tutte le
Sale Comuni, gli studenti di ogni Casa si erano riuniti davanti al camino. La
temperatura era scesa ulteriormente, e su alcuni vetri si poteva addirittura
notare una sottile patina di ghiaccio, che non si scioglieva nonostante la
pioggia incessante.
La paura e l’ansia
non scemavano, ma almeno, le Serpi, i Tassi, e i Corvi stavano meglio dei
Grifoni: loro non erano stati avvertiti del fatto che il preside non fosse a
scuola mentre una creatura potenzialmente pericolosa si aggirava per i suoi corridoi,
e in più, Silente non sarebbe potuto ritornare finché la creatura non fosse
scomparsa.
Hogwarts aveva
attivato un suo meccanismo di difesa personale; avvertendo la presenza di
qualcosa di oscuro e poco umano nell’aria, le barriere che la proteggevano si
erano rafforzate, ma lo avevano fatto con qualche secondo di ritardo: tempo che
la creatura aveva utilizzato per sgusciare tra le sue mura prima che potesse
rimanere chiusa fuori. Tutti i camini erano inutili: gli studenti e i
professori erano tagliati fuori dal resto del mondo, senza alcun modo di
chiamare rinforzi o aiuto.
Gli insegnati perlustravano
i corridoi in coppie perché era troppo pericoloso girare da soli. La McGranitt
era in coppia con la Sprout, e Piton con Raptor. Il Maestro di Pozioni
continuava a guardarlo sospetto, ma Quirinus lo ignorava e faceva conversazione
balbettando aneddoti noiosi sui vampiri della Transilvania.
La furia del
temporale era aumentata e continuava a crescere. Il vento rasentava l’urlo straziato di qualcuno che chiedeva
aiuto. Nella Foresta Proibita, persino i centauri erano inquieti. Quell’estate,
poco prima della fine di Luglio, le stelle erano cambiate, insieme al futuro.
Quello che stava succedendo non era stato previsto.
Hagrid, il
guardiacaccia, era in difficoltà. Il vento scuoteva la sua capanna con forza e
non osava accendere un fuoco per ripararsi dal freddo, temendo che uno spiffero
troppo forte avrebbe fatto prender fuoco a casa sua. Infondo la sua capanna era
di legno. Ma poi, col temporale che riversava fuori, dubitava che le fiamme
sarebbero rimaste accese a lungo. Thor continuava a mugugnare ed a nascondersi
sotto una poltrona, spaventato.
Nella Sala Comune
dei Grifondoro, dove tutti erano svegli in attese di notizie sul ‘mostro’ che
era entrato nella scuola, Harry rifletteva. Era a Hogwarts da una settimana.
Possibile che i guai lo perseguitassero? Un altro pensiero, terribile, gli
venne in mente: durante il suo primo anno non era mai entrata una creatura nel
castello. Che fosse colpa sua? Che avesse scombussolato troppo il corso degli
eventi? Si ritrovò a chiedersi quali altre cose aveva inconsapevolmente
cambiato.
Un tuono fece
tremare il castello, ed improvvisamente, andò via la luce. Il fuoco nel camino,
che prima ardeva intensamente, si spense in mezzo secondo.
Non era un buon
segno: a Hogwarts non c’era l’elettricità. Come avevano fatto le luci a
spegnersi? Gli studenti cominciarono a gridare terrorizzati, facendosi prendere
dal panico, e si scatenò il pandemonio. Tutti correvano da tutte le parti,
scontrandosi contro i compagni, essendo rimasti al buio. L’unica luce rimasta
era quella della luna che filtrava in modo inquietante attraverso le finestre.
Harry afferrò Ron e
Hermione, e quest’ultima afferrò Neville. Rimasero in un angolino, lontani
dalla confusione. Non volevano perdersi tra la marea di Grifondoro. Un fulmine
saettò, vicinissimo ad una finestra, illuminando la stanza per un attimo,
mostrando ai quattro primini il caos che vi regnava: c’erano libri per terra
con pagine strappate da tutte le parti; alcune federe delle poltrone si erano
rotte, riversando le piume d’oca dappertutto.
Poi una folata di
vento, accompagnata dall’ennesimo tuono, sfondò tutte le finestre provocando un
rumore assordante. Le schegge volarono da tutte le parti, graffiando chiunque
si trovasse abbastanza vicino. Harry, Ron, Hermione e Neville si fiondarono
dietro un divanetto, usandolo come scudo, cavandosela con qualche graffietto.
Il vento, ora non più tenuto fuori dalle finestre, si fece spazio nella Sala
Comune, facendo rabbrividire i presenti. L’acqua del temporale entrò dentro,
bagnando i mobili e le persone.
I quattro primini
rimasero fermi, senza muoversi, nonostante il freddo e l’acqua che li stava
inzuppando, mentre i compagni di Casa si sgolavano e correvano verso i
dormitori. La urla si affievolirono fino a quando, quindici minuti dopo,piombò
il silenzio. Alzandosi da terra e guardandosi intorno, registrando il fatto che
la stanza era distrutta e ridotta a un cumulo di macerie, notarono che tutti
gli studenti si erano messi al riparo.
“Miseriaccia,”
mormorò Ron con occhi sgranati, notando le schegge di una sedia distrutta.
Aveva un graffio sulla guancia destra e i suoi vestiti erano sgualciti, ma per
il resto, a parte il fatto che fosse fradicio, stava bene.
Hermione annuì,
sentendosi mancare la voce, “O mio dio,” esalò. Lei si era solo beccata un
taglio sullo zigomo sinistro e sul polso destro.
“Andiamo,” fece
Harry con voce autoritaria, “Qui fa freddo e ci stiamo bagnando. Hermione, sali
con noi nel nostro dormitorio,” le consigliò. Ancora scossi, i suoi compagni lo
seguirono su per le scale verso la loro stanza senza replicare. Hermione non
disse niente nonostante fosse contro le regole.
Dentro trovarono
Dean e Seamus che balbettavano terrorizzati tra di loro, al buio, non avendo
più alcuna luce.
“Oh santissimo
Godric! C-Che sta succedendo? Non ho mai sentito di incidenti del genere
a Hogwarts!” stava dicendo Seamus. Notò Hermione con Harry, Ron, e Neville.
Corrugò la fronte, ma non disse niente al riguardo.
“Lumos,”
mormorarono Harry, Ron e Hermione all’unisono. La stanza si rischiarò e
posarono le loro bacchetta sui letti, in modo che illuminassero il dormitorio
in modo più o meno uniforme.
“Che vi è
successo?” domandò Seamus notando lo stato in cui erano ridotti, zuppi e
graffiati.
“Harry? Cosa
succede? Cos’è successo!? Eravamo qui dentro quando abbiamo sentito delle urla
dalla Sala Comune,” disse Dean guardandoli mentre si sedevano sul letto di
Harry.
“Eravamo giù quando
è successo,” cominciò Hermione per il moro, “Tutte le luci si sono spente
insieme e poi una folata di vento pazzesca ha sfondato le finestre,” spiegò.
Ron le diede
manforte, “È stato terrificante! Il vetro è volato dappertutto. Tutti hanno
cominciato a strillare e a correre da tutte le parti. Abbiamo dovuto utilizzare
un divano per proteggerci.”
Dean e Seamus si
unirono ai quattro ragazzini sul letto di Harry e tutti insieme formarono un
cerchio. In qualche modo, la sola presenza di Harry, ancora calmo e composta,
era in grado di rassicurarli tutti. Stranamente, finché restavano vicino a lui
si sentivano … al sicuro, protetti.
Rimasero in
silenzio per qualche minuto, solo guardandosi, finché il giovane Potter
sospirò, mentre il ‘mal di testa da cicatrice’ tornava a farsi sentire,
“Qualsiasi cosa sia entrata circa tre ore fa, gli insegnanti non l’hanno ancora
trovata, o ci avrebbero avvertito.”
Neville lo guardò
inorridito, “E se invece … se invece fosse successo qualcosa agli insegnati?”
chiese piano.
Harry rimase un
attimo incerto. Doveva accertarsi che tutti stessero bene, ma non poteva
utilizzare la Mappa davanti a Dean e Seamus, “Beh, io direi di andare a
dormire. Prima ci addormentiamo e prima ci sembrerà che questa storia avrà
fine,” affermò alzandosi in piedi.
I suoi compagni lo
guardarono sorpresi, “Andare a dormire? In una situazione del genere?!” fece
Ron, ma anche lui si alzò, imitato dagli altri.
Harry si strinse
nelle spalle, “Avete paura?” domandò divertito, cercando di far passare la
situazione per una sciocchezza e far credere che non c’era nulla da temere.
“Certo che no!” si
difese subito Dean piccato. Harry sorrise; classico orgoglio da Grifondoro.
“Bene, allora
perché non andare a dormire?” propose innocentemente. Esitarono tutti, ma alla
fine ognuno andò al proprio letto, lasciando da sola Hermione in piedi, che
arrossì imbarazzata. Ron e Neville si diressero verso il bagno per cambiarsi e
mettere qualcosa di asciutto.
“Ehm …” balbettò la
ragazzina, guardandosi intorno e realizzando solo in quel momento che si
trovava in un dormitorio maschile. Rimasero in silenzio per un paio di minuti,
mentre tutti si preparavano per dormire. Dopo circa cinque minuti, Ron e
Neville tornarono dal bagno in pigiama puliti.
Harry sorrise
smagliante, “Puoi dormire nel mio letto Mione,” mormorò mentre i suoi compagni
scivolavano sotto le coperte. Ron spense la sua bacchetta e la appoggiò sul suo
comodino.
Hermione scosse la
testa, diventando ancora più rossa, “C-Con te?” farfugliò a disagio.
Il giovane Potter
per poco non rise, “No, io non ne ho bisogno,” ed era la verità. Avrebbe potuto
benissimo non dormire quella notte, soprattutto con quello che stava succedendo.
Lei inarcò un
sopracciglio, “Ma allora dove dormi?” chiese guardandosi intorno. Afferrò la
sua bacchetta e quella di Harry e spense la propria, porgendo al ragazzo la
sua.
“Starò comodo anche
per terra,” il ragazzo si strinse nelle spalle e si stese su un tappeto
morbido. Non aveva intenzione di dormirci davvero, solo far finta.
“No! Dormo io per
terra, oppure torno nel mio dormitorio …” cominciò ad opporsi Hermione, sentendosi in colpa per aver
costretto Harry a cederle il suo letto.
Harry ridacchiò,
“No, va bene così. Va a letto,” decretò con un tono che diceva che il discorso
era chiuso.
Sentì la ragazza
sdraiarsi sotto le sue coperte, e poi mormorò ‘Nox’ per spegnere la bacchetta.
La stanza sprofondò nel buio, illuminata solo dalla luna. La pioggia batteva
ancora contro il vetro, provocando l’unico rumore udibile.
Harry attese
paziente, aspettando che si addormentassero. Ci vollero all’incirca trenta
minuti prima che il respiro dei suoi compagni diventasse profondo e regolare.
Dopo altri dieci minuti, si alzò in piedi e camminò silenziosamente fino al
proprio baule.
“Giuro
solennemente di non avere buone intenzioni,” sibilò piano nella lingua dei
serpenti. Il settimo compartimento si aprì e scese la rampa di scale, fino a
raggiungere il salottino accogliente. Era contento di aver fatto dormire i suoi
amici: avrebbero avuto bisogno di riposo. Era meglio che tormentarsi per tutta
la notte.
Si lasciò cadere su
una poltrona e tirò fuori la Mappa del Malandrino dalla tasca dei suoi
pantaloni.
“Giuro solennemente
di non avere buone intenzioni,” ripeté, stavolta in inglese, puntando la sua
bacchetta sulla pergamena bianca. Le linee di inchiostro corsero a disegnare le
mura del castello e Harry cominciò a controllare i suoi abitanti.
Tutte le Sale
Comuni erano vuote, mentre i dormitori erano pieni di studenti. I corridoi erano
deserti, persino Gazza era nel suo ufficio. I fantasmi, apparentemente,
stavano aiutando i professori a pattugliare i corridoi, non potendo morire
anche in caso avessero incontrato il ‘mostro’.
La McGranitt era
con la Sprout al sesto piano, la professoressa Sinistra era con la
professoressa Vector al pian terreno, la Cooman era rinchiusa nella sua torre
da sola (Harry dubitava che sarebbe stata d’aiuto in caso di attacco), la
professoressa Burbage era con Vitious al terzo piano, e infine, c’erano Piton e
Raptor, nella Torre di Astronomia.
Harry notò qualcosa
di particolare. Mentre tutti quanti i puntini della Mappa erano neri, ce n’era
uno che era rosso, nella … Sala Grande? Confuso, il ragazzo si chiese perché
fosse rosso. Un’orrenda verità si fece spazio dentro di lui: quel puntino rosso
non doveva essere umano. Era il mostro.
“Oh Merlino,”
sussurrò a sé stesso. Che fare? E se avesse fatto del male a uno dei
professori? Ma non era pronto, o almeno, non si sentiva pronto per affrontare
qualsiasi cosa fosse. E se avesse avvertito tutti gli insegnanti? Le loro forze
congiunte sarebbero bastate?
Rimase immobile,
pensando e ripensando a quello che avrebbe dovuto fare. Non poteva affrontare
il mostro da solo: sarebbe stato troppo sospetto e la sua copertura sarebbe
saltata. Non poteva nemmeno avvertire gli insegnanti direttamente: gli
avrebbero fatto troppe domande. Improvvisamente, gli venne in mente una
soluzione per entrambe le cose. Non avrebbe affrontato il mostro da solo. Lo
avrebbe fatto con le uniche persone alla quale aveva giurato che un giorno
avrebbe detto la verità, che non gli avrebbero chiesto spiegazioni sulla sua
conoscenza.
“Fatto il
misfatto,” mormorò disincantando la Mappa. Erano le quattro del mattino.
Alzandosi in piedi, Harry corse verso le scale ed uscì dal suo baule,
ritrovandosi nel suo dormitorio immerso nel buio. Si avvicinò rapido al letto
di Ron e cominciò a scuoterlo.
“Ron,” sibilò
piano, cercando di non svegliare nessun altro. Il rosso si voltò nella sua
direzione ed aprì un occhio. Notando l’espressione eccitata di Harry, si
affrettò ad aprire anche l’altro occhio.
“Harry? Che
succede?” mugugnò passandosi una mano sugli occhi.
“Il mostro,”
rispose Harry con naturalezza. Ron spalancò gli occhi e si portò a sedere, per
poi affrettarsi ad alzarsi in piedi. Nella fretta inciampò nelle coperte e finì
con la faccia spiaccicata sul pavimento.
Hermione si svegliò
a causa del rumore e si guardò intorno frastornata, non riconoscendo il suo
dormitorio. I ricordi di quella notte la investirono ed arrossì di botto. Era
nel letto di Harry. Voltandosi verso destra, notò un ombra intenta ad aiutare
una figura ad alzarsi in piedi da terra. Afferrò immediatamente la sua
bacchetta.
“Lumos,” sussurrò e
la punta illuminò i volti di Harry e Ron, che si portarono una mano davanti al
viso per coprirsi dalla luce intensa.
“Cavolo, Mione,
spegni quell’affare prima che ci accechi,” sbottò Ron strizzando gli occhi. Lei
lo fece e li guardò confusa.
“Che succede?”
chiese preoccupata. Ron, scontroso perché non aveva dormito molto e per il
brusco risveglio, scoccò un’occhiata irritata a Harry.
“È quello che mi
chiedo anch’io,” Ron inarcò un sopracciglio in direzione del moro.
Harry si morse un
labbro, “Ho utilizzato la Mappa. Tutti i professori stanno bene,” Ron e Hermione
trassero un sospiro di sollievo, “Ma non è l’unica cosa che ho visto … ho
individuato anche il mostro.”
Le espressioni dei
suoi amici passarono dal sollievo al terrorizzato, “D-Dov’è?” mormorò Hermione
con voce tremante.
“Nella Sala
Grande,” replicò Harry stringendosi nelle spalle con fare noncurante.
“E allora cosa si
fa? Lo andiamo a dire agli insegnanti?” propose Ron, ogni traccia di sonno
scomparsa, gli occhi sgranati.
Harry scosse la
testa, “No.”
Hermione spalancò
gli occhi, “Come sarebbe a dire ‘no’?!? C’è un mostro a piede libero per Hogwarts
e tu lo vorresti lasciare in pace?” la sua voce si stava facendo sempre più
acuta e rischiava di svegliare gli altri.
“Shh,” la zittì
Harry con sguardo ammonitore, facendo un cenno in direzione dei compagni dormienti,
“Non intendevo questo. Solo che non possiamo dire niente agli insegnanti: non
posso rivelare l’esistenza della Mappa, ti pare? Pensavo –“
“Non rivelare
l’esistenza della Mappa?!” urlò Hermione interrompendolo. Dean e Seamus
mugugnarono qualcosa nel sonno, ma per fortuna non si svegliarono. La ragazzina
continuò a voce più bassa, “Non ho detto niente alla McGranitt di quella
dannata Mappa perché serviva solo per andare nelle cucine o in caso di bisogno.
Adesso però parliamo di cose serie: gli insegnanti devono sapere del
mostro!” cercò di fargli capire.
“Mione ha ragione,
amico,” la difese Ron, “La cosa è seria. Qualcuno si potrebbe fare male.”
“C’è
un’alternativa,” si oppose Harry quasi disperato, “Possiamo sempre … occuparci
noi del mostro.”
Silenzio. Hermione
e Ron lo guardavano come se avesse due teste.
“Stai … stai
scherzando, spero,” disse Hermione sotto shock. Rise nervosamente, “Non stai
dicendo sul serio, Harry! Siamo qui da una settimana. Cosa
possiamo fare contro un mostro?”
Ron stava battendo
le palpebre, guardandolo in attesa di una risposta, sconvolto dalla proposta.
“Qualsiasi cosa sia
il mostro, possiamo batterlo. Andiamo! Dov’è il vostro coraggio da Grifondoro?”
chiese Harry sorridendo. Le orecchie di Ron si fecero scarlatte e il rosso
cominciò ad annuire deciso.
“Ronald! No! non ci
pensare nemmeno! Non possiamo infrangere altre regole! Adesso andiamo dalla
McGranitt a dirle dove si trova il mostro e –“ cominciò Hermione in tono
pratico.
“Vorrei farti
notare,” la interruppe Harry, “Che, tecnicamente, lasciare la Torre di
Grifondoro per andare dagli insegnanti è già infrangere le regole, considerando
il fatto che è vietato uscire da qui,” disse trionfante, “Ma se battiamo
il mostro, gli insegnanti chiuderanno un occhi,” affermò. Ron stava annuendo sempre
più convinto. Hermione stava cercando disperatamente un modo per tirarsene
fuori e trascinare con sé i suoi amici.
“Come facciamo a
sconfiggere una creatura del genere? Conosciamo solo il Wingardium Leviosa
e l’Expelliarmus!” si oppose risoluta.
Harry si strinse
nelle spalle, “Quei due incantesimi sono più utili di quanto pensi. Magari
prova ad utilizzare l’Immobilus. Ma se non vuoi venire, non sarò certo
io a costringerti,” il moro si voltò e cominciò a dirigersi verso la porta.
“Vengo con te.”
Harry si voltò
sorpreso, ritrovandosi di fronte a Neville, non più in pigiama, con bacchetta
in mano e un espressione determinata sul volto. Il giovane Potter non si era
neanche accorto che durante il suo battibecco con Hermione, Neville si era svegliato
e si era cambiato.
Sorrise, “Se vuoi
venire, io non te lo posso impedire,” dentro di sé sentiva qualcosa di simile
all’orgoglio. Dopo solo una settimana, Neville già si comportava da vero
Grifondoro. Ron li affiancò e poi tutte e tre i ragazzi si voltarono verso
Hermione, che li guardava furiosa.
Sbuffò esasperata,
“E va bene, vengo. Ma solo per accertarmi che non facciate qualcosa di
stupido!” aggiunse. I tre primini ghignarono e lasciarono il dormitorio,
seguiti a ruota da un’ Hermione fumante.
-
Draco Malfoy era
nel suo dormitorio, sdraiato sul suo letto, e fissava il soffitto con mente
assente. Quella notte non riusciva proprio a dormire. Non solo aveva troppi
pensieri per la testa, ma in aggiunta c’era un mostro in giro. Il Professor
Piton non aveva dato troppe spiegazioni e a lui non importava gran che.
I suoi pensieri
erano tutti rivolti a Potter.
Era così ingiusto!
Tutti adoravano Potter, tutti volevano stare con Potter. Potter di qua, Potter
di là. Tutti stravedevano per Potter. Il cocco dei Professori e del Preside.
Per non parlare della sua popolarità tra gli studenti.
Ma non era la fama
che gli invidiava.
Più che altro era
il fatto che nonostante non avesse genitori, nonostante avesse vissuto tra
Babbani, lontano dal suo mondo così a lungo, Potter era felice. Aveva degli
amici che tenevano davvero a lui, amici che gli erano leali. E lui questo
glielo invidiava.
Tra Serpeverde non
esisteva la lealtà. Ognuno stava per conto suo e avrebbe volentieri lasciato
indietro i propri compagni per salvarsi l’osso del collo. Sapeva che se mai un
giorno avesse avuto bisogno di qualcuno su cui contare, tra le Serpi non ci
sarebbe stato nessuno a dargli supporto.
Ma Potter non era
una Serpe. Potter era un Grifondoro, coraggioso e leale, per giunta. Harry Potter
gli aveva offerto la sua sincera amicizia e lui, Draco Malfoy, l’aveva
rifiutata. Aveva rinunciato all’opportunità di avere un vero amico.
Ma suo padre gli
aveva detto di non fidarsi di Potter, che era colpa del moro se il potere dei
Malfoy si era indebolito, se il loro Signore era stato sconfitto proprio quando
era stato sul punto di conquistare il mondo.
Okay, detto così il
Signore Oscuro sembrava un pazzo nevrotico con manie di grandezza. Ma non era
quello il punto! Il punto era che suo padre aveva ragione, suo padre aveva
sempre ragione.
La voce di Potter
gli tornò prepotentemente alle orecchie.
Non me ne frega di
cosa pensa tuo padre, io voglio sapere cosa ne pensi tu.
Così gli aveva detto la prima volta che si erano incontrati, a Diagon Alley. Stupidi ricordi …
Draco lo
osservò,“Perché fai questo?” chiese in un sussurro.
“Perché voglio vedere
chi sei tu veramente, senza l’influenza di tuo padre,” replicò Harry
tranquillo.
“Hai qualcosa contro
mio padre?” sussurrò Malfoy, freddo e sulla difensiva, dopo diversi attimi di
silenzio.
“No, ma voglio cercare
di essere amico tuo, non di tuo padre. Senno lo avrei chiesto a lui.”
Era quello che gli
aveva detto sul treno. Gli aveva detto che voleva essere suo amico, senza
l’influenza di suo padre. Ma lui era come suo padre, glielo dicevano tutti, e
lui ne era sempre stato fiero.
Per la prima volta
si chiese se invece aveva sbagliato ad esserlo.
-
“Ricordatevi del
piano,” sussurrò Harry ai suoi compagni.
Dopo essere usciti
dalla Torre di Grifondoro e aver dato uno sguardo alla Mappa, erano scesi fino
al pian terreno, dove si trovava la Sala Grande. Fortunatamente, le
professoresse Vector e Sinistra avevano già completato la loro pattuglia,
ignorando la Sala, ed erano salite al terzo piano.
I quattro ragazzini
erano attualmente nascosti dietro l’angolo, sentendosi fortunati perché Gazza
non sarebbe passato per i corridoi quella sera. Avevano solo una creatura non
ben definita di cui occuparsi al posto del guardiano.
Ron, Hermione e
Neville annuirono alle sue parole; avevano ideato un piano, tutti insieme, cosa
che aveva sorpreso il moro. Da Hermione si era aspettato dell’aiuto, certo, ma
non dagli altri due. L’astuzia di Ron negli scacchi era innegabile, e in quel
momento, proprio prima di affrontare un mostro senza la ben che minima idea di
come fare, la mente stratega di Ron si era improvvisamente illuminata, forse
per la prima volta in vita sua. E poi c’era Neville. Il ragazzino rotondo era
piuttosto bravo quando si impegnava. Forse era solo l’adrenalina: i tre
undicenni non si erano mai trovati in situazioni pericolose. Harry invece sì, e
per una volta ne era contento. Proprio quell’estate aveva passato il tempo
pensando a come rafforzare la loro amicizia, e adesso eccoli, pronti ad
affrontare qualcosa di ignoto dopo aver ideato un piano coi fiocchi.
In quei dieci
minuti scarsi che avevano avuto, Harry aveva spiegato loro la teoria dell’Immobilus
e dell’Incarceramus. Ma solo la teoria: le possibilità che sarebbero
riusciti ad usarli in un combattimento erano pressappoco nulle.
Harry diede il
segnale e cominciarono a camminare lentamente verso il portone. Lui e Ron si
fermarono davanti ad esso, mentre Hermione e Neville svoltarono a sinistra e
scomparvero dalla loro vista. Ron fece un respiro profondo per calmarsi e poi
guardò il giovane Potter.
“Pronto?” chiese
Harry, talmente piano che il rosso per poco non lo sentì. Il moro poi chiuse
gli occhi, sentendo l’adrenalina montare dentro di lui. Cercò di aprire le
porte che conducevano alla Sala, e trovandole chiuse usò l’Alohomora.
Quando neanche quello funzionò, alzò la bacchetta e la puntò verso il portone facendo
qualche passo indietro, imitato da Ron.
“Bombarda Maxima!”
urlò Harry.
L’esplosione che ne
derivò fu devastante. Le grosse ante delle porte esplosero verso l’interno
della Sala, e qualcosa dal suo interno urlò. Harry e Ron si precipitarono
dentro, attraversando la polvere e gli ammassi di cemento staccati dalla parete
derivati dal Bombarda di corsa, con le bacchette sguainate.
Appena la polvere
cominciò a disperdersi, la identità del mostro venne loro rivelata.
Spalancarono gli occhi, sotto shock. Harry deglutì; aveva sottovalutato la
situazione. Si era aspettato un Troll di Montagna o anche un’Acrumantula. Ma
non questo.
In piedi in mezzo
alla Sala, c’era una giovane donna di circa vent’anni.
I suoi tratti erano
delicati, e la sua carnagione era pallidissima. I capelli lisci erano di un
biondo così chiaro che sembravano quasi bianchi, e gli occhi erano color
ghiaccio. La sua bellezza era a dir poco mozzafiato. Pareva fragilissima e
istintivamente, Ron e Harry abbassarono le loro bacchette. Indossava un vestito
bianco corto, aderente, che le fasciava il corpo snello. Il busto sembrava
molto resistente, come una corazza. Portava degli stivali alti fino a metà polpaccio
e teneva le mani congiunte dietro la schiena, come una bambina che voleva
nascondere una sorpresa. Harry e Ron cominciarono a guardarla con espressione
ebete.
Lei li guardò, e
poi sorrise. Fu solo vedendo il sorriso che Harry si risvegliò dallo stato di
trance in cui era caduto. Il sorriso era freddo, privo di emozioni. In quel
momento notò i suoi occhi, duri e crudeli. Trasalendo, si rese conto che la
donna davanti a sé non batteva neanche le palpebre.
Strattonò Ron con
un braccio per riguadagnare la sua attenzione, con il cuore che gli batteva
all’impazzata per la paura. Quella giovane vent’enne non era umana, ne era
sicuro. Era lei il mostro, la creatura che era entrata facendo scattare i
meccanismi di difesa del castello.
Ron si pulì la bava
e lo guardò interrogativo. Harry stava per spiegargli la situazione, ma la
donna non glielo permise. Mostrò quello che aveva tenuto dietro la schiena fino
a quel momento e Harry sbiancò. Era una spada, una molto lunga e molto
affilata. E Harry non sapeva duellare combattendo corpo a corpo.
Con una mossa
fulminea, la donna arrivò di fronte a loro, sovrastandoli, con lo stesso
sorriso crudele stampato in faccia. Alzò la spada e sferrò un affondo, proprio
tra Harry e Ron, che dovettero balzare di lato per evitare di essere colpiti,
venendo separati. La lama si scontro col pavimento, spezzando in due una
piastra di marmo.
Harry indietreggiò e rialzò la bacchetta cauto,
imitato da Ron, che sembrava terrificato.
La donna rise
freddamente e si voltò verso Harry, senza però dare le spalle a Ron.
Probabilmente considerava il moro una minaccia più grande del rosso. La sua
lama sferzò l’aria e il giovane Potter dovette indietreggiare non di poco per
evitare la traiettoria del colpo.
“Expelliarmus!”
gridò Ron puntandolo verso la creatura.
La donna fece un
passo di lato e l’incantesimo la evitò, centrando Harry in pieno. La bacchetta
volò via dalla mano del primino mentre lui faceva un volo di diversi metri,
atterrando con un tonfo. Ron spalancò gli occhi mortificato, “Scusa amico!”
Harry si rimise in
piedi massaggiandosi la testa, “Ouch.” Era andato a cozzare con la testa contro
uno dei blocchi di cemento sparsi per terra e si fatto un brutto taglio, che
adesso sanguinava. E per giunta era disarmato. Il pavimento era così pieno di
schegge di legno, polvere, e cocci di pietra che non riusciva a trovare la sua
bacchetta.
La donna si
avvicinò a lui con la spada in mano, mentre l’aria nella Sala sembrava farsi
gelida. Un tuono risuonò poco lontano. Harry schivò un altro colpo prima di
distanziarsi dalla creatura, ritrovandosi però con le spalle al muro.
Ron alzò la
bacchetta, ma aveva paura di colpire Harry di nuovo. Il ‘mostro’, perché ormai
si era capito che non era assolutamente umana, si portò davanti al giovane
Potter un’ultima volta. Ron deglutì e si guardò intorno freneticamente, Ma
quando arrivano Hermione e Neville? si chiese. Individuò un grosso blocco
di pietra ed agì d’istinto, proprio mentre la donna rialzava la spada per
colpire il suo amico.
“Wingardium
Leviosa,” sussurrò pianissimo. Il blocco si sollevò da terra e il più
rapidamente possibile, lo fece volare sopra la creatura e glielo fece cadere in
testa. La donna barcollò, la spada le cadde di mano, ma rimase comunque in
piedi. Harry approfittò del momento per sferrarle un calcio nello stomaco,
facendola piegare in due e gemere. Poi corse verso Ron, sorridendo raggiante e
riconoscente.
“Ti devo un
favore,” mormorò, tornando a fronteggiare la creatura.
“Non dirlo neanche
per scherzo,” replicò Ron con tono noncurante, ma stringendosi nelle spalle con
un’espressione orgogliosa.
Adesso la donna
sembrava proprio incazzata nera. Riprese la spada e si precipitò da loro,
seriamente intenzionata a riportare danni gravi. Harry e Ron saltarono sui
tavoli della Sala, rispettivamente quelli di Tassorosso e Corvonero, correndoci
sopra e calciando posate e piatti per farsi strada.
Lei però era
veloce, molto veloce, e si mise davanti a Ron, interrompendo la corsa del
rosso. Gli diede un pugno, sorprendentemente forte, e Ron cadde all’indietro,
scivolando giù dal tavolo, frastornato. Harry andò in panico: aveva bisogno
della bacchetta. La individuò a due tavoli di distanza, tra i cumuli di
macerie, e fece l’unica cosa che gli venne in mente, sentendo l’adrenalina
scorrere nelle sue vene.
Allungò il braccio
ed gridò, “Accio bacchetta!” Sorprendentemente, la bacchetta con la
piuma di fenice si sollevò da terra e in pochi attimi fu tra le sue mani. Non
ebbe neanche il tempo di meravigliarsi per il fatto che aveva compiuto una
magia senza di essa, che la puntò verso la bionda che era sul punto di scendere
dal tavolo e ferire Ron.
“Stupeficium!”
urlò, prendendo la mira in pochi attimi, con una precisione acquisita negli
anni. Lo schiantesimo la colpì e cadde dall’altra parte del tavolo. Harry corse
da Ron e gli porse la mano, aiutandolo a rimettersi in piedi. Solo in quel
momento notò il taglio sulla gamba del rosso che sanguinava copiosamente.
“Wow,” fece Ron guardando
la donna priva di sensi e facendo una smorfia di dolore “Quello me lo devi
insegnare,” affermò riferendosi all’incantesimo.
“Che cosa pensi che
sia?” chiese Harry intrigato riferendosi alla donna, per poi occuparsi della
ferita di Ron, “Epismendo,” sussurrò, fermando la perdita di sangue, “Tergeo,”
il sangue in eccesso venne ripulito, “Ferula,” delle candide bende
bianche fasciarono il punto leso.
Ron lo guardò
scioccato, “Non ho idea di cosa sia,” rispose, “Ma da quando sai curare una
ferita?”
Harry scrollò le
spalle, “Conosco solo un paio di incantesimi base che è meglio conoscere in
casi di pericolo,” replicò con nonchalance.
Ron ridacchiò,
facendo un gesto in direzione della donna e della distruzione nella Sala, “In
casi come questo?”
Harry sorrise,
“Esattamente. Ve li insegnerò appena avrò finito di spiegarvi l’Incantesimo Scudo.”
Sospirarono di
sollievo e poi Ron adocchiò la bacchetta del moro, “Ma non te l’avevo fatta
volare via?”
Harry esitò,
incerto se dire la verità o meno. Probabilmente Ron già era scioccato per via
dei incantesimi che aveva usato, quindi sarebbe stato meglio andare per gradi,
“L’ho recuperata,” si limitò a dire. Ron accantonò la faccenda.
Un urlo squarciò
l’aria, facendo venire i brividi ai due primini, che si raddrizzarono
all’istante, spaventati.
Alzando lo sguardo,
si ritrovarono faccia a faccia con la donna, ora sveglia, che li guardava
furiosi. La creatura dava le spalle al tavolo degli insegnati, fronteggiandoli.
Li attaccò e questa volta Harry non fu abbastanza veloce da schivare il colpo.
La lama gli provocò un taglio sul braccio, fortunatamente non troppo profondo,
ma non per questo meno doloroso.
Stava per
aggredirli di nuovo, quando Ron sorrise e una voce, da dietro le spalle della
donna e quindi dal tavolo degli insegnanti, glielo impedì.
“Incarceramus!”
La donna si ritrovò
per terra, legata da dalle corde doppie e resistenti, incapace di muoversi.
Neville e Hermione erano arrivati, e sorprendentemente, era stato Neville a
colpire la creatura.
I due ragazzini
corsero in direzione del moro e del rosso, “State bene?” domandò Mione
preoccupata, mentre i suoi occhi si posavano sul braccio ferito di Harry e la
ferita fasciata di Ron.
Si scambiarono
un’occhiata ed entrambi ghignarono, “Mai stati meglio,” affermarono
all’unisono. Hermione scosse la testa mormorando ‘uomini’.
Neville si chinò
sulla donna ancora legata e le tolse la spada di mano prima che potesse usarla
per liberarsi, “Wow, è lei il mostro?” chiese scioccato. Lei lo guardò male.
Hermione adocchiò
la bionda e spalancò gli occhi sotto shock, “Oh Merlino!!!” urlò facendo un
passo indietro.
Ron alzò un
sopracciglio, “Che c’è?”
La ragazzina scosse
la testa ammirata, “Non riesco a credere che siate ancora vivi! Quella è una
Valchiria!”
Alle occhiate
perplesse dei ragazzi, si affrettò ad elaborare, “Pensavo fossero solo una
leggenda. Le Valchirie sono le figlie del Dio Odino e fanno parte della
mitologia norrena. Sono le Vergini Guerriere, le Regine dei Ghiacci,
praticamente imbattibili. Sono esperte nell’arte del combattimento!
Naturalmente non è umana, ma come ha fatto ad entrare nella scuola?”
Harry aveva una
mezza idea, mentre Neville e Ron sembravano persi. Il moro si avvicinò alla
Guerriera.
“Ti ha fatto
entrare qualcuno, vero?” chiese piano. I suoi amici sussultarono sorpresi.
La Valchiria
sorrise senza calore, “Sei un ragazzino sveglio,” affermò. Sgranarono tutti gli
occhi. La voce della dea era chiara e cristallina, ma ogni sua parola sembrava
essere pronunciata tre persone in
contemporanea, come se avesse tre voci diverse.
Harry annuì: aveva
confermato i suoi sospetti. Alzò la bacchetta, “Hai già creato abbastanza
panico questa notte, è meglio se torni nella tua terra nativa. Dobbiamo farti
uscire dal castello, o le protezioni non si annulleranno e Silente non potrà
tornare per calmare le acque,” spiegò calmo, ma con voce determinata e decise,
da leader. Ron, Hermione e Neville annuirono d’accordo con lui.
“Inoltre,”
s’intromise Hermione, “Penso sia meglio che i professori non sappiano di ciò
che è successo qui,” si guardò intorno, sembrando solo in quel momento notare
la distruzione portata dal combattimento.
Neville fece un
cenno d’assenso, “Harry e io possiamo portare la Valchiria fuori di qui, mentre
tu e Ron potete mettere a posto. Se i Professori arrivano, allora uscite dalla
stanzetta dalla quale siamo entrati,” disse indicando col capo la piccola
stanza vicino il tavolo degli insegnanti dalla quale avevano fatto il loro
ingresso.
Annuirono tutti e
Harry tirò fuori la Mappa del Malandrino, “Giuro solennemente di non avere
buone intenzioni,” pronunciò. Il moro non sapeva assolutamente come, ma
nonostante tutto il trambusto che avevano causato, nessun insegnante li aveva
sentiti. La McGranitt e la Sprout erano al secondo piano, la Cooman ancora
rinchiusa nella sua torre, la Vector e la Sinistra erano al quarto piano,
Vitious e Burbage al settimo e Raptor e Piton … stavano correndo verso la Sala
Grande!
Harry spalancò gli
occhi, “Stanno venendo! Presto!” iniziarono tutti a correre verso la stanzetta
accanto al tavolo degli insegnanti, quasi scordandosi della Valchiria.
Harry diede un’occhiata
in giro e con un rapido Wingardium Leviosa rimise tutte le posate cadute sui
tavoli, riparando quelle rotte. Ripulì il più possibile, finché l’unica traccia
di battaglia era vicino alle porte, dove pietre, polvere e schegge di legno
indicavano un’irruzione.
“Mobilicorpus,”
mormorò poi Harry, sollevando in aria e facendo fluttuare la donna dietro di
lui. Entrò nella stanzetta con la dea e Ron chiuse la porta alle sue spalle.
Hermione e Neville lo guardavano con ammirazione.
“Hai ripulito quasi
tutto, e non conosco quell’incantesimo,” fece Mione impressionata, guardando la
Vergine Guerriera sospesa per aria. Harry si strinse nelle spalle.
“Ho soltanto usato
qualche Wingardium Leviosa e Reparo. L’incantesimo si chiama Mobilicorpus.
È simile all’incantesimi di levitazione, solo che è più potente e io lo
preferisco,” si limitò a spiegare, “Vi insegnerò moltissimi incantesimi appena
potrò ma ora …” si portò un dito alle labbra, facendo cenno di non fare rumore.
Annuirono e trattennero il fiato quando sentirono i due professori entrare di
corsa nella Sala.
Piton osservò la
stanza, percependo subito tracce di magia, “Qui è successo qualcosa,” constatò,
osservando quello che rimaneva del portone di legno. I suoi occhi esaminarono
le tavole, non trovando altro di compromettente.
Raptor si finse
spaventato, “P-Pensi che il m-mostro sia s-stato qui?” balbettò.
“Ovviamente,”
replicò Severus con voce atona, “E non ha ancora lasciato la scuola, dato che
le barriere protettive sono ancora in stato di allerta.”
Raptor trasalì, “Oh
c-cielo!”
Lo sguardo gelido
di Piton si posò sulla porta della stanzetta accanto al tavolo degli insegnati
e cominciò ad avvicinarsi.
I primini
trattennero il fiato.
“Da questa parte,”
sussurrò sbrigativo Neville, indicando il passaggio che lui e Hermione avevano
utilizzato per entrare lì dentro prima. Gli insegnati non ne sapevano niente,
ed era solo stato grazie all’aiuto della Mappa se avevano scoperto che c’era
un’entrata secondaria. Tirando giù una delle lanterne, compariva un piccolo
passaggio stretto il cui ingresso scompariva dopo pochi secondi.
Hermione e Ron
s’infilarono nello spazietto che conduceva fuori da lì, seguiti da Neville.
Harry si affrettò a far entrare la Valchiria, che lo guardò male ma non disse
niente. Poi entrò lui; non ebbe nemmeno fatto quattro passi che dietro di lui
il muro tornò, impedendogli di fare retromarcia e chiudendo il passaggio.
Quando Severus
Piton entrò nella stanzetta, seguito da un balbettante Raptor, i due professori
la trovarono vuota.
-
Essendo la scuola
chiusa, e tutti i portoni sigillati a causa delle barriere protettive, i
quattro ragazzini corsero fino al primo piano ed utilizzarono lo stesso
passaggio che avevano utilizzato due notti prima per far uscire la Valchiria.
Una volta fuori sui terreni, esitarono prima di liberarla.
“Se ti liberiamo ci
farai del male?” chiese Ron, con la gamba che ancora gli procurava fitte ogni
tanto.
La Guerriera non
rispose, si limitò a scrutarli fredda.
Harry sospirò, “Non
ti vogliamo fare del male,” cominciò, zittendo Ron, che aveva aperto bocca per
correggerlo, con un’occhiata, “Ti lasceremo al limitare del bosco e poi potrai
andartene. A circa due chilometri da dove ti lasceremo le barriere di Hogwarts
finiscono e allora potrai smaterializzarti o quello che sai fare.”
La Valchiria ancora
non parlò.
“Ti serve che ti
accompagniamo noi?” chiese Neville, per niente contento dell’idea, ma mostrando
tutto il suo coraggio da Grifondoro.
Silenzio.
“Perché non parla?”
domandò Ron frustrato. Hermione si strinse nelle spalle, per la prima volta
senza risposta, perplessa.
“Non siete come mi
aspettavo,” affermò la dea distaccata, mentre le sue tre voci risuonavano
intorno ai primini. Sobbalzarono e la guardarono confusi, “Gli umani sono degli
esseri sciocchi, ma voi, per quanto giovani, siete destinati a fare grandi
cose.”
Poi la Valchiria
inclinò la testa di lato, e le corde le scivolarono di dosso, liberandola. I
Grifondoro indietreggiarono sguainando le bacchette e puntandole su di lei. La
creatura non disse, li guardò un’ultima volta con quei suoi occhi di ghiaccio
in modo indecifrabile, prima di correre in direzione della Foresta Proibita e
scomparire dalla loro vista.
Non se ne erano
accorti, ma il cielo aveva cominciato a rischiararsi e il temporale era
cessato. Adesso il sole stava sorgendo e l’alba portava con sé il sollievo per
la fine della nottataccia. E mentre tornavano al castello, ancora confusi, le
barriere di protettive causate dalla presenza della Guerriera si dissolsero.
Harry Potter aveva
la strana impressione che quella non sarebbe stata l’ultima volta in cui
avrebbero visto la Valchiria.
-
Su un’isola in
mezzo al mare del Nord, dove il sole splende molto di rado, un uomo con la
veste da Auror entrò nella prigione più temuta del mondo magico. Le guardie lo
ignorarono mentre camminava per i corridoi, passando davanti alle celle, ma per
precauzione il suo Patronus, una lince, gli girava intorno.
Kingsley
Shacklebolt aveva passato tutto il giorno sfruttando la sua posizione di Capo
di uno dei Dipartimenti più importanti del Ministero, per ricevere il permesso
di togliere da quel buco dimenticato da Merlino un uomo innocente. Ancora non
poteva crederci! Il suo incontro con quel misterioso James Evans sembrava
essersi impresso a fuoco nella sua mente.
L’uomo che cercava sarebbe
rimasto in custodia al Ministero finché il processo di Peter Minus non fosse
stato indetto, seguendo la procedura standard, e poi finalmente avrebbe
ricevuto la tanto meritata libertà.
Finalmente arrivò
davanti alla cella che cercava. Dentro l’odore era quasi insopportabile e vi
risedeva un uomo, magrissimo, con i capelli neri e sporchi.
“Sirius Black?”chiese
incerto Kingsley.
Il prigioniero alzò
lo sguardo, rivelando un paio di tormentati occhi grigi.
-
Albus Percival Wulfric
Brian Silente era attualmente nell’Ufficio del Ministro Cornelius Caramell. Quest’ultimo
sembrava alquanto agitato e arrabbiato: non era stato avvertito del contenuto
dell’edizione speciale della Gazzetta del Profeta, che metteva il Ministero in
cattiva luce, e rischiava le dimissioni.
Albus, d’altro
canto, aveva bisogno di informazioni su James Evans. I due uomini, che
rappresentavano i pilastri del bene, aveva discusso tutta la notte riguardo le
informazioni che avevano sul suo conto, accorgendosi, circa cinque ore dopo,
che non sapevano niente di lui. Silente non aveva detto niente al Ministro
dell’alleanza coi Goblin: sospettava che Caramell sarebbe subito saltato alla
conclusione che il giovane sedicenne voleva prendere il controllo del Mondo
Magico.
La notte era
passata tranquillamente, e Cornelius aveva anche fatto domande su Harry Potter.
“Un ragazzo
brillante. Deve aver preso tutto dai suoi genitori,” rispose Albus, “È identico
al padre, tranne che gli occhi: gli occhi sono sicuramente quelli di sua
madre.”
Caramell annuì,
“Come ha preso la notizia di Black?” chiese preoccupato. Non voleva che il
Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto odiasse il Ministero, o la loro reputazione sarebbe
peggiorata ulteriormente.
“Con calma
sorprendente, a dir il vero,” ammise Silente aggrottando la fronte, “Sembrava
estasiato. Penso che voglia vivere con Sirius. Ahimè, purtroppo non è
possibile,” sospirò il preside.
Cornelius alzò un
sopracciglio, “E perché no?”
“Ci sono delle
barriere protettive a casa di sua zia,” spiegò Albus, “Finché vivrà là, sarà al
sicuro.”
“Al sicuro da
cosa?” indagò il Ministro con una smorfia. Non gli piaceva la piega che stava
prendendo la conversazione.
“Da Voldemort.”
Il silenzio calò
tra i due, carico di tensione. Caramell non disse niente per un attimo, ma poi
parlò, “Sono sciocchezze Albus. È morto,” affermò sicuro.
Silente scosse la
testa tristemente, “No, Cornelius. È ancora vivo, da qualche parte, là fuori,”
indicò la finestra col capo e per la prima volta dall’inizio di quell’incontro,
l’uomo anziano sembrava dimostrare la sua vera età, “Non serve a niente
negarlo.”
Cornelius scosse la
testa con vigore, “Baggianate. Se fosse stato vivo, allora sarebbe tornato.”
Il preside aprì
bocca per ribattere, quando le fiamme del camino di accesero e mostrarono un
volto accigliato.
“Minerva? A cosa
devo il piacere?” chiese gioviale Albus. Si accigliò quando notò l’espressione
tirata della donna e le borse sotto gli occhi, “È successo qualcosa?”
La professoressa
annuì, “La tua presenza è richiesta qui a Hogwarts. Questa notte abbiamo
cercato di contattarti, senza successo. Ti prego di non farti attendere,” e con
quello, la testa della donna scomparve.
Silente si alzò in
piedi, “Il dovere mi chiama,” affermò in direzione del Ministro. Quello annuì e
lo salutò con un cenno del capo.
Albus prese una
manciata di metropolvere e la gettò nel camino.
-
Come promesso,
quella mattina gli studenti si ritrovarono con la colazione a letto. Alcuni non
avevano chiuso occhio, mentre altri invece si erano riposati. La McGranitt era
entrata a mezzogiorno nella Torre di Grifondoro, notandola stranamente vuota a
causa dei danni riportati dal temporale, e aveva provveduto ad aggiustarla.
Aveva poi annunciato
che il mostro aveva lasciato il castello e che la presenza di tutti loro era
richiesta in Sala Grande a ora di pranzo. Naturalmente, Harry, Ron, Hermione e
Neville non erano stati nella Sala Comune per ascoltare l’annuncio. Si erano
invece rifugiati nel passaggio dietro lo specchio al quarto piano, dove Harry
aveva spiegato loro un paio degli incantesimi. Harry si era fasciato il braccio
e la testa, e poi aveva ripulito i vestiti suoi e dei suoi amici con un
semplice ‘Gratta e netta’.
Dopo Neville, anche
gli altri riuscirono ad eseguire con successo l’Incarceramus. Ormai
erano esperti nell’Expelliarmus, e stavano facendo pratica con l’Impedimenta.
Mentre facevano pratica tra di loro, Harry si era assentato un attimo per
andare alla Guferia, dicendo che doveva spedire una lettera. Tornò poco dopo
dai suoi amici e alla fine si diressero insieme verso la Sala Grande.
Arrivarono per ultimi, attirando l’attenzione di quasi tutta la Sala, così si
affrettarono a raggiungere il tavolo dei Grifondoro.
“Dove siete stati?”
chiese subito Seamus, curioso.
“Questa mattina non
c’eravate nel dormitorio, e neanche nella Sala Comune,” constatò Dean più
sospettoso dell’amico di origini irlandesi.
Ron, Hermione e
Neville guardarono Harry per supporto, “Non eravamo nella Torre di Grifondoro,”
rispose il moro, sotto lo shock generale dei suoi amici, che non si erano
aspettati che dicesse la verità, e quello di Dean e Seamus.
“Ma era proibito
fino a nuovo avviso!” fece Seamus con occhi sgranati, ma guardandolo in
soggezione, “Wow …”
Dean sorrise, “E
dove siete stati?”
Hermione decise di
intervenire prima che Harry dicesse altro, “Siamo usciti solo questa mattina.
Eravamo scesi in Sala Comune e abbiamo sentito la voce della professoressa
Cooman dire che il mostro se ne era andato, e visto che ci sentivamo come dei
topi in gabbia e ormai non c’era più alcun rischio, ci siamo fatti due passi,”
mentì causalmente, sotto lo sguardo impressionato dei ragazzi che sapevano la
verità. Lei arrossì a disagio, ma sembrava soddisfatta di sé stessa.
In quel momento,
Albus Silente si alzò in piedi al tavolo degli insegnati, facendo calare il
silenzio nella Sala.
“Credo che delle
spiegazioni siano obbligatorie,” annunciò, “Ieri sera, mi sono assentato per
andare al Ministero, dalla quale sono stato richiamato questa mattina all’alba.
Mi è giunta voce che una creatura non identificata sia entrata nel perimetro
delle protezione di Hogwarts e nel castello. La presenza di questo essere ha
impedito il mio ritorno e ha fatto sì che gli insegnanti non potessero
contattarmi fino a che, verso le sei, suddetta creatura se n’è andata. Nessuno
si è fatto male questa notte, e ora è possibile circolare per i corridoi. Vi
assicuro che siete tutti al sicuro. Le lezione, per oggi, saranno comunque
cancellate.”
Gli studenti
applaudirono entusiasti. Le lezioni venivano cancellate molto spesso
quell’anno.
Harry salutò i suoi
amici di Grifondoro e andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde, dove Blaise gli
fece spazio. Daphne lo salutò con un sorriso caloroso, che lui ricambiò, e Nott
con un cenno del capo. Draco lo ignorò, tenendo stranamente lo sguardo basso.
“Harry, che hai
fatto al braccio?” chiese Daphne preoccupata, notando la ferita fasciata.
Il giovane Potter
si strinse nelle spalle, “Ieri sera il vento ha rotto i vetri della nostra Sala
Comune e mi sono tagliato,” mentì facilmente. Lui e i suoi amici avevano deciso
di utilizzare quella scusa per le eventuali ferite derivate dal loro scontro
con la Valchiria.
“Beh, comunque sono
curioso di sapere cos’era il mostro. Chissà se era pericoloso,” rifletté Theo
picchiettandosi il mento con la forchetta.
“O pericolosa,”
corresse Harry. Alzarono tutti un sopracciglio, “Poteva essere una lei.”
Daphne ridacchiò,
“Sono contenta di vedere che non sei maschilista come certa gente di mia
conoscenza,” disse scherzosa guardando Nott e Blaise, che arrossirono. Harry si
concesse un sorriso. Guardò Draco per un attimo e notò le borse sotto gli
occhi: non doveva aver dormito molto quella sera. Malfoy alzò lo sguardo e per
un attimo i loro occhi si incrociarono. Poi il biondo prese la sua roba e
lasciò la Sala. Harry continuò a chiacchierare con gli altri Serpeverde,
inquieto.
Era forse
pentimento quello che aveva letto negli occhi di Draco Malfoy?
-
Severus Piton stava
conversando animatamente con il preside riguardo l’incidente di quella notte al
tavolo degli insegnanti; c’era un fatto che non tornava, e la cosa disturbava
entrambi.
“Come ha fatto la
creatura a lasciare il castello? Il portone si era auto-sigillato. Le barriere
non hanno ceduto finché non ha lasciato i terreni di Hogwarts,” stava dicendo
Piton.
Albus si accarezzò
la barba pensoso, “Hai detto che il portone della Sala Grande era distrutto?”
Severus annuì,
“Qualcuno lo ha fatto esplodere dall’esterno. Sospetto che il mostro si
trovasse qua dentro quando qualcuno è arrivato e lo ha portato fuori,” affermò.
Era quella la sua teoria. Aveva sentito il rumore di un combattimento in quella
stessa stanza prima di precipitarsi lì con Raptor. La scuola si era chiusa da
sola, e questo significava che qualcuno che conosceva molto bene i suoi
passaggi aveva portato qualsiasi cosa vi fosse entrata fuori.
“Sospetti di
qualche studente?” indagò Silente curioso.
Lo sguardo di Piton
saettò per la Sala, posandosi su Potter per un istante, notando immediatamente
il braccio ferito.
“No, non ho idea di
chi possa essere stato,” rispose invece l’insegnati di Pozioni, evitando lo
sguardo del preside.
Albus sospirò, “Per
il momento è meglio non pensarci.”
Un gufo dall’aria
regale, che nessuno aveva mai visto, entrò nella Sala, con una lettera tra le
zampe. Iniziò a discendere e planò proprio davanti al preside. Lasciò la
lettera accanto al piatto dell’uomo e poi volò via, senza aspettare una
risposta.
Silente aprì la
lettera e cominciò a leggere.
Egregio Professor Albus Silente,
avrà probabilmente sentito parlare di me. Io certamente
ho sentito parlare di lei. Volevo solo informarla che la creatura entrata nella
Scuola di Magie e Stregonerie di Hogwarts questa notte era una Valchiria. Dopo
un breve scontro, ho personalmente provveduto a scortarla fuori dai confini del
castello. Sospetto, per non dire che sono certo, che qualcuno l’abbia aiutata
ad entrare. L’ho trovata nella Sala Grande, e mi scuso per non essere riuscito
a ripulire a dovere, ma non ne ho avuto il tempo.
Cordiali saluti,
James Evans
-
Allora? Che ne
pensate? Ci ho messo un po’ per scriverlo, lo ammetto. Il prossimo non so con
esattezza quando lo posterò. Ecco qua il risultato del sondaggio:
Draco/Hermione – 12
Draco/Hermione
temporanea – 4
TOTALE A FAVORE DI DRAMIONE= 16
Draco/Astoria – 10
Draco/Pansy - 5
Draco/Susan – 4
Draco/Daphne – 4
No draco/hermione –
10
TOTALE A SFAVORE DI DRAMIONE = 30
p.s. alcune persone hanno dato più di un
opinione, ma sul totale ho aggiunto solo 1 punto per persona
E vince … DRACO/ASTORIA